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JOURNAL SS014 CONTENTS: COMMUNITY - FASHION - STYLE - PEOPLE - SOCIAL ARTS - ENVIRONMENTS - MADE IN ITALY - STREET FOOD GLOBETROTTER #ISSUE NUMBER THR3E CONTENTS MARCO NILS JOURNAL Fashion 123 ANNI DELLO SMOKING Style 9 LETTERE PER UN MUST-HAVE DEL GUARDAROBA People 20 ANNI DALLA MORTE DI AYRTON SENNA QUESTA È UNA COPIA OMAGGIO E NON È IN VENDITA Le leggi italiane ed internazionali sul Copyright proteggono tutte le parti dei nostri servizi Le inserzioni pubblicitarie di questa issue sono a titolo gratuito, lo spazio ad esse destinato fotografici di questo numero. Il permesso ad utilizzare qualsiasi parte ivi contenuta deve all’interno del “Marco Nils Journal” è esclusivamente attribuibile ad esigenze grafiche e non a essere concesso per iscritto prima dell’uso. è proibita la riproduzione totale o parziale, in scopo di lucro da parte della New Fly Industries srl che non riceve alcun compenso dalle società qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, senza l’esplicito permesso scritto. Il diritto di copia di titolari dei marchi: Peta, Fondazione Marco Simoncelli. ogni immagine fotografica pubblicata sul “Marco Nils Journal-Issue Number Three” resta dei rispettivi proprietari o titolari ed è protetta dalle leggi italiane ed internazionali sul Copyright. Pertanto neppure in parte, potrà essere copiato, modificato, distribuito o rivenduto, tanto meno per fini di lucro o per trarne qualsivoglia utilità. four ISSUE N.3 Social 500 POSTI A SEDERE NELL' ARK NOVA Made in Italy 2007 NASCE EATALY Arts 2013 SU INSTAGRAM SPOPOLA JAVIER PEREZ Street food Environments Globetrotter 101 ETTARI DI ESTENSIONE PER IL GARDENS BY THE BAY DI SINGAPORE 2014 L'ANNO DELLA FINALE DEI MONDIALI DI CALCIO A RIO DE JANEIRO 2 GLI STREET FOOD PIù ALLA MODA IN BRASILE THIS IS A FREE COPY, NOT FOR SALE The Italian and international copyright laws protect all the photos included in this journal. Total Advertising images are for free and their appearance inside the “Marco Nils Journal” only or partial reproduction in any form is forbidden without any written contract. The copyright depends on graphic requirements. New Fly Industries srl doesn’t receive any payment from the of the pictures in this “Marco Nils Journal-Issue Number Three” belong to the owners and owners of the brands: Peta, Fondazione Marco Simoncelli. are protected by the italian and international copyright laws. This journal cannot be copied, modified, distributed or sold back for any use, neither can be copied, modified, distributed or sold back in any part of it. five MARCO NILS JOURNAL MN COMMUNITY MARCO’S BLOG INTERACTING WITH THE WORLD OF MARCO NILS Marco Nils is more and more 2.0. Besides the platforms of social media which where present from their start, the brand, from September 2013, uses an extra instrument for interaction between the website and the user: Marco’s blog. This “diary on the net”, which follows closely the Marco Nils Journal, regularly informs the reader about the new collections of the brand, creating – with text and through post/outfit - real style tips. The basis of this project is dynamic, a characteristic which has facilitated the interaction between blog and the “Social” sector and that quickly allowed us to be recognizable for our followers.The participation factor is definitely the one we have focused on from the start of our blog network. All visitors can express their own opinions, appreciate or criticize commenting on every piece published in a continuous dialogue that enriches the reader and the brand. Marco’s blog is an open door to those aspects of the company that we want to share and promote. Day after day it has been a continuous growing, and our “followers” have become more and more numerous and international. This encourages us to continue and further improve our project. To discover Marco’s blog just click on the link http://www.marconils.com/blog/. Marco Nils è sempre più 2.0. Accanto alle piattaforme di condivisione di media presenti fin dalla sua nascita, il brand, da Settembre 2013, si avvale di un ulteriore strumento di interazione tra il sito web e l’utente: il Marco’s blog. Questo “diario in rete”, che segue a ruota il Marco Nils Journal, informa periodicamente il lettore su tutte le novità delle collezioni del brand, dando vita - in forma testuale e attraverso post/outfit - a veri e propri suggerimenti di stile. Alla base del progetto c’è dinamicità, una caratteristica che ha facilitato l’interazione tra esso e la sfera “Social” e che in maniera rapida ci ha permesso di essere riconoscibili ai nostri followers. Il fattore partecipazione è sicuramente quello su cui abbiamo puntato fin dall’esordio del nostro blog in rete. Tutti i visitatori possono esprimere il proprio parere, apprezzare o criticare commentando ogni singolo contenuto pubblicato, in un continuo confronto che arricchisce lettore e brand. Marco’s blog è una porta aperta sugli aspetti dell’azienda che vogliamo condividere e promuovere. Giorno dopo giorno è stato un continuo crescendo, e i nostri “seguaci” sono diventati sempre più numerosi ed internazionali. Uno sprone questo per noi, che ci invoglia a continuare e a migliorare ancor più il nostro progetto. Per scoprire Marco’s blog basta