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(Esempio di) Questionario da proporre ai ragazzi La salvezza (tema

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(Esempio di) Questionario da proporre ai ragazzi La salvezza (tema
a.s. 2012-2013, n. 2 novembre-dicembre 2012
Materiali aggiuntivi per “Messianismo”
(a cura di D. Maggiorotti)
(Esempio di) Questionario da proporre ai ragazzi
La salvezza (tema scelto)
- L'uomo d'oggi è alla ricerca di una forma di salvezza?
- Quali offerte di salvezza propone la realtà attuale?
- Tu come la immagini e concepisci la salvezza?
- Sai distinguere il termine "salvo" da quello di "salvato"?
- Tu, quando ti ritieni "salvo", e quando "salvato"?
- Salvezza dell'anima e salvezza del corpo, sai interpretare e distinguere entrambe?
Riferimenti biblici [elenco]
Forma verbale:
Re: Saul (1 Sam. 9,16); David (2 Sam. 2,4.7; Ps. 89,20); Salomone (1 Re 1,39.45); Ieu (1 Re 19,16)
Sacerdoti: Aronne e i suoi figli (Es. 40,15; 28,41)
Aggettivo:
Re: Saul (1 Sam. 12,3.5; 24,7); Davide (2 Sam. 19,22; 22,51; 23,1; Ps. 18,50; 89,38.51; 132,10.17),
Salomone (2 Cr. 6,42); Sedecia (Lam. 4,20); il re pagano Ciro (Is. 45,1).
Sommo Sacerdote (nel periodo postesilico): Lv. 4,3.5.16; 6,22.
Patriarchi e profeti (molto raro): Ps. 105,15; 1 Cr. 16,22.
Dubbi sulla cronologia del passo di Isaia
La datazione del passo di Isaia è discussa. Recentemente, alcuni studiosi lo hanno collocato in
epoca postesilica, in considerazione della terminologia usata (il “tronco” di Iesse, inteso come un albero
ormai tagliato, farebbe pensare all’epoca successiva alla fine della monarchia, dopo il 515 a.C.).
Tuttavia, altri osservano che il termine ebraico usato per “tronco” non obbliga a una datazione tarda e
tutta la visione profetica di Isaia attende la salvezza di Israele da un re eccezionale, vd. anche Is. 9,6. Per
quanto riguarda la base scritturistica del messianismo dinastico spesso viene citata la profezia di Natan a
Davide in 2 Sam. 7. Tuttavia, Paolo Sacchi (in Storia del Secondo Tempio, Torino 1994, p. 358) osserva
che si tratta di un testo, nella forma in cui ci è giunto, molto più tardo rispetto agli eventi narrati e che
riflette l’ideologia monarchica del redattore che compilò il libro durante l’esilio di Babilonia. Il testo
(non più antico del VII sec. a.C. anche nella sua forma originaria), quindi, attesta il perdurare nell’esilio
di Babilonia di un’attesa di salvezza legata alla monarchia davidica: la dinastia di Davide è depositaria
della promessa di giustizia di Dio per il popolo, nel futuro.
A proposito del Libro di Zaccaria e di altre parti del V.T.
A proposito del libro di Zaccaria, Sacchi (o.c., p. 361) fa un’osservazione che merita di essere
riassunta, in quanto costituisce un classico esempio di reinterpretazione tarda, in chiave messianica, di
un passo nel quale tale prospettiva è originariamente assente. Zac. 9,9-10 (il passo, di datazione incerta,
è del DeuteroZaccaria – probabilmente coevo al Primo Zaccaria – ed è verosimilmente riferibile a
Zorobabele), nel testo ebraico, recita: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di
Gerusalemme! Ecco a te sta per arrivare il tuo re. Egli è giusto e vittorioso [nel senso di “salvato” da
Dio], umile, cavalca un asino, un puledro figlio di asina. Farò sparire [il soggetto è Dio] da Efraim i
carri da guerra, i cavalli da Gerusalemme; l’arco da guerra scomparirà, egli annunzierà la pace alle
genti, il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume ai confini della terra». Quando Zorobabele
scomparve, il passo fu reinterpretato in chiave escatologica e assunse il valore di una profezia
messianica che ricorda quella di Isaia, con l’aggiunta originale del tratto dell’umiltà del re (ripresa poi
nell’interpretazione cristiana del messia), come attesta la traduzione greca dei LXX (II sec. a.C. ca.):
«Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco a te sta per arrivare il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso [nel senso di “colui che salva”, il salvatore], umile, cavalca un asino, un
puledro figlio di asina. Farà sparire [il soggetto è il re-messia] da Efraim i carri da guerra, i cavalli da
Gerusalemme; l’arco da guerra scomparirà, egli annunzierà la pace alle genti, il suo dominio sarà da
mare a mare e dal fiume ai confini della terra».
Nel contesto storico e culturale determinatosi nel periodo postesilico, l’ideale messianico è
strutturalmente superfluo, come si coglie nei libri delle Cronache, in Giuditta (9,8-13: la lotta di
Giuditta è animata e finalizzata all’adempimento di una speranza “umana” ed è nella realtà concreta che
Dio dà il suo sostegno agli oppressi) e nel Siracide (49,11-12: le speranze si sono realizzate).
Si vedano: 2 Is. 55,3, con l’attribuzione degli antichi “privilegi di Davide” all’intero popolo di
Israele; e, per quanto concerne il messianismo senza messia, ovvero la mancanza del mediatore di
salvezza: 3 Is. 60,17 («Ecco io ti darò per magistrato la pace e per governo la giustizia») e i libri di
Abdia e Giole, che probabilmente profetizzarono nel V sec. a.C.
Per quanto concerne il messianismo samaritano – dove la figura attesa per il futuro è quella di
un profeta, simile a Mosé –, l’influsso che sulla sua elaborazione esercitò lo scisma da Gerusalemme e
la rilevanza che tale riflessione ebbe anche nei secoli successivi, si rimanda a P. Sacchi, (o.c., pp. 132
ss.).
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