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Diario da un India in libertà

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Diario da un India in libertà
TACCUINO DI VIAGGIO | India
Testo e Foto di Angela Boeretto
Diario da un India
in libertà
gruppo N. Conti
E
norme per superfice, seconda
per numero di abitanti solo alla
Cina, da qualunque parti la si
guardi un paese di grandi contrasti,
si passa dalle montagne più alte
della terra, a estese pianure, dalla
siccità più estrema a inondazioni
disastrose. Ma i contrasti riguardano
anche la vita sociale, l’economia,
la cultura. E’ con grande curiosità
che mi preparo a questo viaggio, a
Milano arrivo con Ezio, amico, compagno di viaggi e camminate,qui
facciamo conoscenza con i primi
compagni, Domenico e Cristina da
Reggio Emilia, Gaia Di Treviso, Lucia di Monza, arriviamo a Roma in
perfetto orario e troviamo Massimo,
Raffaele e per ultimo ci raggiunge da
Napoli Nino il capogruppo. Ci illustra
i primi movimenti e penso che sarà
un bel viaggio. Dopo i vari cambi di
aereo finalmente arrivo a Calcutta,
una doccia veloce e via nel caldo
opprimente. Calcutta è un dedalo
infernale di viuzze, piene zeppe di
gente che va in tutte le direzioni
senza alcun ordine apparente, tutti
girano in risciò, a piedi, trasportando
cose sui carretti, guidano come pazzi, suonano il clacson all’impazzata,
e quando il clacson non basta si
urlano contro dai TUC-TUC. Uomini,
donne, bambini, vecchi, mucche,
maiali, scimmie, il tutto è assordante, ti disorienta, ti fa venire voglia
di urlare” BASTA”. Lo smog è asfissiante, la gente è varia colorata, tutti
sono in perenne movimento ma non
ti perdono d’occhio, ti fissano senza
discrezione. I sensi sono anestetizzati, la vista dal via vai incessante,
l’olfatto dal fortissimo olezzo di
merda, urina, spezie, fritti, l’udito dal
folle clacsonare, e dal vociare di centinaia di persone, la bocca impastata
dall’umidità e dalla polvere. Le
case sono fatiscenti, coperte da un
groviglio di fili, della corrente elettrica, del telefono, dell’illuminazione
stradale, e di chissà cos’altro.
I BAZAR sono una esplosione di colori, e odori di spezie e incenso. Nei
vicoletti del mercato si vende di tutto,
qualcuno si butta e assaggia il CHAI,
praticamente un tè con il latte BUONISSIMO. A cena il primo impatto con
la cucina indiana pollo e riso molto
buono e anche una birra fresca (non
sarà sempre così).
1 Maggio
Oggi avremo una visita guidata alla
città di Calcutta. Partiamo alle 9 con
un pulmino in undici persone schiacciati come acciughe ci buttiamo nel
caos più totale,tra clacson e sudore
andiamo a visitare il mercato dei fiori. Qui vengono fatte collane e corone
di fiori da donare alle loro divinità,
in quella che loro chiamano la PUJA
(preghiera) ghirlande e composizioni
di fiori di ogni genere, camminiamo
tra profumi dei fiori, e la puzza dei
gambi e foglie che vengono lasciati
per terra a marcire. Proseguiamo
con una gita in barca e approdiamo
al tempio di SHIVA ci mescoliamo
alla folla, qui siamo noi gli stranieri,
tutti chiedono di farsi fotografare
con noi. Proseguiamo con la visita
dove preparano le statue di sabbia
che poi buttano a fiume durante le
loro funzioni. Nel pomeriggio visita
al VICTORIA MUSEUM, uno dei musei più grandi dell’India, e una sosta
è d’obbligo alla tomba di MADRE
TERESA di CALCUTTA. Torniamo in
albergo e speriamo in una doccia
rinfrescante, ma come avremo modo
di constatare per tutto il viaggio
l’acqua fredda in India non esiste.
Dopo cena trasferimento alla stazione ci aspetta la prima notte in treno
alla volta di BHUBENASHWAR. Arrivi-
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amo alla stazione sotto un incipiente
temporale che per fortuna riusciamo
a scansare per pochi minuti, dopo
un’ora di attesa sulla banchina riusciamo a salire e a trovare le nostre
cuccette, siamo insieme io, Ezio e
Gaia,abbiamo avuto sfortuna i nostri
posti sono senza aria condizionata, il
treno è strapieno, ma siamo talmente
stanchi che alla fine crolliamo.
2 Maggio
All’arrivo troviamo il BUS ad attenderci con la guida e il cuoco che
ci seguirà nei prossimi sei giorni.
Attraversiamo
paesini
affollati
all’inverosimile e lande deserte. Il
viaggio di trasferimento molto lungo
circa 470 km attraverso l’ORISSA e
molto disagevole ma ricco di paesaggi e scene di vita per noi impensabili. A pranzo ci servono il riso e
le verdure sul classico piatto fatto
di foglie, costruito dalle donne e dai
bambini. A sera arriviamo alla GUEST
HOUSE sono dei piccoli bungalow
caldissimi che nemmeno le ventole
riescono a rinfrescare, ma siamo talmente stanchi dopo la notte in treno
e il tragitto in BUS che non ci fanno
paura nemmeno le zanzare, e dopo
aver acceso zampironi ci infiliamo
nei letti dotati di zanzariere.
