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La Cooperativa Allevatori Bestiame della Val Bormida
La Cooperativa Allevatori Bestiame della Val Bormida Attività e prospettive di sviluppo La Cooperativa Allevatori Bestiame (C.A.B.), nata in Val Bormida circa venti anni fa per iniziativa dell'Associazione Provinciale Allevatori di Savana, è ormai un'importante realtà economica. L’attività della C.A.B., infatti, costituisce per i circa 70 soci una garanzia di ritiro degli animali da macello e, per i consumatori, una garanzia di qualità. La C.A.B., dotata di un proprio macello e di propri punti di vendita, tratta bovini di razza piemontese. Questa razza fornisce carni di ottima qualità, magre e nutrienti. Inoltre le tecniche di trasporto, macellazione, lavorazione e conservazione usate dalla C.A.B. sono idonee a ottenere un prodotto eccellente. Fino a oggi la C.A.B.. ha svolto queste importanti funzioni. In futuro, la sua azione potrebbe essere ulteriormente sviluppata con alcune iniziative di valorizzazione dei prodotti della cooperativa. Riccardo Perlini Associazione Provinciale Allevatori di Savona ______________________ Nelle aree interne della Provincia di Savona, le zone in pratica a ridosso dei confini con il Piemonte, l'allevamento bovino rappresenta un'attività di grande tradizione. In ci tetti, l'entroterra .savonese rientra a pieno titolo nell'areale di allevamento tipico di una tra le pili interessanti razze bovine italiane: la Raz.za Piemontese. Attualmente m tutta la provincia sono presenti circa 3000 capi iscritti al Libro Genealogico, ripartiti in poco più di 270 aziende. Una presenza contenuta sul piano qualitativo ma di alto elio qualitativo, testimoniato ad esempio dalla presenza di tori provenienti da aziende savonesi tra i riproduttori ammessi da n'Associ azio lì e nazionale della Razza Piemontese (A.N.A.BO.RA.PI.) alla fecondazione artificiale. I,a Piemontese, e noto, e considerata a livello internazionale una tra le razze bovine da carne più produttive, ed e particolarmente apprezzata per i buoni indici di conversione degli alimenti in carne e per l'elevata resa alla macellazione, intesa come quantità totale di carne ottenibile e come presenza di tagli pregiati (si vedano le tabelle n°1A e 1 B). Proprio in virtù dell'elevato livello generico die la contraddistingue e dello stretto rapporto clic ha instaurato con la realtà territoriale circostante, la zootecnia bovina dell'entroterra savonese, pur marginale in molti suoi aspetti, ha le potenzialità per svolgere un ruolo importante nell'ambito dell'economia agricola provinciale e della conservazione del territorio. Dal comparto zootecnico deriva circa il 25% della P.L.V. dell'agricoltura savonese, e nelle imprese zootecniche trova occupazione circa il 15% della mano d’opera agricola provinciale. A tutt'oggi, però, questa prospettiva stenta ad affermarsi e l'attività di allevamento, non consentendo remunerazioni adeguate dei fattori produttivi impegnati, si configura come una realtà produttiva dal futuro mollo incerto, soprattutto in vista di avvicendamenti generazionali. Dal 1982 al 1991 si e registrato un calo del 40% nel numero delle aziende in attività e del 15% nel numero dei capi allevati. Questa situazione di difficoltà ha certamente cause diverse: è essenziale, a nostro avviso, comprenderne la natura strutturale e avviare un programma di politica zootecnica accuratamente impostato sulla realtà locale. Molto utili dovrebbero risultare a questo proposito interventi atti a promuovere l'organiz.zazione dell'offerta (bestiame da macello) e la valorizzazione del prodotto (carne). LA COOPERATIVA ALLEVATORI BESTIAME (C.A.B.). Struttura nata all'interno dell'associazione provinciale allevatori di Savona circa ventanni la, si pone appunto come obbiettivo primario quello di assicurare uno sbocco commerciale alle imprese zootecniche della provincia. L'evoluzione attualmente m corso nel mercato della carne bovina, intatti, clic tende a concentrarsi sempre più intorno a operatori di grandi dimensioni (a tutti i livelli: produttivo, di