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GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE Sommario. In queste pagine studiamo il problema delle orbite dei corpi soggetti ad un campo gravitazionale centrale, m g = −G 3 r r (dove m è la massa del corpo centrale) e ridurremo questo problema ad un problema equivalente di un corpo che si muove in una sola dimensione, soggetto all’energia potenziale efficace L2z 1 mm0 −G 2m0 r2 r (m0 è la massa del corpo orbitante, e Lz è il suo momento angolare rispetto ad un riferimento fisso con l’origine nel centro di attrazione). Una volta stabilita questa equivalenza formale saremo in grado di determinare la distanza minima e quella massima del corpo orbitante dal centro di attrazione lungo l’orbita, partendo dai dati iniziali - posizione e velocità. U (r) = 1. Introduzione: orbite circolari La situazione più semplice è quella in cui un corpo compie un’orbita circolare attorno ad un corpo centrale. Affinché si realizzi l’orbita circolare devono verificarsi due circostanze: (1) in un dato istante la velocità del corpo deve essere perpendicolare al vettore che collega il centro di attrazione con il corpo; (2) il modulo della velocità, inoltre, non deve essere né troppo piccolo né troppo grande, esiste in altri termini, per ogni distanza dal centro di attrazione, un solo valore della velocità che consente al corpo di proseguire lungo l’orbita circolare. In questa sezione ci concentriamo su questo caso speciale e determiniamo la relazione tra la velocità orbitale ed il raggio dell’orbita. 1.1. Equazione della dinamica. Se l’orbita è circolare e percorsa a velocità costante l’accelerazione è radiale e centripeta: (1.1) vk2 ar = − r Dato che la forza di gravità è radiale, possiamo limitarci a scrivere l’equazione del II principio lungo l’asse r: [IIp, r] m0 − vk2 ! = −G r Semplificando m0 ed r otteniamo: (1.2) vk2 = G 1 m r mm0 r2 GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE 2 Questa equazione permette di determinare la velocità di percorrenza dell’orbita circolare con un dato raggio: in altri termini, se vogliamo collocare un satellite su p una data orbita circolare di raggio r dobbiamo dargli la velocità iniziale Gm/r. 1.2. Conservazione dell’energia. In un’orbita circolare il principio di conservazione dell’energia si riduce all’equazione 1 0 2 mm0 m vk − G =E 2 r Sostituendo la 1.2 nella formula dell’energia potenziale gravitaziononale otteniamo (1.3) Egr = −2Ecin (1.4) ed inserendo questa relazione nell’equazione 1.3 otteniamo E = −Ecin (1.5) o anche (attenti ai segni!) (1.6) E= 1 Egr. 2 Le equazioni 1.4, 1.5 e 1.6 sono valide solo nel caso dell’orbita circolare1. In particolare la 1.6 mostra che l’energia orbitale è funzione del raggio dell’orbita ed è negativa. 1.3. Cambio di orbita. Se decidiamo di portare un satellite da un’orbita di raggio r1 ad un’orbita di raggio r2 > r1 dobbiamo fornirgli come minimo l’energia corrispondente alla differenza delle energie delle due orbite: (1.7) 1 4E = Gmm0 2 1 1 − r1 r2 Notiamo il fattore 1/2 e il cambio di segno rispetto all’energia potenziale gravitazionale. Entrambi sono dovuti al fatto che a due orbite differenti corrispondono energie potenziali differenti ma anche diverse energie cinetiche. 2. Orbite ellittiche Nel caso più generale le orbite chiuse di un corpo soggetto ad un campo gravitazionale centrale hanno la forma di ellissi, e uno dei problemi più semplici che possiamo risolvere è determinare la distanza minima e quella massima dell’orbita dal centro di attrazione. Per risolvere questo problema dobbiamo partire da due principi di conservazione: quello del momento angolare e quello dell’energia. 