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ss014 journal #issue number thr3e

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ss014 journal #issue number thr3e
JOURNAL
SS014
CONTENTS:
COMMUNITY - FASHION - STYLE - PEOPLE - SOCIAL
ARTS - ENVIRONMENTS - MADE IN ITALY - STREET FOOD
GLOBETROTTER
#ISSUE
NUMBER
THR3E
CONTENTS
MARCO NILS JOURNAL
Fashion
123 ANNI
DELLO
SMOKING
Style
9 LETTERE
PER UN
MUST-HAVE
DEL GUARDAROBA
People
20 ANNI
DALLA MORTE
DI AYRTON
SENNA
QUESTA È UNA COPIA OMAGGIO E NON È IN VENDITA
Le leggi italiane ed internazionali sul Copyright proteggono tutte le parti dei nostri servizi
Le inserzioni pubblicitarie di questa issue sono a titolo gratuito, lo spazio ad esse destinato
fotografici di questo numero. Il permesso ad utilizzare qualsiasi parte ivi contenuta deve
all’interno del “Marco Nils Journal” è esclusivamente attribuibile ad esigenze grafiche e non a
essere concesso per iscritto prima dell’uso. è proibita la riproduzione totale o parziale, in
scopo di lucro da parte della New Fly Industries srl che non riceve alcun compenso dalle società
qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, senza l’esplicito permesso scritto. Il diritto di copia di
titolari dei marchi: Peta, Fondazione Marco Simoncelli.
ogni immagine fotografica pubblicata sul “Marco Nils Journal-Issue Number Three” resta dei
rispettivi proprietari o titolari ed è protetta dalle leggi italiane ed internazionali sul Copyright.
Pertanto neppure in parte, potrà essere copiato, modificato, distribuito o rivenduto, tanto meno
per fini di lucro o per trarne qualsivoglia utilità.
four
ISSUE N.3
Social
500 POSTI
A SEDERE
NELL'
ARK NOVA
Made in Italy
2007
NASCE
EATALY
Arts
2013 SU
INSTAGRAM
SPOPOLA
JAVIER
PEREZ
Street food
Environments
Globetrotter
101 ETTARI
DI ESTENSIONE
PER IL GARDENS
BY THE BAY
DI SINGAPORE
2014 L'ANNO
DELLA FINALE
DEI MONDIALI
DI CALCIO A
RIO DE JANEIRO
2 GLI
STREET FOOD
PIù ALLA MODA
IN BRASILE
THIS IS A FREE COPY, NOT FOR SALE
The Italian and international copyright laws protect all the photos included in this journal. Total
Advertising images are for free and their appearance inside the “Marco Nils Journal” only
or partial reproduction in any form is forbidden without any written contract. The copyright
depends on graphic requirements. New Fly Industries srl doesn’t receive any payment from the
of the pictures in this “Marco Nils Journal-Issue Number Three” belong to the owners and
owners of the brands: Peta, Fondazione Marco Simoncelli.
are protected by the italian and international copyright laws. This journal cannot be copied,
modified, distributed or sold back for any use, neither can be copied, modified, distributed or
sold back in any part of it.
five
MARCO NILS JOURNAL
MN
COMMUNITY
MARCO’S BLOG
INTERACTING WITH THE
WORLD OF MARCO NILS
Marco Nils is more and more 2.0.
Besides the platforms of social media which where present
from their start, the brand, from September 2013, uses an
extra instrument for interaction between the website and the
user: Marco’s blog.
This “diary on the net”, which follows closely the Marco
Nils Journal, regularly informs the reader about the new
collections of the brand, creating – with text and through
post/outfit - real style tips.
The basis of this project is dynamic, a characteristic which
has facilitated the interaction between blog and the “Social”
sector and that quickly allowed us to be recognizable for
our followers.The participation factor is definitely the one
we have focused on from the start of our blog network. All
visitors can express their own opinions, appreciate or criticize
commenting on every piece published in a continuous
dialogue that enriches the reader and the brand.
Marco’s blog is an open door to those aspects of the
company that we want to share and promote. Day after day
it has been a continuous growing, and our “followers” have
become more and more numerous and international. This
encourages us to continue and further improve our project.
To discover Marco’s blog just click on the link
http://www.marconils.com/blog/.
Marco Nils è sempre più 2.0.
Accanto alle piattaforme di condivisione di media presenti
fin dalla sua nascita, il brand, da Settembre 2013, si avvale di
un ulteriore strumento di interazione tra il sito web e l’utente:
il Marco’s blog.
Questo “diario in rete”, che segue a ruota il Marco Nils
Journal, informa periodicamente il lettore su tutte le novità
delle collezioni del brand, dando vita - in forma testuale e
attraverso post/outfit - a veri e propri suggerimenti di stile.
Alla base del progetto c’è dinamicità, una caratteristica che
ha facilitato l’interazione tra esso e la sfera “Social” e che in
maniera rapida ci ha permesso di essere riconoscibili ai nostri
followers. Il fattore partecipazione è sicuramente quello su cui
abbiamo puntato fin dall’esordio del nostro blog in rete. Tutti
i visitatori possono esprimere il proprio parere, apprezzare o
criticare commentando ogni singolo contenuto pubblicato,
in un continuo confronto che arricchisce lettore e brand.
