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I Tre Bicchieri della guida Vini d`Italia 2016 del

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I Tre Bicchieri della guida Vini d`Italia 2016 del
I Tre Bicchieri della guida Vini d’Italia 2016
del Gambero Rosso
Abruzzo
Anche quest'anno la quarta regione per produzione di vino porta a casa un buon risultato: le
cantine valutate aumentano (oramai sono un centinaio), così come la qualità diffusa, tanto per
le grandi cantine quanto per le cooperative e le piccole aziende. I vini assaggiati sono sempre
più buoni e precisi, dai solidi Montepulciano d’Abruzzo, ai poetici Trebbiano, sino agli irruenti
autoctoni bianchi. E testimoniano una riscoperta delle radici e di tecniche tradizionali, in cui
fermentazioni spontanee, biologico, biodinamico, sono un gesto agricolo naturale. I quindici vini
premiati raccontano questa varietà, che ci porta dalle coste dell’Adriatico sino a lambire i
ghiacciai appenninici. È una squadra di vini eterogenea per provenienza, ma simile per qualità.
Va tutto bene allora? No, ci sono delle zone d'ombra. L'Abruzzo non è ancora percepito dal
mercato come un importante distretto enologico per via di quel profilo da grandi numeri e poca
ambizione e la corsa al massimo ribasso: un esempio? Il Montepulciano è tra i vini più venduti
in Italia, con aumenti costanti delle percentuali, e altrettanto costanti diminuzioni del prezzo
medio per bottiglia. Manca uno sforzo comune per rientrare di diritto nei grandi terroir di vino,
mentre ancora l’ottanta per cento del prodotto abruzzese continua a essere imbottigliato fuori
regione. Qualcosa può cambiare ancora, anche perché non basta più fare vini buoni, bisogna
saperli raccontare, visto che i mercati sono sempre più in cerca di riconoscibilità e paesaggio.
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Abruzzo Pecorino ’14 - Tenuta I Fauri
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Montepulciano d’Abruzzo ’13 - Tiberio
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Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo Le Cince ’14 - Nicoletta De Fermo
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Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Adrano ’12 - Villa Medoro
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Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Pieluni Ris. ’10 - Dino Illuminati
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Montepulciano d’Abruzzo M Ris. ’11 -Cantina Tollo
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Montepulciano d’Abruzzo Malandrino ’13 - Luigi Cataldi Madonna
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Montepulciano d’Abruzzo Marina Cvetic ’13 - Masciarelli
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Montepulciano d’Abruzzo Nativae ’14 - Tenuta Ulisse
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Montepulciano d’Abruzzo Podere Castorani Ris. ’10 - Castorani
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Montepulciano d’Abruzzo S. Clemente Ris. ’12 - Ciccio Zaccagnini
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Montepulciano d’Abruzzo Spelt Ris. ’11 - La Valentina
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Trebbiano d’Abruzzo ’12 - Valentini
• Trebbiano d’Abruzzo V. di Capestrano ’13 - Valle Reale
Alto Adige
Poco più di 5000 ettari vitati e ben 27 Tre Bicchieri (17 bianchi, 9 rossi e un passito), circa uno
per ogni 200 ettari a vigneto, più che in ogni altra zona d’Italia, con l’unica eccezione della Valle
d’Aosta. I motivi? Suolo, mesoclima e vitigni tanto diversi tra loro (qui la vite si trova tra i 250 e i
1000 metri), ma anche e soprattutto il fattore umano. Dalle grandi famiglie del vino ai
Kellermeister della cantine sociali: la sensibilità alla qualità è diffusa un po' ovunque.
Il risultato è, oggi, sotto gli occhi di tutti: un gran numero di etichette capaci di confrontarsi con il
meglio della produzione nazionale e internazionale. La voglia di emergere anche all’estero è un
altro punto saliente del percorso virtuoso degli altoatesini, e forse è per questo che stanno
nascendo vini nuovi di altissimo profilo prodotti in tirature esigue. Poche bottiglie eccezionali
che rappresentano la punta di un iceberg, composto dal centinaio di etichette paragonabili con il
meglio dell’offerta internazionale.
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A. A. Cabernet Sauvignon Cor Römigberg ’11 - Alois Tenutae Lageder
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A. A. Cabernet Sauvignon Lafòa ’12 - Cantina Produttori Colterenzio
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A. A. Gewürztraminer Auratus Crescendo ’14 - Tenuta Ritterhof
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A. A. Gewürztraminer Brenntal Ris. ’12 - Cantina Produttori Cortaccia
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A. A. Lago di Caldaro Cl. Sup. Leuchtenburg ’14 - Erste+Neue
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A. A. Lagrein Abtei Muri Ris. ’12 - Cantina Convento Muri-Gries
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A. A. Lagrein Castel Ringberg Ris. ’11 - Elena Walch
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A. A. Lagrein Staves Ris. ’12 - Tenuta Kornell
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A. A. Lagrein Taber Ris. ’13 - Cantina Bolzano
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A. A. Moscato Giallo Passito Serenade ’12 - Cantina di Caldaro
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A. A. Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner zu Fennberg ’13 - Tiefenbrunner
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A. A. Pinot Bianco Praesulis ’14 Gumphof - Markus Prackwieser
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A. A. Pinot Bianco Sirmian ’14 - Cantina Nals Margreid
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A. A. Pinot Bianco St. Valentin ’13 - Cantina Produttori San Michele Appiano
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A. A. Pinot Bianco Tyrol ’13 - Cantina Meran Burggräfler
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A. A. Pinot Nero Trattmann Mazon Ris. ’12 - Cantina Girlan
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A. A. Santa Maddalena Cl. ’14 - Pfannenstielhof - Johannes Pfeifer
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A. A. Sauvignon ’13 - Franz Haas
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A. A. Terlano Nova Domus Ris. ’12 - Cantina Terlano
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A. A. Terlano Sauvignon Tannenberg ’13 - Manincor
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A. A. Valle Isarco Riesling ’14 - Taschlerhof - Peter Wachtler
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A. A. Valle Isarco Riesling Praepositus ’13 - Abbazia di Novacella
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A. A. Valle Isarco Sylvaner ’14 - Kuenhof - Peter Pliger
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A. A. Valle Isarco Sylvaner R ’13 - Köfererhof - Günther Kerschbaumer
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A. A. Val Venosta Riesling ’14 - Tenuta Unterortl - Castel Juval
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A.A. Valle Isarco Sylvaner ’13 Garlider - Christian Kerschbaumer
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Trias ’14 - Ignaz Niedrist
Basilicata
La Basilicata è una delle terre più belle d’Italia e tra le meno conosciute. Due affacci sul mare, il
massiccio del Vulture, Matera con i suoi Sassi, patrimonio mondiale Unesco e Capitale Europea
della Cultura nel 2019. E uno dallo straordinario potenziale enologico.
Il grande vino della regione è l’Aglianico del Vulture, denominazione d’origine tutelata dal 1971,
Docg con la tipologia Aglianico Superiore dal 2010. Il territorio è la parte settentrionale della
provincia di Potenza, una fascia di quindici comuni che sale verso le pendici del Vulture, che
arriva a 1327 di quota. Per una scelta dei viticoltori, le aziende debutteranno tutte insieme con
l’uscita dell’Aglianico Superiore Riserva 2011 nella prossima edizione della Guida. Quest’anno
sono tre i Tre Bicchieri lucani, tre eccellenti versioni di Aglianico del Vulture, espressioni di tre
diversi terroir di un’area dove quest’uva ha trovato un perfetto habitat da oltre duemila
anni.Certo, non è tutto rose e fiori in questo distretto. All’entusiasmo di una decina d’anni fa, è
seguita una fase di ristagno. Pesano le produzioni di imbottigliatori che commercializzano a
prezzi sensibilmente bassi, cosa che contrasta con l’immagine di alto profilo che il nuovo
disciplinare della Docg sta contribuendo a costruire. È lecito aspettarsi di più dai produttori della
Doc Matera, da quelli del Grottino di Roccanova e da quelli delle Terre dell’Alta Val d’Agri. La
Basilicata può crescere ancora.
