Comments
Description
Transcript
Ma siamo sicuri di volerlo usare?
EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 1 EssePiù Anno XXI • Numero 5-6 • Ottobre - Dicembre 2012 • ASA • Associazione Solidarietà Aids • Milano ISCRIZIONE Ma siamo sicuri di 2013 volerlo usare? SE NON L'HAI ANCORA FATTO, È TEMPO DI RINNOVARE LA TUA ISCRIZIONE ALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE! E' FACILE: BASTA UN CONTRIBUTO DI SOLI 10 EURO! Si parla molto in questi ultimi tempi della profilassi pre-esposizione contro l’infezione da Hiv con Truvada, un farmaco già in uso da anni nella terapia combinata dell’infezione. Viene proposto per persone ad alto rischio e dovrebbe essere assunto sempre, continuando comunque a utilizzare i preservativi. Garantisce una riduzione del rischio di infettarsi ma con una sicurezza ben al di sotto del 100%. Viene consigliato anche a uomini che si prostituiscono senza usare profilattico (dubito che ce ne sia qualcuno ancora senza Hiv) e a detenuti ad alto rischio di violenza sessuale (come si individuano?). Non posso certo dire che condivido l’entusiasmo che sembra pervadere il pubblico a rischio. Se una persona usa regolarmente i profilattici, perché dovrebbe prendersi anche il Truvada? Per quelle rare volte che si rompe? E parlando di coppie discordanti, chi vuole rischiare di condividere l’Hiv con il partner? Chi vuole rischiare di infettarsi con un ceppo di Hiv già resistente al Truvada (se il partner è resistente, l’infezione si trasmette)? Sarebbe indicato anche per le persone che bevono alcol o si drogano regolarmente (le varie chetami- ne, ghb, gbl, nrg ecc) quando fanno sesso ma sarebbero in grado di assumerlo con costanza se sono così fuori di testa? Inoltre facciamo tutti un gran lavoro di informazione sugli effetti collaterali dei farmaci, particolarmente evidenti se assunti sul lungo periodo e dobbiamo consigliarne uno da prendere per sempre per rischiare un po’ meno di infettarsi? E le altre malattie a trasmissione sessuale? Sifilide, epatite C e B, clamidia, Hpv (condilomi e tumore anale)? Non sono certamente contrario ai rapporti occasionali, sarebbe una posizione ipocrita, ma contro questa che mi sembra una roulette russa chimica: una pallottola nel caricatore anziché quattro… Mi piacerebbe che se ne discutesse in maniera seria all’interno delle associazioni, senza pudori o moralismi, prendendo una posizione chiara ed evitando che il farmaco cominci a girare al mercato nero ed evitando che venga assunto magari il sabato sera prima della notte selvaggia in qualche postribolo. Chi vuole dire la sua? Aspettiamo commenti. Massimo Cernuschi Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Milano Prevenzione con i farmaci? C’è chi dice no EssePiù Bimestrale dell’ASA Associazione Solidarietà Aids Redazione: Via Arena, 25 - 20123 Milano Tel. 02-58.10.70.84 - Fax 02-58.10.64.90 su Internet http://www.asamilano.org e-mail: [email protected] Iscrizione al Registro della Stampa presso il Tribunale di Milano n.499 del 01.08.1996 Direttore responsabile: Massimo Cernuschi Redazione: Alessandro Condina, Adriana Faggi, Flavio Angiolini. Collaboratori esterni: Roberto Mandelli. Impaginazione: Andrea Porro La responsabilità delle opinioni espresse in questo bollettino è dell’autore. Le opinioni qui pubblicate non costituiscono necessariamente una presa di posizione dell’ASA. La posizione dell’ASA è espressa solo negli articoli firmati con il nome dell’Associazione. Gli articoli qui pubblicati possono essere riprodotti parzialmente o integralmente a patto di citarne la fonte. EssePiù viene stampato con il contributo di Abbott Italy S.r.l. prodotti chimico farmaceutici. Nel mese di luglio la Fda, Food and Drug Administration, l’organismo statunitense che si occupa del controllo della sicurezza e del commercio dei farmaci, ha approvato la prima molecola capace di ridurre il rischio di infezione da virus Hiv. Il farmaco in questione, il cui nome è Truvada, potrà essere assunto quotidianamente da individui ad alto rischio di contrarre sessualmente il virus da uno o più partner infetti. La notizia circa l’importante scoperta è apparsa per la prima volta sul New England Journal of Medicine, poi approvata dal National Institutes of Health statunitense. La ricerca è stata condotta in diverse parti del mondo da un team internazionale di scienziati su un campione di circa 2.500 persone omosessuali, transgender e bisessuali maschi. La Fda aveva precedentemente approvato l’uso di Truvada in combinazione con altri antiretrovirali per il trattamento di persone adulte Hiv positive. Il farmaco sviluppato e prodotto dalla Gilead Sciences, era già stato commercializzato nel 2004, ma ulteriori studi condotti dalla stessa azienda farmaceutica hanno dimostrato che tale farmaco può essere utilizzato come profilassi pre-esposizione. Uno studio durato tre anni ha provato che dosi giornaliere di Truvada riducono il rischio di infezione nei maschi sani che adottano anche comportamenti sessuali corretti, come l’uso del profilattico e frequentazioni costanti presso counseling di esperti. A dare il primo parere positivo sulla combinazione tenofovir/emtricitabina sono stati gli esperti indipendenti dell’Antiviral Drugs Advisory Comitee della Fda, in riferimento a persone sieronegative ad alto rischio di contagio come uomini omosessuali e bisessuali. La profilassi è anche particolarmente raccomandata nei confronti di uomini che si prostituiscono e che non usano il preservativo, detenuti ad alto rischio di violenza sessuale e persone che in seguito all’uso frequente di alcool e droghe vedono ridotta la loro capacità di autocontrollo. Il Comitato ha stabilito che la combinazione è sicura, funziona e non provoca intolleranze particolari. Il via libera al farmaco è stato dato dagli esperti attraverso una votazione che ha riguardato tre tipologie di soggetti: uomini omosessuali, per i quali Truvada è stato approvato con 19 voti a favore e 3 contro; partner non infetti in coppia con partner Hiv positivi (19 sì e 3 no); tutti gli altri soggetti a rischio di infezione per l’attività sessuale (12 favorevoli, 8 contrari e 2 astenuti). L’approvazione da parte degli studiosi del settore, richiesta dalla Gilead, ha fatto seguito alla presa in esame di due studi clinici: iPrEx e Partners PrEP (Pre-Exposure Prophilaxis), che hanno dimostrato come il farmaco sia in grado di offrire una significativa protezione. Nel primo dei due, condotto su uomini omosessuali, il farmaco ha ridotto il rischio di infezione di circa il 42%, anche se l’aderenza al trattamen- EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 2 to è stata bassa; nel secondo studio, eseguito su coppie eterosessuali in cui uno dei due partner era Hiv positivo e l’altro Hiv negativo, il rischio di contagio è risultato ridotto del 75%. Non esistono invece al momento dati su consumatori di droghe iniettabili. L’approvazione finale è stata preceduta da un vasto e approfondito dibattito sui rischi eventuali della terapia e sul modo di prevenirli. Il maggiore punto critico, che merita decisamente di essere sottolineato, è che tale terapia è indirizzata a persone sane che non hanno bisogno di curarsi. Uno dei problemi sollevati dal Comitato è il rischio di sviluppare ceppi virali resistenti