Marco’s blog è una porta aperta sugli aspetti dell’azienda che
vogliamo condividere e promuovere. Giorno dopo giorno
è stato un continuo crescendo, e i nostri “seguaci” sono
diventati sempre più numerosi ed internazionali. Uno sprone
questo per noi, che ci invoglia a continuare e a migliorare
ancor più il nostro progetto.
Per scoprire Marco’s blog basta un semplice click sul link
http://www.marconils.com/blog/.
Enjoy, Marco Nils
Enjoy, Marco Nils
six
MN
MARCO NILS JOURNAL
FASHION
SMOKING
SMOKING
THE ETERNAL "DARK"
FASCINATION
Si sprecano parole e aneddoti su come e quando fu indossato il primo smoking - intanto “lui” - iconico, beffardo e ricercato,
festeggia i suoi 123 anni e pare non sentirli affatto. Gli americani lo chiamano “tuxedo”, gli inglesi “dinner jacket”. Per tutti lo smoking
è l’abito per eccellenza. Non esce mai di casa prima delle 18:00 - il sole non gli è amico, preferisce la notte - per i “passatisti” non
v’è altro colore che il nero sinonimo di impeccabilità e garanzia. Il primo ad indossare uno smoking interamente blu fu il Duca di
“Windsor”, innovatore e cultore del buon gusto. Allo stesso modo stilisti e designer, lasciatisi alle spalle l’hollywoodiano “white tie”,
danno spazio a capi variopinti, dalle fantasie illogiche o perfettamente squadrate. Sfilano in passerella il tartan di Gucci, le stampe
pittoresche e ipercromatiche di Roberto Cavalli, le giacche “en velours” di Alexander McQueen. Indossare uno smoking non è
semplice come pare, esistono vere e proprie regole. Si comincia con il papillon “en satin”, annodabile esclusivamente a mano,
giacca monopetto o doppiopetto con uno o due bottoni, camicia rigorosamente bianca con maniche spesse (possibilmente
impreziosite da gemelli di buon gusto), fusciacca o “cummerbund”, pantaloni scuri senza risvolto e scarpe “pumps” scollate. Il
tutto deve, naturalmente, essere accompagnato da una buona dose di “self confidence” e un tocco di personalità, per rendere
chi lo indossa esclusivo e irripetibile.
Think classy, stay classy, wear smoking.
eight
www.fashionblog.it; www.luxgallery.it
ISSUE N.3
There are a lot of wasted words and anecdotes about how and when the first smoking was worn - meanwhile “he” - the iconic,
ironic and sophisticated, is celebrating its 123 years and apparently he doesn’t feel them at all. The Americans call it “tuxedo”, the
English “dinner jacket”. For everybody the smoking is a suit for excellence. He never leaves home before 18:00 - the sun is not
his friend, he prefers the night - for the “traditionalists” there is no other color than black synonym of impeccability and warranty.
The first to wear a complete blue smoking was the Duke of “Windsor”, innovator and a lover of good taste. In the same way
stylists and designers, leaving behind the Hollywood “white tie”, give space to colorful clothes, with illogical fantasies or perfectly
squared. On the catwalk you find Gucci tartan, picturesque and hyper chromatic prints of Roberto Cavalli and jackets “en velours”
by Alexander McQueen. Wearing a smoking is not as simple as it seems, there are true and precise rules. It begins with a bow tie
“en satin”, tied only by hand, single- or double-breasted jacket with one or two buttons, white shirt with thick sleeves (possibly
enhanced by tasteful twins), sash or “cummerbund”, dark trousers without lapel and unstuck “pumps” shoes. This must, of course,
be accompanied by a good dose of “self confidence” and a touch of personality to make who wears a smoking unique and
unrepeatable.
Think classy, stay classy, wear smoking.
nine
MN
MARCO NILS JOURNAL
STYLE
PANTALONE
PANTALONE
IN 9 LETTERS
A STORY
TO BE
DISCOVERED
«Non tutto ciò che è “di moda” è davvero “attuale”» scriveva il filosofo
e storico italiano Paolo Rossi Monti nel suo libro, del 1982, Che cosa
fanno oggi i filosofi?
Al mattino uno dei problemi principali che ognuno di noi si pone è
“Cosa indosserò oggi?” e ciò che non può mancare nel guardaroba,
maschile o femminile che sia, è il pantalone che può essere di
diversi tipi: bermuda, blue-jeans, a zampa di elefante, a vita bassa.
Nonostante siano adatti per diverse situazioni, e quindi indossati
frequentemente, il più delle volte non sappiamo da dove derivi il loro
nome e quale sia la loro storia.
Il termine pantalone nasce in Francia nel 1650 dove per “pantalons”
si indicava l’indumento largo indossato da Pantalon de’ Bisognosi,
celebre personaggio della Commedia dell’Arte. Egli portava brache
larghe e lunghe, non adatte e in contrasto con la moda di quel
periodo. La prima donna ad indossare i pantaloni fu nell’ 800 Amelia
Bloomer e questa sua azione ritenuta “provocatoria” suscitò diversi
scandali.
Durante il corso degli anni, il pantalone ha subito diverse evoluzioni.
Nel 1948, mentre il politico e filosofo Gandhi viene assassinato a
Nuova Delhi, l’Italia vince otto medaglie d’oro alle olimpiadi di Londra,
nel Sud America le elezioni sono vinte dal partito nazionalista fautore
dell’apartheid, e Sonja de Lennart disegna il famoso “pantalone
alla Capri”, il cui nome deriva dall’isola omonima dove si diffuse
abbondantemente già nei primi anni cinquanta. Questo pantalone
- denominato anche pinocchietto - le cui gambe terminano a metà
polpaccio, raggiunge il successo grazie allo show televisivo “The Dick
Van Dyke Show”, in cui il personaggio di Laura Petrie, interpretata
dalla famosa attrice Mary Tyler Moore, li indossava abitualmente.