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Aglianico del Vulture Il Repertorio '13 - Cantine del Notaio
Aglianico del Vulture Serpara '10 - Re Manfredi - Terre degli Svevi
Aglianico del Vulture Titolo '13 - Elena Fucci
Calabria
Ancora poco centrata anche la produzione della Calabria, nonostante la sua storia enologica:
probabilmente la prima regione d'Italia a coltivare la vite e a produrre vino in modo moderno. Ma
la ricchezza ampelografica - quasi trecento cloni sinora catalogati tra gli autoctoni calabresi - e il
passato enologico, non bastano. La Calabria è, per quantitativi, il fanalino di coda tra le regioni
italiane e anche se moltissimo è stato fatto, anche dal punto di vista qualitativo, ancora stenta a
decollare, pur avendo le carte in regola per territori e clima. Anche quest'anno due dei tre vini
premiati con i Tre Bicchieri arrivano dal comprensorio di Cirò. Nel resto della regione
l’andamento è a macchia di leopardo, in particolare nel cosentino dove tantissime nuove
aziende hanno fatto un buon esordio, anche se molte sono ancora legate a un modello
stilisticamente superato, che guarda più alla concentrazione e alla potenza che all'eleganza e
alla finezza.
C'è un tema su cui, invece, la Calabria è in prima linea, ed è quello della sostenibilità, non solo
come biologico e biodinamico, ma anche come energie rinnovabili e riduzioni di gas serra.
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Grisara '14 - Roberto Ceraudo
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Magno Megonio '13 – Librandi
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Moscato Passito '14 - Luigi Viola
Campania
Dalle vigne a 700 metri di quota sull’Appennino a quelle a strapiombo della Costa d’Amalfi,
passando per i terroir vulcanici del Vesuvio e di Roccamonfina fino alle sabbie vulcaniche dei
Campi Flegrei, poche altre terre offrono una simile ricchezza di situazioni vocate. E poi le uve:
l’aristocratico fiano, il greco con la sua ricchezza, la falanghina, la biancolella delle isole dal
fascino mediterraneo, e poi tra i rossi l’aglianico, il per’ ’e palummo, e infine il pallagrello bianco
e nero e il rosso casavecchia, che hanno segnato la rinascita del Casertano. Se non basta
questo a delineare un panorama in pieno fermento, si aggiunga l'avvicendamento sul podio di
aziende vecchie e nuove. Ben 50 i vini in finale, con 20 che hanno raggiunto il vertice dei Tre
Bicchieri.Una volta era solo l’Avellinese il riferimento per la produzione di qualità, oggi però è
affiancato stabilmente dalle altre zone, anche se detiene quasi la metà dei premi assegnati:
Fiano d’Avellino (quattro premi, di cui due del 2013), Greco di Tufo (anche qui due dei quattro
premiati sono 2013) e Taurasi (due vini). Poi c'è il Sannio, con quattro ottimi bianchi a base di
falanghina, eccellente nelle ultime vendemmie, che regala vini dal bel nerbo acido, sapidi e
particolarmente convenienti. E infatti il premio per il Miglior Rapporto Qualità Prezzo per questa
guida va al Sannio Falanghina Svelato ’14 (buona annata per i bianchi del Sannio).Tanti
consensi e tre premi per i vini della Costa d’Amalfi, che vanno a Raffaele Palma, Marisa Cuomo
e a Tenuta San Francesco, che entra così nel gotha dell’enologia campana, insieme
all’avellinese Fonzone e alla sannita Torre a Oriente. Cresce anche il Casertano: tre premi ad
aziende ormai consolidate, con due Pallagrello ’13, e, per i rossi, il Terra di Lavoro 2013 di
Galardi.Chiudiamo con un bianco da uve fiano, da una vigna a quasi 600 metri nel parco
nazionale del Cilento, il Pian di Stio ‘13 di San Salvatore.
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Costa d’Amalfi Bianco Per Eva ’13 - Tenuta San Francesco
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Costa d’Amalfi Bianco Puntacroce ’14 - Raffaele Palma
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Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva ’14 - Marisa Cuomo
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Fiano di Avellino ’14 - Colli di Lapio
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Fiano di Avellino ’13 - Rocca del Principe
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Fiano di Avellino 22 ’13 - Villa Raiano
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Fiano di Avellino Clos d’Haut ’13 - Villa Diamante
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Greco di Tufo ’13 - Fonzone
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Greco di Tufo ’14 - Pietracupa
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Greco di Tufo Claudio Quarta ’13 - Sanpaolo Magistravini di Claudio Quarta
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Greco di Tufo V. Cicogna ’14 - Benito Ferrara
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Le Sèrole Pallagrello Bianco ’13 - Terre del Principe
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Pallagrello Bianco Caiatì Morrone ’13 - Alois
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Pian di Stio ’14 - San Salvatore
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Sannio Falanghina Biancuzita ’12 - Torre a Oriente
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Sannio Falanghina Janare ’14 - La Guardiense
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Sannio Falanghina Svelato ’14 - Terre Stregate
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Sannio Taburno Falanghina ’14 - Fontanavecchia
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Taurasi ’10 - Contrade di Taurasi
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Taurasi ’07 - Perillo
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Terra di Lavoro ’13 - Galardi
Friuli
24 Tre Bicchieri e oltre metà per vini del 2014: i produttori del Friuli Venezia Giulia sanno il fatto
loro se hanno saputo interpretare la vendemmia passata con questi risultati. Ovviamente ad
appannaggio dei bianchi, a parte il caso isolato del Sacrisassi ’13. Sono tanti, differenti per
tipologie di vinificazione e vitigni. Tra i Tre Bicchieri c'è anche il miglior Bianco dell'Anno: il
Friulano 14 di Schioppetto, un indiscusso pioniere della vitivinicoltura regionale di qualità, che
proprio cinquant’anni fa imbottigliava le sue prime etichette.Conferma la bella prestazione dello
scorso anno l'ultima vendemmia del Pinot Bianco, in diverse aree della regione: nel Collio, sui
Colli Orientali e nelle Grave.Unanimi consensi anche per la Malvasia Istriana sia per la
freschezza di alcune versioni, come il Collio di Doro Princic e Ronco dei Tassi, sia per la
fragranza di altre più elaborate, come Kante e de Il Carpino di annate precedenti. Conferme e
new entry per lo Chardonnay, per il Pinot Grigio e la Ribolla Gialla di Oslavia. Conferma il
Sauvignon con una batteria ridotta a causa di questioni legali in corso al momento dell'assaggio
su alcune aziende, per le quali si è preferito sospendere il giudizio. Chiudiamo con il vitigno più
nobile: il Picolit ’08, nella splendida interpretazione di Adriano Gigante.