in persone che potrebbero contrarre l’infezione pur seguendo la profilassi. Un’altra obiezione è quella di chi teme che i soggetti in profilassi potrebbero condividere il farmaco con persone alle quali non è stato prescritto. Qualcuno obietta anche che la profilassi pre-esposizione potrebbe veicolare un messaggio sbagliato e indurre le persone coinvolte nello studio a rinunciare ad altri efficaci mezzi di protezione, come l’uso del profilattico. Si sono inoltre sollevati dubbi circa la probabilità che persone sane riescano ad adottare una buona aderenza alla terapia; tali persone, credendosi al sicuro, si potrebbero esporre facilmente e inconsapevolmente all’infezione. Lauren Wood, del National Cancer Institute, ha motivato il suo voto contrario dichiarando che i test clinici non avrebbero preso in considerazione a sufficienza i rischi di effetti collaterali a carico dei reni tra la popolazione a rischio, incluse le persone di colore, la comunità maggiormente colpita dagli effetti correlati all’infezione da virus Hiv. Nonostante queste obiezioni, Tom Mayers, consigliere generale della fondazione Ahf (Aids Healthcare Foundation) ha voluto rassicurare tutti ricordando che i due studi sono stati accompagnati da counseling intensivi e costanti sui temi del sesso sicuro e sull’importanza dell’aderenza alla terapia. Alcuni commentatori hanno però obietta- to che negli Usa i servizi di counseling sono rari, e che per questa ragione molte persone in terapia pre-esposizione si troverebbero senza quel supporto; ciò le esporrebbe al rischio di assumere Truvada in regime di scarsa aderenza alla terapia, oltre che alla tentazione di consumare rapporti sessuali non adeguatamente protetti. “Ogni anno circa 50mila persone negli Usa contraggono il virus nonostante i numerosi metodi di prevenzione disponibili”, ha affermato il commissario Fda Margaret A. Hamburg, che aggiunge: ”Questo via libera è una pietra miliare nella lotta contro il virus dell’Aids”. Il trionfalismo che traspare dall’affermazione del commissario Fda Margaret A. Hamburg, contrasta in modo evidente con i dubbi e le riserve di molti esperti. Per questa ragione sarà bene riflettere approfonditamente prima di decidere se essere a favore o contrari alla somministrazione di Truvada ad uso preventivo. F. A. Allo studio un nuovo test per l’HIV Facile da usare, affidabile, economico. Queste le caratteristiche di un nuovo test per individuare la presenza del virus dell’HIV messo a punto i ricercatori dell’Imperial College di Londra. Il basso costo, dieci volte inferiore ai test attualmente in uso, renderebbe ottimale il nuovo sistema per i paesi dove la diagnosi precoce risulta molto difficile per ragioni economiche. Al momento il nuovo test non è ancora utilizzabile a livello clinico perché gli studiosi stanno procedendo alle ultime verifiche. Ma dalle dichiarazioni degli stessi ricercatori si apprende che la formula è basata sulla variazione di colore generata dalla presenza del virus. Per questa particolare proprietà, sembra che esso sia anche in grado di rilevare la presenza di altri virus e perfino di alcune molecole che sono spia del cancro. Il liquido utilizzato, infatti, cambia colore a seconda della presenza, o dell’assenza, dei virus ricercati. Per individuare specifici virus, è sufficiente configurare il test in modo che riveli un particolare marker, ossia quella specie di traccia che distingue ogni virus e lo differenzia dagli altri. La soluzione avrebbe come base il perossido di idrogeno (l’acqua ossigenata) con ioni d’oro dissolti, i quali reagiscono e assumono un determinato colore in presenza di una particolare proteina presente sulla superficie del virus HIV. Completamente diverso risulterà il colore della soluzione nei test somministrati alle persone sieronegative. Si tratta quindi di un test che permette di vedere il risultato immediatamente e a occhio nudo, con notevole risparmio rispetto ai sistemi che richiedono costosi strumenti di lettura. Un aspetto ancora più interessante, se con- fermato, consiste nella capacità del nuovo test di diagnosticare la sieropositività anche nei pazienti con una carica virale troppo bassa per essere individuata con gli attuali sistemi. Sul fronte tumorale, la sperimentazione dei test eseguiti precocemente ha permesso di rivelare i marker di cancro alla prostata. Su questo stesso fronte i ricercatori ritengono che il metodo descritto possa rivelare la presenza di alcune molecole a bassissima concentrazione dopo la rimozione di un tumore al fine di migliorare la diagnosi della malattia. L’obiettivo primario, comunque, resta quello di far accedere al test chi oggi è escluso da controlli e cure, ossia alla popolazione delle aree del mondo più svantaggiate, dove si concentra la più alta percentuale di persone con virus HIV/Aids. A. Faggi La strana storia del “paziente di Berlino” Il caso risale a diversi anni fa, ma è tornato alla ribalta a Washington lo scorso luglio durante i lavori della Conferenza sull’Aids 2012, a cui ha partecipato Timothy Ray Brown, noto come “il paziente di Berlino”. Molti lo ricorderanno perché nel 2007 ha sbalordito il mondo intero. Cittadino americano residente in Germania, sieropositivo e in cura antiretrovirale, Timothy aveva sviluppato una leucemia mieloide acuta, diagnosticata nel 2006. Aveva quindi accettato un intervento rischioso e invasivo, sottoponendosi a un trapianto di cellule staminali del midollo osseo di un donatore sano. Il risultato è stato doppiamente felice: non solo il paziente ha sconfitto la leucemia, ma è sparito anche il virus HIV, che non è stato più rilevato nel sangue nonostante avesse smesso di assumere farmaci antiretrovirali. Il singolare caso ha sorpreso gli ambienti scientifici e ha rinvigorito la ricerca sulle cellule staminali, in particolare sul tipo di staminali usate per quel trapianto. Il suo oncologo Gero Hutter, dell’ospedale universitario Charité di Berlino, aveva infatti selezionato per l’intervento il midollo di un donatore che presentava una doppia mutazione (omozigote) CCR5 delta-32, capace di difendere dalle infezioni da virus HIV. L’oncologo riteneva perciò che l’operazione avrebbe eliminato anche la sieropositività del paziente. E così è stato, almeno fino ad oggi. Anche se in seguito sono stati eseguiti altri due trapianti di midollo osseo (con protocolli diversi), Timothy continua a rappresentare una leggenda per la sua stupefacente “guarigione”: la prima nella storia della lotta al virus. A ricordare questo suc- cesso è stato lui stesso, oggi quarantasettenne, prendendo la parola alla conferenza di Washington. «Lasciate che sia chiaro ha detto. - Sono Hiv-sieronegativo!». Secondo molti ricercatori, è ancora troppo presto per affermare con assoluta certezza che il paziente di Berlino sia diventato davvero e definitivamente sieronegativo. Al momento non si può escludere che il virus possa essersi annidato in qualche organo, mantenendosi silente ma pronto a ripresentarsi in un prossimo futuro. Ma i cinque anni trascorsi dalla data dell’intervento fanno ben sperare. Naturalmente nessuno pensa al trapianto di midollo come soluzione per trattare il virus, ma il caso Timothy Brown dimostra - fino a prova contraria - che il virus non è invincibile e che qualcosa in futuro