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Non sapeva le intenzioni

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Non sapeva le intenzioni
MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO 2012
LA SICILIA
CALTANISSETTA PROVINCIA .29
Billizzi accusa
il sen. Ognibene
«La cosca gelese
lo appoggiò» Il serradifalchese ucciso. Il legale di Bongiorno: «Pensava che Stuto volesse picchiare Salvo, non ucciderlo»
«Non sapeva le intenzioni»
Estorsioni, armi, omicidi tentati ed eseguiti e contatti con la politica. Sarebbero stati coinvolti in vicende di questo tipo alcuni esponenti della mafia di Vallelunga, almeno stando al racconto fornito ieri in aula dal collaboratore di giustizia Massimo Billizzi nel corso del processo d’appello "Deserto", in cui sono
imputati Alfonso Scozzari e Giuseppe
Zuzzè di Vallelunga, condannati in primo grado a 10 anni ciascuno per associazione mafiosa. Ad interrogarlo il sostituto procuratore generale Antonino Patti e
l’avvocato difensore Danilo Tipo.
«500 MILA EURO PER APPOGGI ELETTORALI». Valeva 500 mila euro di oggi
l’appoggio elettorale che Cosa Nostra
avrebbe dato al politico Liborio Ognibene per la sua elezione a senatore. Questo almeno è ciò che Billizzi ha affermato durante la sua audizione di ieri pomeriggio e nel corso degli interrogatori resi in Procura. «Daniele Emmanuello - ha
raccontato il pentito - disse che quei soldi dovevano andare alla famiglia di Gela».
«SCOZZARI COINVOLTO NEL SEQUESTRO DI MATTEO». «Alfonso Scozzari - ha
affermato Billizzi - è coinvolto nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo. Per
questa vicenda fu
assolto perché
contro di lui c’era
solo la dichiarazione di Ciro Vara». L’ex fedelissimo del boss Emmanuello, parlando del sequestro
MASSIMO BILLIZZI
del piccolo Di
Matteo, sciolto
nell’acido per vendetta contro il padre
Santino che aveva deciso di collaborare
con la giustizia, ha poi aggiunto: «Mi dispiace di non avere iniziato prima a collaborare con la giustizia; ora Scozzari è
stato giudicato e assolto per quella vicenda, ma sarebbe giusto che paghi».
«A VALLELUNGA L’ARSENALE DEGLI
EMMANUELLO». Billizzi ha poi parlato
del fatto che a Vallelunga, ancora oggi,
sarebbero custodite le armi del clan Emmanuello. «A Vallelunga c’è sempre stato l’arsenale degli Emmanuello e per
quello che so ancora oggi è così. Ricordo
che nel ’98 Scozzari mi consegnò due pistole, una 357 Magnum e una calibro 9,
usate per commettere omicidi. Nell’aprile 2009 fu arrestato Maurizio Trubìa detto Vincenzo, il quale era andato da Giuseppe Zuzzè per farsi dare delle armi,
ma quest’ultimo non gliele consegnò
perché io gli avevo ordinato di non dare
niente a nessuno senza il mio consenso».
«PIANO PER UCCIDERE VARA». Il collaborante ha proseguito così il suo racconto: «Nel ’98 Daniele Emmanuello mi
disse che doveva essere ucciso Ciro Vara.
Si trattava di un piano per togliere di
mezzo la cosca Madonia e per far arrivare Emmanuello alla reggenza della provincia. Madonia era in galera e Vara era
uno dei suoi uomini più fedeli. Dovevamo ucciderlo nella pompa di benzina di
sua proprietà e chiesi a Scozzari di procurarmi un motorino per l’agguato. Emmanuello mi disse che se le cose fossero
andate male dovevo parlare con Zuzzè».
Prossima udienza a marzo; oggi Giuseppe Zuzzè è stato autorizzato a partecipare ai funerali della madre (deceduta
in questi giorni) che si svolgeranno oggi
a Vallelunga. L’imputato ha appreso ieri
la notizia e ha lasciato l’aula in lacrime.
VINCENZO PANE
LUIGI SALVO UCCISO A FAVARA
SERRADIFALCO. Nel processo di secondo
grado per l’uccisione dell’imprenditore
serradifalchese Luigi Salvo, che si celebra
presso la Corte di appello di Palermo
(presidente il dott. Prizzino e giudice a
latere il dott. Sergio La Commare), ieri
mattina è stata la volta della parte civile
che rappresenta la famiglia di Luigi Salvo. L’avv. Maria Giambra, nel corso del
suo intervento ha chiesto espressamente il rigetto dell’appello e la conferma
della condanna che, in primo grado, i
giudici del Tribunale di Agrigento avevano inflitto a coloro che sono considerati
gli autori dell’efferato omicidio di Luigi
Salvo, e cioè Rosario Stuto (condannato
a 30 anni) e Michele Bongiorno (condannato a 15 anni).
