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(TO) L`Indirizzo Musicale nella Scuola Media Statale

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(TO) L`Indirizzo Musicale nella Scuola Media Statale
SCUOLA MEDIA STATALE
PIERO GOBETTI
Via L. Gatti, 18 – Rivoli (TO)
RELAZIONE FINALE ANNO DI PROVA
L’Indirizzo Musicale nella Scuola Media Statale
“Piero Gobetti”
Diario di Bordo A.S. 2012/2013
TUTOR
PROF.SSA SILVIA EURON
DOCENTE ESAMINATO
PROF. CLAUDIO DEVECCHI
ANNO SCOLASTICO 2012-2013
Indice
1. Introduzione
pag. 3
2. Raccolta dati iniziali
pag. 5
3. Acquisto strumenti
pag. 7
4. Definizione dell’orario
pag.10
5. Programmazione
pag.12
6. Scelta brani Musica d’Insieme per il Concerto di Natale
pag.15
7. Valutazione: modelli e proposte
pag.17
8. La motivazione degli alunni e dei docenti
pag.19
9. Progetti interdisciplinari
pag.20
10. Utilizzo delle tecnologie (vecchie e nuove)
pag.22
11. Funzione Docente/ Funzione Strumentale
pag.24
12. Verifica condivisa dopo il Concerto di Natale
pag.29
13. Scelta brani Musica d’Insieme per il Concerto di fine A.S.
pag.30
14. Test attitudinali futura classe prima
pag.34
15. Partecipazione a Concorsi, Orchestra OMT e uscite didattiche
pag.38
16. Resoconto delle attività
pag.40
17. Esame finale della terza media: la prova di strumento musicale
pag.43
18. Compiti delle vacanze
pag.45
19. Curriculum Vitae
pag.46
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1. Introduzione
Mi chiamo Claudio Devecchi, sono nato a Torino il 14 Novembre 1966,
suono la chitarra dal 1981, insegno questo strumento dal 1990 ma solo dal 2004
all’interno della scuola dell’obbligo. Ho praticato svariati generi musicali,
collaborato con diverse persone, ho preso parte a produzioni nazionali e
internazionali. Ho viaggiato molto suonando in contesti diversissimi, dalle strade ai
teatri, da solo e in gruppo.
La musica mi ha sempre appassionato: avevo tre anni e mio papà mi aiutava a far
funzionare un vecchio giradischi con il quale ascoltavo di tutto: dalle colonne
sonore di Morricone ai Beatles, passando per i vecchi dischi a 78 giri dove il jazz e
il blues la facevano da padrone. Quando avevo circa sei anni mio nonno materno,
vedendo il mio forte interesse per la musica, mi disse che era sua intenzione
regalarmi una fisarmonica: era armato da nobili intenzioni ma su di me la notizia
ebbe effetti non proprio positivi in quanto conoscevo questo affascinante strumento
solo per il genere musicale denominato “Liscio”, distante dai miei gusti e dai miei
ascolti. Risultato: non ne volli sapere di imparare a suonare uno strumento fino ai
14 anni ma continuai ad ascoltare tanta musica.
A quindici anni prime esperienze in gruppi Rock, a diciassette anni il primo
impatto con il jazz e a diciannove con la chitarra classica: uno strano percorso!
A ventuno anni inizio a vivere di musica, circa centoventi concerti all’anno.
L’anno dopo inizio anche a insegnare in scuole private. Mi diplomo sia in jazz che
in chitarra classica. Nel 1996 si presenta la possibilità di entrare negli elenchi
prioritari per la sperimentazione dell’Indirizzo Musicale nella Scuola Media,
ricordo vagamente di averla snobbata avendo altri obbiettivi: dischi e tournee dal
vivo.
Per farla breve nel 2003 inizio una collaborazione discografica internazionale,
all’inizio sembra appagante ma dopo aver raggiunto l’obbiettivo che mi ero
prefissato non ero convinto: tutto qui? Contemporaneamente giro l’Italia facendo
più di un centinaio di concerti l’anno ma qualcosa si è rotto! A settembre 2004
mando quasi distrattamente una email a diverse scuole per propormi come
insegnante di chitarra, una di queste è il Liceo Musicale Ego Bianchi di Cuneo.
Dopo quindici giorni mi chiamano per una supplenza di un mese, vado e…
rimango “folgorato sulla strada per Damasco”: l’ambiente scolastico è incredibile!
A parte gli inevitabili e largamente minoritari soggetti con poca voglia di lavorare,
la scuola è piena di persone che lavorano con passione tutti i giorni, che amano
lavorare con gli alunni: fanno fare esperienze, spronano a crescere, incoraggiano.
E’ sostanzialmente diverso da una struttura privata perché gli obbiettivi non sono
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solo musicali, è in gioco la crescita globale dell’alunno. I ragazzi poi sono
straordinari, è la parte migliore del nostro paese ma è anche la più fragile: se
motivati sono in grado di raggiungere traguardi inaspettati, se lasciati a loro stessi
o demotivati diventano apatici, da qui ne consegue la grandissima responsabilità di
noi Docenti.
Rimango molto colpito da questa esperienza e maturo la decisione che questo sarà
il mio futuro lavorativo: mi iscrivo prima ai corsi di Didattica della Musica e
successivamente al corso di Didattica dello Strumento Musicale in Conservatorio,
ambedue abilitanti al fine di entrare nelle Graduatorie Permanenti. Dal 2007 copro
supplenze annuali relative a Educazione Musicale e Strumento Musicale in diverse
scuole e nell’estate del 2012 arriva finalmente la chiamata in ruolo.
Visto l’arduo compito non mi resta che augurarmi in bocca al lupo per gli anni a
venire…
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2. Raccolta dati iniziali
Ogni ingresso in una nuova scuola è stato sempre per me un momento di
estrema curiosità: è come entrare in un nuovo microcosmo fatto di dinamiche tra
persone e cose, di abitudini, gesti consolidati che hanno una loro valenza e che
occorre conoscere da subito se si vuole interagire proficuamente.
L’accoglienza riservatami è ottima: dirigenti e colleghi mi accolgono nel modo
migliore. In particolare con i docenti di strumento si percepisce da subito una
disponibilità alla collaborazione che ci dovrebbe essere sempre in ambito
scolastico, conditio sine qua non al raggiungimento degli obiettivi didattici ma
soprattutto per la crescita dell’alunno che, per emulazione, può diventare individuo
che collabora e collaborerà con altri individui in un’ottica di cittadinanza attiva.
Ma avrò modo di allargare questo concetto nei prossimi paragrafi in quanto humus
di tutta la mia piattaforma didattica.
Conosco anche la docente di chitarra che mi ha preceduto, la Prof.ssa Chiara
Maritano, con la quale, previo appuntamento, ci incontriamo e scambiamo
impressioni riguardo i documenti relativi al piano di lavoro annuale svolto con
coloro i quali saranno i miei nuovi alunni. Anche questa è una prassi che dovrebbe
essere consolidata, eliminando quelli che alcune volte sono “personalismi” di noi
docenti.
Il livello degli alunni è molto buono, hanno svolto attività di vario tipo (solistico,
musica da camera, orchestra) e la maggior parte di loro è entusiasta di suonare il
proprio strumento. Alcuni di loro mi chiedono se potranno suonare anche la
chitarra elettrica, rispondo che ci sarà la possibilità di esplorare anche quel settore
strumentale a patto che si rispetti il percorso ministeriale (è evidente che non ho
dato loro una risposta così formale). Anche gli alunni degli altri strumenti sono di
livello medio-alto e questo mi rassicura sulla musica d’insieme.
In sintesi gli strumenti previsti dalla SMS Gobetti sono i seguenti:
• Chitarra
• Flauto
• Pianoforte
• Violino
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I colleghi mi fanno da cicerone all’interno della scuola: gli spazi sono adeguati,
anche l’aula di orchestra è abbastanza spaziosa. Noto che la strumentazione è un
po’ povera, ci sono solo un pianoforte verticale e una tastiera pesata a 88 tasti e
qualche percussione: poco per consentire, soprattutto ai pianisti, di cooperare alla
riuscita della Musica d’Insieme con la giusta motivazione. E qui si verifica una
cosa che puntualmente ho riscontrato nelle cinque scuole in cui ho insegnato fino
ad ora:
nei ripostigli, negli scantinati e nei laboratori delle scuole ci sono a volte
attrezzature di vario tipo che, seppur inventariate, sono dimenticate o scarsamente
valorizzate. Infatti sarebbe opportuno per chi entra in una nuova scuola farsi dare
un inventario della strumentazione e valutarne l’utilizzo insieme ai colleghi. Così
abbiamo fatto.
Da questa operazione di ricerca sono stati portati alla luce:
• 3 tastiere elettroniche multi timbriche non funzionanti (rese funzionanti)
• 2 tamburi con relativo supporto
• piatti sospesi
• percussioni varie (battenti, nacchere, metallofono, bonghi …)
• Mixer 12 canali con cassa auto-amplificata
• 1 microfono dinamico
• 4 chitarre classiche/ 1 chitarra acustica
Questo lavoro è determinante anche nella scelta del repertorio della Musica
d’Insieme in quanto l’arrangiamento musicale deve essere creato o adattato alla
strumentazione a disposizione. Valuterei da parte del Collegio Docenti l’istituzione
di una Funzione Strumentale che si occupi della gestione della strumentazione
dell’Indirizzo Musicale ed eventualmente di un ATA formato al montaggiosmontaggio strumentazione in caso di concerti anche in un’ottica futura di istituto
comprensivo. L’istituzione di un registro di assegnazione dei beni potrebbe
ottimizzare l’utilizzo dei materiali a disposizione, evitando l’acquisto di doppioni o
di strumentazione non adatta a più utilizzi.
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3. Acquisto Strumenti
Come si evince dal capitolo precedente un efficace inventario della
strumentazione a disposizione ci permetterà di valutare acquisti che vadano nella
direzione della programmazione didattica (collettiva e individuale) evitando
doppioni. Questo è un punto “sensibile” per diversi motivi:
• I fondi messi a disposizione della scuola per nuovi acquisti sono sempre più
risicati e ciò impone una loro ottimizzazione
• In un’ottica di “verticalizzazione” (materna, primaria, secondaria di I grado,
etc) dotarsi di strumentazione multifunzione pone la scuola, nella sua intera
accezione e funzione, in condizione di affrontare i momenti “caldi” dei saggi
di Natale e fine Anno Scolastico costruendo “impianti” modulari da
installare in luoghi diversi nello stesso momento
• Gli arrangiamenti musicali della Musica d’Insieme dipendono molto dalla
strumentazione a disposizione: ogni Docente di strumento è stato (o
dovrebbe essere stato) preparato a creare arrangiamenti ad hoc per le varie
orchestre della sezione a Indirizzo Musicale (come da programmi dei Corsi
Abilitanti del D.M. n. 137 del 28/9/07) partendo da vari aspetti, non ultimo
quello relativo al vissuto musicale dell’allievo quale leva motivazionale.
Per quanto riguarda i fondi messi a disposizione della scuola ne esistono di diverso
tipo:
• Fondo d’Istituto
http://www.cislscuola.it/node/16707: consigliata la lettura, tuttavia si evince
subito una cosa importante: non è possibile stornare fondi per investire in
strumenti: il FIS serve solo a pagare le ore di docenza.
• Erogazioni liberali
• Ex lege 440: http://www.fnada.it/norme/OLD/l440-97.htm: (fondi per
l’arricchimento dell’offerta formativa).
• Eventuali fondi degli Enti Locali
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Per quanto riguarda le erogazioni liberali esistono diverse possibilità in merito:
• Donazione mirata: elargizione di denaro o di beni strumentali con vincolo di
destinazione d’uso da parte di persone fisiche o giuridiche. Per i beni
strumentali sono solitamente istituti bancari o associazioni di genitori sul
territorio che donano uno o più strumenti musicali ad uso della scuola.