3 Maggio
Oggi sveglia all’alba, colazione alle
sei, e partenza per il TREKKING visita
ai popoli tribali, bellissima camminata nei territori dove le donne hanno
il viso tatuato e sono chiamate “LE
DONNE TIGRE”.
Alcune ci vengono incontro e si fanno
fotografare,altre invece sono molto
schive e alla vista della macchina
fotografica scappano. Torniamo alla
GUEST HOUSE per il pranzo e dopo
un riposino (perché con 47 gradi è
impossibile andare in giro) torniamo
nella foresta a visitare altre tribù.
Alla sera dopo la cena ci attardiamo
sotto le stelle a parlare delle nostre
impressioni su questo grande paese,
quando quando ci giungono voci
alterate dal bungalow della nostra
guida, ci guardiamo in faccia tutti
un po’ spaventati, ma dopo un po’ si
calmano, dopo circa un’ora ci raggiunge la guida e ci spiega che erano
dei capi tribù che erano andati a fare
richiesta di una ambulanza, perché
le donne che dovevano partorire
dovevano farsi un’ora sulla sella di
una motoretta per raggiungere un
posto dove avere assistenza…me ne
vado a letto sconvolta e faccio fatica
a prendere sonno. Domani partenza
alle 4.30 per dirigersi ai loro mercati.
4 Maggio
Per arrivare al mercato abbiamo più
di tre ore di strada tremenda, il gran
caldo scioglie l’asfalto e lo riduce
tutto a gobbe e buche,arriviamo a
DONGARYA CONDA MARK che fa già
un caldo insopportabile, le donne
delle tribù sono già sul posto dopo un
cammino di ore attraverso la foresta,
vendono le poche cose che coltivano
verdure, pesce secco, spezie, e oggetti d’artigianato. Alla fine compro
due cavigliere molto belle per 200
rupie (l’equivalente di 3 euro) del
CURRY e peperoncino secco.
Proseguiamo il viaggio alla ricerca di
un posto in cui mangiare,ci fermiamo in una bettola lungo strada
Un posto di uno sporco indescrivibile,
ci portano il THALI tante scodelline
con riso, lenticchie, cetriolo e yogurt,
peperoni, il tutto piccantissimo, non
mangio nulla, meno male che lungo
la strada mi ero presa
I
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TACCUINO DI VIAGGIO | India
un mango e una banana, in compenso avevano acqua e bibite fresche,
cose quasi impossibili da trovare
perché l’energia elettrica va e viene
dappertutto. Comunque dopo una
sauna di quelle toste ripartiamo
sulla strada sempre più dissestata e
ci inerpichiamo in mezzo alle montagne, ogni tanto delle casupole
con il tetto di paglia, e gente che ci
saluta amichevolmente. Dopo aver
oltrepassato un ponte traballante
fatto di canne di bambù arriviamo al
posto dove dormiremo, un bellissimo
monastero buddista BISAMKATAK.
Spero nell’aria condizionata ma è
una speranza vana, anche qui a tratti
va via la luce, facciamo tutto alla luce
della pila. Domani sveglia alle 5.45
avremo il trasferimento verso il mare
circa 200 km e arriveremo a GOPALPUR SEA.
5 Maggio
Partenza alle 6.30, lungo la strada incontriamo tanti piccoli villaggi, e una
cittadina BRAHMAPUR molto caotica,
importante snodo per raggiungere
altri centri dell’ORISSA. Nascosta tra
gli alberi di giganteschi BANJAN la
cittadina termale di TAPTAPANI, dove
si pensa che le acque calde curino
la sterilità. Arriviamo infine al nostro
albergo,è in riva al mare,un mare per
niente invitante. Siamo invece invitati a pranzo nella casa al mare della
nostra guida,pranziamo in giardino
sotto un albero di MANGO, ci rinnova
l’invito anche per la cena a base di
pesce che prende dai pescatori appena arrivati con le barche.
Le nostre speranze di farci un bagno
in mare vanno ben presto deluse, la
bellissima spiaggia è usata dai pescatori (che vivono in baracche sulla
stessa) come gabinetto, incuranti
della gente che passa defecano e
vanno in mare a farsi il bidet, ce ne
andiamo di corsa guardando bene
dove mettiamo i piedi. La cena a
base di un pesce grandissimo che
ho identificato in un CARANGO (una
specie di tonno) non ci delude, riso,
noodles, melanzane e zucchine
fritte,birra fresca…..avremo modo di
rimpiangere durante tutto il viaggio il
bravo cuoco. Rientriamo in albergo
satolli la mia speranza di dimagrire
sta lentamente svanendo.