Prime testimonial di questa nuova moda furono Brigitte Bardot e
Audrey Helpburn, e più di recente l’attrice simbolo degli anni novanta
Uma Thurman, che li indossa nel film-cult Pulp Fiction. Nonostante
esso sia nato come indumento femminile, sembra che non abbia
attirato l’attenzione soltanto del gentil sesso… infatti partendo dal
tennista spagnolo Rafael Nadal - attuale numero 1 al mondo della
classifica ATP - il pantalone in stile Capri ha raggiunto un’importanza
tale da costituire “il pezzo forte” nel guardaroba maschile durante il
periodo primaverile-estivo.
Audrey Hepburn
ten
ISSUE N.3
«Not everything that is “fashionable” is really “actual”» wrote the Italian philosopher and historian Paolo Rossi Monti in his book, of 1982,
What do today’s philosophers?
In the morning one of the first things everyone is asking is, “What am I going to wear today?” and what can not be missed in a wardrobe,
male or female, are pants that can be of different types: shorts, jeans, wide leg, low waiste. Although they are suitable for different situations,
and worn frequently, most of the time we do not know where their name derives from and what their history is.
The term pants was born in France in 1650 where “pantalons” stood for the wide garment worn by Pantalon de’ Bisognosi, a famous
character of the Commedia dell’Arte. He wore breeches, wide and long, unsuitable and contrary to the fashion of that period. The first
woman to wear pants in 800 was Amelia Bloomer and her provocative action caused several scandals.
Over the years, the pants have undergone several evolutions. In 1948, while the politician and philosopher Gandhi was assassinated in New
Delhi, Italy won eight golden medals at the Olympics in London, in South America elections were won by the Nationalist party supporter
of apartheid, and Sonja de Lennart draws the famous “Capri pants”, whose name comes from the island where those pants were already
abundantly worn in the early fifties. These pants - also known as pinocchietto- whose legs end halfway the calf, achieve success thanks to
the TV show “The Dick Van Dyke Show”, in which the character of Laura Petrie, played by actress Mary Tyler Moore wore them regularly.
First testimonials of this new fashion was Brigitte Bardot and Audrey Helpburn, and more recently the actress symbol of the nineties Uma
Thurman, wearing them in the cult movie Pulp Fiction. Although it was born as a female garment, it seems that it has not only attracted the
attention of female ...in fact, starting with the Spanish tennis player Rafael Nadal - current world number 1 in the ATP rankings – the Capri
pants have become so important that they became “the highlight” in a male wardrobe during the spring-summer period.
Uma Thurman / Pulp Fiction
eleven
Rafael Nadal
MARCO NILS JOURNAL
SPRING SUMMER COLLECTION 2014
É ancora lui, il Denim, il capo must have della primavera 2014.
Strappato, abraso, borchiato, in blu o azzurro, messo sopra
o sotto, utilizzato come elemento complementare o puro,
è lui il protagonista della stagione, per un look formale o casual
ma sempre cult. Noi ve lo proponiamo in nuovi lavaggi
e in accostamenti innovativi.
Curiosi di scoprirli? Allora che aspettate…voltate pagina…
Still him , the Denim, the must have item of Spring 2014.
Torn, abraded, studded, blue or azure, worn above or under,
used as a complementary element or pure, he is the undisputed
protagonist of the season, for a formal look or casual but
still a cult. We recommend you new washed and innovative
combinations. Curious to discover them?
So what are you waiting for...turn the page...
twelve
ISSUE N.3
thirteen
MARCO NILS JOURNAL
fourteen
ISSUE N.3
fifteen
MARCO NILS JOURNAL
sixteen
ISSUE N.3
seventeen
MARCO NILS JOURNAL
eighteen
ISSUE N.3
nineteen
MARCO NILS JOURNAL
twenty
ISSUE N.3
twenty-one
MN
PEOPLE
AYRTON
AYRTON
SENNA
SENNA
A LEGEND
BEHIND THE MAN
“C’è una certa dose di rischio nelle corse automobilistiche e la
F1 - come sapete - fa parte di queste corse. Così quando guidi,
fai le prove o corri, sei esposto a dei rischi. In una frazione di
secondo puoi non esserci più, e in questo modo capisci che tu
non sei nessuno, che all’improvviso la tua vita può finire. Ciò fa
parte di questo mestiere, o lo affronti da professionista in modo
distaccato, o altrimenti lasci perdere e smetti. Si da il caso che
io ami troppo quello che faccio per lasciare semplicemente
perdere. Non posso, è parte della mia vita”.
Rispondeva così ad una intervista, rilasciata dopo una sua
ennesima vittoria, Ayrton Senna considerato uno dei piloti
di Formula 1 più forti di tutti i tempi, nella piena consapevolezza
che quella sua passione, diventata poi lavoro, lo avrebbe portato
sempre più a spingere al limite la sua monoposto e che, forse
un giorno, il suo essere a volte troppo competitivo o intenso,
come amava sempre definirsi, lo avrebbe esposto ad un rischio
davvero alto.
