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Non potevo avvertire i dipendenti, mi avrebbero

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Non potevo avvertire i dipendenti, mi avrebbero
26 settembre 2013
Pagina 63
Il Resto del Carlino (ed.
Modena)
Lavoro e sindacato
FORMIGINE ?IENE' DA PEDRONI IN POLONIA. AGLI OPERAI: «CERCATEVI UN ALTRO
LAVORO»
«Non potevo avvertire i dipendenti, mi avrebbero
impedito di traslocare»
?FORMIGINE? LA Firem e in particolare la
famiglia Pedroni è finita nelle grinfie delle ?
Iene', la popolare trasmissione di Italia Uno
che martedì sera ha mandato in onda la
puntata nella quale viene intervistato in Polonia
Fabrizio Pedroni, l' imprenditore che ha
traslocato senza avvertire gli operai. Nel corso
del programma, Pablo Trincia intervista gli
operai, ascolta le loro storie, e il sindacalista
della Fiom Cesare Pizzolla. Mostra la lettera
con la quale la proprietà in un primo momento
aveva precettato gli operai obbligandoli a
presentarsi il 2 settembre a Olawa. Una lettera
peraltro revocata nel primo incontro tra le parti.
L' inviato delle Iene si è poi recato in Polonia,
all' interno dello stabilimento della Helkra, l'
azienda di cui detiene le quote la famiglia
Pedroni (di recente si apprende abbia assunto
«oltre 50 persone da Breslavia a 400 euro al
mese»), dove è riuscito a incontrare prima la
«compagna» e collaboratrice polacca di
Fabrizio Pedroni, poi lo stesso direttore, che
ha accolto la troupe di Italia Uno in una sala.
«E' difficile che ritornerò con la produzione in
Italia ? ha detto a un certo punto Pedroni ? ho ormai i macchinari in Polonia, in Italia rimarrà solo la parte
amministrativa e commerciale, per cui agli operai consiglio, invece di continuare un presidio inutile, di
cercarsi un posto di lavoro», è stata la frase che potrebbe più di tutte chiudere ogni speranza alla
trattativa. La considerazione tuttavia sembrerebbe superata da uno degli incontri ufficiali tra le parti, nel
quale la sorella di Fabrizio, Simona Pedroni, si è ufficialmente presentata come amministratrice unica di
Firem, esautorando di fatto il fratello da ogni titolarità e responsabilità.
Pedroni alle telecamere ha raccontato delle minacce ricevute («la mia famiglia ha la Digos sotto casa,
hanno detto che mi ammazzano»), del fatto che «ora gli operai hanno uno stipendio garantito per due
anni, mentre se la mia azienda chiudeva non mi aiutava nessuno. Con i sindacati non si riesce a
instaurare un dialogo», della ?fuga' dall' Italia («Ho sbagliato a non rispettare la comunicazione
preventiva dei 25 giorni, ma mi avrebbero impedito di andar via, piantonando l' azienda») e delle
difficoltà degli imprenditori italiani: «In Italia se pago un operaio 12mila euro l' anno mi costa 30mila
euro, in Polonia la metà».
Tutto comunque sarà più chiaro il primo ottobre, quando le parti si rivedranno in Regione. I sindacati e i
lavoratori «si augurano che così come sono stati rispettati gli accordi da parte nostra, vengano rispettati
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Il Resto del Carlino (ed.
Modena)
Lavoro e sindacato
con la stessa serietà i termini stipulati in Regione, dal pagamento degli stipendi al piano industriale».
Gianpaolo Annese.
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