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Mediolanum Tour 2016

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Mediolanum Tour 2016
Bail-in e tutela dei risparmi:
cosa cambia, cosa cambiare.
Mediolanum Tour 2016
Palermo
Parma
Torino
Milano
Firenze
Catanzaro
Roma Pescara
Trieste
Bail-in e tutela dei risparmi, scenari futuri, come scegliere la propria banca e, in
particolare, l’importanza che ha la solidità nel “curriculum” di un istituto di credito e
nelle strategie di investimento. Sapere cosa c’è in gioco è importante.
Verona
Ennio Doris
Presidente
Banca Mediolanum
Le banche italiane sono più solide rispetto ai sistemi bancari
europei e non europei, ma l’economia italiana è bancocentrica. Siamo di fronte ad una crisi che perdura da molti
anni e che ha provocato il fallimento di molte aziende,
facendo esplodere le sofferenze bancarie. La maggioranza
delle banche ha reagito risolvendo il problema con
aumenti di capitale, ma per qualche istituto ciò non è stato
possibile. Banca Mediolanum contribuirà al fondo Atlante,
lo strumento messo in campo dal Governo per reggere
sulle proprie spalle il peso delle banche in difficoltà, con 50
milioni di Euro. Tutti noi abbiamo il dovere di compiere la
nostra parte nell’interesse generale, specialmente aziende
come la mia che sta andando molto bene e che quindi può
sostenere un piccolo sacrificio.
Considerato l’elevato livello del Cet1 di Banca Mediolanum,
pari al 19,7%, possiamo permetterci di aderire al Fondo
Atlante perché si tratta di un’operazione che rafforzerà il
sistema.
Massimo Doris
Amministratore Delegato
Banca Mediolanum
L’entrata in vigore del bail-in e i fallimenti di alcuni istituti bancari a
cui abbiamo assistito in tempi recenti devono stimolare i risparmiatori
a selezionare con cura la banca a cui affidano i propri risparmi. Oggi
esistono dei parametri con cui valutare un istituto bancario: uno di
questi è il Common Equity Tier 1 (CET1) che esprime il rapporto tra
il capitale della banca e il suo investimento ponderato per il rischio.
Il minimo richiesto dalla Banca Centrale Europea è 7%, dunque
maggiore è il valore, maggiore è la garanzia per chi deposita i propri
risparmi. Banca Mediolanum presenta attualmente uno dei coefficienti
di solidità più alti, pari al 19,7% notevolmente al di sopra dei valori
richiesti dalla Bce.
La nostra banca è stata premiata perché si è dimostrata una banca
prudente, attenta ai rischi, che ha sempre fatto utili e ha avuto una
politica dei dividendi accorta in modo da incrementare nel tempo
il suo patrimonio e di conseguenza la sua solidità. I nostri numeri
parlano da soli: nel primo trimestre del 2016 Banca Mediolanum ha
acquisito il 32% di nuovi clienti in più rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno, con una crescita a doppia cifra in ogni mese.
Stefano Volpato
Direttore commerciale
Banca Mediolanum
In un mercato finanziario in continua evoluzione e in un contesto
macroeconomico che muta velocemente, non può più esistere il
risparmio “fai da te”. Diventa quindi fondamentale oggi che un
risparmiatore alla ricerca di soluzioni si affidi a un professionista
competente e preparato che individui soluzioni personalizzate in
grado di creare valore. Con la situazione di oggi il consulente deve
anche informare approfonditamente; per questo Banca Mediolanum,
insieme ai Family Banker, organizzano ogni anno diverse migliaia di
eventi sul territorio per diffondere la cultura finanziaria e decifrare le
variabili economiche che impattano sul mercato del risparmio.
Ecco la ragione di un tour. Dieci appuntamenti in altrettante città
d’Italia con la partecipazione di autorevoli personaggi della finanza,
dell’economia e del giornalismo. Parleremo di bail-in e tutela dei
risparmi, di scenari futuri, di come scegliere la propria banca e, in
particolare, dell’importanza che ha la solidità nel “curriculum” di un
istituto di credito e nelle strategie di investimento.
