...

Rassegna Italiana di Linguistica Applicata- 2 >>>> 97

by user

on
Category: Documents
23

views

Report

Comments

Transcript

Rassegna Italiana di Linguistica Applicata- 2 >>>> 97
Rassegna Italiana di Linguistica Applicata- 2/97
MORIRE IN ITALIA, MORIRE IN SPAGNA
NELL'ESPRESSIONE IDIOMATICA
ADRIANA PINTORI
(Universitat Autónoma de Barcelona)
L'angoscia e I'ossessione dell'uomo medievale per il tema della morte si accrescono nei secoli
XIV e XV e originano le "Danze della Morte" rappresentate in tutta l'Europa, non solo in letteratura,
ma anche nelle incisioni e nei disegni dell'epoca.
E nel 1536 quando Alberto Dührer (Durero) crea le sue magnifiche incisioni intomo al tema;
più tardi Brueghel il Vecchio ci offre una tavola su "Il Trionfo della Morte" esposta attualmente nel
Museo del Prado.
Strettamente vincolata con la rappresentazione teatrale medievale, in Spagna, nella provincia
di Gerona, e pii:l concretamente nel paesino di Verges, il Giovedì della Settimana Santa, si svolge
tuttora una processione silenziosa alla quale si aggiunge una "Dança de la Mort" con personaggi
mascherati da scheletri.
E patente la satira sociale che si avverte nella "Danza de la Muerte" non solo catalana ma
anche delle altre regioni spagnole, con il suo desiderio di rendere uniformi tutte le classi sociali
negli attimi fuggevoli della vita, benché non si debba scordare che l'interesse per il tema inizia in
Francia con la "Danse Macabre" della seconda metà del s. XIV e poco più tardi con la "Danse
Macabre des femmes" (s. XV).
Nonostante quest'origine francese, nella spagnola c'e un sentimennto di rassegnazione e di
fatalità ineludible per tutte le creature umane, come possiamo vedere in Jorge Manrique con le sue
"Coplas por la muerte de su padre": ogni essere accetta la condizione della sua nascita,
lamentandosene, pero senza tentare un cambiamento che considera impossible; solo la morte può
uguagliare tutti, ricchi e poveri, potenti ed umili.
In quegli anni, in un' epoca di epidemie come la Peste Nera, la mancanza di igiene e gli scarsi
conoscimenti medici conducono alla tomba con incredibile celerità giovani e vecchi, senza
distinzione (Laura, la donna ideale del Petrarca sembra che muoia a causa di un contagio; Boccaccio
scrive il suo "Decamerone" in occasione di queesta malattia).
Nel secolo scorso era "il mal sottile" quello che faceva "tomare alla casa del Padre" molti
esseri, poiché la tubercolosi poteva essere considerata, ed a ragione, la malattia dell'epoca.
Negli ultimi anni del secolo XX, nonostante tutte le innovazioni della tecnica e della
medicina, l'uomo prova ancora timore davanti alla morte ed usa eufemismi per parlarne come pure
per accennare alle malattie che ad essa ci porta.
È corrente sentir parlare del cancro come di "una malattia che non perdona" o di "un brutto
male", poiché, inevitabilmente, obbliga colui che ne soffre a "lasciare questa valle di lacrime" per
"terminare la propria giornata" ed "addormentarsi nel Signore" per riuscire, alla fine, a "volare in
cielo" e a "riposare in pace".
Tutti questi sentimenti di impotenza davanti a un avvenimento del quale siamo protagonisti
tutti, un giorno o l'altro, ma che non dirigiamo, che ci scappa dalle mani, hanno avuto una
continuazione attraverso i tempi e hanno dato luogo a molte espressioni idiomatiche che nascono
dalla lingua del popolo e sono patrimonio del popolo.
Vi è sempre presente una certa sfumatura burlesca, quasi una idea di "...giacché non puoi fare
nulla contro di lei (la Morte), unisciti a lei...", espresso da "...ridi di lei...".
Nei modi di dire utilizzati nell'attualità possiamo avvertire questi sentimenti di ironia che ne
mascherano degli altri, di timore verso tutto ciò che ci e sconosciuto; la maggior parte delle
espressioni idiomatiche, se facciamo eccezione di quelle di carattere religioso tali come "andare al
creatore" o "descansar en el Señor", si riferiscono agli ultimi gesti o movimenti del corpo umano,
come se si trattasse quasi di una lotta con la morte che finisce per vincere la partita: "allungare gli