un semplice click sul link http://www.marconils.com/blog/. Enjoy, Marco Nils Enjoy, Marco Nils six MN MARCO NILS JOURNAL FASHION SMOKING SMOKING THE ETERNAL "DARK" FASCINATION Si sprecano parole e aneddoti su come e quando fu indossato il primo smoking - intanto “lui” - iconico, beffardo e ricercato, festeggia i suoi 123 anni e pare non sentirli affatto. Gli americani lo chiamano “tuxedo”, gli inglesi “dinner jacket”. Per tutti lo smoking è l’abito per eccellenza. Non esce mai di casa prima delle 18:00 - il sole non gli è amico, preferisce la notte - per i “passatisti” non v’è altro colore che il nero sinonimo di impeccabilità e garanzia. Il primo ad indossare uno smoking interamente blu fu il Duca di “Windsor”, innovatore e cultore del buon gusto. Allo stesso modo stilisti e designer, lasciatisi alle spalle l’hollywoodiano “white tie”, danno spazio a capi variopinti, dalle fantasie illogiche o perfettamente squadrate. Sfilano in passerella il tartan di Gucci, le stampe pittoresche e ipercromatiche di Roberto Cavalli, le giacche “en velours” di Alexander McQueen. Indossare uno smoking non è semplice come pare, esistono vere e proprie regole. Si comincia con il papillon “en satin”, annodabile esclusivamente a mano, giacca monopetto o doppiopetto con uno o due bottoni, camicia rigorosamente bianca con maniche spesse (possibilmente impreziosite da gemelli di buon gusto), fusciacca o “cummerbund”, pantaloni scuri senza risvolto e scarpe “pumps” scollate. Il tutto deve, naturalmente, essere accompagnato da una buona dose di “self confidence” e un tocco di personalità, per rendere chi lo indossa esclusivo e irripetibile. Think classy, stay classy, wear smoking. eight www.fashionblog.it; www.luxgallery.it ISSUE N.3 There are a lot of wasted words and anecdotes about how and when the first smoking was worn - meanwhile “he” - the iconic, ironic and sophisticated, is celebrating its 123 years and apparently he doesn’t feel them at all. The Americans call it “tuxedo”, the English “dinner jacket”. For everybody the smoking is a suit for excellence. He never leaves home before 18:00 - the sun is not his friend, he prefers the night - for the “traditionalists” there is no other color than black synonym of impeccability and warranty. The first to wear a complete blue smoking was the Duke of “Windsor”, innovator and a lover of good taste. In the same way stylists and designers, leaving behind the Hollywood “white tie”, give space to colorful clothes, with illogical fantasies or perfectly squared. On the catwalk you find Gucci tartan, picturesque and hyper chromatic prints of Roberto Cavalli and jackets “en velours” by Alexander McQueen. Wearing a smoking is not as simple as it seems, there are true and precise rules. It begins with a bow tie “en satin”, tied only by hand, single- or double-breasted jacket with one or two buttons, white shirt with thick sleeves (possibly enhanced by tasteful twins), sash or “cummerbund”, dark trousers without lapel and unstuck “pumps” shoes. This must, of course, be accompanied by a good dose of “self confidence” and a touch of personality to make who wears a smoking unique and unrepeatable. Think classy, stay classy, wear smoking. nine MN MARCO NILS JOURNAL STYLE PANTALONE PANTALONE IN 9 LETTERS A STORY TO BE DISCOVERED «Non tutto ciò che è “di moda” è davvero “attuale”» scriveva il filosofo e storico italiano Paolo Rossi Monti nel suo libro, del 1982, Che cosa fanno oggi i filosofi? Al mattino uno dei problemi principali che ognuno di noi si pone è “Cosa indosserò oggi?” e ciò che non può mancare nel guardaroba, maschile o femminile che sia, è il pantalone che può essere di diversi tipi: bermuda, blue-jeans, a zampa di elefante, a vita bassa. Nonostante siano adatti per diverse situazioni, e quindi indossati frequentemente, il più delle volte non sappiamo da dove derivi il loro nome e quale sia la loro storia. Il termine pantalone nasce in Francia nel 1650 dove per “pantalons” si indicava l’indumento largo indossato da Pantalon de’ Bisognosi, celebre personaggio della Commedia dell’Arte. Egli portava brache larghe e lunghe, non adatte e in contrasto con la moda di quel periodo. La prima donna ad indossare i pantaloni fu nell’ 800 Amelia Bloomer e questa sua azione ritenuta “provocatoria” suscitò diversi scandali. Durante il corso degli anni, il pantalone ha subito diverse evoluzioni. Nel 1948, mentre il politico e filosofo Gandhi viene assassinato a Nuova Delhi, l’Italia vince otto medaglie d’oro alle olimpiadi di Londra, nel Sud America le elezioni sono vinte dal partito nazionalista fautore dell’apartheid, e Sonja de Lennart disegna il famoso “pantalone alla Capri”, il cui nome deriva dall’isola omonima dove si diffuse abbondantemente già nei primi anni cinquanta. Questo pantalone - denominato anche pinocchietto - le cui gambe terminano a metà polpaccio, raggiunge il successo grazie allo show televisivo “The Dick Van Dyke Show”, in cui il personaggio di Laura Petrie, interpretata dalla famosa attrice Mary Tyler Moore, li indossava abitualmente. Prime testimonial di questa nuova moda furono Brigitte Bardot e Audrey Helpburn, e più di recente l’attrice simbolo degli anni novanta Uma Thurman, che li indossa nel film-cult Pulp Fiction. Nonostante esso sia nato come indumento