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StareSani Estate 2016
Primavera / Estate 2016 Informarsi per decidere P R E V E N Z I O N E • A L I M E N TA Z I O N E • B E N E S S E R E SPECIALE IPERTERMIA La quarta colonna dell'oncologia P. 16 «Come potenziare il sistema immunitario» Parla il Dottor Sergio Maluta P. 18 «Olio di Palma, conoscerlo per evitarlo» Parla il biologo nutrizionista Mauro Meloni P. 8 FARMACIA CADAMURO Aperto 7 giorni su 7 Domenica e festivi compresi Orario continuato 08.00 - 20.00 •Veterinaria•Erboristeria •Omeopatia•Cosmesi Via Mercatovecchio, 22 - 33100 Udine Tel. 0432.504194 - [email protected] Informarsi per decidere Abbondanza P R E V E N Z I O N E • A L I M E N TA Z I O N E • B E N E S S E R E SOMMARIO MENTE-CORPO: LA CONNESSIONE P. 6 LUTTO, SUPERARLO CON TERAPIA IADC P. 5 Bioimplantologia P. 23 A MUSO DURO. MILLE SOGNI DA RACCONTARE MALATTIE DELL'ABBONDANZA P. 6 Il libro per Adriano Ioan P. 24 OLIO DI PALMA, CONOSCIAMOLO! TURISMO LIGHT P. 8 P. 10 P. 27 Guarire a Tavola BIOIMPLANTOLOGIA NASCE LIFESTYLE MEDICINE P. 10 P. 28 CANCRO E IPERTERMIA P. 16 P. 20 StareSani SOCIAL NUMERO UNICO realizzato a cura di: s.r.l. Via Treppo, 5/B - 33100 Udine Tel. 0432.299664 Fax 0432.512095 [email protected] Testi e interviste a cura di: Irene Giurovich Coordinatore marketing: Giandaniele Zilli È vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza autorizzazione. Tutti i diritti riservati. IL PRIMO MAGAZINE DI APPROFONDIMENTO SULLA SALUTE ANCHE ONLINE! F StaresaniFVG T StaresaniFVG Y StaresaniFVG INSERZIONE PUBBLICITARIA GUSTO&BENESSERE - LA TRADIZIONE IN EVOLUZIONE LA SCIENZA DELLA NUTRIZIONE ENTRA IN PASTICCERIA Patrizia Lombardi titolare della Pasticceria Il Cortiletto a Udine in via Aquileia 47 inizia il proprio percorso professionale con la passione per la qualità, la qualità delle materie prime utilizzate nella produzione della pasticceria dolce e salata, grande attenzione quindi alla tipologia di grassi utilizzati, fin da tempi ancora non sospetti nel suo laboratorio Gustoconsapevole sono banditi grassi vegetali quali la margarina, oli vegetali raffinati, la panna vegetale, dannosi per la salute, che molto spesso sono alla base dei prodotti di pasticceria anche artigianale, l'utilizzo di farine e zuccheri alternativi per preparare dolci idonei anche per persone intolleranti o semplicemente per far conoscere interessanti materie prime che permettono di farci variare la nostra alimentazione senza rinunciare al gusto. Da qui al desiderio sempre più crescente di approfondire le sue conoscenze in materia di nutrizione il passo è breve, è così che nel 2014 incontra Chiara Manzi massima esperta in Europa di nutrizione culinaria e direttore scientifico di Art Joins Nutrition Academy iniziando un percorso formativo che la porterà a conseguire il diploma in Culinary Nutrition, la scienza della nutrizione applicata alla cucina e alla pasticceria. “Volevo capire cosa avviene agli alimenti cucinandoli,quali sono salutari,come ridurre i grassi e gli zuccheri mantenendo elevato il gusto delle ricette, quali cibi fanno meglio cotti che crudi e viceversa ma anche i tempi e i tipi di cottura migliori per ogni alimento, gli abbinamenti tra le materie prime che possono favorire o inibire l'effetto benefico delle sostanze in esse contenute. Riuscire a comprendere le giuste quantità per stare bene, nutrirsi senza farsi mancare nulla sia a livello di nutrienti sia a livello di piacere a tavola. Il sogno di evolvere la pasticceria tradizionale aldilà delle mode o delle scelte etiche che spesso non sono sinonimo di scelte anche salutari, perché all'interno di un'alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano i dolci tradizionali possano essere consumati ogni giorno." Questo sogno diventa sempre più realtà e con lo studio e la sperimentazione stiamo realizzando ricette equilibrate dal punto di vista nutrizionale che evolvono la tradizione con l'ingrediente in più, il benessere. Ti piace la Sacher? E se scoprissi che ha le calorie di 150 g di ricotta, la fibra che troviamo in 6 piatti di insalata, gli zuccheri di un frutto? Ecco La SACHER EVOLUTION! Crostata di lamponi, Crostata di frutta, Crostata di marmellata albicocca&curcuma, Torta della nonna, bignè al cioccolato oltre a referenze di pasticceria salata e finger food EVOLUTION sono disponibili, per adesso, solo su ordinazione specificando EVOLUTION. Stiamo concentrando molto il nostro lavoro anche sul Banqueting privato e aziendale proponendo menu Right Lunch Buffet con 5 portate Finger food e dolce per un totale di meno di 800 kcal e tanto Gusto&Benessere!” Prendermi cura dei miei clienti condividendo sempre più una cultura alimentare dove gusto&benessere si incontrano è il mio obiettivo,la strada è aperta. Patrizia Lombardi, Chef Ajn P. 5 La connessione mente-corpo in medicina LE 5 LEGGI BIOLOGICHE SCOPERTE DAL DOTTOR R. G. HAMER te l’utilizzo di stracci, secchi ed ogni altro intervento questo rimane stranamente sempre bagnato, ma nessuno si preoccupa più di tanto e si continua ad asciugare con stracci e secchi vari. Così avviene oggi per la medicina di fronte alle malattie: si continua a sfornare farmaci e sperimentare terapie, ma le malattie aumentano sempre di più, comprese soprattutto le morti per cancro. Dottor Claudio Trupiano Se è vero che la dimensione e la delicatezza di un argomento, come le scoperte del dottor Hamer, sono tali da far desistere chiunque dall’affrontare un tema così straordinario e sconvolgente, è anche vero che ormai se ne sente parlare sempre di più. Nel campo della ricerca medico scientifica ogni giorno leggiamo sui giornali promesse di soluzioni alle nostre malattie, ma, dopo che gli uomini hanno finito di litigare per arrogarsi il diritto della scientificità e della verità, il tempo inesorabile, da buon e unico giudice, spazza via l’inutile, con qualche resistenza solo per le scoperte un po’ più redditizie. Nel continuo fermento della ricerca scientifica nel mondo della medicina, le scoperte del dottor Hamer, da oltre 30 anni, come una macchia d’olio non cessano di suscitare interesse e opposizione nel contempo. Ma in un mondo occidentale dove si presume lo Stato di diritto e dove la ricerca scientifica viene giustamente promossa e finanziata, riconoscendo soprattutto il diritto della libertà di ricerca, perché la Nuova Medicina del dottor Hamer viene di fatto osteggiata e si cerca di impedirne la divulgazione? La risposta è semplice. Paragonate la malattia ad un pavimento sempre bagnato, dove, nonostan- Ora immaginate che un giorno arrivi qualcuno (il dottor Hamer) che ci dica: “Perché non chiudete il rubinetto dell’acqua?” In altre parole: perché non eliminare la causa vera? La scoperta straordinaria di questo medico è stata proprio quella di aver trovato la causa delle patologie. Poichè però tale scoperta comporta un radicale capovolgimento della diagnosi medica, inevitabile è la preoccupazione e l’opposizione di chi sinora ha continuato ad avvalersi degli strumenti consolidati e lucrosi. Ma per chi non conosce come è nata questa scoperta, dobbiamo fare un passo indietro nella storia. Il 16 agosto del 1978 il principe Vittorio Emanuele litiga con un medico romano davanti all’isola di Cavallo, in Corsica, e decide di far valere le sue ragioni sparando con un fucile. Un colpo attraversa la paratia di una barca ormeggiata vicino, dove sta dormendo un ragazzo tedesco. Era Dirk Hamer, figlio di un oncologo tedesco, il dottor Ryke Geerd Hamer. Dopo quattro mesi di agonia il ragazzo morì tra le braccia del padre. A parte l’esito processuale della vicenda, concluso con l’assoluzione paradossale del “principe”, accadde un altro fatto, meno noto ai più. Dopo un mese dalla morte del figlio, al dottor Hamer venne diagnosticato un tumore al testicolo. Qualcuno avrebbe considerato il fatto solo come una possibile concausa di uno stress psicofisico, ma al dottor Hamer balenò l’intuizione che questa malattia non poteva essere solo una coincidenza di una cellula impazzita o di un DNA programmato al tumore, né tanto meno una semplice concausa da stress. La sua intuizione si rivelò esatta e, dopo anni di studi e verifiche, a partire dal 1981 cercò di divulgare al mondo la sua scoperta. In fondo Hamer si rese conto della logica e semplice connessione tra psiche, cervello e organo. Le sue scoperte hanno semplicemente riunificato lo smembramento del corpo umano attuato dalla medicina ufficiale che, in continue esasperate specializzazioni, ha perso di vista l’unità dell’individuo. Il tutto viene regolato da semplici leggi biologiche, che il corpo umano nella sua evoluzione ha codificato e programmato per consentire un continuo e biologico rafforzamento della specie umana. In sintesi Hamer aveva scoperto che tutti i sintomi del nostro corpo, ricollegabili ad una malattia, non sono altro che una delle fasi di un processo più ampio, dove la prima parte è sempre costituita da “un conflitto biologico, inaspettato, acuto e drammatico”, mentre la fase dove appaiono i sintomi è in effetti la fase di riparazione. Per la sua ricerca è partito dal tumore, ma al termine della sua verifica si è ritrovato una risposta per tutte le patologie, obbligandolo di fatto ad una ristruttura- zione dei fondamenti della medicina. La novità eclatante fu che tutti i casi (oltre 45.000) da lui studiati rispondevano al rispetto di queste leggi biologiche: la verifica riguardava quindi il 100%, e non il 30 o 40%. Se dunque il rubinetto da chiudere è l’individuo nella sua capacità di soluzione del conflitto biologico, ci troviamo di fronte all’affascinante percorso di ciascuno di noi, dove il superamento delle prove della vita diventa la prova d’esame che ci dà il continuo diritto di restare in gioco. È evidente che a questo punto psiche e corpo, finalmente riunificati nella medicina, non possono più essere disgiunti. La conseguenza inevitabile è che ora per comprendere le malattie dobbiamo mettere in gioco il nostro vissuto, ma non tutti sono pronti ad accettare tale impostazione: è più comodo demandare la nostra salute ad un terzo o ad un farmaco. Ma anche questo fa parte dell’evoluzione della specie umana e la Nuova Medicina, nella sua scientificità, diventa comprovante al 100% solo per chi sa appropriarsi della consapevolezza del suo divenire biologico. I tempi possono essere ancora lunghi, ma il tempo, come sappiamo, resta sempre il miglior giudice e tutto lascia pensare che la Nuova Medicina sarà la medicina del futuro, e comunque non prima di aver superato le resistenze dei… produttori di stracci e di secchi. Claudio Trupiano Profilo Claudio Trupiano, laureato in Giurisprudenza e in Farmacia con specializzazione in Tecniche Erboristiche, è docente, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione ALBA (Associazione Leggi Biologiche Applicate) che si occupa di studiare, verificare e diffondere le leggi biologiche scoperte dal dottor Ryke Geerd Hamer mantenendone l'integrità. P. 6 Le malattie dell'abbondanza