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issue number ONE Aston Martin Blake Lively David Guetta Tel Aviv

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issue number ONE Aston Martin Blake Lively David Guetta Tel Aviv
Journal
Aston Martin
my first 100 years
Blake Lively
from gossip girl to icon style
David Guetta
when the genius marries dance music
Tel Aviv
the city that never sleeps
Ruzzle
the app on top of the world
Sexy Volley
kristina kolokova e marketa slukova
Low cost flat
nel cuore di roma la prima casa bio
issue
number ONE
spring summer 2013
Journal
issue
number ONE
spring summer 2013
editorial
Oggi diamo il via alla nostra Avventura
WELCOME
Con la “Issue Number One” del nostro magazine comincia il viaggio nel mondo Marco Nils. Un viaggio fatto di
tante piccole tessere che nel tempo vorremmo andassero a disegnare senza incertezze la nostra storia.
Sarà un percorso impervio, lo sappiamo, ma abbiamo grinta e voglia da vendere e siamo certi che questo è lo spirito
giusto per raggiungere i nostri obiettivi.
Ma cos’è oggi Marco Nils? È un universo variegato, in cui storie, sapori, atmosfere, si mescolano e si confrontano.
Ma è soprattutto una realtà fatta di persone; uomini e donne che quotidianamente con il proprio lavoro ci dedicano
tempo prezioso che noi trasformiamo in un prodotto, uno stile di vita.
In questa nostra prima uscita abbiamo il piacere di presentarvi la collezione Spring/Summer 2013. Una selezione di
capi che trasferisce corpo e cuore verso terre lontane e misteriose, dove il passato è parte integrante di un presente
a volte troppo ingombrante. Di quel passato e di questo presente abbiamo scelto di rappresentare il meglio. Vi
sentirete avvolti dai caldi colori di quei luoghi in cui l’energia del sole va a sfocare la sottile linea dell’orizzonte; dagli
angoli in cui i toni diventano tenui, con i freddi colori del grigio, azzurro e blu, in tutte le sue cromie, che rendono
l’atmosfera ancor più intrigante e misteriosa. Capi morbidi, destrutturati, perfetti sia per il giorno che per la notte,
attenti al dettaglio che sbuca fuori dal collo o dalla manica della camicia, o che da sfogo del suo essere su tutta la
superficie a disposizione.
E le nostre proposte di stile si legano alla realtà che ci circonda attraverso notizie e curiosità che potrete scoprire
iniziando a sfogliare il Marco Nils Journal.
Grazie a tutti quelli che crederanno nella nostra avventura.
La Issue Number One è dedicata a voi.
With the “Number One Issue” of our magazine begins the journey into the world of Marco Nils. A journey made of
many small pieces that over time we would like them to be part of our history without any hesitations.
It will be a steep path, we know that, but we are determined and have a strong desire to sell and we are confident
that this is the right spirit to achieve our goals.
But what is Marco Nils today? It is a varied universe in which stories, flavors, moods get mixed and compared. But
most of all it is a reality made of people, men and women who daily dedicate with their work precious time that we
turn into a product, a way of life.
In our first issue we are pleased to present you the Spring / Summer 2013 collection. A selection of items that
transfers body and heart to distant and mysterious lands, where the past is an integral part of a present often too
cumbersome. From that past and present we have chosen to represent the best of it. You will be surrounded by
the warm colors of those places where the energy of the sun is fading the thin line of the horizon, from the corners
where the tones become muted, with the cold colors of grey and blue, and all their variants, making the atmosphere
even more intriguing and mysterious. Soft items, unstructured, perfect for both day and night use, attentive to
details shown on collars and sleeves of the shirts, or shown on the whole item.
And our fashion suggestions are connected to the reality that surrounds us through news and information that can
be discovered by flipping through the Marco Nils Journal.
Thanks to all those who believe in our adventure.
The Issue Number One is dedicated to you.
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Marco Nils Journal
spring summer 2013
photo diego santangelo adv|||||| studios
contents
1
25
1200
secolo di successi per l’Aston Martin
Journal
issue
number ONE
spring summer 2013
10
anni per Blake Lively, nuova star di Hollywood
euro al Mq per la casa low cost
8
128
5
candeline sulla torta della Louis Ghost
15
milioni di followers per il “genio della dance” David Guetta
2
i Paesi già conquistati da Ruzzle
sexy atlete per il Beach Volley
50
cose da fare “assolutamente” a Tel Aviv
gli anni a ritroso nelle foto del vietnamita Khan Hmoong
“Nis” per gustare una porzione di Falafel
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Marco Nils Journal
www.marconils.com
WHERE YOU CAN FIND OUR PRODUCTS:
Italy, Germany, Austria, France, Spain, Greece, Cyprus, Luxembourg,
The Netherlands, Belgium, United Kingdom, Norway, Denmark,
Canada.
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QUESTA È UNA COPIA OMAGGIO E NON È IN VENDITA
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Journal” è esclusivamente attribuibile ad esigenze grafiche e non a scopo di lucro da parte della New Fly Industries srl
che non riceve alcun compenso dalle società titolari dei marchi: Havaianas, Gagliotta, Biliardi Cavicchi, Fondazione
Marco Simoncelli.
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One” belong to the owners and are protected by the italian and international copyright laws. This journal cannot be
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Cavicchi, Fondazione Marco Simoncelli.
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Marco Nils Journal
ZOOM
Some Close-ups from
Bread&Butter
Dal 15 al 17 gennaio 2013 il nostro Headquarters è stato l’Airport Berlin – Tempelhof, tempio
indiscusso di urban e street style, nell’ambito della più importante fiera che si abbia in Europa, la
Bread&Butter.
Marco Nils è approdato in terra tedesca facendo suo il claim che ha caratterizzato questa edizione
della fiera berlinese: “Big Time: For the bold and brave brands”.
Si, perché siamo un brand coraggioso ed ardito, e la collezione Fall/Winter 2013 che abbiamo
presentato nella tre giorni ha mostrato, orgogliosa, le sue origini, rigorosamente italiane.
Blazer morbidi ed eleganti, dal gusto sartoriale che ritornano convinti alla tradizione con la
predominanza di colori classici come il grigio ed il blu, ma che trovano sulla propria strada
tocchi di colori vibranti, geometrie e dettagli grintosi su collo e tasche. Giacche e cappotti
destrutturati dall’anima light and dark, in panno di lana con lavorazione taglio vivo, vero best
seller della collezione, e ancora la maglieria, in lana, che intinge la sua anima nei caldi toni del
deserto. Ma l’uomo Marco Nils ha uno spirito camaleontico, ama mixare e sorprendere; ed ecco
spuntare dal suo armadio il piumino camouflage, la camicia in jeans con borchie, la passione per
il vintage e tanto tanto ancora…
Per ora tenete a freno la vostra curiosità, sbirciando a lato i nostri Close-ups!
From 15 to 17 January 2013, our Headquarters was held at the Airport of Berlin - Tempelhof, the
undisputed temple of urban and street style, in the most important trade fair that is in Europe,
“Bread and butter”.