6 Maggio
Partenza per PURI, la strada è lunga,
arriviamo a KONARK, pranziamo con
il solito riso e verdure, e tè e brodaglia di caffè finale, gli alcolici sono
banditi, qualche volta troviamo le
birre di loro produzione,
peraltro molto buone, sarà poi difficile trovare anche la carne, gli induisti sono vegetariani, troveremo il
pollo dai musulmani, ma con molta
pazienza perché il più delle volte
ho l’impressione lo vadano a prendere nel pollaio. Ci avviamo poi alla
visita del tempio, per circa trecento
anni rimase sepolto sotto una duna
di sabbia, ne fu liberato nel ventesimo secolo, era stato concepito
come un enorme carro per il dio
sole SURYA, un tiro a sette cavalli al
galoppo, il carro con 24 ruote finemente cesellate, nelle pareti straordinarie sculture erotiche tratte dal
KAMASUTRA. Ci dirigiamo poi verso
la GRAND ROAD l’arteria principale,
fiancheggiata da un animato bazar
situato direttamente sulla spiaggia,
arriviamo allo spiazzo usato per la
cremazione, vediamo come il fuoco
purifica e riduce in cenere, assistiamo alla preparazione della PIRA
dove poi viene deposto il corpo, rimango stupita nel vedere i parenti
nessuno piange o si dispera,e anche
l’odore che credevo forte viene è
mitigato dagli incensi e oli sacri. Al
ritorno sulla passeggiata vendono
di tutto, i miei compagni comprano
e mangiano i gamberoni cotti con
una spezia che li rende rossi chiamata TANDOORI, sulla spiaggia una
moltitudine di gente e bancarelle. Ci
spiegano che PURI è un DHAM, cioè
uno dei luoghi (sono quattro) di pellegrinaggio più sacri dell’INDIA.
7 Maggio
Partiamo per BHUBANESWAR la
capitale dell’ORISSA, ma prima visi-
tiamo il tempio di JAGGANATH solo
la parte esterna perchè l’ingresso è
vietato ai non induisti. Proseguiamo
e incontriamo PIPLI la capitale delle
APPLIQUE ma anche CHHATRI tende
lavorate con perline solitamente
appese alla porta di casa o davanti
ai reliquiari, si cominciano le trattative e si riparte con un bel bottino.
Mangiamo un po’ di frutta e ripartiamo, poco prima di BHUBANESWAR
incontriamo le grotte di HUDAIGIRI e
KANDAGIRI queste ultime abitate da
una colonia di scimmie dispettose,
alla fine stanchi in albergo.
8-9 Maggio
Ieri sera c’è stata polemica tra Massimo e Nino il capogruppo, spero che
la cosa si risolva per il buon proseguo del viaggio, ho l’impressione che
gli uomini (una parte) siano sempre
pronti a polemizzare, molto meglio le
donne in questo viaggio. Oggi sarà
la giornata del grande trasferimento
20 ore di treno, partiremo alle 12 da
BHUBANESWAR e arriveremo alle
6.30 del mattino dopo a VARANASI,
questa volta però abbiamo l’aria condizionata. Alla stazione è il caos più
totale, trovo la mia cuccetta che una
coppia di indiani aveva già occupato,
con l’aiuto di un’altra persona riesco
a farli sloggiare e prendo possesso
del mio posto, salvo poi cederlo per
farli mangiare vicini, non lo lasceranno più, dopo aver mangiato tirano giù
i sedili e fanno la pennichella, non mi
resta che fare altrettanto e mi rintano
nella mia cuccetta. Il treno è strapieno, meno folcloristico dell’altro
viaggio qui non c’è gente che dorme
per terra o mangia sulle foglie, ma ci
sono famiglie con bambini e la cagnara è indescrivibile. Mi preparo per
la notte e con la frescura dell’aria
condizionata e la stanchezza riesco
anche a dormire. Al risveglio sorge
un problema io e Ezio siamo in un
scompartimento molto lontano dagli
altri e di inglese non sappiamo una
mazza, cominciamo a capire che il
treno è in ritardo di più di due ore,
le scritte nelle stazioni sono tutte in
INDI. Cominciamo a preoccuparci
quando arriva un tipo con il quale
avevo chiesto a gesti di svegliarmi
per la stazione di MUGAL-SARAI, mi
fa segno che fra tre minuti dobbiamo
scendere, ci accompagna alla porta
e ci indica la parte giusta per scendere, (un angelo) mai mancia è stata
così meritata. Fuori dalla stazione
troviamo una prima realtà di VARA-
NASI, saliamo sui TUC-TUC e via, infilati in un macello di bici, moto, macchine, bus, risciò a pedali, in un caos
indescrivibile dove la gente sembra
andare a casaccio ma nessuno si
scontra, suonano il clacson sempre,
e quando non basta mettono fuori la
testa e urlano, poi ci sono le mucche,
le capre, i cani che girano in mezzo
al traffico, a loro non succede niente
a noi più di una volta rischiamo di
finire stesi. Non parliamo poi quando
si va a piedi è un continuo slalom tra
le merde di mucca. Arriviamo al nostro albergo abbastanza pulito e con
aria condizionata, una doccia e via a
esplorare questa città antichissima,
ma rasa al suolo molte volte tanto
che la nostra guida ci spiega che
l’edificio più vecchio non ha più di
duecento anni. Facciamo un primo
giro per la città vecchia, ci sono molti
tempietti privati con il loro LINGAM,
praticamente la forma stilizzata
della vagina e del pene creatori
della madre terra. Siamo a pranzo
su una terrazza frequentata da giovani europei con una bellissima vista
