INTRODUZIONE PERICOLO E RISCHIO: QUALE E` LA DIFFERENZA?
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INTRODUZIONE PERICOLO E RISCHIO: QUALE E` LA DIFFERENZA?
Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia INTRODUZIONE PERICOLO E RISCHIO: QUALE E’ LA DIFFERENZA? PERICOLO: esprime la POTENZIALITA’ di una determinata entità, intesa come un processo lavorativo, un’attrezzatura o uno strumento di lavoro, un agente chimico, fisico, biologico, etc., di causare un danno al lavoratore. Secondo la Norma UNI EN 292 parte I /1991 per pericolo si intende qualsiasi fonte di possibili lesioni o danni alla salute. Il termine pericolo è usato unitamente ad altre parole che ne definiscono la sua origine o la natura della lesione o del danno alla salute (es. pericolo di schiacciamento, di intossicazione, etc.). ⇒ Ha una forte componente OGGETTIVA che è legata esclusivamente alla presenza della fonte di pericolo stessa. RISCHIO: esprime il prodotto della PROBABILITA’ che un evento dannoso (a carico del lavoratore) possa verificarsi per la MAGNITUDO (severità) delle conseguenze dannose stesse. Secondo la Circolare del Ministero del Lavoro n. 102/1995 si definisce il rischio come la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno alle condizioni di impiego ovvero di esposizione ad un determinato fattore. ⇒ Ha una NATURA COMPLESSA che è fondamentalmente legata all’INCERTEZZA del verificarsi dell’evento negativo. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia DANNO: qualsiasi alterazione TRANSITORIA o PERMANENTE dell’organismo umano o di sue funzioni. DANNO BIOLOGICO: secondo la definizione classica si intende l’infortunio o la malattia che pregiudica l’integrità psicofisica del lavoratore, limitandone la realizzazione nella vita privata e relazionale extra-lavorativa; secondo la Sentenza della Corte Costituzionale n. 356 del 1991, si definisce danno biologico qualsiasi menomazione dell’integrità psicofisica della persona in quanto tale. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia PERICOLI E RISCHI DERIVANTI DALLA MANIPOLAZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI LA CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI secondo i criteri stabiliti dall’Unione Europea: 12 categorie ÆE ESSPPL LO OSSIIV VII:: sostanze e preparati solidi, liquidi pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizioni di particolare contenimento. Si tratta in definitiva di composti che possono esplodere facilmente sotto l’effetto del calore e che si rivelano molto sensibili agli urti e all’attrito causando infortuni, ustioni e gravi danni materiali; per tale motivo occorre, durante la loro manipolazione o conservazione, evitare nelle maniera più assoluta, urti o contraccolpi, attrito, fiamme e scintille; ÆC TII::sostanze o preparati che, a contatto con altre BU UR RE EN NT CO OM MB sostanze, soprattutto infiammabili, provocano una forte reazione esotermica (elevato sviluppo di calore con conseguente pericolo di incendio). Sono composti che agevolano o mantengono la combustione e pertanto va tassativamente evitato il loro contatto con sostanze infiammabili; Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ÆE ESST TR RE EM MA AM ME EN NT TE E IIN NFFIIA AM MM MA AB BIIL LII:: sostanze e preparati liquidi con un punto di infiammabilità estremamente basso nonché le sostanze e i preparati gassosi che a temperatura e a pressione ambiente si infiammano a contatto con l’aria; Æ Æ FFA AC CIIL LM ME EN NT TE E IIN NFFIIA AM MM MA AB BIIL LII :: ∗ Sostanze o preparati che, a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono riscaldarsi e infiammarsi; ∗ Sostanze e preparati solidi che possono facilmente infiammarsi a causa di un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il ritiro della sorgente di accensione; ∗ Sostanze o preparati liquidi che a contatto con l’acqua o l’aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose. Æ IIN NFFIIA AM MM MA AB BIIL LII ::sostanze e