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Dove finisce la privacy dei potenti

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Dove finisce la privacy dei potenti
DIARIO
MARTEDÌ 12 MAGGO 2009
DI REPUBBLICA
■ 38
Dopo l’annuncio mediatico del divorzio tra i coniugi
Berlusconi ci si interroga sul diritto dei cittadini di essere
informati sulle vicende personali dei leader politici
PUBBLICO
&PRIVATO
Dove finisce
la privacy dei potenti
LIBRI
GUY DEBORD
La società
dello
spettacolo
Baldini
Castoldi e
Dalai 2008
Commentari
alla società
dello
spettacolo
Sugarco
1995
MARCO
BELPOLITI
Il corpo del
capo
Guanda
2009
DREW
WESTEN
La mente
politica
Il Saggiatore
2008
FILIPPPO
CECCARELLI
Il letto e il
potere
Storia
sessuale
d’Italia da
Mussolini a
vallettopoli
bis
Longanesi
2007
GIOVANNI
SARTORI
Homo videns
Televisione e
post
pensiero
Laterza 2007
MICHELE
SORICE
I media. Una
peospettiva
sociologica
Carocci
2005
LYN GORMAN
DAVID
MACLEAN
Media e
società nel
mondo
contemporaneo
Il Mulino
2005
Prima repubblica
FILIPPO CECCARELLI
ono affari loro, quindi
sono di tutti. E già così la
faccenda è abbastanza
complicata, ma ancora
di più lo diventa se si
considera che di solito sono affaracci, i loro. E come se non bastasse, ci si mette anche la storia,
con le sue crudeltà, e la tecnologia, con i suoi ritrovati, e l’ipocrisia, che raramente è un toccasana, e poi anche il caso, e addirittura la necessità: tutto insomma
contribuisce a spostare di continuo questi invocatissimi confini
tra il pubblico e il privato.
Quasi nessuno, anzi nessuno,
nel maggio radioso e insanguinato del 1945 ebbe la signorilità
di richiamarli a proposito di Claretta Petacci. Eppure: che c’entrava? Perché ucciderla? E in nome di quale barbaro rituale appendere anche lei, per giunta
senza mutande, al distributore di
benzina a piazzale Loreto? «Ah
quella donna – scrisse Quasimodo – le sue calze da macabro cancan». Benedetto il prete partigiano, don Pollarolo, che facendosi
largo nella folla riuscì a sigillarle
la gonna con una spilla da balia…
Faceva uno strano effetto, l’altra sera, Berlusconi sollevare la
sua “questione privata” al cospetto di Bruno Vespa, conduttore sì di Porta a porta, ma pure
celebratissimo autore di un bestseller intitolato L’amore e il potere. Sottotitolo: Da Rachele a Veronica (Mondadori, 2007). E dunque (e perciò, e però): ben altre
spaventose tragedie ha conosciuto la vicenda italiana prima
di inoltrarsi nei drammi coniugali e nelle commedie scollacciate del Cavaliere!
Ninfe, veline, farfalline, escort,
favorite e api regine ci sono sempre state, intorno ai potenti, con
il dovuto fall-outdi stampa. In almeno due casi “allegre donnine”, come si diceva un tempo con
maschilistica leggiadria vezzeggiativa, hanno addirittura lambito il sacro colle del Quirinale. E gli
“spettacolini” di cui tanto si spettegola fuori e dentro la lussuosa
dimora di un potere che certo è
pubblico, ma in questi giorni non
potrebbe apparire più intimo,
venivano allora rubricate sui
quotidiani come “partite di piacere”.
