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romeo e giulietta - testi per le audizioni

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romeo e giulietta - testi per le audizioni
ASTIO TRA I SERVITORI
Sansone
Gregorio, parola mia, non ci porteremo via degli insulti.
Gregorio
Certo che no, saremmo dei facchini altrimenti.
Sansone
Voglio dire, se andiamo in collera, fuori le spade
Gregorio
Sicuro, finché vivi, tieni la testa fuori dal collare
Sansone
Colpisco velocemente, io, se mi provocano
Gregorio
Ma non sei veloce a farti provocare
Sansone
Mi basta un cane di casa Montecchi, e mi si muove tutto dentro
(entrano Abramo e Baldassarre)
Gregorio
Non mettiamoci contro la legge: lasciamo che comincino loro
Sansone
Io mi morderò un dito davanti a loro, sarà una vergogna se non reagiranno
(Sansone cammina davanti ai due mordendosi il dito)
Abramo
Ve lo mordete per noi quel dito, signore?
Sansone
Se dico di si, siamo ancora nella legalità?
Abramo
Volete litigare, signore?
Gregorio
Se voi volete, signore, sono qui che vi aspetto. Servo un padrone che non è
inferiore al vostro
Baldassarre
Neanche migliore, però.
Sansone
E invece si, migliore del vostro
Baldassarre
Siete un bugiardo
Abramo
Fuori le spade se siete un uomo
Gregorio
Fuori le spade se siete un uomo
Baldassarre
Fuori le spade se siete un uomo
Sansone
Fuori le spade se siete un uomo
LA MAMMA DI GIULIETTA LE COMUNICA CHE DOVRA’ SPOSARSI
Nutrice
Giulietta
Donna Capuleti
Nutrice
Donna Capuleti
Nutrice
Donna Capuleti
Nutrice
Donna Capuleti
Giulietta
Nutrice
Donna Capuleti
Giulietta
Giulietta, fermati!Giulietta! Vostra Madre.
Eccomi Signora
Nutrice, lasciaci per un momento. Dobbiamo parlare in segreto.No, no resta pure qui
Nutrice. Ora che ci ripenso è bene che tu sia presente. Tu sai che mia figlia ha ormai
una certa età.
Ci scommetterei 14 dei miei denti che ancora non li ha 14 anni! Quanto manca alla
festa del raccolto?
Una quindicina di giorni o poco più
Verrà il primo d'agosto. La notte di quel giorno avrà 14 anni! Me ne ricordo bene,
sono passati ormai 11 anni dal giorno del grande terremoto. E lei fu divezzata
proprio quel giorno! Sì perché mi ero messa dell'assenzio al capezzolo e me ne
stavo seduta al sole. Ho un cervello che mi serve, io. Ma come dicevo, quando ella
assaporò l'assenzio che era sulla mammella e lo sentì amaro... (risata)
Bisognava vederla la pazzerella, come se la prese con la poppa. Una furia!
Basta! Ti prego, sta zitta!
Sì, Signora. Oh Giulietta, tu sei stata la più graziosa bambina che io abbia mai
allattato. Non avrò altro a desiderare se potrò vivere fino a vederti un giorno
maritata.
Appunto. Questa di maritarla è la cosa di cui io voglio parlare. Dimmi Giulietta mia,
che ne pensi? Sei disposta a maritarti?
È un onore che io non sogno nemmeno.
Un onore? Vieni un po' qua! Se non fossi stata la tua balia, direi che con il latte ti sei
bevuta anche il giudizio!
Dimmi Giulietta, che ne pensi del matrimonio con Paride?
Vedrò di aggradirlo. Ma gli occhi miei non lanceranno i loro sguardi più in là di
quanto il vostro permesso dia loro forza di volare.