stinchi", "tirare le cuoia" o "estirar la pata".
Un altro gruppo si riferisce a ciò che succede al corpo dopo la cessazione della vita: "andare a
far terra da ceci" o "ir a criar malvas".
In uno studio sulle espressioni idiomatiche italiane e spagnole1 nel registro colloquiale di
queste due lingue che abbiamo realizzato a partire da un campione di 2090 modi di dire, si
riferiscono al concetto della morte solo 54 forme italiane e 50 spagnole; cosa che rappresenta un 4,7
del totale.
Presentiamo qui tali espressioni italiane con i loro equivalenti in spagnolo, ed offriamo per
ognuna delle prime diverse possibilità di traduzione.
1
1
Allungare gli stinchi
Doblar el pico
Hincar el pico
Ir con los pies por delante
Perder la pelleja
Soltar la pelleja
2
Andare a Babboriveggolia2
Ir al otro barrio
LLegarle su San Martín
Tomar el tole para el otro barrio
3
Andare a Buda
Bajar al sepulcro
4
Andare a Maravalle3
L1egarle su San Martín
Partir de esta vida
5
Andare a San Cassiano
LLegarle su San Martín
Pagar con la pelleja
6
Andare a far terra da pipe
Hacer adobes con el cogote
Liar el petate
"Modismos, locuciones y expresiones idiomáticas: un estudio contrastivo italiano-castellano",
Pintori, 1991.
2
'Babboriveggoli' è il nome inventato di una città immaginaria, composto da 'babbo' e da un derivato
grazioso di 'rivedere' con il chiaro significato di 'andare a vedere il padre (morto)'; è una formaa toscana, non
molto usata attualmente. "Modi di dire della lingua italiana", Lapucci, 1969,89.
3
Nel linguaggio popolare, i versicoli "Dies irae: dies magna et amara valde" sono tradotti con
'Maravalde / Maravalle'. "Saggio di modi di dire proverbiali e di motti popolari", Luri Di Vassano, 1872,89.
7
Andare a far terra da ceci
Criar malvas
Ir a criar malvas
Ir a mascar tierra
8
Andare a gallina 4
Caer como chinches
Irse al hoyo
9
Andare a ingrassare i petroncini
Criar malvas
Ir a mascar tierra
Ir a criar malvas
10
Andare a Pafrasso 5
Hacer adobes con el cogote
Quedar en la estacada
4
11
Andare a piantar cavoli
Criar malvas
Ir a criar malvas
Liarla
12
Andare a porta inferi
Bajar al sepulcro
13
Andare a rincalzare i cavoli
Cerrar los ojos
Criar malvas
Ir a criar malvas
Ir a mascar tierra
14
Andare a sentire cantare i grilli
Pasar a mejor vida
Quedarse como un pajarito
15
Andare aterra Cavolini
Irse al otro barrio
Irse al otro mundo
Irse de este mundo
Anticamente, persino i piccoli furti campestri, come quello di una gallina, facevano incorrere nella pena di
morte. "Modi di dire della lingua italiana", Lapucci, 1969, 89.
5
II nome della città greca viene raccolto per caso nella espressione, per alterazione della locuzione bíblica "ire
ad patres" = morire ed equivale a 'andare nel seno di Abraamo'. "Modi di dire ... ", Lapucci, 1969,89
16
Andare all' altro mondo
Irse al otro barrio
Irse al otro mundo
Irse de este mundo
17
Andare al mondo di là
Ir al otro barrio
Ir al otro mundo
Irse de este mundo
18
Andare al creatore
Descansar en el Señor
Dormir en Dios
Entregar el alma
Estar en Dios
Llamar Dios (a juicio)
Llamar Dios a su seno
19
Andare alla badia di Adalticaggi6
Doblar el pico
Estirar la pata
Hincar el pico
Ir con los pies por delante
Soltar la pelleja
20
Andare alle ballodole
Irse de este mundo
21
Andare dietro al passerin di Lesbia7
Quedarse como un pajarito
22
Andare fra i più
Acabarse la candela
6
'Adalticaggi' è il nome immaginario di una abazia, nome la cui parte finale 'caggi' era anticamente una forma più
comune di 'cadi', "Modi di dire ... ", Lapucci, 1969,89
7
È evidente l'allusione a Lesbia, che Catullo amava persino attraverso il piccolo passero; quando questo muore,
il poeta rattristato scrive:
"Lugete, o Veneres Cupidinesque,
Et quantum est hominum venustiorum.
Passer mortuus est meae puellae ... "
23
Avere la stola sui piedi
Entregar el alma
Estar en capilla
Estar a las últimas
Estar en las últimas
Llegarle su San Martin8
Tener las horas contadas
24
Battere la capata
Tomar el tole para el otro mundo