Campione assoluto in condizioni di asciutto, è sul bagnato che
Senna è riuscito in imprese entusiasmanti diventando, dopo la
sua morte nel 1994 nella curva del Tamburello durante il Gran
Premio di San Marino, una leggenda delle corse di F1.
Per anni è stato il suo”duellare” con gli avversari e, soprattutto,
la sua acerrima rivalità con Alain Prost e la sua battaglia contro”il
sistema” - che ad un certo punto lo prende di mira - a tenere
banco. E poi la sua grande umanità, quel talento fuori dal
normale e il desiderio di migliorarsi sempre e di non tirarsi mai
indietro che lo condusse a vincere tre titoli mondiali. E ancora
l’amore per la sua famiglia e la sua grande fede, e su tutto la
voglia di fare qualcosa di speciale qualcosa di più che vincere
un titolo. Da sempre vicino alla sua terra, il Brasile, divenne per
i suoi concittadini motivo di orgoglio e rivalsa nei confronti”dei
ricchi del mondo”, e le immagini dei brasiliani in lacrime fecero
il giro di quel mondo che, a distanza di vent’anni dalla tragedia,
ancora lo ricorda e lo commemora. Una morte, quella di Senna,
che nonostante gli anni, lascia aperti tanti interrogativi e che
si trasforma in un abbraccio eterno come recita la frase di San
Paolo sulla lapide della sua tomba:”Niente mi potrà separare
dall’amore di Dio”.
twenty-two
MARCO NILS JOURNAL
ISSUE N.3
There is a quite high risk in motor racing and
F1 - as you know – it’s part of these races. So
when you drive, doing tests or run, you are
exposed to risks. In a fraction of a second you
can be gone, and in this way you know that
you’re nobody, suddenly your life can end.
This is part of this job, or you deal with it as a
professional in a detached way, otherwise you
forget it and stop. I just love too much what I
do to let loose. I can’t, it’s part of my life.
This is how he responded to an interview given
after one of his many victories, Ayrton Senna
is considered one of the strongest Formula
1 drivers of all times, being aware that his
passion turned into work, would have brought
him more and more to push the limits of his
car and that maybe one day, his sometimes
being too competitive or intense, as he liked
to always be defined, would have exposed
him to a very high risk.
Absolute champion on dry ground, it was on
wet ground that Senna managed to make
exciting results becoming, after his death in
1994 in the curve of Tamburello during the
Grand Prix of San Marino, a F1 legend.
For years it was his”duel” with opponents
and, above all, his bitter rivalry with Alain
Prost and his battle against”the system” - that
at a certain time points on him - to keep the
bench. And then it was his great humanity, his
talent out of the ordinary and the desire to
always improve and never pull back that led
him to win three world titles. And besides that
the love for his family and his great faith, and
above all the desire to do something special
something more than winning a title. Always
close to his homeland, Brazil, he became for
the people of his country a source of pride
and revenge against”the rich of the world”,
and the images of Brazilians in tears went all
around the world, and twenty years after the
tragedy, still remember and commemorate
him. A death, the one of the Senna, which
despite time, leaves many questions open
and which turns into an eternal embrace
as stated in the phrase of San Paolo on his
tombstone:”Nothing can separate me from
the love of God.”
twenty-three
MARCO NILS JOURNAL
MN
SOCIAL
ARK
ARK NOVA
NOVA
A TRAVELLING WORK
OF ART FOR TSUNAMI
www.arktetonix.com.br
Si chiama Ark Nova, letteralmente “Nuova Arca”, la prima sala gonfiabile del mondo
nata per riportare, attraverso la musica, il sorriso e la speranza nelle aree del Giappone
maggiormente colpite dallo tsunami del 2011.
Questo creativo, quanto ardito, progetto è stato messo in piedi dall’architetto
nipponico Arata Isozaki e dall’artista indo-inglese Anish Kapoor.
Ark Nova ha fatto il suo debutto nella città di Matsushima, nel corso del Lucerne
Festival e, da allora, sta ospitando concerti, eventi e workshop a livello mondiale
spostandosi costantemente da un sito all’altro del Giappone, senza particolari spese
o spreco di risorse.
Si tratta a tutti gli effetti di un’opera d’arte itinerante, concepita come un teatro
trasportabile, realizzata con una sottile membrana elastica viola, estremamente
versatile e facilmente gonfiabile senza grossi accorgimenti. Se all’esterno Ark Nova
si presenta, quindi, come un gigantesco palloncino gonfiato, all’interno è tutt’altra
musica. Il legno, infatti, è l’elemento che caratterizza palchi, panche e pavimento. Ci
sono posti a sedere per più di 500 persone ed un impianto sonoro alla stregua dei
grandi teatri nel mondo.
twenty-four
It’s called Ark Nova, literally “New Ark” ,
the first inflatable hall in the world was
born to bring a smile and hope, through
music, in those areas of Japan most
affected by the tsunami of 2011.
This creative and daring project was
set up by the Japanese architect Arata
Isozaki and by the indian-english artist
Anish Kapoor.
Ark Nova made its debut in the city of
Matsushima, at the Lucerne Festival,
and since then, it is hosting concerts,
events and workshops from all over
the world constantly moving from
one site to another in Japan, without
any particular expenses or waste of
resources.
It is a piece of travelling art to all effects,
designed as a transportable theater,
made of a thin purple elastic membrane,
extremely versatile and easily inflatable
without any big precautions. If outside
Ark Nova presents itself as a giant
inflated balloon, inside it is a completely
different music. Wood, in fact , is the
characterizing element of the stages,
seats and floor. There are seats for more
than 500 people and a sound system
which can be compared to those of the
largest theaters in the world.