1
ROMEO COMUNICA A FRATE LORENZO IL SUO AMORE PER GIULIETTA
Frate Lorenzo
Romeo
Frate Lorenzo
Romeo
Frate Lorenzo
Romeo
Frate Lorenzo
Romeo
Frate Lorenzo
Grande è la potente virtù che risiede nelle erbe, nelle piante, nelle pietre e nelle loro
deliziose nature. Non v'è nulla sulla Terra così vile da non portare alla Terra una sua
qualche utilità. Nè qualcosa di così prezioso che sviato dal suo uso non si rivolti
contro la sua origine e cada nell'abuso.
Buongiorno Padre!
Figliolo mio! Stanotte il nostro caro Romeo non è andato a letto
È vero. Ma il mio è stato un dolcissimo riposo!
E dove sei stato?
Sono stato ad una festa. E lì... lì mi ha ferito colei che stavo ferendo!
Sii più chiaro figlio mio.
Dunque, sappiate chiaramente che mi sono innamorato della figlia del ricco Capuleti!
San Francesco benedetto! E Rosalina? Colei che tu amavi così teneramente, l'hai
bell'e dimenticata? Allora... è vero che l'amore dei giovani non sta nel cuore ma negli
occhi.
L’ALLODOLA
Giulietta
Romeo
Giulietta
Romeo
Giulietta
Romeo
Nutrice
Giulietta
Nutrice
Giulietta
Romeo
Giulietta
Romeo
Vuoi già partire? L'alba è ancor lontana. Era dell'usignolo, non dell'allodola, il
cinguettio che ha ferito poc'anzi il trepidante cavo del tuo orecchio. Un usignolo,
credimi, amore; è lui che canta, a notte, laggiù sull'albero di melograno.
No, cara, era l'araldo del mattino, l'allodola; non era l'usignolo. Guarda, amor mio,
quante strisce di luce maligne sfrangiano le rade nuvole che si dissolvono laggiù
all'oriente. Le fauci della notte sono spente e già s'affaccia il luminoso giorno, quasi
in punta di piedi, sugli alti picchi brumosi dei monti. Debbo andarmene e seguitare a
vivere, o restare e morire.
Quel barlume laggiù non è ancora la luce del mattino. Io la conosco bene: è una
meteora che il sole irradia e rende luminosa perché ti sia torciere questa notte a
illuminarti la strada per Mantova. E però resta. Non devi partire.
Oh, che m'arrestino pure, m'uccidano! S'è così che tu vuoi, io son felice! Son pronto
a dir con te che quel grigiore laggiù non è lo sguardo del mattino, ma soltanto un
riflesso smorto e pallido della faccia della luna; e a negare con te che sia l'allodola,
a martellar gli archivolti del cielo con le sue note, sopra il nostro capo. L'ansia di
rimanere è più forte di quella di partire. O morte, vieni, e sii la benvenuta! Così vuole
Giulietta, e così sia! Sei soddisfatta adesso, anima mia? Parliamo pure. Non è
ancora giorno.
È giorno, invece, è giorno! Ahimè, fa' presto! Va'! È l'allodola quella che canta, ora,
con quel suo verso fuori tono, sforzandolo con aspre dissonanze. Dicono che
l'allodola sa modulare in dolci variazioni le note del suo canto; questa no, perché in
luogo di dividere le note in armonia, divide noi. L'allodola, dicono pure, ha scambiato
i suoi occhi, col ripugnante rospo. Che si siano scambiate anche le voci? Perché
questa, che va destando il giorno, ci strappa trepidanti dalle braccia l'uno dell'altro, e
mi ti porta via. Vattene, va', si fa sempre più chiaro.
Sempre più chiaro in cielo, sempre più buio dentro i nostri cuori.
Giulietta!Giulietta!!
Nutrice!
Tuo padre sta venendo in camera! Attenta,!
Allora balcone, lascia entrare il giorno e tieni fuori la vita.
Addio! Un ultimo bacio e scendo
Ci rivedremo?
Certo che ci rivedremo!E tutti questi dolori saranno in futuro materia di dolci
racconti.