femminile, sembra che non abbia attirato l’attenzione soltanto del gentil sesso… infatti partendo dal tennista spagnolo Rafael Nadal - attuale numero 1 al mondo della classifica ATP - il pantalone in stile Capri ha raggiunto un’importanza tale da costituire “il pezzo forte” nel guardaroba maschile durante il periodo primaverile-estivo. Audrey Hepburn ten ISSUE N.3 «Not everything that is “fashionable” is really “actual”» wrote the Italian philosopher and historian Paolo Rossi Monti in his book, of 1982, What do today’s philosophers? In the morning one of the first things everyone is asking is, “What am I going to wear today?” and what can not be missed in a wardrobe, male or female, are pants that can be of different types: shorts, jeans, wide leg, low waiste. Although they are suitable for different situations, and worn frequently, most of the time we do not know where their name derives from and what their history is. The term pants was born in France in 1650 where “pantalons” stood for the wide garment worn by Pantalon de’ Bisognosi, a famous character of the Commedia dell’Arte. He wore breeches, wide and long, unsuitable and contrary to the fashion of that period. The first woman to wear pants in 800 was Amelia Bloomer and her provocative action caused several scandals. Over the years, the pants have undergone several evolutions. In 1948, while the politician and philosopher Gandhi was assassinated in New Delhi, Italy won eight golden medals at the Olympics in London, in South America elections were won by the Nationalist party supporter of apartheid, and Sonja de Lennart draws the famous “Capri pants”, whose name comes from the island where those pants were already abundantly worn in the early fifties. These pants - also known as pinocchietto- whose legs end halfway the calf, achieve success thanks to the TV show “The Dick Van Dyke Show”, in which the character of Laura Petrie, played by actress Mary Tyler Moore wore them regularly. First testimonials of this new fashion was Brigitte Bardot and Audrey Helpburn, and more recently the actress symbol of the nineties Uma Thurman, wearing them in the cult movie Pulp Fiction. Although it was born as a female garment, it seems that it has not only attracted the attention of female ...in fact, starting with the Spanish tennis player Rafael Nadal - current world number 1 in the ATP rankings – the Capri pants have become so important that they became “the highlight” in a male wardrobe during the spring-summer period. Uma Thurman / Pulp Fiction eleven Rafael Nadal MARCO NILS JOURNAL SPRING SUMMER COLLECTION 2014 É ancora lui, il Denim, il capo must have della primavera 2014. Strappato, abraso, borchiato, in blu o azzurro, messo sopra o sotto, utilizzato come elemento complementare o puro, è lui il protagonista della stagione, per un look formale o casual ma sempre cult. Noi ve lo proponiamo in nuovi lavaggi e in accostamenti innovativi. Curiosi di scoprirli? Allora che aspettate…voltate pagina… Still him , the Denim, the must have item of Spring 2014. Torn, abraded, studded, blue or azure, worn above or under, used as a complementary element or pure, he is the undisputed protagonist of the season, for a formal look or casual but still a cult. We recommend you new washed and innovative combinations. Curious to discover them? So what are you waiting for...turn the page... twelve ISSUE N.3 thirteen MARCO NILS JOURNAL fourteen ISSUE N.3 fifteen MARCO NILS JOURNAL sixteen ISSUE N.3 seventeen MARCO NILS JOURNAL eighteen ISSUE N.3 nineteen MARCO NILS JOURNAL twenty ISSUE N.3 twenty-one MN PEOPLE AYRTON AYRTON SENNA SENNA A LEGEND BEHIND THE MAN “C’è una certa dose di rischio nelle corse automobilistiche e la F1 - come sapete - fa parte di queste corse. Così quando guidi, fai le prove o corri, sei esposto a dei rischi. In una frazione di secondo puoi non esserci più, e in questo modo capisci che tu non sei nessuno, che all’improvviso la tua vita può finire. Ciò fa parte di questo mestiere, o lo affronti da professionista in modo distaccato, o altrimenti lasci perdere e smetti. Si da il caso che io ami troppo quello che faccio per lasciare semplicemente perdere. Non posso, è parte della mia vita”. Rispondeva così ad una intervista, rilasciata dopo una sua ennesima vittoria, Ayrton Senna considerato uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi, nella piena consapevolezza che quella sua passione, diventata poi lavoro, lo avrebbe portato sempre più a spingere al limite la sua monoposto e che, forse un giorno, il suo essere a volte troppo competitivo o intenso, come amava sempre definirsi, lo avrebbe esposto ad un rischio davvero alto. Campione assoluto in condizioni di asciutto, è sul bagnato che Senna è riuscito in imprese entusiasmanti diventando, dopo la sua morte nel 1994 nella curva del Tamburello durante il Gran Premio di San Marino, una leggenda delle corse di F1. Per anni è stato il suo”duellare” con gli avversari e, soprattutto, la sua acerrima rivalità con Alain Prost e la sua battaglia contro”il sistema” - che ad un certo punto lo prende di mira - a tenere banco. E poi la sua grande umanità, quel talento fuori dal normale e il desiderio di migliorarsi sempre e di non tirarsi mai indietro che lo condusse a vincere tre titoli mondiali. E