trasformazione e distributivo) comporta ovviamente una contrazione della domanda di prodotto a livello di piccoli e medi allevatori, ed e assurdo che chiesti si presentino ancora sul mercato disorganizzati e frammentati. In sostanza la Cooperativa, che di recente ha notevolmente ampliato la propria attività macella e vende al dettaglio bestiame dei soci attraverso un rete di spacci e grazie all'ausilio di un macello privato con annesso laboratorio. Gli spacci sono sette, situati nei comuni di: Dego, Carcare, Millesimo, Piana Crixia, Savona, Albisola Superiore e Cengio; il macello si trova nel comune Piana Crixia. La realizzazione del macello privato, in regola con le più recenti normative comunitarie in materia igienico sanitaria (si tratta di un impianto a capacita limitata) si e resa necessaria visto lo stato di precarietà che ha caratterizzato l'attività dei macelli pubblici negli ultimi anni. La disponibilità di un macello proprio, di un laboratorio, di mezzi per il trasporto degli animali vivi e macellati e, ci detto, di spacci per la vendita dettaglio, permette alla cooperativa di gestire in piena autonomia tutte le fasi della filiera produttiva (allevamento, trasformazione e commercializzazione) di attuare e quindi seriamente un programma di qualità della produzione. Attualmente la Cooperativa conta 70 soci, distribuiti nei diversi comuni dell'entroterra savonese e del basso Piemonte. Questi allevamenti piemontesi garantiscono una riserva di soggetti da macello dell'eventualità in cui l'offerta nell'ambito provinciale non sia sufficiente. In questi ultimi due anni (19931994) la Cooperativa ha macellato fino a 350 bestie all'anno. Si tratta per la maggior parte di vitelloni piemontesi della coscia macellati preferibilmente intorno ai 18 mesi di età ad un peso di circa 500 kg.. Inattività della Cooperativa prevede il ritiro (in pratica l'acquisto), la trasformazione (macellazione e spolpo) e la vendita al dettaglio del bestiame dei soci. Vediamo brevemente come e organizzata tale attività. L’allevatore socio comunica alla Cooperativa il proprio programma di conferimento degli animali ogni semestre, indicando su apposite schede i soggetti che intende macellare, suddivisi per categoria (vitellone, manza, vacca) e per conformazione coscia, tendente coscia, nostrano); per ogni animale l'allevatore specifica inoltre il presunto mese di consegna. Sulla base di tali indicazioni, tenuto conto del ritmo di vendita degli spacci, la Cooperativa imposta il programma di ritiro. Il prezzo dei soggetti macellati viene definito in funzione della resa a freddo dell'animale (rapporto tra il peso a freddo delle mezzene e il peso vivo) e in base al sesso, alla conformazione, all'età, al peso vivo e allo stato ili ingrassamento. Onesto procedimento e stato adottato al fine di pervenire a valutazioni il più possibile obbiettive degli animali, maggiormente rispondenti al reale valore in carne rispetto alle tradizionali stime basate prevalentemente sulla con formazione. La valutazione di ciascun soggetto è effettuata da una apposita commissione tecnica. In questo modo la Cooperativa garantisce agli allevatori soci un mercato sicuro per i loro ammali, oltre a servizi essenziali quali le macellazioni d'urgenza o quelle privale. E’ evidente, tuttavia, che il campo operativo di questa struttura non può limitarsi alla semplice commercializzazione, ma deve estendersi anche alla qualificazione del prodotto. Vediamo, in sintesi, su quali basi potrebbe essere impostato un programma di questo tipo, che punti a valorizzare agli ocelli del consumatore la "carne C.A.B.". E’ noto che la qualità della carne bovina e condizionata da numerosi fattori, che semplificando potremmo distinguere in: - fattori biologici quali ad esempio razza, categoria, età, sistema di allevamento del soggetto macellato; - fattori tecnologici, quali le modalità di abbattimento degli animali, di refrigerazione delle carcasse, o le condizioni di maturazione delle stesse. Grazie al controllo che è in grado di operare su tutti questi fattori, la Cooperativa ha la