Inevitabile è la risciacquatura
dei panni sporchi del potere, e
forse talvolta perfino conveniente. Come del resto furono opportunamente segnalate dal proto-
Gli spettacolini di cui
tanto si spettegola dentro
e fuori il palazzo
esistevano eccome anche
nella Prima repubblica
S
Tolleranza
Agli italiani piace
dipingersi come un popolo
più tollerante di altri
sui vizi degli uomini pubblici
ma non è poi tanto vero
SCANDALI REALI
Edoardo VIII con
l’attrice Wallis Simpson
gossip a sfondo ideologico, le peripezie matrimoniali dei capi comunisti che regolarmente mollavano le vecchie mogli rivoluzionarie per mettersi con giovani
donne: e mica solo Togliatti, nel
novero esteso dei rossi fedifraghi
dovendosi comprendere anche
Longo, Novella, Colombi, Li
Causi, Pajetta e Boldrini. Terracini ebbe problemi per via della seconda moglie, che era già sposata.
Tutto in fondo è documentato
e documentabile, a riprova che
questa storia del privato sarà anche giusta, ma non tiene, sfugge,
o tracima. E in ogni caso prima o
poi gli impicci vengono alla luce
del sole e delle cronache – quando il loro disvelamento non
preannuncia vere e proprie svolte politiche. Per cui attorno alle
orge democristiane di Capocotta
si gioca la successione a De Gasperi. Mentre le “squillo da un
milione”, che per l’impegno della mezzana Mary Fiore rallegrarono gli affari e non solo di Mattei
e di diversi altri notabili democristiani, beh, quelle giovani ed eleganti indossatrici che di sicuro
non avrebbero sfigurato in qualche odierna scuola di formazione politica, anche loro finiscono
per gettare qualche luce sulle dif-
SILLABARIO
PUBBLICO&PRIVATO
UMBERTO ECO
i solito un politico fa il possibile per tenere
separati i propri problemi domestici dai
problemi di stato. Dov’è che si realizza, nella Storia, una fusione completa tra potere politico
e affari personali? Nell’impero romano, dove l’imperatore è padrone assoluto dello stato, non è più
controllato dal senato, gli basta l’appoggio dei pretoriani, e allora prende a calci la madre, fa senatore il proprio cavallo, costringe i cortigiani che non
apprezzano i suoi versi a tagliarsi le vene...
Questo succede cioè quando si crea non un conflitto di interessi bensì una assoluta identità di interessi tra la propria vita (e interessi privati) e lo stato. Tale assoluta identità di interessi prefigura un
regime, almeno nella fantasia di chi lo vagheggia,
che non ha nulla a che vedere con i regimi di altri
tempi, bensì con i rituali del Basso Impero.
D
ficoltà e i ricatti emersi attorno al
varo del centrosinistra. E comunque: chi di scandalo ferisce,
di scandalo può essere ferito. Si
specula sul caso della povera
Wilma trovata morta a Torvaianica, si brandisce la perversa immoralità dei governanti democristiani, ma può sempre accadere che il grande accusatore comunista venga sorpreso e fotografato nell’androne di una casa
compiacente, con la moglie per
giunta, e un giovanotto poco meno che maggiorenne.
Agli italiani piace raccontarsi
come un popolo assai tollerante,
assai più degli altri popoli capace
di difendere la frontiera che divide la sfera pubblica da quella privata. E tuttavia, sia pure con
qualche azzardo storiografico, si
può ritenere che nella prima
metà degli anni cinquanta, e proprio attorno al caso Montesi, tra i
due partiti-chiesa si stabilì una
sorta di tregua che implicitamente fissava i limiti che la polemica politica non doveva varcare. Ma una zona grigia e scivolosa, resa tale proprio dalla commistione tra pubblico e privato, non
può non esistere. Vicissitudini
coniugali, corna, figli illegittimi,
omosessualità, debolezze, malattie. Le umane magagne: chiamale “private”, chiamale come ti
pare. Bene: a presidio di questa
zona d'ombra, di questa terra di
nessuno, per un cinquantennio
furono posti da una parte gli apparati polizieschi, a cominciare
dal Sifar con i suoi 157 mila fascicoli eccellenti, e dall’altra un circuito mediatico parallelo – lo
Specchio, Abc, l’Op del povero
Pecorelli, i rotocalchi rosa – che il
comodo fariseismo del Palazzo
portò a definire “scandalistico”.