ancora l’amore per la sua famiglia e la sua grande fede, e su tutto la voglia di fare qualcosa di speciale qualcosa di più che vincere un titolo. Da sempre vicino alla sua terra, il Brasile, divenne per i suoi concittadini motivo di orgoglio e rivalsa nei confronti”dei ricchi del mondo”, e le immagini dei brasiliani in lacrime fecero il giro di quel mondo che, a distanza di vent’anni dalla tragedia, ancora lo ricorda e lo commemora. Una morte, quella di Senna, che nonostante gli anni, lascia aperti tanti interrogativi e che si trasforma in un abbraccio eterno come recita la frase di San Paolo sulla lapide della sua tomba:”Niente mi potrà separare dall’amore di Dio”. twenty-two MARCO NILS JOURNAL ISSUE N.3 There is a quite high risk in motor racing and F1 - as you know – it’s part of these races. So when you drive, doing tests or run, you are exposed to risks. In a fraction of a second you can be gone, and in this way you know that you’re nobody, suddenly your life can end. This is part of this job, or you deal with it as a professional in a detached way, otherwise you forget it and stop. I just love too much what I do to let loose. I can’t, it’s part of my life. This is how he responded to an interview given after one of his many victories, Ayrton Senna is considered one of the strongest Formula 1 drivers of all times, being aware that his passion turned into work, would have brought him more and more to push the limits of his car and that maybe one day, his sometimes being too competitive or intense, as he liked to always be defined, would have exposed him to a very high risk. Absolute champion on dry ground, it was on wet ground that Senna managed to make exciting results becoming, after his death in 1994 in the curve of Tamburello during the Grand Prix of San Marino, a F1 legend. For years it was his”duel” with opponents and, above all, his bitter rivalry with Alain Prost and his battle against”the system” - that at a certain time points on him - to keep the bench. And then it was his great humanity, his talent out of the ordinary and the desire to always improve and never pull back that led him to win three world titles. And besides that the love for his family and his great faith, and above all the desire to do something special something more than winning a title. Always close to his homeland, Brazil, he became for the people of his country a source of pride and revenge against”the rich of the world”, and the images of Brazilians in tears went all around the world, and twenty years after the tragedy, still remember and commemorate him. A death, the one of the Senna, which despite time, leaves many questions open and which turns into an eternal embrace as stated in the phrase of San Paolo on his tombstone:”Nothing can separate me from the love of God.” twenty-three MARCO NILS JOURNAL MN SOCIAL ARK ARK NOVA NOVA A TRAVELLING WORK OF ART FOR TSUNAMI www.arktetonix.com.br Si chiama Ark Nova, letteralmente “Nuova Arca”, la prima sala gonfiabile del mondo nata per riportare, attraverso la musica, il sorriso e la speranza nelle aree del Giappone maggiormente colpite dallo tsunami del 2011. Questo creativo, quanto ardito, progetto è stato messo in piedi dall’architetto nipponico Arata Isozaki e dall’artista indo-inglese Anish Kapoor. Ark Nova ha fatto il suo debutto nella città di Matsushima, nel corso del Lucerne Festival e, da allora, sta ospitando concerti, eventi e workshop a livello mondiale spostandosi costantemente da un sito all’altro del Giappone, senza particolari spese o spreco di risorse. Si tratta a tutti gli effetti di un’opera d’arte itinerante, concepita come un teatro trasportabile, realizzata con una sottile membrana elastica viola, estremamente versatile e facilmente gonfiabile senza grossi accorgimenti. Se all’esterno Ark Nova si presenta, quindi, come un gigantesco palloncino gonfiato, all’interno è tutt’altra musica. Il legno, infatti, è l’elemento che caratterizza palchi, panche e pavimento. Ci sono posti a sedere per più di 500 persone ed un impianto sonoro alla stregua dei grandi teatri nel mondo. twenty-four It’s called Ark Nova, literally “New Ark” , the first inflatable hall in the world was born to bring a smile and hope, through music, in those areas of Japan most affected by the tsunami of 2011. This creative and daring project was set up by the Japanese architect Arata Isozaki and by the indian-english artist Anish Kapoor. Ark Nova made its debut in the city of Matsushima, at the Lucerne Festival, and since then, it is hosting concerts, events and workshops from all over the world constantly moving from one site to another in Japan, without any particular expenses or waste of resources. It is a piece of travelling art to all effects, designed as a transportable theater, made of a thin purple elastic membrane, extremely versatile and easily inflatable without any big precautions. If outside Ark Nova presents itself as a giant inflated balloon, inside it is a completely different music. Wood, in fact , is the characterizing element of the stages, seats and floor. There are seats for more than 500 people and a sound system which can be compared to those of the largest theaters in the world. ISSUE N.3 MN ARTS JAVIER JAVIER PeREZ PeREZ WHEN REALITY BECOME COMICS @cintascotch