...

DUELLO TRA INSETTI PER RIAVERE LE CALDARROSTE

by user

on
Category: Documents
11

views

Report

Comments

Transcript

DUELLO TRA INSETTI PER RIAVERE LE CALDARROSTE
28
IL CAFFÈ 27 ottobre 2013
PARENTESI)
TRA
L’AMBIENTE
I castagni ticinesi infestati
da un killer. Eppure il
rimedio, naturale, c’è. Ma...
CAROLINA CENNI
Il progetto
D
2009
L’arrivo
È l’anno in cui
viene fatta la
prima
segnalazione
ufficiale del
cinipide in un
giardino privato
del
Mendrisiotto
70
Chilometri
Dal 2009 il
cinipide del
castagno ha
percorso tra i
70 e gli 80
chilometri
spostandosi in
tutta la regione
20mila
Ettari
In Ticino ci
sono 20mila
ettari di
castagni
e sono tutti
infestati
80%
Infestazione
Nel Bellinzonese
i tassi
d’infestazione
degli alberi
raggiungono
l’80%. In alcune
zone anche
il 100%
a quasi quattro anni i
castagneti del Ticino
sono minacciati da
un insetto. È venuto
dal lontano Oriente,
si chiama “Dryocosmus kuriphilus”, volgarmente detto cinipide
del castagno. In estate ne attacca
le gemme, provocando sulle future foglie vere e proprie galle
(rigonfiamenti). Le piante colpite subiscono una notevole riduzione dello sviluppo vegetativo e
della fruttificazione. Un rimedio,
completamente naturale, c’è: un
duello tra insetti. Basterebbe importarlo dall’Italia. Ma Berna
non vuole e il Ticino è così rimasto senza castagne.
La prima segnalazione ufficiale
del cinipide risale al 2009, in un
giardino privato del Mendrisiotto. Da lì in poi il disastro. “Dopo
parecchi anni di attacchi abbiamo constatato che le piante si indeboliscono e non fruttificano
più – dice Cristina Marazzi, responsabile del servizio fitosanitario –. Abbiamo visto boschi
praticamente spogli”. Ecco spiegata la carenza, ormai da qualche anno, di castagne. In questo
senso, il 2013, si sta rivelando un
anno nero per gli amanti del tipico frutto autunnale. “Il quantitativo del raccolto quest’anno è
pressoché nullo – sottolinea
Paolo Bassetti, segretario della
Federazione
orto-frutticola
ticinese (Foft) -.
Ci vorranno tre
o quattro anni
prima di tornare ai livelli precedenti la malattia”.
Il guaio è serio.
Non c’è zona
che non sia stata colpita. “In Ticino il cinipide è
ovunque”, riprende Cristina Marazzi. Mentre Giorgio Moretti,
presidente dell’Associazione castanicoltori della Svizzera italiana, rincara: “Il Ticino si estende
su 300mila ettari, di cui la metà è
bosco. Ventimila ettari sono di
castagni e sono totalmente infestati. Basti pensare che nel Bellinzonese si sono raggiunti tassi
d’infestazione dell’80% su singoli alberi. Mi dica lei se non dobbiamo allarmarci”.
Ma la buona notizia è che ci sarebbe un modo per fermare lo
scempio. Totalmente naturale. Si
chiama “Torymus sinensis”,
un imenottero utilizzato
in Italia e che si è dimostrato utile nel
controllo biologico della cinipide
del castagno. In
sostanza,
una
guerra tra insetti,
per salvare la pelle al castagno. Ma
Berna non vuole,
teme che il rimedio
si riveli peggiore del
male e che altre specie di
BOSCO 2020,
GLI OBIETTIVI
PER UN FUTURO
SOSTENIBILE
E
DUELLO TRA INSETTI
PER RIAVERE
LE CALDARROSTE
SOLO IL “TORYMUS” SALVEREBBE GLI ALBERI
MA BERNA NON VUOLE. TEME L’IBRIDAZIONE
piante vengano aggredite. Ma
peggio di così non può andare,
ribattono dal Ticino. “Il Torymus
è l’unica soluzione che esiste –