C ommon
Equity Tier 1
L’indicatore più importante per riconoscere la
solidità patrimoniale di una banca. Si calcola
rapportando il patrimonio della banca al totale
delle attività ponderate per il rischio.
I relatori del
Mediolanum
Tour 2016
Marco Giorgino
Professore di Finanza Aziendale
e di Global Risk Management del MIP
Gli ultimi anni sono stati anni di grande trasformazione
per i mercati finanziari. Molte cose sono cambiate
e stanno cambiando. In particolare, tra le tante, il
rapporto tra i risparmiatori e i sistemi bancari, costruito
storicamente su una solida base fiduciaria, recentemente è andato in crisi. La certezza che depositare i
propri risparmi in banca fosse un modo per proteggerli
oggi non è più una certezza assoluta. L’entrata in vigore
della legge sul bail-in dall’inizio del 2016, come effetto
della Direttiva Europea sulle crisi e sulle risoluzioni bancarie (BRRD), è stato un passaggio importante che i risparmiatori italiani non possono sottovalutare. Affidare i
propri risparmi ad una banca richiede oggi una attenta
analisi del suo stato di salute. La solidità patrimoniale,
la capitalizzazione, la capacità di governare e coprire
i propri rischi sono elementi di valutazione essenziali.
Cosa vuol dire essere solidi per una banca? Vuol dire
essere in grado di selezionare attentamente i rischi
che si prendono e, soprattutto, avere una struttura del
capitale che consenta di coprire tali rischi, evitando che
siano i risparmiatori a dover pagare in caso di crisi.
Era un’esperienza finita con l’inizio degli anni ‘90 e
avviata verso la fine già alla metà degli ‘80 con la
campagna politica per il cosiddetto divorzio tra Tesoro
e Bankitalia. Le tesi a favore di quella scelta (che allora
sembravano destinate ad affermarsi definitivamente)
si sono via via affievolite fino ad arrivare ai massicci
acquisti di titoli realizzati dalla Bce con il cosiddetto
quantitative easing e con altri strumenti di politica
monetaria. Ci sono poi novità come lo scenario deflazionistico e i tassi negativi. Queste ultime novità toccano
in modo molto profondo la percezione del risparmio e
del patrimonio e le scelte di investimento. La memoria
dei risparmiatori affonda ancora nel periodo dell’inflazione, dei prezzi in salita, dei rendimenti alti. Capire
che lo scenario è cambiato è facile nella comprensione
quotidiana dei fenomeni economici ma è difficile poi
trasferire questa comprensione nelle decisione sui
propri investimenti. Il ruolo sia dell’informazione sia dei
professionisti dell’investimento si fa quindi più complesso che mai, ma diventa anche specialmente utile in
questa fase.
Mai deve però perdersi nella definizione delle scelte di
risparmio il legame tra accantonamenti finanziari per il
proprio futuro e crescita economica generale. Il risparmio non è staccato dal resto dell’economia, non è una
variabile indipendente, ma svolge il proprio compito
(anche e soprattutto a favore del risparmiatore) se è
collegato direttamente al finanziamento delle attività
produttive. Propongo tale legame come indicatore di
sane scelte fondamentali da parte dei risparmiatori
e dei gestori. Una scelta che può aiutare a uscire dai
vicoli ciechi determinati da deflazione e rendimenti
negativi.
Madrid ad Atene nel periodo caldo della Grexit - ma
lasciano morire gli Stati”. In linea di principio, quindi, chi
voleva “l’accountability” per le banche e per i banchieri,
ha avuto soddisfazione.
Chiarita la buona intenzione, passiamo all’inferno.
L’Italia, e in particolare i banchieri e i governi che si
sono succeduti dal 2011, hanno la grave responsabilità
non solo di non aver seguito con la giusta attenzione
il dibattito europeo che ha preceduto il varo del Bail
In, ma anche di non aver capito le sue implicazioni
nel momento in cui la procedura europea è diventata
legge italiana. Il silenzio non assolve: condanna chi
avrebbe dovuto tutelare il risparmio dei propri cittadini.
