Comments
Description
Transcript
ruolo sindacato nei cug
Seminario “Comitati Unici di Garanzia: esperienze a confronto” del 29 aprile 2013 IL RUOLO DEL SINDACATO NEI C.U.G. (di Rosanna Gallon - UIL FPL Varese) La normativa nazionale - Legge n. 183/2010 - ha apportato importanti modifiche agli artt. 1, 7 e 57 del D. Lgs. N. 165/2001 e prevede, in particolare all’art. 57, che le Pubbliche Amministrazioni costituiscano al proprio interno il “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”, che sostituisce, unificando le competenze in un solo organismo, i precedenti Comitati per le Pari Opportunità e i Comitati paritetici sul fenomeno del Mobbing costituiti in applicazione della contrattazione collettiva nazionale, dei quali assume tutte le funzioni previste dalla legge e dai contratti collettivi relativi al personale delle amministrazioni pubbliche. Il CUG ha composizione paritetica ed è formato da componenti designati da ciascuna delle OO.SS. rappresentative, ai sensi degli artt. 40 e 43 del D. L.gs. n. 165/2001, e da pari numero di rappresentanti dell’Amministrazione, assicurando nel complesso la presenza paritaria di entrambi i generi, auspicando che i componenti provengano dalle diverse aree geografiche funzionali. Le finalità di tale organismo paritetico sono contribuire a fornire elementi utili per la corretta gestione del personale in un’ottica di parità e contrasto alle discriminazioni. I compiti del CUG sono, in massima sintesi: PROPOSITIVI - CONSULTIVI E DI VERIFICA in materia di contrattazione decentrata integrativa per gli interventi che si concretizzano in azioni positive, piani di formazione del personale (anche di qualifica dirigenziale), politiche di conciliazione vita privata/lavoro e criteri di valutazione del personale. Nel contesto appena evidenziato, il ruolo del sindacato non è immediatamente individuato, ma va ricercato nell’ambito della disciplina generale disposta dai contratti collettivi nazionali in materia di partecipazione sindacale e deve essere correlato ai compiti attribuiti appunto dalla normativa vigente ai CUG. Il Comitato paritetico si avvale di diverse e specifiche “professionalità” e risulta essere un valore aggiunto nel fattore sviluppo dell’organizzazione aziendale. La nuova visione del ruolo sindacale, determinata dalla condivisione degli obiettivi e delle risorse con gli altri componenti - quelli nominati dalla pubblica amministrazione, deve portare ad una maggiore “concertazione”, guidata dall’Ente pubblico e condivisa dalle OO.SS. e dalle R.S.U., al fine di individuare misure atte a favorire l’effettiva cultura della conciliazione, delle pari opportunità e del miglioramento delle condizioni di lavoro. L’azione sindacale deve sollecitare politiche aziendali verso una maggiore flessibilità che rispondano non solo alle esigenze delle Amministrazioni pubbliche, ma soprattutto anche a quelle degli uomini e delle donne che vi lavorano e con sistemi di supporto che “liberino il tempo” seguendo il principio-base (condiviso dalla filosofia della comunità europea) che la soddisfazione del cliente esterno passa per il benessere dei clienti interni, cioè dei lavoratori dipendenti. Tali politiche riguardano in particolar modo i servizi (asili nido, scuole materne, mense, ecc.), la flessibilità dell’organizzazione del lavoro, i piani formativi e la costante verifica dell’attuazione delle azioni, dei progetti e delle”buone pratiche” che sono l’oggetto delle competenze dei CUG, compreso “informazione” e monitoraggio della realtà aziendale. La sinergia sviluppata all’interno del CUG (tra i vari componenti in modo paritetico) risulta essere una “novità” e come tale deve essere ancora “collaudata”, in quanto non vi sono precedenti esperienze da confrontare e/o sviluppare. Non sempre risulta facile distinguere il ruolo sindacale all’interno del CUG da quello svolto dalle R.S.U. In effetti, come accennato prima, all’interno del CUG il componente sindacale non si contrappone al rappresentante dell’amministrazione, ma svolge i medesimi compiti con le medesime finalità e competenze. L’interlocutore privilegiato del CUG sono i vertici politici e amministrativi dell’ente di appartenenza, ma possono essere individuati dal regolamento per la modalità di funzionamento del CUG anche altri interlocutori (oltre a quelli individuati dalle linee guida per lo scambio di informazioni e per la collaborazione: Consigliera (Nazionale) di Parità, U.N.A.R. Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso Dipartimento P.O. della Presidenza del Consiglio dei Ministri, O.I.V. Organismi Indipendenti di Valutazione e R.S.P.P. Responsabili Prevenzione e Sicurezza e/o Medico Competente), come le R.S.U., sia per una maggiore efficacia ed efficienza nell’esercizio delle funzioni alle quali il CUG è preposto, sia come elemento di razionalizzazione degli esiti della contrattazione decentrata. Se pensiamo che le varie manovre finanziarie degli ultimi anni (tra il 2008 e 2011) hanno comportato una riduzione del 78,7% dei 10 fondi a carattere sociale e hanno praticamente consegnato alle famiglie la risoluzione dei problemi sociali e che il sistema ITALIA, pur avendo introdotto da una quindicina d’anni il tema delle politiche attive del lavoro, le politiche sociali e familiari nelle identità dei soggetti - donne e uomini - appare ancora più urgente che il sindacato trovi nuove “fonti” di contrattazione e/o concertazione, specialmente alla luce delle regole dettate dalla “legge Brunetta”, che hanno di fatto limitato il potere contrattuale sindacale. Il CUG è, quindi, un valido strumento che se utilizzato correttamente può favorire le forme di partecipazione dei diversi soggetti coinvolti e interessati a beneficio di tutti i lavoratori e lavoratrici, nonché delle rispettive famiglie. A livello provinciale (VARESE) i CUG sono stati costituti in pochi Enti di grandi/medie dimensioni e in alcuni casi non sono ancora operativi. Nei Comuni più piccoli non sono stati nemmeno costituiti sulla carta! Poi, laddove i CUG sono “funzionanti”, si riesce a lavorare su macro progetti, ma su alcune tematiche si riscontrano resistenze da parte pubblica oppure le stesse Amministrazioni ignorano le relazioni e le proposte, qualche volta “si dimenticano” di consultare il Comitato paritetico. Per raggiungere risultati importanti serve attenzione e volontà da tutte le parti coinvolte, compresa quella politica e dirigenziale.