preparati liquidi con basso grado di infiammabilità. Le sostanze e i preparati che rientrano nelle ultime tre classi sopra citate, non devono essere assolutamente esposte direttamente o in prossimità di fonti di calore, fiamme/scintille; ÆM OSSSSIIC CII:: sostanze e preparati che, in caso di O T TO MO OL LT TO inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea, in piccolissima Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia quantità, possono essere mortali oppure produrre lesioni cutanee acute o croniche; ÆT TO OSSSSIIC CII:: sostanze e preparati che, in caso di inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea, in piccole quantità, possono essere mortali oppure produrre lesioni cutanee acute o croniche; ÆC CA AN NC CE ER RO OG GE EN NII:: sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza; ÆM MU UT TA AG GE EN NII:: sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea possono produrre difetti genetici o ereditari o aumentarne la frequenza; ÆT TO OSSSSIIC CII PPE ER R IIL LC CIIC CL LO OR RIIPPR RO OD DU UT TT TIIV VO O:: sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea possono provocare, o rendere più frequenti, effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili; ÆN NO OC CIIV VII:: sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche; Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ÆC CO OR RR RO OSSIIV VII:: sostanze o preparati che a contatto con i tessuti vivi possono esercitare su di essi un’azione distruttiva. Æ SSE EN NSSIIB BIIL LIIZ ZZ ZA AN NT TII:: sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce effetti avversi caratteristici; Æ IIR RR RIIT TA AN NT TII:: sostanze o preparati non corrosivi il cui diretto, prolungato e ripetuto con la pelle o con le mucose, può provocare una reazione infiammatoria. I rischi presentati da tali agenti sono di entità minore rispetto a quelli associati agli altri agenti sopra descritti ,ma ciò non significa che anche essi non debbano essere manipolati con cautela evitandone il contatto e l’esposizione. ÆP PE ER RIIC CO OL LO OSSO O PPE ER RL L’’A AM MB BIIE EN NT TE E:: sostanze e preparati che, qualora si diffondono nell’ambiente presentano, o possono presentare rischi immediati o differiti per una o più delle componenti ambientali. Tali agenti non devono mai essere dispersi, neanche in minima quantità, nell’ambiente. Si deve provvedere obbligatoriamente all’attivazione delle opportune procedure smaltimento dei rifiuti contaminati da detti agenti. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia IL RISCHIO CHIMICO DIPENDE DA: ⇒CARATTERISTICHE PROPRIE DELL’AGENTE (PERICOLOSITA’); ⇒ ENTITA’ DELL’ESPOSIZIONE; ⇒ DURATA DELL’ESPOSIZIONE; ⇒ CARATTERISTICHE DEL SOGGETTO ESPOSTO. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia SISTEMI INFORMATIVI DI BASE VOLTI ALL’ELIMINAZIONE E/O AL CONTENIMENTO DEI RISCHI ASSOCIATI ALLA MANIPOLAZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI SONO COSTITUITI FONDAMENTALMENTE DA: ð ETICHETTE ð SCHEDE TECNICHE DI SICUREZZA ð NORME DI BUONA PRASSI ð NORME DI SICUREZZA ð NORME TECNICHE ð PROCEDURE OPERATIVE STANDARD ð FONTI DI LETTERATURA Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO ATTUALMENTE PREVISTI DALLA U.E. PER SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI SIMBOLI ASSOCIATI AI RISCHI PER LA SICUREZZA (CHIMICO-FISICI) E F+/F O Esplosivo Estremamente/Facilmente Comburente infiammabile SIMBOLI ASSOCIATI AI RISCHI PER LA SALUTE (TOSSICOLOGICI) T+/T Xn Xi C Altamente Nocivo irritante Corrosivo Tossico/Tossico SIMBOLO ASSOCIATO AI RISCHI PER L’AMBIENTE N Pericoloso per l’ambiente Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ALCUNE FRASI DI RISCHIO attualmente previste dalla U.E. per sostanze e preparati pericolosi FRASI R (R1 – R68) R1 = esplosivo allo stato secco R4 = forma composti metallici esplosivi molto sensibili R5 = pericolo di esplosione per riscaldamento R10 = infiammabile R14 = reagisce violentemente con l’acqua R17 = spontaneamente infiammabile all’aria R20 = nocivo per inalazione R29 = a contatto con l’acqua libera gas tossici R31 = a contatto con acidi libera gas tossici R32 = a contatto con acidi libera gas altamente tossici R34 = provoca ustioni R37 = irritante per le vie respiratorie R40 = possibilità di effetti irreversibili R44 = rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato R45 = può provocare il cancro R46 = può provocare alterazioni genetiche ereditarie R47 = può provocare malformazioni congenite R49 = può provocare il cancro per inalazione R51 = tossico per gli organismi acquatici R59 = pericoloso per lo strato di ozono R60 = può ridurre la fertilità R61 = può danneggiare i bambini non ancora nati R40 sarà sostituita dalla frase: “possibilità di effetti cancerogeni – prove insufficienti” (XXVIII adeguamento) Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ALCUNE COMBINAZIONI DELLE FRASI DI RISCHIO R 14/15 = reagisce violentemente con l’acqua liberando gas facilmente infiammabili R20/21/22 = nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione R21/22 = nocivo a contatto con la pelle e per ingestione R39/23/25 = tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione R40/21 = nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle R48/23/24/25 = tossico: pericoli di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ALCUNI CONSIGLI DI PRUDENZA attualmente previsti dalla U.E. per sostanze e preparati pericolosi FRASI S (S1- S 64) S1 = conservare sotto chiave S3 = conservare in luogo fresco S5 = conservare sotto … (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante) S6 = conservare sotto … (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante) S8 = conservare al riparo dall’umidità S9 = conservare il recipiente in luogo ben ventilato S12 = non chiudere ermeticamente il recipiente S13 = conservare lontano da alimenti o mangimi a da bevande S14 = conservare lontano da … (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore) S16 = conservare lontano da fiamme e scintille – Non fumare S20 = non mangiare né bere durante l’impiego Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ALCUNE COMBINAZIONE DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S3/9/14 = conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da ….. (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante) S7/8 = conservare il recipiente ben chiuso al riparo dall’umidità S7/47 = tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a … °C (da precisare da parte del fabbricante) S20/21 = non mangiare, né bere, né fumare durante l’impiego S24/25 = evitare il contatto con gli occhi e con la pelle S36/37 = usare indumenti protettivi e guanti adatti Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia LE 16 VOCI OBBLIGATORIE DELLA SCHEDA TECNICA DI SICUREZZA 1) identificazione del preparato e della società produttrice, 2) composizione/informazione sugli ingredienti, 3) identificazione dei pericoli, 4) misure di primo soccorso, 5) misure antincendio, 6) misure in caso di fuoriuscita accidentale, 7) manipolazione e stoccaggio, 8) controllo dell’esposizione/protezione individuale, 9) proprietà fisiche e chimiche, 10) stabilità e reattività, 11) informazioni tossicologiche, 12) informazioni ecologiche, 13) considerazioni sullo smaltimento, 14) informazioni sul trasporto, 15) informazioni sulla regolamentazione, 16) altre informazioni. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia ALCUNE INDICAZIONI SULLE CORRETTE MODALITA’ DI CONSERVAZIONE E DI TRASPORTO DEI COMPOSTI CHIMICI I. CONSERVAZIONE 1) Le sostanze chimiche devono essere riposti in armadi adeguati o in apposite scaffalature, suddivise per classi di rischio, valutando attentamente le caratteristiche di incompatibilità (ad esempio comburenti separati dagli infiammabili, acidi separati dalle basi etc.). 