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Braide Alte ’13 - Livon
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Collio Bianco Broy ’14 - Eugenio Collavini
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Collio Friulano ’14 - Russiz Superiore
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Collio Friulano ’14 - Schiopetto
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Collio Malvasia ’14 - Doro Princic
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Collio Malvasia ’14 -Ronco dei Tassi
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Collio Pinot Bianco ’14 - Castello di Spessa
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Collio Pinot Bianco ’14 - Franco Toros
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Collio Pinot Grigio ’14 - Branko
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Collio Ribolla Gialla di Oslavia Ris. ’11 - Primosic
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FCO Chardonnay Spìule ’13 - Tenuta di Angoris
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FCO Picolit ’08 - Adriano Gigante
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FCO Pinot Bianco ’14 - Torre Rosazza
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FCO Pinot Bianco Myò ’14 - Zorzettig
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FCO Rosso Sacrisassi ’13 - Le Due Terre
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FCO Sauvignon Zuc di Volpe ’14 Volpe Pasini
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Friuli Grave Pinot Bianco ’14 - Le Monde
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Friuli Isonzo Chardonnay Ciampagnis Vieris ’13 - Vie di Romans
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Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris ’13 - Lis Neris
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Malvasia ’11 - Il Carpino
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Malvasia ’12 - Kante
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Ribolla Gialla ’07 - Gravner
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Rosazzo Bianco ’13 - Ronchi di Manzano
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Vintage Tunina ’13 – Jermann
Emilia Romagna
L’Emilia Romagna è un mosaico di ricchezza e diversità. Partiamo da nord, con i Colli
Piacentini, quattro valli parallele dove gli artigiani sono gli attuali protagonisti del panorama
vitivinicolo, mentre le due cooperative e le aziende più strutturate faticano a mettere a fuoco
una lettura territoriale e identitaria.Proseguendo si arriva nel mondo del Lambrusco, che sta
cambiando la filosofia del suo modello produttivo: non più un vino di marchio ma un vino di
territorio. Un nuovo racconto alimentato da tutta la filiera che sta alzando la qualità dei vini e
costruendo un'identità più chiara e leggibile dall’esterno. Il Sorbara è il traino e ancora una volta
quella di Bomporto si afferma come comunità guida.Piccoli segnali dai Colli Bolognesi che
hanno raccolto la sfida della nuova Doc Pignoletto e hanno alzato il livello. Una vera e propria
rinascita è alle porte.L’ultima tappa è la Romagna, 150 chilometri di valli e diversità ben
descritte dalle sottozone codificate nella Doc Romagna Sangiovese. Anche qui sono le nuove
leve a esprimere le cose più interessanti e la lettura territoriale dei piccoli artigiani è il patrimonio
più prezioso della regione. Le aziende storiche fanno difficoltà ad adattare i vecchi canoni
produttivi e alcuni grandi nomi sono spiazzati dal confronto con le espressioni territoriali più
pure. Mentre le cantine cooperative stanno producendo vini semplici e popolari di grande
qualità e territorialità.È probabilmente nel Sangiovese Superiore il futuro della Romagna e la
maggiore conoscenza dei territori e la specializzazione dei produttori ha evidenziato i limiti della
aree meno vocate al Riserva. È una consapevolezza necessaria per crescere ancora.Sempre
più convincenti i vini bianchi a base di albana, che comincia finalmente a esprimere le sue
grandi potenzialità.
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Lambrusco di Sorbara del Fondatore ’14 - Cleto Chiarli Tenute Agricole
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Lambrusco di Sorbara Rito ’14 - Zucchi
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Lambrusco di Sorbara Secco Omaggio a Gino Friedmann - Cantina Soc. di Carpi e
Sorbara
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Lambrusco di Sorbara V. del Cristo ’14 - Cavicchioli U. & Figli
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Reggiano Lambrusco Concerto ’14 - Ermete Medici & Figli
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Romagna Albana Secco Neblina ’14 - Giovanna Madonia
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Romagna Sangiovese I Probi di Papiano Ris. ’12 - Villa Papiano
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Romagna Sangiovese Sup. Assiolo ’13 - Costa Archi
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Romagna Sangiovese Sup. Avi Ris. ’11 - San Patrignano
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Romagna Sangiovese Sup. Gemme ’14 - Torre San Martino
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Romagna Sangiovese Sup. Il Sangiovese ’14 - Noelia Ricci
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Romagna Sangiovese Sup. V. del Generale Ris. ’12 - Fattoria Nicolucci
Lazio
Sono un paio d'anni che il Lazio del vino manda inequivocabili segnali positivi abbandonando
finalmente qual livello medio che, per anni, non si è spinto oltre la sufficienza. Aziende piccole e
grandi, nomi nuovi e realtà storiche propongono oggi etichette davvero interessanti. E se quello
scorso è stato l'anno della viticoltura di Ponza e del grechetto nel Viterbese, quest’anno è il
momento di Anzio e del bellone, che finora non riuscivano a esprimersi a un livello in grado di
interessare un pubblico non strettamente locale. Nonostante l'annata difficile il grechetto ha
riservato comunque qualche bella sorpresa e la Tuscia si afferma come area di bianchi da dove
arriva una delle aziende new entry dei Tre Bicchieri. L'altro nuovo vertice rappresenta un
tassello importante al riposizionamento della denominazione Frascati ed è il frutto di un lavoro
di 15 anni per realizzare un Frascati di alto livello. Il bellone, come dicevamo, ha saputo
esprimersi raggiungendo i vertici e un bel lavoro arriva che da aziende storiche della regione e
anche dalla zona limitrofa di Roma, con la Tenuta di Fiorano.
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Antium Bellone ’14- Casale del Giglio
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Baccarossa ’13 - Poggio Le Volpi
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Fiorano Bianco ’13 - Tenuta di Fiorano
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Frascati Sup. Eremo Tuscolano ’13 - Valle Vermiglia
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Grechetto ’14 - Trappolini
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Grechetto Poggio della Costa ’14 - Sergio Mottura
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Montiano ’13 – Falesco
Liguria
Annata particolare il 2014. Eccellente all’estremo Ponente, mentre in altre zone s’è salvata solo
grazie alla coda dell’estate. Partiamo dalla Riviera di Ponente dove il microclima ha preservato
il territorio dalle copiose piogge estive. Qui, oltre al Pigato e al Vermentino, nasce il più
importante rosso della Liguria, il Dolceacqua. Un vino che racconta un territorio unico, fatto di
piccole vigne terrazzate strappate alla montagna. Quest'anno solo un prodotto sul podio ma la
denominazione ha raggiunto un livello complessivo straordinario. Merito anche della coesione e
la determinazione di questi produttori nell'ultimo decennio. All’estremo Levante, invece, i
produttori sono intervenuti più volte in vigna per salvaguardare le uve minacciate dalle piogge
insistenti, per fortuna poi è arrivato un settembre mite e asciutto, e chi ha avuto nervi saldi e ha
saputo attendere è stato premiato. Tre i produttori della provincia di La Spezia che si
aggiudicano i Tre Bicchieri, mentre da Imperia arrivano poi due eccellenti Pigato. Tra le novità
degli ultimi anni in regione, infine, c'è un interesse crescente per gli spumanti, ancora in ricerca
di qualità e identità.
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Colli di Luni Vermentino Et. Nera '14 - Lunae Bosoni
Colli di Luni Vermentino Il Chioso '14 - Picedi Benettini
Colli di Luni Vermentino Il Maggiore '14 - Ottaviano Lambruschi
Dolceacqua Sup. Vign. Posaù '13 - Maccario Dringenberg
Riviera Ligure di Ponente Pigato Albium '13 - Poggio dei Gorleri
Riviera Ligure di Ponente Pigato U Baccan '13 - Bruna
Lombardia
Il quadro della Lombardia è complesso e ricco. In prima linea c'è lo spumante, 14 dei vini
premiati provengono da Franciacorta e Oltrepò Pavese. La prima fa la parte del leone, anche
per varietà di stili e di annate. Un tempo la zona era una roccaforte dello chardonnay, ma oggi
molte delle cuvée più interessanti hanno per protagonista il pinot nero, in purezza o meno. È il
caso delle Bollicine dell’Anno, lo spettacolare Vintage Collection Dosage Zèro Noir ’06 di Ca’ del
Bosco, che festeggia il traguardo della quarta stella, ovvero i quaranta Tre Bicchieri in carriera.
L’Oltrepò Pavese è un territorio grande dove convivono diversi terroir, uve e tradizioni, dalla
spensierata Bonarda ai rossi di struttura fino all'eccellente metodo classico. Su queste cuvée si
sta creando la moderna identità della denominazione, che trova nel pinot nero il vitigno
d’eccellenza, sia come spumante sia come vino rosso. Ma il territorio ha grandi potenzialità
ancora inespresse. La Lombardia peròè molto altro ancora. La Valtellina con le sue vigne
eroiche a ridosso delle Alpi ci regala cinque memorabili vini, il Lugana, che nonostante la difficile
annata 2014, stacca la cedola dei Tre Bicchieri; ma tutta la zona merita un plauso per l’impegno
e la crescita tecnica ed agronomica degli ultimi anni.