In silenzio è stata fatta passare non solo la retroattività di una procedura che non avrebbe mai dovuto
essere applicata sulle obbligazioni acquistate prima
dell’approvazione del Bail In. E sempre con il silenzio,
le banche hanno evitato di dare spiegazioni ai clienti e
agli investitori sui nuovi rischi a cui andavano incontro.
Infine, nessuno - Governo o Parlamento - si è preso la
responsabilità di spiegare all’intera collettività nazionale
il salto culturale che si stava profilando: sarebbero
bastati pochi minuti al giorno di Pubblicità Progresso sui
canali Rai, per spiegare agli italiani che senza gli aiuti di
Stato, si sarebbero presto dovuti aiutare da soli.
Davide Giacalone
Editorialista e scrittore italiano
Alessandro Plateroti
Vicedirettore de “Il Sole 24 Ore”
Giuseppe De Filippi
Vice Direttore TG5
Ci sono alcune costanti nello scenario del risparmio e
dell’investimento familiare in Italia. Restano a livelli alti
sia la propensione al risparmio sia la patrimonializzazione delle famiglie. E’ il punto di partenza di qualsiasi
analisi sul settore. Ci sono poi temi che tornano dal
passato, il principale è la ripresa di un ruolo attivo della
Banca Centrale nell’acquisto di titoli di stato.
La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni...
Quando mi chiedono un commento sul Bail In, ricorro
spesso a questo vecchio proverbio. Lo trovo utile e
attuale per descrivere la forbice tra finalità ed effetti
di una procedura concepita per il bene comune, ma
poi attuata nel peggiore dei modi. Il Bail In, è bene
ricordarlo, non nasce per salvare banche e banchieri
che hanno commesso errori, gestito male gli istituti o
abusato della fiducia dei clienti: il Bail In nasce per responsabilizzare investitori e risparmiatori sui rischi delle
proprie scelte di investimento, e soprattutto per evitare
che siano sempre i contribuenti - anche quelli che non
hanno risorse da investire - a pagare un conto che non
gli spetta. Come non ricordare, del resto, lo sdegno
sollevato dai salvataggi di Stato durante la crisi del credito? “L’Europa salva le banche - urlavano le piazze da
Spesso si sceglieva la banca per comodità: la più vicina
a casa o al luogo di lavoro. Ora occorre badare alla
solidità: la più lontana dal fallimento. Non è aumentata
l’insicurezza. Le nuove norme non hanno aumentato
i rischi per i risparmiatori (semmai il contrario). Ma
mentre prima i fallimenti bancari venivano risolti in una
logica interna, con salvataggi e fusioni, ora le gestioni
fallimentari devono andare in fondo al destino meritato.
Dobbiamo tenerne conto.
I mercati aperti, la globalizzazione, hanno portato
nuove opportunità per gli investitori. Sono anni che
parliamo di crisi, ma il mondo non ha mai smesso di
crescere. Il risparmiatore cittadino del mondo ha potuto approfittarne. Ma quelle opportunità portano con
sé anche regole e pratiche nuove. Non sono affatto
peggiori delle precedenti (semmai il contrario), ma vanno conosciute e rispettate. Il gelo invernale ha la sua
bellezza, come pure la calura estiva. Tutto sta a non
affrontare il primo in costume da bagno e la seconda
con il cappotto.
L’avvenire è ricco di possibilità. Va vissuto con consapevolezza.
che sapranno comprendere per tempo ciò che sta
accadendo, perché è proprio in questi momenti di
estrema confusione che visione e consapevolezza
possono fare la differenza.
Fabrizio Crespi
Ricercatore in Economia degli intermediari
finanziari presso l’Università di Cagliari e
professore università Cattolica di Milano.
Ruggero Bertelli
Professore Associato di Economia degli
Intermediari Finanziari Università di Siena.
Responsabile Scientifico eXponential.
A pochi mesi dall’entrata in vigore della nuova normativa europea in tema di gestione delle crisi bancarie
(sinteticamente ribattezzata Bail-in), è lecito chiedersi
quale sia lo status quo del sistema bancario italiano,
quali saranno i cambiamenti strutturali che interesseranno lo stesso nei prossimi anni, e come gli investitori
possano valutare la solidità del partner finanziario con
cui operano.