• Erogazione liberale sotto forma di contributo (non obbligatorio) per piccole
attività svolte durante l’anno, ad esempio per il DVD del Concerto di Natale
o di Fine Anno Scolastico, l’eventuale progetto interdisciplinare tra Arti
Visive e Musica dove con un’urna posta all’uscita della mostra stessa per le
offerte mirate all’ampliamento delle attività artistiche nella scuola si
potrebbero raccogliere somme significative.
Per esperienza personale i ritorni di queste operazioni sono estremamente variabili
e vanno da poche centinaia di euro a qualche migliaio. Di ogni somma o bene
elargiti va avvertita la DSGA (Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi)
che li metterà a bilancio o a inventario.
Template Erogazione Liberale:
Delega per prenotazione DVD Concerto di Natale 2012
Il/La sottoscritto/a ________________________________nato/a a _______________il ________________
DELEGA
il/la proprio figlio/a _______________________________nato/a a________________ il _______________
a consegnare al docente di strumento musicale, unitamente a codesta delega, la somma consigliata di Euro 10
(dieci), relativa al DVD del Concerto di Natale 2012 e a titolo di donazione per la scuola. Il DVD sarà consegnato
direttamente all'allievo nei giorni successivi e i proventi saranno reinvestiti in strumentazione per l'Indirizzo
Musicale.
(luogo e data) ____________________
(Firma)_____________________________
Attraverso quest’ultima forma di finanziamento abbiamo potuto acquistare i
seguenti strumenti musicali:
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• Cassa amplificata FBT 12RA
• Batteria acustica completa
• Tastiera 88 tasti M-Audio corredata da expander suoni EMU Proteus
• Cavi di connessione Jack e Cannon
• 2 piantane per casse acustiche
E’ stato possibile attraverso questi acquisti mettere in condizione l’orchestra di
allocare tutti i musicisti, soprattutto i pianisti, tra tastiere e percussioni. Il suono si
è rivelato più ricco e appagante consentendo la realizzazione di repertori più
complessi. A mio avviso un po’ di strada resta ancora da fare per avere più qualità
dei suoni e duttilità del repertorio. In tal senso mancherebbero i seguenti strumenti:
• Basso elettrico e relativo amplificatore
• Chitarra elettrica e relativo amplificatore
• Pianoforte elettronico multi timbrico di elevata qualità
• Seconda Cassa acustica amplificata (in realtà ci sarebbe ed è nell’archivio
davanti alla Presidenza, viene utilizzata solo una o due volte l’anno)
• N° 6 chitarre classiche amplificate di buona qualità
• Ottavino
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4. Definizione dell’Orario
L’Indirizzo Musicale alla SMS Gobetti è impostato su corso unico (come da
DM 6 Agosto 1999), le ore di orchestra sono previste al mattino negli ultimi tre
moduli orari di 55 minuti del martedì con questa scansione:
10.55-11.50
11.50-12.45
12.45-13.40
IIA
IA
IIIA
L’orchestra nell’orario mattutino consente diversi vantaggi:
• Un’interazione proficua tra insegnanti dello stesso corso che deriva
dall’incontro personale (seppur fugace) durante il cambio d’ora;
• Una consapevolezza tra insegnanti di far parte dell’organismo scuola in cui
il rispetto reciproco e l’esigenza di interdisciplinarietà dovrebbero tener
distanti spinte di individualismo in cui talvolta i Docenti incappano (e noi
Docenti di strumento non ne siamo immuni):
http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dm9279.html Parte IV, Art. 3
DM 92/79
• Limitare le assenze ad orchestra che possono derivare da un orario
pomeridiano
Ogni strumento ha le sue peculiarità e ogni insegnante le sue metodologie
didattiche. Dopo più di venti anni di insegnamento ho organizzato gli orari della
lezione del mio strumento (pomeridiana e una volta alla settimana) in questo
modo:
al posto di avere un solo alunno per cinquanta minuti scelgo di avere due alunni
insieme per un’ora e quaranta minuti. Nella lezione ci sarà più tempo per spiegare
la teoria musicale necessaria e si potranno affrontare le problematiche della musica
d’insieme affrontando da subito l’interazione musicale tra alunni di pari livello
come se fosse una piccola prova a sezioni. Ci sarà comunque più tempo per
affrontare il programma solistico e gli alunni potranno spronarsi a vicenda in
un’ottica di apprendimento cooperativo.
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Altro sistema, da valutarsi con i colleghi di strumento in futuro, è la costituzione di
una prova a sezioni stabile: si tolgono alcuni minuti dalla lezione singola di
strumento e con questi si va a costituire una prova a sezioni di
trenta/quarantacinque minuti. Tale prova a sezioni potrebbe funzionare bene se
l’orario della lezione di Musica d’Insieme fosse disposto nell’ultimo modulo di
giorni differenti per ogni classe. In questo modo la prova di sezione potrebbe
essere fatta subito dopo o, meglio, si inizierebbe con la prova a sezione nell’orario
precedentemente fissato per la Musica d’Insieme e successivamente ci si
ritroverebbe in orchestra già “caldi” e con gli strumenti accordati.
Va da sé che l’orario di uscita delle classi ad Indirizzo musicale sarebbe
posticipato di quei trenta/quarantacinque minuti. In merito a questo ci sono
opinioni contrastanti: personalmente, e non sono il solo, credo servano le prove a
sezione per velocizzare la Musica d’Insieme. Tuttavia in alcuni casi questa
proposta diventa di difficile attuazione: ad esempio l’assenza di rientro
pomeridiano per far spazio alle altre materie costringe l’alunno a stare a scuola
ininterrottamente dalle 8.00 alle 14.00. Come chiedergli di fare anche solo
mezz’ora in più?
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5. Programmazione Didattica
La programmazione didattica in un corso a Indirizzo Musicale dovrebbe
avere caratteristiche di interdisciplinarietà tra Docenti di Strumento e Docente di
Educazione Musicale per la complementarietà delle discipline stesse. Tenendo
conto della libertà del metodo d’insegnamento “costituzionalmente” riconosciuta
dal contratto di lavoro esistono obbiettivi comuni nel breve, medio e lungo termine
che andrebbero concordati, nel dettaglio:
• All’inizio dell’anno scolastico la classe prima avrà alunni che arrivano da
esperienze pregresse musicali diverse tra loro. Un obbiettivo didattico a
breve/medio termine sarebbe quello di portare la preparazione ad un livello
omogeneo per sviluppare un funzionamento armonico nella pratica della
Musica d’Insieme. E’ noto che i vari strumenti abbiano difficoltà iniziali
diverse e il repertorio della Musica d’Insieme debba adattarsi a questo. I
Docenti dovrebbero prenderne atto ed essere informati sull’andamento
dell’apprendimento anche degli altri alunni e non solo dei loro. Infatti non è
un caso che nei recenti corsi di abilitazione alla classe di concorso A77 siano
previste parecchie ore di composizione e orchestrazione in cui sono toccati
anche i temi di didattica dei vari strumenti in modo generale.
• La teoria musicale ed il solfeggio (in qualsiasi forma) è una terra di confine
tra le classi di concorso Strumento ed Educazione Musicale. La
collaborazione tra i soggetti diventa dunque necessaria e proficua al fine di
non creare sovrapposizioni con metodologie diverse, ottimizzando i tempi e
l’apprendimento. Una proposta che la rete MIRè di Torino, la rete di Scuole
a Indirizzo Musicale della Provincia di pertinenza, sta portando avanti come
sperimentazione, è la creazione di un percorso didattico nell’Educazione
Musicale per la classe a Indirizzo Musicale dove la storia del repertorio non
si avvalga necessariamente del flauto dolce bensì degli strumenti che gli
alunni hanno scelto nell’Indirizzo Musicale. Tale scopo sarà raggiunto
utilizzando arrangiamenti musicali che, se tale sperimentazione procederà,
saranno realizzati e messi a disposizione delle scuole dalla collaborazione tra
Docenti di Educazione Musicale e Strumento Musicale.
• Per le classi seconda e terza la situazione dovrebbe essere meno delicata in
quanto gli alunni sono già conosciuti dai Docenti. Tuttavia si arriva dal
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periodo estivo dove alcuni alunni si “resettano” per la scarsa applicazione
sullo strumento. Di questo occorre tenere conto negli arrangiamenti della
Musica D’Insieme privilegiando i brani più semplici all’inizio per arrivare
progressivamente a quelli più complessi. Sicuramente utile una
“calendarizzazione” condivisa dei brani da affrontare.
Ovviamente queste considerazioni partono dalla convinzione che nessuno debba
essere escluso dall’attività di orchestra e che ognuno dia il massimo per quelle che
sono le sue possibilità. Ogni alunno deve essere valorizzato, la spinta
motivazionale deve essere tenuta alta. Stiamo costruendo un’orchestra che deve
funzionare in tutte le sue parti e dove, se una parte non funziona, non fa rendere
bene le altre. Questo concetto ha una rilevanza formativa altissima, in linea con
quel concetto di “Cittadinanza Attiva” di cui tanto si parla: stiamo formando
persone responsabili che, seppur differenti, sappiano collaborare tra loro in un
progetto comune. Mi sembra che questo compito sia per la scuola italiana
attualissimo e ineludibile, visto che le recenti e meno recenti notizie di cronaca
dipingono un quadro dove l’individualismo dilaga a spese dell’etica e del rispetto
tra persone, sia nella vita lavorativa che in quella di tutti i giorni.
Per esperienza personale maturata in anni lavoro, sia che si tratti di insegnamento
che di attività professionale, i princìpi di condivisione e comunicazione tra colleghi
sono sempre causa di successo progettuale. Gli alunni sono sensibilissimi a questo
e percepiscono la volontà di collaborare tra insegnanti e, per emulazione, la
mettono in pratica tra pari. Al contrario la mancanza dei suddetti princìpi comporta
una non corretta e funzionale organizzazione, ritardi, tempi vuoti e tensioni tra
Docenti.
In questo A.S. 2012/2013 la comunicazione tra docenti è stata garantita, oltre che
dall’uso ponderato di emails e sms, anche da un incontro settimanale di 25 minuti,
fissato il giorno martedì tra la fine delle ore di Musica d’Insieme e l’inizio delle
ore di Strumento, in orario 13.40-14.05. Questo momento di rilevante importanza
didattico-organizzativa può essere inglobato in quella che viene definita Funzione
Docente, funzione di cui cercherò di attualizzarne i concetti in un prossimo
paragrafo.
Per quanto riguarda la didattica dello strumento, nel mio particolare caso la
chitarra, esistono diversi misunderstandings da chiarire subito:
Nella Scuola Media a indirizzo musicale, riguardo alla chitarra esiste da sempre
una certa (comprensibile) confusione relativa ai generi eseguibili sullo strumento e
alla distinzione delle varie "chitarre" (classica, elettrica, pop, jazz, etc...): lo
studente, infatti, sceglie questo strumento credendo, talvolta, che possa
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raggiungere le sonorità che a lui interessano, molto spesso riferite ai generi Rock e
Pop (questo è il suo vissuto e bisogna considerarlo); ma questo ragazzino potrebbe
realizzare, presto o tardi, che i risultati, le sonorità, non siano quelle che
immaginava, con possibile frustrazione durante i tre anni di scuola media inferiore
e probabile abbandono dello strumento dopo il ciclo scolastico. Occorre quindi
gettare dei ponti tra la tradizione strumentale “classica”, spesso lontanissima
culturalmente dal suo ambito di provenienza e le aspettative di questo adolescente,
al fine di poter aumentare la sua cultura musicale in particolare e la formazione
della sua persona più in generale.