25
Distendere le gambe
Doblar el pico
Estirar la pata
Hincar el pico
Ir con los pies por delante
Soltar la pelleja
26
Essere agli sgoccioli
Acabarse la candela
Acusar las diez de últimas
Dar las boqueadas
Entregar el alma
Estar a las últimas
Estar en las últimas
Tener las horas contadas
27
Essere allumicino
Acabarse la candela
Acusar las diez de últimas
Dar las boqueadas
Entregar el alma
Estar a las últimas
Estar en las últimas
Tener las horas contadas
28
Essere al miserere
Acabarse la candela
Acusar las diez de últimas
Dar las boqueadas
Entregar el alma
Estar a las últimas
Estar en las últimas
Tener las horas contadas
8
Anticamente era tradizione, neli'economia rurale, che la maceliazione del maiale p r I'alimentazione si facesse in
questa data.
29
Essere all' olio santo
Acabarse la candela
Acusar las diez de últimas
Dar las boqueadas
Entregar el alma
Estar en las últimas
Tener las horas contadas
30
Fare fagotto
Liar el petate
31
Farla finita
Acabar de una vez
Palmarla
32
Ingrassare i cavoli
Criar malvas
Ir a criar malvas
33
Lasciarci la buccia
Acabar de una vez
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Palmarla
Soltar la pelleja
34
Lasciarsi la ghirba
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Palmarla
Quedarse en el campo
Soltar la pelleja
35
Lasciarci il pelo
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Palmarla
Quedarse en el campo
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
36
Lasciarci la pelle
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Palmarla
Quedarse en el campo
Romperse los cuernos
Soltar al pelleja
37
Lasciarci le cuoia
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Palmarla
Quedarse en el campo
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
38
Lasciarci le penne
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Palmarla
Quedarse en el campo
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
39
Mettere le scarpe al sole
Doblar la servilleta
Tomar el tole para el otro barrio
40
Morire con le scarpe ai piedi
Caerse redondo
Doblar la servilleta
41
Pagare l' obolo a Caronte
Pagar con la pelleja
42
Passare a miglior vita
Irse de este mundo
Pasar a mejor vida
43
Passare nel numero dei più
Entregar el alma
44
Rendere l' anima
Entregar el alma (a Dios)
Exhalar el (último) espíritu
45
Restare sulla botta
Caerse redondo
Quedarse en el sitio
Quedar seco
46
Rimetterci la buccia
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
47
Rimetterci la ghirba
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
48
Rimetterci la pelle
Dejarse el pellejo
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
49
Rimetterei le ghette
Dejarse el pellejo
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
50
Serrare la pugna
Doblar la servilleta
Ir al otro barrio
Quedar seco
Quedarse en el campo
51
Tirare le calze / le calzette / il calzino
Doblar la servilleta
Enfriarse el cielo de la boca
52
Tirare le cuoia
Dejarse el pellejo
Dejarse la piel
Pagar con la pelleja
Romperse los cuernos
Soltar la pelleja
53
Tirare le gambe
Doblar el pico
Estirar la pata
Hincar el pico
Ir con los pies por delante
54
Tirare l' aiuolo
Irse al hoyo
Hincar el pico
Quedar seco
Tale campionario sarà la base del nostro lavoro statistico, giacché abbiamo considerato
interessante realizzare uno studio di frequenza dei diversi elementi da cui sono composte queste
espressioni idiomatiche.
Come primo passo possiamo osservare che nelle due lingue troviamo cinque espressioni che
presentano un' equivalenza perfetta; si tratta di quelle numerate con il 16,32 (intendendo "piel"
come copertura di un frutto), 33,41 e 43.
Le altre espressioni possono essere simili nelle due lingue ma sono diverse in alcuni dei suoi
elementi o in tutti.
Ci sembra opportuno studiare in primo luogo la frequenza del verbo italiano "andare" che
troveremo 16 volte su 53, ossia un 30,18% del totale, mentre il suo equivalente spagnolo "ir / irse"
si presenta solo 6 volte, cioè un 12% del totale.
Il verbo "lasciare" si trova 6 volte (12%) e il suo equivalente "dejar" spagnolo in 2 occasioni