Con il crollo della Prima Repubblica e la rottura del quadro
ideologico di riferimento che ne
delimitava la cornice, anche
quell’equilibrio, quell’antico armistizio è venuto meno. La moltiplicazione delle fonti, la centralità pure commerciale del corpo,
la prevalenza del gossip e la cultura del talk-show le hanno assestato il colpo di grazia. In questo
vuoto si è inserito un sistema di
dominio, non solo berlusconiano, ma specialissimamente berlusconiano, per cui ciò che era
pubblico è divenuto privato, e viceversa. Con sereno distacco si
può dire che la doppia inversione
ha avuto qualche conseguenza.
Ma con qualche sgomento si può
anche ipotizzare che il bello deve
ancora venire – e anche il brutto.
Gli autori
IL SILLABARIO di Umberto Eco è tratto da un testo del 2002 raccolto in A
passo di gambero (Bompiani). Alastair Campbell, giornalista inglese, è
stato consigliere e direttore delle comunicazioni e della strategia di Tony
Blair.
I Diari online
TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica, comprensivi delle fotografie e
dei testi, sono consultabili su Internet
in formato Pdf all’indirizzo web
www.repubblica.it. I lettori potranno
accedervi direttamente dalla home
page del sito, cliccando al menu “Supplementi”.
Repubblica Nazionale
Bertrand Russell
Thomas Jefferson
Michel de Montaigne
Senza moralità privata la
sopravvivenza delle comunità
è priva di valore
Non ho mai creduto che esista
una morale per l’uomo pubblico
e un‘altra per quello privato
Una vita eccellente è quella
che si mantiene in ordine
fino al proprio privato
“L’autorità e l’individuo”, 1949
Autobiography, papers letters (1984)
Saggi (1580)
JOHN F. KENNEDY
PRINCIPESSA DEL GALLES
CLINTON-LEWINSKY
SARKOZY E CÉCILIA
OGGI
Molte le voci su un “affair”
tra il presidente Usa e
Marilyn Monroe. Famoso
il suo “Happy Birthday
Mr. President”
Molti gli scandali di Lady
D., dalla separazione da
Carlo alle “confessioni” sui
tradimenti alla BBC al suo
legame con Dodi al-Fayed
Gennaio 1998, scoppia il
“sexgate”: la relazione
tra Clinton e la stagista
porta il Presidente a un
passo dall’impeachment
“Se torni, annullo tutto”:
fa il giro del mondo l’sms
di Sarkozy alla ex moglie
a pochi giorni dal nuovo
matrimonio con la Bruni
Dalla festa di Noemi
Letizia all’annuncio di
Veronica Lario di
chiedere il divorzio: è
bufera politico-mediatica
■ 39
Le tappe
Perché è diverso lo spirito pubblico negli Usa Se la comunicazione prevale sull’azione
LA SEVERITÀ
AMERICANA
ALEXANDER STILLE
ALASTAIR CAMPBELL
l personale è politico», è stato uno degli
slogan del femminismo americano degli anni Settanta e, a differenza dell’Italia, questa idea è stata metabolizzata e
interiorizzata dalla politica americana – a destra come a sinistra. Forse perché si mescola bene con un
certo retaggio puritano della nostra cultura: il comportamento personale – negli atti e nel linguaggio –
è considerato parte del curriculum di un politico e
anche per questo viene giudicato dalla gente.
Negli Stati Uniti anche una donna politica di destra come Sarah Palin si dichiara femminista e se
Barack Obama o il suo vice Joseph Biden avessero
parlato delle sue gambe o avessero detto di voler
“palpare” una donna in pubblico, sarebbero stati
spellati vivi.