Impossibile? Non ne se ne vede la necessità? Di difficile/impossibile attuazione?
E’ chiaro, non è cosa per chi persegue il “minimo sindacale”, ma personalmente,
visti i risultati di questi venti anni di insegnamento, continuerò a raccogliere la
sfida.
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6. Scelta brani Musica d’Insieme per il Concerto
di Natale
In tre mesi è possibile costruire un concerto che abbia un programma di sala
di circa dieci brani? In questo concerto vi sembra possibile la partecipazione della
classe prima con la maggior parte degli alunni che parte da zero con lo strumento?
Prima di dare delle risposte rifletterei su che cosa vuol dire Musica d’Insieme
contestualizzando l’esperienza del Corso Abilitante per Strumento Musicale ed in
particolare il Corso di “Orchestrazione e Musica d’Insieme” tenuto dal M° Antonio
Giacometti, compositore nonché ex Presidente SIEM (Società Italiana Educazione
Musicale).
In linea con questo tipo di approccio si decide di iniziare da due brani semplici. Il
primo è Der Weihnachtsmann, l’ho arrangiato in Sol Maggiore per agevolare
l’utilizzo di corde a vuoto di chitarre e violini:
• La parte del pianoforte viene eseguita o nella sua interezza oppure dividendo
la mano destra dalla sinistra, assegnando a ciascun pianoforte/tastiera un
timbro diverso
• La parte delle chitarre è unica e non necessita di adattamenti
• La parte di violino contempla le corde a vuoto e l’utilizzo del primo dito
• I flauti hanno la parte più impegnativa per la questione della seconda ottava,
si decide che raggiungeranno l’orchestra qualche settimana dopo e
inizieranno con la seconda semifrase mentre l’insegnante o altri strumenti
faranno la prima semifrase. Nel giro di poco tempo riusciranno a fare anche
la prima semifrase.
Questo brano contempla l’uso dei ritornelli e delle battute di pausa, abbiamo
aggiunto in corso d’opera le dinamiche e il rallentato finale. Il brano è stato
eseguito seguendo le sopracitate articolazioni dall’orchestra della IA dopo due
settimane di studio per quanto riguarda i pianoforti e le chitarre e dopo tre/quattro
settimane dai violini e dai flauti che, com’è noto, hanno un approccio iniziale più
complesso.
Il secondo brano è C’est Noel, originariamente canone vocale del M° G. Abbà, in
cui la collega Antoinette Pardì, Docente madrelingua di Francese presso la SMS
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Oscar Levi di Chieri (TO), ha elaborato un testo in Francese. Di questo brano ho
curato l’arrangiamento che prevede più parti reali:
• La parte del pianoforte viene eseguita o nella sua interezza oppure dividendo
la mano destra dalla sinistra, assegnando a ciascun pianoforte/tastiera un
timbro diverso. Verranno assegnati ai pianoforti anche le parti dei violini
suonate un’ottava più bassa per aiutarli nell’intonazione.
• La parte delle chitarre è unica e non necessita di adattamenti
• Le parti dei violini sono due: il violino1, che solitamente è il più complesso,
qui è inteso come “la prima parte da imparare” perché contempla solo l’uso
del primo dito oltre le corde a vuoto. Il violino2 prevede l’uso del terzo dito
per cui si attende che i ragazzi esplorino lo strumento fino a quel punto
• Per i flauti vale quello che si è detto per il brano precedente, le parti qui sono
due, il flauto1 prevede l’utilizzo della seconda ottava
• Ci sono tre parti di percussioni
• La parte cantata (non a canone ma all’unisono) viene eseguita dagli alunni
mentre suonano (quando i flauti suonano non c’è mai il cantato). Alla fine
dell’arrangiamento strumentale parte il canone vocale a cappella.
Per la pronuncia della parte cantata ci siamo avvalsi della collaborazione della
Prof.ssa Emanuela Giacchelli, Docente di Francese.
Il terzo brano è Adeste Fideles, arrangiato dalla Prof.ssa Silvia Euron: il brano è
complesso, ci sono anche semiminime puntate, per molti strumenti ci sono almeno
due parti. Costituisce un bel banco di prova che i ragazzi supereranno
brillantemente.
Per la classe seconda la scelta è caduta su Jingle bells, We are the champions
(Queen, arrangiamento di Andrea Cappellari) e la Marcia di Radetzky (Johann
Strauss, arrangiamento di Carmelo Lacertosa).
Per la classe terza prevediamo Bolero di Ravel (arrangiamento di Ugo Fiamingo),
Mas alla (G. Estefan) e White Christmas Extreme di cui ho curato gli
arrangiamenti.
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7. Valutazione: modelli e proposte
La valutazione periodica dell’alunno rappresenta un momento delicato nel
percorso didattico. Anni fa un dirigente scolastico mi spiegò il valore statistico
della valutazione, sia che si tratti della valutazione nel breve termine che di quella
alla fine di un quadrimestre. Ma come è possibile dare valore statistico, che come è
noto si basa su numeri ben superiori all’unità, a valutazioni che possono essere di
pochissime unità ogni quadrimestre? La risposta può essere data dalla natura stessa
della materia che stiamo insegnando e dalle sue finalità più o meno esplicite:
imparare uno strumento musicale implica un’applicazione costante che forse è
addirittura più importante del cosiddetto talento.
La costanza nello studio è un valore assoluto che, se compresa dall’alunno, può
avere un effetto trascinamento anche nelle altre materie scolastiche. Settimana
dopo settimana l’alunno svolge esercizi progressivi e il rapporto uno a uno (o uno a
due nel mio caso) consente la valutazione settimanale in base ai parametri
seguenti, di cui esplico i valori medi giornalieri di esercizio:
• Tecnica (max 5 minuti)
• Lettura ritmica (10 minuti)
• Repertorio (20 minuti)
• Musica d’Insieme (10 minuti)
La valutazione settimanale sarà il risultato di una media ponderata (non
matematica) dei parametri sopra elencati.
Tuttavia questo modello ha avuto, già dalla prima attuazione alcuni anni fa,
bisogno di un correttivo, in quanto l’alunno può trovarsi in difficoltà in alcune
settimane dense di verifiche di altre materie. Questo correttivo l’ho chiamato
Giudizio Sospeso, abbreviato G.S., ed è una valutazione che non entra nella media
ponderata ma rimanda la valutazione alla settimana seguente. Tale meccanismo
non dovrebbe essere iterato e l’utilizzo medio in questi anni è stato di 2/3 volte a
quadrimestre.
Questo metodo consente un numero di valutazioni che varia tra dieci e quindici a
quadrimestre, ciascuna delle quali composta dei quattro parametri sopra citati.
L’allievo è facilitato nel suo compito a casa per il minutaggio assegnato a ciascun
aspetto musicale che deve affrontare, corredato della valutazione parziale
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riguardante questi aspetti. Saprà quindi dove ci sono da risolvere alcune sue
mancanze e non incorrerà nella tentazione di rifare passaggi musicali ormai maturi
solo perché gli riescono bene a discapito di altri passaggi, a lui ancora ostici, che
potrebbero farlo crescere tecnicamente.
E’ evidente che la programmazione in itinere deve essere pesata sull’alunno che si
ha di fronte: fermo restando lo schema che ho illustrato, i metodi e le strategie
didattiche dovrebbero essere differenziate da alunno ad alunno per evitare
pericolosi momenti di stallo nell’apprendimento. Oltre alla leva motivazionale
deve sempre essere tenuta presente una possibile fragilità dell’alunno, dovuta al
periodo 11-14 anni: basta poco per demotivarli, bisogna che sentano la nostra
vicinanza.
Concludendo, ho riscontrato che così facendo ci siano gli elementi per una serena
valutazione generale, oltre ad un proficuo raggiungimento degli obbiettivi didattici.
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8. La motivazione degli alunni (e dei docenti)
I risultati tangibili di ogni attività che tutti noi eseguiamo ogni giorno nella
vita quotidiana e professionale sono condizionati dalla motivazione che ci spinge
ad eseguirle. Può succedere talvolta di essere costretti, solitamente per i tempi
stretti, ad un insegnamento ex-cathedra in cui impartiamo insegnamenti ai nostri
allievi senza dare spazio alla spiegazione delle finalità e degli obbiettivi di tali
insegnamenti. Credo che i nostri alunni, pur nel rispetto dei ruoli, siano degli
“alleati” con i quali ottenere gli obbiettivi didattici che ci prefiggiamo. E aggiungo:
perché una parte di questi obbiettivi non possiamo concordarli insieme a loro
agendo su metodi e strumenti didattici?
Ho lavorato presso aziende ed ho avuto incarichi di dirigenza e frequento ancora
adesso amici che si occupano di gestione del personale. Pur nel rispetto dei ruoli, i
risultati positivi che hanno avviato trend positivi si sono verificati sempre in
presenza di un’osmosi tra la dirigenza e i sottoposti, con momenti di brainstorming
e comunicazione in cui ognuno si è sentito parte di un sistema ed in cui il suo
intervento può determinare positività e negatività in termini di risultati per se e per
gli altri colleghi. E’ in tal senso che la riforma della Scuola Media del 1979 ci
spronava?
I concerti di Natale, fine anno scolastico e i vari saggi o concorsi sono degli
obbiettivi che noi Docenti e gli alunni dovremmo sentire fortemente, senza però
ansia da prestazione. E’ vero che attraverso tali obbiettivi potremmo essere valutati
ma in un’ottica di civiltà e obbiettività chi può esimersi dall’esserlo?
Il pensare che non siano indispensabili o produttivi non mi trova d’accordo, ma
dobbiamo intenderci su cosa vuol dire partecipare ad un concorso o preparare un
concerto: se inseguiamo a tutti i costi il “concerto perfetto” o il 1° premio assoluto
ad un concorso la questione può diventare pesante, sia per gli alunni che per i
docenti. La perfezione è un punto di arrivo (per lo più teorico!), credo che
l’Indirizzo Musicale nella Scuola Media sia invece un importante punto di
passaggio in cui qualità e mancanze, punti di forza e debolezze si mescolano ed
esistono per essere individuati e risolti, il più serenamente possibile.
Nel mio percorso da docente ho portato numerose classi ai concorsi ma ne ricordo
una la cui prova non è andata benissimo: la stessa classe si è riscattata ampiamente
nel concerto di fine anno: hanno capito da soli, attraverso il confronto con altre
classi di altre scuole, cosa non ha funzionato. Quell’esperienza li ha resi
indipendenti, autonomi, capaci di autovalutazione obbiettiva: cosa potevo
pretendere in più?
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9. Progetti interdisciplinari
Molte volte mi sono posto la domanda sul significato dell’insegnamento di
uno strumento musicale all’interno della scuola superiore di primo grado e di quale
differenza d’impostazione ci dovesse (o non ci dovesse) essere rispetto ad una
scuola di musica, sia essa il Conservatorio o una scuola civica o quant’altro. La
risposta che mi sono per ora dato riguarda il fatto che intorno al mio essere
insegnante di strumento esistono tutte le altre materie scolastiche. L’interazione
proficua tra tutte le materie può diventare uno straordinario mezzo motivazionale
denso di significato. Credo in generale che sia sempre più semplice per i ragazzi (e
non solo per loro) vivere una loro scelta, musicale e non, se la si rapporta con
attività collaterali, vista la caratteristica sincreticità che contraddistingue i nostri
alunni: si mettono così in moto gardneriane pluralità di intelligenze.