Marco Nils landed on German soil making his own claim that has characterized this edition of
Berlin: “Big Time: For the bold and brave brands”.
Yes, because we are a brave and bold brand, and the Fall / Winter 2013, which we presented in
three days, showed with pride, its origins, strictly Italian.
Soft and elegant blazers, with a tailoring taste that goes back to the traditional predominance of
classic colors such as grey and blue, but find on their way a touch of vibrant colors, geometrical
shapes and fierce details on collars and pockets. Jackets and coats unstructured from the light
and dark soul, in woolen cloth taglio vivo, a real bestseller of the collection, and furthermore
woolen knitwear, who dips his soul in the warm tones of the desert. But the man that wears
Marco Nils clothes has a chameleonic spirit who loves mixing and surprising, and from this you
can spot out from his wardrobe a camouflaged down jacket, a jeans shirt with studs, his passion
for vintage and so much more ...
For now, keep under control your curiosity, taking a glance every now and then at the side of our
close-ups!
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Marco Nils Journal
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Marco Nils Journal
CARS
ASTON MARTIN
“My first 100 years”
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Marco Nils Journal
images: http://www.netcarshow.com/aston_martin
Il suo ritorno sulle scene, in “007- SKY FALL”, ha fatto da apripista ad un anno, il 2013, che si è aperto all’insegna
dei festeggiamenti…e che festeggiamenti: quelli dei suo primi 100 anni. Parliamo di lei, la più famosa, desiderata,
auto sportiva: l’Aston Martin. La festa per il centenario è iniziata a Dubai, al Burj Al Arab hotel, dove un’Aston Martin
Vanquish è stata trasportata sull’eliporto in cima all’iconico edificio a forma di vela. Da qui si è dato il via ad una
speciale esibizione di paracadutisti sulle acque blu del Golfo Persico alla presenza di alcuni dei più importanti dignitari
della regione. Nel calendario delle celebrazioni della britannica anche un rally che toccherà sei paesi in sei giorni, Italia
compresa. Nata nel 1913, cento anni fa appunto, da due amici, Bamford & Martin, questi festeggiamenti saranno anche l’occasione per presentare l’ultimo modello di GT, la spettacolare Vanquish, e la senza tempo DB9. La nuova Gran
Turismo di lusso prenderà il posto, al top della gamma del marchio, della Aston Martin DBS. Modificata per il 75%,
continua ad essere spinta da un poderoso motore V12, rivisitato e con potenza accresciuta: eroga, infatti, ben 573 CV
di potenza massima e 620 Nm di coppia motrice. Ad esso è affiancato un cambio automatico a sei rapporti, con svariati programmi di guida. A livello prestazionale, la nuova Vanquish si conferma come una delle auto più performanti in
circolazione, con uno 0-100 km/h archiviato in 4,1 secondi ed una velocità massima di 295 km/h. La Vanquish misura
4.720 mm in lunghezza, 2.067 mm in larghezza, 1.294 mm in altezza. Forte di linee stilistiche innovative, con i suoi
1,739 kg è più snella di 55 kg rispetto alla DBS ed ha una rigidità torsionale incrementata del 25%. Molto contenuto
anche il peso, grazie all’impiego di fibra di carbonio per gran parte della carrozzeria. La nuova coupè vede così migliorate, oltre alle prestazioni, anche la maneggevolezza e la manovrabilità in curva. Il prezzo per fare proprio questo gioiello?
Ben 257.443 euro.
Its comeback in “007 - SKY FALL”, has been a pacemaker in the year 2013, which it has opened in the name of
celebrations and festivities ...: those of its first 100 years. Let’s talk about her, the most popular, desirable, sports car:
the Aston Martin. The celebrations for the centenary began in Dubai, the Burj Al Arab hotel, where an Aston Martin
Vanquish was transported on the ‘heliport on top of the iconic sail-shaped building. From here a special show started
off with a performance of parachutists over the blue waters of the Persian Gulf within the presence of some of the most
important dignitaries of the region. Within the calendar of the British celebrations a rally will take place visiting six
countries in six days, including Italy. Born in 1913, exactly one hundred years ago created by two friends, Bamford &
Martin, these celebrations will also be an opportunity to present the latest GT model of, the spectacular Vanquish,
and the timeless DB9. The new Gran Turismo luxury will take place at the top of the Aston Martin DBS range of the
brand. Altered up to 75%, it continues to be driven by a powerful V12 engine, revised and made more powerful: it provides, in fact, a great deal of 573 hp of maximum power and 620 Nm of torque. It is supported by a six-speed automatic
transmission, with different driving programs.
At a performance level, the new Vanquish has been confirmed as one of the best performing cars in circulation, with a
0-100 km / h in 4.1 seconds and stored a maximum speed of 295 km / h. The Vanquish measuring 4720 mm in length,
2067 mm in width, 1294 mm in height. Strong innovative styling lines, with its 1.739 kg to 55 kg it is leaner than the
DBS and has a torsional rigidity increased by 25%. Much content also in the weight, thanks to the use of carbon fiber
for a large part of the bodywork. The new coupe seems to be so much improved, in addition to performance, also in the
handling and maneuverability in curves. The price for making such a jewel? Well, 257,443 euro.
Txt: Red
www.astonmartin.com
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Marco Nils Journal
GIRLS
BLAKE LIVELY
From gossip girl to Icon style
Una It-girl a pieno titolo. Prima ambasciatrice della maison francese Chanel, oggi testimonial della nuova fragranza Premiére di Gucci,
e ancora musa ispiratrice di Louboutin che ha realizzato il modello “The Blake” in suo onore. La rivista maschile AskMen l’ha eletta
“donna più desiderata del mondo”, mentre il Time l’ha inserita tra le 100 persone più influenti al mondo nella sua lista “Time 100”. Ma
a Blake Lively tutto ciò non basta. Nata venticinque anni fa nell’area metropolitana di Los Angeles da una famiglia che lavora tutta nel
mondo dello spettacolo, dopo aver interpretato per anni il ruolo di Serena van der Woodsen, nella fortunatissima serie Gossip Girl, che
l’ha incoronata dea dell’Olimpo tra le star di Hollywood, si è lanciata senza paracadute nella rete del cinema, e dopo varie partecipazioni
a pellicole più o meno di successo è arrivata la sua grande occasione con “Le Belve” di Oliver Stone. Di sé dice di non sentirsi
particolarmente sexy, ma che il suo atteggiamento sicuro le conferisce molta autostima, e questo la rende affascinante agli occhi degli
altri. Noi la vediamo praticamente perfetta dall’alto del suo metro
e 78 cm di altezza. Una barbie in carne ed ossa. E il suo fascino,
unito alla sua bellezza disarmante, l’hanno resa irresistibile anche
agli occhi di diversi divi di Hollywood, come Leonardo DiCaprio,
a cui è stata a lungo legata. Lo scorso dicembre, poi, ha stupito
tutti sposando a sorpresa il collega attore Ray Reynolds, ex di
Scarlett Johansson, conosciuto sul set del film Lanterna Verde.