2
NELLA CRIPTA
Paride
Dolce fiore, di fiori cospargo il tuo letto nuziale. Oh dolore, il tuo baldacchino è
polvere e sassi, lo inumidirò ogni notte con dell'acqua soave, o, se non bastasse,
con lacrime distillate dai miei lamenti. Saranno questi i riti funebri che compirò per te
ogni notte: fiori sulla tua tomba e pianto. (entra Romeo) Sei venuto qui per profanare
i corpi in qualche modo infame, vile Montecchi. Può la vendetta spingersi oltre la
morte? Tu, vile condannato, io ti arresto. Obbedisci e seguimi, perché devi morire.
Romeo
Devo proprio morire, e per ciò son venuto. Giovane buono e gentile, non tentare un
disperato. Vattene, lasciami. Pensa a questi morti e sentine il terrore. Ti supplico,
ragazzo, non mettere sulla mia testa un altro peccato spingendomi alla furia.
Paride
Io sfido le tue suppliche e qui ti arresto come un criminale.
Romeo
Vuoi provocarmi? Allora in guardia, ragazzo!
(Romeo e Paride si battono. Romeo uccide Paride)
Paride
Se senti pietà, apri la tomba, mettimi con Giulietta (Paride muore)
(Romeo si avvicina la corpo di Giulietta)
Romeo
Ah, cara Giulietta, perché sei ancora così bella? Dovrei credere che anche la Morte
senza corpo può innamorarsi, che lo scarno mostro aborrito vuol tenerti qui, nelle
tenebre, come sua amante? Per questa paura rimarrò sempre con te, e mai me ne
andrò da questo palazzo d'oscura notte. Qui, qui resterò, coi vermi che ti fanno da
ancelle, qui fisserò il mio riposo eterno, liberando questa carne stanca del mondo dal
giogo delle stelle avverse. Occhi, guardatela per l'ultima volta! Braccia, stringetela
per l'ultima volta! E voi labbra, che siete le porte del respiro, suggellate con un bacio
legittimo un contratto eterno con la Morte ingorda. Ecco, bevo al mio amore! (beve)
Ah, onesto speziale, sono rapidi i tuoi veleni. Così con un bacio, io muoio. (Romeo
muore)
(entra Frate Lorenzo con una lanterna)
Frate Lorenzo
Che San Francesco mi protegga! Quante volte, stanotte, i miei vecchi piedi hanno
inciampato nelle tombe! Chi è là?
Baldassarre
Uno che vi è amico e vi conosce bene.
Frate Lorenzo
Dio vi benedica! Ditemi, mio buon amico, cos'è quella torcia laggiù, che inutilmente
presta la sua luce ai vermi e ai teschi dalle occhiaie vuote? Se vedo bene arde nella
tomba dei Capuleti.
Baldassarre
È proprio così, sant'uomo, e lì c'è il mio padrone, uno che voi amate.
Frate Lorenzo
E chi è mai?
Baldassarre
Romeo.
Frate Lorenzo
Da quanto tempo è lì?
Baldassarre
Da più di mezz'ora.
Frate Lorenzo
Vieni con me nella cripta.
Baldassarre
Non oso, signore. Il mio padrone crede che sia andato via, mi ha fatto tremende
minacce di morte se fossi rimasto a spiare quel che faceva.
Frate Lorenzo
Resta qui, allora, ci andrò da solo. Comincio ad aver paura. Una grande paura di
qualche triste disgrazia.
Baldassarre
Mentre dormivo sotto quest'albero di tasso, sognavo che il mio padrone combatteva
con qualcuno e che il mio padrone lo ammazzava
(Frate Lorenzo va verso la cripta)
Giulietta
Romeo! Romeo! Romeo! Romeo! No, no, no! Romeo. Aiuto... AIUTO!
Frate Lorenzo
Giulietta!
Giulietta
Padre! Aiuto!
Frate Lorenzo
Vieni via, lascia questo nido di morte! Stanno arrivando le guardie!
Giulietta
Vattene! Io non vengo. Egoista... l'hai bevuto tutto, senza lasciare una goccia che
aiutasse me!Oh pugnale gentile, questa è la tua guaina!Arrugginisci qui dentro e
fammi morire! (si pugnala)
3
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