sui GHAT, mangiare buono, pagato
l’equivalente di un euro e mezzo
a testa compresa la birra. Ripartiamo e questa volta ci dirigiamo
al GHAT delle cremazioni, vediamo
arrivare i corpi avvolti in drappi e
coperti di fiori, seguiti dai parenti di
sesso maschile, ci sono i DOM che
preparano la pira, per cremare un
corpo ci vuole almeno un quintale
di legna,la legna è molto costosa e
a volte non basta per cui il corpo non
brucia bene,alla fine le ceneri e le
membra incenerite vengono buttate
nel GANGE. E’ vitatissimo fare delle
foto, la morte esige rispetto,è uno
spettacolo surreale vedere questi
corpi che bruciano rivoltati dal DOM,
le ossa che scoppiano con colpi secchi che fanno sobbalzare, ad un certo
punto un componente della famiglia
(di solito il figlio maggiore) che per
l’occasione si deve rasare il capo e
vestire di bianco(per loro è il colore
del lutto) con una mazzetta deve
rompere la scatola cranica per dar
modo alla loro anima di uscire, poi
India
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tutto il gruppo parentale si immerge
nel GANGE, con questo bagno aiutano
il morto a reincarnarsi. Passeggiamo
ancora sui GHAT aspettando la PUYA
che è la loro preghiera per assistervi
i pellegrini arrivano da tutta l’INDIA,
noi affittiamo una barca e seguiamo
la funzione dal GANGE, metto anche
i lumini in acqua guardandomi bene
dal toccarla, avendo sentito che il
grado di inquinamento è altissimo,
un milione e mezzo di colibatteri
per cm quadrato, e su questo non
ho dubbi. In un attimo siamo circondati da barche piena di pellegrini, dai
GHAT i bramini pregano, suonano
campane, fanno giochi di luce con
i candelabri, il tutto dura un’ora e
mezza ed è davvero emozionante.
Cena in ristorante come al solito
troppe spezie.
10 Maggio
Oggi giornata libera, il nostro capogruppo ci propone un’escursione
a BODYGAYA, ma tutti declinano
l’invito preferiamo girare e visitare
VARANASI. Ci alziamo con calma
alle otto e ingaggiamo PINTU che si
rivela un ‘ottima guida, ci porta a vedere dove si fanno le sete con i relativi spacci di vendita, si ingaggiano
battaglie all’ultimo sangue per spuntare i prezzi migliori, RAFFAELLO è
l’incontrastato RE del mercanteggio,
giriamo la città in lungo e in largo
fraternizziamo con le persone che
ci fermano vogliono le foto con me e
Lucia in quanto bionde, assistiamo a
scene da non credere come quando
una mucca si appresta a fare la pipì
e un gruppo di donne si precipita con
le mani a coppa a raccoglierla
e a bagnarsi il viso e il capo con la
stessa, oppure vedere nel bel mezzo
di un bel negozio di stoffe una mucca coricata che si riposa. Da tutte
le parti dove volgiamo lo sguardo
ci sono foto da scattare, donne con
sari coloratissimi, scene di vita che
vogliamo imprimere nella foto, per
portarci a casa un ricordo, ogni tanto
perdiamo di vista i nostri fotografi
professionisti RAFFAELLO e EZIO che
si perdono a rincorrere donne bellissime o scorci degni di nota. Al ritorno
ci separiamo EZIO, GAIA e MASSIMO
vogliono vedere la PUJA serale dai
GHAT, io RAFFAELLO e LUCIA torniamo in albergo, attraversiamo la città
tra un caos indescrivibile di persone
che vanno alla PUJA, i nostri risciò
rimangono incastrati nell’ingorgo,
tra un caldo infernale, la puzza, la
polvere che non è altro che cacca di
mucca secca sbriciolata che prende
alla gola, una nebbia come a Milano
ci obbliga a coprirci la bocca con un
fazzoletto. Rientriamo e poi torniamo
a uscire per trovare un ristorante, e
anche qui è tutta una storia ma ve la
racconto un’altra volta.
11 Maggio
Sveglia alle 4.45 partenza alle 5 per
i GHAT, la nostra guida ci accompagna alla barca, da li costeggiamo
queste scalinate e osserviamo le
abluzioni e le preghiere che i devoti
fanno in riva al GANGE, ci chiediamo
come facciano a non ammalarsi
bagnandosi e a volte anche bevendo
l’acqua del fiume. Proseguiamo con
la visita ai templi indù tra due ali di
militari,entriamo nella prima cerchia
di mura dopo essere stati perquisiti,
ci lasciano solo il passaporto, ma più
di li non ci lasciano andare e così il
tempio d’oro non lo vediamo. La guida ci racconta di attriti che ci sono
tra le due religioni INDU’ e MUSULMANA, e il tempio d’oro è stato teatro di un attentato con morti e feriti.
Dopo un altro assalto a copriletto di
seta e phasmine la guida che ci ha
seguito in questi giorni a VARANASI
ci fa una sorpresa e ci porta sulla terrazza di casa sua ci fa accomodare
su dei tappeti e ci offre il pranzo a
base di CHAPATI SAMOSA e PAKORA
e verdure fritte molto buone, alla fine
un tè alle spezie che solo sua moglie
sa fare. Ci dilunghiamo a conoscere
tutta la famiglia a farci fare le foto
ancora una volta gli stranieri siamo
noi. Nel pomeriggio ci avviamo verso
la stazione, ci prepariamo al peggio
visto i precedenti, ma incredibilmente il treno è quasi vuoto, abbiamo le cuccette tutte vicine, l’aria
condizionata e dormo tutta la notte.