lo potrà annientare. A. Faggi Papilloma virus, vaccino su richiesta in Emilia Romagna Un buon passo sulla strada della prevenzione è stato compiuto dalla Regione Emilia Romagna, dove ai ragazzi dai 9 ai 26 anni e alle donne dai 9 ai 45 anni viene offerta la possibilità di effettuare la vaccinazione HPV. Questo vaccino, che difende dal papilloma virus, sarà somministrato gratuitamente alle persone con HIV, mentre per gli altri la spesa sarà a carico degli interes- sati e sarà calcolata sulla base del prezzo di acquisto del vaccino da parte della Regione (circa 45 euro). La decisione è stata presa con una delibera della giunta regionale, approvata all’unanimità dalla commissione “Politiche per la salute e politiche sociali”, presieduta da Monica Donini. Il provvedimento conferma la strategia di offerta attiva e gratuita del vaccino HPV per le ragazze nel corso del dodicesimo anno di età (prevista dalla delibera 236/2008). Per le persone a rischio in quanto HIV positive la vaccinazione sarà somministrata gratuitamente su richiesta degli stessi interessati o, in caso di minori, da chi ne esercita la tutela. Fonte: Quotidiano ER 2 • OTTOBRE - DICEMBRE 2012 • NUMERO 5-6 • ANNO XXI • EssePiù EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 3 Perdita di massa ossea in pazienti affetto da HIV: evidenze, implicazioni cliniche, trattamento e strategie L'osteoporosi è comune in persone affette dal virus dell'immunodeficienza umana (HIV). L'eziologia dell'osteoporosi in pazienti affetti da HIV è probabilmente multifattoriale, coinvolgendo fattori di rischio tradizionali, come basso peso corporeo, ipogonadismo e fumo, così come effetti diretti dell'infezione cronica da HIV e della terapia antiretrovirale. Recenti evidenze suggeriscono che la crescente diffusione dell'osteoporosi in persone affette da HIV si traduce in un più alto rischio di frattura e verosimilmente comporterà un incremento di morbilità e mortalità man mano che i pazienti infetti da HIV invecchieranno. Questo studio riguarda l'epidemiologia dell'osteoporosi, tratta le cause della bassa densità minerale ossea nelle persone con infezione da HIV, compreso l'impatto di specifiche terapie antiretrovirali, e offre raccomandazioni per lo screening e il trattamento della carenza di vitamina D e dell'osteoporosi. L'osteoporosi, che colpisce più di 10 milioni di americani, è caratterizzata da riduzione della massa ossea, deterioramento del tessuto osseo, degenerazione dell’architettura ossea e compromissione della forza delle ossa, con un conseguente aumento del rischio di fratture. L'osteoporosi è comune nella popolazione affetta da virus dell'immunodeficienza umana (HIV) ed è destinata a diventare un importante causa di morbilità e mortalità con l’invecchiamento dei soggetti infetti da HIV. I dati che stanno emergendo suggeriscono che l'aumento del rischio di osteoporosi si traduce in un maggiore rischio di fratture correlate all'osteoporosi. In uno studio sulla popolazione di un grande sistema sanitario americano, l'incidenza di fratture della colonna vertebrale, dell'anca e del polso, distretti comunemente interessati dall'osteoporosi, è stata del 60% più alta negli uomini e nelle donne con infezione da HIV rispetto ai soggetti non infetti da HIV. Risultati simili sono stati trovati in uno studio sull'invecchiamento di un gruppo di veterani dell’esercito e in uno studio su pazienti ambulatoriali affetti da HIV . La diagnosi precoce dell'osteoporosi, prima della manifestazione clinica della frattura, e l'istituzione di un trattamento adeguato, possono ridurre le fratture associate all'osteoporosi in persone con infezione da HIV. I pazienti affetti da HIV sono soggetti anche a maggior rischio di osteonecrosi dell'anca e di altre ossa, ma una completa disamina dell'osteonecrosi va oltre lo scopo di questo studio. OSTEOPOROSI: DEFINIZIONE L'osteoporosi viene in genere diagnosticata tramite la valutazione della BDM (bone mineral density - densità minerale ossea) effettuata a livello della colonna vertebrale o del'anca con la DEXA ( dualenergy x-ray absorptiometry, assorbimetria raggi x a doppia energia). Per donne in postmenopausa e uomini di età maggiore/uguale a 50 anni i risultati portano ad una diagnosi positiva di osteoporosi se il parametro T-score (numero di deviazioni standard tra la BMD (bone mineral density) del paziente in oggetto rispetto a quelli medi riscontrati in una popolazione di adulti sani - circa 37 anni di età) risulta essere al di sotto dei valori di riferimento di un soggetto adulto giovane per un valore superiore a 2,5 deviazioni standard (T-score minore/uguale -2,5). La dia- gnosi di osteoporosi può essere fatta anche in presenza di una frattura dell'anca o della colonna vertebrale fragilità è presente, indipendentemente dalla BMD. Una frattura da fragilità è generalmente definita come una frattura derivante da traumi equivalenti o inferiori ad una caduta da una posizione in piedi. L'osteopenia è diagnosticata se il parametro T-score è compreso tra -1,0 e -2,5. Nelle popolazioni più anziane aumenta il rischio di fratture da 2 a 3 volte per ogni riduzione di 1 SD (deviazione standard) della BMD al di sotto della media relativa alla popolazione giovane normale. Per le donne in premenopausa e gli uomini di età inferiore a 50 anni, un valore z-score (numero di deviazioni standard tra la BMD del paziente in oggetto rispetto a quelli medi riscontrati in una popolazione di soggetti sani di pari età e sesso) inferiore/uguale a -2,0 è considerato anormale. In questa popolazione, una BMD anormale dovrebbe essere interpretata nel contesto del rischio di frattura dell'individuo, tra cui precedenti fratture da fragilità e coesistenza di malattie, condizioni o farmaci che possono aumentare il rischio di frattura. L'EZIOLOGIA DEL BASSO VALORE DI BMD NELL'INFEZIONE DA HIV Tra le persone con infezione da HIV, l'eziologia dell'osteoporosi è probabilmente multifattoriale. I fattori di rischio tradizionali come ipogonadismo, fumo, consumo di alcool, uso di oppiacei, inattività fisica, basso peso corporeo e carenza di vitamina D contribuiscono ad aumentare il rischio, e anche gli effetti diretti della terapia antiretrovirale (ART) e l'attivazione immunitaria cronica da HIV giocano probabilmente un ruolo importante. Tipicamente, il rimodellamento osseo coinvolge i processi, strettamente accoppiati, di riassorbimento osseo e formazione ossea. In HIV non trattato, attraverso effetti diretti virali ed effetti infiammatori, il riassorbimento osseo e la formazione ossea sono disaccoppiati. In particolare, studi in vitro hanno dimostrato che le proteine virali Vpr e gp120 stimolare l'attività degli osteoclasti e la p55-gag sopprime l'attività degli osteoblasti e aumenta l'apoptosi degli osteoblasti. Inoltre, le citochine infiammatorie, come il TNF-alfa (Tumor Necrosis Factor) in studi in vitro e in vivo e l'interleuchina 6 in studi in vitro, promuovono l'osteoclastogenesi e il riassorbimento osseo. Alte concentrazioni di HIV RNA sono stati associati con elevati livelli di attivatore recettoriale del ligando NFKB (RANKL), una citochina secreta da osteoblasti che promuove la formazione di osteoclasti. Anche alcuni componenti specifici della terapia antiretrovirale sono stati annoverati tra