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Brut ‘More ’11 - Castello di Cigognola
Brut Farfalla - Ballabio
Brut Nature - Monsupello
Franciacorta Brut Cru Perdu ’04 - Castello Bonomi
Franciacorta Brut Extreme Palazzo Lana Ris. ’07 - Guido Berlucchi & C.
Franciacorta Brut Naturae ’11 - Barone Pizzini
Franciacorta Dosage Zéro Noir Vintage Collection Ris. ’06 - Ca’ del Bosco
Franciacorta Dosage Zero Secolo Novo Ris. ’08 - Le Marchesine
Franciacorta Dosaggio Zero Ris. ’08 - Lo Sparviere
Franciacorta Extra Brut ’09 - Ferghettina
Franciacorta Extra Brut Vittorio Moretti Ris. ’08 - Bellavista
Franciacorta Nature - Enrico Gatti
Lugana Molin ’14 - Cà Maiol
OP Pinot Nero Brut 1870 ’11 - F.lli Giorgi
OP Pinot Nero Giorgio Odero ’12 - Frecciarossa
OP Pinot Nero Noir ’12 - Tenuta Mazzolino
Pinot Nero Brut 64 ’11 - Calatroni
Valtellina Sfursat 5 Stelle ’11 - Nino Negri
Valtellina Sfursat Fruttaio Ca’ Rizzieri ’11 - Aldo Rainoldi
Valtellina Sup. Dirupi Ris. ’12 - Dirupi
Valtellina Sup. Sassella Rocce Rosse Ris. ’05 - Ar.Pe.Pe.
Valtellina Sup. Sassella Sommarovina ’13 - Mamete Prevostini
Marche
175 diverse aziende e quasi 1000 vini. Queste le cifre delle batterie d'assaggio per le Marche.
Cifre che danno conto di una regione per cui la vitivinicoltura è cosa seria. La qualità media è in
crescita costante con il campione della regione, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, che fa da traino
per l'elenco (sempre più lungo) dei Tre Bicchieri. Facile con un millesimo come il 2013 che ha
dato uve eccelse. Le aziende storiche le hanno trasformate in vini indimenticabili. Così la
famiglia Sparapani, che ha bissato il premio dello scorso anno, e Leo Felici e la Tenuta di
Tavignano, tra i più ispirati e costanti della denominazione, che conquistano l'ennesimo
massimo riconoscimento. Ma c'è anche una new entry: il sorprendente Qudì di Roberto Venturi.
Cala il peso di Matelica sul primo posto del podio, ma il complesso è vitale e con una spiccata
identità territoriale, con Belisario e Collestefano a rappresentare due interpretazioni opposte ma
complementari.
Il Piceno cresce nella sua vocazione bianchista grazie al Pecorino di Offida, con due allori.
Sui rossi montepulciano e sangiovese, uniti nella denominazione Piceno, danno vita a tre grandi
vini contemporanei, che uniscono piacevolezza, raffinata trama tannica e complessità. E torna
al massimo riconoscimento anche Oasi degli Angeli con il maestoso Kupra. Raddoppia invece il
maceratese con il Pollenza che punta sui vitigni internazionali, e La Murola con un elegante
Montepulciano, interessante in quanto fuori dai terroir classici del vitigno.
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Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Villa Bucci Ris. ’13 - Bucci
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Il Pollenza ’12 - Il Pollenza
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Kupra ’12 - Oasi degli Angeli
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Offida Pecorino Artemisia ’14 - Tenuta Spinelli
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Offida Pecorino Donna Orgilla ’14 - Fiorano
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Piceno Morellone ’10 - Le Caniette
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Rosso Piceno Sup. Roccaviva ’12 - Terre Cortesi Moncaro
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Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare ’12 - Velenosi
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Teodoro ’12 - Muròla
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Il Cantico della Figura Ris. ’12 - Andrea Felici
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Stefano Antonucci Ris. ’13 - Santa Barbara
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Grancasale ’13 - CasalFarneto
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Il Priore ’13 - Sparapani - Frati Bianchi
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Misco ’14 - Tenuta di Tavignano
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Podium ’13 - Gioacchino Garofoli
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Qudì ’13 - Roberto Venturi
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Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne ’13 - Umani Ronchi
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Verdicchio di Matelica Cambrugiano Ris. ’12 - Belisario
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Verdicchio di Matelica Collestefano ’14 - Collestefano
Molise
Da una parte il Molise: un territorio di confine, tra Abruzzo e Campania, che sembra fatto
apposta per la viticoltura, ma ancora i risultati non sono quelli sperati: vini spesso ingenui, in
bilico tra un eccesso di rusticità e tanta voglia di enologia moderna. Vitigni portati dalle regioni
limitrofe e la tintilia, il vero autoctono molisano, affascinante nei suoi sentori rustici e nervosi di
frutto, capace di dare vini succosi e vitali, troppo spesso interpretata cercando potenza e sentori
di legno internazionali. Il difficile 2014 ha portato meno cantine in assaggio, ma anche la bella
novità di Tenimenti Grieco, convincente con vini moderni e ben fatti. I Tre Bicchieri vanno al Don
Luigi, dell'inossidabile Di Majo Norante, in questa edizione molto buono e sapido, tra fittezza e
nerbo. Dispiace per una terra dalle grandi potenzialità e dalla tradizione antica, che non trova
quella centratura enologica. Ma qui e lì si scorgono nuove prospettive.
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Molise Rosso Don Luigi Ris. '12 - Di Majo Norante
Piemonte
Il Piemonte, il grande Piemonte del vino, non si riduce alle diverse denominazioni relative allo
straordinario vitigno nebbiolo: vi sono distretti enologici di notevole interesse e valore e, in
sintonia con questo pensiero, quest’anno ci piace esordire evidenziando i quattro Tre Bicchieri
assegnati al Timorasso. Un'uva nelle cui potenzialità abbiamo sempre creduto. E non solo,
abbiamo dato fiducia e visibilità a tutto il gruppo di produttori, capitanati da Walter Massa, che
ne hanno espresso al meglio il carattere. Anche quest’anno, la ricerca continua delle nuove
eccellenze si concretizza con alcune significative new entry, molte delle quali caratterizzate
anche da prezzi di assoluta ragionevolezza: Rizzi, con un ottimo Barbaresco Boito Riserva ’10;
Mazzoni, che ha presentato un Ghemme dei Mazzoni ’12 che ben figura nell’Olimpo dei grandi
vini del Nord Piemonte; Gaggino, con un Ovada Convivio ’13 che testimonia, una volta di più,
l’alta vocazione dell’Ovadese per il vitigno dolcetto; Gianni Doglia, che, con una succosa e
complessa Barbera d’Asti Superiore Genio ’12, conquista il primo Tre Bicchieri e Giovanni
Corino che, con un affascinante Barolo Giachini ’11, ottiene il suo primo alloro dai tempi della
separazione professionale con il fratello Renato. Come contraltare ai nuovi premi assegnati,
troviamo doveroso ripercorrere la regione attraverso la mappa di alcuni dei massimi
riconoscimenti assegnati alle griffe di fama planetaria, aziende che onorano il Made in Italy
tutto. Sono aziende come Giacomo Conterno, Gaja, Bruno Giacosa, Vietti, Pio Cesare, Elio
Altare, per citarne solo alcune, che continuano a tenere alto il vessillo del loro terroir nel
mondo.Infine è a un infaticabile lavoratore, Giulio Grasso dell'azienda Ca' del Baio, che va il
premio di Viticoltore dell'Anno. È questo panorama, fatto di novità e molte meritate conferme,
che accredita il Piemonte come un punto fermo della produzione vitivinicola nazionale e
mondiale.