Ma, visto che la natura umana rimane la stessa
dappertutto, anche negli Stati Uniti abbiamo avuto il caso Clinton-Lewinsky nonché lo scandalo più
recente del governatore dello Stato di New York Elliot Spitzer che aveva rapporti con una giovane prostituta. Tutte e due le volte, però, il prezzo pagato è
stato molto alto: Bill Clinton si è salvato per un pelo
dall’impeachment, ha dovuto subire una censura
ilvio Berlusconi, con la sua tendenza a dire e fare cose controverse, tra il politico e il personale, è una figura insolita di leader moderno. È sopravvissuto a
una quantità di episodi imbarazzanti che avrebbero potuto stroncare la carriera di uomini meno sicuri di sé
e meno dotati politicamente. L’idea di un premier britannico coinvolto in un divorzio provocato, apparentemente,
dalla rabbia della moglie per un rapporto di non si sa che
genere con una ragazza diciottenne... No, è decisamente
una situazione molto italiana, o meglio berlusconiana.
Non conoscendo i fatti sulla natura di questo rapporto (e
francamente la lettura dei giornali non mi ha minimamente aiutato in questo senso) non faccio fatica a immaginare i collaboratori di Berlusconi lamentarsi di come i media abbiano distorto ed esagerato la faccenda, trivializzando più del lecito l’attualità politica. Poi però viene da pensare: ma i media sono lui.
Qui in Gran Bretagna i nostri media, invece di concentrarsi sulla crisi globale, vanno a nozze con le notizie sui
rimborsi spese per un milione e mezzo di sterline che stanno facendo emergere molte pretese stravaganti avanzate
dai rappresentati del popolo: tappi per la vasca da bagno,
film porno (in un caso), assorbenti interni (chiesti da un
uomo), e, più seriamente, lavori di ristrutturazione in case
«I
NAPOLEONE
Nel dipinto
qui sopra,
Napoleone
ripudia
l’imperatrice
Josephine de
Beauharnais;
a sinistra,
Enrico VIII e
le sue sei
mogli
COSÌ I MEDIA
DETTANO LEGGE
S
“Il personale è politico”
Il profilo mediatico
Lo slogan del femminismo americano degli anni ’70
“il personale è politico” è stato metabolizzato
e interiorizzato dalla politica Usa: il comportamento
personale è parte del curriculum di un politico
I momenti in cui la sfera personale e quella politica
entrano in collisione sono tra i più difficili da gestire.
Berlusconi potrebbe prendere esempio dalla regina
Elisabetta, sopravvissuta a molti scandali
ufficiale dal Congresso e chiedere scusa pubblicamente; Elliot Spitzer ha dovuto dimettersi.
Così se l’ultima vicenda che ha coinvolto Silvio
Berlusconi fosse capitata negli Stati Uniti si sarebbe svolta in maniera completamente diversa. Per
cominciare, Silvio Berlusconi sarebbe stato costretto a spiegare esattamente come aveva conosciuto Noemi Letizia.
Non sarebbero state tollerabili le vaghezze e le
contraddizioni del suo racconto: «Il padre è un vecchio amico, autista di Craxi, anzi no». Lui che dice:
«Io e la ragazza ci siamo visti tre o quattro volte»
mentre lei sostiene: «Mi ha fatto bei regali per anni,
mi chiama quando è libero e vengo a Roma o a Milano per raggiungerlo».
D’altra parte l’esuberanza di Berlusconi, da noi,
sarebbe stata frenata da tempo. Un politico americano non potrebbe parlare delle “belle segretarie”
che ci sono in giro. E se fossero uscite intercettazioni telefoniche in cui cercava di trovare lavoro a delle signorine per “sollevare il morale” o per rovesciare la maggioranza del governo in Parlamento,
sarebbe stato costretto alle dimissioni. E, probabilmente, la sua carriera politica sarebbe finita così.
Troppo duro lo standard americano? Non credo.