Una carrellata di successi, nel lavoro e nella vita privata, per
questa bionda ragazza californiana, che di bello ed intrigante non
ha solo l’aspetto fisico, ma anche il talento. Maniaca del vintage,
sul Red Carpet ama sorprendere indossando abiti colorati e un
trucco che – dice – non entri “in competizione” con il suo outfit.
Cosa non può assolutamente mancare nella sua bag, che deve
essere rigorosamente maxi? Naturalmente il profumo, senza cui
non esce né parte.
An It-girl in full. First ambassador of French fashion house Chanel,
now ambassador for the new fragrance Gucci Première, and is
also Louboutine muse that has created “The Blake” model in her
honour. The men’s magazine AskMen has voted her the”most
desirable woman in the world”, while the Time has included
her among the 100 most influential people in the world in its
“Time 100” list. But to Blake Lively this is not enough. She was born five years ago in the great Los Angeles by a family who are all
involved in the entertainment world, having played for years as Serena van der Woodsen in the hit series Gossip Girl, who has been
crowned as the Olympus goddess among the stars of Hollywood, has launched herself without a parachute in the cinema network,
and after participating in various films more or less successful the big ordeal come up with “The Beast” by Oliver Stone. She declares
that she doesn’t feel particularly sexy, but that her confident attitude gives her a lot of self-esteem, and this makes it attractive in the
eyes of others. We practically see her almost perfect from the top of her meter and 78 cm in height. A barbie in flesh and bone. And
her charm, combined with her disarming beauty, made her irresistible in the eyes of many Hollywood stars, like Leonardo DiCaprio,
who has been close to her for long.. Last December, she
surprised everyone by marrying actor Ray Reynolds, former
Scarlett Johansson’s husband, known on the set for the film
Green Lantern. A roundup of success in work and private life,
for this blonde Californian girl beautiful and intriguing not only
physically, but also talented. Vintage freak, loves to surprise on
the Red Carpet wearing colorful clothes and makeup that - she
says - does not come “into competition” with her outfit. What
can not be missing in her bag, which must be strictly maxi? Of
course, perfume, which she never stays without.
Txt: Red
it.wikipedia.org/wiki/Blake_Lively
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Marco Nils Journal
TR AVEL : EGYPT
CAIRO
Prima tappa: Il Cairo
Accarezzato dal caldo vento del deserto, comincia il mio viaggio lungo
il fiume degli Dei… mi sento come un giovane viaggiatore di inizio ‘900,
pronto a lasciarmi rapire dal lento scorrere della vita sul fiume. La mia prima tappa è Il Cairo. Mi perdo tra i suoi mille minareti; questa
è una metropoli in cui non ci si può sentire mai soli. Giunto nella
necropoli di Giza, i miei occhi sono subito rapiti dalla bellezza della
Piramide di Cheope. Percorro veloce la strada che mi condurrà verso
l’unica delle sette meraviglie del mondo antico ancora esistente e sono
eccitato dall’idea che le mie mani toccheranno un pezzo di storia.
Caressed by the warm desert wind, my journey began down the river of
the Gods ... I feel like a young traveler of the 1900’s, ready to let myself
go by the slow flow of life on the river.My first stop is Cairo. I lose myself
in its thousand minarets, this is a city where you can never feel lonely.
DOWN THE NILE
Reaching the Giza necropolis, my eyes are immediately overwhelmed by
the beauty of the Pyramid of Cheops. I walk fast along the road that will
lead me to the only one of the seven wonders of the ancient world still in
existence and I am overwhelmed by the idea that my hands will touch a
piece of history.
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Marco Nils Journal
TR AVEL : EGYPT
CAIRO
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TR AVEL : EGYPT
LUXOR
Seconda tappa: LUXOR
Con la mente ancora rivolta alla magia che mi si è profilata innanzi,
decido di noleggiare una jeep per raggiungere Luxor, la città situata dove
sorgeva l’antica città di Tebe, capitale dell’Egitto al tempo del Medio
Regno. Il viaggio è lungo, e non vedo l’ora di ritrovarmi in questa città,
curiosa combinazione di splendore antico e provincialismo moderno.
Una volta a Luxor non posso trattenermi dal percorrere il suo più
suggestivo viale, la Corniche. Qui mi sento parte integrante della sua
vivacità.
With my mind still thinking of the charm that I was outlined before,
I decided to rent a jeep to reach Luxor, the town situated on the site
of the ancient city of Thebes, capital of Egypt in the Middle Kingdom
time. The journey is long, and I am looking forward to get to this city,
a curious combination of ancient charm and modern provincialism.
Once in Luxor I can not refrain from strolling along the most charming
boulevard, the Corniche. Here I feel an essential part of its liveliness.
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TR AVEL : EGYPT
LUXOR
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TR AVEL : EGYPT
ESNA
Terza tappa: ESNA
Dopo aver percorso l’incantevole tratta lungo il Nilo, godendo dello
spettacolo del sole che si inabissa a ovest dietro le colline di Tebe, sono
giunto ad Esna, un villaggio agricolo situato sulla sponda occidentale
del fiume, appena a sud di un’interessante diga costruita nel 1906. Qui
mi trasformo, e come un guerriero mi dirigo ad esplorare il tempio di
Khnum, sepolto in un’enorme fossa, profonda 10 metri sotto il livello
della strada principale, nel pieno centro della città.
After going along the beautiful path beside the Nile, enjoying the sight
of the sun that sinks behind the hills to the west of Thebes, I reached
Esna, a farming village located on the western shore of the river, just
south of an interesting dam built in 1906. Here I turn into a warrior and
I walk to explore the Temple of Khnum, buried in an enormous pit 10
meters deep below the level of the main road in the center of the city.
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TR AVEL : EGYPT
ESNA
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TR AVEL : EGYPT
EDFU
Quarta tappa: EDFU
Lasciata alle spalle Esna, e dopo 50 minuti di viaggio a bordo di un
autobus, approdo ad Edfu, la sentinella della porta di Elefantina. Questo
è un piccolo e polveroso paesino dedito alla produzione della canna da
zucchero, costruito su un minuscolo rilievo sulla sponda sinistra del
Nilo. Ed è proprio in questo punto che la valle del fiume si apre nella sua
massima larghezza di 100 km. Lo spettacolo è indescrivibile, vorrei foste
qui con me.
Leaving behind Esna, and after a 50-minute trip on a bus, landing at
Edfu, considered as the sentinel of the door of Elephantine. This is a
small, dusty village which produces sugar cane, it was built on a tiny
village embossed on the left bank of the Nile. It is precisely at this point
that the river valley opens its maximum width of 100 km. The show is
beyond words, I wish you were here with me.