Per quanto attiene al primo aspetto, non vi è dubbio
che il principale elemento di criticità è rappresentato
dall’ingente ammontare di sofferenze che il sistema si
trova a gestire; si tratta, come noto, di un problema
a cui si sta cercando di porre rimedio con l’implementazione di soluzioni ad hoc, quali ad esempio la
creazione del fondo Atlante (in definitiva una formula di
mutualizzazione). Solo una risoluzione credibile e veloce
di tale problematica potrà permettere al sistema di
tornare ad operare in maniera efficiente e, soprattutto,
di trasformare gli ingenti stimoli di politica monetaria
della BCE in erogazione di credito per lo sviluppo e i
consumi.
Se si guarda invece ai possibili processi evolutivi dei
prossimi anni, è facile tracciare le seguenti considerazioni. Innanzitutto, è indubbio che vi sia in atto un
processo di concentrazione (voluto ed in fondo spinto
dalle stesse Autorità di Vigilanza) che porterà ad
una riduzione del numero degli intermediari bancari
operanti. In sintesi: meno banche, più grandi ma con
meno sportelli. Secondariamente, ma forse ancora più
incidente, sarà l’impatto del trend tecnologico. Molte
analisi effettuate sul tema indicano infatti che i risparmiatori utilizzeranno sempre di più i canali distributivi
tecnologicamente avanzati delle banche, quali internet
banking e phone banking (in particolare tramite tablet
e smartphone); è facile allora prevedere che gli intermediari bancari che non saranno in grado di adeguarsi
alle nuove modalità operative della clientela saranno
probabilmente spinti fuori dal mercato.
La nuova normativa in tema di Bail-in si va quindi ad
inserire in un contesto di riferimento sicuramente particolare. Ed in tale contesto i risparmiatori sono chiamati
a porre molta più attenzione alla scelta del partner
finanziario con cui operare (in una sorta di ribaltamento dei ruoli in cui è ora il cliente che deve valutare
la solidità della banca). Al riguardo, si deve allora
sottolineare che gli indici di solidità solitamente indicati
dalle banche (Core Tier 1 ratio e Total capital ratio) non
solo dovrebbero essere chiaramente esposti e spiegati
ai clienti retail, ma dovrebbero essere altresì accompagnati dall’illustrazione di altri indicatori dell’analisi
di bilancio che permettano di meglio comprendere il
modello di business della banca e l’esposizione ai rischi
tipici dell’attività bancaria. Infatti, deve divenire sempre
più chiaro ai risparmiatori che le banche, nonostante il
nome comune che portano, non sono più da considerare tutte uguali: c’è banca e banca, in quanto i modelli
strategici e di servizio perseguiti possono differire
significativamente.
Siamo noi che scegliamo la nostra banca o è la banca
che “sceglie noi”? Non è una domanda banale o
retorica. Proprio nella scelta della banca che si occupa
dei nostri risparmi e della nostra vita finanziaria commettiamo i classici errori cognitivi studiati dalla Finanza
Comportamentale. Rappresentatività, disponibilità,
ancoraggio. La banca del “nonno”, la banca che porta
il nome della città in cui vivo, la banca “vicina”, la banca “comoda”, “conosco da anni il Direttore”, “mi fanno
delle buone condizioni”. Tutto, fuorché una oggettiva
valutazione di un partner serio e competente per la
nostra “vita finanziaria”. Di questa banca, magari, diventiamo poi azionisti ed obbligazionisti. Ed ecco allora
che la banca ci ha scelto e siamo destinati a seguirne
le vicende. Nella buona e nella cattiva sorte. Ma oggi
occorre cambiare atteggiamento. Occorre guardare
alla solidità del nostro interlocutore. In termini cognitivi,
solidità della banca significa “serenità” della banca nel
gestire i nostri soldi. La banca deve essere “serena”
quando ci consiglia un investimento, non può indurci
a fare quello che la aiuta a rispettare il coefficiente
patrimoniale o a recuperare in modo anomalo ed
urgente la redditività perduta. Una banca serena è una
banca che ha visione, futuro, che è consapevole dei
propri mezzi, che investe, che guadagna, che accresce
“naturalmente” il proprio patrimonio senza bisogno di
forzature, che e’ liquida perché gode della (meritata)
fiducia dei propri clienti, che rispetta largamente i limiti
imposti dalla BCE a tutela del depositante. Solo una
banca serena merita di essere il nostro “consulente”.