Subito dopo la parte civile, è stata la
volta del difensore di Michele Bongior-
no, l’avv. Barba. Quest’ultimo, nonostante lo avesse richiesto alla Corte nell’udienza precedente, non ha ritenuto di
doversi avvalere della testimonianza di
un giovane favarese, G.M., ritenuto una
sorta di supertestimone. L’avv. Giuseppe
Barba ha invece portato avanti il proprio intervento ripercorrendo la controversa vicenda e sostenendo che, quella
mattina di giugno del 2009, il proprio assistito non avrebbe partecipato all’omicidio di Luigi Salvo. Il legale di Bongiorno, nel chiedere l’assoluzione del proprio
assistito ha ribadito la sua tesi secondo la
quale, quella mattina, Bongiorno non
avrebbe saputo che Rosario Stuto aveva
intenzione di uccidere Luigi Salvo e che,
almeno secondo quanto da lui affermato, al suo assistito gli era sembrato che
l’intenzione di Stuto volesse solo essere
NISCEMI
quella di dare una bella lezione a Salvo
ma non certo di ucciderlo. Una tesi sulla quale il legale di Bongiorno ha insistito con decisione e sulla base della quale
ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello la riqualificazione del reato per il suo
assistito da concorso in omicidio a concorso anomalo.
Il processo riprenderà il prossimo 14
febbraio, giorno in cui sarà prima ascoltato l’avv. Ninni Reina, che è l’altro legale che difende le ragioni di Michele Bongiorno e l’avv. Lillo Fiorello che, invece,
difende le ragioni di Rosario Stuto. Una
volta che saranno ascoltati i legali dei
due giovani favaresi, il prossimo 21 febbraio, infine, è prevista la replica del procuratore generale, la dott.ssa Vincenza
Sabatino e la sentenza.
CARMELO LOCURTO
MARIANOPOLI
«Vittime di mafia» licenziate Appaltata la realizzazione
il giudice si riserva di decidere di venti loculi prefabbricati
NISCEMI. Ieri il Tribunale di Caltagirone, Sezione Lavoro, giudice Mastroianni, ha trattato uno dei tre ricorsi presentati contro il licenziamento effettuato dal Comune di Niscemi nei confronti di tre «ex vittime di
mafia», quello presentato da Rocca Puzzo, figlia di Lucia Cannia, vedova del contadino niscemese Franco
Puzzo, ucciso il 24 novembre 1984, davanti il «Bar
Bussola», mentre si trovava accanto al cognato, il noto boss Gioacchino Russo, anch’egli ucciso nell’agguato. Il giudice, dopo gli interventi dei legali, Roberto Salerno per il Comune e Paolo Li Rosi per le «ex vittime
di mafia», si è riservato di decidere. Mentre i ricorsi
presentati dalla vedova Lucia Cannia e dall’altra figlia
Anna Puzzo saranno trattati martedì prossimo. A
Rocca Puzzo insieme alla madre Lucia Cannia e alla
sorella Anna, assunte come puliziere (per ultimo
prestavano servizio presso il Centro culturale), la Re-
gione Siciliana ha chiesto anche il rimborso della
somma di euro 50 mila, percepita indebitamente. Le
tre donne hanno subìto un improvviso licenziamento da parte del Comune di Niscemi, perché sarebbe
venuta meno la loro qualifica di vittime della mafia,
in base alla quale vennero assunte nel 2000.
I fatti vennero riconosciuti nel giugno 1988 «e certificati dalla Prefettura di Caltanissetta, a seguito delle conseguenti indagini sul fatto delittuoso accaduto
nel 1984 quando Franco Puzzo venne assassinato
accidentalmente in un agguato diretto esclusivamente nei confronti di Russo», dice il legale delle tre
donne, Paolo Li Rosi. Ieri si sono costituite in giudizio,
mentre l’amministrazione comunale ha deciso di resistere al ricorso difendendo il disposto licenziamento.
GIUSEPPE VACCARO
Marianopoli. Appaltata ad una ditta locale la realizzazione di venti loculi cimiteriali prefabbricati nella parte alta del cimitero vecchio. Le opere sono state progettate dal settore Servizi tecnici del Comune.
L’importo complessivo dei lavori ammonta ad euro 29.000, di cui 24.443,71 per i lavori a base d’asta.