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TR AVEL : EGYPT
ASSUAN
Ultima tappa: ASSUAN
Mi rimetto in viaggio, ormai la mia avventura è giunta al capolinea, non
prima però di fare un giro su una tradizionale “Feluca” in legno che mi
porterà alla scoperta di Assuan, la città più affascinante del Nilo, dove
le acque del fiume incontrano il deserto formando piccole idilliche
isole. Questa è una delle zone più secche al mondo, ed è il luogo ideale
per conoscere da vicino la storia epica di un paese lontano dal caos del
Cairo.
I get back on the road, now my adventure has come to an end, but not
before a ride on a traditional wooden “Feluca” that will take me to the
discovery of Aswan, the most fascinating city of the Nile, where the river
meets the desert forming small idyllic islands. This is one of the driest
areas in the world, and is the ideal place to get to know the epic story of
a country far away from the chaos of Cairo
http://www.wdl.org
http://www.napoleonguide.com
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TR AVEL : EGYPT
ASSUAN
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SPOTLIGHT
celebrating a world of true colors
MORE THAN FLIP FLOPS
Nell’immaginario collettivo sono sinonimo di estate, vacanze, sole, mare e clima rilassato e, in effetti, le
havaianas, che in portoghese significa hawaiani, sono proprio simbolo di allegria e spensieratezza, come la
vita che si può assaporare nelle isole dell’arcipelago dell’oceano Pacifico, o lungo le spiagge carioca, terra
che le ha viste nascere dalla mente creativa dell’azienda brasiliana Sao Paulo Alpargatas. Ispirata alle Zori,
le tipiche ciabattine giapponesi di stoffa nera con la suola di canna della pianta del riso, tutte le havaianas
riproducono la grana di riso sulla suola, una caratteristica che le rende uniche ed inimitabili. Dal 1962 ad
oggi, queste infradito, inizialmente le sole che potessero permettersi gli abitanti delle favelas, hanno macinato
chilometri e chilometri imponendosi sul mercato mondiale che l’ha trasformate in un vero e proprio oggetto di
culto, un must-have di cui assolutamente oggi non si può far a meno per essere alla moda sulle spiagge più
esclusive del globo. Di anno in anno l’azienda ha ampliato sempre di più le sue vedute e la sua produzione. I
colori delle iconiche flip flop passano da 8 a 20, il Governo brasiliano le cataloga come “beni di necessità”.
Sono gli anni ’80. Vengono creati modelli speciali per celebrare, ad esempio, la Coppa del Mondo, la consegna
degli Academy Awards, le celebrità iniziano ad indossarle, l’espansione del marchio non conosce ostacoli.
Nel 2004 il gioielliere H. Stern realizza, addirittura, un modello limited edition in oro e diamanti. E oggi nella
boutique più famosa del gruppo, quella lungo la lussuosa via Oscar Freire, a San Paolo, o negli showroom di
oltre 60 Paesi nel mondo, Havaianas presenta un nuovo concetto di sneaker, con la linea SOUL COLLECTION
Origine. Tutta la freschezza e il comfort della famiglia Origine con in più i lacci e un design moderno che vuole
sedurre tutti coloro che cercano uno stile diverso, personale attento anche all’ambiente che li circonda. I
modelli in beige e marrone della collezione, infatti, appartengono alla linea eco. Le sneaker sono realizzate
in fibra di iuta, una materia prima tipica dell’Amazzonia, che non necessita né di fertilizzanti né di pesticidi.
In our imagination havaianas has always been related to summer, holiday, sun, sea and a relaxing atmosphere
and, in fact, havaianas, which in Portuguese means Hawaiians are just a symbol of joy and no worries, it’s the
same sensation that you feel when you are in the pacific ocean islands, or along Brazilian beaches, thanks
to these lands Sao Paulo Alpargatas Brazilian company has opened. Inspired by the Zori, typical Japanese
black cloth slippers with a sole made of cane which derives from the rice plant, all havaianas reproduce the
rice grain of on the sole, this characteristic makes them unique and inimitable. Since 1962, these flip-flops,
initially the only ones that the favelas people could afford, for long they have tried to impose themselves on
the world market and after a long struggle they finally managed to become a real cult object, a must-have
that you can’t do without if you want to be fashionable on the most exclusive beaches of the world. Year after
year, the company has expanded more and more its views and its production. The colors of the iconic flipflops increased from 8 to 20, the Brazilian government classifies them as a “real need”. It’s the ‘80s. Special
models are created to celebrate, for example, the World Cup, the delivery of the Academy Awards, celebrities
start wearing them, the spreading of the brand has no limits. In 2004, the jeweler H. Stern also creates a
limited edition in gold and diamonds. And today in the most famous boutique, which is on the luxurious Oscar
Freire Street in São Paulo, or in the showrooms of more than 60 countries worldwide, Havaianas presents a
new concept of sneakers, with the line SOUL COLLECTION Origine. All the freshness and comfort of the family
of Origine plus laces and a modern design that wants to seduce all those looking for a different and solo style
also aware of the environment that surrounds them. The models in beige and brown of the collection, in fact,
belong to the eco line . The sneaker are made of jute fiber, a raw material typical of the Amazon, which needs
neither fertilizers nor pesticides.
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www.graficamente.com
“The app on top of the world”
Ha letteralmente contagiato il web. Con decine di milioni di giocatori in 128 Paesi, nel mondo è già Ruzzlemania. Una corsa lanciata a gran velocità, quella di questa app ideata dalla società svedese MAG Interactive.
Tutto è cominciato in Lousiana dove, nel solo mese di dicembre, un numero impressionante di utenti ha scaricato
Ruzzle, mettendo in moto un meccanismo fortissimo che, in un fazzoletto di tempo, ha fatto dimenticare il
misero milione di download che il gioco aveva totalizzato in Apple Store quando si chiamava ancora Rubble.
Ma cos’è Ruzzle? e come si gioca?
Ruzzle è uno “smartgame” che si ispira ai già noti Boggle e Scrabble. Il gioco è basato su un sistema di
sfide online. Per dare il via ad una partita il giocatore dovrà trovare un avversario che potrà essere scelto
casualmente dal sistema fra gli utenti online, o da una lista di amici impostata dal
giocatore, o ancora scelto fra gli amici di Facebook. Ciascuna partita è divisa in tre
manche e il punteggio finale è dato dalla somma dei punteggi ottenuti nelle singole
manche. In ciascuna di esse il giocatore ha due minuti a disposizione per formare il
maggior numero di parole di senso compiuto con le sedici lettere a disposizione sullo
schermo. Pronomi, aggettivi, verbi, addirittura articoli, a Ruzzle è concesso tutto tranne i
nomi propri e quelli di città. Chi ottiene il punteggio più alto, dato dalla somma delle tre
manche, sarà decretato vincitore. Il gioco è distribuito in due versioni: “Ruzzle” e “Ruzzle
Free”. La versione free, a differenza di quella a pagamento, non offre nè la possibilità
di allenarsi, nè le statistiche e contiene pubblicità. Sul web si sprecano già consigli su
come diventare “Re” dell’app, come ad esempio quello di utilizzare le lettere bonus che
moltiplicano il punteggio, ovvero quelle contornate di blu, verde, arancione o rosso, ma
non mancano le critiche. La recensione negativa con più like? quella che il gioco non
accetti parole - definite “banali” dagli utenti – tipo divano e al contrario consenta parole
inesistenti.