le cause della riduzione della BMD nei pazienti sieropositivi. Studi clinici controllati randomizzati che mettono a confronto la BMD in regimi a base di inibitori della proteasi (PI) e in regimi senza PI, hanno mostrato risultati contrastanti, con alcuni studi che rivelano che regimi contenenti PI hanno portato alla diminuzione della BMD della colonna vertebrale e altri che non mostrano alcuna differenza nella BMD del corpo totale o dell'anca tra i vari gruppi di trattamento. La ragione di queste risposte contrastanti merita ulteriori approfondimenti. Nonostante gli EssePiù • ANNO XXI • NUMERO 5-6 • OTTOBRE - DICEMBRE 2012 • 3 effetti differenti sulla densità minerale ossea, l'esposizione cumulativa ad un PI (potenziato con ritonavir) è risultata essere associata ad un aumentato rischio di fratture (hazard ratio [HR], 1.11; intervallo di confidenza al 95% [CI], 1.05-1.18; P<0.001) in un studio del Veterans Affairs Clinical Case Registry . In particolare, il trattamento con lopinavir/ritonavir ha portato ad un aumento del 17% del rischio di frattura dell’anca, vertebrale o del polso. Studi randomizzati di confronto tra la BMD in regimi a base tenofovir e in regimi non a base di tenofovir hanno sempre trovato che il tenofovir è associato ad una significativa riduzione della BMD a livello dell'anca e della colonna vertebrale. La rilevanza clinica di questi risultati richiede ulteriori approfondimenti. Uno studio del Veterans Affairs Clinical Case Registry specificamente è stato condotto per definire l'impatto delle terapie cumulative con tenofovir e di altre ART sul rischio di fratture osteoporotiche in pazienti affetti da HIV durante il cosiddetto periodo preHaart (1988-1995) e dopo-Haart (19962009). Durante l'era HAART, l'esposizione cumulativa a tenofovir è risultata associata ad un aumentato rischio di frattura (HR, 1.16; 95% CI, 1.08-1.24; P<0.0001). I meccanismi alla base dell'effetto tenofovir sulle ossa non sono chiari. Modelli sperimentali hanno dimostrato che il tenofovir compromette la mineralizzazione dell'osso attraverso i suoi effetti sul riassorbimento renale dei fosfati, con conseguente aumento del turnover osseo e osteomalacia. Questi effetti possono essere peggiorati dalla concomitante carenza di vitamina D. Molteplici studi hanno valutato l'impatto dell’avvio di ART sulla densità minerale ossea e hanno generalmente mostrato una perdita del 2% -6% di densità minerale ossea dopo 48-96 settimane di terapia, indipendentemente dal tipo di ART iniziata. Questo grado di perdita ossea è più grande di quanto ci si aspetterebbe dal solo invecchiamento ed è paragonabile alla perdita ossea nelle donne di età 50-59 nell’arco di 2 anni. È importante sottolineare che, più è bassa la conta di cellule CD4 prima di iniziare la ART, maggiore è la diminuzione della densità minerale ossea, il che implica che un avvio precoce della ART attenua la perdita di massa ossea connessa all’avvio stesso. La perdita di densità minerale ossea associata all'inizio della ART è probabilmente legata ad un rapido aumento del turnover osseo, avendo alcuni studi mostrato aumenti significativi di osteocalcina, un marker di formazione ossea, e c-telopeptide, un marker di riassorbimento osseo, dopo l'avvio della ART. Marcatori del riassorbimento osseo sono già elevati in caso di infezione da HIV non trattata e aumentano prima e in misura maggiore dei marcatori di formazione ossea, creando una “finestra catabolica”' durante i primi 6 mesi dopo l’avvio della ART. Anche se l'inizio della ART è associato a perdita ossea significativa, diversi studi longitudinali hanno dimostrato che nel proseguire la ART, la BMD si stabilizza nel tempo. Vanessa Walker Harris and Todd T. Brown Division of Endocrinology, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, Maryland Traduzione a cura di Roberto Mandelli EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 4 La polemica sulle unioni gay Benedetto, da quale pulpito… “La cancellazione del valore della famiglia attraverso leggi che equiparino le unioni gay al tradizionale matrimonio uomo-donna rappresenta un attentato alla pace”. Il momento e il luogo per ricordare al mondo che la comunità gay internazionale è un covo di pericolosi sovversivi dell’ordine naturale della vita, il Papa Benedetto XVI li ha colti in occasione del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, che si celebra nello Stato Vaticano ogni anno il 1° gennaio. L’attacco alla pace delle persone omosessuali e alla loro libertà non è certamente nuovo, e quindi non sorprende nessuno. Si potrebbe perciò lasciare l’intolleranza agli intolleranti e vivere felici. Tuttavia vale la pena forse di fare un punto della situazione partendo proprio dalle parole del Pontefice. Qui di seguito pubblico il testo originale, il cui titolo è “Beati gli operatori di pace”, solo per la parte che ci interessa, a partire dal punto 4: “Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità. 4. Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. (…) Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. (…) Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.” Prima di entrare nel merito della questione delle unioni diverse dal tradizionale matrimonio uomo-donna, è bene ricordare che i cristiani non sono sempre stati pro- priamente operatori di pace. La storia della cristianità, anzi, è anche storia di violenze, di soprusi e di guerre. Basti pensare ai conflitti di religione che insanguinarono l’Europa tra il 1500 e il 1600 all’indomani della riforma luterana. Otto lunghi conflitti combattuti tra protestanti e cattolici soprattutto da Francia e Inghilterra. Quasi un secolo di massacri. In un’ Europa in pieno fermento culturale e sociale, oltre che accanirsi brutalmente contro gli avversari nella lotta per la supremazia economica e territoriale, succedeva che ai sovrani delle rispettive fazioni non garbasse che il popolo coltivasse una fede diversa da quella da essi stessi professata. Chi disobbediva veniva ucciso. Possiamo ricordare inoltre le crociate; l’evangelizzazione forzata delle Americhe e di altre regioni del mondo con attività missionarie certo non pacifiche al seguito di potenze coloniali; la persecuzione degli ebrei. Ma a fare la parte del leone, per la loro spettacolarità, la fanno i Tribunali dell’ Inquisizione. Questi Tribunali hanno tormentato l’esistenza di uomini e donne innocenti per quasi novecento anni. Sto parlando di eretici, infedeli, omosessuali, streghe; vale a dire: uomini liberi che per pensare usavano la propria testa; filosofi e scienziati non allineati; persone che avevano l’audacia di dichiararsi non credenti o appartenenti ad altre religioni; donne libere, strane, indomabili. Nel processo inquisitorio il giudice decideva per autorità le indagini da seguire, i testimoni da ascoltare e le prove di cui avvalersi. L’inquisitore, l’accusatore e il giudice erano una sola persona, quindi non era garantita alcuna imparzialità. Il processo era basato sulla delazione, che veniva incoraggiata finanziariamente. L’interrogatorio veniva condotto con la tortura. Il giudizio era inappellabile. Un eventuale difensore poteva essere accusato di favoreggiamento. Le streghe finivano comunque sul rogo. In questa pacifica e luminosa atmosfera medievale un