M alattia coronarica (infarto cardiaco e ictus cerebrale), ipertensione, cancro della mammella, del colon, della prostata, del polmone, del sangue, del cervello; diabete, osteoporosi. Queste sono le malattie responsabili di oltre il 75% di morti premature. In Cina sono rare. Si tratta di malattie killer fortemente correlate ad elevate assunzioni di prodotti animali, in particolar modo grassi e proteine. Dai dati biochimici – si legge nel libro The China Study – si evince che l'azoto ureico nel sangue e i livelli di colesterolo rappresentano i marcatori principali per le malattie dell'abbondanza. L'azoto ureico è lo scarto del metabolismo delle proteine, quel che ne rimane nell'organismo. Più proteine si consumano, come carne, latte, uova, più aumentano i livelli di azoto ureico nel sangue”. Si è visto come piccole percentuali in più di colesterolo cattivo fossero significativamente collegate all'aumento di malattia cardiaca, cancro e diabete. Per ogni punto percentuale in meno di colesterolo nel sangue, il rischio di malattia cardiaca crolla del 3 per cento. In Cina i livelli medi di colesterolo nel sangue sono 127 mg/dl (90-170 mg/dl) in confronto ai 212 mg/dl (157-274 mg/dl) dei soggetti occidentali. In pratica il loro colesterolo al di sopra della norma è il nostro colesterolo basso. La differenza nei livelli di colesterolo nel sangue riflette in larga misura il consumo marcatamente diverso di carne rossa e bianca, uova e latticini. Questi sono i marcatori per l'introito di colesterolo, proteine animali e grassi saturi. Emerge sempre più chiaramente che alti valori di colesterolo nel sangue sono il più importante fattore predittivo di malattia cardiaca, cancro e diabete, le malattie dell'abbondanza appunto. Bassi valori di colesterolo, d'altra parte, non solo proteggono dalla malattia cardiaca (per ogni infarto in Cina si verificano 17 negli Usa), ma proteggono anche dal cancro del colon, uno dei tumori che mette maggiormente a repentaglio la vita degli occidentali. In Cina la mortalità per cancro del colon è chiaramente molto inferiore quanto i livelli di colesterolo sono ridotti. Le proteine animali possono far aumentare i livelli di colesterolo ematico persino più dei grassi saturi i quali derivano in grande misura dalla carne e dai latticini. Questo significa che un pezzo di carne magra può essere altrettanto dannoso per i livelli di colesterolo nel sangue quanto un pezzo di pancetta grassa. Molti studi epidemiologici hanno mostrato una forte associazione tra la quantità di carne e grassi consumati e l'incidenza del cancro della mammella in una popolazione. Maggiore l'introito di carne e grassi, maggiore si è rivelato il rischio di cancro. Studi di migrazione hanno confermato questa relazione. Quando soggetti provenienti da Paesi a basso rischio emigrano verso paesi ad alto rischio, e modificano conseguentemente il loro stile di vita tradizionale a favore di quello nuovo, raggiungono gradualmente i tassi di rischio di malattia del paese ospitante. Dopo aver analizzato i loro dati e averli confrontati con quelli di altri paesi, i ricercatori del Progetto Cina hanno trovato che le morti per cancro della mammella risultavano associate ad elevate assunzioni di grassi con la dieta e alti livelli di colesterolo nel sangue; estrogeni ad elevati livelli di testosterone nel sangue; menarca precoce e menopausa tardiva. P. 7 Tutti i benefici della Boswellia L a Boswellia viene impiegata nei tumori al cervello. In alcuni ospedali sono stati somministrati a pazienti colpiti da tumori gliali 3600 mg di boswellia al giorno. Entro pochi giorni molti sintomi associati a questo tumore, come ad esempio mal di testa, zoppia, etc, si sono notevolmente ridotti. Il prof. Simmet, studioso della Boswellia serrata in casi di astrocitomi (tumori al cervello che facilmente metastatizzano), ritiene che gli acidi boswellici possano ridurre l'infiammazione. La Boswellia, secondo gli studi condotti e citati dall'ARTOI (Associazione ricerca terapie oncologiche integrate), inibisce la produzione di un enzima che provoca la produzione di leucotrieni associati con l'infiammazione. Nei test di GLI STUDI DEL RICERCATORE SIMMET laboratorio si è osservato che quanto più il tumore è maligno più leucotrieni produce. Questo sembra perpetuare un ciclo di crescita quasi inarrestabile. In 25 pazienti sono stati somministrati un estratto secco di Boswellia per una settimana. I tumori sono stati poi rimossi chirurgicamente. Circa la metà dei pazienti ha avuto una regressione significativa ed in alcuni casi il tumore era del tutto scomparso (è stato usato un dosaggio di 800 mg tre volte al giorno). Studi sul DNA con la microscopia elettronica hanno rivelato che gli acidi boswellici possono indurre apoptosi (suicidio programmato delle cellule tumorali). Ricordiamo che sono sostanze che non devono essere usate 'al posto di' qualcos'altro, ma in associazio- ne a terapie tradizionali, per andare ad aiutare l'azione di altri farmaci. La Boswellia compare anche nel libro I cibi antiossidanti. Anticancro di Johannes F. Coy e Maren Franz (Tecniche Nuove): qui si parla della sostanza come strumento che presenta effetti antiproliferativi (diretti contro la proliferazione tessutale) sulle cellule del glioblastoma. e la colite ulcerosa: combatte gli effetti antiproliferativi e apoptotici nelle cellule del tumore al colon. Infine, Boswellia è efficace anche nel ridurre l'ipertensione e i livelli di colesterolo e trigliceridi. Alle proprietà della Boswellia l'ARTOI ha dedicato ampi spazi attraverso i propri canali, incluso il sito ufficiale www.artoi.it In ogni caso l'estratto di questa pianta agisce come potente antinfiammatorio in quanto è in grado di bloccare la lipossigenasi, ovvero l'enzima che produce i leucotrieni, molecole che contribuiscono a generare i processi infiammatori. Anche l'AIMAC, l'Associazione Italiana Malati di Cancro, attraverso le sue collane di diffusione informativa, inserisce la Boswellia serrata fra i trattamenti non convenzionali indicandola come rimedio utile nei casi di glioblastoma multiforme, di tumori gliali e metastasi cerebrali da tumore mammario, oltre che da impiegare come immunomodulante. L'acido boswellico risulta utile anche per contrastare l'infiammazione in caso di patologie croniche intestinali come il morbo di Crohn Massaggi, Massaggio Thailandese, Ayurveda, Massaggio Sonoro, Cristalloterapia, Rimedi naturali, vendita prodotti per la Cristalloterapia, la cura e il benessere della persona, Tisane Biologiche, prodotti Nature's Design, Sale Himalayano. I trattamenti si effettuano solo su appuntamento Codroipo in Viale Veneto, 23 Tel 0432.1500455 - SMS/WhatsApp +39 324 9036822 [email protected] - www.anandacentroolistico.it P. 8 l'intervista Parla il biologo nutrizionista Mauro Meloni Olio di Palma, conoscerlo per evitarlo! SPUNTA ANCHE QUELLO 'CERTIFICATO' N on esiste (quasi) prodotto che non contenga olio di palma... Persino nei circuiti biologici si deve prestare la massima attenzione alla lettura degli ingredienti, visto che in moltissime confezioni lo troviamo. La sensibilità alimentare e salutista sta per fortuna aumentando, per cui in bella evidenza si possono leggere le scritte rassicuranti oil palm free oppure 'solo olio di girasole', 'solo olio extravergine'. Ma il settore della grande distribuzione è colonizzato dall'olio di palma. Per capire le ricadute sul nostro organismo abbiamo intervistato il biologo nutrizionista Mauro Meloni. Dottore, olio di palma sì o no? “L’olio di palma è sicuramente uno tra gli argomenti più dibattuti in campo alimentare di quest’ultimo periodo. Discordanti le opinioni tra gli esperti del settore riguardo alla sua probabile nocività. I mass-media non fanno altro che creare ancor più confusione tra i milioni di consumatori italiani”. Questo olio è un grasso vegetale saturo e come tutti i grassi saturi fa male, giusto? “L’olio di palma è un olio/grasso vegetale estratto dalla polpa del frutto dell’omonima pianta. Nella sua forma grezza è ricco di sostanze come carotenoidi, in primis, oltre che tocoferoli (vitamina E), fenoli e fitosteroli. In seguito al processo di raffinazione perde una buona quota dei suoi principi attivi più utili come succede del resto a gran parte delle sostanze soggette a questo processo. Il prodotto raffinato è caratterizzato da un’elevata percentuale di grassi saturi, circa il 50%, ed in particolare da acido palmitico, grasso saturo a catena lunga. E quindi al fisico che cosa può succedere? “Come la maggior parte dei grassi di questo tipo, se consumato in eccesso può determinare un aumento dei livelli ematici di colesterolo 'cattivo' (LDL) costituendo di conseguenza un fattore di rischio cardiovascolare”. Dobbiamo eliminare tutti i grassi saturi dalla nostra tavola allora? degli ultimi quarant’anni ha perso per così dire il giusto modo di assumere questo tipo di grassi”. “In realtà anch’essi, a corta, media, lunga catena, nella giusta quantità sono fondamentali da un punto di vista fisiologico poiché partecipano, per esempio, alla funzione immunitaria, cellulare, nervosa e termoregolativa. Il problema è che l’uomo nel corso Questo stesso discorso si può estendere anche ai grassi polinsaturi? Bio Ortofrutta Brusini “Esatto. Basti pensare all’utilità degli omega-3 (ω-3) e degli omega-6 (ω-6) nel processo pro ed anti-infiammatorio oltre che a livello circolatorio; eppure una • Prodotti naturali per l’ alimentazione • Igiene Personale • Cosmetici • Pulizia P.tta Garibaldi, 26 - Cividale del Friuli Orario 9-13 / 16-19 Chiuso lunedì mercoledì pomeriggio Tel e fax 0432 701402 Mail [email protected] P. 9 dieta sbilanciata a favore degli ω-6 è una delle principali cause, insieme all’eccesso di zuccheri, dell’attuale epidemia di obesità nel mondo occidentale. A parer mio è limitante puntare il dito verso un’unica sostanza di cui la letteratura scientifica non ha finora pienamente chiarito gli effetti negativi sulla salute, ma si dovrebbe più che altro riflettere su ciò che in generale determina, per esempio, rischio cardiovascolare: l’abuso e l’eccessivo consumo di una particolare classe di macronutrienti o una dieta sbilanciata a favore di grassi e zuccheri, l’assenza di attività fisica”. Senta, perché è usato dappertutto l'olio di palma? “Al momento è l’unica sostanza che conferisce determinate caratteristiche al prodotto finito. Da un punto di vista economico la sua convenienza sta nel fatto che presenta una massima resa produttiva in acri di terreno dedicato alla sua produzione, circa 10 volte maggiore rispetto alla soia, alla colza e al girasole; in base a ciò dovrebbe avere un impatto meno negativo nei confronti dell’ambiente. In prospettiva futura però la maggiore richiesta di olio di palma richiederà una maggiore disponibilità di terreno per la sua produzione, con conseguente aumento dell’impatto ambientale”. Che cosa comporterebbe rinunciare all’olio di palma? “Pensare di sostituirlo con altri ingredienti più “salubri” peggio- rerebbe