Ricordo un incontro con uno dei massimi didatti della musica jazz, il saxofonista
David Liebman, durante il quale ci disse che la crescita di un musicista va
solitamente nella direzione di una sua crescita spirituale e culturale in quanto la
musica è una storia, un racconto che il musicista stesso pone in essere mettendo in
moto il suo background di emozioni e idee, che non sempre derivano dalla lettura
musicale ma da esperienze vissute, letture, collaborazioni con persone, in sintesi un
acculturamento umano, nell’accezione più estesa possibile del termine, che ci fa
raccontare il nostro vissuto quando suoniamo.
Stesso approccio adottato dal pianista Chick Corea: sarà un caso che anche lui
come Liebman sia sempre allo stato dell’arte pur avendo avuto in quasi 60 anni di
attività musicale progetti, anche in contemporanea, molto diversi tra loro?
Tornando ai nostri alunni, non credo sia opportuno blindare la nostra lezione a
scopi solo musicali ma aprire la collaborazione alle altre materie. Le ipotesi
possono essere le più svariate e delle seguenti alcune le ho sperimentate negli anni
passati; l’elenco è forzatamente sintetico per dare solo un’idea:
• Arte Visiva e Musica: la musica commenta le realizzazioni di Arte visiva
degli alunni
• Lingue straniere e Musica: elaborazioni di testi di canzoni curando i fonemi
linguistici complessi attraverso il canto.
• Tecnologia e Musica: costruzione di strumenti musicali; utilizzo delle nuove
tecnologie, per esempio un concerto alimentato solo con pannelli
fotovoltaici.
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• Lettere e Musica: Poesia e prosa con sottofondi musicali
• Educazione fisica e Musica: dai balletti classici alle coreografie di hip-hop
con l’ausilio dell’orchestra
• Musica e Storia: gli intrecci tra la storia dei popoli e la musica del loro
tempo
Sono sicuro di avere dimenticato qualche materia importante ed il relativo progetto
interdisciplinare. Se qualcuno leggerà questa tesi mi comunichi le sue idee e vedrò
di svilupparle.
Quest’anno la collaborazione con la lingua straniera si è concretizzata su un testo
in francese relativo ad un canone a tre voci (C’est Noel) per la classe IA, dove
compaiono alcuni fonemi tipici della lingua. Il brano è stato proposto durante il
Concerto di Natale.
Altro progetto sarà ‘Art&Musica’, in buona sostanza una mostra dove le
realizzazioni di arte in senso lato degli alunni, divisi per stanze tematiche, saranno
commentate dagli stessi alunni attraverso il repertorio musicale studiato durante
l’anno scolastico.
21
10. Utilizzo delle tecnologie (vecchie e nuove)
Le nuove tecnologie sono ormai entrate nella nostra quotidianità, i ragazzi
fanno ricerche attraverso la rete internet, usano con una destrezza molto spesso
superiore alla nostra il computer, comunicano tra loro attraverso Facebook anche
ben prima della soglia legale dei 13 anni compiuti. La scuola in generale spesso
fatica a star dietro alle innovazioni, soprattutto per una questione di fondi risicati.
Tuttavia ci sono molte cose che si possono fare e che hanno un costo minimo, le
elenco spiegandone il significato:
• Attraverso un’area ftp, (uno spazio virtuale che può essere una partizione
dell’hard disk del server della scuola o altro), si possono rendere sempre
disponibili le partiture di musica d’insieme, i files audio delle registrazioni
delle prove d’insieme, i compiti delle vacanze e quant’altro serva agli
alunni: se qualcuno dovesse perdere la parte sa dove recuperarla. I files
audio possono essere un buon sistema per studiare i brani d’insieme
accompagnati da un’orchestra virtuale; l’insegnante assente può comunicare
i compiti anche attraverso questa piattaforma, inserire links didattici
interessanti, etc.
• Rendere disponibile un filmato su supporto DVD di ogni attività scolastica
legata alla musica (saggi individuali, concerti, progetti interdisciplinari) oltre
a essere un formidabile strumento didattico (i ragazzi si riascoltano
guardando un loro prodotto e si “autovalutano”), consente una divulgazione
del lavoro svolto che può avvicinare più persone all’Indirizzo Musicale.
Possibile anche un’attività di ricerca fondi attraverso la sponsorizzazione del
supporto DVD stesso sia attraverso erogazioni liberali dei genitori, sia
attraverso altri soggetti privati che appongono il loro marchio all’iniziativa.
• Praticamente tutti gli alunni posseggono un cellulare o un lettore mp3 con
possibilità di registrare un file audio. Si possono quindi veicolare attraverso
email, con il consenso dei genitori, registrazioni di verifica settimanale dei
compiti assegnati.
La tecnologia applicata agli strumenti può essere una risorsa ma se applicata con
granus salis: è oggettivamente complesso impiegare sei pianoforti nella stessa
orchestra, tuttavia le tastiere pesate, oltre al suono del pianoforte, posseggono
suoni di emulazione di altri strumenti che possono arricchire l’orchestra arrivando
a concepire gli arrangiamenti scolastici non più in senso riduttivo ma dividendo le
difficoltà su più soggetti. Questo comporta un aumento del numero di parti reali
che è molto responsabilizzante e formativo per gli alunni. Per quanto riguarda il
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mio strumento (ndr chitarra) l’amplificazione diventa su certi repertori condizione
necessaria per l’oggettiva debolezza del suono dello strumento rispetto agli altri:
non considerare questo aspetto può ingenerare negli alunni un senso di inutilità
(“Tanto non si sente la chitarra!”) che potrebbe essere demotivante.
Ogni scuola dovrebbe dotarsi di un impianto audio il più modulare possibile. Per
raggiungere tale fine sono possibili “collaborazioni economiche” con colleghi di
altre materie, ad esempio alcune casse acustiche amplificate vengono utilizzate in
“comproprietà” con i colleghi di Educazione Motoria che tengono il corso di HipHop, garantendo a ciascuno massima disponibilità tecnica nei momenti dei saggi.
23
11. Funzione Docente/Funzione Strumentale o
Obiettivo
Entro ora in un ambito più tecnico, apparentemente asettico ma importante
perché si riferisce non solo al lavoro del Docente singolo ma anche a quello in
rapporto e sussidiarietà all’ambiente lavorativo nell’interazione con i colleghi.
Elencherò i punti normativi salienti e mi soffermerò su alcuni passaggi effettuando
alcune considerazioni personali sui processi attuativi. Spero serviranno a migliorare il
nostro lavoro.
L’art. 395 del D.Lgs. 16-4-1994, n. 297 (T.U. delle leggi sull’istruzione) definisce la
funzione docente come "esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della
cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei
giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità".
Considerazione: il Docente, elaborando la cultura per poterla
trasmettere dovrebbe continuamente porsi nella condizione di conoscere il vissuto
dell’alunno e mediare tra questo e il concetto che vuole trasmettere. Questo implica
una conoscenza del mondo attuale per creare ponti comunicativi tra culture e soggetti
diversi.
In tal senso dispone anche l’art. 38, comma 3 del CCNL 4-8-1995 che recita: "La
funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a
promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla
base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i
vari ordini e gradi dell’istruzione dalle leggi dello Stato e dagli altri atti di
normazione primaria e secondaria".
Svolgono la funzione docente: i docenti della scuola materna; i docenti della scuola
elementare; i docenti della scuola media; i docenti della scuola secondaria superiore
diplomati e laureati; il personale educativo dei convitti e degli educandati femminili;
i vicerettori aggiunti dei convitti; gli assistenti delle scuole speciali statali; gli
assistenti delle accademie di belle arti e dei licei artistici; i docenti dei conservatori di
musica; delle accademie di belle arti e dell’accademia nazionale di danza.
La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei docenti e si
esplica in attività individuali e attività collegiali, nonché nella partecipazione alle
attività di aggiornamento e di formazione in servizio.
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Le attività individuali
Le attività individuali, si suddividono in: attività di insegnamento, attività
funzionali all’insegnamento, attività aggiuntive.
Relativamente alle attività di insegnamento l’orario di servizio è articolato su 25 ore
settimanali nella scuola materna, 22 ore nella scuola elementare e 18 ore nella scuola
secondaria.
Nella scuola secondaria il personale con meno di 18 ore settimanali è tenuto a
completare l’orario con l’insegnamento in classi collaterali, in interventi didattici ed
educativi integrativi ovvero attraverso supplenze o rimanendo a disposizione per
attività parascolastiche e interscolastiche.
Le attività funzionali all’insegnamento richiedono:
— adempimenti individuali che riguardano la preparazione delle lezioni e delle
esercitazioni, la correzione degli elaborati, i rapporti individuali con le famiglie;
Considerazione 1: i Docenti di strumento, considerando le esercitazioni collettive
(ndr: attività di orchestra o Musica d’Insieme) potrebbero trovarsi a preparare o
confrontare il materiale arrangiato e capire se è calzante con le esigenze degli alunni?
La preparazione della sala di orchestra potrebbe essere un momento collettivo di
preparazione delle esercitazioni?
Considerazione 2: i Docenti di strumento, avvalendosi di tecnologia ormai alla
portata di tutti (lettori mp3, smartphone, pc, etc) potrebbero considerare l’utilizzo
delle registrazioni, attraverso le suddette tecnologie, un surrogato della correzione
degli elaborati? Alcune ore prima l’alunno spedisce via email le registrazioni, il
Docente ascolta e valuta (si spera anche l’alunno prima della spedizione).
— adempimenti collegiali consistenti nella partecipazione alle riunioni del collegio
dei docenti, nonché alle attività dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione e
nello svolgimento degli scrutini ed esami con la compilazione degli atti relativi alla
valutazione.
Le attività aggiuntive, deliberate dal Collegio dei docenti nell’ambito delle risorse
disponibili e in coerenza con il piano dell’offerta formativa, si distinguono in:
— attività aggiuntive di insegnamento che possono svolgersi in un arco temporale di
6 ore settimanali supplementari all’orario di cattedra e destinate allo svolgimento di
interventi didattici ed educativi integrativi o comunque all’arricchimento e alla
personalizzazione dell’offerta formativa;
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- attività aggiuntive funzionali all’insegnamento che consistono nello svolgimento di
compiti relativi alla progettazione e alla produzione di materiali utili per la didattica,
con particolare riferimento ai prodotti informatici.
Le attività collegiali e le attività di aggiornamento e di formazione in servizio
Quanto alle attività collegiali, in attuazione dell’autonomia scolastica, i docenti nel
compimento delle attività collegiali si occupano di elaborare, attuare e verificare, per
gli aspetti pedagogico-didattici il piano dell’offerta formativa, adattandone
l’articolazione alle diverse esigenze degli alunni e tenendo conto del contesto socioeconomico di riferimento.
Le attività di formazione in servizio costituiscono un aspetto di fondamentale
importanza: la scuola dell’autonomia e la riforma dei cicli richiedono un personale
dotato di qualificata professionalità.
Considerazione: chi certifica la qualificata professionalità? E, fatto ancora più
delicato, chi la NON qualificata professionalità? Da tempo sento parlare della
valutazione dei docenti ma assisto a votazioni con “maggioranze bulgare” perché
questo non avvenga. Timore della qualità del processo valutativo o altro? La mia
posizione è che dovremmo tutti essere sottoposti a valutazione. Se mi è consentito un
paragone, mutuato dall’ottica formativa di “Cittadinanza attiva”, solo le dittature non
si sottopongono al giudizio dei cittadini.
Un’efficace politica di sviluppo delle risorse umane condotta e perseguita attraverso
iniziative di formazione del personale docente, in ingresso e in servizio, diventa un
obbligo cui l’amministrazione deve ottemperare ai fini del necessario sostegno agli
obiettivi riformistici nonché ai fini del potenziamento dell’offerta formativa nel
territorio con particolare riguardo alla prevenzione dell’insuccesso scolastico e al
recupero degli abbandoni e alla formazione continua degli adulti e ai fini dello
sviluppo integrato di formazione e lavoro.