trattamento particolarmente amorevole era destinato agli omosessuali. A partire dal 533, con l’Imperatore bizantino Giustiniano, le relazioni tra uomini erano punite con la pena capitale. Le punizioni erano l’esilio, cento frustate o la castrazione; ciò dipendeva dall’entità del reato, che era associato al concetto di peccato: si trattava quindi di reato ideologico, cosa oggi impensabile nelle moderne democrazie. In un primo momento solo chi ospitava i sodomiti veniva bruciato. In seguito furono bruciati vivi tutti gli omoses- suali colti in flagrante o quelli che confessavano di aver commesso il reato, sempre sotto la pressione della tortura. A volte essere bruciati vivi poteva non bastare; in tal caso i turpi sodomiti venivano prima impalati. Deliziosa era poi una variante teatrale grazie alla quale alcuni di loro erano appesi per i genitali. Nel Basso Medioevo il vizio sodomitico veniva punito anche se praticato con le donne. Gli omosessuali erano comunque accomunati agli infedeli e agli eretici. Ora, ciò che genera inquietudine è il sospetto che la mentalità delle gerarchie cattoliche di oggi non sia poi così diversa da quella dei loro predecessori medievali. Mancano oggi il rogo, la castrazione, la tortura, ma la condanna nei confronti degli omosessuali resta. Sapevamo già da tempo, e quest’ultima occasione ce lo conferma, che una delle preoccupazioni principali del Papa è la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, funzione naturale associata al progetto di Dio, negando il quale “scompaiono anche le figure fondamentali dell’esistenza umana: il padre, la madre, il figlio; cadono dimensioni essenziali dell’essere persona umana”. Dove, come e quando Benedetto abbia visto cadere le figure fondamentali dell’esistenza umana, non è dato sapere. Di fatto non sono cadute e non cadranno. Infatti, come si può non tenere presente che una persona omosessuale può essere padre, può essere madre e sicuramente è figlio? La persona omosessuale non è estranea alla dinamica naturale padre-madre-figlio: ne è, anzi, parte integrante, in modo profondamente inclusivo. Padri o madri, poi, si può esserlo, come atto d’amore, anche in caso di adozioni da parte di coppie composte da persone dello stesso sesso, o nei casi di fecondazione eterologa, naturalmente nei Paesi dove ciò sia consentito dalla legge. Per non parlare di quegli uomini, sempre più numerosi, che sono padri in seguito ad una relazione con una donna, e allo stesso tempo conducono da omosessuali la loro vita in modo del tutto naturale. Ogni singolo individuo è persona umana e non smette di esserlo per il solo fatto che è omosessuale. Tutti indistintamente sono portati a cercare e vivere relazioni d’amore, possibilmente durature e ne sperimentano insieme le gioie e le difficoltà. Ciò accade anche nelle diverse modalità di unione che sono state conquistate dalla modernità. L’errore, a mio avviso, consiste nel credere che essere uomo-maschio e donna-femmina coincida necessariamente con l’identità di genere eteroses- Notizie dal Mondo della ricerca A cura di M. Cernuschi QUAD TENOFOVIR IN MENOPAUSA Si tratta di un altro regime a pillola unica, contenente elvitegravir, cobicistat e Truvada, in via di commercializzazione. La sua efficacia si è dimostrata non inferiore ad Atripla e ad atazanavi/r più Truvada a 48 settimane. La riduzione della funzionalità glomerulare (renale) che si evidenzia nelle prime settimane di terapia non sembra peggiorare nel tempo (dati a 96 settimane). Farmaco molto efficace, ben tollerato soggettivamente, pratico da assumere. Va valutata sempre molto bene la possibilità di danno renale, vista l’associazione di due molecole potenzialmente nefrotossiche (anche se la loro tossicità non sembra avere gli stessi target). Molti studi sono stati effettuati sul rapporto osteopenia/utilizzo di tenofovir. Recentemente è stato elaborato dall’Università di Modena uno studio che descrive la situazione nelle donne in menopausa. La Clinica Metabolica ha studiato la densità delle ossa della colonna lombare in 55 donne con infezione da Hiv, confrontando i risultati di chi era in terapia con tenofovir rispetto a chi non lo era. I due gruppi non mostravano differenze significative, se non nei primi anni di menopausa. Secondo i ricercatori, quindi, l’unico periodo in cui la densità delle ossa della colonna lombare delle donne peggiora in terapia con tenofovir è quello del periodo iniziale di menopausa. Da confrontare con casistiche più numerose. EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 5 UNA BUONA OCCASIONE PER LE AZIENDE suale. In realtà, al di là della pulsione biologica procreativa, presente in modo fondante nella specie umana, eterosessualità e omosessualità sono solo orientamenti, non identità naturali. Orientamento del tutto naturale è quello omosessuale come quello eterosessuale. Le identità sessuali esistono, semmai, solo nella sfera culturale antropologica, non esistono in natura. L’identità biologica e i caratteri fisici non esauriscono tutte le possibilità della sessualità umana. Come proclama l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’omosessualità è una variante naturale della sessualità umana. Tuttavia i diritti all’esistenza, alla sicurezza e alla libertà della persona omosessuale (valori sacri per tutti) devono necessariamente superare la dimensione famigliare e quella della relazione di coppia, e investire quella dell’individuo nella società democratica contemporanea, anche a costo della sua solitudine. Questi principi sono facilmente rintracciabili nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che dichiara, all’articolo 1, che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Sancisce inoltre agli articoli 2, 3 e 7, che “ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. (…) Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione”. Gli operatori di pace tengano conto di quanto riportato qui sopra. Ma c’è un’ultima cosa di cui vorrei parlare ed è la teoria transgender. Tale teoria (che vuol dire attraversatore di generi, transitare tra i generi), è stata attaccata dal Papa perché svaluterebbe i valori della famiglia: “La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l’ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell’uomo nei confronti di se stesso”. Nel mirino della morale cattolica è, in questo caso, l’insieme delle teorie moderne che distinguono l’identità sessuale biologica dall’identità sessuale come costruzione di sé culturale e sociale. Ora, affermazioni come “manipolazione della natura” o “il matrimonio di uomo e donna” come dato naturale, suscitano indubbiamente qualche perplessità. Infatti, proprio su questo punto emerge un’altra questione, quella del concetto di natura: cosa è naturale e cosa è innaturale per la morale cattolica? In occasione di un viaggio in Africa, il Pontefice parlando del grave problema della diffusione dell’Aids in quel continente, ha indicato la castità come solo mezzo di prevenzione dell’infezione da Hiv. Ma la castità, bisogna ricordarlo, è un comportamento innaturale. L’essere umano diventa maturo sessualmente intorno all’età di tredici anni. Questo vuole la natura e non altro. Solo che la morale cattolica blocca tutto. I giovani (ma non solo loro), se seguissero questa