l’impatto ambientale ed in un’ottica di fabbisogno alimentare mondiale l’industria non riuscirebbe a soddisfare le richieste alimentari soprattutto dei paesi in via di sviluppo”. È possibile, secondo lei, trovare una soluzione che preservi la nostra salute e al tempo stesso l’ambiente? “In questi ultimi anni ci si sta muovendo verso una maggiore eco-sostenibilità. Alcuni prodotti alimentari, soprattutto del settore bio, utilizzano olio di palma certificato RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil). Quest’ultimo è un protocollo firmato tra diverse associazioni ambientaliste internazionali come WWF e Global Environment Center, ed industrie del settore alimentare. In base a ciò si promuove sia il rispetto delle comunità locali, dei diritti dei lavoratori e dei precedenti proprietari terrieri, sia l’utilizzo di tecniche ecosostenibili in terreni già trasformati in piantagioni di palma”. Consiglio finale ai lettori... “Limitare il consumo di alimenti che contengono un eccesso generale di grassi saturi e zuccheri; e seguire una dieta il più possibile bilanciata. Se decidiamo di acquistare alimenti contenenti olio di palma verifichiamo che abbiano la certificazione RSPO, che col passare del tempo sarà sempre più comune tra i prodotti alimentari”. Profilo Laureato in Scienze Biologiche all'Università di Cagliari, ha conseguito un dottorato di ricerca in Microbiologia e Virologia, approfondendo gli studi in campo microbiologico e molecolare sia in ambito accademico sia presso l'Istituto Zooprofilattico della Sardegna dove si è occupato di progetti di sanità pubblica. Ha lavorato come ricercatore presso il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell'Università di Udine, con cui collabora tuttora, e conseguito un Master di specializzazione in Nutrizione e Alimentazione Umana. È autore di oltre una ventina di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali e nazionali. Lavora come biologo nutrizionista a Udine nel suo studio professionale in via Mazzucato 5. ARTICOLI - Dangour AD, Dodhia SK, Hayter A, Allen E, Lock K, Uauy R. (2009). Nutritional quality of organic foods: a systematic review. American Journal Clinical Nutrition. 90(3):680-5. - Smith-Spangler C, Brandeau ML, Hunter GE, Bavinger C, Pearson M, Eschbach PJ, Sundaram V, Liu H, Schirmer P, Stave C, Olkin I, Bravata DM. (2012). Are Organic Foods Safer or Healthier Than Conventional Alternatives? A systematic review. Annals of Internal Medicine. 157(5):348-66. REGOLAMENTI - EC Regulation 834/2007. Council Regulation 834/2007/EC of 28 June 2007 on organic production and labelling of organic products. Official Journal of the European Union L189, 20.07.2007:123. Per approfondire: http://www.rspo.org/certification / http://www.eufic.org/index/it/ / http://ndb.nal.usda.gov/ndb/foods P. 10 Bioimplantologia? Sì, grazie! A TU PER TU CON IL DOTTOR ROBERT JOSEPH WRIGHT Sembra veramente arrivato per tutti, o quasi, il momento di riporre definitivamente nel dimenticatoio quegli amari ricordi di fiorentina off limits, torrone da mission impossible, pan ciabatta che si vorrebbe ma non si può: è nata, e comincia a diffondersi anche qui da noi, in maniera decisa e perentoria la nuova frontiera della riabilitazione protesica dentale, una via che consente la riabilitazione fissa sempre e comunque, anche in situazioni che solamente pochi anni fa potevano costituire un limite invalicabile. Bioimplantologia? Per saperne di più abbiamo incontrato per voi il dottor Robert Joseph Jr. Wright. Una carriera fulminante che lo vede oramai già da tempo medico generale operante da parecchi anni sulla piazza udinese e attivista sostenitore dell’American Academy of Bioimplantology. Dottor Wright, che cos’è la bioimplantologia? “Sono passati circa quarant’anni da quando qui a Udine sono state sperimentate con grandissimo successo le prime riabilitazioni protesiche fisse, su arcate dentarie edentule (prive di denti o radici naturali) proprio grazie all’ausilio di questi particolarissimi dispositivi che in gergo vengono chiamati impianti, ma nella pratica sono delle piccole viti, rigorosamente in titanio, che vengono inserite nell’osso e fanno quindi da supporto al dente in ceramica o alla protesi che successivamente viene fissata sopra, andando quindi a costituire un solido ancoraggio in grado di scalzare quella orrenda e temutissima immagine di protesi mobile, o meglio dentiera. Proprio qui a Udine ha operato per tantissimo tempo uno dei decani dell’implantologia mondiale, Alberto Zaninari, mio grandissimo maestro e amico. Ora a distanza di qualche anno, complice una crisi economica senza precedenti, lo sforzo maggiore è stato anche quello di riuscire a contenere i costi di gestione di questa pratica”. Dottore lei parla di costi? Cosa c’entra il denaro con la medicina naturale? “L’attuale sistema sanitario nazionale, pur offrendo ottimi servizi in varie specialità, a livello odontoiatrico è sempre stato piuttosto avaro: la pratica implantologica, se eseguita correttamente in centri qualificati e con l’utilizzo di materiali certificati, comporta inevitabilmente da parte del paziente uno sforzo economico non da poco. Inevitabili quindi le ripercussioni economiche sulle categorie meno abbienti, spesso tassativamente escluse dalla gioia di una masticazione fissa”. E quindi? “La bioimplantologia ha cercato, riuscendoci in pieno, di calmierare i costi, puntando soprattutto su alcuni fattori determinanti: la rapidità di esecuzione, la semplicità di intervento, con assenza quasi totale di complicanze, assenza di effetti collaterali ed insuccessi, e soprattutto la funzionalità meccanica del prodotto finale nel totale rispetto di tutti gli aspetti estetici. Attualmente con un costo di circa 500 euro ad impianto riusciamo a dare una garanzia certificata di almeno dieci anni!”. tazione generale dell’equilibrio meridianico energetico”. Alcuni pazienti vengono scartati in quanto ritenuti non idonei? “Assolutamente no: noi in tutti questi soggetti sfruttiamo il meglio della medicina olistica e convenzionale, per far sì che l’organismo impiantato sia prioritariamente attivato al massimo per rispondere in maniera ottimale al trattamento!”. In che modo? Può fare qualche esempio? “La bioimplantologia parte dal presupposto che il soggetto da impiantare debba essere in totale equilibrio biodinamico, debba seguire un'alimentazione corretta (anche il salame ed il refosco sono consentiti purchè genuini e privi di solfiti), vivere in maniera naturale il più possibile in ambiente eco, evitare lo stress e tutti i fattori tossici che possono compromettere il naturale e fisiologico funzionamento dell’organismo umano (fumo, abuso di farmaci chimici etc.). Ai candidati pazienti vengono sistematicamente richiesti esami del sangue completi con dosaggi ormonali e minerali, un elettrocardiogramma, una densitometria ossea per valutare la consistenza ossea, ma soprattutto l’ analisi della costituzione omeopatica di appartenenza, la lettura dell’iride e una valu- “Con la medicina convenzionale garantiamo ottimi livelli di anestesia e copertura antibiotica, ma nel contempo prioritariamente con l’omeopatia stimoliamo le difese immunitarie e l’osteogenesi naturale, l’agopuntura potenzia l’effetto dell’anestesia e dell’analgesia post operatoria, ma soprattutto ci permette di posizionare topograficamente gli impianti in maniera da rispettare al massimo la naturale fisiotopografia dei meridiani energetici (di fatto una vitina di metallo disposta all’ interno di un campo elettrico va a modificare l’equilibrio elettrostatico di tutto l’organismo), la fitoterapia mette a disposizione tutta una serie di prodotti topici per tonificare al massimo le mucose gengivali con il massimo rispetto della flora batterica saprofitica”. La nostra storia ha inizio nel 1979 e da allora l'azienda è cresciuta basando la sua forza sull'esperienza nel settore della lavanderia, fino a giungere alla realtà affermata su cui voi oggi potete contare. Maestranze qualificate, macchinari tecnologici di ultima generazione, sistema di presa consegna robotizzato proiettano La Nuova Door direttamente nel futuro del servizio del lavasecco. 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A Sale Verde infatti predominano fitoterapia, omeopatia, fito e bio cosmesi con aziende scelte con professionalità e attenzione dai dottori Bellina e Tondo che applicano un rigoroso criterio di valutazione delle referenze da essi proposte alla clientela. della pelle è uno di quegli ambiti in cui maggiormente la scelta naturale risulta vincente poiché si possono risolvere problematiche che spesso hanno anche un forte impatto emotivo. Le allergie e le reazioni cutanee causate da un cosmetico di bassa qualità, sia esso una crema o un fondotinta, sono infatti in grande aumento e in questo caso la scelta di una crema naturale risulta d’obbligo così come, per le donne, il cambio dei prodotti per il trucco. Sempre maggiore infatti è la richiesta di preparati che non contengano derivati chimici e che non siano stati testati sugli animali. La cura A Sale Verde la cosmetica è bioecologica, prodotta da laboratori erboristici italiani che sono anche produttori della materia prima ga- rantendone cosi la massima freschezza; in essi non troverete parabeni, PEG e siliconi, tutte sostanze che recenti studi hanno dimostrato essere dannosi sia per la cute sia a livello sistemico. Troverete invece una cosmesi vegetale costituita da piante officinali ricche in principi attivi quindi in grado di risolvere molte delle più comuni problematiche cutanee quali acne, dermatiti e reazioni allergiche. Nessuno dei cosmetici è testato sugli animali né utilizza prodotti di derivazione animale. Dott.ssa Bellina, farmacista omeopata P. 13 Perdita e ricongiungimento: come sciogliere il dolore del lutto E siste un metodo testato clinicamente su migliaia di casi per sciogliere il dolore del lutto e ritrovare la serenità: si chiama IADC, ovvero Induced After Death Communication, metodo messo a punto dallo psicologo americano Allan L. Botkin. In che cosa consiste? Lo spiega l'esperto nel suo libro Comunicare oltre la morte: “Il metodo terapeutico ha funzionato per quasi tutti coloro che si sono sottoposti a queste sedute. Io e molti altri psicoterapeuti abbiamo indotto oltre tre mila esperienze su un'ampia gamma di individui provenienti da diversi contesti professionali, razziali, culturali e religiosi e siamo sicuri che ciò in cui crede un paziente non ha nessuna influenza sul risultato. Tale metodo funziona infatti sia per pazienti che hanno subito una normale perdita di una persona cara, sia per chi soffre di un orribile lutto traumatico e, allo stesso modo, sia per pazienti la cui perdita è recente, sia per chi ha subito un lutto decine di anni prima”. Insomma, non ha importanza in cosa crede lo psicoterapeuta o in che cosa crede il paziente. La terapia IADC sembra proprio guarire il lutto a prescindere da ciò in cui si crede. “Quello che ho scoperto