«"L’Amministrazione comunale - dice il sindaco
Lillo Vaccaro - inoltre preso atto della richiesta di loculi cimiteriali da parte di diversi cittadini, si è già
adoperata per la realizzazione di una nuova tomba
comunale di circa 200 loculi che possa soddisfare
tali richieste. In tal senso, la nostra Amministrazione si sta muovendo, per raggiungere l’obiettivo,
procedendo con il sistema del projet finance che
permetterà al Comune di realizzare l’opera senza
approntare alcun finanziamento. Lo studio di fattibilità ed il progetto preliminare sono stati già inse-
riti nel piano triennale delle opere pubbliche, anno
2011-2013, approvato nel dicembre scorso e si prevede ragionevolmente, stante l’iter prescelto, che la
suddetta opera possa essere realizzata entro l’anno.
Nelle more di tale realizzazione -prosegue Vaccaro- saranno realizzati i suddetti venti loculi già appaltati e consegnati. L’opera appaltata prevede l’adeguamento dei locali destinati a "Cappella" ubicati nella parte alta del Cimitero vecchio. Tale scelta di
adeguare il locale oggetto dell’intervento, scaturisce
dal fatto che, fin dalla sua realizzazione, non è stato mai utilizzato come Cappella ma è rimasto inutilizzato. L’adeguamento consentirà di realizzare
una piccola tomba comunale della capienza di venti loculi, realizzabili in tempi celeri mediante l’utilizzo di moduli prefabbricati».
R. M.
SAN CATALDO. Avviato il terzo intervento di consolidamento del centro storico
BUTERA
Trivelle al lavoro in via Caruso
«Perché il sindaco uscente
ha paura delle primarie?»
SAN CATALDO. Trivelle al lavoro in via
Caruso per la perforazione del terreno e la posa delle palificazioni per il
consolidamento del centro storico
(ex zona franosa) che comprende il
quartiere di Santo Stefano con interventi in via Casale e, appunto, via
Caruso, strade a monte del corso Vittorio Emanuele. Il quartiere - edificato a suo tempo in muratura con gesso e pietrame - è andato soggetto a
dissesti, anche perché le case, originariamente, erano costruite con fondazioni non adeguate all’infiltrazione dell’acqua piovana che ha provocato dissesti statici agli stessi edifici,
alcuni dei quali sono stati chiusi e abbandonati, appunto, perché ormai
inabitabili. Lo stato di zona franosa revocato in questo ultimo decennio non ha consentito ai proprietari degli
immobili la completa demolizione e
ricostruzione delle case per cui si è
registrato un abbandono delle stesse,
perché sarebbe stato dispendioso
procedere a continue riparazioni.
Alcuni anni fa, l’amministrazione
comunale Torregrossa ha predisposto tre progetti di consolidamento
del centro storico, di cui questo (che
è il terzo) è stato redatto dall’ufficio
tecnico comunale e per esso dall’ing.
Liborio Grillo e dai geometri Cataldo
Medico e Silvio Baglio con la collaborazione del m.a. Salvatore Schifano. Il
progetto prevede una spesa di 2 milioni e 654 mila e sarà realizzato dal-
Il cantiere
allestito in via
Caruso, nella
zona della chiesa
Santo Stefano
l’impresa geometra Calogero Cangemi di Castel Di Tusa (che è anche direttore tecnico del cantiere) che, nella gara d’appalto, ha operato il ribasso del 7,3152 per cento e, quindi, per
un importo contrattuale di un milione e 807.985 euro; direttore dei lavori e responsabile della sicurezza è
l’ing. Carmelo De Caro e responsabile del cantiere l’ing. Serenella Bellino.
I lavori dovranno essere completati,
entro il 12 maggio di questo anno.
Dopo la conclusione dei lavori
scatterà il periodo di monitoraggio
delle zone consolidate e, successivamente, gli abitanti del quartiere potranno chiedere alla ripartizione urbanistica le concessioni edilizie per la
demolizione e la ricostruzione delle
abitazioni e, così, si eviterà lo spopolamento del popoloso quartiere di
Santo Stefano e nello stesso tempo il
risveglio dell’economia sasncataldese nel settore dell’edilizia e dell’indotto.
ANGELO CONIGLIO
Al posto di Tarsu e Tia
entrerà in vigore la Res
Resuttano. Pastore sorpreso con il gregge al Parco delle Rimembranze
abusivo. Accuse che da due notti lo trattengono nella camera di sicurezza della caserma in attesa che oggi il pastore
(difeso dall’avvocato Damiano Puleo)
venga processato per direttissima dal
giudice monocratico Valerio Sasso.