Al tempo stesso, la partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento
costituisce un diritto per il personale in quanto funzionale alla piena realizzazione e
allo sviluppo delle proprie professionalità. A tal fine, l’art.13 del CCNL 1998-2001 e
l’art.12 del CCNL integrativo prevedono che le attività di formazione si svolgano,
ordinariamente, al di fuori dell’orario di servizio; tuttavia il personale docente può
usufruire di cinque giorni per anno scolastico per la partecipazione ad iniziative di
aggiornamento riconosciute dall’amministrazione. In questo caso, la sostituzione del
docente avviene con l’istituto dell’esonero in servizio o con il ricorso a supplenze
brevi e viene considerata come svolgimento di servizio a tutti gli effetti.
Qualora le attività di formazione si svolgano fuori sede, la partecipazione ad esse
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comporta il riconoscimento del trattamento di missione e il rimborso delle spese di
viaggio. Il medesimo trattamento è riservato al personale docente che partecipa ad
attività di formazione non in veste di discente ma di formatore.
Le attività di formazione possono essere svolte anche all’interno delle istituzioni
scolastiche secondo le indicazioni emergenti dal Piano annuale delle attività di
aggiornamento e formazione deliberato dal Collegio dei docenti conformemente
alla direttiva emanata in materia dal Ministro.
Le attività proposte dal Piano possono articolarsi in:
— attività promosse prioritariamente dall’amministrazione;
— attività progettate dalla scuola, singolarmente o in consorzio di rete con altre
scuole o collaborando con gli IRRSAE, con le Università e con associazioni
pubbliche o private;
— attività proposte da soggetti esterni e riconosciute dall’amministrazione.
Le attività comprese nelle funzioni obiettivo (Funzioni Strumentali)
Ai fini della realizzazione delle finalità istituzionali della scuola in regime di
autonomia il patrimonio professionale dei docenti può essere ulteriormente
valorizzato con il conferimento di specifiche funzioni obiettivo individuate dal
Collegio dei docenti in conformità al Piano dell’offerta formativa.
Lo stesso Collegio provvede ad individuare, entro 15 giorni dall’inizio delle lezioni,
il responsabile di ciascuna funzione obiettivo tra coloro che ne abbiano fatto richiesta
e abbiano offerto la propria disponibilità all’incarico che ha carattere rinnovabile.
La scelta viene effettuata sulla base dello stato di servizio del docente e valutando gli
incarichi ricoperti e i relativi risultati, le esperienze e i progetti significativi anche di
innovazione didattica realizzati nel corso dell’attività professionale, i titoli e le
competenze coerenti con l’incarico da attribuire.
Le attività rientranti nelle funzioni obiettivo possono riguardare:
— la gestione del Piano dell’offerta formativa e in particolare il coordinamento
delle attività del Piano o della progettazione curricolare, la valutazione delle attività
proposte dal Piano e il coordinamento dei rapporti tra la scuola e le famiglie;
— il sostegno al lavoro dei docenti quali l’accoglienza ai nuovi docenti, la gestione
del Piano di formazione e di aggiornamento, la produzione di materiali didattici, la
cura della documentazione educativa, il coordinamento dell’utilizzo delle nuove
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tecnologie e della biblioteca etc.;
— gli interventi e i servizi per gli studenti. Vi rientrano il coordinamento delle
attività extracurricolari, il coordinamento e la gestione delle attività di continuità, di
orientamento e di tutoraggio, il coordinamento delle attività di recupero e
integrazione educativa;
— la realizzazione di progetti formativi di intesa con enti e istituzioni esterni
alla scuola quali il coordinamento dei rapporti con enti pubblici o aziende per
l’attivazione di stage formativi, il coordinamento delle attività svolte dalle scuolelavoro, il coordinamento delle attività scolastiche con la formazione professionale.
Lo svolgimento di tutte le attività ricomprese nelle funzioni obiettivo non può
comportare esoneri totali dall’insegnamento.
28
12. Verifica condivisa dopo il Concerto di Natale.
Docenti e classe: opinioni a confronto.
Vivo la mia condizione di Docente di strumento come parte di un progetto
educativo più esteso, dove il dialogo tra Alunni e Docenti, pur nel rispetto dei
ruoli, dovrebbe porre le basi per una consapevolezza comune sul “dove si sta
andando e perché”. Credo che i ragazzi si chiedano spesso il perché delle cose:
nostro compito è svelarlo, aprire prospettive nuove allargando i loro orizzonti. Per
far questo occorre un momento di dialogo bidirezionale, non ex-cathedra, in cui
noi docenti ci mettiamo in condizione di ascolto vero.
Non è facile, è l’impostazione stessa della scuola che non aiuta: banchi da una
parte, cattedra dall’altra. Alcuni colleghi adottano strategie in cui chi è interrogato
va vicino alla lavagna mentre il docente si siede in mezzo ai suoi alunni: è un
piccolo gesto ma i ragazzi lo colgono. L’approccio autoritario non porta i ragazzi a
crescere, mentre l’autorevolezza li fa diventare grandi perché, si spera, ambiscano
a diventare autorevoli per emulazione.
Tutto questo per avanzare una proposta: una verifica condivisa dopo aver
raggiunto un risultato, ad esempio un concerto, in cui anche ciascun alunno possa
comunicare la sua opinione alla sua classe e ai suoi insegnanti. Quest’anno, al
rientro dalle vacanze di Natale, questa verifica c’è stata parzialmente o meglio non
è stata così condivisa nel gruppo classe. Proporrei che venisse presa in
considerazione come momento di riflessione comune per ripartire con un nuovo
slancio.
Questo dialogo bidirezionale troverebbe un senso anche nell’ambito della
valutazione: perché non consentire all’alunno di autovalutarsi chiedendogli che
voto “meriterebbe” dal suo punto di vista? Potremmo capire se la sua percezione
risulti obbiettiva e non perderemmo certo il nostro status di Docenti: l’ultima
parola spetterebbe comunque a noi.
29
13. Scelta brani Musica d’Insieme
Concerto di fine Anno Scolastico
per
il
Il Concerto di Natale, tenutosi presso il Teatro San Giuseppe di Torino, è
stato un successo. Gli alunni erano visibilmente soddisfatti, i genitori giustamente
orgogliosi dei loro figli e anche noi docenti abbiamo raccolto riconoscimenti
significativi per il lavoro svolto. Ora bisogna ripartire sull’onda di questo
entusiasmo e scegliere dei brani d’insieme che possano essere stimolanti. Come è
prassi consolidata e condivisa ogni insegnante dirigerà un brano per ogni classe, in
modo che gli alunni possano venir diretti da tutti i docenti. Si stabilisce a tal scopo
di assegnare a ciascuna classe quattro brani da realizzare. Nel dettaglio:
Classe I A:
• “Everybody wants to be a cat” di F. Huddleston, arrangiamento di Federico
Marchetti, dal film “Gli Aristogatti”
• “Montagne russe”, che ho scritto e arrangiato, é una colonna sonora di
commento ad un filmato riguardante, appunto, le montagne russe dei Luna
Park.
• “The Beauty and the Beast”, dal film omonimo, scritto da Alan Menken e
Howard Ashman, arrangiamento di Andrea Tedesco
• “ La’ ci darem la mano” dal “Don Giovanni” di W.A. Mozart, arrangiamento
di Ugo Fiamingo
Classe II A:
• “Inion ni Scannlain”, di D. Doherty, che ho arrangiato
• “Nuovo Cinema Paradiso”, di E. Morricone, arrangiamento di Stefania Maio
• “Hello Dolly”, di J. Herman, arrangiamento di Silvia Euron
• “A whole new world”, di A. Menken, arrangiamento di Ugo Fiamingo
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Classe III A:
• “Tchaikovsky Medley”, Concerto per Pf e Orchestra n°1, Concerto per Vl e
orchestra op. 35, Marcia dallo Schiaccianoci. L’ho arrangiato in forma di
Medley.
• “Libertango”, di A. Piazzolla, arrangiamento Antonino Maddonni
• “Star wars”, di J. Williams, arrangiamento di Silvia Euron
• “La donna è mobile” dall’opera “Rigoletto” di G. Verdi, arrangiamento Ugo
Fiamingo
Si stabilisce l’ordine di studio dei brani e concordiamo l’inizio delle lezioni a
orchestra completa per l’inizio di febbraio. Conseguentemente a gennaio si faranno
prove a sezione. Occorre affinare meglio, a mio avviso, le scadenze per i brani di
musica d’insieme per evitare che alcune sezioni di strumenti arrivino alla prova
senza aver visto la parte assegnata. La calendarizzazione dovrebbe essere più
definita per evitare di decidere i brani da provare quando si entra in classe. Ci
consentirebbe di ottimizzare il poco tempo a disposizione. A tal proposito e per
completezza si legga il capitolo n°4.
LaboRock
Dall’elenco dei brani manca, tuttavia, un riferimento alla musica che loro ascoltano
abitualmente, in sostanza manca il Rock e i suoi derivati: soprattutto per i miei
chitarristi costituisce un’esigenza quasi inderogabile. Tuttavia proporre un brano in
più in orchestra, considerando la difficoltà degli arrangiamenti proposti, potrebbe
essere irrealizzabile, costituendo un impegno in più anche per gli alunni “deboli”.
A questo punto propongo un laboratorio di musica d’insieme Rock, battezzato
“LaboRock”, aperto agli alunni di tutte e tre le classi (non solo i chitarristi) a patto
che il loro rendimento sia elevato e che l’impegno non pregiudichi gli impegni
scolastici. I colleghi si dimostrano molto collaborativi e mi mandano gli alunni con
le caratteristiche richieste. I brani sono otto, non è detto che riusciremo a farli tutti
ma intendo mettere a votazione la sequenza con cui affrontarli. La votazione dà
l’esito seguente:
• 21 Guns (Green Day)
• Back in Black (AC/DC)
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• We are the Champions (Queen)
• The Final Countdown (Europe)
• Child’s Anthem (TOTO)
• Nothing else matter (Metallica)
• Money (Pink Floyd)
• I don’t wanna miss a thing (Aerosmith)
L’inizio del laboratorio è fissato per l’inizio di Febbraio e si prevede finisca a
inizio Giugno. Sarà tenuto il mercoledì, orario 13.40 – 14.30, subito dopo le lezioni
mattutine e in un giorno dove non è previsto il rientro per nessuna delle tre classi al
fine di garantire la massima partecipazione.
Si costituisce così un gruppo formato da quattordici persone ripartite nel seguente
modo:
• 5 chitarristi, di cui un bassista
• 1 violinista
• 3 flautisti
• 5 pianisti, che si alternano anche alle percussioni
Ciò che più colpisce sin dalla prima prova è la concentrazione dei ragazzi,
considerando che molte volte i brani sono affrontati a prima vista. Imbastiamo i
brani al ritmo di uno ogni prova. A volte sono i ragazzi stessi che chiedono di
provare certi passaggi perché non soddisfatti del risultato: sono motivati e
imparano in fretta alcuni aspetti musicali che serviranno anche nei brani del
repertorio più conformi al programma ministeriale. Ho parlato nei precedenti
capitoli di ponti tra culture musicali diverse, intendendo proprio gli effetti di questa
esperienza che non è per me la prima: è una costante affermazione dei risultati che
si possono ottenere mantenendo alta la leva motivazionale. Intendiamoci: non
voglio dire che occorre insegnare agli alunni ciò che loro vogliono, non sarebbe
educativo, bensì utilizzare il loro vissuto per approdare ad una visione più ampia
della musica mettendo in evidenza le affinità dei generi musicali oltre alle
differenze.