morale, non potrebbero vivere la propria sessualità in modo naturale perché ogni rapporto prematrimoniale è considerato peccato, e d’altra parte non potrebbero neanche fare ricorso alla masturbazione. Si deve attendere il grande incontro con l’uomo o la donna della propria vita e finalmente godere delle gioie della sessualità, ma solo e per sempre con la stessa persona. E attenzione: i rapporti devono essere orientati alla procreazione. Ogni forma di prevenzione della gravidanza meccanica o chimica è bandita, così al culmine del rapporto non resta al maschio che “saltare il fosso” all’ultimo momento. Cosa c’è di naturale in tutto questo? Ci spieghino i cattolici questa contraddizione. La natura non può essere benigna in un caso e maligna in un altro a seconda delle strategie di una morale incoerente. Se la natura viene presa a modello di valore (tanto più perché è inscritta nel progetto di Dio), allora lo è sempre e in ogni caso. Il Medio Evo è finito storicamente da molto tempo, ma nell’immaginazione tenebrosa dei fondamentalisti non lo è. Le cose sono cambiate in meglio per la fortuna e la felicità di tutti gli uomini e le donne liberi, giusti e pacifici. I fondamentalisti se ne facciano una ragione e la smettano di essere una minaccia alla pace. EVIPLERA pretrattati. La tollerabilità è molto buona, in particolare non sembra provocare alterazioni metaboliche, così come l’efficacia. In Italia sta iniziando la distribuzioni in alcuni centri come “accesso allargato”, ossia per pazienti che non hanno altre opzioni terapeutiche. La commercializzazione probabilmente avverrà nel 2014, anche in associazione nella stessa compressa con Kivexa. stesso backbone. Queste persone sono state seguite per un minimo di 5 anni. La terapia è risultata comunque efficace; ridotte le alterazioni metaboliche eventualmente presenti (in particolare l’ipertrigliceridemia); nessun caso di grave tossicità epatica. Come dire: gallina vecchia fa buon brodo (e costa meno…). NEVIRAPINA Sono stati recentemente pubblicati i risultati dello studio STaR, che confrontava efficacia e tollerabilità di due regimi antiretrovirali “monopillola”: Atripla (efavirenz, tenofovir ed emtricitabina), già in commercio da alcuni anni e Eviplera (rilpivirina, tenofovir ed emtricitabina), in via di commercializzazione. I dati presentati, a 48 settimane dall’inizio della terapia, dimostrano efficacia sovrapponibile con effetti collaterali, principalmente a livello neuropsichiatrico, superiori nel gruppo che assumeva Atripla. Sono stati recentemente pubblicati i risultati dello studio STaR, che confrontava efficacia e tollerabilità di due regimi antiretrovirali “monopillola”: Atripla (efavirenz, tenofovir ed emtricitabina), già in commercio da alcuni anni e Eviplera (rilpivirina, tenofovir ed emtricitabina), in via di commercializzazione. I dati presentati, a 48 settimane dall’inizio della terapia, dimostrano efficacia sovrapponibile con effetti collaterali, principalmente a livello neuropsichiatrico, superiori nel gruppo che assumeva Atripla. DOLUTEGRAVIR Si tratta di un inibitore dell’integrasi (della casa farmaceutica ViiV) di recente sviluppo, efficace su ceppi di Hiv multiresistenti (raltegravir compreso). Diversi studi ne hanno mostrato l’efficacia, sia in pazienti naive che in Perché tenere FONDI DI MAGAZZINO o PRODOTTI DI SECONDA SCELTA ad ammuffire in deposito? Meglio destinarli a una buona causa. Per esempio donandoli ad ASA che li metterà in vendita nel Basar, mercatino organizzato ogni mese come importante fonte di finanziamento per l’associazione. Oltre ad aggiungere un plus all’immagine aziendale, i produttori e i Flavio Angiolini commercianti potranno usufruire delle detrazioni fiscali previste dalla legge per le donazioni di denaro o di prodotti alle onlus. Come si fa a donare Associarsi ad ASA Onlus merci e prodotti? Potete nel 2013 costa meno: portarli direttamente in con una quota annuale sede, dal lunedì al di soli 10 euro potrai sostenerci e partecipare venerdì (ore 10-18), alle nostre attività sociali. o telefonare al numero Contattaci allo 02.58.10.70.84 per 02/58107084 organizzare il ritiro al o scrivi a [email protected] vostro domicilio. SOSTIENI ASA ONLUS Questo “vecchio” antiretrovirale si sta dimostrando probabilmente meglio di quanto non dipinto fino ad oggi. Nelle varie linee guida non è più tra i farmaci fortemente raccomandati e viene sconsigliato per diversi gruppi di pazienti (coinfetti, persone con CD4 >400). In un piccolo studio condotto in Germania 84 pazienti in terapia con IP più backbone, con viremia negativa da almeno 12 mesi, sono stati passati ad una terapia con nevirapina più lo EVIPLERA EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 6 Scritture MEGLIO DIRLO O MEGLIO NON DIRLO? NEL DUBBIO STO DA SOLO... Qualche settimana fa ho conosciuto un ragazzo in una chat. Per un po’ di tempo ci siamo soltanto osservati sulle foto dei reciproci profili e abbiamo avuto uno scambio di idee, quasi costante, attraverso l’opzione messaggi. In un secondo momento abbiamo preso contatto e ci siamo visti in diretta su Skype. Evento felice quest’ultimo perché il ragazzo, che qui chiamerò Luca, ha un sorriso molto bello, impossibile da cogliere nella staticità di una fotografia. Alla conoscenza su skype sono seguite lunghe comunicazioni telefoniche. Luca abita in un paesino sulla costa di una regione dell’Italia meridionale. Lavora, vive con i suoi genitori, quindi non è libero di ospitare. Io vivo a Milano, sono libero e da bravo single posso ospitare chi mi pare, quando voglio. Parlando con Luca di un nostro eventuale incontro ravvicinato, abbiamo ovviamente stabilito che questo incontro, se ci sarà, avverrà necessariamente a casa mia, a Milano. Ma quando? Solo quando lui avrà le prossime ferie, una settimana, tra qualche mese. Quindi io dovrei ospitare uno sconosciuto per una settimana a casa mia, non c’è alternativa. A parte l’aspetto allettante dell’idea, ci sono alcune questioni che già mi mettono in uno stato d’ansia. Per esempio, a seguito di una sua dichiarazione di odio nei confronti del freddo milanese, ha detto che se farà freddo dormiremo abbracciati. L’idea è molto simpatica ma io, abituato a dormire solo, per una settimana perderei il sonno. Lo so anche grazie a un’esperienza recente, un’avventura estiva durata qualche settimana ma molto intensa, questa volta ospite io nella città di un amico-amante. Dormire tutte le notti con questo ragazzo mi piaceva, eccome, ma mi procurava anche una forma di inquietudine, e il costo era elevato in termini di insonnia. Di giorno facevamo i turisti nella sua bellissima città, ma lo sforzo per mantenermi efficiente era notevole. Devo anche aggiungere di aver scoperto in quest’ultima occasione una nuova inquietudine che qui chiamerei disagio della felicità; ma questo è un altro discorso. A proposito dell’insonnia, voi direte: ma come sei noioso! Ti preoccupi per una simile inezia, invece di abbandonarti e godertela! Il fatto è che questo piccolo disagio nasconde, non troppo bene, un altro disagio, molto più serio, e noto a molti di noi, e che mi offre l’alibi per una mia possibile fuga. La questione è: dire o non dire a Luca della mia sieropositività? Se lo dico rischio di perdere un’occasione qualora Luca dovesse