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Selene Calloni Williams Yogin e Sciamano Guida alla

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Selene Calloni Williams Yogin e Sciamano Guida alla
Selene Calloni Williams
Yogin e Sciamano
Guida alla conoscenza della pratica sciamanica
Editore di pensieri, emozioni, strumenti
Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Editore di pensieri, emozioni, strumenti
E’ una collana diretta da Matteo Ponti
è un marchio
http://www.nonterapia.ch/
[email protected]
Società di Nonterapia: Bissone, Losanna, Milano, Edimburgo.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Selene Calloni Williams
Molto giovane trascorre svariati anni in Oriente dove è iniziata allo yoga e allo
sciamanismo da Michael Williams. Studia meditazione durante sei anni di ritiro presso il
Polgasduwa Island Hermitage, l’eremitaggio theravada nella foresta (Forest Monastery),
fondato dal Ven. Nyanatiloka nel 1911, che si trova nel Distretto di Galle, in Sri Lanka.
Successivamente si laurea in psicologia con una tesi sullo Yoga Integrale di Sri Aurobindo e
viaggia intensamente per le regioni himalayane seguendo un percorso geografico che è
altresì un percorso di iniziazione interiore. Anche in Occidente è allieva di grandi maestri del
calibro di Raimon Panikkar e James Hillman, con quest’ultimo e altri filosofi pubblica nel
2003 il libro Quaderni di Mantra, edizioni Holos International, Melide, Svizzera. Aspetti
significativi della sua iniziazione, unitamente alla spiegazione di pratiche e di rituali dello
Yoga Sciamanico, si trovano nei libri Iniziazione allo Yoga Sciamanico, edizioni
Mediterranee, Roma, 1999 e Yogin e Sciamano, edizioni Attipoetici, Bissone, 2010.
La sua tesi di laurea sullo Yoga Integrale è stata pubblicata nel 1993 dalla Casa Editrice
Promolibri di Torino con il titolo Energia e Armonia nello Yoga Integrale, libro ri-edito in
versione riveduta e corretta nel 2010 da Atti Poetici. Le edizioni Attipoetici nel 2010
pubblicano in nuova edizione anche i suoi Quaderni di Yoga, due volumi dedicati alle
tecniche psicofisiche dello yoga, già editi nel 1994 da Promolibri.
Nel 2004 pubblica per i tipi della Casa Editrice Magnanelli di Torino il saggio Il Mito del
Superuomo, da Nietzsche ad Aurobindo.
È autrice televisiva e documentarista. A cavallo tra il 2007 e 2008 realizza il programma
televisivo Camminando, andato in onda su “LA7” nel febbraio 2008. Ha realizzato anche
documentari a carattere antropologico. Il documentario Myanmar, la Terra dei Nat, è
acquistabile presso la Società di Nonterapia al prezzo di 25 Euro. Per averlo è sufficiente
inviare una mail di richiesta a [email protected].
Su esempio e incarico di Michael Williams, fonda il
movimento dello Yoga Sciamanico.
www.yogasciamanico.it
Il movimento dello Yoga Sciamanico vanta oggi
numerosi allievi che hanno dato origine ad
associazioni e centri in cui é possibile praticare lo Yoga Sciamanico.
Per unire tutte le attività sotto una unica egida, nel 2003 fonda in Svizzera la Società di
Nonterapia, oggi proprietaria dei marchi:
un innovativo laboratorio di idee e prodotti per la formazione
aziendale
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
l’opificio dei viaggi nelle emozioni, dove si creano viaggi a
partire da un interesse antropologico e antroposofico. Capire i popoli, le loro culture, i loro
riti, sentirne l’anima.
Sfatando l’ansia della guarigione e dell’elevazione, a vantaggio dell’essere più divertiti,
creativi, rilassati, definisce il metodo simboloimmaginale, che si basa sulle tradizioni
astoriche e sui sistemi naturali e pubblica nel 2008 il libro elettronico “Il metodo
simboloimmaginale”, edito dalla Società di Nonterapia. Nel metodo simboloimmaginale
l’esperienza estetica si propone quale alternativa all’esperienza terapeutica, là dove l’uomo,
oltre che parte della realtà oggettiva, sia pure in grado di condividere l’aspetto immaginario
del reale, nel quale egli può essere padrone del corso degli eventi, nonché delle vicende del
proprio corpo e della propria mente.