La storia, un po’ bizzarra, risale all’altra sera quando una pattuglia dei carabinieri ha notato Massimo Falzone Paternò e le pecore che circolavano tranquillamente nel parco urbano del paese,
dove tradizione vuole che vi sia piantato un albero per ciascun nuovo nato a
Resuttano, seguendo l’usanza di impiantare un arbusto per ogni caduto nei
conflitti mondiali. Eppure il pastore,
noncurante del rispetto per l’area né
per il valore a chi il luogo era dedicato,
aveva abusivamente alloggiato lì il suo
gregge. Pecore che gli investigatori del-
l’Arma ritengono siano state rubate in
qualche allevamento. Un aspetto che
emerge dalle denunce di furto di bestiame degli ultimi tempi, così sono aumentati i casi di invasione di terreni segnalati da possidenti agricoli.
Peraltro quei capi trovati in possesso
a Paternò Falzone erano sprovvisti del
microchip identificativo. Un aspetto che
alimenta ancora di più il sospetto che li
abbia trafugati. Ovviamente la presenza
delle pecore nel parco s’è notata eccome: dovunque v’erano escrementi, lungo i sentieri podistici e accanto le giostre
dei bambini. Non solo: il pastore aveva
pure scaricato la sua attrezzatura all’interno, innalzando anche una recinzione
abusiva del parco per evitare che il gregge scappasse.
VALERIO MARTINES
BUTERA. l.m.) Il fermento politico a Butera cresce,
potrebbero essere tre i candidati alla poltrona di primo
cittadino anche se su un nome in particolare c’è la
riserva del movimento Butera è viva. Così mentre gli
incontri tra partiti proseguono e per stringere alleanze,
nel Partito Democratico dell’attuale primo cittadino
ancora non si discute di primarie nonostante l’ing.
Mario Navarra abbia già raccolto le firme. Ed in questo
clima di incertezza la segreteria locale del Pd non si
riunisce dallo scorso 28 settembre, data in cui è stata
avanzata l’ipotesi delle primarie. «Con quale mandato il
Sindaco sta stringendo accordi elettorali? In questo
momento si tenta di sopire il tutto – ha affermato
Navarra – un metodo andreottiano. Non tutti possiamo
accedere alle riunioni, e poi quale programma vuole
portare avanti? Attendiamo ancora i giardini buteresi
inseriti nel programma della campagna elettorale
precedente». Uno sfogo, amaro, quello dell’ing.
Navarra, dal partito ancora non giungono notizie sulle
primarie, forse si vuole giungere a qualche settimana
prima della presentazione dei candidati per poi
affermare che il tempo è breve ed il candidato è il
sindaco uscente? «Perché il sindaco ha paura delle
primarie – ha concluso Navarra – se è così forte da
poter essere eletto non dovrebbe avere problemi a
confrontarsi con i cittadini».
NISCEMI
In manette per pascolo abusivo
RESUTTANO. Ha portato le sue pecore al
parco giochi. Non certamente per farle
dondolare sull’altalena, bensì per farle
scorrazzare liberamente. Uno scempio
in uno dei luoghi simbolo di Resuttano,
il Parco delle Rimembranze dedicato ai
caduti delle guerre.
Per questa arbitraria invasione del
gregge, un pastore è stato arrestato: si
tratta di Massimo Falzone Paternò di
32 anni, di Resuttano, che lavora saltuariamente come panettiere. Lo hanno
fermato lunedì sera i carabinieri della
Stazione del paese, comandata dal maresciallo Giuseppe Manna, contestandogli vari reati che vanno dalla ricettazione aggravata dei 56 ovini che governava
perché ritenuti rubati, danneggiamento
aggravato, introduzione o abbandono
di animali nel fondo altrui e pascolo
MICHELE BONGIORNO DOPO L’ARRESTO
I CARABINIERI NELL’OVILE; NEL RIQUADRO L’ARRESTATO
NISCEMI. g.v.) La nuova tassa comunale, denominata
Res (Rifiuti e Servizi), andrà a sostituire la Tassa per lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) e la Tariffa
di igiene ambientale (Tia). Questa è una delle novità
del Decreto Legislativo del 24 ottobre 2011. Il nuovo
tributo comunale, che dovrebbe entrare in vigore dal
2013, comprenderà, oltre alla tassa ambientale per lo
smaltimento dei rifiuti, anche una quota per la
sicurezza, l’illuminazione e la gestione delle strade
(manutenzione, pulizia). La componente "rifiuti" sarà
proporzionata «alle quantità e qualità medie
ordinarie di rifiuti prodotte per unità di superficie, in
relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte»
mentre la componente "servizi" verrà calcolata in base
al valore dell’immobile attraverso un’aliquota
comunale. Saranno previste agevolazioni ed
esenzioni in base al reddito e all’eventuale
sovrapposizione con altri tributi (Ici Imu). La novità di
rilievo è data dal ritorno in capo ai comuni sia del
potere impositivo sia della determinazione tariffaria a
favore di un sistema prettamente tributario.
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