io – dichiara il fondatore Allan Botkin – chi è a lutto, anziché sganciarsi dal defunto, dovrebbe continuare ad avere un rapporto dinamico e mutante con la persona cara. Questa nuova direzione si sta affermando e spero che la terapia IADC possa contribuire alla crescita di questo movimento”. Le terapie IADC aiutano i pazienti a guarire le immagini traumatiche fornendo un'immagine positiva che sostituisce con naturalezza quella negativa. Molto spesso le ferite del defunto, la deturpazione o il viso stremato vengono sostituiti da immagini di pace, calma e di un viso allegro e sorridente. Alcuni pazienti notano spesso persino di non riuscire a ricordare l'immagine traumatica per come era realmente e, quando cercano di farlo, vedono al suo posto l'immagine positiva. Quindi, è possibile realizzare con la persona che non c'è più un intenzionale e momentaneo ricongiungimento. Come spiega uno dei seguaci di Botkin, lo psicoterapeuta Claudio Lalla, esperto in Iadc (il suo studio è a Roma) che abbiamo incontrato per capire di più su questa novità, attraverso questa procedura “si riesce a far entrare la mente in uno stato di ricettività che permette di realizzare il contatto con la persona defunta, e pertanto di attuare una comunicazione con la persona che non c'è più. “Si può intuire – dichiara il dottor Lalla che riprende il concetto espresso già nel suo libro Perdita e ricongiungimento, comunicare con i propri cari oltre il tempo della loro vita (la cui lettura consigliamo con forza) quali grandi potenzialità di cura del dolore da lutto, siano racchiuse in questo intervento”. Nel libro vengono presentati diversi casi clinici con le varie risoluzioni 'automatiche' del dolore enorme che c'era prima della presa d'atto delle scene. “Con la terapia IADC – ci spiega il dottor Lalla – il lutto viene elaborato attraverso un'esperienza che offre il senso di una relazione con l'altro perdurante e positiva, caratterizzata dall'amore reciproco. Il sopravvissuto elabora il lutto grazie alla nuova convinzione che la persona amata sta bene e gli è vicina. Le persone colpite dalla morte di un loro caro, sebbene sentano ancora la sua mancanza e vadano incontro a diversi momenti di riacutizzazione del senso di perdita, non provano più la tristezza profonda e cupa che attinge forza dall'idea della fine di chi si ama e dall'aspettativa di una separazione ormai irreversibile. Per promuovere una IADC – conclude – occorre anzitutto offrire al paziente la possibilità di parlare del proprio lutto”. Per accedere a questa esperienza è fondamentale essere rilassati. Uno stato di ansia ne ostacola lo svolgimento. Inoltre la causa più comune di fallimento risiede nello sforzo di evocare l'esperienza stessa. Lo stato mentale necessario per queste esperienze dovrebbe essere l'opposto di quello in cui ci si trova quando si cerca consapevolmente di fare qualcosa. Per quanto riguarda la fenomenologia del ricongiungimento, l'esperienza prende avvio e tende a svolgersi senza alcuno sforzo. Anzi, più la persona si sforza di farla accadere o di influenzarne la direzione, più essa si allontana, cioè non si verifica oppure s'interrompe dopo essere iniziata. Impossibile é alcun controllo da parte del paziente o del terapeuta sul contenuto dell'esperienza. In particolare, il terapeuta non dice niente durante il suo svolgimento. Quasi tutti coloro che hanno vissuto l'esperienza di IADC - rende noto lo psicoterapeuta Lalla - affermano che essa é del tutto diversa rispetto ai sogni e all'immaginazione. Affermano di aver visto, toccato, odorato con i propri sensi. Tutti sanno che l'esperienza é mentale, ma al tempo stesso anche reale come se fosse fisica. P. 14 Una preziosa review su Breast Care comprova l'efficacia dell'Ipertermia S ulla rivista scientifica Breast Care è uscita una corposa review sulle evidenze del ruolo dell'Ipertermia nelle recidive dei tumori al seno, a firma del dottor Sergio Maluta (Dipartimento di Ipertermia presso il Centro Medico Serena, Padova) e del Dipartimento di Ipertermia e Radioterapia del Centro medico ad Amsterdam. Nelle recidive dei tumori al seno riuscire a mantenere un controllo locale della malattia con la reirradiazione è assai difficoltoso, lo stesso vale con altre dosi di chemioterapia. Si va incontro ad un elevato rischio di fallimento e alla impossibilità di riuscire a tenere sotto controllo la patologia. Se l'i- pertermia viene eseguita prima o dopo l'irradiamento, allora l'effetto delle radiazioni si rafforza. Inoltre l'ipertermia associata alla radioterapia permette di utilizzare dosi inferiori e quindi di salvaguardare da possibili effetti collaterali più impattanti. La review pubblicata su Breast Care racchiude gli elementi per capire l'importanza terapeutica dell'ipertermia nelle recidive locali del tumore al seno. I dati connessi alla comparsa delle recidive sono questi: è del 15,4% la sopravvivenza libera da malattia a 10 anni dalla recidiva. Se la recidiva locale si presenta dopo 2-3 anni dal primo trattamento, allora la prognosi è migliore, visto che la sopravvivenza si attesta fra l'87 e il 90 per cento; mentre se la recidiva compare entro i primi 2-3 anni, allora la sopravvivenza si riduce (a 5 anni la sopravvivenza si riduce fra il 38 e il 44%). Ecco perché sono necessarie opzioni terapeutiche aggiuntive, come evidenzia questa review: con l'associazione dell'ipertermia queste statistiche si migliorano ed aumenta il tasso di sopravvivenza. Fonte: www.karger.com/Article/ Abstract/440792 Il Centro Risorse Mediche di Genova, nato dall'esperienza di professionisti che operano nell'ambito della medicina oncologica, della chirurgia rigenerativa e dell'assistenza sanitaria, in collaborazione con Multiossigen (Ozone Technology), Andromedic e Swiss Institute, propone fra le varie terapie anche l'ipertermia oncologica sui cui risultati scientifici si basa, nelle sue pagine social, del materiale del progetto www.staresani.it. Anche in Friuli si sta studiando un modello analogo per l'apertura e l'integrazione di queste terapie. i nostri servizi: analisi impendenziometrica elerostimolatore i.r. cellular sonic lipolaser sauna i.r. pressoterapia beauty center area wellness Via Udine, 28 – 33030 Majano (UD) | email: [email protected] | Tel: 0432/958337 INSERZIONE PUBBLICITARIA QUALI SONO I VANTAGGI DELL’USARE UNA BICI ELETTRICA? La bici elettrica (nota anche cone ebike) combina i vantaggi delle bici con quelli dei motorini. Si tratta infatti di un mezzo ecologico, con bassi costi di gestione, che permette di spostarsi velocemente ed agilmente senza faticare. È un mezzo ecologico quasi quanto la bici, perchè usa pochissima energia elettrica; è necessario comunque smaltire le batte- rie con attenzione. Ha bassi costi di gestione, perchè dal punto di vista legislativo è paragonata a una bici normale, e non necessita quindi di costosi e noiosi passaggi burocratici. Il costo dell'energia elettrica è trascurabile, mentre è più rilevante quello di sostituzione della batteria, da effettuarsi però a lungo termine (ogni 2-3 anni). Fantic SEVEN DAYS, la prima FAT urban elettrica al mondo, permette di avere prestazioni comparabili a quelle di una sportiva ma che, nell'ambiente cittadino si trasforma in una instancabile macina chilometri senza l'ansia di finire la scorta di elettricità. Fantic "XF2" è la prima E-Bike di Fantic "gommata Plus" che segue la recente presentazione di XF3. Monta di serie forcella anteriore Rock Shox Reba, assoluto tipo di gamma nel panorama delle forcelle cross country, con corsa 120mm che assicura estrema versatilità di utilizzo, permettendo di affrontare discese e ostacoli complessi. È stato introdotto di serie su questo modello il cambio a 11 velocità: grazie ad un rapporto più corto, il nuovo Sram GX 11v consente di scalare salite più impegnative ed al tempo stesso garantisce una migliore efficienza in pianura per merito di un rapporto più lungo. L’ebike permette di faticare di meno, perchè il motore aiuta la pedalata del ciclista proprio quando ne ha più bisogno: nelle ripartenze e in salita. Potrete quindi usare di più la bici nella vita di tutti i giorni, anche per andare al lavoro o per fare la spesa. Le bici elettriche possono anche essere considerate più sicure per alcune loro caratteristiche. Fantic FAT SPORT è la versione più sportiva, un mix di stile italiano e tecnologia tedesca con la migliore componentistica proveniente da tutto il mondo: motore Brose fornitore di motori elettrici alle più grandi marche automotive europee. Batterie della tedesca BMZ, leader di mercato nel suo segmento, forcelle Rock Shox, e cambio SRAM GX, il meglio in tema di innovazione. Le nuove Fantic MTB XF3 e MTB XF3 RACE nascono sulla stessa base di motore (Brose) e batteria (Bmz) delle precedenti Fat Bike e come per queste ultime è stata utilizzata la miglior tecnologia e componentistica proveniente da tutto il mondo. Presentano l'anteriore da 29' e il posteriore da 27.5', con pneumatici da 2,4". È stato introdotto per la prima volta su una bicicletta Fantic il cambio a 11 velocità (per MTB XF3 RACE). CIVIDALE MOTORI SRL Via Libertà, 183 • Cividale del Friuli (UD) Tel. 342.8680662 • [email protected] • www.cividalemotori.it P. 16 Alla scoperta dell' IPERTERMIA quarta colonna dell'oncologia L ’ipertermia è una modalità terapeutica in ambito oncologico che prevede una somministrazione di calore il più possibile selettiva a un tessuto tumorale, al fine di determinare in esso un aumento di temperatura compresa tra 39.5 e 43 °C. La moderna ipertermia nasce con la Consensus Conference di Osaka nel 2004, ci spiega uno dei massimi esperti in Italia, il dottor Sergio Maluta che abbiamo incontrato a Padova dove opera in uno dei centri medici, la Clinica medica Serena, vicino a Prato della Valle, a cui si rivolgono sempre più pazienti provenienti anche dal Friuli Venezia Giulia, in attesa che anche nel nostro territorio qualche struttura si attivi per erogare questa terapia adiuvante che è pratica consolidata a livello internazionale. Aumenta la sopravvivenza L’ipertermia indotta ad alta frequenza può aumentare in modo significativo il tasso di sopravvivenza in pazienti affetti da cancro. In studi di fase III, nei quali è stata associata ad una terapia radiante, l’ipertermia ha migliorato in due anni i risultati del controllo del tumore locale: in casi di sarcoma ad alto rischio dal 12% al 37%; in casi di melanoma dal ipertermia profonda 28% al 46%; le remissioni complete in casi di recidiva del cancro mammario dal 38% al 60%. Il tasso di sopravvivenza a due anni nei casi di glioblastoma dal 15% al 31% e la remissione completa in casi di carcinoma avanzato della cervice dal 57% all'83%, considerando il confronto con il trattamento basato solo sulla radioterapia o chemioterapia. Ipertermia con terapia radiante e chemio Si completano in modo ideale questi due trattamenti: i tessuti tumorali scarsamente perfusi, che sono resistenti alla radiazione ionizzante, si dimostrano invece sensibili