insiste Marazzi -. Per questo tipo
di malattia non ci sono trattamenti chimici che tengano”.
Per far fronte al problema, nel
2009 si era pensato ad un intervento meccanico per strappare
le galle, ma la portata del fenomeno era così ampia che sarebbe stata una partita persa in par-
tenza. “Anche il Torymus è di origine asiatica, quindi è considerato un insetto non autoctono commenta Marazzi -. Per poterlo
liberare sui castagni occorrono
autorizzazioni speciali. Purtroppo questa primavera abbiamo
avuto un no definitivo da Berna”.
Intanto, in Italia non dormono.
Hanno liberato l’insetto buono
già nel 2004. Certo, ci vorrà del
tempo per dimostrarne scientificamente l’efficacia, così come
evidenziare eventuali ripercussioni negative. Ma intanto, la situazione non è peggiorata. E dal
Ticino si guarda con invidia:
“Stiamo valutando le zone di
confine per vedere l’evoluzione dice ancora l’esperta -. E per fortuna, qualche animaletto ‘buono’ è arrivato anche qui. Basterà
lasciarlo lavorare e vedere cosa
succede”.
[email protected]
Q@simplypeperosa
DIFFUSIONE DEI PARASSITI IN SVIZZERA
I cantoni più colpiti
In Ticino la diffusione del
cinipide è vastissima. Nel resto
della Svizzera se ne trova
qualcuno a Martigny, Aigle
e nelle Prealpi vodesi,
in Val Bregaglia e nei cantoni
di Berna, Argovia e Zugo
Il cattivo
La cinipede o vespa del castagno è un insetto
nocivo detto “galligeno” perché provoca
ingrossamenti detti galle. È originario della Cina.
Il buono
Il Torymus sinensis è un imenottero che si
è dimostrato utile nel controllo biologico
della cinipede del castagno.
cologia, economia, società. Sono le tre dimensioni della sostenibilità nel bosco che la
Confederazione intende armonizzare attraverso la Politica forestale 2020. Ovvero,
creare le condizioni per assicurare una migliore gestione
delle aree boschive.
La Confederazione è consapevole come occorre tener
conto sia delle esigenze
della società nei confronti
delle zone forestali che dell’insieme dell’ecosistema,
con i suoi ritmi di crescita
lenti. Perciò, con un orizzonte temporale che si
estende sino al 2030, la
nuova Politica forestale di
Berna presenta la visione di
un bosco gestito in maniera
ecocompatibile, in grado di
soddisfare armoniosamente
tutte le sue funzioni, preservandolo quindi nella sua superficie e nella sua distribuzione. Il bosco e
l’utilizzazione del legno contribuiscono a contenere i
cambiamenti climatici e a ridurre al minimo le ripercussioni negative sulle aree forestali.
Già con una legge del 1876 si
era cercato di bloccare il
progressivo disboscamento
in atto nel Paese. Un intervento pionieristico fondamentale, dato che il bosco
copre il 32 per cento del
territorio.
Oggi gli obiettivi sono
soprattutto legati ai
cambiamenti climatici.
Il bosco e la sua gestione devono contribuire a mitigarne
gli effetti dannosi, aumentando la disponibilità e
l’utilizzazione
ottimale del
legno come
materia prima
rinnovabile. Tutto
ciò per migliorare il bilancio
di Co2 della Svizzera e concorrere ad allargare la produzione di energie rinnovabili. Non solo. Si tratta di
preservare l’intera area boschiva come ecosistema dinamico, in grado di offrire
protezion≠åe contro i pericoli
naturali, fornire legno, spazi
di svago, habitat per animali
e piante e acqua potabile.
p.g.
Fly UP