Questa convinzione mi ha sempre accompagnato ed è stata suffragata dai Docenti
dei corsi Abilitanti in Didattica della Musica, per le classi di concorso A032 e
AB77, in particolare i Proff. Giuseppe Grazioso (Pedagogia) e Antonio Giacometti
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(Musica da Camera), tra l’altro ambedue ex Presidenti della SIEM, la Società
Italiana per l’Educazione Musicale.
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14. Test attitudinali futura classe prima
Durante gli ultimi giorni di Febbraio 2013 si sono svolti i test attitudinali per
la formazione della futura classe IA ad Indirizzo Musicale. I candidati sono 33 di
numero divisi tra 16 maschi e 17 femmine; la classe da formare doveva avere 24
alunni, equamente distribuiti fra i quattro strumenti insegnati in questa scuola
(chitarra, flauto, pianoforte, violino). La Commissione Esaminatrice è stata
composta dai quattro insegnanti dei rispettivi strumenti insegnati in questa scuola:
chitarra, flauto, pianoforte e violino. Il test adottato si ispira al test di Bentley,
opportunamente modificato e integrato da una prova di attitudine agli strumenti
presenti nel POF della scuola. Il sopracitato test, che ha durata di circa 40 minuti
per ogni candidato, si divide in diverse aree di competenza:
-Area Ritmica: modelli ritmici a difficoltà crescente da riprodurre con le mani
-Area Intonazione: riproduzione vocale di brevi incisi melodici a difficoltà
crescente
-Area Coordinazione: esecuzione di patterns comprendenti l’uso di mani, piedi e
metronomo
-Area Attitudine agli strumenti: il candidato prova tutti e quattro gli strumenti
proposti dalla scuola, comunicando, prima e dopo la prova, una graduatoria di
preferenza. Il Docente valuta l’attitudine per lo strumento sulla sua base
esperienziale.
Attribuzione dei punteggi e criteri per la scelta di “Titolari” e “Riserve”:
Ad ogni esaminato, per ognuna delle quattro aree di competenza citate, è stato
aggiudicato un punteggio, ricavato dai risultati dei rispettivi test appena descritti; il
punteggio totale ottenuto dalla somma di questi punteggi parziali ha determinato,
per ciascuno, la propria posizione nelle quattro singole graduatorie che sono state
conseguentemente stilate (una per ogni strumento: chitarra, flauto, pianoforte,
violino). Queste graduatorie sono state, a questo punto, “intrecciate”, per avere una
visione globale dei risultati e valutare, candidato per candidato, in base ai punteggi
attribuiti alle singole prove, ma anche in base alla preferenza espressa dal
ragazzino per ciascun strumento (cosa a cui si è data non poca importanza), quali
persone scegliere per ciascun strumento. Essendo a volte molto diversi i punteggi
assegnati per la prova di attitudine allo strumento, non deve stupire l’eventuale
piazzamento molto diversificato di ciascun candidato in ognuna delle quattro
graduatorie di partenza.
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Con questi criteri, si è così giunti alla scelta di 6 ragazzini per ogni strumento, per
un totale di 24, come prefissato: in particolare, 9 maschi e 15 femmine.
Per quanto riguarda le “Riserve” (che potrebbero subentrare, per esempio, in caso
di ritiri), si è deciso di sceglierne quattro per ogni strumento e si è operato con un
metodo analogo a quello utilizzato per i “Titolari”, ma con queste grandi
differenze: 1) nell’intrecciare le graduatorie, sono state prese in considerazione
solo le prime e le seconde preferenze espresse dai candidati, tranne che in quei casi
in cui si è stati costretti ad attingere anche dalle terze e quarte, per evitare di dare la
precedenza a candidati con punteggi troppo bassi (magari addirittura insufficienti
riguardo all’area dell’attitudine strumentale) e di rimanere, per qualche strumento,
senza tutte e quattro le riserve preventivate; 2) i candidati, sempre seguendo i
criteri appena descritti, sono stati scelti come riserva anche per più di uno
strumento, magari con un diverso ordine nelle rispettive graduatorie
conseguentemente createsi.
Nella valutazione del candidato la Commissione Esaminatrice, ha esaminato i
risultati delle prove coadiuvata anche da un documento che il candidato aveva
compilato qualche giorno prima della prova. Questo documento prevedeva una
serie di domande riguardo a esperienze musicali pregresse, gusti musicali, etc.
Riguardo alle esperienze musicali pregresse abbiamo avuto un certo numero di
candidati che suonavano già uno strumento musicale, ne abbiamo ovviamente
tenuto conto e abbiamo ascoltato con attenzione i brani che venivano proposti da
tali candidati. Tuttavia, avendo il test natura attitudinale, siamo stati aderenti allo
spirito di tale test. Questo ha determinato talvolta la scelta per un candidato privo
di esperienze pregresse ma promettente sulla base delle prove oggettive e
attitudinali.
I suddetti test sono stati affrontati con professionalità, cercando di mettere il
candidato a proprio agio, dialogando, a volte scherzando con lui per cercare di
porlo nella migliore condizione psicologica. Tuttavia il fattore emotivo esiste,
come anche il problema, per alcuni ragazzini, della muta della voce, che può
diventare un limite di non poco conto nella capacità di intonare. Inoltre, la stessa
attitudine al canto e/o capacità di intonare, sicuramente importante, ha identica
valenza per tutti gli strumenti? Forse di più per un aspirante violinista, forse meno
per un pianista? Nel test non viene ovviamente preso in considerazione un
elemento, la costanza nello studio, che per alcuni didatti costituisce l’ 80% dei
requisiti per l’acquisizione di competenze. In questo caso la mancanza di un
percorso nella scuola primaria si sente fortemente: gli interventi nelle elementari in
modo strutturale possono essere di valido aiuto in quanto sia i candidati che i
docenti potrebbero avere più elementi per una scelta consapevole, i primi su cosa
attende loro nei tre anni successivi al di là di ciò che si immaginano, i secondi sul
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grado di impegno nelle attività svolte nella primaria dai suddetti candidati. Sulle
modalità di tali interventi la stessa rete di SMIM si sta interrogando soprattutto
sulla base dei futuri, e sempre più numerosi, istituti comprensivi con conseguenti
potenziali percorsi formativi armonizzati. Riporto a tal proposito uno stralcio dal
verbale del “Tavolo di Lavoro sulla Didattica e Continuità, rete MIRè di Torino”
del 13 Marzo 2013, di cui sono un componente:
… Si ravvisa che la validità dei test attitudinali ha il limite intrinseco di valutare i
candidati in un lasso temporale che va dai 15 ai 40 minuti a seconda delle scuole e non
tiene necessariamente conto di elementi come la costanza nello studio che sono alla
base per l’acquisizione di competenze, non solo musicali. Infatti in passato, affermano
i Proff. Delle Piane e C. Devecchi, alcuni esclusi e alcuni ripescaggi dalle riserve dei test
hanno consentito ad alcuni ragazzi di ben figurare in ruoli di eccellenza, in OMT o nel
percorso accademico in conservatorio: emerge la proposta di progetti di propedeutica
nella Scuola Primaria, come da direttive MIUR, ma supportate da un contributo delle
famiglie, visti i risicati fondi ministeriali a disposizione. Sinteticamente si proporrebbe
un intervento a partire dalla classe terza elementare con attività musicali: la Prof.ssa
Sappa propone un approccio kodalyano nella scuola elementare, non necessariamente
con lo strumento. Il Prof. Delle Piane concorda sull’inizio della formazione musicale di
base alle elementari ma chiede di considerare l’utilizzo dello strumento negli ultimi
anni della scuola elementare, come propedeutica strumentale all’IM nelle medie
inferiori in quanto il percorso è più specialistico. I Proff: C. Devecchi e Pautassi rilevano
che questa impostazione potrebbe essere agevolata dall’indicazione ministeriale a
creare istituti comprensivi che promuoverebbero un percorso musicale tra Primaria e
Media Inferiore nel POF d’istituto. Si potrebbe cercare Docenti per questo progetto sia
tra le risorse interne alla scuola, sia tra quelle esterne coinvolgendo le realtà musicali
presenti sul territorio. Il Prof. C. Devecchi invita a guardare il progetto a regime, ovvero
tra due o tre anni, rilevando il fatto che i test, in un istituto impostato in questo modo,
potrebbero avere più valenza in quanto si arriverebbe alla prova attitudinale con una
votazione di ingresso (come avviene all’esame di terza media) che tiene conto del
percorso musicale di tre anni. Il test diverrebbe trampolino di lancio e metodo
orientativo ad una più specifica formazione musicale. La Prof.ssa Roseo fa notare che
se la scuola non fosse IC diventerebbe più complessa tale impostazione: la SMS
Calamandrei, di cui è docente, oltre ai test oggettivi e di attitudine allo strumento
adotta con successo il colloquio con le famiglie, risolvendo molti casi dubbi. Il Prof.
Bovero cita il recente protocollo d’intesa sullo sviluppo dell’educazione musicale di
base, rimarcandone l’importanza: necessario il contatto con la scuola elementare.
Bisognerebbe fare un progetto economico, occorrerebbe indire una conferenza di rete
scuola media e primaria per l’educazione musicale con il coinvolgimento della
Direzione Regionale. Uniformità del test: esigenza condivisa? Tutti concordano nel
cercare modelli valutativi che funzionino meglio, lasciando tuttavia libertà e
autonomia. Che cosa è l’IM per ciascuno di noi? Nuovo conservatorio o potenziamento
formativo della scuola dell’obbligo? Forse l’uno e l’altro, dove la possibilità di far
crescere nuovi talenti si sposa con la possibilità da parte di alunni assolutamente
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normodotati di intraprendere un percorso che li appaghi e possa essere un’esperienza
formativa importante anche se non proseguiranno lo studio di uno strumento dopo la
scuola media inferiore. A questo proposito il Prof. C. Devecchi propone un laboratorio
musicale per gli eventuali esclusi dai test, con contributo delle famiglie, prevedendo
orchestra e lezioni singole, con una programmazione di peso sensibilmente minore
rispetto alla classe ad IM. Questo consentirebbe di evitare di perdere eventuali talenti
per l’oggettivo limite degli attuali test e dell’assenza del progetto alle elementari. Nel
contempo consentirebbe agli esclusi di avvalersi di un percorso in principio
semplificato ma che potenzialmente potrebbe diventare un percorso formativo valido
in virtù del suo espletamento all’interno della scuola dell’obbligo. A tal proposito il
Prof. C. Devecchi ritiene che l’Indirizzo Musicale abbia come valore aggiunto proprio la
presenza delle altre materie, il che lo distingue da una scuola di musica in senso
stretto, sottolineando quindi l’importanza dei progetti interdisciplinari. Il Prof. C.
Devecchi invierà ai colleghi dei due tavoli un piano economico per il suddetto
laboratorio per valutarne insieme la fattibilità.
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15. Pianificazione
attività
aggiuntive:
partecipazione
a
Concorsi,
Orchestra
Interprovinciale OMT-MIRè (et similia)
Nella programmazione di inizio anno abbiamo pianificato alcune attività
musicali aggiuntive, inserendole nel piano annuale durante il primo Consiglio di
Classe:
• Partecipazione per gli alunni più meritevoli della classe III A al progetto
dell’Orchestra Interprovinciale OMT-MIRE, la quale riunisce i migliori
alunni di tutte le scuole a Indirizzo Musicale della Provincia di Torino. Gli
alunni che parteciperanno saranno sei di numero di cui tre violiniste, un
chitarrista, una flautista e una pianista. Concerto finale il 3 giugno presso la
sala concerti del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino.
• III A: tre giorni di gita didattica al Castello di San Sebastiano Po (TO),
previsto nei giorni 6,7,8 maggio. Gli alunni prepareranno brani solistici, da
camera e di orchestra che proporranno nel tardo pomeriggio del giorno 8
maggio sotto forma di concerto. Feedback con capitolo a parte.