(4%).
Seguono in italiano i verbi "essere", 4 volte (7,5%); "ser / estar" spagnoli, 3 volte (6%),
mentre "rimetterci" e "tirare", in uguale numero di volte (4) non hanno equivalenza numerica in
spagnolo.
Invece in spagnolo troviamo 4 volte (8%) il verbo "quedar / quedarse" che in italiano si
presenta in un solo caso ed è, quindi, irrilevante.
Grazie a tutti questi dati, osiamo affermare che in spagnolo l'uso del verbo nelle espressioni
idiomatiche di cui ci siamo occupati è più vario, mentre in italiano e piu ripetitivo.
Per ciò che si riferisce agli altri elementi dell'espressione idiomatica, ossia sostantivi o
aggettivi, osserviamo che questi ultimi ne sono asssenti, mentre i primi si possono raggruppare nel
seguente modo:
a) riferimento a parti anatomiche, generalmente estremità del corpo umano, però anche
allusioni al mondo animale che troviamo in italiano 14 volte e in spagnolo 10 volte, tali come:
buccia / cuoia / gambe / ghirba /
pelle / pelo / penne / stinchi
e
cuernos / ojos / pata / pelleja /
pellejo / pico / piel / pies
b) riferimento alla speranza nell'altra vita (Dio / anima) e a personaggi mitologici latini
(Caronte) in ugual numero di volte nelle due lingue, 6 volte;
c) allusione all'inevitabilità e al numero delle morti, in italiano 7 volte, ome per esempio
"andare fra i più", e 5 volte in spagnolo, per es. "tomar el tole para el otro mundo";
d) allusini alla sostanza caduca del corpo umano e al luogo di inumazione h tr viamo 6 volte
in italiano 4 in spagnolo. Diamo come esempio italiano "andar a far terra da pipe" e spagnolo "ir a
criar malvas";
e) allusione a città o luoghi che possono essere riferiti alla morte o a un cimitero conosciuto
(San Cassiano), come "andare a Babboriveggoli" o a un gioco di parole inventate o a un'alterazione
di locuzioni bibliche come "andare a Patrasso" che troviamo in italiano 7 volte e la cui equivalenza
in spagnolo non abbiamo potuto trovare.
Ci sembra di poter concludere da quest'analisi che esiste un considerevole grado di
correlazione fra i modi di dire italiani e spagnoli, cosa che ratifica la comune eredità latina di
ambedue le lingue. Nelle espressioni idiomatiche presentate ci rendiamo conto che l'uomo tende a
ridurre tutti gli avvenimenti della vita a propria misura, con un'evidente operazione di
demitificazione: il linguaggio astratto della cultura si converte in immagine concreta, con una carica
espressiva possente e di piena atualità.
Bibliografia
CABALLERO y RUBIO, R.(1947), Diccionario de modismos de la Lengua Castellana, El Ateneo,
Buenos Aires.
FABIAN, Z.(1987), Filo da torcere - Olasz frazeológiai gyakorlatok, Tankonyvkiadó, Budapest.
FRESCURA, A. (1928), Mille e una locuzioni o modi di dire, Cappelli, Bologna.
HALL, R. Jr.; ADKINS HALL, F; ZGARAU, S. (1981), 2001 Italian and English Idioms, Barrou's
Educational Series, Inc, New York.
HERNANDEZ PENELA, M.E. (1985), Raccolta paremiologica italo-spagnola, Tesis de
licenciatura, Montevideo.
LAPUCCI, C. (1969), Modi di dire della lingua italiana, Valmartina Editore, Firenze.
LURI DI VASSANO, P. (1872), Saggio di modi di dire proverbiali e di motli popolari, Sinimberghi,
Roma.
MORANDI, L.(1893), In quanti modi si possa morire in Italia, Torino.
PINTORI OLIVOTTO, A. (1991), Modismos, locuciones y expresiones idiomáticas: un estudio
contrastivo italia-castellano, Tesi di ricerca, Universidad Autónoma de Barcelona.
RADICCHI, S. (1985), In Italia. Modi di dire ed espressioni idiomatiche, Bonacci, Roma.
SANCHEZ SERRANO, A. (1982), Modismos latinos y castellanos: comparación y posibles
influencias, Tesi di ricerca, Universidad Complutense, Madrid.
SBARBI, J.M.ª. (1922), Diccionario de refranes, adagios, proverbios, modismos, locuciones y
frases proverbiales de la lengua espagnola, Hernando, Madrid.
VIETRI, S. (1985), Lessico e sintassi delle espressioni idiomatiche. Una tipologia tassonomica
dell' italiano, Liguori, Napoli.
ZANELLA. A. (1907), I modi di dire nella nostra lingua. Loano.
Fly UP