Andrea Cabrini
Direttore di ClassCnbc.
Il mondo sottosopra dei tassi di interesse, così sottosopra che in Danimarca i clienti invece di pagare ricevono
gli interessi sui mutui sottoscritti e le banche vedono
scemare la loro fonte principale di guadagno. E poi la
rivoluzione digitale, con le app dei nostri smartphone e
tablet che stanno spazzando via filiali sempre più costose e vuote e dipendenti di banca costretti a ripensare
il loro ruolo se vorranno continuare a rimanere nel
settore. E’ in questo contesto complicato, difficilissimo
per il mondo del credito e dei risparmi, che s’innesta
il bail-in, la nuova legge sulle risoluzioni bancarie. E’
con questo mondo che risparmiatori ed operatori del
settore sono chiamati a confrontarsi. Sarà un mondo
sempre più difficile ed avaro di soddisfazioni per chi
non s’informa, ma ricco di opportunità per coloro
Leopoldo Gasbarro
Giornalista economico
E’ arrivato il momento della consapevolezza ed è
finito il “fai da te”. Le lezioni di questi ultimi anni, dal
fallimento di Lehman negli Stati Uniti a quello di Banca
Marche, CariChieti, CariFerrara ed Etruria nel nostro
Paese dovrebbero finalmente averci fatto comprendere
che non c’è più tempo.
Il 2015 si è chiuso con le proteste di migliaia di persone
che hanno visto scomparire i loro risparmi. Molti credevano fossero investimenti sicuri, ma evidentemente non
era così. Ora c’è il Bail-in, la nuova normativa europea:
lo Stato non può più coprire i buchi e gli istituti in crisi
devono salvarsi da soli, attingendo ad azioni, obbligazioni e conti correnti. Questo significa che i nostri risparmi, frutto di sacrifici e rinunce, non sono più sicuri come
una volta. Chi ci ha avvertito? E poi i titoli di stato, il
principale rifugio degli italiani, hanno tassi prossimi allo
zero ed il disorientamento per cercare altre strade per
remunerare il risparmio è totale. In un mondo finanziario così complesso, serve educazione, un educazione
finanziaria. E’ necessario capire cosa è cambiato, ci vogliono consigli mirati per scegliere una banca solida ed
efficiente, trovare il consulente giusto, tutelare il nostro
conto corrente e investire dormendo sonni tranquilli
senza nascondere i soldi sotto il materasso.
Bail-in
le principali informazioni
in 10 punti
Il primo gennaio 2016 entra pienamente in vigore anche
in Italia un pacchetto di nuove regole comuni a tutti i
Paesi dell’Unione Europea per prevenire e gestire le crisi
delle banche. Questo insieme di regole ha in particolare
lo scopo di limitare la probabilità che si verifichino
delle gravi crisi bancarie e, nel caso si manifestino, di
attenuarne gli effetti impedendo che si diffondano da un
BANK
1
Perché sono state introdotte
le nuove regole europee?
Paese all’altro. Le novità sono molte. Per far conoscere a
clienti e risparmiatori i principali cambiamenti introdotti,
l’ABI, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e
al Risparmio, la Federazione delle Banche, delle
Assicurazioni e della Finanza insieme a numerose
Associazioni dei consumatori hanno predisposto le 10
domande e riposte contenute in queste pagine.
Di conseguenza, sono state innanzitutto rafforzate le
misure preventive a cui ogni banca dovrà attenersi
anche in assenza di segnali negativi.
Tra queste rientra la predisposizione di un dettagliato e
adeguatamente aggiornato piano. Il cosiddetto Piano
di Risanamento, che prevede cosa una banca deve
fare qualora si realizzino eventi avversi, evitando così di
dover prendere decisioni affrettate in emergenza.