La realtà può avere un’anima diversa se chi la guarda ha genialità e fantasia da vendere. Così il mondo può diventare un dolce e rotondo biscotto con un continente che sa di crema alla vaniglia, e una ballerina può danzare su gambe di forbice sulle note di una tromba dal corpo di graffetta. Javier Pérez è tutto questo e altro ancora. I suoi disegni fatti a mano superano il limite impostogli dal foglio di carta, e dallo schizzo di matita si animano grazie ad oggetti raccattati qua e là dalla quotidianità. Ed ecco che, in un batter di mani, due linguette di una bibita in lattina si trasformano in due occhi pronti a scorgere nuovi orizzonti, scenari bizzarri in cui è possibile osservare un dinosauro venir fuori da una spirale di un quaderno, o un respiro da polmoni di mandarino. Le illustrazioni, tante, divertenti, geniali, postate sul profilo Instagram dell’artista ecuadoriano, hanno fatto il giro della rete, facendo totalizzare a @cintascotch (questo l’account di Javier) un numero impressionante di visualizzazioni, forse perché la voglia di sognare resta sempre tanta, e spesso la realtà è meglio guardarla dal lato di un fumetto. Reality may have a different soul when who looks at it has geniality and imagination to sell. Like this the world can become a sweet and round cookie with a continent that tastes like vanilla cream, and a ballerina can dance on scissor legs on the notes of a trumpet made from the body of a paper clip. Javier Pérez is all this and more. His handmade designs exceed the imposed limits of a paper sheet, and a pencil sketch comes to life thanks to every day objects taken from here and there. And that’s how in a handclap, two tabs of a can are turned into two eyes ready to see new horizons, bizarre scenarios in which you can see a dinosaur come out of a spiral of a notebook, or a breath from lungs made of mandarins. The many illustrations, funny, brilliant, posted on the Instagram profile of the Ecuadorian artist, are going around the net, making totalize to @cintascotch (this is the account of Javier) an impressive number of views, perhaps because the desire to dream remains big, and often it is better to see reality through a comics. twenty-five MN ENVIRONMENTS Gardens by the bay SINGAPORE twenty-six MARCO NILS JOURNAL ISSUE N.3 www.gardensbythebay.com.sg INNOVATION AND SUSTAINABILITY Alzare la qualità della vita, migliorando la vegetazione e la flora in città. È questo il compito che il governo di Singapore ha affidato al “Gardens by the bay”, un parco ecosostenibile ed innovativo che si estende per ben 101 ettari nella baia della capitale dell’Indonesia. Il parco è formato da tre aree verdi che si affacciano sull’acqua: Bay South Garden, Bay East Garden e Bay Central Garden. Nel 2006 venne istituito un concorso per la progettazione di questo immenso polmone verde, a cui parteciparono 170 studi di progettazione di svariati paesi con ben 70 progetti, e i vincitori sono stati i britannici Grant Associates e Guastafson Porter. Bay South è il più grande dei tre giardini. Esteso per circa 54 ettari ospita piante tropicali e, soprattutto, il fiore simbolo di Singapore, l’orchidea. Il parco è un esempio di come le tecnologie e le energie ecosostenibili possano essere utilizzate senza invadere le strutture. Queste, infatti, si mimetizzano alla perfezione con l’ambiente circostante. La maggior attrazione del parco sono sicuramente i “Supertree”. Si tratta di giardini verticali ricoperti da 160 mila piante tropicali; 18 magnifiche strutture a forma di giganteschi alberi di altezza variabile tra i 25 e i 30 metri. I Supertree sono ricoperti totalmente da pannelli fotovoltaici atti a soddisfare le esigenze elettriche del parco, e sono dotati di grandi serbatoi per la raccolta dell’acqua piovana utilizzata per alimentare le fontane e per l’irrigazione dei 101 ettari del meraviglioso parco. twenty-seven Raising the quality of life by improving the vegetation and flora in the city. And that is the task which the Singapore government has given to the “Gardens by the Bay”, an eco-sustainable and innovative park of for more than 101 acres in the bay of the capital city of Indonesia. The park is made up of three green areas that overlook the water: South Garden Bay, Garden Bay East and Bay Central Garden. In 2006 a competition was established for the design of this huge green lung, which was attended by 170 design firms in several countries with over 70 projects, and the winners were the British Grant Associates and Guastafson Porter. Bay South is the largest of the three gardens. 