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«Uccellari non sapeva chi era quella gente»

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«Uccellari non sapeva chi era quella gente»
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Pavullo ❖ Serramazzoni ❖ Appennino
GAZZETTA SABATO 23 FEBBRAIO 2013
«Uccellari non sapeva
chi era quella gente»
L’avvocato dell’imprenditore di Guiglia indagato dalla Dda per rapporti con i clan
«Il gip ha negato l’arresto, lui non c’entra». Pm al bivio: processo o archiviazione?
di Giovanni Tizian
«Remo Uccellari è estraneo al riciclaggio». Cosimo Zaccaria, legale dell'imprenditore - indagato dalla Procura antimafia di Bologna e da quella ordinaria di
Modena - tiene a precisare alla
Gazzetta l'assoluta innocenza
del suo assistito. Uccellari è proprietario della “Uccellari srl”,
azienda con cui ha realizzato la
lottizzazione di Casa Grana a
San Dalmazio, finita al centro
dell'inchiesta dei pm modenesi
sugli abusi edilizi. Ma è anche
l'imprenditore del gassificatore- da realizzare sempre su quel
territorio. Un mega investimento milionario, contestato da larga parte delle cittadinanza che
non esita a parlare di inceneritore. E a Uccellari, poi, è riconducibile l’albergo la “Buona Stella”
di Sestola.
Ripassiamo: la richiesta di arresto del pm, così come scritto
nell’articolo di ieri, è stata rigettatta dal giudice delle indagini
preliminari. Pur non escludendo la natura illecita del denaro
prestato - secondo il giudice che
ha negato gli arresti di Uccellari,
D'Onghia, Galletta e Gioffrè - si
tratta solo di un’ipotesi investigativa, non suffragata da prove.
Di fatto l’ipotesi è ancora sul tavolo dell'antimafia bolognese,
che dovrà decidere se archiviare
o portare a termine l’indagine.
Il magistrato inquirente aveva anche ricorso in appello contro la decisione del gip. Ma anche questa decisione è stata favorevole agli indagati, in particolare a Uccellari e Gioffrè, per i
quali i giudici del tribunale del
riesame si sono pronunciati in
ottobre. Ma cosa dicono i giudici? Sostengono che il finanziamento dei 100mila euro c'è stato, ma non c'è prova che il denaro, pur arrivando dagli imprenditori Sepe e Petrellese
(“contigui al clan Moccia”), sia
frutto di giri criminali.
«Uccellari non aveva avuto disponibilità di quel denaro», osserva Zaccaria.
I soldi però sono stati chiesti
al duo Sepe Petrellese. «Sì ma
non da Uccellari. Li chiedono
Gioffrè e D’Onghia perché Uccellari non riesce a pagarli».
E a quale scopo Uccellari va a
cena nel ristorante dei figli di
Gioffrè con D’Onghia (genero di
Alfonso Perrone detto “o Paz-
zo”), Sepe e Petrellese e lo stesso
Gioffré?
«Va a quella cena perché il
mio assistito non ha i soldi per
appianare i debiti con i D’Onghia e Gioffrè (“socio occulto
dell'azienda di D'Onghia”, si
legge negli atti dell'inchiesta) e
a quel punto cercano altre soluzioni», è la spiegazione del legale. Non lo dice, Zaccaria, ma si
avverte dalle telefonate registrate dagli investigatori, che a un
certo punto Uccellari teme anche ripercussioni da parte dei
suoi creditori. In ogni caso, secondo i giudici bolognesi, si è
trattato semplicemente di un finanziamento lecito, cioè gli imprenditori di Afragola avrebbero elargito la somma senza chiedere nulla in cambio. Insomma
lo fanno a titolo solidale. E non
come sostiene l’accusa per tentare di riciclare denaro. E quando Uccellari dice «Sono sopravvisuto ai Casalesi»?
Secondo la difesa non sarebbe una frase significativa della
consapevolezza dell'imprenditore - come sostiene il pm - di
avere a che fare con la camorra,
ma è una frase detta in un momento di scoramento per non
L’imprenditore Remo Uccellari
La lottizzazione di Casa Grana a San Dalmazio di Serramazzoni
riuscire a sganciarsi dalle continue richieste di D'Onghia che
gli chiede di pagare i debiti.
E infine sono D'Onghia e
Gioffrè a recarsi ad Afragola da
Sepe, Petrellese e uno degli
“affiliati al clan Moccia”, e non
Uccellari, il quale, sostiene Zaccaria, non sa neppure chi siano.
A parte la famosa cena, ovviamente, in cui si sono conosciuti.
Ma c'è un altro aspetto che abbiamo chiesto all'avvocato e
che i giudici non hanno ritenuto
sintomatico di condizionamento mafioso, a differenza degli investigatori. A che pro gli imprenditori di Afragola “vicini” al clan
di Afragola a un certo punto si
recano sul cantiere di San Dalmazio, pur non ricoprendo alcun ruolo, non essendo né subappaltatori né appaltatori?
Zacacri: «Il mio assistito non
ne sapeva nulla, è il committente. I veri gestori del cantiere erano Gioffrè e D'Onghia, erano loro che hanno avuto l'appalto».