Oggi Selene Calloni Williams vive a Edimburgo, la capitale UNESCO della letteratura.
Dalla Scozia, assai spesso, come sempre del resto, il suo spirito nomade continua a portarla
per il mondo, ovunque vi siano ispirazioni da cogliere.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Prefazione
Mi trovavo in compagnia di J. F. Michael Williams sulla spiaggia di Weligama, nell'isola di
Sri Lanka, dove egli era nato. Era il tramonto,
«Peccato che stia già facendo buio», io dissi. Fu allora che egli mi raccontò delio Spirito
del Buio.
Michael è l’uomo saggiamente folle che mi ha fatto da maestro. Moan, un suo discepolo
di vecchia data, ed io lo chiamavamo scherzosamente Intiji: Inti è un abbreviativo della
parola integrale (Michael era un fervente praticante dello Yoga Integrale), ji è il suffisso di
rispetto che si usa posporre ai nomi dei maestri. Egli era un purna-yogin (un praticante del
purna-yoga o Yoga Integrale) e uno sciamano; ovvero alla conoscenza della più avanzata e
approfondita cultura e sperimentazione yoga (lo Yoga Integrale è stato spesso definito
come «uno Yoga che va oltre lo Yoga stesso») egli univa la spontaneità, la naturalezza e la
poesia della tradizione sciamanica del suo popolo.
Solitario e schivo, yogin e sciamano, re e guerriero, Michael era veramente «un essere
favoloso», come lo definisce nel suo libro una discepola di Mère, la quale lo ha incontrato a
Colombo più di venti anni or sono (Così, Judi Cozzi, Judi, Bergamo, 1994, p. 621).
«Lo Spirito del Buio» mi disse allora Michael, «è un grande amico e maestro. È dolce e
molto schivo, non indugia là dove non si sente bene accetto, e, oramai, sono ben pochi i
posti al mondo dove egli è accolto e rispettato. Solo nel folto delle foreste e nei luoghi
selvaggi il Buio può sentirsi amato, oramai.
Lo Spirito del Buio ha una forza enorme, grazie alla quale è possibile per l'uomo guarire
dalle paure che bloccano il libero fluire delle sue energie vitali e gli causano tristezza e
malattie. Purtroppo la grande maggioranza dell'umanità non intende il poetico linguaggio
delle forze della Natura e violentemente le scaccia dal proprio mondo con la pretesa di poter
riuscire unicamente mediante l'utilizzo della ragione e della mente.
Lo Spirito del Buio, che ha molto da insegnare agli uomini, è stato scacciato dal mondo
degli esseri umani. Il risultato è che il buio con il quale ha a che fare la maggioranza degli
individui è un buio morto, senza vita, perché senza anima, e accresce la paura, anziché
donare forza e ispirare coraggio».
Fortunatamente la spiaggia di Weligama, sulla quale lo e Michael ci trovavamo in quel
momento, era uno di quei posti al mondo dove lo Spirito del Buio era ancora bene accetto.
Di li a poco, non appena il sole fu completamente oltre l'orizzonte, io imparai ad accogliere
nel mio corpo il Buio, a dargli rifugio, anziché trovarmi sperduta in esso, ad amarlo anziché
fuggirlo.
Allora compresi anche che ogni aspetto della Natura è una forma di coscienza, un
principio di intelligenza, un momento di amore infinito; compresi che ogni manifestazione
delia Natura ha un'anima e che non esistono anime buie, ovvero cattive, e anime luminose,
ovvero buone, ma che ciò che fa la differenza è solo la nostra paura, la nostra incapacità di
accettare, di vedere che ogni cosa è fatta d'amore. Capii che essere integrali significa avere
il coraggio di ri-comprendere dentro di sé ogni cosa.