54 hectares covered by tropical plants, and above all by the symbolic flower of Singapore, the orchid. The park is an example of how technology and eco-sustainable energy can be used without affecting the structures. These, in fact, go perfectly with the surrounding environment. The main attraction of the park are definitely the “Supertrees”. It is covered with vertical gardens covered by 160,000 tropical plants; 18 magnificent structures of the shape of giant trees of various heights between 25 and 30 meters. The Supertrees are totally covered by photovoltaic panels designed to meet the electrical needs of the park, and there are large tanks to collect rainwater used to make function the fountains and for the irrigation of 101 acres of this beautiful park. MARCO NILS JOURNAL SPRING SUMMER COLLECTION 2014 Tessuti naturali, morbidi, come il cotone. La stampa cashmere e il mood anni ’60, con i suoi grafismi geometrici e optical, si impone prepotente sui blazer super slim, sulle camicie e sui pantaloni dall’animo bohemien, fondendosi però a colori nuovi, abbaglianti, come il lampone, il verde acido, il grigio stellare, l’azzurro oceano. “Oltre le nuvole” c’è ricerca, innovazione, cura del dettaglio. Ed ecco, allora, trionfare le micro fantasie anche all’interno dei capi, nelle fodere, nei risvolti, il cotone si mischia al lino, la maglieria si fa sempre più hi-tech e la tela paracadute diventa parte integrante di panta multitasking e giubbotti che sanno di futuro. Natural and soft fabrics, as cotton. Cashmere prints and 60s mood with its optical and geometric graphic elements, imposes impressively on the super slim blazers, on the shirts and on the pants with bohemian soul, however, with new colors, dazzling, such as raspberry, acid green, stellar gray, ocean blue. “Beyond the Clouds” is research, innovation, attention to detail. The micro-patterns also triumph inside the clothes, linings and folds, and the cotton is mixed with linen, the knitwear is more and more hi-tech and the parachute canvas becomes an integral part of multitasking pants and jackets that express future. twenty-eight ISSUE N.3 twenty-nine MARCO NILS JOURNAL thirty ISSUE N.3 thirty-one MARCO NILS JOURNAL thirty-two ISSUE N.3 thirty-three MARCO NILS JOURNAL thirty-four ISSUE N.3 thirty-five MARCO NILS JOURNAL thirty-six ISSUE N.3 thirty-seven MARCO NILS JOURNAL thirty-eight ISSUE N.3 thirty-nine MARCO NILS JOURNAL forty ISSUE N.3 forty-one MARCO NILS JOURNAL forty-two ISSUE N.3 forty-three MARCO NILS JOURNAL forty-four ISSUE N.3 forty-five MARCO NILS JOURNAL MN MADE IN ITALY EATALY EATALY YOU WRITE "EATALY", YOU READ ITALY www.michelecozzolinofotografo.it Progetto d’avanguardia nato dalle logiche visionarie ed imprenditoriali di Oscar Farinetti, ex proprietario della catena di grande distribuzione UniEuro, Eataly (crasi di eat e Italy) rientra nel filone culturale di riscoperta delle radici enogastronomiche, un modello originale di mercato in cui i prodotti di alta qualità della tradizione agroalimentare italiana non si comprano solo, ma si consumano e si studiano. Il primo punto vendita di questa rilevante realtà imprenditoriale è stato aperto nel 2007 a Torino, nella vecchia fabbrica del Carpano, davanti al Lingotto. Da allora è stato un vero e proprio crescendo per il patron Farinetti: attualmente Eataly ha 9 filiali in Italia, 9 in Giappone e una a New York, e le aperture sono destinate ad aumentare. L’obiettivo che Eataly si pone è provare a percorrere una nuova via nel sistema della distribuzione alimentare e della commercializzazione dei migliori prodotti artigianali. Per fare ciò si ispira a parole chiave quali sostenibilità, responsabilità e condivisione, incrementando la percentuale di coloro i quali si alimentano con consapevolezza, nella convinzione che “mangiare bene aiuti a vivere meglio”, scegliendo prodotti di prima qualità e dedicando una particolare attenzione alla provenienza e alla lavorazione delle materie prime. Lo spazio per la ristorazione, articolato in otto aree tematiche più il ristorante GuidoperEataly – Casa Vicina, offre la possibilità di degustare ogni giorno cibi di alta qualità direttamente sul posto oppure di portare a casa numerose specialità preparate direttamente dalla gastronomia. An avant-garde project born out of the visionary and entrepreneurial logic of Oscar Farinetti, former owner of the retail chain UniEuro, Eataly (portmanteau of eat and Italy) is part of a cultural rediscovery of the roots of food and wine, an original market model in which high quality, traditional Italian food products are not only bought but also consumed and studied. The first store of this important business reality was opened in 2007 in Turin, in the old factory of Carpano, in front of Lingotto. Since then it has been a real breakthrough for patron Farinetti: Eataly currently has 9 stores in Italy, 9 in Japan and one in New York, and new openings are coming up. The goal of Eataly is to create a new path in the system of food distribution and marketing of the best craft products. To do so they base on keywords such as sustainability, responsibility and sharing, increasing the percentage of those who eat with awareness, believing that “eating well helpes people to live better,” choosing quality products and paying special attention to the origin and processing of raw materials. The restaurant space, divided into eight thematic areas together with the restaurant GuidoperEataly – Casa Vicina, it offers the opportunity to taste every day, high-quality food on site or to take home many specialties prepared directly by gastronomy. forty-six ISSUE N.3 MN STREET FOOD QUEIJO COALHO E COCCO VERDE ANOTHER WAY OF GETTING TO KNOW BRAZIL All’interno delle bancarelle ambulanti allestite sulla spiaggia o nei chioschetti sul lungomare - da Copacabana ad Ipanema e fino a Leblon - è possibile “esplorare” Rio de Janeiro, e più in generale il Brasile, dal punto di vista culinario grazie alle tante veloci preparazioni che mettono il