spaventarsi, rifiutare l’idea di entrare in intimità con me e battere in ritirata. Il vantaggio in questo caso, enorme per la mia coscienza, sta nella prova di onestà nei suoi confronti e nella serenità che ne deriverebbe. Se invece non faccio il coming out della sieropositività e lui viene a stare qui da me per una settimana, magari mi diverto, ma mi metto anche nei guai, in primo luogo perché non mi sentirei in pace, poi perché mi ritroverei a fare salti mortali per nascondere i farmaci o altre tracce che potrebbero tradire la mia condizione sierologica. Purtroppo devo assumere una discreta quantità di farmaci due volte al giorno a stomaco pieno, colazione e cena. Dovrei nascondere delle dosi, sufficienti per una settimana, in bagno, per esempio. Uno stress e un senso di falsità a dir poco imbarazzanti. Ora, davanti a tutto ciò, ho la tentazione, forse un po’ vile, di non incoraggiare Luca a raggiungermi a Milano. Così non mi prendo la responsabilità di una scelta un po’ penosa, mi godo la mia beata solitudine e buona notte! In realtà non so cosa farò e non so cosa farà Luca; la parte che manca a questo racconto è quella che non posso riferire perché deve ancora accadere. Le persone sieropositive sono (o si sentono?) emarginate nella società, nel posto di lavoro, nelle relazioni interpersonali? La mia sensazione è che, per difendersi dal rischio dell’emarginazione, la strategia adottata dalla maggior parte delle persone Hiv positive sia quella dell’auto-censura. Vale a dire: non mi rivelo fino a quando non si renda veramente necessario e solo a certe condizioni. Ma questa è solo una mia sensazione. L’auto-censura è o no una forma di autodiscriminazione? E, soprattutto, è vero o no che anche nell’ambiente gay i sieropositivi sono costretti a nascondersi? O piuttosto si nascondono per scelta, per semplificarsi la vita, poiché credono che venuto meno il senso di morte degli anni passati, sia più utile godersi la vita e le gioie della sessualità senza troppe preoccupazioni? Comunque sia il problema dello stigma non sembra superato. A fare da contrappeso al disagio del coming out c’è la prova vivente di molte coppie discordanti (un partner hiv-positivo e uno hiv-negativo) per le quali la sieropositività non costituisce un problema per il partner hiv-negativo. Queste coppie normalmente vivono e praticano una sessualità responsabile, e semmai i problemi di queste persone è quello ad esempio dell’usura della passione amorosa a seguito di una lunga convivenza, o dell’infedeltà, o di scontri epocali su temi scottanti come: vuoi mettere la mia carbonara con le tue insulse minestrine di verdure, e come detesto l’aria condizionata, non capisco come fai a sopportare tutto quel gelo, ecco, ti sei servito il vino e a me non hai pensato, e tu non vedi come sei ingrassato e poi sappi che domani non ho proprio voglia di andare da quella tua amica, eccetera. Proprio come accade alle coppie “normali”. Ora vorrei lanciare un appello a tutte le persone Hiv positive, compreso me stesso: si dovrebbe avere più coraggio e disinvoltura nel dichiararsi: solo così potremo sperare di rendere la sieropositività una condizione normale e accettabile. Ma gli appelli possono essere nobili mentre la realtà resta prosaica e complicata. Nella selva dei pro e dei contro non riesco a districarmi, per il momento. Davide ABBONATI A EssePiù Vuoi ricevere EssePiù in abbonamento? Con un contributo annuo di 30 euro ti spediamo in busta chiusa e anonima il nostro bimestrale. Contattaci allo 02/58107084 (lunedì - venerdì, ore 10-18 ), oppure [email protected] DOVE FARE IL TEST Sei tormentato dal dubbio di aver contratto il virus HIV? C’è un solo modo per saperlo con certezza: fare il test! Dove? La risposta nel sito semplice e chiaro attivato da ASA con il contributo del Comune di Milano - Assessorato alla Salute: www.testami.it. Si tratta di un mini-portale completamente dedicato alla somministrazione del test HIV a Milano e Provincia, che permette di individuare tutte le sedi presenti sul territorio. La pagina iniziale presenta infatti una mappa della città e della provincia, suddivisa in zone di diverso colore. Basta cliccare con il mouse su una di esse per vedere in dettaglio tutte le strutture presenti in quell’area, sia pubbliche che private, ciascuna con le informazioni necessarie per accedervi: mappa stradale, orari, documenti richiesti ed eventuale presenza di un servizio di counselling. Se hai ancora dubbi, chiamaci: ASA risponde al numero 02/58107084 da lunedì a venerdì (ore 10 - 18). 6 • OTTOBRE - DICEMBRE 2012 • NUMERO 5-6 • ANNO XXI • EssePiù EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 7 Troviamoci rubrica di inserzioni gratuite 55enne solo da troppo cerca compagna con cui poter dialogare e donare affetto se ce ne fosse la volontà, so coccolare, ascoltare cucinare e amo salire sui monti che il mio territorio mi dona; sono sensibile, amo la tranquillità e le vibrazioni che la compagnia mi da, serio educato sincero non bevo amo pescare e cucinare bei risotti al persico vivo sul lago di Lecco. Ciao, ti aspetto se mi vorrai conoscere - Tel. 3349580981 Ciao sono Angelo, 49 anni, mi piacerebbe conoscere una donna come me positiva, separata con cui organizzare tempo libero ed eventuale relazione. Mandami un’email: [email protected] - Tel. 3384907669 Mi chiamo Maria da 12 anni siero+, ho 60 anni e cerco un uomo di pari età, in zona Modena, amo il mare, viaggiare, andare al cinema, e la compagnia di una persona che mi rispetti e mi sappia apprezzare per quello che sono. Rispondo al pomeriggio dopo le 16,00 perché al mattino lavoro; il mio cell. è 3387330024 Ho 31 anni sono alex hiv+ simpatico latinoamericano, cerco un amico per fare amicizia e complicità tra 40 e 60 anni. Se ti interessa contattami [email protected] Alex 39 anni, asintomatico, amante del cinema e viaggi, cerco una compagna per la vita, carina e sincera. Tel. 3358352557 50enne sieropositivo asintomatico cerca pari requisiti per relazione. No Milano e provincia, preferibilmente Bergamo e Brianza. [email protected]. Ciao, sono Michael, vengo dall’Eritrea/Etiopia e cerco amiche a Milano. Scrivetemi a [email protected]! MI CHIAMO LUCIANO, HO 50 ANNI. SONO SOLO CERCO UN AMICO VERO PER COSTRUIRE UN FUTURO INSIEME E VIVERE I MOMENTI BELLI CHE LA VITA PU0’ OFFRIRE. Email: [email protected] – cell. 333/9479542 DONNA 47enne cerca amici per condividere insieme del tempo libero. Per un cinema o una passeggiata insieme. Un grazie in anticipo a chi mi contatta, CIAO. Tel. 3208992111. Telefonare dopo le 12 potete lasciare anche un messaggio. 