• II A: tre giorni di gita didattica al Colle del Lys, previsto nei giorni 22, 23,
24 Aprile. Gli alunni prepareranno brani solistici, da camera e di orchestra.
Si è aggiunta in corso d’anno il progetto “Laborock”, attività di orchestra Rock,
dedicata agli alunni più meritevoli delle tre classi (attività descritta in un
precedente capitolo: “Scelta brani Musica d’Insieme per il Concerto di fine Anno
Scolastico”).
Alla luce degli altri impegni didattici emerge a mio avviso un’esigenza di una
visione più globale degli impegni, in quanto con l’aggiungersi del viaggio di una
settimana in Inghilterra per tutte e tre le classi a Febbraio e la gita sugli sci di tre
giorni a Claviere a Marzo, aggiungendo alcuni altri impegni (riciclo carta,
consultorio, etc), è risultato complesso per una parte cospicua dei docenti rispettare
la programmazione stabilita.
Le dinamiche del Consiglio di Classe sono fondamentali e richiedono impegno e
rispetto reciproco in quanto determinano il clima generale dentro il quale possiamo
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lavorare. Se non si cerca di arrivare ad un equilibrio alcune attività possono essere
osteggiate da alcuni colleghi (non è il caso della SMS Gobetti, ci tengo a
precisarlo) e gli effetti potrebbero essere:
• una cattiva pubblicità all’indirizzo Musicale di quella scuola con
conseguente calo degli iscritti
• una propensione a non accettare il corso musicale da parte di alcuni Docenti
di Lettere o Matematica.
Questo avviene soprattutto in quelle scuole dove l’Indirizzo Musicale è spalmato
su più corsi, dove una parte degli alunni ha obbiettivamente delle attività in più.
Immaginiamoci di risolvere i problemi sopra descritti in una condizione di corso
spalmato su due o tre sezioni: due/tre Consigli di Classe da mettere d’accordo,
Orchestra al pomeriggio (statisticamente più assenze), impossibile lavorare sulle
dinamiche del gruppo classe vista l’assenza dello stesso. Si correrebbe il rischio di
ridurre le potenzialità dell’Indirizzo Musicale e il fatto di averlo o non averlo non
si riverbererebbe positivamente sulle altre materie.
Non è sicuramente la risposta definitiva al problema di visione globale ma l’aver
posto un calendario nel corridoio comune alle tre classi ha permesso a tutti noi
Docenti, con un colpo d’occhio rapido, di avere il polso della situazione. Questo
non toglie l’obbligo di aggiornare il registro di classe con gli impegni previsti in
ottica di un progetto educativo più ampio dove rispettare spazi ed esigenze
dell’altro: ricordiamoci sempre che i nostri alunni ci guardano e ci imitano!
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16. Resoconto delle attività
• III A: tre giorni di gita didattica al Castello di San Sebastiano Po (TO),
previsto nei giorni 6,7,8 maggio. Gli alunni prepareranno brani solistici, da
camera e di orchestra che proporranno nel tardo pomeriggio del giorno 8
maggio sotto forma di concerto.
Feedback: i tre giorni sono stati molto stimolanti e proficui, i ragazzi hanno
lavorato sodo raggiungendo un buon 80% degli obiettivi che ci eravamo
prefissati. Hanno avuto anche tempo di socializzare, sia tra loro che con noi
Docenti. Il Castello di San Sebastiano Po si adatta benissimo: stanze più che
sufficienti allo studio solistico e da camera, Sala orchestra nel vecchio tinaggio
con spazi e acustica entrambi ottimi. Gita alla vicina Abbazia di Vezzolano e
corso di cucina. Degna di nota la serata del concerto di Fabrizio Montagner,
eclettico musicista che ha eseguito brani “non convenzionali” cantando e
usando violino e viola imitando sirene, trapani, etc, stimolando gli alunni di
violino, e non solo, a considerare i loro strumenti sotto altri punti di vista. C’è
stato anche un dopo-concerto: Fabrizio si è intrattenuto con noi e con alcuni
alunni. Ha continuato a suonare e cantare esilaranti brani di sua composizione
(memorabile la canzone “il cinghiale”). Questo ha condizionato la caccia al
tesoro del giorno successivo, dove bisognava comporre poesie in modo
creativo.
Abbiamo fatto sempre le ore piccole ma i ragazzi si sono dimostrati ragionevoli
ed educati e hanno ricevuto i complimenti dei gestori del castello. Nota di
merito: la mattina dell’ultimo giorno l’orchestra era già schierata ma
mancavano ancora alcuni tasselli organizzativi e qui è avvenuto il “miracolo”: i
ragazzi si sono autodiretti perfettamente per un quarto d’ora!
Concerto pre-serale perfettamente riuscito con moltissimi genitori intervenuti,
con buffet a seguire. I genitori stessi hanno riportato i loro figli a casa mentre
noi Docenti abbiamo caricato il furgone degli strumenti, messo gentilmente a
disposizione dalla famiglia Euron.
• II A: tre giorni di gita didattica al Rifugio del Colle del Lys, previsto nei
giorni 22, 23, 24 Aprile. Gli alunni prepareranno brani solistici, da camera e
di orchestra.
Feedback: i tre giorni sono stati molto proficui, i ragazzi hanno lavorato sodo
raggiungendo un buon 80% degli obiettivi che ci eravamo prefissati. Hanno
avuto anche tempo di socializzare, sia tra loro che con noi Docenti. Il Rifugio
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del Colle del Lys si adatta benissimo: stanze sufficienti allo studio solistico e da
camera, Sala orchestra allestita stabilmente in sala pranzo. Memorabile la serata
passata a suonare e cantare tutti insieme, usando anche il libro di educazione
musicale con letture a prima vista di alcuni alunni, così come la serata delle
danze e dei giochi. Interessante e toccante la visita alle fosse comuni e al Museo
sull’eccidio di Partigiani alla fine della seconda guerra mondiale. Divertente
l’attività di cucina “Spadella con Antonella”.
• 29 maggio 2013: concerto di fine anno scolastico
Vista l’ottima esperienza del concerto di Natale 2012 al Teatro San Giuseppe di
Torino, optiamo per tenere anche lì il concerto di fine anno scolastico. L’affluenza
e la partecipazione sono altissime. I ragazzi eseguono i brani al meglio delle loro
possibilità aiutati da un’acustica perfetta. Il concerto dura quasi 2 ore e mezza,
forse un po’ lungo: forse dovremmo ottimizzare i tempi di cambio tra un brano e
l’altro e limitarci ad un bis per classe. La sinergia tra i componenti del team di
strumento è molto buona e si riflette sulla capacità di collaborazione tra gli alunni.
Anche in questo caso, come a Natale, l’intero spettacolo viene filmato e riversato
su dvd e proposto come strumento didattico dietro erogazione liberale destinata ad
acquisto strumenti.
• Art&Musica (featuring LaboRock)
Questo progetto interdisciplinare è, in buona sostanza, una mostra dove le
realizzazioni di arte in senso lato degli alunni, divisi per stanze tematiche, saranno
commentate dagli stessi alunni attraverso il repertorio musicale studiato durante
l’anno scolastico. E’ stato realizzato in data 11/6/2013 dalle ore 18.00 alle ore
20.00 presso la succursale della scuola, al piano terra. Anche se gli obbiettivi
appaiono molto spostati sull’area artistica, il progetto è stato ideato al fine di
perseguire anche un obbiettivo di autonomia organizzativa degli alunni: infatti
molti di questi devono essere presenti in stanze tematiche diverse in tempi
ovviamente diversi, il che impone una capacità di attenzione e di consapevolezza
di “chi fa cosa” molto elevate. Siamo abituati a tutelare i nostri alunni attraverso
consegne molto precise ma talvolta blindate, al fine di ottenere necessariamente il
risultato voluto: a volte, penso, qualche rischio va corso dando fiducia e ponendo
una certa fetta di responsabilità organizzativa della riuscita finale nelle mani dei
nostri alunni, responsabilizzati in un progetto comune. Sotto questo punto di vista
il risultato è stato ottenuto, ma assicuro che abbiamo temuto di non riuscirci
durante le prove a inizio pomeriggio: i nostri 60 alunni coinvolti sembravano non
41
capire, non ruotavano nelle varie stanze, abbiamo dovuto radunarli a cerchio tre
volte per spiegare loro cosa funzionava e cosa non funzionava ancora. Alle ore
18.00 gli spostamenti erano sincronizzati e alunni e visitatori passavano da una
stanza all’altra. Alle ore 19.45 i visitatori si sono trasferiti all’esterno della scuola
dove gli alunni partecipanti al progetto LaboRock hanno eseguito quattro brani per
concludere l’evento. I visitatori hanno dimostrato di gradire l’intero evento con
numerosi applausi e lasciando testimonianza scritta su fogli messi a disposizione.
Le stanze tematiche realizzate, dopo un’analisi del materiale a disposizione, sono
diventate sette di numero, nel dettaglio:
42
17. Esame finale della terza media: la prova di
strumento musicale
Per definire cosa si dovrebbe richiedere all’esame della fine di questo ciclo
scolastico bisogna rifarsi al DM del 6 Agosto 1999 che norma l’Indirizzo Musicale
nella Scuola Media:
Il perseguimento degli obiettivi sotto indicati si articolerà sia in attività
individuali sia in attività collettive (piccoli gruppi, musica d'insieme): le
abilità via via raggiunte andranno utilizzate sin dai livelli più elementari
con finalità espressive e comunicative, e consolidate attraverso
l'integrazione di conoscenze acquisite nell'ambito della teoria musicale e
della lettura ritmica e intonata. Tali conoscenze potranno essere assunte in
percorsi temporali diversi da quelli necessari al raggiungimento degli
obiettivi degli specifici insegnamenti strumentali.
La successione degli obiettivi verrà stabilita dagli insegnanti in modo da
determinare un percorso graduale che tenga conto delle caratteristiche e
delle potenzialità dei singoli alunni.
I contenuti fondamentali dovranno essere selezionati tenendo conto
dell'approccio agli stili e alle forme, e della distinzione dei linguaggi.
Esercizi e studi finalizzati all'acquisizione di specifiche abilità tecniche
possono rientrare nel percorso metodologico e didattico di ciascun
insegnante che terrà comunque conto delle innovazioni della didattica
strumentale.
CHITARRA
•
•
•
•
•
padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative
capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;
esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di
mano sinistra;
utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;
conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con
l'inserimento del barrèe;
conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in
avanti;
43
•
•
uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;
esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello
strumento
(pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legati-staccati, ecc...).
Alla fine del triennio gli allievi dovranno saper eseguire con consapevolezza
brani solistici e d'insieme appartenenti a diversi generi, epoche, stili, di
difficoltà tecnica adeguata al percorso compiuto.
Il livello minimo che l'allievo dovrà aver acquisito prevede la capacità di
eseguire brani solistici nelle tonalità più agevoli, almeno a due voci, anche
con semplici cambi di posizioni, contenenti le principali figurazioni
ritmiche.
A tal scopo nell’ultimo mese di scuola non assegno nuovi brani da studiare ma
scelgo due o tre brani eseguiti nell’ultimo quadrimestre che siano significativi e in
linea con il suddetto decreto. Saranno questi brani l’oggetto dell’esame, insieme a
una breve introduzione che l’alunno esporrà verbalmente in merito agli autori dei
brani in questione.
In alcuni anni ho impostato l’esame facendo estrarre a sorte uno dei tre brani, in
altri concordando con l’alunno il brano che veniva eseguito meglio: molto dipende
dalle decisioni prese collegialmente dal gruppo di lavoro dei Docenti di strumento.