all’ipertermia. La radioterapia funziona quando colpisce cellule del tumore ben ossigenate, mentre è meno efficace nel caso delle cellule poco ossigenate; l'inverso avviene per l'ipertermia. I tessuti tumorali ben irrorati dal sangue praticamente non rispondono al calore, ma sono sensibili alla radiazione ionizzante. Questa interazione complementare è un motivo per propendere a favore della combinazione di ipertermia e terapia radiante (termoradioterapia). Studi in vivo hanno dimostrato che gli effetti della radiazione possono essere migliorati di un fattore compreso tra 1,2 e 5 proprio ipertermia total body grazie all’ipertermia. Ecco perché l’ipertermia può essere considerata come il rinforzo più efficace alla terapia radiante: si uccidono, abbinando entrambe le terapie, un maggior numero di cellule neoplastiche. L'ipertermia aumenta l'efficacia di radio e chemio e riduce gli effetti collaterali di entrambi i trattamenti: Meccanismo biologico Il dottor Maluta, mostrandoci il macchinario moderno che utilizza a Padova per le terapie, illustra il concetto di trasmissione in profondità: “Da un punto di vista clinico risulta più funzionale l'utilizzo delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti. La penetrazione è di pochi centrimetri nel caso delle microonde, mentre si raggiungono profondità che superano la decina di centimetri con tecniche a radiofrequenza. La profondità di penetrazione infatti aumenta al diminuire della frequenza. Per questo motivo nei trattamenti profondi vengono utilizzate le radiofrequenze”. L'esperto ci spiega chiaramente il meccanismo biologico sotteso all'ipertermia: “L'energia prodotta dalle microonde – dichiara – o dalle onde di radiofrequenza scalda il tumore sino ad una temperatura di circa 42.5 gradi. Il calore colpisce più le cellule cancerose che quelle sane”. La maggior parte delle cellule tumorali ha un sistema vascolare alterato che non riesce a dissipare il calore in eccesso; le cellule normali sono invece ben irrorate da una rete di vasi molto regolare e possono facilmente eliminare il calore in più ricevuto. L'ipertermia uccide le cellule tumorali in una fase del ciclo (fase S) dove le altre terapie antitumorali usualmente sono inefficaci e per questo viene appunto considerata come una cura complementare. Riduzione di dose = riduzione di tossicità L'ipertermia impedisce alle cellule tumorali irradiate di recuperare il danno prodotto dalle radiazioni e di ripararlo. Le cellule tumorali che normalmente sono in grado di riparare parzialmente il danno subito dall'irradiazione, non riescono più a recuperare e vanno incontro più precocemente a morte. Diversi studi clinici – ci spiega il dr. Maluta – hanno inoltre dimostrato che basse dosi di radioterapia combinate con ipertermia possono essere efficaci come le alte dosi da sole. Ecco quindi che combinando il calore con le radiazioni si possono effettuare trattamenti efficaci riducendo gli effetti collaterali delle alte dosi e migliorando la qualità di vita dei pazienti. L'aggiunta dell'ipertermia aumenta la tolleranza dei pazienti alle cure e contemporaneamente migliora la risposta tumorale e spesso la sopravvivenza di questi pazienti”. Gli effetti collaterali dell'ipertermia – chiarisce il medico - “sono trascurabili rispetto a quelli provocati dalle terapie oncologiche convenzionali e non si sommano con essi”. Indicazioni alla ipertermia Molte delle tipologie tumorali segnalate rientrano in indicazioni cliniche riconosciute dal Centro di Competenza per Oncologia del Servizio Medico dell'Assicurazione sanitaria di Düsseldorf per l'impiego in ipertermia presso centri certificati e idoneamente attrezzati in Germania. Questo materiale è stato portato all'attenzione del Ministero alla Salute proprio dal dr. Maluta in vista dell'accreditamento, totale e/o parziale in base ai casi, della terapia. Queste indica- P. 17 zioni sono confermate da studi di tipo randomizzato che dimostrano con livelli scientifici di evidenza molto elevati l'efficacia della ipertermia nelle seguenti situazioni: tumore del colon-retto localmente avanzato o recidivo; recidive di tumore mammario; cancro della cervice uterina; sarcoma dei tes- suti molli; recidive di tumori della pelle (melanoma maligno); tumori localmente avanzati della testa e del collo; tumori della vescica localmente avanzati o recidivanti; tumore del pancreas avanzato; carcinoma anale localmente avanzato o recidivante; tumori delle cellule germinali. Approfondimento Le cellule si riscaldano fino a 42°C: quelle tumorali vanno incontro ad uno stress maggiore, aumenta rapidamente la produzione di acido lattico, le cellule diventano altamente acide (il Ph diminuisce) ed esse si autodistruggono soffocate dall'acido lattico prodotto da loro stesse e vanno pertanto incontro a morte (necrosi). Quando le cellule neoplastiche sono sottoposte a temperature elevate esse subiscono un danno irreversibile legato ad una riduzione dell'efficacia dei sistemi riparativi normalmente presenti a livello cellulare. Da sola l'ipertermia attiva geni che a loro volta codificano per proteine, note con il nome di caspasi, in grado di innescare il meccanismo di suicido cellulare (apopto- il trattamento del tumore (EORTC) ha verificato ed assicurato la qualità della ricerca sull’ipertermia in Europa. si). Studi clinici attribuiscono la distruzione delle cellule tumorali al danno prodotto dall'alta temperatura alla membrana plasmatica, allo scheletro cellulare e al nucleo cellulare. Il motivo che spiega la spiccata sensibilità delle cellule tumorali al trattamento ipertermico è la loro elevate iperacidificazione che deriva dall'incapacità di smaltire metaboliti anaerobici. L'ipertermia pertanto attacca le cellule iperacidificate, annienta la stabilità della proteina cellulare e la distrugge. Il National Cancer Institute (USA) ha riconosciuto l’ipertermia quale metodo di trattamento per il cancro e ha sovvenzionato con diverse decine di milioni di dollari USA la ricerca, lo sviluppo e il proseguimento delle ricerche. Le istituzioni europee non si sono dimostrate da meno. L’associazione non a fini di lucro Deutsche Krebshilfe (fondazione tedesca per la lotta contro il cancro) ha dichiarato la priorità dell’ipertermia quale metodo nuovo ed efficace contro il cancro, e la Deutsche Forschungsgemeinschaft (associazione di ricerca tedesca) è uno degli sponsor più importanti. Le assicurazioni di malattia olandesi hanno finanziato uno studio decisivo sul trattamento dei tumori del bacino con ipertermia. L’Organizzazione europea per la ricerca e L'ipertermia presenta un valore terapeutico pre-operatorio di notevole importanza: riduce spesso il focolaio tumorale: alle volte si interviene prima dell'operazione chirurgica ricorrendo all'ipertermia – spiega il dottor Maluta – per facilitare o addirittura rendere possibile l'intervento. È capitato al medico di assistere addirittura alla non necessità dell'intervento dopo preliminare trattamento combinato di chemioterapia e ipertermia. Inoltre l'ipertermia stimola il sistema immunitario e aiuta a far recuperare il corpo dagli effetti tossici delle terapie standard. Consente anche di alleviare i dolori e attenuare le infezioni. P. 18 l'intervista Parla l'esperto internazionale, il dottor Sergio Maluta Come l'ipertermia potenzia il sistema immunitario A quali livelli agisce l’ipertermia nel sistema immunitario? Il sistema immunitario ha il compito di mantenere l’integrità dell’organismo durante l’attacco di agenti esterni. È divisibile in due parti: immunità naturale o innata e immunità acquisita o adattiva. La prima ha come attori principali i linfociti T e B dotati di memoria immunologica, la seconda le cellule Natural Killer, prive di memoria ma in grado di agire immediatamente. I due sistemi sono strettamente interconnessi e questo emerge dal fatto che esistono cellule appartenenti a sottopopolazioni intermedie che posseggono entrambi i tipi di risposte e che non si riconoscono in uno solo dei due gruppi. Inoltre l’attivazione dei linfociti T, che presiedono all'immunità acquisita, necessita della presentazione dell’antigene da parte di cellule che appartengono al gruppo responsabile della immunità innata. È stato dimostrato che l’ipertermia modula direttamente o indirettamente le cellule del sistema immunitario e che può scatenare la immunità naturale contro il tumore. Sperimentazioni di laboratorio mostrano che l’ipertermia attiva delle speciali proteine a seguito dello stress termico che hanno un ruolo importante nella risposta immunitaria e nella resistenza delle cellule ai vari trattamenti. Inoltre essa attiva le cellule Natural Killer (NK), e le cellule dendritiche (DC) e le stimola ad aggredire le cellule del tumore. Anche il cosiddetto “traffico dei linfociti” viene notevolmente modificato dal calore che induce un loro spostamento dal comparto vascolare a quello linfoide (linfonodi, milza), attivandone l’azione antitumorale. Si può dire che l’ipertermia agisce in modo selettivo, come una terapia mirata? In campo oncologico si sta da tempo sviluppando una terapia mirata con anticorpi monoclonali o farmaci anti-angiogenesi, che viene considerata il futuro della terapia antiblastica in quanto meno tossica e meglio accettata da parte del paziente. Altre vie vengono percorse nel tentativo di rendere le cure più mirate e meno invasive utilizzando veicoli particolari quali liposomi termosensibili e nanoparticelle magnetiche in combinazione con l'ipertermia. In genere, i trattamenti con ipertermia aggiunta possono essere considerati delle terapie personalizzate in quanto vanno ad attivare il sistema immunitario del paziente contro un tumore che è unico ed individuale. L’ipertermia può anche essere utilizzata come coadiuvante della immunoterapia del cancro e nell’impiego di vaccini antitumorali, trattamenti mirati contro specifiche cellule tumorali. Un numero crescente di dati di ricerca preclinici e clinici hanno dimostrato una migliore risposta immunitaria antitumorale con l'aggiunta di ipertermia a temperature medio-basse (3941°C). L’ipertermia elimina inoltre selettivamente le cellule tumorali, meno efficienti delle cellule sane nel dissipare il calore a causa della alterata vascolarizzazione. Si può quindi affermare che l’ipertermia agisce in modo selettivo sulle cellule tumorali, al pari di una terapia mirata e personalizzata sul tumore del singolo paziente, riducendo in questo modo al minimo la tossicità del trattamento. Esiste il vaccino contro i tumori? Il sistema immunitario si è evoluto per sfruttare la capacità delle Heat Shock Proteins (HSP) di agire come “segnale di pericolo” con conseguente attivazione del sistema immunitario, permettendo così la generazione di una risposta immunitaria amplificata. Queste proteine, rilasciate dalle cellule sollecitate o morenti, consentono l’attivazione di altre cellule quali le cellule dendritiche (DC) che sono un particolare tipo di cellule che afferrano l’antigene e lo presentano ai linfociti T. Si