It has literally infected the web. With more than ten million players in 128 countries, in
most parts of the world it has already become a Ruzzle-mania. A very fast race to launch
this app created by a Swedish MAG Interactive company. It all started in Louisiana
where, in December, an impressive number of users had downloaded Ruzzle, starting off
a strong mechanism in a very short time and since then people forgot the poor million
downloads that the game had totalized in Apple Store when it was still called Rubble.
But what is Ruzzle? and how can you play it?
Ruzzle is a “smartgame” which is inspired by the well-known Scrabble and Boggle. The
game is based on a system of online challenges. To start off the game the player will have to find a competitor
who will be chosen randomly by the system between online users, or a list of friends set by the player, or
selected from your Facebook friends. Each game is divided into three rounds and the final score is the sum
of the scores obtained in each round. In each of them the player has at his disposal two minutes to form the
largest number of words that make sense with the sixteen letters available on the screen. Pronouns, adjectives,
verbs, even articles, Ruzzle accepts all the words except for names and cities. Whoever gets the highest score,
the sum of the three rounds, will be the winner. The game is distributed in two versions: “Ruzzle” and “Ruzzle
Free”. The free version, unlike the paid version does not offer nor the opportunity to train, nor the statistics
and contains advertising. On the web you find many tips on how to become the “king” of the app, such a
using the bonus letters that multiply your score, those in blue, green, orange or red, but you can also find
many comments. The negative review with more like? That of the game which does not accept words - called
“ordinary” by users – for example sofa and on the other hand it allowes non-existent words.
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Marco Nils Journal
Txt: Red
it.wikipedia.org/wiki/Ruzzle
Napoli • Italy
Game
[email protected] • www.gagliotta.com
APPS
Sea Appeal
MUSIC
http://static.go4celebrity.com
http:// entertainmentwallpaper.com
When the genius marries dance music
DAVID GUETTA
Ha collaborato con artisti pop e hip-hop del calibro di Akon, Kelly Rowland, Black Eyed Peas, Chris
Willis, Estelle, Fergie, Flo Rida, Kid Cudi, Nicki Minaj, LMFAO, Rihanna, Lil’ Wayne, Ludacris, K’naan, Kylie
Minogue, Taio Cruz, Snoop Dogg, Madonna, Christina Aguilera, Will.I.Am e Jennifer Hudson. Il suo ultimo singolo
“Just one last time”, prodotto con Giorgio H. Tuinfort, Tom Liljegren e Alexander Ryberg, tratto dalla riedizione
del suo quinto album “Nothing But the Beat 2.0” vede la collaborazione con il duo pop-alternative Taped Rai,
e il successo, inutile a dirlo, è stato colpito in pieno. David Guetta, sempre più re incontrastato della musica
dance non sbaglia davvero un colpo, inanellando uno dopo l’altro singoli e album di successo. “Just one last
time” il cui video, girato nell’ottobre scorso a Los Angeles, è stato diretto dal regista statunitense Colin Tilley, è
pura adrenalina unita alla rivisitazione della favola per antonomasia, quella che dinanzi alla vittoria dell’amore
mette a repentaglio la propria vita in un incubo di fiamme, spaccando muri e infrangendo vetri, ma non
riuscendo a raggranellare che un “there’s no tomorrow”. Dopo essere riuscito nell’ardua impresa di plasmare
la musica dance cucendole addosso uno stile nuovissimo ed inconfondibile, oggi il dj francese, produttore egli
stesso della sua musica, ha la capacità di trasformare ogni sua performance in un vero e proprio evento grazie,
anche, allo strascico di fan che arrivano dalla rete. 8 sono i milioni di followers che lo seguono su Twitter, ben
38 milioni i suoi seguaci su Facebook. Numeri da capogiro che non hanno affatto intenzione di arrestarsi.
He has worked with hip-hop and pop artists such as Akon, Kelly Rowland, Black Eyed Peas, Chris Willis, Estelle,
Fergie, Flo Rida, Kid Cudi, Nicki Minaj, LMFAO, Rihanna, Lil ‘Wayne, Ludacris, K’naan , Kylie Minogue, Taio Cruz,
Snoop Dogg, Madonna, Christina Aguilera, Will.I.Am and Jennifer Hudson. For his latest single “Just one last
time,” produced by George H. Tuinfort, Tom Liljegren Ryberg and Alexander, taken from the re-release of his
fifth album “Nothing But the Beat 2.0” he collaborates with the duo pop-alternative Taped Rai, and success,
needless to say, was shot in full. David Guetta, increasingly undisputed king of the dance music never misses
a hit, winning one after the other successful singles and albums. The video of “Just one last time” was shot
last October in Los Angeles, and was directed by the American director Colin Tilley, which is pure adrenaline
combined with the revisiting of the finest love stories, that for the sake of it, the main character, jeopardizes
his own life thrown into a nightmare of flames, smashing walls and breaking glass, but not being able to obtain
a “there’s no tomorrow.”
He’s managed to succeed in the difficult task of shaping dance music into a very new and unmistakable style,
today the French DJ, which is its own music producer, has the ability of turning every performance into a real
event also thanks to a big amount of fans that come from the network. 8 million Twitter followers and 38 million
follow him on Facebook. Outstanding numbers that have no intention of stopping.
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Marco Nils Journal
Txt: Red
it.wikipedia.org/wiki/David_Guetta
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Marco Nils Journal
DESIGN
La sedia “auto-progettata”
Nel cuore di Roma la prima casa realizzata con materiali low cost
LOUIS GHOST
LA CASA DI PAGLIA
All’anagrafe è solo una sedia, ma il suo successo ha contribuito a lanciare il suo progettista nell’Olimpo delle
Archistar. Philippe Starck, sessantaquattrenne architetto e designer francese ringrazia la sua Louis Ghost, e
lei, che sulla torta ha spento ben 10 candeline, in questi anni lo ha più che ricompensato con gli oltre 1,5
milioni di esemplari venduti. Prodotta dalla Kartell, azienda italiana specializzata nella produzione di oggetti
in plastica, nel 2002 è diventata un best seller assoluto. La Louis Ghost è, a detta dello stesso designer,
“auto-progettata”. È una “Luigi qualcosa, una sorta di spettro, di riflesso, l’ombra di una sedia in stile che ho
chiamato Louis Ghost, il fantasma Luigi”, ha raccontato più volte Starck.
La sua caratteristica trasparenza fa si che trovi il suo posto, non solo nelle case private, ma anche negli spazi
collettivi più disparati come bar, ristoranti, … fino ad arrivare addirittura al Teatro dell’Opera di Praga.
Il segreto di tanto successo è svelato dallo stesso autore: «La sedia Louis Ghost è frutto del nostro subconscio
collettivo; essa è il risultato naturale del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro».