50enne bella presenza atletico asintomatico, desidera conoscere una donna per un’amicizia finalizzata a una storia seria. Tel. 3405730912 A.A.A Cercasi amore !!!! Sono stanco della solitudine e scappo dai rapporti con donne siero-... scappo x paura di dover dire la mia situazione di +.... di un rifiuto... o di dover stare sempre con l’ansia mentre faccio l’amore... C’è una donna che si ritrova nella mia stessa situazione? Scrivetemi a questa email [email protected] Sono un ragazzo di 43 anni alto 1,72 magro di Lodi,un bacio da dolcepositivo 50enne sieropositivo non libero cerca signora per passare lieti pomeriggi. Marco. Cell. 333/3933885 Sono un trans, abito vicinanze Roma, cerco un compagno semplice e serio. Ho voglia di costruire qualcosa. Ciao Tel. 3406150032 Fabrizia Contatterei donna siero+ come me per organizzare tempo libero insieme... poi si vedrà... possibile relazione. Io sono un bell’uomo alto 180 peso 75 kg. Contattami via mail: [email protected] oppure tel. 338/4907669 ciao. Salve, mi chiamo Roberto ho 48 anni, vivo e lavoro a Milano; sono alla ricerca di una compagna amante della musica. Amo viaggiare e mi piacerebbe fare nuove amicizie. Per contatti telefonici 331/1393843. Mi chiamo Nicola, ho 45 anni e cerco una compagna. Sono magro, alto 1.70, abito a Milano. Telefono 348/9823726 Mi chiamo Paolo e sto cercando di metter- mi in comunicazione con Enza che ho conosciuto in ASA nel 1997 e che da tempo cerco di rintracciare. Tel. 335 69 27 042 Mario alto snello amante dei giri in moto nelle nostre valli favolose relax picnic sotto un albero e tanta calma siero+ da 24 anni ho 55anni casual se ai voglia di fare un giro e chiacchierare con solitario fatti sentire sarebbe bello ciao [email protected] Mi chiamo Antonio 29 anni prov. di Milano, vorrei incontrare ragazzi sieropositivi per conoscenza ed eventuale amicizia /relazione. Numero di cellulare 345/0450863 per eventuali contatti. Paolo, ragazzo lodigiano, 45enne, hiv positivo in buona salute, bella presenza (altezza 175 - biondo), disponibile a conoscere ragazza pari requisiti, per amicizia ed eventuale relazione. Cell. 377/5166498 Alex, 33enne gay hiv+ in terapia, molto carino cerca relazione seria e convivenza con uomo massimo 50enne hiv+. Origini calabresi, disposto a trasferimento a Milano. Cell. 342/3290536. Mi chiamo Carlo ho 48 anni vivo solo, amante di mare e montagna. Cerco compagna per amicizia e/o eventuale convivenza. Cell 366/4104443 Fabrizio, 44enne, sieropositivo asintomatico da 17 anni, 176 cm x 62 kg di peso, occhi verdi, lavoratore a tempo indeterminato, amante della buona musica, e appassionato di cani, cerca ragazza dai 30 ai 45 anni, residente in Milano, per amicizia ed eventuale relazione. Cell. 345/3792066 62 enne carino affettuoso sieropositivo non libero cerca un’amica, non importa età, per passare pomeriggi di solo ed esclusivo piacere per vivere la vita nel migliore dei modi. Solo Milano e provincia. Rispondo a tutti. Tel 366/4743488 ore pomeridiane Convenzioni ASA OTTICA FCF CENTRO MEDICO COL DI LANA Viale Col di Lana, 2 Milano. Via Maestri Campionesi 25 Telefono 02/58103023 20135 Milano Tel.02.54118535 Sconto del 30% BROKERFIN (MUTUI E IMMAGINARIA FINANZIAMENTI) Via Nicotera, 18, MIlano (OGGETTISTICA) Telefono 02/66207674 Corso di Porta Ticinese 53, Milano Tel. 02.58102270 TAU VIAGGI CORNELIA (GIOIELLERIA) Via Eustachi 19 Via San Fermo 15, Milano. 20129 Milano Telefono 02/62910350 Tel.02.29531322 EssePiù • ANNO XXI • NUMERO 5-6 • OTTOBRE - DICEMBRE 2012 • 7 HOTEL RAFFAELLO Via dei Monti, 3, Chianciano terme Tel. 0578/6570000 (Sconto 25%) PROFESSIONE OTTICA (DI SARDELLA GIUSEPPE) Via G. Meda 6 Occhiali da vista (40%) Occhiali da sole (30%) EssePiu?_2012_5-6:EssePiù 12-02-2013 10:27 Pagina 8 Le attività dell’ASA • ASA Mobile: servizio di accompagnamento rivolto a persone sieropositive che devono recarsi in ospedale per visite o cure in day hospital. • Centralino informativo: 02/58107084, con il coordinamento dell’ISS/Ministero della Salute (progetto Re.Te.AIDS), dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18. • Counselling vis-à-vis e consulenza psicologica per persone sieropositive, partner e parenti. • Internet: oltre al sito istituzionale www.asamilano.org, visita i nostri siti www.testami.it, il portale completamente dedicato alla somministrazione del test HIV a Milano e Provincia; www.schivami.it, il sito di e-learning per conoscere tutte le regole della prevenzione dedicato agli studenti (ma non solo); facebook, per simpatizzare con noi ed essere sempre aggiornati su tutte le nostre iniziative • Gruppo The Names Project: decorare, ricamare, dipingere una coperta per ricordare un affetto perduto e superare il dolore insieme agli altri. Le coperte sono esposte ogni anno in occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale contro l’AIDS. • International Aids Candlelight Memorial, fiaccolata commemorativa in memoria delle vittime dell’Aids, ogni anno a primavera; • Gruppo carcere: iniziative di informazione e prevenzione nel carcere di San Vittore. • Banchetti: informazione e prevenzione nei luoghi di aggregazione. • EssePiù: bimestrale di informazione e riflessione rivolto a persone sieropositive e a quanti desiderino saperne di più. • bASAr: mercatino di beneficenza per la raccolta fondi a sostegno delle attività dell’Associazione: ogni secondo sabato del mese dalle 10.00 alle 18.00, presso la sede di Via Arena 25 a Milano; • Asta permanente su eBay: nell'area Aste di beneficenza vendita settimanale di capi di abbigliamento e oggetti dell'Asa per raccogliere fondi a sostegno di progetti e attività. • HIV a Quattr’Occhi: serata informativa a cadenza mensile completamente dedicata a chi ha scoperto da poco di essere sieropositivo, e vuole saperne di più (sul virus, sulle terapie, sulla vita di tutti i giorni) ma anche a chi, magari sieropositivo da più tempo, ha voglia di ricevere informazioni da qualcuno che non sia un infettivologo o uno psicologo. PER MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE NOSTRE ATTIVITÀ: tel 02/58107084; mail: [email protected] – facebook: Asa Onlus Voglia di scrivere? Voglia di scrivere? Chissà quante volte ti sei trovato a riflettere sulla tua esperienza o su quella di persone che ti sono vicine. Pensieri che si insinuano nella mente e aiutano a scoprire aspetti nascosti e sorprendenti di sé e degli altri. Se hai voglia di scrivere e di raccontare, mandaci un breve articolo da pubblicare su EssePiù. E non preoccuparti della forma: se non hai confidenza con la scrittura, la redazione può dare... un tocco finale alle tue riflessioni. Indirizzo e-mail: [email protected] Il piacere di dare il piacere di comprare LE DATE DEL bASAr 9 MARZO 11 MAGGIO DALLE ORE 10,30 13 APRILE 8 GIUGNO ALLE 18,00 Il bASAr è un mercatino dell’usato che viene organizzato per finanziare l’associazione. Puoi trovarci un po’ di tutto: libri nuovi e usati, oggetti per la casa, vestiti usati e nuovi, borse, cappelli, scarpe a prezzi davvero contenuti. Ma oltre a chi trova qualcosa di utile da noi, il nostro mercatino necessita di generosi donatori: non gettare i libri che non leggi più, gli oggetti che vorresti sostituire, gli abiti che non metti da tempo; sostieni invece l’associazione e regalali al bASAr chiamando la segreteria allo 02/58.10.70.84 o inviando una mail a [email protected]. Progetto Externa Con il contributo di ViivHealthcare ‘EXTERNA’ è lo sportello di counselling settimanale, presso l’ospedale San Raffaele - Centro San Luigi per la Cura e la Ricerca per le patologie HIV correlate (Via Stamira D’Ancona 20 – Milano). Un operatore è a disposizione dei pazienti che desiderino confrontarsi e ricevere supporto. Per informazioni: 02/58107084 (lunedì-venerdì, ore 10 - 18). Corsi e attività ASA CORSO DI YOGA Mercoledì e Giovedì ore 19,00 MASSAGGI SHIATSU Su appuntamento PER INFORMAZIONI lun/ven dalla ore 10 alle ore 18 tel. 02-58.10.70.84 www.asamilano.org [email protected]