turista subito in contatto con gli odori e i sapori di questa terra meravigliosa. Una di queste è il queijo coalho, spesso chiamato queijo quente (formaggio caldo fuso), un tipico formaggio brasiliano originario del nord-est del Paese. I venditori ambulanti di queijo coalho sono immediatamente riconoscibili. A Rio de Janeiro, come nel resto del Brasile, girano per la spiaggia con i loro piccoli bracieri e le loro griglie usurate dal tempo. Con questi strumenti riscaldano gli spiedini di formaggio, che acquisiscono un sapore speciale dopo essere stati tostati e rosolati alle alte temperature dei bracieri. Per rendere questa pietanza ancora più gustosa si usa cospargervi del miele e porvi dell’origano essiccato. Il contrasto agrodolce che ne risulta sarà uno dei ricordi della vostra vacanza a Rio. Per dissetarsi in maniera naturale e gustosa, invece, non si può non assaggiare il succo di un cocco verde, che si beve direttamente dal frutto all’interno del quale viene posta una cannuccia. 100% naturale, al 99% privo di grassi, il succo di questo alimento non ha colesterolo, ha pochi zuccheri, calorie e carboidrati, ma da un punto di vista energetico e nutrizionale è una bevanda ricca di sali minerali, come potassio, magnesio, calcio e sodio, di oligoelementi, amminoacidi e proteine che favoriscono il benessere e la salute a tutto il corpo con effetti disintossicanti, depurativi e deacidificanti. Inside the hawker stalls set up on the beach or in the kiosks close to the beach - from Copacabana to Ipanema and until Leblon you can “explore” Rio Rio de Janeiro, and in general Brazil, from the culinary point of view thanks to the many fast preparations that get tourists in touch with the smells and tastes of this wonderful land. One of these is the queijo coalho, often called queijo quente (warm melted cheese), a typical Brazilian cheese from the northeast of the country. The hawkers of queijo coalho are instantly recognizable. In Rio de Janeiro, as in the rest of Brazil, running around the beach with their little braziers and their grills consumed by time. With those tools, they heat the skewers of cheese, which acquire a special flavor after being toasted and browned at high temperatures on the braziers. To make this dish even more tasty they use honey or dried oregano on top of it. The sweet and sour contrast will be one of the memories of your vacation in Rio. For your thirst you have to try a natural and tasty juice of a green coconut, you drink directly from the fruit with a straw placed inside. 100% natural, 99% fatfree, the juice of this food has no cholesterol, is low in sugar, calories and carbohydrates, but from an energy and nutritional point of view it is a drink rich of minerals, such as potassium, magnesium, calcium and sodium, trace elements, amino acids and proteins that promote the health and wellbeing to the whole body with detoxifying, purifying and deacidifying effects. forty-seven MN MARCO NILS JOURNAL GLOBETROTTER RIO RIO DE DE JANEIRO JANEIRO WHEN THE SENSUALITY OF A CITY LEAVES YOU BREATHLESS Un’onda sinuosa di promontori che le disegnano lo skyline. Baie che si aprono improvvise e lussureggianti dinanzi la foresta urbana più estesa del mondo, la Floresta da Tijuca. Il Cristo Redentore che dall’alta cima del Corcovado vigila sulla città con le sue braccia spalancate, in segno di perenne benvenuto, ed il suo sguardo - visibile da ogni angolo della città - è una presenza costante e rassicurante per chi, quotidianamente, popola le sue strade. Magica, intensa, emozionante, Rio de Janeiro è questa e molto altro. É così splendida che i suoi abitanti, i Carioca, sostengono che Dio, al termine della creazione sia venuto qui a riposarsi, e ogni volta che parlano della loro città amano definirla “a cidade meravilhosa”, la città meravigliosa. Rio ti entra nel cuore, ti suscita un’emozione diversa, inspiegabile a parole, e in maniera indelebile cambia la tua vita. Scelta come sede delle Olimpiadi del 2016 e teatro - presso lo stadio Maracanà - della finale di Coppa del Mondo FIFA 2014, con le sue mille sfaccettature Rio è anche una città dai forti contrasti e dei tanti problemi sociali. Nonostante, infatti, gran parte di essa si possa affiancare alle più moderne metropoli del mondo, una percentuale significativa dei suoi oltre 13 milioni di abitanti vive ancora in zone estremamente povere note come favelas, spesso addossate sui fianchi delle colline, e afflitte dalla diffusione dei crimini legati alla droga, dalla lotta tra bande e da altri problemi sociali legati alla povertà. La Favela da Rocinha è la più grande dell’America Latina. 5 COSE DA FARE: 1. Passeggiare lungo Praia de Copacabana, una delle spiagge più celebri di Rio che si estende dalle alture del Morro da Leme, a nord-est, fino alle rocce di Arpoador, a sud-ovest. Affollata da turisti tutto l’anno, è famosa per gli incredibili festeggiamenti di Capodanno. Caratteristica è la pavimentazione “a denti di drago” del lungomare in tipico stile portoghese. Birra, snack, come il biscoito o globo, ombrelloni, cangas, infradito e massaggi sono in vendita sulla spiaggia senza interruzione dall’alba al tramonto. Provare per credere!!! 