In seguito Michael mi spiegò che ciascuno di noi è inscindibilmente unito alla Terra e alle
sue sensazioni emotive e che se le forze naturali di questo pianeta soffrono, noi soffriamo
con esse. «Le emozioni della Terra sono le nostre emozioni, non possiamo sottrarci a
questo legame» mi disse. «Il canale che ci unisce alla Terra è il primo chakra, il
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
mulàdhàra1; attraverso questo chakra incessantemente il nostro corpo scambia energia
con il corpo del pianeta e simultaneamente avviene lo scambio delle sensazioni emotive».
Quella sera in riva all'oceano fui rapita dal sentimento di dignitosa solitudine e di dolce
nostalgia che lo Spirito del Buio mi comunicava.
Durante il tempo trascorso con lui, Michael mi insegnò il linguaggio poetico dei rispetto
e dell'amore, che è il linguaggio attraverso il quale lo sciamano parla con gli spiriti della
Natura.
«Quando non puoi, non sai, non vuoi ascoltare gli spiriti della Natura, non sei in grado di
ascoltare neppure te stessa», mi disse un giorno nel frastuono delie vie di Colombo, caotica
capitale dello Sri Lanka. «Anche tu infatti sei, come la Natura, l'insieme di più parti. In te c'è
il tuo spirito animale, il tuo spirito bambino, il tuo spirito guerriero, il tuo spirito magico, il
tuo spirito logico (quello che ha prevalso nella tua società) il tuo spirito romantico (quello
che io chiamo ia dama), il tuo spirito creativo (quello che io chiamo il genio) e, infine, il tuo
spirito guida, il tuo maestro interiore. Per realizzare te stessa devi realizzare innanzitutto il
completamento e la gioia di ogni aspetto della tua anima, ovvero di ogni spirito che ti
compone. Finché il tuo spirito selvaggio, o la bambina, o l'animale, o il mago, sono feriti,
sofferenti, imprigionati, tu non puoi pervenire alla tua realizzazione.
Per guarire le parti che ti compongono devi innanzitutto poter dialogare con esse e
comprenderle: ciò non è possibile quando non intendi il linguaggio poetico del rispetto e
dell'amore attraverso il quale si esprime la Natura, perché allora significa che il tuo cuore è
chiuso e tutta la tua energia si è ritirata nella tua mente.
Innanzitutto tieni sempre aperto il tuo cuore. L'evoluzione dell'essere umano deve
compiersi mediante l'apertura del suo chakra del cuore» .
Michael mi insegnò a comprendermi e a guarirmi in comunione con le forze della Natura.
Quando, nel 1989, dovetti tornare e stabilirmi in Europa, incontrai non poche difficoltà
nel tentativo di portare agli altri la mia esperienza. Decisi allora di studiare psicologia
all'Università per apprendere il linguaggio degli «sciamani dottori», come li chiamava
Michael.
Fortunatamente in Europa in questi ultimi anni le cose si sono trasformate al punto che
oggi si sta creando una discreta apertura alla figura dello sciamano e a tutto ciò che egli
rappresenta.
A Michael piaceva citare questo detto: «Chi non è mai stato folle non può essere
saggio». Il confine tra la saggezza e la follia è dato dalla tua paura: se hai paura della tua
libertà, della tua gioia, della tua forza, della tua vita, della tua animalità, della tua
creatività, della tua universalità, della tua incessante morte e rinascita, se hai paura di ciò
che sei e, tuttavia, non puoi nasconderlo, allora sei un folle; se sai essere te stesso senza
temerti, allora sei un saggio.
Lo sciamano è un viaggiatore dello spazio interiore, è colui che ti dice: «Lasciati
essere...».