“E’ meglio ridere in una casa di paglia che piangere in un castello”, recita un antico proverbio giapponese.
E forse è questo il leitmotive che ha ispirato la realizzazione, per la primissima volta in un contesto urbano
quale il quartiere Quadraro a Roma, della casa di paglia: un edifico ad uso abitativo con struttura in legno e
tamponatura, appunto, di paglia. La realizzazione di questo edificio è frutto dell’architetto Paolo Robazza per
B.A.G. officinamobile.
La casa di paglia, oltre ad essere ecosostenibile e altamente performante sotto il punto di vista energetico,
ha aperto la strada ad un nuovo modo di pensare l’architettura. Questa particolarissima tecnica costruttiva,
nata in America nella seconda metà dell‘800, è stata riscoperta negli anni ’90 del secolo scorso. Nel nostro
Paese sono già diversi gli esempi di case costruite secondo quest’arte, ma quella che sta sorgendo nel cuore
di Roma è il primo esempio di casa “urbana”.
“La casa di paglia respira, è destinata a durare nel tempo - ha spiegato nel corso di una sua intervista
l’architetto Robazza - è efficiente dal punto di vista energetico, calda d’inverno e fresca d’estate, completamente
naturale. In più, il progetto dell’edificio romano, prevede un sistema di raccolta dell’acqua piovana, pannelli
fotovoltaici e il solare termico per energia elettrica e acqua calda. Insomma, una casa ad altissima qualità
a un costo relativamente basso”. Per costruirla, infatti, si spendono circa 1200 euro al metro quadrato.
Ma la casa di paglia ha centrato più di un obiettivo. Oltre infatti a gettare le basi verso un nuovo modo di
costruire, utilizzando materiali che non rilasciano sostanze inquinanti nell’ambiente, si è caratterizzata già
dal suo cantiere che è stato aperto a giovani professionisti, che si sono iscritti ad uno specifico corso di
formazione, che ha permesso loro di imparare questa nuova tecnica e di partecipare attivamente anche ai
lavori di costruzione.
It’s been registered as a chair, but its success has helped the designer to launch it in the Olympus of Archistar.
Philippe Starck, sixty four year old-French architect and designer thanks to Louis Ghost, that this year celebrated
10 years, has been greatly rewarded by selling more than 1.5 million samples. Produced by Kartell, an Italian
company specialized in the production of plastic items, in 2002 it has become a best seller. The Louis Ghost,
according to the designer himself, it’s been “self-designed. It is a “Luigi something,” a kind of spectrum, as a
result, the shadow of a chair in a style that I called Louis Ghost,” the ghost Luigi”, Starck mentioned this more
than ones.
Its transparent characteristic makes it suitable everywhere , not only in private homes, but also in common
areas such as bars, restaurants, ... it’s even acceptable in Prague State Opera.
The secret of this success is revealed by the same author: “The Louis Ghost chair is the result of our collective
subconscious, it is the natural result of our past, present and future.”
Txt: Marco Spera
www.kartellstorela.com
E C O S TY L E
“It ‘s better to laugh in a house of straw than cry in a castle,” says an old Japanese proverb. And perhaps
this is the reason that inspired the creation, for the very first time in an urban environment where the district
Quadraro in Rome, the house of straw: a building for residential use with wooden frame and panned with straw.
The construction of this building is the result of the architect Paolo Robazza to BAG movable workshop.
The house of straw, as well as being eco-friendly and power-highly performed , has pioneered a new way of
looking at architecture. This unique construction technique, born in America in the second half of 800, has
been rediscovered in the 90’s of the last century. In our country there are already several examples of houses
built in this way, but one that is rising in the heart of Rome is the first example of an “urban”house .
“The house of straw is breathing, it is designed to last in time - he explained during an interview with the
architect Robazza -it is cost-effective in terms of energy, warm in winter and cool in summer, and completely
natural. Plus the project of the Roman building, provides for a system of rainwater harvesting, photovoltaic
panels and solar thermal electricity and hot water. Well, a house with very high quality at a relatively low
cost. “to build it, in fact,it will cost about 1200 euro per square meter. But the straw house has hit more than
one target. In addition ,infact ,to lay the foundation to a new way to build,the materials that are being used
don’t release pollutants into the environment,it has characterized the yard that has been opened to young
professionals who are members of a specific training course, which allowed them to learn this new technique
and to participate actively in the work of construction
Txt: Marco Spera
www.bagofficinamobile.org
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Marco Nils Journal
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Marco Nils Journal
PHOTOGR APHY
Vietnam’s Incredible Past and Present
KHAN HMOONG
A volte non servono parole per far rivivere nel presente il passato. Creare una fusione affascinante tra la realtà
di un tempo, che riecheggia solo in ricordi sbiaditi, e l’attuale paesaggio figlio di cambiamenti che nel cuore e
nel cemento mostra i segni di ciò che è diventato.
Il fotografo vietnamita Khan Hmoong, da sempre innamorato della sua terra, in sella ad una bici e con in
mano una nikon D90 ha messo in piedi un progetto fotografico ardito: “Vietnam-Looking into the past”. In un
frame l’artista ha catturato, fondendoli insieme, uno scatto d’epoca su uno scenario attuale. Ogni fotografia è
meticolosamente allineata nella sua destinazione originaria e mostra senza veli i cambiamenti del paesaggio,
facendo rivivere in un istante la storia e la cultura vietnamita. Le foto di cui Hmoong si è avvalso risalgono
all’incirca a 30 o 50 anni fa. La maggior parte di esse ripercorre la guerra in Vietnam tra il 1955 e il 1975. Di
notevole impatto emozionale lo scatto che cattura l’istante in cui, nel 1968, l’esercito di liberazione entra nella
cittadella di Huè, liberandola, e quello che ripercorre, invece, gli ultimi istanti prima della fine del conflitto 7
anni dopo.
E’ il 30 aprile del 1975. All’alba quattro colonne corazzate si mettono in marcia per sferrare, da quattro luoghi
diversi, l’attacco finale a Saigon, la capitale sudvietnamita, marciando verso il palazzo presidenziale, ultima
roccaforte nemica nel centro della città. E’ da poco passato mezzogiorno quando il carro 843, un T54 di
fabbricazione sovietica, ancora coperto da uno strato mimetico di foglie di cocco, comandato dal capocarro
Bui Quang Tanh, sfonda il cancello del palazzo presidenziale di Doc Lap accogliendo così la resa di quel che
resta dell’esercito Usa.
Sometimes you do not need words to recall the past. Create a fascinating fusion between the reality of the
past, which echoes only in fading memories, and the present landscape, son of changes, that in the heart and
in the cement shows signs of what he has become.