2. Lasciarsi incantare dal Corcovado. La statua del Cristo Redentore domina la città dai 706 m della cima di questa montagna il cui nome deriva dal portoghese corcova, che significa gobba. Progetto vincitore di un concorso per la realizzazione di un grande monumento capace di rappresentare lo spirito di Rio, la statua fu inaugurata nel 1931, e in breve tempo divenne simbolo dell’intero Brasile. 3. “Scalare” il Pao de Acucar. Nessun panorama eguaglia quelli che si possono ammirare dalla cima del massiccio di granito e quarzo del Pan di Zucchero che sovrasta l’imboccatura della baia di Guanabara. I fianchi della montagna sono ammantati da ciò che resta della foresta che un tempo copriva l’intera Rio e che offre, tuttora, rifugio a uistiti, tangara e altri uccelli. 4. Festeggiare il Carnevale, che coincide con l’inizio della Quaresima, a febbraio o marzo. Le parate si svolgono al Sambodromo, lo stadio opera di Oscar Niemeyer costruito sulla strada dove si narra sia nato il samba, e dove sfilano in un “duello” multicolor le migliori scuole di samba. 5. Assistere ad una partita a l’Estadio do Maracanà. Teatro della finale dei mondiali FIFA2014, con i suoi 200.000 posti è lo stadio da calcio più grande del mondo ed è anche il luogo in cui Pelè segno il 1000° goal nel 1969. Durante le partite l’atmosfera, in questa arena da sogno, si fa incandescente. Sul selciato, all’esterno, ci sono le impronte dei piedi delle stelle del calcio. forty-eight ISSUE N.3 A wave of sinuous cliffs that draw the skyline. Bays that open suddenly and lush in front of the largest urban forest in the world, the Floresta da Tijuca. Christ the Redeemer on top of the Corcovado watches over the city with his arms outstretched in an everlasting sign of welcome, and his eyes - visible from every corner of the city - is constant and reassuring for those who are daily populating its streets. Magical, intense, exciting, Rio de Janeiro is this and much more. It’s so beautiful that its inhabitants, the Carioca, believe that God, at the end of his creation has come here to rest, and every time they speak of their city they like to call it “a cidade meravilhosa,” the wonderful city. Rio gets into your heart, gives you a different emotion, inexplicable in words, giving you an indelibly change your life. Chosen as the site of the 2016 Olympics and theater - at the Maracana Stadium - of the 2014 FIFA World Cup finals. With its many facets Rio is also a city of contrasts and of many social problems. Although, in fact, a big part of the city can be seen as the most modern cities in the world, a significant percentage of its more than 13 million habitants still live in extremely poor areas known as favelas, often leaning on the hillsides, and afflicted by drug-related crimes, fights between gangs and other social problems related to poverty. The Favela Rocinha is the largest in Latin America. 5 THINGS TO DO 1. Walking along Praia de Copacabana, one of the most famous beaches of Rio, which extends from the hills of Morro da Leme, north- east, to the rocks of Arpoador, to the south- west. Crowded with tourists throughout the year, and famous for the incredible New Year celebrations. Characteristic is the “dragon’s teeth” paving along the beach in a typical Portuguese style. Beer, snacks, like biscoito or globe, umbrellas, cangas, thongs and massages are on offer on the beach without interruption from dawn to dusk. Try to believe! 2. Let yourself be impressed by the Corcovado. The statue of Christ the Redeemer overlooking the city from 706 meters of height of this mountain whose name derives from the Portuguese corcova, meaning hump. A Project won at a competition to design a great monument capable to represent the spirit of Rio, the statue was inaugurated in 1931, and soon became a symbol of whole Brazil. 3. “Climbing” Pao de Acucar. No landscape is equal to those that can be seen from the top of the massive granite and quartz Sugar Loaf overlooking the mouth of Guanabara Bay. The sides of the mountain are shrouded in what remains of the forest that once covered the entire Rio and it offers, still now, retreat to marmosets, tanagers and other birds. 4. Celebrate Carnival, which coincides with the beginning of Lent, in February or March. The parades are held at the Sambadromo, a stadium work of Oscar Niemeyer built on the road where it is said samba was born, and where you can see in a “duel” multicolor the best samba schools. 5. Attending a match at the Estadio do Maracana. Theatre of the World Cup FIFA 2014 finals, with its 200,000 places it is the largest football stadium in the world and is also the place where Pele scored the 1,000 th goal in 1969. During the matches the atmosphere in this dream arena is unbelievable. On the pavement outside, there are the footprints of the football stars. forty-nine CREDITS PHOTOGRAPHER - EUGENIO D’ORIO MODEL - FRANCESCO RELLI TXTS - PRESS OFFICER MARCO NILS Txt “SMOKING” - Francesca Scotto (http://ilmondosottosopra.altervista.org) TXT “PANTALONE” - SARA LATTE GRAPHIC - LUCA LA GRECA WHERE YOU CAN FIND OUR PRODUCTS: Italy Germany Austria Spain The Netherlands Belgium Canada Japan Prodotto e distribuito da: New Fly Industries srl Tel.+39.081.199.72.440 - Fax +39.081.199.72.441 info: Sales Italy: [email protected] Press Office: [email protected] Sales Worldwide: [email protected] Follow us on www.marconils.com