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Alta Langa Brut Zero Cantina Maestra ’09 - Enrico Serafino
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Barbaresco Albesani S. Stefano ’12 - Castello di Neive
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Barbaresco Asili ’12 - Ca’ del Baio
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Barbaresco Asili ’12 - Bruno Giacosa
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Barbaresco Boito Ris. ’10 - Rizzi
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Barbaresco Crichët Pajé ’06 - I Paglieri - Roagna
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Barbaresco Gallina ’11 - Piero Busso
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Barbaresco Marcorino ’12 - Cantina del Glicine
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Barbaresco Ris. ’10 - Sottimano
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Barbaresco Serraboella ’11 - F.lli Cigliuti
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Barbera d’Asti Pomorosso ’12 - Coppo
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Barbera d’Asti Sup. Genio ’12 - Gianni Doglia
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Barbera d’Asti Sup. La Mandorla ’13 - Luigi Spertino
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Barbera d’Asti Sup. Nizza ’12 - Tenuta Olim Bauda
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Barbera d’Asti Sup. Nizza A Luigi Veronelli ’12 - Brema
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Barbera d’Asti Sup. Nizza La Court ’12 - Michele Chiarlo
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Barbera del M.to Sup. Bricco Battista ’12 - Giulio Accornero e Figli
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Barbera del M.to Sup. Le Cave ’13 - Castello di Uviglie
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Barolo ’11 - Bartolo Mascarello
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Barolo Acclivi ’11 - G. B. Burlotto
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Barolo Bric dël Fiasc ’11 - Paolo Scavino
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Barolo Bricco Rocche ’11 - Ceretto
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Barolo Broglio ’11 - Schiavenza
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Barolo Brunate ’11 - Mario Marengo
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Barolo Brunate ’11 - Giuseppe Rinaldi
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Barolo Bussia ’11 - Giacomo Fenocchio
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Barolo Cannubi ’11 - Poderi Luigi Einaudi
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Barolo Cannubi ’11 - Marchesi di Barolo
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Barolo Cannubi ’11 - E. Pira & Figli - Chiara Boschis
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Barolo Cannubi Boschis ’11 - Luciano Sandrone
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Barolo Cerviano ’10 - Abbona
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Barolo Gallinotto ’11 - Mauro Molino
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Barolo Gattera ’11 - Gianfranco Bovio
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Barolo Giachini ’11 - Giovanni Corino
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Barolo Gramolere ’11 - F.lli Alessandria
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Barolo Liste ’10 - Giacomo Borgogno & Figli
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Barolo Marenca ’11 - Luigi Pira
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Barolo Monfortino Ris. ’08 - Giacomo Conterno
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Barolo Monprivato ’10 - Giuseppe Mascarello e Figlio
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Barolo Ornato ’11 - Pio Cesare
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Barolo Parafada ’11 - Massolino
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Barolo Prapò ’11 - Ettore Germano
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Barolo Rapet ’11 - Ca’ Rome’
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Barolo Ravera ’11 - Elvio Cogno
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Barolo Resa 56 ’11 - Brandini
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Barolo Rocche dell’Annunziata ’11 - Renato Corino
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Barolo Rocche di Castiglione ’11 - Vietti
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Barolo S. Rocco ’11 - Azelia
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Barolo Sarmassa ’11 - Giacomo Brezza & Figli
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Barolo Sottocastello di Novello ’10 - Ca’ Viola
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Barolo V. Lazzairasco ’11 - Guido Porro
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Barolo V. Rionda Ester Canale Rosso ’11 - Giovanni Rosso
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Barolo Villero ’11 - Brovia
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Carema Et. Bianca Ris. ’11 - Cantina dei Produttori
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Nebbiolo di Carema Carema Et. Nera ’11 - Ferrando
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Colli Tortonesi Timorasso Filari di Timorasso ’12 - Luigi Boveri
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Colli Tortonesi Timorasso Il Montino ’13 - La Colombera
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Colli Tortonesi Timorasso Pitasso ’13 - Claudio Mariotto
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Dogliani Sup. San Bernardo ’12 - Anna Maria Abbona
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Dolcetto di Ovada Sup. Du Riva ’12 - Tacchino
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Gattinara Osso S. Grato ’11 - Antoniolo
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Gavi del Comune di Gavi Minaia ’14 - Nicola Bergaglio
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Gavi Minaia ’14 - Franco M. Martinetti
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Ghemme dei Mazzoni ’12 - Tiziano Mazzoni
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Ghemme V. Pellizzane ’10 - Torraccia del Piantavigna
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Langhe Larigi ’13 - Elio Altare
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Langhe Nebbiolo Sperss ’11 - Gaja
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Ovada Convivio ’13 - Gaggino
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Roero Gepin ’11 - Stefanino Costa
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Roero Mombeltramo Ris. ’11 - Malvirà
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Roero Mompissano Ris. ’12 - Cascina Ca’ Rossa
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Roero Printi Ris. ’11 - Monchiero Carbone
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Roero Sudisfà Ris. ’12 - Negro Angelo e Figli
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Roero Valmaggiore Ris. ’12 - Cascina Chicco
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Sterpi ’13 - Vigneti Massa
Puglia
La Puglia si conferma in crescita nonostante qualche ombra legata all’annata 2014.
Per quanto riguarda le note positive vanno sottolineati almeno due aspetti: quello economico e
quello qualitativo. Il successo sui mercati, in particolare quelli esteri, continua senza
rallentamenti. Due i brand vincenti: il Primitivo, ormai un passe-partout che suggella il successo
di vini ricchi di frutto e toni speziati, freschi, non troppo tannici, raramente maturati in legno.
L’altro è il magico nome Salento, sotto il cui ombrello troviamo tutta la produzione del Grande
Salento, area più vasta rispetto a quella storica, che ingloba tutta la parte peninsulare della
regione sotto direttrice Bari-Taranto, a prescindere dal vitigno e dalla zona di produzione.
In questo contesto le Denominazioni di Origine, però, stanno perdendo importanza. Ma la
crescita qualitativa è palpabile proprio nei territori delle denominazioni d’origine. Gioia del Colle
e Manduria propongono vini competitivi nel panorama nazionale e internazionale, forti di una
tipicità mediterranea che li rende unici.
Faticano le altre due denominazioni importanti della regione, Salice Salentino e Castel del
Monte, la prima impegnata in una difficile ricostruzione del profilo del vino e del territorio; mentre
la seconda è preda della confusione generata dalla sua stessa struttura e da quella legata
all’uva più significativa del territorio, il nero di Troia, che stenta a trovare una vera identità.
Le difficoltà riguardano la produzione di bianchi e rosati. In particolare questi ultimi, un comparto
importante della vitivinicoltura pugliese, hanno sofferto l’annata 2014, con vini al di sotto della
media degli scorsi anni.
In chiusura torniamo sulla questione delle bottiglie ultrapesanti, che molti produttori riservano ai
loro vini di punta. È uno spreco e una pratica che va contro l’idea di un’agricoltura sostenibile,
che non porta alcun beneficio.
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Castel del Monte Rosso V. Pedale Ris. '12 - Torrevento
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Gioia del Colle Primitivo 17 Vign. Montevella '12 - Polvanera
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Gioia del Colle Primitivo Et. Nera Contrada San Pietro '13 - Plantamura
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Gioia del Colle Primitivo Marpione Ris. '11 -Viglione
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Gioia del Colle Primitivo Muro Sant'Angelo Contrada Barbatto '12 - Chiaromonte
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Masseria Maime '12 - Tormaresca
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Negroamaro '13 - Carvinea
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Primitivo di Manduria Raccontami '13 - Futura 14
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Primitivo di Manduria Talò '13 - Cantine San Marzano
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Primitivo di Manduria Zinfandel Sinfarosa '13 - Racemi
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Salice Salentino Rosso Per Lui Ris.'13 - Leone De Castris
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Salice Salentino Rosso Selvarossa Ris. '12 - Cantine Due Palme
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Torre Testa '13 - Tenute Rubino
Sardegna
La 2014 è stata un’ottima annata in Sardegna. Il segnale arriva dalle zone bianchiste, ma
alcune indicazioni giungono anche da territori più vocati per i rossi, con le etichette d’annata in
uscita.