tratta di cellule più professionali rispetto a quelle generiche (APC) in quanto capaci di catturare l’antigene, di elaborarlo e di indurre una risposta immunologica preliminare. Una particolare classe di queste cellule è importante nel mantenere la memoria immunitaria. Si sta studiando la possibilità di utilizzare queste cellule nel campo P. 19 della immunoterapia, in particolare come vaccino, caricandole con antigeni tumorali, per indurre una immunità diretta contro il tumore. Vari studi clinici sono in corso per valutare l’uso delle DC allo scopo di indurre immunità verso i tumori di: mammella, polmone, melanoma, prostata e rene. Quindi la somministrazione di calore rafforza il sistema immunitario soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento degli antigeni tumorali posti sulla superficie delle cellule tumorali, che vengono così rese identificabili e più vulnerabili alle cellule linfocitarie che devono provvedere alla loro eliminazione. L’immunità naturale funziona contro il cancro? Le Natural Killer sono linfociti che provvedono alla protezione innata dell’ospite uccidendo virus e in particolare cellule tumorali in modo aspecifico, non avendo una memoria immunitaria. Gli effetti della ipertermia sulle NK non sono ancora completamente chiariti e molti aspetti sono ancora dibattuti, in quanto ad elevate temperature si può assistere ad un potenziamento della loro tossicità come ad una loro inibizione. Tuttavia, da studi di laboratorio emerge che, a temperature non superiori ai 39-39,5°C, esiste sicuramente un potenziamento della capacità citotossica dei linfociti NK nei confronti delle cellule tumorali. Questo effetto risulta massimo quando sia i linfociti sia le cellule tumorali vengono contemporaneamente riscaldati. Basse temperature (mild hyperthermia) possono già risultare efficaci nell’allertare il sistema immunitario e nell’aumentare la citotossicità dei NK verso le cellule tumorali, giustificando di conseguenza sul piano Profilo Laureato all'Università di Padova nel 1971: specializzazione in radiologia, radioterapia, oncologia e ginecologia; ha diretto i centri oncologici di Trento e di Venezia e la Radioterapia Oncologica di Verona insegnando radioterapia in vari Atenei. Votatosi allo studio dell'ipertermia dal 1997, fa parte della European Society for Hyperthermic Oncology (ESHO) e del gruppo di ricerca Atzelsberg Circle ad Erlangen. Kadota Foundation l'ha voluto al Consensus Conference di Osaka nel 2004 dove si sono stabilite le linee guida sull'ipertermia, ha ricevuto l'anno successivo il premio europeo sulla ricerca in questo settore (ESHO-BSD Award 2005). Membro dell'Editorial Board della rivista International Journal of Hyperthermia, presidente di 2 congressi europei di ipertermia oncologica organizzati a Verona, nel 2012 ha fatto parte dell'Organizing Committee del congresso mondiale di ipertermia a Kyoto. In Italia ha coordinato il Gruppo di studio sull'ipertermia dell'Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica ed è stato membro della Commissione Regione Veneto per i Protoni e per la PET. Collabora con il Ministero della Salute e con l'Istituto Superiore di Sanità al progetto per l'introduzione delle linee guida sull'ipertermia oncologica nel sistema sanitario nazionale. terapeutico l’uso di una ipertermia più blanda di quella citotossica che richiede un innalzamento della temperatura al di sopra dei 40°C. È vero che i linfociti in presenza di calore si mobilitano? Una caratteristica del sistema immunitario è il comportamento migratorio delle sue cellule attraverso i vari compartimenti. I linfociti T passano dal circolo ematico ai linfonodi, per raggiungere poi cute e mucose, e fino a che non vengono attivati da antigeni esterni portati all’interno dei linfonodi, continuano il loro peregrinare, definito “traffico linfocitario”. Queste cellule che non hanno ancora incontrato alcun antigene sono di piccole dimensioni e vengono definite naive o vergini. La circolazione s’interrompe quando il linfocita naive incontra l’antigene per la prima volta grazie ad una cellula presentante l’antigene, in genere un linfocita B, o una cellula dendritica. Una volta attivati, i linfociti T si ingrossano, subiscono una intensa proliferazione e si armano per andare incontro alle cellule infettate caratterizzate dal medesimo antigene a loro già noto. Questo traffico è un processo finemente orchestrato e strettamente regolato dalla ipertermia a più livelli. L’ipertermia può agire direttamente sui linfociti per migliorare le loro proprietà adesive consentendo loro di superare la barriera dei vasi ematici per extravasare nei tessuti. In alcuni studi clinici, l’ipertermia somministrata sull’intero corpo (Whole Body Hyperthermia) ha provocato una diminuzione transitoria nella circolazione dei linfociti in pazienti con cancro avanzato, come già si era osservato in modelli animali. I linfociti, dopo stimolazione con calore, tendevano ad uscire dal circolo ematico per accumularsi nei linfonodi, dove a seguito dell’incontro con le cellule dendritiche che presentavano loro l’antigene tumorale, iniziavano ad attivarsi. Da questi studi emerge che l'ipertermia agisce a più livelli migliorando le interazioni tra endotelio e linfociti, attraverso complessi meccanismi complementari che coinvolgono una varietà di molecole e che facilitano il passaggio dei linfociti medesimi attraverso i vasi verso i linfonodi o più in generale verso i siti di infezione. Studi preclinici e clinici suggeriscono che ci sia un beneficio a seguito dell'aggiunta di ipertermia ai protocolli di immunoterapia adottiva, che potrebbe essere connesso ad un migliorato traffico dei linfociti. P. 20 Guarire a tavola ABBIAMO SEGUITO IL CORSO DEL MEDICO BATTISTUTTA: "LA SALUTE DIPENDE DA NOI" L a guarigione parte dalla tavola. Dobbiamo mangiare ciò che ci dà energia, in termini di emozioni, vibrazioni, sentimenti, e non ciò che ci riempie. Per questo serve un reset della memoria cellulare, parola del medico Lorenzo Battistutta che, con la sua associazione Aligen, è impegnato a diffondere anche le informazioni tratte da medicina cinese, antico yoga e medicina ufficiale, per farci capire che dobbiamo rivedere le nostra cattive abitudini alimentari, come ha spiegato in uno degli ultimi corsi tenuti a Udine all'erboristeria Cuman, in Largo Pecile. Il dottor Battistutta proviene come formazione dalla medicina ufficiale: ha operato molti anni in ospedale fino a quando ha deciso di licenziarsi non appena “avevo capito che lavoravo per le multinazionali”. Secondo la medicina cinese la salute dipende da quattro accordi fra mondo spirituale, mentale, emotivo e il corpo. Tutti e quattro questi piani devono essere soggetti a purificazione. Agli antichi premeva aumentare l'energia vitale, non tanto la salute. Come? Attraverso quattro ambiti: successo, inteso come realizzazione personale; relazioni amorevoli, ovvero corrette; alimentazione e respiro (non si respira più secondo il ritmo naturale). Per gli antichi l'alimentazione è l'unico vero farmaco, del resto il padre della medicina, Ippocrate, sul cui testo i giovani medici giurano ancora oggi, diceva: se un medico non conosce l'effetto del cibo sul corpo non deve essere chiamato medico. “Fino a 200 anni fa noi avevamo la conoscenza erboristica, la cosiddetta disciplina della spargiria, poi dagli anni '20-'30 non c'è più stato un vero interesse alla salute, semmai è stato introdotto un interesse economico alla salute. Ad esempio: anche sul cancro purtroppo ancora oggi si vendono illusioni. Sento le stesse frasi di vent'anni fa: un farmaco di ultima generazione che colpisce solo le cellule malate...”. Bisognerà pur chiedersi come mai oggi si muore di cancro e cent'anni fa no. Due sono le cause del cancro, come aveva chiaramente individuato già negli anni Trenta il premio Nobel per la Medicina Otto Heinrich Warburg, scienziato tedesco: “Tutto è stato insabbiato – spiega il dr. Battistutta – in quanto la sua scoperta andava contro le multinazionali, contro le grandi catene alimentari. In sintesi, le cause del cancro vengono individuate in mancanza di ossigeno e acidità, ovvero quando un tessuto si sposta sul ph acido crea una mutazione che è incompatibile con altri organi”. Come si fa a non avere tessuti acidi? La cellula tumorale vive senza ossigeno. Se ho un tessuto alcalino o basico è impossibile che il tessuto vada incontro alla mutazione. Anche i cibi fanno diventare i tessuti più acidi o più alcalini. La maggior parte dei cibi moderni è acidificante in quanto sono pieni di grassi, conservanti, additivi. Pensiamo a tutti i prodotti dolciari, snack dolci e salati, ma anche ai cosiddetti '4 bianchi' sotto accusa, ovvero tutte le farine raffinate, lo zucchero (bianco, ma P. 21 anche integrale), latte e latticini, sale. Tutto in natura, compresi gli alimenti, si divide in yin o yang, ovvero ciò che tende all'acidità o alla basicità (alcalinità): l'equilibrio corrisponde al moderno Ph dei tessuti fra 7 e 7.4. Se il tessuto resta entro questo range – dichiara il medico – è impossibile che esso si ammali. Nella categoria 'yin' rientrano carne, zuccheri, latte e latticini, grassi, farine raffinate, prodotti confezionati etc; nello 'yang' tutti i vegetali, i cereali integrali, legumi. Mangiare male e mangiare prodotti acidificanti – spiega nel suo corso – vuol dire che si abbassa la percezione di coscienza che l'individuo ha di sé. Ormai, purtroppo, il regime alimentare è completamente spostato sullo yin, motivo per cui stanno scoppiando le allergie, le intolleranze, le malattie della nostra epoca stanno aumentando... “A causa del mangiar male il nostro sistema immunitario si è ridotto di ben 10 volte, quindi il nostro corpo è più debole di 10 volte rispetto a quello dei nostri bisnonni”. Basti osservare i dati statistici per rendersi conto dell'abuso dei cibi acidificanti, comparando i dati del 1930 con quelli odierni. Il consumo annuo pro capite negli anni Trenta dello zucchero era pari a 7 chili; oggi a 28 chili (incremento addirittura del 300%); il caffè da 1 a 5 chili; il pomodoro da 14 a 60 chili; il formaggio da 4 a 16 chili; l'olio di oliva, molto yin, da 6 litri a 22 litri; la carne da 21 a 147 chili con una crescita del 560%! Parallelamente si sono ridotti tutti i cibi alcalinizzanti: il consumo annuo pro capite di riso è sceso da 17 a 6 chili; la polenta da 33 a 3 chili; i legumi da 16 a 3 chili. Anche la maggior parte dei farmaci risulta acidificante, tant'è che “stanno aumentando le malattie, ma nessuno vuole ammetterlo”. Più assumo i '4 bianchi', ad esempio, e più si sballano i processi digestivi. Non è un segreto per nessuno che “lo zucchero bianco è il principale imputato nella comparsa del diabete”. L'unico alimento concesso per zuccherare è il malto d'orzo o il malto di riso, ma bisognerebbe imparare a non zucche- rare nulla. E per far scomparire il desiderio di dolce basta mangiare più verdura cruda. Il dr. Battistutta ha sperimentato su di sé e su altri