2) I solventi ed i prodotti infiammabili devono essere custoditi in armadi metallici dotati di un dispositivo di aspirazione e di bacino di contenimento. I prodotti molto volatili, con temperatura di ebollizione prossima o inferiore a quella ambiente devono essere conservati a basse temperature in appositi frigoriferi antideflagranti. 3) Gli agenti tossici e quelli nocivi per inalazione devono essere custoditi in appositi armadi metallici dotati di sistemi di aspirazione. 4) Gli acidi e le basi concentrate vanno conservati in armadi muniti di bacino di contenimento realizzato in materiale resistente e di capacità adeguata a contenere il reagente in caso di fuoriuscita accidentale. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia 5) Nei locali di deposito deve essere garantita una buona ventilazione, naturale o forzata, al fine di evitare il raggiungimento di concentrazioni pericolose di gas o di vapori. Inoltre, detti locali devono essere protetti dalle alte temperature estive mediante opportuni sistemi di condizionamento ed eventuali dispositivi di controllo della temperatura. 6) Sia nei locali di deposito come pure in quelli di utilizzo devono essere disponibili mezzi idonei per intervenire in caso di incidenti ipotizzabili (ad esempio: sostanze assorbenti per eventuali sversamenti, mezzi estiguenti adatti e dispositivi di protezione individuale adeguati). 7) Sarebbe opportuno annotare su appositi registri di carico e scarico ogni movimentazione dei prodotti da e per i magazzini, al fine conoscere con esattezza i quantitativi in giacenza e per evitare movimentazioni non rispondenti alle reali necessità di utilizzo. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia INCOMPATIBILITA’ FRA LE SOSTANZE Categoria-sostanza Incompatibilità Conseguenza Carburanti Infiammabili e combustibili Incendio-esplosione Acetilene Rame, argento, cloro Incendio-esplosione Ossigeno Olii e grassi, idrogeno, tutti gli infiammabili Incendio-esplosione Acqua ossigenata Rame, cloro, ferro, infiammabili Decomposizione, incendioe combustibili esplosione Cianuri Acidi Acido cianidrico Acidi forti Basi concentrate Decomposizione-esotermia Acido nitrico Rame, ottone, metalli pesanti Composti nitrosi tossici Ipocloriti Acidi Cloro o composti tossici Solfuri Acidi Acido solforico Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia II. TRASPORTO 1) Le confezioni dei prodotti chimici, in particolare quelle in vetro, non devono essere trasportate manualmente, ma facendo uso di appositi contenitori che evitino eventuali spandimenti sulle superfici in caso di rottura accidentale (nel caso in cui detti contenitori non fossero disponibili effettuare il trasporto almeno facendo uso di contenitori di materiale idoneo muniti di manico e cosparsi di un consistente strato di materiale inerte sul fondo). Se le quantità da trasportare sono elevate fare uso di appositi carrelli di trasporto (oltre ai rischi di natura chimica si potrebbero configurare rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi). 2) Nel caso in cui si dovesse verificare la necessità di trasportare contemporaneamente agenti di diversa natura, assicurasi che questi siano fra loro compatibili e se così non fosse effettuare il trasporto in tempi diversi. 3) Il trasporto delle bombole di gas compresso prevede l’utilizzo del cappellotto di protezione, inoltre, le bombole devono essere ancorate al mezzo di trasporto stesso mediante catena di fissaggio. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia SEGNALETICA DI SICUREZZA SEGNALI DI AVVERTIMENTO: avvertono di un rischio o pericolo Materiale infiammabile o alta temperatura (1) Materiale esplosivo Sostanze velenose Sostanze corrosive Materiale comburente Sostanze nocive irritanti SEGNALI DI DIVIETO: vietano un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo Vietato fumare Divieto di spegnere con acqua Non toccare SEGNALI DI PRESCRIZIONE: prescrivono un determinato comportamento Protezione obbligatoria degli occhi Protezione obbligatoria del viso Protezione obbligatoria delle vie respiratorie SEGNALI DI SALVATAGGIO: indicano la localizzazione