Andiamo per ordine: la Gallura offre una serie di vini di assoluto equilibrio, dosati di alcol, freschi
e dai profumi che rispecchiano in pieno la zona di provenienza. Ma non c'è solo il nord est
dell’Isola: alcuni Vermentino di Sardegna provenienti da vari territori riescono a essere tipici e
affascinanti e non sfigurano se confrontati con quelli della Docg.
Oltre al Vermentino arrivano conferme dal Semidano di Mogoro, dal Nuragus di Cagliari, dalla
Vernaccia di Oristano (anche grazie a tipologie di produzione diverse) e dai vitigni aromatici a
bacca bianca, con la Malvasia di Bosa e il Nasco di Cagliari a far la differenza, sebbene siano
sempre i soliti (pochi) produttori che credono in queste varietà.
Prestazione importante anche per i rossi, col Cannonau di Sardegna che si conferma un grande
vino mediterraneo, sia in versione Riserva sia giovane. I più interessanti arrivano dalla Barbagia
e dall’Ogliastra. Ma c'è bisogno di una profonda modifica al disciplinare che valorizzi tutti i
territori del Cannonau in Sardegna. Buone notizie anche dal Sulcis, con i Carignano che
garantiscono qualità e costanza, mentre sarebbe ideale avere delle indicazioni più precise dalle
altre varietà a bacca rossa presenti sull’Isola (ma soprattutto dalle loro aree più vocate) come
bovale, muristellu, cagnulari, nieddera o monica.
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Barrua ’12 Agricola Punica
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Cannonau di Sardegna Cl. D53 ’12 Cantina Dorgali
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Cannonau di Sardegna Cl. Dule ’12 Giuseppe Gabbas
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Cannonau di Sardegna Mamuthone ’12 Giuseppe Sedilesu
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Capichera ’13 Capichera
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Carignano del Sulcis Buio Buio Ris. ’12 Mesa
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Carignano del Sulcis Sup. Terre Brune ’11 Cantina di Santadi
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Turriga ’11 Argiolas
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Vermentino di Gallura Canayli V. T. ’14 Cantina Gallura
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Vermentino di Gallura Sup. Maìa ’14 Siddùra
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Vermentino di Gallura Sup. Monteoro ’14 Tenute Sella & Mosca
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Vermentino di Gallura Sup. Sciala ’14 Vigne Surrau
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Vermentino di Sardegna Stellato ’14 Pala
Sicilia
Le degustazioni di quest'anno confermano lo stato di grazia dell'enologia siciliana e la sua
vivacità, con lusinghieri risultati dei brand più affermati e di altre realtà, anche di piccole e medie
dimensioni, che migliorano di anno in anno.
Un fenomeno a parte, di cui con piacere diamo conto, è l'emergere di non poche cantine
cooperative, ancora non molto note a critica e grande pubblico, che hanno presentato vini di
tutto rispetto, dimostrando una visione qualitativa del prodotto fino a poco tempo fa impensata.
È crescente, poi, l'utilizzo della Doc Sicilia, capace di caratterizzare e rendere immediatamente
distinguibili sui mercati internazionali le etichette dell'Isola. Insieme alle altre Doc, più o meno
note, come il Faro.
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Cerasuolo di Vittoria Cl. Dorilli ’13 – Planeta
Cerasuolo di Vittoria Cl. Giambattista Valli Paris ’11 – Feudi del Pisciotto
Contea di Sclafani Riserva del Conte ’10 – Tasca d’Almerita
Etna Bianco A’ Puddara ’13 – Tenuta di Fessina
Etna Rosso Arcurìa ’13 – Graci
Etna Rosso Calderara Sottana ’13 – Tenuta delle Terre Nere
Etna Rosso San Lorenzo ’13 – Girolamo Russo
Etna Rosso V. Barbagalli ’12 – Pietradolce
Etna Rosso Zottorinotto Ris. ’11 – Cottanera
Faro ’13 – Le Casematte
Harmonium ’13 – Firriato
Lorlando ’14 – Alliata
Marsala Sup. Semisecco Targa 1840 ’04 Ris. – Florio
Sicilia Bianco Maggiore ’14 – Rallo
Sicilia Deliella ’13 – Feudo Principe di Butera
Sicilia Nero d’Avola Saia ’13 – Feudo Maccari
Sicilia Noà ’13 – Cusumano
Sicilia Rosso Ramione ’13 – Baglio di Pianetto
Tancredi ’11 – Donnafugata
Timperosse Mandrarossa ’14 – Settesoli
Toscana
Con i suoi 79 Tre Bicchieri quest’anno la Toscana è la regione più premiata dalla Guida Vini.
Una regione che può contare su straordinari territori e tanti bravi produttori, capaci di raccontare
un mosaico produttivo fatto di aziende grandi, a volte grandissime, come di piccole. A ribadire
che la quantità prodotta non andrebbe mai, in modo preconcetto, contrapposta alla qualità.
La 2010 è stata un’annata meravigliosa a Montalcino, e consegna un numero significativo di vini
Tre Bicchieri: ben 18 i premiati, dai più strutturati delle zone più calde ai più esili della zona
Nord, dai più tradizionali ai più moderni, tutti buonissimi.
Il Chianti Classico preannuncia, con i vini d’annata, un 2013 finora passato un po’ sotto traccia,
ma che a noi sembra riserverà grandi soddisfazioni: attendiamo Riserva e Gran Selezione. Per
quest’anno sono 19 i vini a denominazione premiati – con annate che vanno dalle 2013,
appunto, alla 2010 – più 6 Igt che per composizione potrebbero essere a loro volta vini a
denominazione.
Nota di merito alla zona del Nobile di Montepulciano, che dopo anni un po’ statici sembra aver
trovato una strada di maggior comprensione dell’interazione tra il sangiovese e i particolari
terreni argillosi della denominazione.
Sulla costa molte conferme e poche, ma molto interessanti, novità. Sono tre le aziende che
conquistano per la prima volta il massimo riconoscimento - Guado al Melo, premiata anche
come Cantina Emergente, Podere San Cristoforo e Bruni - arrivano tutte da lì. A raccontare una
zona per niente statica, che cerca di interpretare il vino in termini contemporanei, affiancando
alla struttura, che normalmente le condizioni pedoclimatiche assicurano, anche dinamismo ed
eleganza.