12 Maggio
Ore sette arrivo a KAJURAO, la LUCIA
decide di “dimenticare” il cuscinetto
salvacollo per far posto ai numerosi
acquisti, noi usciamo dalla stazione
e fermi al passaggio a livello vediamo il treno fare marcia indietro e il
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controllore che sventola il cuscino di
Lucia, abbiamo capito che in INDIA
tutto ti torna indietro. Arriviamo al
nostro nuovo albergo il SURYA, fuori
dal traffico di VARANASI qua sembra
il paradiso, dopo una bella colazione
conosciamo la guida, è una bellissima sorpresa parla molto bene
l’italiano, e scopriamo che conosce
l’ITALIA meglio di noi. Con lui andiamo a visitare i famosi templi erotici
di KAJURAO, sono veramente belli,
posti in mezzo a giardini curatissimi,
dopo il caos e la sporcizia di VARANASI anche il gruppo sembra essere
più rilassato. Questi templi furono
costruiti tra il X e il XII secolo dalla
dinastia dei CHANDELLA quando
caddero in disuso furono inghiottiti dalla giungla, sono gli inglesi a
riscoprirli nel 1838 e a farli apprezzare a tutto il mondo, considerando
che sono fatti di pietra arenaria,
pare incredibile a come hanno resistito all’usura del tempo, incredibile
è l’abilità degli artisti nel lavorare
questa pietra con dettagli, come
collane, acconciature,ancora perfettamente visibili. Un sito da vedere sia
all’alba che al tramonto per vedere
gli effetti del cambio di luce sulla
pietra arenaria. Chiudiamo la serata
con una cena molto movimentata,
primo va via la luce e sulla terrazza
dove siamo le candele non stanno
accese, secondo gli animi si stanno
un po’ scaldando essendoci un paio
di persone un po’ polemiche, alla fine
torna la luce e la pace.
13 Maggio
Siamo ancora a KAJURAO di
buon’ora con il fresco (si fa per dire)
andiamo a vedere il gruppo di templi detto GRUPPO ORIENTALE, questi
sono templi giainisti ancora in funzione tutti in arenaria questa volta
bianca, visitiamo anche il GRUPPO
MERIDIONALE. Nei villaggi ci vengono incontro incontro sempre tanti
bambini, sono tanti, sporchi ma tanto
carini, appena ti vedono ti salutano
con un “HELLO” poi vogliono la foto
e sono felici quando gliela fai vedere. Ho portato delle caramelle e
dei giochini, ma mi rendo conto che
sono troppi e se si accorgono che hai
qualcosa ti assalgono, in una piazza
mentre davo loro le caramelle è intervenuta la polizia e ha minacciato
di picchiarli per disperderli, allora
sono stata attenta a darle quando erano in pochi,e i giochino li ho lasciati
durante la visita a MADRE TERESA,
Tanti sono i bambini che anche in
piccola età sono soli,uno in particolare ci segue interessato ad ascoltare la guida italiana, essa ci dice
che non ha più nessuno, i genitori
sono morti, un fratello morto per un
morso di cobra la sorella in un incidente stradale, lui ci sorride e ci dice
che vuole imparare bene l’italiano
per poter fare la guida. Ci commuove questo bambino che ragiona già
da grande, ma in fondo sono tanti i
bambini che lavorano, con i greggi
di animali, oppure tirando carretti
carichi all’inverosimile, ma per tutti
una foto o una caramella fanno la
felicità. Nel pomeriggio andiamo in
un villaggio vicino a KAJURAO, subito siamo circondati, chi ti chiede la
cioccolata, la penna, lo shampoo, ma
non ho più niente le ultime caramelle
le ho dovute buttare, questo caldo
tremendo le ha liquefatte, una bambina mi chiede le mollette che ho in
testa, mi sento intimidita, impotente,
quando vedono che non ho più niente se ne vanno, solo uno rimane
si affianca a me e mi parla in INDI
con la voce sommessa mi fa vedere
con la manina i bufali che si rotolano
nel fango, le scimmie che guardano
curiose dai tetti delle capanne, allora
capisco! Lui mi fa da guida personale, mi chiede il nome e mi dice che
in INDI il mio nome è ANGELY, lui si
chiama HANNU. Mentre mi avvio al
TUC-TUC mi ricordo di avere due
martellatine, lo prendo in disparte
e con un gesto veloce gliele ficco
in tasca, lui non ha visto cosa sono
ma mi fa un sorriso che mi riempie
la giornata. Ora sono sul pulmino
verso una nuova città, nuovi bambini
ma penso ad HANNU, alla sua vocina
ritmata non ha più di sei anni HANNU
e vorrei tanto rivederlo, ma con centinaia di foto che ho fatto hai bambini
rapita dalla sua vocina non l’ho fotografato, allora le lacrime scendono
senza ritegno, nascosta dai miei
occhiali scuri piango per HANNU e
per la sua foto che non ho. Questa
è L’INCREDIBILE INDIA, tutto dove
posi gli occhi ci sono bambini che
lavorano, uno si trascina un sacco
più grande di lui, un altro si lava la
maglietta sul marciapiede in un rivolo d’acqua perso da un’autobotte,
bambini adulti che non saranno mai
bambini. E’ arrivata ancora la sera e
domani saremo ad AGRA, è dal lontano 1975 che dopo aver visto un
documentario sogno di vedere il TAJ
I
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TACCUINO DI VIAGGIO | India
MAHAL. Lungo la strada visitiamo
ORCHA e GWALIOR.