ISSUE N.3
MN
ARTS
JAVIER
JAVIER PeREZ
PeREZ
WHEN REALITY
BECOME COMICS
@cintascotch
La realtà può avere un’anima diversa se chi la guarda ha genialità e fantasia da vendere.
Così il mondo può diventare un dolce e rotondo biscotto con un continente che sa di
crema alla vaniglia, e una ballerina può danzare su gambe di forbice sulle note di una
tromba dal corpo di graffetta. Javier Pérez è tutto questo e altro ancora. I suoi disegni
fatti a mano superano il limite impostogli dal foglio di carta, e dallo schizzo di matita
si animano grazie ad oggetti raccattati qua e là dalla quotidianità. Ed ecco che, in un
batter di mani, due linguette di una bibita in lattina si trasformano in due occhi pronti a
scorgere nuovi orizzonti, scenari bizzarri in cui è possibile osservare un dinosauro venir
fuori da una spirale di un quaderno, o un respiro da polmoni di mandarino. Le illustrazioni,
tante, divertenti, geniali, postate sul profilo Instagram dell’artista ecuadoriano, hanno
fatto il giro della rete, facendo totalizzare a @cintascotch (questo l’account di Javier) un
numero impressionante di visualizzazioni, forse perché la voglia di sognare resta sempre
tanta, e spesso la realtà è meglio guardarla dal lato di un fumetto.
Reality may have a different soul when who looks at it has geniality and imagination
to sell. Like this the world can become a sweet and round cookie with a continent
that tastes like vanilla cream, and a ballerina can dance on scissor legs on the notes
of a trumpet made from the body of a paper clip. Javier Pérez is all this and more.
His handmade designs exceed the imposed limits of a paper sheet, and a pencil
sketch comes to life thanks to every day objects taken from here and there. And
that’s how in a handclap, two tabs of a can are turned into two eyes ready to see new
horizons, bizarre scenarios in which you can see a dinosaur come out of a spiral of a
notebook, or a breath from lungs made of mandarins. The many illustrations, funny,
brilliant, posted on the Instagram profile of the Ecuadorian artist, are going around
the net, making totalize to @cintascotch (this is the account of Javier) an impressive
number of views, perhaps because the desire to dream remains big, and often it is
better to see reality through a comics.
twenty-five
MN
ENVIRONMENTS
Gardens
by the bay
SINGAPORE
twenty-six
MARCO NILS JOURNAL
ISSUE N.3
www.gardensbythebay.com.sg
INNOVATION
AND SUSTAINABILITY
Alzare la qualità della vita, migliorando la
vegetazione e la flora in città. È questo il
compito che il governo di Singapore ha
affidato al “Gardens by the bay”, un parco
ecosostenibile ed innovativo che si estende
per ben 101 ettari nella baia della capitale
dell’Indonesia. Il parco è formato da tre
aree verdi che si affacciano sull’acqua:
Bay South Garden, Bay East Garden e
Bay Central Garden. Nel 2006 venne
istituito un concorso per la progettazione
di questo immenso polmone verde, a cui
parteciparono 170 studi di progettazione
di svariati paesi con ben 70 progetti, e
i vincitori sono stati i britannici Grant
Associates e Guastafson Porter. Bay South
è il più grande dei tre giardini. Esteso per
circa 54 ettari ospita piante tropicali e,
soprattutto, il fiore simbolo di Singapore,
l’orchidea. Il parco è un esempio di come
le tecnologie e le energie ecosostenibili
possano essere utilizzate senza invadere
le strutture. Queste, infatti, si mimetizzano
alla perfezione con l’ambiente circostante.
La maggior attrazione del parco sono
sicuramente i “Supertree”. Si tratta di
giardini verticali ricoperti da 160 mila piante
tropicali; 18 magnifiche strutture a forma di
giganteschi alberi di altezza variabile tra i
25 e i 30 metri. I Supertree sono ricoperti
totalmente da pannelli fotovoltaici atti a
soddisfare le esigenze elettriche del parco,
e sono dotati di grandi serbatoi per la
raccolta dell’acqua piovana utilizzata per
alimentare le fontane e per l’irrigazione dei
101 ettari del meraviglioso parco.
twenty-seven
Raising the quality of life by improving the
vegetation and flora in the city. And that is
the task which the Singapore government
has given to the “Gardens by the Bay”, an
eco-sustainable and innovative park of
for more than 101 acres in the bay of the
capital city of Indonesia. The park is made​​
up of three green areas that overlook the
water: South Garden Bay, Garden Bay
East and Bay Central Garden. In 2006
a competition was established for the
design of this huge green lung, which was
attended by 170 design firms in several
countries with over 70 projects, and the
winners were the British Grant Associates
and Guastafson Porter. Bay South is the
largest of the three gardens. 54 hectares
covered by tropical plants, and above all
by the symbolic flower of Singapore, the
orchid.
The park is an example of how technology
and eco-sustainable energy can be used
without affecting the structures. These,
in fact, go perfectly with the surrounding
environment. The main attraction of the
park are definitely the “Supertrees”. It is
covered with vertical gardens covered by
160,000 tropical plants; 18 magnificent
structures of the shape of giant trees
of various heights between 25 and 30
meters. The Supertrees are totally covered
by photovoltaic panels designed to meet
the electrical needs of the park, and there
are large tanks to collect rainwater used
to make function the fountains and for the
irrigation of 101 acres of this beautiful park.