ammalati gli effetti benefici di non zuccherare, neppure con miele o sciroppo d'agave: se dopo 6 mesi che si è abbandonato lo zucchero si riprova a mangiare una zolletta, si infiammano immediatamente le mucose. Dalle mucose lo zucchero bianco passa direttamente nel sangue, quindi va subito alla cellula. “Ho seguito persone che sono guarite completamente dal diabete eliminando i 4 bianchi”. Per quanto riguarda il tumore, “la cellula tumorale altro non è che la reazione della cellula a sopravvivere in un ambiente diventato acido. Il tumore diventa incurabile (di per sé è curabilssimo) se “continuiamo ad appesantire i tessuti con quantità di sangue acido, se continuiamo ad ingerire prodotti acidi (grassi, proteine, etc)”. Per guarire dall'osteoporosi e riuscire a riassimilare il calcio si devono mangiare sali minerali (dalla verdura) ed enzimi (che si trovano in certi cibi fermentati come il miso, in alcuni yogurt, ma anche semplicemente lasciando fermo due giorni il riso, oppure anche in crauti e brovada). Dopo 4-5 mesi improntati secondo questo regime alimentare, i raggi evidenziano, come ha potuto constatare personalmente il dottor Battistutta, che le ossa non sono più rarefatte né bucherellate. Il consumo fuori controllo di grassi e sale determina la comparsa anche di malattie cardiovascolari e neurodegenerative come la SM (sclerosi multipla), ma anche dei più comuni mali di testa e di schiena. Ed ecco l'angolo dei consigli: qual è l'alimento più sano in assoluto? Non ha dubbi l'esperto: la minestra di verdura. L'ideale sarebbe comporre un piatto dove siano presenti verdure, cereali e legumi. Una strategia per non avvertire mai la stanchezza ed essere sempre vitali, suggerisce l'esperto, è di bere l'acqua delle verdure. Le vere proteine poi non sono quelle animali, bensì i legumi che già per gli antichi rappresentavano le proteine nobili. P. 23 Melatonina, terapia anticancro adiuvante Atossica, favorente l’apoptosi, ovvero il suicidio delle cellule tumorali malate, antiproliferativa, anti-angiogenetica: proprietà che esplica sia contro tutti i tumori solidi sia contro quelli liquidi. Stiamo parlando della melatonina che, in vari studi sia in vitro sia in vivo, nell’arco degli ultimi 30 anni, ha dimostrato una diretta azione anticancro, come si legge nelle review pubblicata nel 2013 sull’International Journal of Molecular Sciences (che si allega). Uno dei maggiori esperti in Europa del trattamento con melatonina è il prof. Lissoni, radioterapista, che esercita al S. Gerardo a Monza. Fra i luminari nel campo della neuro-psico-immunologia. La melatonina, a specifici dosaggi che vengono stabiliti sulla base del soggetto – si inizia con dosaggi bassi per aumentarli gradualmente – induce il turn-over cellulare e la rigenerazione delle cellule tumorali in cellule sane grazie al meccanismo dell’effetto citotossico (apoptosi). In alcuni studi, citati nella review, le cellule tumorali del seno, in epserimenti in vitro, a concentrazioni ben precise di melatonina, vengono ridotte nel numero e nella vitalità dopo 48 ore. Uno dei meccanismi di mediazione della melatonina è la soppressione del recettore EGFR e dell’attività del MAPK. La melatonina riduce l’angiogenesi tumorale, inibisce l’espressione di HIF-1 alfa proteina, induce l’ipossia nelle cellule del cancro e agisce sul fattore di cre- scita endotelialevascolare VEGF. È noto che la chemioterapia – si legge nell’articolo scientifico – provoca un calo evidente nei livelli di melatonina. Le conclusioni di questo studio sono chiare: la melatonina è una terapia adiuvante molto utile sia nelle fasi iniziali del tumore sia in fase metastatica. Qual è l dose ideale di melatonina? Non è stata ancora standardizzata. Ma, in base a vari studi e alle ricerche di oltre 30 anni di attività, stando alla review, si indica una dose iniziale di 20-40 mg (distribuiti durante il giorno per raggiungere la concentrazione massima di sera) fino ad un massimo di 1000 mg. P. 24 A muso duro Mille sogni da raccontare LA TESTIMONIANZA DI ADRIANO IOAN CONTRO IL TUMORE Il libro-dedica della giornalista Irene Giurovich per il compagno La promessa della pubblicazione è stata mantenuta. “A Muso Duro. Mille sogni da raccontare (Edizioni Segno) è l’attuazione del ‘patto’ morale fra Adriano Ioan e Irene Giurovich, al suo fianco nella battaglia politica prima e nella battaglia contro la morte poi. “È paradossale come sia possibile dire che un libro che tratta di una malattia e della morte risulti scorrevole, ma è proprio così: è un racconto tremendo e naturale allo stesso tempo”, queste le parole pronunciate in una gremita sala Ajace dal sindaco di Udine, Furio Honsell, prefatore dell'opera. Il sindaco ha proseguito così: “Irene ha avuto molto coraggio a scrivere questo libro, il coraggio di chi vuole che le cose restino”. Sala Ajace non è riuscita a contenere tutte le persone per la prima presentazione dell’opera, I relatori in Sala Aiace alla prima del libro L'autrice, Irene Giurovich oltre una sessantina quelli che hanno atteso fuori a causa del tutto esaurito. MAI CONTRO NESSUNO, SEMPRE A FAVORE DI QUALCOSA: questo lo spirito che animava Ioan nella sua battaglia. All’inizio della commemorazione, nel sesto mese dal trapasso di Adriano Ioan (avvenuto il 16 agosto 2015), la giornalista moderatrice della serata e intervistatrice, Elisabetta Pozzetto, ha letto la missiva inviata all’autrice dalla Presidente della Regione Debora Serracchiani: “Apprezzo la capacità di raccontare un profondo dolore che è Suo personale ma che purtroppo è comune a tante persone che vorrebbero - ma che non riescono ad esprimere con la sua stessa semplicità sentimenti, passioni, speranze e profonde delusioni che accompagnano queste tristi vicende della vita. La sua forza, Irene, ha certamente rappresentato per Adriano un solido sostegno nella sua lotta contro il male che ogni giorno lo metteva a dura prova. Il suo affetto ha contribuito a rendergli la vita migliore e a dargli forza e speranza nei suoi ultimi mesi”. La parola è poi passata al Sindaco Honsell che ha ribadito il lascito di questo testo: “Questo libro non lascia indifferenti”. Successivamente è intervenuto il Presidente del Consiglio Provinciale, Fabrizio Pitton che, oltre a portare il saluto della Provincia di Udine dove Adriano Ioan aveva svolto il compito di assessore, ha raccontato la vicinanza umana visto che anche lui ha dovuto sperimentare il calvario della malattia con la mamma prima e poi, a causa dello stesso tumore di Adriano, con un altro familiare. Il ricordo da amico fraterno è stato tratteggiato da Piero Mauro Zanin che firma il suo amarcord nella postfazione. Oltre a psicologi (Esther Pedone, essiomass ormapeciaomumatuomuavoce, omu- tto di collache , sani zione nni la he la iziati- P. 25 Fabio Barban), oncologi (Simona Liguori in veste anche di assessore assieme agli assessori del Comune di Udine Federico Pirone, Antonella Nonino), neurochirurgi, è arrivato anche da Padova il dottor Sergio Maluta, medico di riferimento nel panorama internazionale per l’ipertermia oncologica, terapia adiuvante intrapresa da Ioan che ha parlato dal palco dell’impegno dimostrato da Adriano anche per tentare di IRENE GIUROVICH accreditare questa terapia. A MUSO DURO L'incipit “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile” (San Francesco) IRENE GIUROVICH A MUSO DURO Un libro che parla della malattia e della morte si può definire scorrevoNon fa parte della natura umana accetÈ senza paradossale, tare lale? morte lasciare la portama è così. Un libro spalancata ad unada percentuale minima che le cose restino. scritto chi vuole di un po’ di tempo ancora. Questo libro affronta un tema, “Ogni tanto penso a come sarà, quello di una persona dall’altra parte, poidella vedo te morte e vorrei rimanere su questa terra il più a lungo carissima, in modo misurato, ma inpossibile”. tenso e sincero. La figura di Adriano Prima il pensiero rincorreva la sicurezza della presenza, è il vuoto con ad ogni un’umanità e una Ioan poi emerge passo e ad ogni risveglio. spontaneità esemplari. E la dedizione “Devi essere tu la mia sentinella, compagna, per la sensibilità anchedella in questasua traversata. Non dobbiamo vincere nulla. Non dobbiamo diuna quanto ci elettorale. descrive, è una testimovincere campagna Dobbiamo portareche a casa la nianza cisopravvitocca profondamente e venza. E io non mi arrendo, non mi arrendo. Sappilo. Lo devo fare per te e non ci lascia indifferenti. Il tema della per noi, capito?”. morte viene rimosso troppo spesso nelL’immagine del corpo senza vita, senza nostra parole,la senza dialoghi.società. Gli occhi perA muso duro è una sempre sbarrati. I vestiti da vivi. I vesticronaca scritta con serietà e amore per ti da morti. Il lenzuolo del letto. Il lenzuolo salma. La casa sognata, fardellaconoscere una verità fino ad oggi la famiglia voluta. Poi la bara, il loculo. Una fotografia. privata. Ma questa verità appartiene alla nostra città. Perché è la cronaca della battaglia di due persone che hanno lottato per poter continuare a vivere insieme per servirla con la loro passione e con il loro impegno. Perché sia una città comunque migliore! Grazie Irene, grazie Adriano. In sala presenti anche il Prorettore Roberto Pinton a rappresentare l’Università di Udine, Cristiana Compagno presidente di Mediocredito FVG, oltre a volMille sogni da raccontare ti del panorama politico passato e attuale (fra cui Ferruccio Saro, Giorgio Santuz, Daniele Galasso, Daniele Franz, Alessandro “Non fermarti, continua la tua battaglia e quando mi penserai, cerca di Enzo sorridere Colautti, Enrico Bertossi, perché sorridendo mi renderai felice. Cainero, etc) molti colleghi Io ti guarderò dall’Alto. Resterò per sempre il tuo guerriero”. dell'Istituto Malignani rappresentati anche dal dirigente scolastico dell’Istituto dove Adriano Ioan ha svolto il suo lavoro di insegnante, prof. Andrea Carletti. Alcuni ammalati, alcuni ex ammalati anche. Le immagini e € 15,00 www.edizionisegno.it la musica hanno accompagnato l'evento in memoria: uno scatto della campagna elettorale immortalata dal fotografo Massimo Turco, prima che nel 2013 iniProf. Furio Honsell, Sindaco di Udine ziasse il confronto con Honsell al Visionario, con il sottofondo musicale di Pierangelo Bertoli 'A muso duro', poi la stretta di vivendo la malattia e a quanti sibili per esercitare il diritto di necessita di norme che lo rendamano fra Ioan e Honsell, infine stanno accompagnando i loro restare accanto all'ammalato se- no effettivamente intoccabile e il panorama della campagna di cari, formula anche un appel- guito e curato da Irene Giurovich finalmente salvaguardato”. Risano con la musica preferita lo affinché “l'epilogo finale del lungo tutto l'iter della malattia, La foto della copertina è un'ida Ioan: “Ombra della luce” di testo non capiti più a nessuno: come molti medici sanno bene, cona della forza testimoniata Franco Battiato. l'allontanamento forzato subito ma purtroppo si sono intromesse