14 Maggio
Arrivo ad AGRA e andiamo subito a
visitare il MAUSOLEO DI AKBAR, un
bellissimo palazzo dove il marana
viveva con le sue tre mogli e svariate concubine, tutto intorno un giardino curatissimo con molti animali.
Visitiamo anche un altro palazzo
chiamato il PICCOLO THAJ MAHAL.
Al pomeriggio alle cinque ritrovo per
visitare il TAJ MAHAL, al tramonto è
l’ora migliore, dopo tanti finalmente
il mio desiderio si avverava, ecco ora
era li davanti a me, devo dire che è di
una bellezza da lasciarti senza fiato,
costruito da SHAN JAHAN per custodire le spoglie della moglie morta di
parto al quattordicesimo figlio
sorge sul fiume YAMUNA, impegnò
per la sua costruzione 20.000 uomini
iniziò nel 1632 e terminò nel e il
1653, tutto in marmo bianco e pietre
preziose (onice, ametista, lapislazzuli, turchese, giada, cristallo, corallo, e madreperla) giunsero da tutta
l’ASIA, la CINA,e OCEANO INDIANO.
La tomba sorge nel mezzo, intorno
intarsi di marmo e pietre preziose.
Al centro riposano le spoglie di SHAN
JAHAN e della sua adorata moglie.
Con la luce del tramonto raggiungere
una bellezza insuperabile, lo fotografiamo in tutti i modi, alla fine anche
con la luna, sarà perché è nato da
una splendida storia d’amore, lo lasciamo con il cuore ricco di emozioni.
15- 16 Maggio
Visita al forte rosso di AGRA. Il forte è
bellissimo da sotto il colpo d’occhio
è meraviglioso, un insieme di torri,
cupole,padiglioni dove l’imperatore
soleva ricevere re,dignitari e ambasciatori. C’è anche il padiglione a due
piani dove fu imprigionato dal figlio,
l’imperatore SHAN JAHAN dopo la
morte dell’adorata moglie e li morì
dopo aver ammirato per l’ultima
volta il THAJ MAHAL. Nel pomeriggio
Visitiamo FATEPUR SIKRI detta la
città fantasma, ex capitale imperiale costruita dal sovrano mogul
AKBAR, la città fu costruita su un
crinale roccioso tra il 1569 e il 1585,
fu abitata per soli tredici anni, poi
fu completamente abbandonata,
si dice perché non in grado di approvvigionarsi d’acqua, ma questa
teoria non è più accettata, è più
probabile che la scelta fu più che
altro militare, infatti la capitale fu
spostata a LAHORE, in posizione
strategicamente più favorevole. Nel
pomeriggio trasferimento a JAIPUR
243 km da incubo,tra un traffico
infernale,caldo polvere,camion, una
strada in rifacimento lungo tutto il
percorso, con tratti in terra battuta,e
continui scambi di corsia,non che le
strade finora siano state belle,non
si riesce a fare una media di più di
40-50 km all’ora,ma qui è proprio
l’INFERNO. L’arrivo al BISSAU-PALACE ripaga della fatica, bellissima
residenza storica ricca di atmosfera,
dopo una bella nuotata eccoci pronti
per la serata clou del viaggio, la cena
al RAMBAG-PALACE, il più lussuoso
albergo di JAIPUR, un posto da mille
e una notte. Ci mettiamo i vestiti
indiani comprati per l’occasione, e
veramente mi sento una principessa.
Passiamo la notte all’hotel BISSAU
altrettanto romantico, e al mattino
visita alla città detta la città rosa,
partiamo dal palazzo reale e finiamo
al famosissimo PALAZZO DEI VENTI,
costruito nel 1799 per consentire
alle donne di corte di assistere alle
processioni senza essere viste, in
effetti è solo una facciata di cinque
piani,ma è un vero spettacolo la
mattina quando il sole nascente gli
conferisce un’intensa sfumatura dal
rosa all’arancione.
17 Maggio
Partenza per PUSCHAR. A circa 40
km da JAIPUR ci fermiamo ad AMBER e visitiamo il forte, tra la salita
a dorso di elefante o con la jeep
optiamo per la salita a piedi, mentre
saliamo ci godiamo il panorama sulla
città, gli elefanti ci sfiorano, facciamo
foto a volontà. Difesi da alture naturali i palazzi di AMBER sono meno
maestosi rispetto a quelli di JAIPUR
ma godono di una posizione eccezionale. Il panorama verso PUSKAR
cambia ci stiamo avvicinando al
deserto del THAR, la città oltre che
essere una città sacra secondo la
religione INDU’è teatro in autunno
del più grande mercato di cammelli del mondo. Andiamo a visitare
i GHAT che portano a un lago proprio
in centro alla città, un BRAMINO ci
fa la PUJA e prega per tutta la mia
famiglia,ma quando faccio l’offerta
in rupie,mi dice che è meglio in dollari o euro, è tutto un magna-magna
anche qui.