MARCO NILS JOURNAL
SPRING SUMMER COLLECTION 2014
Tessuti naturali, morbidi, come il
cotone. La stampa cashmere e il
mood anni ’60, con i suoi grafismi
geometrici e optical, si impone
prepotente sui blazer super slim, sulle
camicie e sui pantaloni dall’animo
bohemien, fondendosi però a colori
nuovi, abbaglianti, come il lampone, il
verde acido, il grigio stellare, l’azzurro
oceano. “Oltre le nuvole” c’è ricerca,
innovazione, cura del dettaglio. Ed
ecco, allora, trionfare le micro fantasie
anche all’interno dei capi, nelle fodere,
nei risvolti, il cotone si mischia al lino,
la maglieria si fa sempre più hi-tech
e la tela paracadute diventa parte
integrante di panta multitasking e
giubbotti che sanno di futuro.
Natural and soft fabrics, as cotton.
Cashmere prints and 60s mood with
its optical and geometric graphic
elements, imposes impressively on
the super slim blazers, on the shirts
and on the pants with bohemian
soul, however, with new colors,
dazzling, such as raspberry, acid
green, stellar gray, ocean blue.
“Beyond the Clouds” is research,
innovation, attention to detail. The
micro-patterns also triumph inside
the clothes, linings and folds, and
the cotton is mixed with linen, the
knitwear is more and more hi-tech
and the parachute canvas becomes
an integral part of multitasking pants
and jackets that express future.
twenty-eight
ISSUE N.3
twenty-nine
MARCO NILS JOURNAL
thirty
ISSUE N.3
thirty-one
MARCO NILS JOURNAL
thirty-two
ISSUE N.3
thirty-three
MARCO NILS JOURNAL
thirty-four
ISSUE N.3
thirty-five
MARCO NILS JOURNAL
thirty-six
ISSUE N.3
thirty-seven
MARCO NILS JOURNAL
thirty-eight
ISSUE N.3
thirty-nine
MARCO NILS JOURNAL
forty
ISSUE N.3
forty-one
MARCO NILS JOURNAL
forty-two
ISSUE N.3
forty-three
MARCO NILS JOURNAL
forty-four
ISSUE N.3
forty-five
MARCO NILS JOURNAL
MN
MADE IN ITALY
EATALY
EATALY
YOU WRITE "EATALY",
YOU READ ITALY
www.michelecozzolinofotografo.it
Progetto d’avanguardia nato dalle logiche visionarie ed imprenditoriali
di Oscar Farinetti, ex proprietario della catena di grande
distribuzione UniEuro, Eataly (crasi di eat e Italy) rientra nel filone
culturale di riscoperta delle radici enogastronomiche, un modello
originale di mercato in cui i prodotti di alta qualità della tradizione
agroalimentare italiana non si comprano solo, ma si consumano
e si studiano. Il primo punto vendita di questa rilevante realtà
imprenditoriale è stato aperto nel 2007 a Torino, nella vecchia
fabbrica del Carpano, davanti al Lingotto. Da allora è stato un vero
e proprio crescendo per il patron Farinetti: attualmente Eataly ha 9
filiali in Italia, 9 in Giappone e una a New York, e le aperture sono
destinate ad aumentare. L’obiettivo che Eataly si pone è provare a
percorrere una nuova via nel sistema della distribuzione alimentare
e della commercializzazione dei migliori prodotti artigianali. Per
fare ciò si ispira a parole chiave quali sostenibilità, responsabilità
e condivisione, incrementando la percentuale di coloro i quali si
alimentano con consapevolezza, nella convinzione che “mangiare
bene aiuti a vivere meglio”, scegliendo prodotti di prima qualità
e dedicando una particolare attenzione alla provenienza e alla
lavorazione delle materie prime. Lo spazio per la ristorazione,
articolato in otto aree tematiche più il ristorante GuidoperEataly –
Casa Vicina, offre la possibilità di degustare ogni giorno cibi di alta
qualità direttamente sul posto oppure di portare a casa numerose
specialità preparate direttamente dalla gastronomia.
An avant-garde project born out of the visionary and entrepreneurial
logic of Oscar Farinetti, former owner of the retail chain UniEuro,
Eataly (portmanteau of eat and Italy) is part of a cultural rediscovery
of the roots of food and wine, an original market model in which
high quality, traditional Italian food products are not only bought but
also consumed and studied. The first store of this important business
reality was opened in 2007 in Turin, in the old factory of Carpano,
in front of Lingotto. Since then it has been a real breakthrough for
patron Farinetti: Eataly currently has 9 stores in Italy, 9 in Japan
and one in New York, and new openings are coming up. The goal
of Eataly is to create a new path in the system of food distribution
and marketing of the best craft products. To do so they base on
keywords such as sustainability, responsibility and sharing, increasing
the percentage of those who eat with awareness, believing that
“eating well helpes people to live better,” choosing quality products
and paying special attention to the origin and processing of raw
materials. The restaurant space, divided into eight thematic areas
together with the restaurant GuidoperEataly – Casa Vicina, it offers
the opportunity to taste every day, high-quality food on site or to
take home many specialties prepared directly by gastronomy.
forty-six
ISSUE N.3
MN
STREET FOOD
QUEIJO COALHO
E COCCO VERDE
ANOTHER WAY OF GETTING TO KNOW BRAZIL
All’interno delle bancarelle ambulanti allestite sulla spiaggia o nei
chioschetti sul lungomare - da Copacabana ad Ipanema e fino a
Leblon - è possibile “esplorare” Rio de Janeiro, e più in generale
il Brasile, dal punto di vista culinario grazie alle tante veloci
preparazioni che mettono il turista subito in contatto con gli odori e
i sapori di questa terra meravigliosa. Una di queste è il queijo coalho,
spesso chiamato queijo quente (formaggio caldo fuso), un tipico
formaggio brasiliano originario del nord-est del Paese.