Il giudice che ha bocciato il ricorso del pm antimafia sostiene
che lo scopo degli indagati rivolgendosi al Petrellese era quello
di ottenere liquidità per coprire
gli assegni emessi dalla ditta appaltrice di D'Onghia e Gioffrè in
favore dell’altro indagato e subappaltatore Galletta. E non
quello di reinvestire denaro
Turbine in azione per sgomberare i passi
Oltre mezzo metro sulla provinciale delle Radici e di Piandelagotti. Incidenti sulla Nuova Estense
di Francesco Seghedoni
Un’auto volata fuori strada ieri sulla Nuova Estense
In attesa della bufera di neve
prevista fra oggi e domani, che
dovrebbe al termine delle precipitazioni depositare al suolo
quasi un metro di coltre bianca, l'Appennino ha fatto i conti
anche ieri con nevicate intermittenti che hanno provocato
alcuni disagi. Sono circa 30 i
centimetri di neve caduta negli
ultimi due giorni. Problemi si
sono registrati per alcune auto
uscite di strada, per fortuna
senza conseguenze per i conducenti. Ieri mattina, sulla
Nuova Estense, diverse auto si
trovavano o a bordo strada ferme o imprigionate nelle canalette di scolo. Tuttavia la task
force di mezzi spalaneve e spargisale, sia pubblici che privati,
è riuscita a mantenere le strade
abbastanza pulite. Pronti ad
uscire, non appena le nevicate
aumenteranno di intensità, anche tutti i 67 mezzi della Provincia di Modena che, anche grazie alle due turbine di proprietà, garantisce la pulizia dei cumuli e del taglio della neve a
bordo strada nelle zone di crinale. I due mezzi sono infatti
operativi da ieri mattina sulla
strada provinciale 324 da
Sant’Annapelago al passo delle
Radici e sulla provinciale 486
da Piandelagotti di Frassinoro,
sempre fino al passo dove, tra
giovedì e ieri sono caduti oltre
60 centimetri di neve. Sulle pi-
ste del Cimone la quota neve è
arrivata a sfiorare i due metri. E
con le bufere in arrivo aumenta
sensibilmente il rischio valanghe, che da “Moderato 2” passerà quasi sicuramente a
“Marcato” nelle prossime ore.
Secondo il servizio Meteomont
del Corpo forestale dello Stato,
sono possibili distacchi spontanei di piccole valanghe provocati anche con debole sovraccarico su alcuni pendii ripidi».
Massima attenzione è richiesta
agli escursionisti e a coloro che
praticano lo scialpinismo. In
considerazione delle avverse
condizioni meteorologiche previste e della scarsa visibilità risulterà difficoltosa l'individuazione dell'itinerario e della va-
sporco. C'è da chiedersi come
mai D'Onghia e Gioffrè vanno
proprio da Petrellese a chiedere
denaro, il quale verrebbe prestato a titolo di favore per salvare
senza tornaconto un’azienda in
difficoltà. Aspetti che il giudice
di Bologna non ritiene sintomatici di nulla. Elementi che alla
guardia di finanza e alla Procura
antimafia continuano invece ad
apparire poco chiari. Ma che secondo i giudici rientrano in normalissimi rapporti tra debitori e
creditori, senza aggravanti mafiose. Ora l’ultima parola spetta
al pm, che potrà chiudere in due
modi: archiviazione o richiesta
di rinvio a giudizio.
lutazione del singolo pendio; in
considerazione dei recenti apporti di neve fresca, è richiesta
una buona valutazione locale
della stabilità ed individuazione dell'itinerario. Intanto, dopo Pavullo che ha predisposto
anche alcune navette, altri Comuni si preparano a garantire
agli elettori l'accesso ai seggi in
massima sicurezza. A Fanano il
sindaco Lorenzo Lugli ha messo in campo 19 mezzi spalaneve in servizio 24 ore su 24 e nelle prossime ore scatterà il piano predisposto per le elezioni
nei seggi del capoluogo e nella
frazione di Trentino. «Ho chiesto agli operai comunali - ha
spiegato - di rendersi reperibili
per la tutta la durata dei fenomeni nevosi durante le operazioni di voto. Per cui in ogni
seggio ci saranno due operai
dotati di pala, sabbia e sale. Dovranno mantenere puliti gli accessi ai seggi ed intervenire per
ogni evenienza».
SESTOLA. SACERDOTI IN PISTA
Il “Signore scia con voi”
◗ SESTOLA
Sono circa 50 i sacerdoti sciatori
provenienti da ogni parte d'Italia impegnati quest'anno per la
competizione nazionale “Il Signore scia con voi” promossa
dal Centro Sportivo Italiano e in
programma al Cimone, Passo
del Lupo, lunedì e martedì. Dall'
altare alla pista da sci, gli inconsueti atleti con la tonaca si ritroveranno lunedì alle 15 alla pista
da fondo Lago della Ninfa. Alle
15.15 apriranno la manifestazione con una gara di sci di fondo a
tecnica libera, seguita dalla tradizionale corsa con le ciaspole.
Alle 18 messa nella chiesa Madonna del Rosario di Sestola. In
serata, l'Hotel Capriolo farà da
palcoscenico, dopo la cena, alla
premiazione della prima gara e
della ciaspolata, cui seguirà il
sorteggio dei numeri per lo slalom gigante in programma il
giorno successivo. Martedì, i
preti sciatori saranno impegnati in due turni di gara sul tracciato della pista Nord Beccadella a
Passo del Lupo: prima manche
alle 10, seconda alle 11.15. Alle
13 è previsto il pranzo al ristorante “Maestri di sci”, seguito alle 14.30 dalle premiazioni dei
vincitori.
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