18 Maggio
Al mattino presto lasciamo a malincuore lo JAGAT PALACE un albergo
di lusso, con raffinati dipinti, emobili d’epoca e una enorme piscina
di cui abbiamo fatto uso, alla volta
di BUNDI, città fortificata fondata nel
1241, è stata sfiorata solo in parte
dallo sviluppo, e il palazzo è uno dei
più spettacolari del RAJASTHAN. La
città vecchia è costellata di HAVELI in
rovina, ma che la rendono alquanto
affascinante, un breve e ripido sentiero si snoda fino alla porta principale
sormontata da sculture di elefanti.
All’interno del palazzo splendidi affreschi con insolite sfumature di turchese, blu, e nero raffiguranti scene
di vita di KRISHNA. Alla fine della
visita verso le undici partenza per
UDAJPUR sono ancora 280 km, nel
pomeriggio ci fermiamo a CHITTAURGARH, la cittadella si innalza su una
rupe alta 180 metri,alla fortezza si
sale per una strada tortuosa protetta
da sette porte fortificate, un vero capolavoro è la TORRE DELLA VITTORIA
eretta nel 1458, fondata nel VII secolo fu teatro nei secoli di molti assedi
e fu espugnata almeno tre volte, le
donne del forte furono protagoniste
di almeno tre suicidi di massa chiamati JAUHAR, per immolazione nel
fuoco sacro,sagome di mani scolpite
sulla parete della fortezze ricordano
questi eventi. Lasciamo la cittadella
che ormai il sole sta scendendo, e
un’aria di desolazione pervade i bastioni color miele. Arriviamo alle nove
a UDAJPUR, domani visita alla città.
19- Maggio
Dalla terrazza del nostro albergo abbiamo un bellissimo colpo d’occhio
su questa cittadina deliziosa chiamata anche VENEZIA D’ORIENTE,
circondata dalle colline degli ARAVALLI e incastonati nel mezzo ben
tre laghi, al centro del lago PICHOLA
costruito su una roccia il JAGNIWASISLAND sembra posarsi direttamente sull’acqua, costruito nel XVII
secolo come residenza reale ora è
un albergo molto lussuoso. Partiamo
a piedi e come prima tappa visitiamo
lo JAGDISH TEMPLE costruito su un
terrapieno si accede da una lunga
scalinata,all’interno fedeli in preghiera ci accodiamo anche noi e dopo
una piccola offerta ci segnano con la
TIKA o BINDI il piccolo segno tra le
sopracciglia simbolo di appartenenza alla religione INDU’,una religione
molto complessa che conta di circa
2.000 idoli diversi. Prossima tappa
lo straordinario CITY PALACE sorge
su una rupe che domina il lago e
la città, le sue stanze e i padiglioni
sono un compromesso tra il lusso
e la raffinatezza, essendo stato una
delle residenze preferite dai reali.
Pomeriggio di libertà, lo passiamo da
un negozietto all’altro a contrattare,
è bello strare a contatto con la gente
gli indiani sono molto socievoli,le
donne ti guardano da lontano ma al
primo sorriso si avvicinano e vogliono sapere da dove vieni, alla mia
risposta Torino subito mi associano a
SONIA GHANDI. Torniamo in albergo
esausti,ormai sono molti giorni che
ci spostiamo da un paese all’altro,
DHELY si sta avvicinando e la
stanchezza si fa sentire.
20 Maggio
Mi sveglio molto presto e salgo in
terrazza, sotto di me UDAJPUR si
sta svegliando, i primi raggi di sole
illuminano la città dandole un che
di romantico, ormai i miei occhi si
sono abituati a vedere solo il bello
di questo paese,certo è stata dura
abituarsi allo sporco, a girare con le
cose da buttare in tasca perché non
vuoi arrenderti al fatto al fatto che si
butta tutto per le strade, poi piano piano cerchi di capire questo paese da
un miliardo e duecento milioni di
persone. L’arrivo dei miei compagni
mi fa tornare alla realtà e si fanno
i piani per la giornata. Questa volta
prediamo i TUC TUC e andiamo a visitare SAHELION-KI-BARI detti anche
India
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TACCUINO DI VIAGGIO | India
“ GIARDINI DELLE DAME DI CORTE”
ricchi di piante esotiche, fontane,
chioschi finemente decorati e quattro piscine dove le dame di corte
venivano a rinfrescarsi. Al pomeriggio rinuncio alla gita in barca sul
lago, fa troppo caldo e stanchezza
accumulata si fa sentire, con la mia
compagna di stanza Lucia torniamo
all’hotel a piedi perdendoci per le
stradine di UDAJPUR vecchia. Entriamo nei piccoli negoziLucia riesce
a comprare un bellissimo copriletto
PATHWORK, contrattando riesce a
prenderlo per soli 35 euro un vero affare, ormai sotto la guida di Raffaello
è diventata una specialista anche lei.
Poi in camera al fresco a chiacchierare amichevolmente.