1In realtà in un’orbita chiusa qualsiasi continua ad essere valide le stesse relazioni per i valori medi lungo l’orbita dell’energia cinetica e dell’energia potenziale. GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE 3 2.1. Momento angolare orbitale. Il momento della forza di gravità (rispetto al centro di attrazione) è identicamente nullo lungo tutta l’orbita, perché la forza è parallela al raggio. mm0 τ = r × −G 3 r = 0 r Questo significa che il momento angolare, calcolato rispetto al centro di attrazione, è costante: dL = 0 ⇒ L = costante dt Ricordiamo ora che il momento angolare è determinato dalla formula L = r × mv Usando questa formula vediamo subito che (r × mv) · r ≡ 0 e che (r × mv) · v ≡ 0 (basta usare la proprietà ciclica del prodotto misto). Questo significa che in ogni istante il raggio vettore dell’orbita e la sua velocità sono vettori perpendicolari al momento angolare, e dato che il momento angolare è un vettore costante r e v appartengono in ogni istante al piano perpendicolare ad L: in altri termini, tutta l’orbita si svolge su questo piano. Se indichiamo con z l’asse perpendicolare al piano possiamo esprimere la conservazione del momento angolare affermando che Lz = kLk = costante e che l’orbita si svolge sul piano perpendicolare a z. 2.2. Energia cinetica. Se indichiamo con ûr il versore radiale e con ûϕ il versore perpendicolare (ûr × ûϕ = ûz ) possiamo esprimere il vettore velocità con la combinazione lineare v = vr ûr + vϕ ûϕ Usiamo questa relazione per calcolare il momento angolare: L = m0 rûr × (vr ûr + vϕ ûϕ ) = m0 rvϕ ûz La componente z del momento angolare ci permette così di esprimere la legge di conservazione discussa nel paragrafo precedente: Lz m0 r Ora usiamo la 2.1 per calcolare l’energia cinetica: (2.1) m0 rvϕ = Lz ⇒ vϕ = GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE 4 1 0 2 m vr + vϕ2 = 2 2 1 1 Lz = = m0 vr2 + m0 2 2 m0 r 1 L2 1 (2.2) = m0 vr2 + z 0 2 2 2m r La formula 2.2 è la chiave di tutti i ragionamenti, come vedremo tra poco. Ecin = 2.3. Energia potenziale efficace: introduzione. Sostituiamo la 2.2 nel principio di conserfvazione dell’energia: 1 0 2 L2 1 mm0 m vr + z 0 2 − G =E 2 2m r r Osserviamo che è rimasta solo la velocità radiale e che gli altri due addendi dipendono solo dal raggio. Possiamo introdurre a questo punto il «energia potenziale efficace» con la definizione (2.3) L2z 1 mm0 −G 0 2 2m r r In tal modo l’equazione dell’energia diventa (2.4) def U (r) = 2 1 0 dr (2.5) m + U (r) = E 2 dt Se ci dimentichiamo per un attimo dell’origine dell’equazione 2.5 vediamo che essa esprime la conservazione dell’energia per un corpo di massa m0 che si muove lungo l’asse r, soggetto all’energia potenziale U (r): il problema delle orbite si è ridotto così ad un problema unidimensionale. 3. Energia potenziale efficace e orbita Vedremo qui che la funzione U (r) ha un minimo; questo significa che esiste una «buca di potenziale» e che per i valori del raggio in cui U (r) = E abbiamo dr/dt = 0: questi valori corrispondono ai «punti di inversione del moto» del problema unidimensionale equivalente a quello delle orbite. Teniamo sempre presente, inoltre, che il valore dell’energia totale è determinato dai dati iniziali. 3.1. Grafico del potenziale efficace. La funzione U (r) ha una sola intersezione con l’asse r: L2z L2z 1 mm0 ≥ 0 ⇒ r ≤ − G 2m0 r2 r 2Gmm02 Usando questa informazione vediamo anche che lim U (r) = 0− r→∞ GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE 5 Ciò significa che l’asse r è un asintoto orizzontale della funzione (che gli si avvicina da valori negativi). È ancora più facile vedere che r = 0 è un asintoto verticale: 2 Lz 1 0 − Gmm r = 2m0 r→0+ r→0+ r 2 L2 = +∞ · z 0 = +∞ 2m La funzione ha, infine, un punto di minimo: lim U (r) = lim dU mm0 L2 1 = − z0 3 + G 2 = dr m r r 1 L2 1 0 = 2 Gmm − z0 r m r L2z dU ≥0⇒r≥ dr Gmm02 Per semplificare più avanti il discorso indichiamo con a la coordinata del minimo della funzione: L2z Gmm02 Il grafico dell’energia è mostrato in fig. 3.1. a= Figura 3.1. 