I venditori ambulanti di queijo coalho sono immediatamente
riconoscibili. A Rio de Janeiro, come nel resto del Brasile, girano
per la spiaggia con i loro piccoli bracieri e le loro griglie usurate dal
tempo. Con questi strumenti riscaldano gli spiedini di formaggio,
che acquisiscono un sapore speciale dopo essere stati tostati e
rosolati alle alte temperature dei bracieri.
Per rendere questa pietanza ancora più gustosa si usa cospargervi
del miele e porvi dell’origano essiccato. Il contrasto agrodolce che ne
risulta sarà uno dei ricordi della vostra vacanza a Rio. Per dissetarsi
in maniera naturale e gustosa, invece, non si può non assaggiare
il succo di un cocco verde, che si beve direttamente dal frutto
all’interno del quale viene posta una cannuccia. 100% naturale, al
99% privo di grassi, il succo di questo alimento non ha colesterolo,
ha pochi zuccheri, calorie e carboidrati, ma da un punto di vista
energetico e nutrizionale è una bevanda ricca di sali minerali, come
potassio, magnesio, calcio e sodio, di oligoelementi, amminoacidi e
proteine che favoriscono il benessere e la salute a tutto il corpo con
effetti disintossicanti, depurativi e deacidificanti.
Inside the hawker stalls set up on the beach or in the kiosks close
to the beach - from Copacabana to Ipanema and until Leblon you can “explore” Rio Rio de Janeiro, and in general Brazil, from
the culinary point of view thanks to the many fast preparations
that get tourists in touch with the smells and tastes of this
wonderful land. One of these is the queijo coalho, often called
queijo quente (warm melted cheese), a typical Brazilian cheese
from the northeast of the country.
The hawkers of queijo coalho are instantly recognizable. In Rio
de Janeiro, as in the rest of Brazil, running around the beach with
their little braziers and their grills consumed by time. With those
tools, they heat the skewers of cheese, which acquire a special
flavor after being toasted and browned at high temperatures on
the braziers.
To make this dish even more tasty they use honey or dried
oregano on top of it. The sweet and sour contrast will be one of
the memories of your vacation in Rio. For your thirst you have to
try a natural and tasty juice of a green coconut, you drink directly
from the fruit with a straw placed inside. 100% natural, 99% fatfree, the juice of this food has no cholesterol, is low in sugar,
calories and carbohydrates, but from an energy and nutritional
point of view it is a drink rich of minerals, such as potassium,
magnesium, calcium and sodium, trace elements, amino
acids and proteins that promote the health and wellbeing to
the whole body with detoxifying, purifying and deacidifying
effects.
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MN
MARCO NILS JOURNAL
GLOBETROTTER
RIO
RIO DE
DE JANEIRO
JANEIRO
WHEN THE SENSUALITY OF A
CITY LEAVES YOU BREATHLESS
Un’onda sinuosa di promontori che le disegnano lo skyline. Baie che si
aprono improvvise e lussureggianti dinanzi la foresta urbana più estesa
del mondo, la Floresta da Tijuca. Il Cristo Redentore che dall’alta cima
del Corcovado vigila sulla città con le sue braccia spalancate, in segno di
perenne benvenuto, ed il suo sguardo - visibile da ogni angolo della città
- è una presenza costante e rassicurante per chi, quotidianamente, popola
le sue strade.
Magica, intensa, emozionante, Rio de Janeiro è questa e molto altro. É così
splendida che i suoi abitanti, i Carioca, sostengono che Dio, al termine della
creazione sia venuto qui a riposarsi, e ogni volta che parlano della loro
città amano definirla “a cidade meravilhosa”, la città meravigliosa. Rio ti
entra nel cuore, ti suscita un’emozione diversa, inspiegabile a parole, e in
maniera indelebile cambia la tua vita. Scelta come sede delle Olimpiadi
del 2016 e teatro - presso lo stadio Maracanà - della finale di Coppa del
Mondo FIFA 2014, con le sue mille sfaccettature Rio è anche una città dai
forti contrasti e dei tanti problemi sociali. Nonostante, infatti, gran parte
di essa si possa affiancare alle più moderne metropoli del mondo, una
percentuale significativa dei suoi oltre 13 milioni di abitanti vive ancora
in zone estremamente povere note come favelas, spesso addossate sui
fianchi delle colline, e afflitte dalla diffusione dei crimini legati alla droga,
dalla lotta tra bande e da altri problemi sociali legati alla povertà. La Favela
da Rocinha è la più grande dell’America Latina.
5 COSE DA FARE:
1.
Passeggiare lungo Praia de
Copacabana, una delle spiagge più
celebri di Rio che si estende dalle alture
del Morro da Leme, a nord-est, fino alle
rocce di Arpoador, a sud-ovest. Affollata
da turisti tutto l’anno, è famosa per gli
incredibili festeggiamenti di Capodanno.