Hmoong Khan, a Vietnamese photographer, has always been in love with his country, holding a Nikon D90
while riding his bike has set up a bold photographic project: “Vietnam-Looking into the past.” In a frame, the
artist has captured, blending them together, one click on a vintage present scenario. Each photograph is
carefully aligned in its original purpose, and shows unveiled changes of the landscape, reliving instantly the
history and Vietnamese culture. The image that Hmoong has used date back to about 30 or 50 years ago. Most
of them show the war in Vietnam between 1955 and 1975. Of great emotional impact is the shot that captures
instant images of when, in 1968, the Liberation Army enters the citadel of Hue freeing it, also recalling some
events before the end of the war seven years later.
It‘s 30 April 1975. At dawn, four armoured columns are marching, from four different directions for the final
attack on Saigon, the South Vietnamese capital, marching towards the presidential palace, the last fortress of
the enemy in the city center. It ‘just past noon when the carriage 843, a Soviet-made T54, still covered with
a camouflaged layer of coconut leaves, commanded by chief Bui Quang Tanh, breaks through the gate of Doc
Lap presidential palace accepting the surrender of what is left of the U.S. army.
Txt: Red
http://www.chupanhdao.com
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Marco Nils Journal
http://www.flickr.com/photos/hmoong
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Marco Nils Journal
STREET FOOD
WORLD
From Medio Oriente a fast food without confusion
FALAFEL
Dopo aver sfamato per secoli i popoli del Medio Oriente si sono conquistati un posto d’onore nella classifica dei
migliori street food del mondo. Sono i Falafel, una vera e propria esplosione di aromi concentrata in semplici
crocchette di ceci macinati, aglio, coriandolo e altre spezie, servite da sole o più spesso usate come ripieno
del pane pita insieme alla salsa tahina, una salsina ai semi di sesamo, o una salsa allo yogurt e accompagnati
da verdure fresche. Uno spuntino veloce ed economico, acquistabile più o meno ovunque,
che rappresenta una vera e propria esperienza da assaporare già dalla fila. Si perché, se
si è fortunati, durante l’attesa per acquistarli se ne può ricevere uno in regalo dal cuoco
direttamente dalla friggitrice. I Falafel sono apprezzati da tutte le comunità che convivono
in Israele, qualunque sia la loro religione. I palestinesi di Gerusalemme est e quelli del
quartiere di Jaffa, a sud di Tel Aviv, servono e mangiano Falafel proprio come gli israeliani
di origine ebraica, che li ammettono in quanto interamente vegetali e conformi ai precetti
kosher che regolano l’assunzione e la preparazione degli alimenti nella religione ebraica.
Dove gustare i più gustosi Falafel? Tutti gli israeliani si vantano di conoscere il posto in
cui vengono cucinati meglio, ma Gabai, in Bograshov St, a Tel Aviv, è sicuramente una
garanzia. Al costo di 15 NIS (circa € 3) potrete gustare una manna, cioè una porzione di
polpettine servite con la pita.
Up to now they have been feeding Middle East people for centuries and because of this
they have achieved a place of honor as the best street food in the world. These are the
Falafel, a real explosion of flavors concentrated in simple croquettes ground chickpeas,
garlic, coriander and other spices, served alone or mainly used for filling pita bread with
tahini sauce, a sauce with sesame seeds, or a yogurt sauce and with the addition of fresh
vegetables. A quick and cheap bite, that you can find almost everywhere, which is a real
experience to taste while you’re waiting to be served. Yes, because if you are lucky, while
you’re waiting, the chef as a reward gives you a taste directly from the frying pan. The
Falafel are appreciated by all communities living in Israel, whatever their religion. The
Palestinians of East Jerusalem and those in the neighborhood of Jaffa, south of Tel Aviv, serve and eat Falafel
just as Israelis of Jewish origin, which they are allowed to eat because they are mainly kosher vegetables which
control the assumption and the preparation of how the food is prepared within the Jewish religion.
Where can you taste the most delicious Falafel? All Israelis claim that they always know the best place in which
they are cooked better, but Gabai, in Bograshov St, Tel Aviv, is certainly a guarantee. At a cost of 15 NIS (about
€ 3) you can have a big treat, ie a portion of meatballs served with pita bread.
Txt: Red
www.lonelyplanetitalia.it
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Marco Nils Journal
The city that never sleeps, between tradition and modernity
TEL AVIV
Ha già 100 anni, ma non li dimostra. Si, perché Tel Aviv, la prima città ebraica moderna costruita in Israele,
è in fermento 24 ore su 24. La sua architettura Bauhaus, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, le
ha conferito il soprannome di “Città Bianca”, e con i suoi oltre 20 musei, tra cui quello della Terra di Israele
(Ha’aretz) e il famosissimo museo d’Arte di Tel Aviv, la città è il centro nazionale della cultura; un’autentica
metropoli cosmopolita, dove tradizione e modernità si incontrano, tra contemporaneità e le vie dei tempi
antichi: la sua linea di confine più a sud, il porto di Jaffa, possiede una storia che risale almeno a 5000 anni
fa. Tel Aviv è una nuova frontiera, un incubatore da cui, già da diversi anni, il mondo attinge. Grazie anche
alla genialità di alcuni stilisti israeliani, la città si è fatta promotrice di uno stile nuovo, alleggerito da cliché
e simboli ingombranti che ha saputo trasformare in semplice accessorio. Ma è la vita notturna che trova in
Tel Aviv l’apoteosi: sulle sue spiagge d’oro, party e grigliate iniziano mentre il sole sta appena accarezzando
l’orizzonte e, quando è tramontato, ognuno si sta già muovendo verso gli eleganti ristoranti di Jaffa o del
centro, i caffè e i clubs, che rimarranno aperti fino all’alba. Difficile è poi non lasciarsi inebriare dagli
innumerevoli mercatini delle pulci che si affacciano lungo le sue strade. Il periodo migliore per visitare Tel
Aviv? Sicuramente la primavera o l’autunno. Aprile, maggio, settembre e ottobre sono, infatti, i mesi in cui
vengono registrate le temperature più miti. Il resto dell’anno è generalmente caratterizzato da grande caldo
nei mesi estivi e da frequenti piogge e da un clima particolarmente freddo d’inverno.
It is a 100 years old, but it does not show. Yes, because Tel Aviv, the first modern Jewish city built in Israel,it is
always on the go 24 hours round. Its Bauhaus architecture, a UNESCO World Heritage Site,which it has given
the nickname of “White City”, and with more than 20 museums, including the Land of Israel (Ha’aretz) and
the famous museum ‘Art in Tel Aviv, the city is a national center for culture, a real cosmopolitan city, where
tradition and modernity meet, mingled with contemporary and ancient times: there’s a border line to the south
, the port of Jaffa , its history dates back to 5,000 years ago. Tel Aviv is a new ancient frontier, an incubator
from which, for many years, the world draws. Also thanks to the brilliance of some Israeli designers, the city
has promoted a new style, lightened by clichés and bulky symbols transformed into a simple accessory. But
it is the night life in Tel Aviv the apotheosis: on its golden beaches, parties and barbecues take place while
the sun is just toying the horizon, and when it is gone, everyone is already moving towards the elegant Jaffa
restaurants , cafes and clubs that stay open until dawn. Then it is difficult not to be inebriated by the many
flea markets along its streets. The best time to visit Tel Aviv? Surely spring or autumn. April, May, September
and October are, in fact, the months in which are recorded with milder temperatures. The rest of the year is
generally characterized by extreme heat during the summer months with frequent rainl and , cold in winter.