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Bolgheri Rosso Sup. ’12 - Podere Sapaio
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Bolgheri Rosso Sup. Grattamacco ’12 - Podere Grattamacco
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Bolgheri Rosso Superiore Atis ’12 - Guado al Melo
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Bolgheri Sassicaia ’12 - Tenuta San Guido
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Bolgheri Sup. Ornellaia ’12 - Tenuta dell’ Ornellaia
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Bolgheri Sup. Rosso Castello di Bolgheri ’12 - Castello di Bolgheri
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Brunello di Montalcino ’10 - Baricci
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Brunello di Montalcino ’10 Biondi Santi - Tenuta Il Greppo
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Brunello di Montalcino ’10 Brunelli - Le Chiuse di Sotto
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Brunello di Montalcino ’10 - Canalicchio di Sopra
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Brunello di Montalcino ’10 - Caprili
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Brunello di Montalcino ’10 - Castello Romitorio
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Brunello di Montalcino ’10 - Le Chiuse
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Brunello di Montalcino ’10 - Collelceto
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Brunello di Montalcino ’10 - Fattoi
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Brunello di Montalcino ’10 - Fuligni
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Brunello di Montalcino ’10 - Piancornello
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Brunello di Montalcino ’10 - Poggio di Sotto
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Brunello di Montalcino ’10 - Tenuta Le Potazzine
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Brunello di Montalcino ’10 - Uccelliera
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Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie ’10 - Il Marroneto
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Brunello di Montalcino V. Loreto ’10 - Mastrojanni
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Brunello di Montalcino V. V. ’10 - Siro Pacenti
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Brunello di Montalcino V. V. ’10 - Le Ragnaie
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Carmignano Ris. ’12 - Piaggia
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Cepparello ’12 - Isole e Olena
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Chianti Cl. ’13 - Badia a Coltibuono
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Chianti Cl. ’13 - Bandini - Villa Pomona
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Chianti Cl. ’13 - Borgo Salcetino
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Chianti Cl. ’11 - Castell’in Villa
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Chianti Cl. ’13 - Castello di Volpaia
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Chianti Cl. ’12 - Le Cinciole
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Chianti Cl. ’12 - Villa Le Corti
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Chianti Cl. ’12 - Podere Val delle Corti
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Chianti Cl. Brancaia ’13 - Brancaia
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Chianti Cl. Bugialla Ris. ’12 - Fattoria Poggerino
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Chianti Cl. Gran Sel. ’11 - Tenuta di Lilliano
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Chianti Cl. Il Grigio da San Felice Gran Sel. ’11 - San Felice
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Chianti Cl. Il Poggio Ris. ’10 - Castello di Monsanto
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Chianti Cl. Il Solatio Gran Sel. ’11 - Castello d’Albola
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Chianti Cl. Lamole di Lamole Et. Blu ’12 - Lamole di Lamole
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Chianti Cl. Ris. ’12 - Castello di Radda
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Chianti Cl. Rocca Guicciarda Ris. ’12 - Barone Ricasoli
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Chianti Cl. Sergio Zingarelli Gran Sel. ’11 - Rocca delle Macìe
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Chianti Cl. Villa Cerna Ris. ’12 - Famiglia Cecchi
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Chianti Rufina Lastricato Ris. ’11 - Castello del Trebbio
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Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano ’12 - Tenuta di Valgiano
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Cortona Syrah Il Castagno ’12 - Fabrizio Dionisio
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Dedicato a Walter ’12 -Poggio al Tesoro
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Do ut des ’12 - Fattoria Carpineta Fontalpino
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Duemani ’12 - Duemani
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Flaccianello della Pieve ’12 - Fontodi
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Galatrona ’12 - Fattoria Petrolo
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Grenache Oltreconfine ’13 - Bruni
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I Sodi di S. Niccolò ’11 - Castellare di Castellina
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Le Pergole Torte ’12 - Montevertine
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Lupicaia ’11 - Castello del Terriccio
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Maremma Toscana Baffo Nero ’13 - Rocca di Frassinello
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Maremma Toscana Podere San Cristoforo ’13 - Podere San Cristoforo
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Maremma Toscana Rocca di Montemassi ’13 - Rocca di Montemassi
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Mix36 ’11 - Castello di Fonterutoli
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Montecucco Sangiovese Lombrone Ris. ’11 - Colle Massari
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Morellino di Scansano Calestaia Ris. ’11 - Roccapesta
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Morellino di Scansano Madrechiesa Ris. ’12 - Terenzi
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Nobile di Montepulciano ’12 - Avignonesi
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Nobile di Montepulciano Asinone ’12 - Poliziano
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Nobile di Montepulciano I Quadri ’12 - Bindella
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Nobile di Montepulciano Il Nocio ’11 - Poderi Boscarelli
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Nobile di Montepulciano Ris. ’11 - Tenute del Cerro
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Nobile di Montepulciano Salco ’11 - Salcheto
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Oreno ’12 - Tenuta Sette Ponti
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Orma ’12 - Podere Orma
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Paleo Rosso ’12 - Le Macchiole
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Petra Rosso ’12 - Petra
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Terre di Pisa Nambrot ’12 - Tenuta di Ghizzano
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Tramonto d’Oca ’10 - Poggio Bonelli
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Vernaccia di S. Gimignano Carato ’11 - Montenidoli
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Vernaccia di S. Gimignano l’Albereta Ris. ’12 - Il Colombaio di Santa Chiara
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Vin Santo di Carmignano Ris. ’08 - Tenuta di Capezzana
Trentino
Il TrentoDoc tiene alta l’immagine del Trentino enologico in Italia e nel mondo. 41 aziende,
grandissime realtà o piccole cantine artigianali. Più di 100 etichette assaggiate, oltre 20 nelle
degustazioni finali, e 7 sul gradino più alto, quello dei Tre Bicchieri, con una piacevole novità: la
new entry Opera, dinamica giovane realtà della Valle di Cembra, che si unisce a maison
storiche. Un risultato che testimonia l'ottimo lavoro del comparto vitivinicolo trentino e la una
cura delle uve di chardonnay (e pinot nero in misura crescente) delle basi spumante. Sono i vini
della “rinascita” della seconda fermentazione, che hanno creato lo stile delle bollicine di
montagna, anzi dolomitiche. Vini ricchi di nerbo acido, puliti e scorrevoli, di grande mineralità,
capaci di maturare per anni sui lieviti acquistando profondità ed eleganza. E tutto questo in
assenza di alcune etichette di prestigio, come il Riserva del Fondatore Giulio Ferrari o il Flavio
della Rotari, ancora sui lieviti in attesa della sboccatura.
Diversa è la situazione dei vini fermi della tradizione. Solo il San Leonardo del marchese
Guerrieri Gonzaga mantiene la sua fama e la tradizionale eleganza. I riscontri sul Teroldego
sono altalenanti, colpa dell’annata – ma mancano all’appello diverse versioni ancora in
affinamento – e di qualche forzatura nelle maturazioni.
Anche tra i bianchi è mancata l’emozione anche se diverse etichette hanno raggiunto le finali e
non mancano begli esempi, come tra i vignaioli cembrani, artigiani della vigna e veri custodi di
questo difficile territorio.
Tra i dolci un grande vino della tradizione trentina: il Vino Santo, che nel nome ricorda i graticci
sui quali le uve nosiola della Valle dei Laghi appassiscono fino alla settimana di Pasqua.
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San Leonardo ’10 - Tenuta San Leonardo
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Trentino Müller Thurgau V. delle Forche ’14 - La Vis/Valle di Cembra
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Trento Brut Altemasi Graal Ris. ’08 - Cavit
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Trento Brut Domini Nero ’10 - Abate Nero
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Trento Brut Dosaggio Zero Opera Ris. ’08 - Opera Vitivinicola in Valdicembra
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Trento Brut Methius Ris. ’09 - F.lli Dorigati
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Trento Brut Riserva del Fondatore 976 ’05 - Letrari
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Trento Dosaggio Zero Ris. ’10 - Nicola Balter
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Trento Extra Brut Lunelli Ris. ’07 - Ferrari
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Vino Santo Arèle ’06 - Pravis
Umbria
Partiamo dalla cima, ovvero dal primo posto del podio, quello dei Tre Bicchieri. Il numero dei
premiati è 10. Ma considerare solo il vertice della classifica non rende merito dell'effettivo
panorama della regione, che è fatto di tanto buon vino, cantine che meritano di essere
conosciute e territori che si stanno valorizzando sempre più, e non solo quelli tradizionalmente
vocati alla vitivinicoltura.
Tra i rossi il sontuoso Torgiano Rubesco Riserva Vigna Monticchio ’10 Lungarotti, è in annata di
grazia. Poi c'è Montefalco, ovviamente, a dominare la scena: una zona che esprime una
quantità significativa, capace di legare territorio e varietà. Il Sangrantino non è andato al
massimo, ma tutta l'area dimostra carattere e maturità crescenti, oltre che una interessante
diversificazione stilistica che dà conto del lavoro che si sta facendo in questa regione.
Poi ci sono i bianchi, che negli ultimi hanno hanno riscoperto torroir storici, come Orvieto, che
dà segnali di rinascita incoraggianti. Quest’anno la zona (eccezion fatta per il solito Cervaro
della Sala) non ha espresso vini di vertice, però il percorso è tracciato e nelle ultime edizioni ne
abbiamo dato ampia testimonianza. Mentre un'altra storia di bianchi di grande fascino è quella
del Trebbiano Spoletino, a segno quest’anno con un superlativo Trebium ’14 di Filippo Antonelli.