21 Maggio
Oggi giornata libera destinata allo
shopping, facciamo le ultime com-
pere e tornate in albergo litighiamo
con le valigie per far entrare le
cose,dopo tanto penare ce la facciamo. Alle cinque ci avviamo alla stazione ci aspetta l’ultimo trasferimento
notturno domani visita a DHELY.
22 Maggio
Mi sveglio che il treno si sta avvicinando a DHELY, e fuori dai finestrini
vedo uno spettacolo che a noi
appare surreale, in mezzo alla nebbiolina di calore e smog vediamo
decine di uomini (le donne non le abbiamo mai viste) a distanza di cinque
metri una dall’altra con una bottiglia
d’acqua per lavarsi….che fanno
i loro bisogni incuranti di noi che
dal treno li osserviamo,per loro me
ne sono già accorta in questi venti
giorni il senso del pudore non esiste.
In mattinata appuntamento con due
auto che ci porteranno in giro per
TACCUINO DI VIAGGIO | Kenya
DHELY. Prima tappa il FORTE ROSSO,
costruito da SHAN JAHAN nel 1638 è
un palazzo di arenaria rossa, si trova
lungo il fiume YAMUNA,circondato da
mura larghe due metri e mezzo e alte
da sedici a trentatrè metri, all’interno
la MOTI-MASJID moschea delle perle, tutta in marmo bianco costruita
successivamente come moschea
privata di AURANGZEB successore di
Shan Jahan. Dal FORTE ROSSO il
14 e 15 agosto 1947 PANDIT NEHRU
annunciò l’indipendenza dell’INDIA
. Nel pomeriggio visita alla JAMA
MASJID, la grande moschea è un
edificio imponente costruito dal
solito SHAN JAHAN, realizzato in
arenaria rossa come il forte che si
erge di fronte,l’architettura rispetta
la tradizione araba con il cortile centrale ei i minareti alti 40 metri dotata
di tre grandi portali e altrettante cu-
pole. Vediamo poi di seguito il QUTB
MINAR, il minareto più alto del pianeta la sua torre di mattoni è alta 72
metri, venne edificata nel XII secolo
per celebrare la vittoria dell’impero
afgano e della religione musulmana
su quella indù. Ancora un passaggio
veloce a CONNAUGHT PLACE ospita
le sedi delle amministrazioni locali,
bellissime fontane, grandiose prospettive e moderne gallerie commerciali. Poi stanchi si rientra, ci aspetta
il lungo viaggio di ritorno. Ho visto
tanto in INDIA ma di ogni città, villaggio, treno, paesaggio, porto con me il
ricordo della gente, dei bambini della
loro curiosità, della povertà più assoluta vissuta sempre con dignità, e il
ricordo dei brillanti sorrisi di questo
paese sono solo uno dei motivi per
i quali cercherò di tornare in INDIA.
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Testo e Foto di Raffaella Andrello
CHUI IME SHUKA ….
IL LEOPARDO É SCESO DALL’ALBERO!!!
da un Kenya Turkana gruppo Andrello
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Ghepardi al Masai Mara
Rinoceronti al Nakuru
Bimbi al villaggio samburu
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80 - Avventure nel mondo 1 | 2012
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utto è cominciato per caso.
Da un mancato viaggio in Botswana ne nasce la partenza per
il Kenya Turkana, la terza edizione
del consolidato viaggio Masai Mara
rinnovato: questo nuovo itinerario
raggiunge il grande Nord del paese
fino al Lago Turkana, per poi ritornare sulle classiche destinazioni
dei Safari kenyoti. Il gruppo fatica
a decollare, fino a poco meno di un
mese dalla partenza non ho nemmeno la sicurezza di partire! I contatti con i primi compagni di viaggio
sono molto positivi, l’interesse e la
voglia di esplorare una zona inconsueta di questa grande terra africana
smuove in tutti la voglia di partire.
Due grandi obiettivi: popolazioni e
safari, un viaggio completo. In 9 condivideremo questa meravigliosa avventura, accompagnata da due bravi,
intraprendenti e competenti driver,
con i quali alla fine si instaurerà un
rapporto di amicizia che andrà oltre
la normale relazione professionale:
Jackson, soprattutto, sarà infatti
capace di farci amare il suo paese,
di aiutarci a capire la sua cultura e
le sue fasi di sviluppo, i suoi grandi
contrasti e il suo enorme desiderio di dare valore ai suoi abitanti e
alle sue bellezze naturali. Il primo
benvenuto in terra africana lo riceviamo in modo molto naturale dalle
persone che incontriamo nelle bancarelle del mercato di Karatina: ha
piovuto molto, abbiamo i piedi completamente pieni di fango, ma questo
non ci impedisce di girovagare tra
i banchetti colmi di frutta colorata,
di cianfrusaglie di ogni genere e di
rispondere con gioia ai calorosi “How
are you?” che ci vengono rivolti da
ogni angolo. Pulire le scarpe dal ciabattino sarà d’obbligo prima di salire
sul pulmino per ripartire. Saremo un
po’ meno contenti, quando, durante
la passeggiata nel bosco prenotata
al Camping Rock a Naniuki prenderemo un acquazzone tale che ci costringerà a trascorrere le successive
due ore davanti al camino acceso
del camping nella speranza di riscal-
K
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