Inoltre, le Autorità potranno intervenire, in via precoce,
per sollecitare l’attuazione dei Piani di Risanamento,
sostituire gli organi amministrativi e di controllo, avviare
l’amministrazione straordinaria.
Le istituzioni europee hanno studiato nuove regole
che consentiranno di gestire un’eventuale grave crisi
bancaria partendo da un nuovo presupposto: il costo
dell’eventuale crisi bancaria deve essere sostenuto
principalmente all’interno della banca stessa , come
accade per le altre imprese, secondo modalità che
vedremo più avanti.
Inoltre, nel corso degli ultimi anni, sono state introdotte
tante e qualificate misure di vigilanza prudenziale allo
scopo di rendere più difficile e raro il manifestarsi di
nuove crisi.
€
2
Cosa prevedono
le nuove regole?
Le nuove regole mirano a limitare il rischio di una
crisi bancaria e, nel caso si manifesti, a risolverla con
rapidità ed efficienza.
4
In cosa consiste la procedura
di risoluzione?
La procedura di risoluzione consiste in un pacchetto
di misure che potrà essere richiesto alla banca in
crisi dalle Autorità di Risoluzione per risanare il più
rapidamente possibile la situazione. Tra i vari strumenti
di risoluzione vi è il cosiddetto bail-in, o salvataggio
interno.
3
E se la prevenzione
non fosse sufficiente?
Se nonostante il rafforzamento dell’attività preventiva
la crisi di una banca dovesse comunque manifestarsi,
le Autorità di Risoluzione preposte al controllo e alla
gestione delle crisi (Banca Centrale Europea e Banca
d’Italia) avranno a disposizione un insieme di misure
articolato, calibrato in funzione della gravità della
situazione, che prevede, quale ultima istanza, l’avvio
della cosiddetta procedura di “risoluzione”.
5
Come funziona il bail-in
(salvataggio interno)?
Il bail-in prevede che gli azionisti, e in casi
particolarmente gravi anche altri investitori in
possesso di strumenti finanziari emessi dalla banca,
contribuiscano con i propri fondi a risolvere la crisi
della banca stessa nel caso in cui questa possa avere
ripercussioni sulla stabilità del settore bancario e
finanziario.
Con il bail-in il capitale della banca in crisi viene
ricostituito mediante l’assorbimento delle perdite da
parte di azioni e altri strumenti finanziari posseduti
dagli investitori della banca: questi ultimi titoli
finanziari potrebbero subire una riduzione, anche
totale, oppure una conversione in azioni come nel
caso delle obbligazioni subordinate. Se tale riduzione
non bastasse, analogo trattamento potrebbe essere
riservato alle obbligazioni non garantite.
In ogni caso è importante osservare che l’eventuale
perdita per i creditori della banca non sarà mai
superiore a quella che si avrebbe nel caso di
liquidazione (chiusura) della stessa.
7
Cosa succede ai conti e
depositi fino a 100.000 Euro?
€
€
6
A quali strumenti bancari
si applica il bail-in?
Un principio base del bail-in è che chi detiene
strumenti finanziari più rischiosi contribuisca in misura
maggiore all’eventuale azione di risanamento. Con
questo nuovo sistema infatti gli azionisti sono i primi
chiamati a intervenire. Solo a seguire, e solo se il
contributo degli azionisti non fosse sufficiente, verranno
chiamati a contribuire coloro che detengono altre
categorie di strumenti, secondo un prefissato schema
di priorità di intervento.
Le categorie di strumenti finanziari emessi della banca
che sono interessate - in successione - dal bail-in,
sono:
››
azioni e altri strumenti finanziari assimilati
al capitale (come le azioni di risparmio e le
obbligazioni convertibili1)
››
titoli subordinati senza garanzia
››
i crediti non garantiti (ad esempio, le obbligazioni
bancarie non garantite)
››
depositi superiori ai 100.000 euro delle persone
fisiche e delle piccole e medie imprese (per la
parte eccedente ai 100.000 euro).