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Cervaro della Sala ’13 - Castello della Sala
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Montefalco Sagrantino ’12 - Fattoria Colleallodole
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Montefalco Sagrantino ’11 - Perticaia
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Montefalco Sagrantino ’11 - Romanelli
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Montefalco Sagrantino ’10 - Scacciadiavoli
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Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua ’11 - Giampaolo Tabarrini
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Montefalco Sagrantino Collenottolo ’11 - Tenuta Bellafonte
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Montefalco Sagrantino Collepiano ’11 - Arnaldo Caprai
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Spoleto Trebbiano Spoletino Trebium ’14 - Antonelli - San Marco
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Torgiano Rosso V. Monticchio Ris. ’10 - Lungarotti
Valla d'Aosta
La Valle d’Aosta del vino offre uno dei panorami più affascinanti sotto il profilo dei paesaggi e
delle varietà autoctone. Non troverete in nessun’altra regione d’Italia (e in pochissime nel
mondo) vigne oltre i 1200 metri di quota. Nessun altro terroir può vantare una tradizione di
viticoltura di montagna plurimillenaria come quella valdostana. Il fascino di questi vini antichi,
vere sfide alla natura, ci ripaga anche dell’unico neo di questa bella storia, la difficoltà di
reperimento legata all’esiguità di queste produzioni.
Quest’anno c'è una crescita, particolarmente sensibile tra quei produttori che cercano di
esprimere le potenzialità di queste straordinarie vigne d’alta quota e dei vitigni autoctoni
valdostani. E il risultato c'è: va alla Valle d’Aosta il premio speciale Dolce dell’Anno (una
sfolgorante versione di Chambave Moscato Passito ’13, il Prieuré della Crotta di Vegneron) e il
numero dei Tre Bicchieri sale a 6, massimo storico per la Valle. I tre bianchi sono dei classici,
ma molte belle notizie vengono dai rossi. Massio premio per due straordinari rossi da vitigni
internazionali che però qui hanno trovato un habitat interessantissimo, che gli permette di
esprimere con eleganza i caratteri varietali senza rinunciare alla tipica impronta alpina. Buone
prove anche da numerosi Fumin, Cornalin, Mayolet e Vuillermin, ma anche Nebbiolo.
Segnali più che positivi. I giovani stanno tornando a coltivare le vigne eroiche di montagna,
determinati a raccontare storie enologiche sempre più fascinosamente locali, che non possono
prescindere dallo straordinario patrimonio di esperienze della tradizione e dalla ricchezza di
varietà autoctone.
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Valle d'Aosta Chambave Moscato Passito Prieuré '13 - La Crotta di Vegneron
Valle d'Aosta Chardonnay Cuvée Bois '13 - Les Crêtes
Valle d'Aosta Petite Arvine '14 - Elio Ottin
Valle d'Aosta Pinot Gris '14 - Lo Triolet
Valle d'Aosta Pinot Noir Semel Pater '13 - Maison Anselmet
Valle d'Aosta Syrah '13 - Rosset Terroir
Veneto
Il Veneto è una delle regioni più importanti per il vino di qualità, forte di denominazioni che non
conoscono crisi, come Prosecco o Amarone della Valpolicella, e di tante piccole e grandi
denominazioni dove i produttori si sono imposti standard qualitativi molto alti.La glera occupa la
maggior parte delle vigne orientali, poi lascia spazio alle varietà bordolesi, da secoli presenti in
gran parte del Veneto centrale. Nella provincia di Verona le uve tradizionali sono tantissime,
dalla garganega a Soave e Gambellara fino alla corvina e il cortese sulle sponde del Garda.Il
Prosecco è uno straordinario traino per tutto il comparto, ma colpiscono per qualità e continuità
anche aziende che puntano sulle varietà bordolesi: Serafini & Vidotto sul Montello, Piovene
Porto Godi sui Colli Berici, Emo Capodilista sugli Euganei e i cugini Zonta a Breganze danno
l’idea di come merlot e cabernet ben si sposino a questa parte di regione.L’ottima vendemmia
2013 ha dato risultati di livello a Soave, e insieme alle aziende storiche c'è la new entry di
quest'anno, Marcato.In Valpolicella molte novità, con il ritorno sul gradino più alto del podio di
aziende che da qualche anno mancavano e la presenza di produttori che si aggiudicano i Tre
Bicchieri per la prima volta, come la piccola Villa Spinosa, o I Campi, non al primo
riconoscimento, ma per la prima volta premiata con un rosso.Ci sono poi grandi risultati da
denominazioni meno ingombranti, il Custoza Ca’ del Magro di Monte del Frà e il Bardolino de Le
Vigne di San Pietro, e poi ancora il piccolo ma straordinario mondo di vini dolci, in cui svettano
ancora una volta il Cristina di Roeno e l’Alpianae di Vignalta.Il premio di Azienda
dell'Anno quest'anno va a un'azienda veneta, Allegrini, per la capacità imprenditoriale e
qualitativa che ha saputo infondere in ogni progetto, bandiera del Made in Italy nel mondo.
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Amarone della Valpolicella ’10 - Marion
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Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli ’11 - Tenuta Sant’Antonio
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Amarone della Valpolicella Cl. ’11 - Allegrini
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Amarone della Valpolicella Cl. ’07 - Cav. G. B. Bertani
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Amarone della Valpolicella Cl. ’06 - Giuseppe Quintarelli
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Amarone della Valpolicella Cl. Campolongo di Torbe ’09 - Masi
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Amarone della Valpolicella Cl. Casa dei Bepi ’10 - Viviani
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Amarone della Valpolicella Cl. Monte Ca’ Bianca ’10 - Lorenzo Begali
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Amarone della Valpolicella Cl. Sergio Zenato Ris. ’09 - Zenato
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Amarone della Valpolicella Cl. Vign. di Ravazzol ’11 - Ca’ La Bionda
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Amarone della Valpolicella Cl. Vign. Sant’Urbano ’11 - Viticoltori Speri
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Bardolino ’14 - Le Vigne di San Pietro
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Breganze Cabernet Vign. Due Santi ’12 - Vigneto Due Santi
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Cartizze V. La Rivetta - Villa Sandi
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Colli Berici Cabernet Vign. Pozzare ’12 - Piovene Porto Godi
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Colli Euganei Cabernet Sauvignon Ireneo ’12 - Conte Emo Capodilista La Montecchia
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Colli Euganei Fior d’Arancio Passito Alpianae ’12 - Vignalta
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Cristina V. T. ’12 - Roeno
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Custoza Sup. Amedeo ’13 - Cavalchina
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Custoza Sup. Ca’ del Magro ’13 - Monte del Frà
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Lugana Molceo Ris. ’13 - Ottella
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Montello e Colli Asolani Il Rosso dell’Abazia ’12 - Serafini & Vidotto
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Soave Cl. Ca’ Visco ’14 - Coffele
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Soave Cl. Calvarino ’13 - Leonildo Pieropan
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Soave Cl. Le Bine de Costiola ’13 - Tamellini
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Soave Cl. Monte Alto ’13 - Ca’ Rugate
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Soave Cl. Pigno ’13 - Marcato
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Soave Cl. Staforte ’13 - Graziano Prà
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Soave Sup. Il Casale ’14 - Agostino Vicentini
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Valdobbiadene Brut Prior ’14 - Bortolomiol
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Valdobbiadene Brut Rive di Col San Martino Cuvée del Fondatore G. Merotto ’14
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Valdobbiadene Brut V. V. ’14 - Ruggeri & C.
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Valpolicella Cl. Sup. Ripasso Jago ’11 - Villa Spinosa
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Valpolicella Cl. Sup. Ripasso Pojega ’13 - Guerrieri Rizzardi
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Valpolicella Sup. ’13 - Musella
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Valpolicella Sup. Ripasso Campo Ciotoli ’13 - I Campi
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