Possibili anche esecuzioni d’insieme anche se per l’esame non disdegno una prova
solistica dove l’alunno dimostri autonomia e capacità di concentrazione.
In questa scuola negli scorsi anni è stata privilegiata la prova solistica, quest’anno
alcuni colleghi hanno deciso di impostare l’esame finale di alcuni alunni sotto
forma di musica da camera (duo, trii o quartetti).
44
18. Compiti delle vacanze
La fine dell’anno scolastico determina la fine dell’attività musicale per i
nostri alunni? Per alcuni purtroppo sì, ce ne accorgiamo poi il settembre
successivo: pochi i compiti eseguiti, arretramento significativo sulla capacità di
lettura e interpretativa sono i chiari segnali di una scarsa attività musicale estiva.
Come contrastare il fenomeno? La risposta potrebbe essere la continuità di metodo
con l’anno scolastico, nel dettaglio:
• Impostazione del lavoro settimanale: si impostano otto schede di lavoro per
altrettante settimane. Ne conto otto in quanto, togliendo il mese di agosto
rimane luglio insieme a metà giugno e metà settembre. Ovviamente nessun
concetto nuovo ma consolidamento di quel che è stato fatto opportunamente
suddiviso tra tecnica, lettura, interpretazione.
• Richiesta invio delle registrazioni settimanalmente per monitorare gli
esercizi.
Nella composizione delle schede di lavoro solitamente tengo conto dell’esigenza di
riposo dell’alunno nel periodo estivo e tendo a perseguire un obbiettivo di
mantenimento e consolidamento dei risultati raggiunti. Il carico di lavoro risulterà
quindi sensibilmente minore rispetto a quello durante l’anno scolastico.
45
19. CURRICULUM VITAE
Claudio Devecchi, nato il 14/11/’66 a Torino, ha seguito i corsi di Chitarra e
Armonia Jazz presso il Centro Jazz Torino, conseguendovi i diplomi finali (1990).
Si è inoltre diplomato in Chitarra Classica come privatista presso il Conservatorio
Statale di Musica "Giuseppe Verdi" di Cuneo (1993) sotto la guida di Maurizio
Colonna. Si è diplomato in Didattica della Musica (2007) presso il Conservatorio
Statale di Musica G.F Ghedini di Cuneo. Ha conseguito il Diploma Accademico
di Secondo Livello in Didattica della Musica, Classe di Concorso AB77 (Chitarra)
nel 2009.
Ha studiato composizione tradizionale con Alessandro Ruo Rui e ha
partecipato a diversi stage tenuti da musicisti quali David Liebman (Torino,
Febbraio 1996, jazz improvisation), Bireli Lagrene (Torino, Marzo 1997, jazz
improvisation), Tim Berne (Torino, Marzo 1999, jazz improvisation), Franco
D'Andrea (Torino, Marzo 2000, jazz improvisation), John Abercrombie (Torino,
Marzo 2001, jazz improvisation), Christiane Montandon (Cuneo, Giugno 2006,
Improvvisazione al Pianoforte – Dalcroze), Ava Loiacono Husain (Cuneo,
Settembre 2007, Il metodo Dalcroze) .
Dal 1990 vanta esperienza come chitarrista, compositore e arrangiatore per la
realizzazione di CD, colonne sonore e jingles pubblicitari presso diversi studi di
registrazione, tra cui: COLONNA SONORA dei F.lli Farinatti, ALTAVOX di
E. Ruffinengo, MACHIAVELLI di P. Giola, VILLASARAMUSIC di U.
Venturino.
46
Dall’Ottobre 1990 al Giugno 2001 è stato docente di chitarra presso il
Centro Jazz Torino, ricoprendo anche la carica di insegnante di teoria e solfeggio
da Ottobre 1998 a Giugno 1999.
Nel 1998 è stato docente di chitarra jazz presso il Civico Istituto Musicale di
Mondovì (CN).
Dall'0ttobre 1998 a Maggio 2000 e da Dicembre 2006 a Maggio 2009 è stato
docente di chitarra jazz presso il Civico Istituto Musicale "G.B.Fergusio" di
Savigliano (CN).
Dall'0ttobre 2008 a Maggio 2009 e da Ottobre 2009 ad oggi è docente di
chitarra presso la “Nuova associazione corale bandistica sommarivese” di
Sommariva del Bosco (CN) del M° Claudio Chiavazza.
Nel 2005 riceve l’incarico di insegnante di Chitarra Jazz per l’anno formativo
2005/2006 presso i Corsi di Formazione Musicale del Comune di Torino,
l’incarico è ad oggi attivo e confermato.
E’ stato consulente presso il II Circolo Didattico di Bra (CN) dove ha prestato i
seguenti servizi:
− anno scolastico 2005/2006: laboratori di Propedeutica della musica per le
scuole materne
− anni scolastici 2006/2007, 2007/2008, 2008/2009: corso di Chitarra per i
docenti del Circolo
Il suo progetto di Contemporary Jazz chiamato Pangea ha visto la
partecipazione musicisti di fama internazionale, tra cui Dave Weckl e John
Patitucci (la sezione ritmica di Chick Corea), oltre a musicisti italiani di chiara
fama come Diego Borotti (Sax) ed Enrico Matta (Batteria).
47
TITOLI DI SERVIZIO SU STRUMENTO
Anno Scolastico 2004/2005: servizio presso il Liceo Artistico Statale “Ego
Bianchi” di Cuneo dal 5/10/2004 al 29/10/2004 su A031 Chitarra
Anno Scolastico 2008/2009: servizio presso la Scuola Media Statale
“Piumati-Craveri-Dalla Chiesa” di Bra (CN) dal 11/02/2009 al 11/06/2009 su
AB77 Chitarra
Anno Scolastico 2009/2010: servizio presso la Scuola Media Statale “Oscar
Levi” di Chieri (TO) dal 11/09/2009 al 31/08/2010 su AB77 Chitarra
Anno Scolastico 2010/2011: servizio con contratto dal 9/09/2010 al
30/06/2011 press la Scuola Media Statale “A. Manzoni” di Torino su AB77
Chitarra.
Anno Scolastico 2010/2011: servizio con contratto dal 01/09/2011 al
30/06/2012 presso la Scuola Media Statale “A. Manzoni” di Torino su AB77
Chitarra.
Anno Scolastico 2012/2013: servizio con contratto dal 01/09/2012 al
31/08/2013 presso la Scuola Media Statale “P. Gobetti” di Rivoli (TO) su AB77
Chitarra.
TITOLI CULTURALI
Diploma specifico di Conservatorio (parificato a corso di laurea Secondo
Livello)
Diploma di Chitarra conseguito presso il Conservatorio "Giuseppe Verdi" di
Torino, sezione staccata di Cuneo, anno accademico 1992/'93, sessione estiva.
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Diploma specifico di Conservatorio (parificato a corso di laurea Secondo
Livello)
• Diploma di Didattica della Musica, classe di concorso A032 e A031,
Educazione Musicale, conseguito presso il Conservatorio Statale
"G.F. Ghedini" di Cuneo, anno accademico 2006/'07, sessione
autunnale.
• Diploma di Didattica della Musica, Classe di concorso AB77
(chitarra) conseguito presso il Conservatorio Statale "G.F. Ghedini"
di Cuneo, anno accademico 2008/'09, sessione estiva.
Diploma di istruzione secondaria di II grado (Maturità Scientifica)
Diploma di Maturità Scientifica conseguito presso il Liceo Scientifico
"Leonardo da Vinci" di Torino, anno scolastico 1984/'85.
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PUBBLICAZIONI
MusicaDomani, trimestrale di cultura e pedagogia musicale
Dicembre 2009, n°153, Rubrica “Cantieri Sonori” a cura del M° Antonio
Giacometti, pag 30 e 31: composizione ed arrangiamento del brano musicale a
scopo didattico intitolato “Montagne russe”.
Titoli artistici
CONVEGNI, WORKSHOP, SEMINARI ECC.
• David Liebman, Jazz Improvisation (Torino, 1-3 Febbraio 1996)
• Bireli Lagrene, Jazz Improvisation (Torino, Marzo 1997)
• John Abercrombie, Jazz Improvisation (Torino, 31 Marzo 2001)
• Franco D’Andrea, Improvvisazione (Torino, 12 Marzo 2000)
• Tim Berne, Jazz Improvisation (Torino, 22 marzo 1999)
• Christiane Montandon, Improvvisazione al Pianoforte – Dalcroze (Cuneo, 8, 9,
10 Giugno 2006)
• Ava Loiacono Husain, Il metodo Dalcroze (Cuneo, 7,8 Settembre 2007) .
ATTIVITÀ CONCERTISTICA
Dal 1990 è presente nel campo della musica live, con all’attivo 390 concerti
(fonte libretto ENPALS) in diverse formazioni e contesti musicali (jazz, pop-jazz,
fusion music, rock, blues, disco music, funky)
Ha suonato con: John Patitucci, Dave Weckl, Emanuele Ruffinengo, Elio Rivagli,
Alfredo Paixao, Danilo Ballo, Silvio Melloni, Elena Roggero, Luca Jurman,
Amedeo Bianchi, Bruno De Filippi, Alberto Mandarini, Diego Borotti, Paolo
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Pellegatti, Marco Vaggi, Riccardo Ruggeri, Alessandro Maiorino, Enrico Matta,
Luca Scarpa, Fabio Gurian, Piero Vallero, Ugo Venturino, Federico Ariano,
Fulvio Serra, Nunzio Adragna, Massimo Camarca, Fabrizio Bernasconi, Roberto
"Bob" Benozzo, Fabrizio Rizzolo, Cristina Fassio, Susy Amerio, Alex Rolle,
Maurizio Sgaramella, Fabio Perversi, Carlo Bagini, Fulvio Raduano, Silvia
Sandrone, Emanuele Silvano.
ATTIVITÀ DISCOGRAFICA
 “Claudio Devecchi”, Pangea, Appaloosa/Westland, 1997
 “Paganini”, Leggeri,leggeri, Tring Italia, 1998
 “Chambao” , Endorfinas en la mente, Sony Music Spain, 2003
 “Alexander Pires”, Estrella Guia, BMG Latino, 2003
 “UPA”, 2003, Porqué me faltas tu, Universal Music Spain, 2003
 “Mario Frangoulis”, Follow your heart, Sony Classical, 2004
 “Jerry Rivera”, Ay mi Vida, Sony-Bmg Latina, 2005
 “Los Pecos”, Un manantial de ternura, BMG/ARIOLA, 2005
 “Manu Tenorio”, Entendera's, VALE MUSIC, Spain, 2006
 “Matia Bazar”, 1234, Universal Music, Italia, 2007
 “Sonic Brio”, Vol. 001-002-003-004, Villasaramusic, Italy, 2008
ESPERIENZE EXTRA-MUSICALI
Da Giugno 2000 a Marzo 2003 Vicepresidente e Amministratore Delegato
di Art&Com SPA, da Dicembre 2002 a Dicembre 2003 Vicepresidente e
51
Amministratore Delegato di Artexe Srl. Ambedue le aziende operavano
nell’ambito delle nuove tecnologie e nella creazione di eventi, ivi compresa la loro
comunicazione.
Contenuti aggiornati al 19/05/2013
Il sottoscritto nuovamente e a conclusione del presente documento dichiara di
rendere le presenti dichiarazioni ai sensi dell'art.47 del DPR 28 Dicembre 2000, n.
445, consapevole delle sanzioni penali richiamate dall'art.76 dello stesso DPR in
caso di dichiarazioni non veritiere e false negli atti.
Contatti
Cellulare:
Abitazione:
Email:
Sito Web:
3483669672
0172430412
[email protected]
www.claudiodevecchi.com
52
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