Fino al 31 dicembre 2018 i depositi superiori ai 100.000
euro delle imprese e quelli interbancari - ovvero i
depositi diversi da quelli delle persone fisiche e delle
piccole e medie imprese superiori ai 100.000 euro contribuiscono alla risoluzione della crisi della banca
in ugual misura rispetto agli altri crediti non garantiti;
dal 2019, viceversa, essi contribuiranno solo dopo le
obbligazioni bancarie non garantite.
1
Obbligazioni che possono essere per contratto
convertite in azioni durante la vita del prestito sulla
base del loro prezzo e di un rapporto di cambio
prestabilito.
In caso di bail-in, ai depositi fino a 100.000 euro non
succede assolutamente nulla: fino a questa soglia
infatti sono da tempo tutelati dai fondi di Garanzia dei
Depositi2 ai quali aderiscono tutte le banche operanti
in Italia.
La garanzia riguarda, oltre ai conti correnti, i conti
deposito (anche vincolati), i libretti di risparmio, gli
assegni circolari e i certificati di deposito nominativi, fino
a 100.000 euro per depositante3.
I depositi oltre i 100.000 euro non vengono coinvolti
automaticamente nel bail-in ma possono esserlo solo
nel caso in cui il contributo richiesto agli strumenti più
rischiosi (azioni, obbligazioni subordinate, titoli senza
garanzia e così via) non fosse sufficiente a risanare la
banca.
2
3
In Italia si tratta del Fondo Interbancario di
Tutela dei Depositi e del Fondo di Garanzia dei
Depositanti del Credito Cooperativo.
Per ulteriori informazioni anche circa le poche
tipologie di deposito escluse dalla tutela, quali
ad esempio i depositi rimborsabili al portatore,
si rimanda alla documentazione informativa
predisposta dai Fondi di Garanzia dei Depositi.
8
Cosa succede ai conti
cointestati?
La garanzia del Fondo non riguarda il conto ma è
stabilita per ogni singolo depositante e per banca. In
caso di un conto corrente cointestato a due persone
quindi, l’importo massimo garantito è pari a 200.000
euro mentre nel caso di due conti intestati alla stessa
persona presso la stessa banca l’importo garantito è
comunque pari a 100.000 euro.
9
Quali altri strumenti sono
esclusi dal bail-in?
Oltre ai depositi fino a 100.000 euro sono esclusi dal
bail-in:
››
le obbligazioni bancarie garantite (ad esempio i
covered bond)
››
i titoli depositati in un conto titoli (se questi titoli
non sono stati emessi dalla banca coinvolta nel
bail-in)
››
le disponibilità della clientela in custodia presso la
banca (ad esempio, il contenuto delle cassette di
sicurezza)
››
i debiti della banca verso dipendenti, fornitori,
fisco ed enti previdenziali ovvero quanto riguarda
retribuzioni, prestazioni pensionistiche e servizi
essenziali per il funzionamento della banca.
Possono comunque essere escluse dal bail-in anche
categorie ulteriori di strumenti secondo una valutazione
che verrà fatta di volta in volta dalla nuova Autorità
di Risoluzione Europea o dall’Autorità di Risoluzione
Nazionale.
january
1
10
Il bail-in si può applicare
a strumenti sottoscritti prima
del 1 gennaio 2016?
Sì. In caso di crisi di una banca, il bail-in si può
applicare anche agli strumenti finanziari già in possesso
dei clienti prima di tale data.
Milano
Torino
Teatro Nuovo
9 Maggio
Verona
Teatro Filarmonico
26 Maggio
Teatro Alfieri
3 Maggio
Trieste
Teatro Rossetti
25 Maggio
Parma
Auditorium Paganini
2 Maggio
Firenze
Pescara
Teatro Obihall
10 Maggio
Teatro Circus
24 Maggio
Roma
Teatro Brancaccio
17 Maggio
Catanzaro
Teatro Politeama
12 Maggio
Palermo
Teatro Politeama
21 Aprile
Mediolanum Tour 2016
La partecipazione al “Mediolanum Tour 2016” è aperta
a tutti ed è gratuita, per iscriversi è sufficiente registrarsi su
www.bancamediolanum.it/tour
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per conoscere l’offerta dei
prodotti offerti e/o distribuiti da Banca Mediolanum, consulta il sito
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