dei presidi di sicurezza Pronto soccorso Lavaggio degli occhi Doccia di sicurezza SEGNALI DEI PRESIDI ANTINCENDIO: indicano la localizzazione dei presidi antincendio Lancia antincendio Estintore Telefono per gli interventi Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia D.Lgs 626/1994 – titolo VII – PROTEZIONE DA AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI CAMPO DI APPLICAZIONE: si applica a tutte le attività nelle quale i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeno o mutageni. ATTIVITA’ ESCLUSE: sono escluse tutte quelle attività che comportano l’impiego di: ⇒Cloruro di vinile monomero (D.P.R. 962/1982); ⇒Alcune amine aromatiche: 2-naftilamina e suoi sali, benzidina e suoi sali, 4-nitrodifenile (D.Lgs 77/1992); ⇒Amianto (D.Lgs 277/1991); ⇒Radiazioni ionizzanti (D.Lgs 230/1995 e D.Lgs 241/2000). Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia CANCEROGENO - si intende per cancerogeno: 1. Sostanza appartenente alle categorie 1 o 2 secondo quanto stabilito dal D.M.28 aprile 1997; 2. Preparato contenente una o più sostanze di cui al punto 1; 3. Interi processi lavorativi: - produzione di auramina metodo Michler, - lavori che espongono ad I.P.A. presenti nella fuliggine, catrame, pece, fumo o polveri di carbone, - lavori che espongono a polveri, fumi e nebbie prodotti durante il raffinamento del nichel ad alta temperatura, - processo degli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico, - lavori comportanti esposizione a polvere di legno duro (monografia IARC, Lione, 1995). Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia Categoria 1: sostanze note per gli effetti cancerogeni sull’uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione e lo sviluppo della neoplasia. Simbolo: tossico Frasi di rischio: R45 (può provocare il cancro) e R49 (può provocare il cancro per inalazione) Categoria 2: sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l’uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l’esposizione possa determinare l’insorgere della neoplasia (adeguati studi a lungo termine su animali, altre informazioni specifiche. Simbolo: tossico Frasi di rischio: R45 (può provocare il cancro) e R49 (può provocare il cancro per inalazione) Categoria 3: sostanze da considerarsi con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull’uomo. Le informazioni disponibili non sono sufficienti per stabilire la correlazione diretta tra esposizione e comparsa della neoplasia. Simbolo: nocivo. Frasi di rischio: R68 (possibilità di effetti cancerogeni- prove insufficienti) Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia 1) IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO per agenti cancerogeni o mutageni ELEMENTI UTILI: Etichettatura Scheda di sicurezza Dati di letteratura 2) VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE ELEMENTI UTILI: Monitoraggio ambientale (es. TLV) Monitoraggio biologico BIOMARKERS DI ESPOSIZIONE BIOMARKERS DI EFFETTO Fornisce informazioni sulla dose assorbita dal soggetto esposto riferibile alla durata dell’esposizione Fornisce informazioni circa i possibili danni a carico del lavoratore esposto Ricerca della sostanza o dei suoi metaboliti in liquidi corporei o nei tessuti Rientrano in questa categoria gli indicatori di dose interna (es. acido metilarsinico nelle urine dei lavoratori esposti al triossido di arsenico) Dott.ssa Lucia PAMPANELLA Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Perugia 3) STIMA DEL RISCHIO ELEMENTI UTILI: Dati Epidemiologici Dati Clinici Modelli Matematici VSD (Virtually Safe Dose = Dose Virtualmente Sicura) = ossia dose di un determinato agente, che provoca solo 1 caso di TUMORE su 1 MILIONE di animali, somministrato per l’intero arco della vita dell’animale stesso Se l’assunzione di un cancerogeno o mutageno è inferiore alla VSD, l’esposizione è da ritenersi sicura. La durata dell’esperimento è di 2 anni equivalente ad una vita media nell’uomo di 70 anni. Dott.ssa Lucia PAMPANELLA