Txt: Red
www.goisrael.it
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Marco Nils Journal
The city that never sleeps, between tradition and modernity
WORLD
5 THINGS TO DO
1> Colazione al Porto di Tel Aviv: Conosciuto come “la centrale del divertimento” di Tel Aviv, il rinato porto (“namal” in Ebraico)
è una tappa d’obbligo per chi si trova in città. Il tortuoso deck in legno (la cui forma s’ispira alle dune di sabbia del posto) si
estende per oltre un chilometro e mezzo lungo uno dei più bei litorali del Mediterraneo.
2> Una mattinata al Mercato delle pulci di Jaffa: a sud di Tel Aviv, nel cuore della parte araba della città, ogni mattina, migliaia
di bancarelle invadono l’area del vecchio mercato. Dopo la lunga scarpinata, potrete mangiare falafel, kebab, hummus e altre
pietanze tipiche dirigendovi verso il mare e verso la torre dell’orologio.
3> Giocare a “matkot” sulla spiaggia: due racchette di legno, una pallina di plastica e l’acqua fresca del Mediterraneo. Sono gli
ingredienti per divertirsi sulle spiagge d’oro della città. Giocando a quello che in molti definiscono “lo sport nazionale”.
4> Un giorno allo HaYarkon Park: una delle gemme verdi di Tel-Aviv. Qui si può fare jogging, kayak, passeggiare o semplicemente
rilassarsi
5> Atletica lungo la “New Promenade”: quasi tutti i telavivini presentano una forma fisica pressochè perfetta. Merito, soprattutto,
dell’intensa attività fisica che li tiene impegnati anche per tre ore al giorno. Attività che si svolge lungo tutta la promenade che
costeggia il mare. Dal porto cittadino (a nord) fino al porto di Jaffa (al sud).
SPORT
http://1.bp.blogspot.com/-y8jQ7eZdA6Y/UBcxqwiipHI/AAAAAAAABNg/Zcw3IrTywTo/s1600/slukovakolocova.jpg
TEL AVIV
http://www.centurion-magazine.com/typo3temp/pics/17ec9bde88.jpg
http://losvaciosurbanos.blogspot.it/2010/10/tel-aviv-port-public-space-regeneration.html
The sexy icons of beach volley
KRISTYNA KOLOCOVA E
MARKETA SLUKOVA
Creano scompiglio tra gli spettatori ogni volta che scendono in campo, pardon sulla sabbia. Sarà perché la loro mise è, spesso, un
succinto bikini che unito al loro alto livello di competizione crea una miscela davvero esplosiva. Kristyna Kolocova e Marketa Slukova,
sono il duo di beach volley della Repubblica Ceca che si è fatto notare, non solo per il talento, alle Olimpiadi di Londra 2012. Per
le due bellissime atlete, che si sono aggiudicate il 5° posto, i Giochi Olimpici sono stati un trampolino di lancio verso un agonismo
di livello mondiale. Kristyna, soprannominata Kiki, classe 1988, è la più bassa delle due. Per lei solo - si fa per dire - 1,70 cm di
altezza per 62 kg. Nata a Nymburk, comincia a giocare a pallavolo solo – dice lei – perchè brava a dodgeball (uno sport di squadra
nato come evoluzione agonistica della comune palla prigioniera). Poi a 17 anni è colpo di fulmine per il beach volley, e da 7 gioca in
coppia con la Slukova. Marketa, detta Miki, ventiquattrenne anche lei, praghese doc, inizia a 5 anni la sua carriera sportiva. I primi
7 anni della sua vita li trascorre praticando ginnastica, una disciplina che abbandona per la sua fisicità, che oggi ha numeri da Top:
68 kg su un’altezza di 1,80 cm. La sua avventura nel mondo della pallavolo comincia così un po’ per caso. Fino ai 19 anni fa parte
dell’Olymp Praga Club, poi l’incontro con Kiki, e da lì i primi successi nel beach volley, e lo scorso anno, il sogno che diventa realtà
con la partecipazione alle Olimpiadi. Oggi il loro successo, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, è cronaca sportiva. Good luck girls!
1> Breakfast at the Port of Tel Aviv: Known as “the fun center “ in Tel Aviv, the reborn port (“namal” in Hebrew) is a must for
those who are in town. The winding wooden deck (whose shape is inspired by the sand dunes of the place)it extends for over a
mile along one of the most beautiful coasts of the Mediterranean.
2> A morning at the flea market of Jaffa south of Tel Aviv, in the heart of the Arab part of the city, every morning, thousands of
stalls crowd the area of ​​the old market. After the long tiring walk, you can eat falafel, kebabs, hummus and other dishes typical
heading towards the sea and the clock tower.
3> Playing “matkot” on the beach: two wooden racquets, a plastic ball and the fresh water of the Mediterranean. These are the
ingredients to have fun on the golden beaches of the city. Playing in what many call the “national sport”.
>4 A day at HaYarkon Park: one of the green gems in Tel-Aviv. Here you can jog, kayak, walk or just relax
>5 Athletics on the “New Promenade” almost all telavivians are almost perfectly fit . Thanks to all the intense physical activity
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Marco Nils Journal
that keeps them occupied for three hours a day. This training takes place along the promenade by the sea. From the port city
(north) to the port of Jaffa (in the south).
They amuse the audience by looking at them, every time they are playing on the sand. It could be because of their tiny bikini combined
with their high competitive level which creates a very explosive mixture. Kristyna Kolocova and Marketa Slukova are the beach volleyball
duo of the Czech Republic that you can’t help noticing, not only for their talent, at the 2012 London Olympics. For two wonderful
athletes who have gained the 5th place, the Olympic Games have been a stepping stone to a competitiveness world level. Kristyna,
nicknamed Kiki, born in 1988, is the smaller of the two. Only for her 1.70 cm height and 62 kg. Born in Nymburk, starts playing
volleyball solo - she says - because she was good at dodge ball (a team sport started as a competitive evolution of the ordinary dodge
ball). Then at 17 years old she fell in love with beach volleyball, and for 7 years she has played in duo with Slukova. Marketa, called
Miki, she’s also twenty-four, from Prague, at five she starts her sport career. The first seven years of her life she spends practicing
gymnastics, a discipline that she leaves for her physics, thanks to that today she has gained Top measurements : 68 kg and a height of
1.80 cm. Her adventure in the world of volleyball begins a little bit by chance. Until the age of 19 she is member of the Olymp Prague
Club, then she meets Kiki, and from there the first success in beach volleyball, and last year, the dream that comes true by participating
at the Olympics. Today their success on and off the pitch, is a sport news. Good luck girls!
Text: Red
www.kolocova-slukova.cz
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Marco Nils Journal
FASHION
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