3.2. Barriera centrifuga. Dato che il momento angolare si conserva la velocità tangenziale deve essere inversamente proporzionale alla distanza del corpo orbitante dal centro di attrazione: Lz (3.1) v0ϕ = 0 mr Questo significa che tanto più il corpo si avvicina al centro di attrazione, tanto più grande deve essere la sua velocità tangenziale. GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE 6 Per classificare le orbite dobbiamo discutere la loro forma in funzione dei valori di E e di LZ . Caso degenere: Lz = 0. Il momento angolare può essere uguale a zero se la velocità iniziale è zero ovvero, più in generale, se la velocità iniziale è allineata con il raggio. In questo caso il potenziale efficace si riduce al potenziale gravitazionale e il corpo si muove radialmente verso il centro di attrazione o se ne allontana in direzione radiale. Figura 3.2. Se Lz 6= 0 la forma dell’orbita, ed in particolare la possibilità che sia chiusa, dipende dal valore dell’energia (vedi fig. 3.2). Primo caso: Lz 6= 0 e E > 0. Il corpo, in questo caso, si muove lungo un’orbita aperta (per informazione: un ramo di iperbole con il centro di attrazione collocato nel fuoco). Vediamo difatti nel grafico dell’energia che esiste una distanza minima dal centro di attrazione ma non una distanza massima. Secondo caso: Lz 6= 0 e E = 0. È qualitativamente simile al precedente, solo che in questo caso l’orbita è parabolica (ed il centro di attrazione coincide con il fuoco). Terzo caso: Lz 6= 0 e E < 0. Il grafico dell’energia mostra che esistono, in questo caso, due «punti di inversione del moto», ossia una distanza minima ed una massima dal centro di attrazione: queste distanze sono le ascisse delle intersezioni della linea dell’energia con la curva dell’energia potenziale. In questo caso l’orbita è ellittica. Se confrontiamo il primo caso, classificato come degenere, rispetto agli altri tre, vediamo che la presenza di un momento angolare orbitale non nullo rende impossibile al corpo orbitante avvicinarsi al centro di attrazione oltre un certo limite. Possiamo dire in altro modo che è come si costituisse una barriera inviolabile, che respinge il corpo dalla zona centrale; questa barriera è dovuta al fatto che tanto più il corpo è vicino e tanto più la sua velocità tangenziale deve essere grande (eq. 3.1), e quindi nella sua rotazione attorno al corpo centrale il corpo se ne allontana (dal suo punto di vista), per effetto centrifugo. Questo meccanismo è detto «barriera centrifuga». GRAVITAZIONE: ENERGIA POTENZIALE EFFICACE 7 3.3. L’orbita circolare come caso speciale. Cosa succede se l’energia coincide esattamente con il valore del minimo dell’energia potenziale? In questo caso è possibile un solo valore del raggio, r = a, poiché la linea dell’energia è tangente alla curva dell’energia potenziale; il momento angolare è Lz = m0 vϕ a e la velocità radiale è zero in ogni istante, perché il corpo non si allontana né si avvicina al centro di attrazione. Riconosciamo facilmente così il caso dell’orbita circolare (e a questo punto la velocità è tangente all’orbita e possiamo scrivere vϕ = vk ). 4. Un’applicazione della teoria Un satellite si muove su un’orbita circolare di raggio r. Grazie ad un meccanismo di propulsione, attivato solo per pochi istanti, la sua velocità raddoppia (rimandendo tangente all’orbita originale). Determina la distanza minima e quella massima della nuova orbita dal centro di attrazione (il risultato dovrà essere espresso in rapporto al raggio originale r).