concreta possibilità di coordinarli al fine di esaltare in particolare alcuni degli aspetti che determinano la qualità globale del prodotto carne; tralasciando la qualità igienico-sanitaria, die deve comunque essere assicurata trattandosi di un genere alimentare, l'attenzione maggiore dovrebbe essere riservata agli aspetti nutrizionali e organolettico. A questo proposito, il primo eie mento caratterizzante e rappresentato come detto dal "tipo" di animale macellato e commercializzato. Recenti ricerche condotte da istituti universitari confermano intatti che le carni prodotte da soggetti di razza piemontese di ottima conformazione, macellati intorno ai 18 mesi di età e in buon stato di finitura, presentano caratteristiche di assoluto valore. In particolare dal confronto con carni derivate da soggetti di altre razze (vedi tabella 2) risultano più tenere e caratterizzate da un minor contenuto in estratto etereo (grasso). Quest'ultimo aspetto, associato all'alto rapporto proteine-sostanza secca e all'alta percentuale di acidi grassi poliinsaturi, rende la carne dei soggetti piemontesi "della coscia" molto interessante da un punto di vista nutrizionale. Questi favorevoli responsi emersi da analisi di tipo chimicofisico sono inoltre confermati, riguardo ad alcune caratteristiche organolettiche (tenerezza e succosità), dai risultati di prove di assaggio condotte da commissioni di esperti (prove che, per come sono realizzate, hanno vera e propria validità scientifica). Ci pare pertanto giustificato, alla luce di questi riscontri oggettivi, affermare che il bestiame allevato in provincia si presta molto bene a progetti di valorizzazione della produzione. Come sopra ricordato tuttavia quest'ottimo materiale di partenza deve essere bene plasmato da idonee condizioni di allevamento, ed e essenziale che si trovi un punto d'incontro tra esigenze dell'allevatore (di natura organizzativo - econoinica) e obbiettivi di qualità. Queste m sostanza, m accordo con quanto emerge dalle più recenti ricerche in materia, le principali regole osservate per una riuscita ottimale della fase d'ingresso: - livelli nutritivi elevati: nel 1993 l'incremento giornaliero medio dei soggetti maschi macellati dalla C.A.B. ostato di 1.05 kg; - razioni equilibrate e composte da alimenti in ottimo stato di conservazione: la razione standard degli allevamenti associati e costituita in prevalenza da cereali e ioraggi di produzione aziendale (si ipotizzano effetti positivi sulla qualità detcrminati da diete ricche di amidi in grado di favorire il metabolismo delle fibre bianche); - assenza di trattamenti: la ridotta dimensione delle aziende e una gestione dell'allevamento in termini assolutamente tradizionali rappresentano una sorta di garanzia in proposito. Nell'ambito infine dei fattori di natura tecnologica, molto positiva e anzitutto la riduzione al minimo di condizioni stressanti per gli animali vivi prima dell'abbattimento: il trasporto degli animali è infatti di durata molto breve, essendo minime le distanze tra aziende dei soci e macello, e una volta scaricati i soggetti sono prontamente abbattuti. Tabella 2 Anche i trattamenti post-mortcm delle mezzene sono effettuati con la dovuta considerazione: le carcasse devono raffreddarsi gradatamente ed in tempi ben definiti e successivamente sottostare ad una fase adeguata di maturazione. Una sene di analisi condotte in collaborazione con il Dipartimento di Zootecnia Generale della Facoltà di Scienze Agrarie di Torio (altre sono tuttora in corso) ha permesso di vendicare come i tempi e le modalità di realizzazione di queste delicate fasi adottati nel macello C.A.B. siano certamente idonei a una politica di qualità. Questo importante aspetto è rilevabile dai dati esposti in tabella 3, in cui sono riportati i valori dei principali parametri qualitativi delle carni di un campione di dieci soggetti macellati dalla Cooperativa. In particolare temperature e pH delle carni a 24 ore dalla macellazione testimoniano di un trattamento delle mezzene post-mortcm assolutamente corretto. Foto di Alessandro Dommiconi