Non è una questione di adulterio e moralità personale. Quando un politico mobilita risorse pubbliche per una sua “favorita” – un lavoro alla televisione di Stato, un posto nel parlamento, un ministero
– si tratta di abuso di potere. E persino un rapporto
senza questo aspetto, quello tra Bill Clinton e Monica Lewinsky, fu censurabile anche perché la relazione tra un capo di Stato e una stagista di vent’anni non può essere puramente personale: è per forza un rapporto di potere.
La seduzione che esercita Berlusconi ha ingredienti simili: il potere e le opportunità che il potere
può offrire. E quindi la vicenda sconfina inevitabilmente nella sfera pubblica.
Il personale è politico.
per le vacanze. E poi pensate all’America, dove l’attenzione si concentra in gran parte su Barack Obama come persona, oltre che su Obama come politico. Poi ripensate al
suo penultimo predecessore, Bill Clinton, la cui presidenza rischiò di finire gambe all’aria per una relazione inappropriata con una stagista, Monica Lewinsky.
Piaccia o non piaccia, viviamo in un’epoca mediatica.
Ormai in gran parte dei media si fanno poche distinzioni
tra «interesse pubblico» e «quello che interessa al pubblico
secondo noi». E dunque la politica è noiosa, pensano molti degli operatori del settore. Il sensazionalismo è facile. La
quotidianità stufa. Lo scandalo no. La libertà di informazione si è trasformata nella convinzione che i personaggi
pubblici non hanno diritto alla minima privacy. E dunque
l’interrogativo diventa: come devono regolarsi i leader per
gestire questa situazione? Riprendiamo il caso di Clinton,
un maestro della comunicazione. Quando lo scandalo
Lewinsky era al suo apice e Kenneth Starr stava per pubblicare il suo rapporto, l’allora presidente era al telefono con
Tony Blair a discutere dello smantellamento delle armi nucleari sovietiche. Diversi anni dopo gli ho chiesto come facesse a concentrarsi su una cosa del genere quando intorno a lui il mondo intero non parlava che dell’imminente
rapporto sulla sua vita sessuale. Lui mi ha risposto che aveva un obbiettivo chiaro: sopravvivere. Aveva una strategia
chiara: alzarsi ogni mattina e concentrarsi solo su quelle
cose su cui, in quanto presidente, poteva fare la differenza.
E la sua tattica era far sapere agli americani che cosa stava
facendo. In altre parole: ignorare il rumore e andare avanti col lavoro. So, dal periodo trascorso a lavorare con Tony
Blair, che i momenti in cui la sfera personale e quella politica entrano in collisione sono tra i più difficili da gestire.
Berlusconi ora si trova nel pieno di uno di quei momenti.
Non farebbe male ad adottare lo stesso approccio sereno
di Clinton. Oppure potrebbe prendere esempio da un altro
personaggio pubblico, la regina Elisabetta. Lei e la sua famiglia sono sopravvissuti a molti scandali. Ma due cose sono da sottolineare: primo, il suo positivo profilo mediatico.
E secondo, non ha mai concesso un’intervista.
(traduzione di Fabio Galimberti)
FILM
THE QUEEN
La regina
Elisabetta di
fronte alla
morte di
Lady Diana.
L’impatto
del sistema
dei media di
oggi su una
donna di
altri tempi,
consigliata
da un
premier
mediatico
come Tony
Blair
Di Stephen
Frears, con
Helen Mirren
del 2006
SESSO E
POTERE
Un
presidente
coinvolto in
uno scndalo
sessuale
decide di
sviare
l’attenzione
del mondo
dichiarando
una guerra
nei Balcani.
Refia di
Barry
levinson con
Dustin
Hoffmann e
Robert De
Niro, del
1997
LA SECONDA
GUERRA
CIVILE
AMERICANA
La chiusura
delle
frontiere ai
messicani
confidata
all’amante
giornalista,
messicana
anche lei
mette nei
guai un
governatore
e il
presidente
degli Stati
Uniti
Di Joe Dante
del 1997
Repubblica Nazionale
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