Caratteristica è la pavimentazione “a
denti di drago” del lungomare in tipico
stile portoghese. Birra, snack, come il
biscoito o globo, ombrelloni, cangas,
infradito e massaggi sono in vendita sulla
spiaggia senza interruzione dall’alba al
tramonto. Provare per credere!!!
2. Lasciarsi
incantare
dal
Corcovado. La statua del Cristo
Redentore domina la città dai 706 m
della cima di questa montagna il cui
nome deriva dal portoghese corcova,
che significa gobba. Progetto vincitore
di un concorso per la realizzazione
di un grande monumento capace di
rappresentare lo spirito di Rio, la statua
fu inaugurata nel 1931, e in breve tempo
divenne simbolo dell’intero Brasile.
3.
“Scalare” il Pao de Acucar.
Nessun panorama eguaglia quelli che si
possono ammirare dalla cima del massiccio
di granito e quarzo del Pan di Zucchero
che sovrasta l’imboccatura della baia di
Guanabara. I fianchi della montagna sono
ammantati da ciò che resta della foresta
che un tempo copriva l’intera Rio e che
offre, tuttora, rifugio a uistiti, tangara e altri
uccelli.
4.
Festeggiare il Carnevale, che
coincide con l’inizio della Quaresima, a
febbraio o marzo. Le parate si svolgono
al Sambodromo, lo stadio opera di Oscar
Niemeyer costruito sulla strada dove si
narra sia nato il samba, e dove sfilano in
un “duello” multicolor le migliori scuole di
samba.
5.
Assistere ad una partita a
l’Estadio do Maracanà. Teatro della finale
dei mondiali FIFA2014, con i suoi 200.000
posti è lo stadio da calcio più grande del
mondo ed è anche il luogo in cui Pelè segno
il 1000° goal nel 1969. Durante le partite
l’atmosfera, in questa arena da sogno, si fa
incandescente. Sul selciato, all’esterno, ci
sono le impronte dei piedi delle stelle del
calcio.
forty-eight
ISSUE N.3
A wave of sinuous cliffs that draw the skyline. Bays that open
suddenly and lush in front of the largest urban forest in the
world, the Floresta da Tijuca. Christ the Redeemer on top of the
Corcovado watches over the city with his arms outstretched in
an everlasting sign of welcome, and his eyes - visible from every
corner of the city - is constant and reassuring for those who are
daily populating its streets.
Magical, intense, exciting, Rio de Janeiro is this and much more.
It’s so beautiful that its inhabitants, the Carioca, believe that God,
at the end of his creation has come here to rest, and every time
they speak of their city they like to call it “a cidade meravilhosa,”
the wonderful city. Rio gets into your heart, gives you a different
emotion, inexplicable in words, giving you an indelibly change
your life. Chosen as the site of the 2016 Olympics and theater - at
the Maracana Stadium - of the 2014 FIFA World Cup finals. With
its many facets Rio is also a city of contrasts and of many social
problems. Although, in fact, a big part of the city can be seen as
the most modern cities in the world, a significant percentage of
its more than 13 million habitants still live in extremely poor areas
known as favelas, often leaning on the hillsides, and afflicted
by drug-related crimes, fights between gangs and other social
problems related to poverty. The Favela Rocinha is the largest
in Latin America.
5 THINGS TO DO
1.
Walking along Praia de Copacabana, one of the most famous
beaches of Rio, which extends from the hills of Morro da Leme, north- east, to
the rocks of Arpoador, to the south- west. Crowded with tourists throughout
the year, and famous for the incredible New Year celebrations. Characteristic
is the “dragon’s teeth” paving along the beach in a typical Portuguese style.
Beer, snacks, like biscoito or globe, umbrellas, cangas, thongs and massages
are on offer on the beach without interruption from dawn to dusk. Try to
believe!
2.
Let yourself be impressed by the Corcovado. The statue of
Christ the Redeemer overlooking the city from 706 meters of height of
this mountain whose name derives from the Portuguese corcova, meaning
hump. A Project won at a competition to design a great monument capable
to represent the spirit of Rio, the statue was inaugurated in 1931, and soon
became a symbol of whole Brazil.
3.
“Climbing” Pao de Acucar. No landscape is equal to those that
can be seen from the top of the massive granite and quartz Sugar Loaf
overlooking the mouth of Guanabara Bay. The sides of the mountain are
shrouded in what remains of the forest that once covered the entire Rio and
it offers, still now, retreat to marmosets, tanagers and other birds.
4.
Celebrate Carnival, which coincides with the beginning of Lent, in
February or March. The parades are held at the Sambadromo, a stadium
work of Oscar Niemeyer built on the road where it is said samba was born,
and where you can see in a “duel” multicolor the best samba schools.
5. Attending a match at the Estadio do Maracana. Theatre of the
World Cup FIFA 2014 finals, with its 200,000 places it is the largest football
stadium in the world and is also the place where Pele scored the 1,000
th goal in 1969. During the matches the atmosphere in this dream arena
is unbelievable. On the pavement outside, there are the footprints of the
football stars.
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CREDITS
PHOTOGRAPHER - EUGENIO D’ORIO
MODEL - FRANCESCO RELLI
TXTS - PRESS OFFICER MARCO NILS
Txt “SMOKING” - Francesca Scotto
(http://ilmondosottosopra.altervista.org)
TXT “PANTALONE” - SARA LATTE
GRAPHIC - LUCA LA GRECA
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