da Adriano Ioan: in questa foto L'autrice dell'opera, auspicando proprio qualche settimana pri- varie persone, per impedire l'e- Adriano Ioan aveva già subito il che questo testo possa risultare ma che Adriano Ioan spirasse. Si sercizio di un diritto che dovreb- primo intervento. Sorride. Coin qualche modo utile a chi sta sono tentate tutte le strade pos- be essere naturale, ma in realtà munque. Nonostante tutto. P. 27 la ricetta Tiramisù versione Light INGREDIENTI Kcal 214 quantità per 1 persona 100 g di yogurt greco magro 1 uovo 1 cucchiaio raso di stevia 10 biscotti pavesini 1 cucchiaino di cacao amaro FACILE PREPARAZIONE 20 MIN COTTURA 10 MIN \1/ \2/ \3/ \4/ Lavorare il tuorlo dell’uovo con la stevia, unire lo yogurt e, una volta ben amalgamati, aggiungere anche l’albume montato a neve, con un movimento delicato dall’alto verso il basso. Spolverizzare con il cacao amaro e fare riposare in frigo per almeno 1 ora. In una piccola pirofila rettangolare creare uno strato di crema, uno di pavesini e uno di crema. Servirlo a colazione con the verde e 1 frutto di stagione. P. 28 Medicina dello Stile di Vita: a Udine il primo gruppo di applicazione clinica MEDINVITA E STARESANI UNITI PER PROMUOVERE IL CAMBIAMENTO IN 6 SETTIMANE S tiamo parlando di medicina basata sull'evidenza scientifica. Nessuna opinione. Nessun 'secondo noi è così'. Tutto è rigorosamente evidencebased. “Studi scientifici ci hanno fornito le prove inconfutabili che agendo in quattro campi, ovvero nutrizione, movimento, gestione dello stress e ambiente, possiamo prevenire statisticamente le malattie croniche”, dichiara Stefania Ubaldi, medico, fondatore e direttore della società svizzera MedinVita, promotrice della Lifestyle Medicine (Medicina dello Stile di Vita), già direttore clinico e componente del Comitato direttivo della Società Europea della Medicina dello Stile di vita (ESLM), docente in varie Università italiane. Anche Udine può contare sul primo gruppo clinico costituitosi per fornire a pazienti e strutture sanitarie le competenze per indurre il cambiamento. A far parte della squadra udinese, oltre al medico Ubaldi pro tempore, ci sono Nicoletta Blasich, personal trainer, Debora Molli, psicoterapeuta, Cristina Giusto, biologa nutrizio- nista. Abbiamo incontrato la fondatrice che ci spiega la mission che regge il progetto MedinVita, nata nell'ottobre del 2014, che trova molti punti di contatto con il nostro progetto divulgativo StareSani. Obiettivo: raggiungere il behaviour change (cambiamento di comportamento). Dottoressa Ubaldi, qual è la novità di MedinVita? “L'effettiva applicazione clinica delle scoperte scientifiche. Dai contenuti, che si conoscono, alla trasformazione in realtà clinica quotidiana delle conoscenze. Le consulenze dei nostri professionisti di Medicina dello Stile di Vita non sono semplici visite in cui i pazienti restano attori passivi. Il paziente apprende, applica e diventa autosufficiente nella gestione dei cambiamenti del proprio Stile di Vita, base fondamentale della prevenzione”. Prevenzione di che cosa esattamente? “Della prima causa di morte al mondo: le malattie croniche che, non a caso, sono aumentate e rappresentano il risultato del nostro Stile di Vita sociale ed individuale. La gente dovrebbe essere informata che cambiando lo Stile di Vita, potrebbe evitare almeno l'80 per cento di tutti i casi di cardiopatia, ictus e diabete di tipo 2. Una buona motivazione vero? Si pensi, ad esempio, che agendo sullo Stile di Vita si possono prevenire 93 casi P. 29 su 100 di diabete di tipo 2. Reimpostando lo Stile di Vita si riduce fino al 40 per cento il rischio di sviluppare alcuni tumori. Esiste anche una lessicologia scientifica: Lifestyle Related Diseases (Malattie correlate allo Stile di Vita). Ovviamente non possiamo dare la sicurezza che le persone non si ammaleranno mai o che guariranno sicuramente da malattie importanti. Sarebbe anti-etico. Non possiamo di certo presentarci come la panacea di tutti i mali. Possiamo però assicurare che lavoriamo per il cambiamento di comportamenti scorretti, antisalutistici e, di conseguenza, possiamo incidere nel contenimento e nella riduzione degli stati infiammatori cronici, per lo meno ottenere un livello di infiammazione cronica più basso rispetto a quello con cui il paziente è arrivato da noi”. Dottoressa, in pratica come si deve cambiare? Non basta, allora, mangiare sano? “Si tratta di un modello di visita basato su un concetto di interdisciplinarità (e non pluridisciplinarità) tra professionisti della salute. La visita si basa su varie consulenze mediche, comporta la somministrazione di questionari e la redazione di un progetto terapeutico personalizzato; il paziente viene sottoposto a prove di verifiche dell’apprendimento. Le figure professionali in campo sono: un medico internista/ patologo ambientale (coordinatore); un nutrizionista o dietista o dietologo, un esperto in scienze motorie, uno psicologo/psicoterapeuta con indirizzo cognitivocomportamentale o altro indirizzo attinente alla pratica delle tecniche richieste per la gestione dello stress (tecniche di Mindfulness, training autogeno)”. “Non è sufficiente. Lo stress cronico, ad esempio, può provocare malattie anche non strettamente legate alla psiche. Dal punto di vista molecolare e metabolico crea nelle cellule delle alterazioni che sono predisponenti all'insorgenza di varie patologie croniche. Ecco perchè servono le competenze di uno psicologo relativamente alla riduzione di stress. Come pure un esperto in scienze motorie per la necessaria giusta dose di movimento fisico”. E chi è già ammalato? “La modifica dello Stile di Vita è efficace anche in chi ha già una malattia conclamata, migliorando la qualità di vita e in certi casi anche la sopravvivenza, anche in coloro che sono già operati di tumore, ad esempio”. “Per il Friuli e l'Italia in generale proponiamo un percorso minimo di 6 settimane agendo nei 4 campi di intervento. Con il programma "6 per Sè" il paziente viene preso in carica dal team di professionisti che lo aiuteranno a modificare il proprio Stile di Vita in 6 settimane. Il metodo di counselling utilizzato da ogni professionista del gruppo LMC (Lifestyle Medicine Consultation) è quello del colloquio motivazionale di Miller e Rollnick. MedinVita fa in modo che tutti gli individui, anche i 'non addetti ai lavori', possano accedere alla conoscenza ed utilizzarla in modo sano e responsabile per la prevenzione”. Qual è il punto di forza di questo metodo? Dottoressa, avete l'esclusiva mondiale di alcuni test di primo piano. Può spiegarli ai lettori? “Se il paziente lo desidera può sottoporsi ad un'analisi della saliva per uno studio del proprio DNA. A questo punto le consulenze si basano sui risultati individuali del test sul DNA. Premetto: non ci siamo inventati nulla. I test che forniamo, a disposizione non solo dei privati ma anche di medici e strutture sanitarie, sono stati ideati da uno dei padri della nutrigenetica, il professor Keith Grimaldi. MedinVita ha l'esclusiva per la commercializzazione. Il test Salus, ad esempio, rileva alcune variazioni genetiche predittive della predisposizione a sviluppare determinate malattie. Con questo test si analizzano ben 25 geni che forniscono informazioni in numerosi campi dedicati alla prevenzione medica personalizzata. Si evidenziano i polimorfismi che possono indicare la propria predisposizione ad alcuni stati patologici. L'esclusiva mondiale si riferisce invece ad un test per la sensibilità al Glutine in pazienti non celiaci. Inoltre, in un altro campo non meno importante, Medinvita propone 2 test per la valutazione del danno al DNA spermatico. Queste tecniche di ultima generazione risultano spesso risolutive per capire i problemi di fertilità maschile. Altri test utili? “Quelli di nutrigenetica finalizzati a studiare i rapporti tra le variazioni genetiche di ogni individuo e l'alimentazione. La Nutrigenetica studia come il profilo genetico di ogni individuo influenzi il metabolismo dei micro e macronutrienti ed interviene con consigli mirati sull’alimentazione. Dottoressa Stefania Ubaldi Esistono nel DNA delle piccole variazioni chiamate polimorfismi a singolo nucleotide o SNPs: essi sono associati alla capacità di metabolizzare i nutrienti e dunque influenzano, interagendo con l’alimentazione, i fattori di rischio di patologie comuni quali le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, i processi infiammatori, l’osteoporosi ed altre. L'analisi del profilo genetico consente inoltre di individuare il tipo di attività fisica più idonea per ogni individuo. La disciplina che si occupa di studiare invece l'effetto del cibo sull'espressione genica è la nutrigenomica (detta anche genomica nutrizionale). Studia cioè l'interazione a livello molecolare tra le sostanze attive degli alimenti e il nostro DNA. I nostri geni interagiscono quindi con il nostro ambiente - ne possono essere influenzati e lo regolano allo stesso tempo - vi è un rapporto bilaterale fra geni e ambiente”. Per approfondire queste tematiche consultate il sito: www.medinvita.ch la ricetta P. 30 Brioche allo zucchero di canna e cannella INGREDIENTI PER DECORARE 350 g di farina 0 BIO 1 cucchiaio di lievito di birra in polvere 4 cucchiai di zucchero di canna 2 rossi d’uovo 80 g di burro 75 ml di acqua tiepida 75 ml di latte Zucchero di canna Cannella in polvere 1 rosso d’uovo sbattuto con un cucchiaio di latte \1/ \2/ CON LA MACCHINA DEL PANE Versate nel cestello i rossi d’uovo, il latte e l’acqua, la farina mescolata al lievito, il burro a piccoli pezzettini e lo zucchero. Selezionate il programma “solo impasto”. Una volta terminato il programma passate al punto Treccia e cottura. IMPASTO A MANO O CON L’IMPASTATRICE Versate in una ciotola o nell’impastatrice la farina mescolata al lievito, il burro ammorbidito ridotto in piccoli pezzi, lo zucchero, il latte, l’acqua e i rossi d’uovo. Mescolate (o azionate l’impastatrice al livello più basso di velocità) e incominciate a impastare il tutto, fino ad ottenere un impasto omogeneo o liscio. Formate una palla, riponetela in una ciotola, coprite e lasciate lievitare per 3 ore in un luogo caldo e lontano da correnti d’aria. TRECCIA E COTTURA Una volta lievitato l’impasto, dividetelo in 3 parti. Allungatele come se fossero dei lunghi salsicciotti e attorcigliatele per formare una treccia. Trasferite la treccia su una teglia rivestita di carta forno, copritela con un telo, e lasciatela lievitare per 2 ore al caldo, al riparo da correnti d’aria. Scaldate il forno a 200°C statico. Spennellate la brioche con l’uovo sbattuto assieme al latte e spolveratela abbondantemente di zucchero di canna e cannella in polvere. Infornatela a forno caldo e cuocetela per 40 – 45 minuti. Fate la prova stecchino per verificare la cottura. Se si dovesse dorare troppo, copritela in cottura con un foglio di carta argentata. Una volta cotta, fatela raffreddare prima di servirla. Ricetta a cura di Giulia Godeassi - www.julietsbelly.com