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1 chakra sono i centri psicoenergetici dell'essere umano. Nello Yoga si distinguono sette centri principali. Il primo chakra
(mùlàdhàra), situato nell'area del perineo, governa la dimensione fisica: esso trasforma l'energia cosmica nelle funzioni
biologiche di base, organizza le attività legate alla sopravvivenza corporea, come l'alimentazione, e dirige tutte le
sensazioni emotive proprie del corpo. Il secondo chakra (svàdhishthàna), situato nell'area degli organi genitali, governa la
dimensione dei desideri e delle emozioni. Il terzo chakra (manipura), situato nell'area del plesso solare, dirige la volontà
personale. Il quarto chakra (anàhata), situato nell'area del plesso cardiaco, governa l'essere emotivo superiore, i grandi
sentimenti, la capacità di dare e ricevere amore, il potere della creatività ed è la sede del nostro Maestro interiore. Il quinto
chakra (vishuddha), situato al centro della gola, governa la facoltà di espressione. Il sesto chakra (àjnà), situato nel
cervello in corrispondenza del centro tra le sopracciglia, corrispondente alla ghiandola pineale, dirige la mente, l'intelletto
e la visione. Il settimo chakra (sahasràra), situato alla sommità del capo, apre l'essere umano alle dimensioni spirituali,
ultracoscienti ed eterne.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
«Lasciati essere folle, perché, fino a quando guarderai le cose sempre e solo dallo stesso
punto di vista, dal punto di vista della tua ragione, non potrai mai scoprire le soluzioni
nascoste. Lasciati respirare, perché, fino a quando non permetterai al tuo corpo di respirare
fino in fondo, i tuoi sensi e la tua consapevolezza non potranno risvegliarsi e, fino a quando
la tua consapevolezza sarà assopita, non potrai gustare la vita, non potrai essere davvero
vivo. Vai oltre le paure e i sensi di colpa, perché questi sentimenti ti chiudono all'energia
della vita, difendi la vita prima di ogni altra cosa e cerca di essere felice, ricordando sempre
che non puoi dare agli altri se non quella gioia che hai realizzato dentro di te».
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Parte Prima
La Visione dello YoginSciamano
Come nascono le tecniche presentate in questo libro
Questo libro espone un panorama sintetico degli incontri di gruppo che conduco da molti
anni. Si tratta di sedute basate sulla sperimentazione di tecniche di guarigione, di conoscenza e di crescita personale di ispirazione sciamanica.
La mia principale preoccupazione nell'ideare e proporre tecniche ispirate allo
sciamanismo e allo Yoga è sempre stata quella di assicurarmi che esse fossero praticabili da
persone nate e cresciute in un ambiente, una cultura, un mondo che è sicuramente molto
diverso da quello dello sciamano primitivo o dello yogin Indiano. Soprattutto ho sempre
guardato all'efficacia terapeutica e al contenuto mistico che le tecniche da me proposte
potevano portare all'uomo della nostra società.
Molte volte mi sono soffermata a verificare l'efficacia e la validità del contenuto dei miei
incontri di lavoro attraverso dialoghi a posteriori che intrattenevo con i partecipanti e
costatando il miglioramento delle loro condizioni fisiche e interiori. Ho abbandonato
risolutamente quelle tecniche che mi sembravano poco efficaci e ho approfondito l'utilizzo
delle tecniche che, al contrario, dimostravano sia un notevole valore terapeutico sia,
soprattutto, una capacità di produrre Intuizioni in grado di aprire nuovi orizzonti di gioia e
di realizzazione personale.
Le tecniche presentate in questo libro, dunque, sono sia il risultato di un'esperienza
diretta, dovuta al tempo trascorso con il mio maestro, sia il frutto di una rielaborazione
personale la quale, mentre si preoccupa dell'efficacia delle tecniche, non trascura di restare
il più strettamente possibile legata all'ispirazione sciamanica e yoghica ampliandone,
talvolta, l'origine etnica per addivenire a una sintesi di conoscenze più costruttiva possibile.
Anche il mio maestro, lungi dall'attenersi unicamente alle tradizioni e agli insegnamenti
di una particolare tribù o di un determinato popolo, ha sempre teso alla sintesi delle verità
fondamentali in perfetta sintonia con lo spirito unificatore del purnayoga e degli sciamani
nomadi. A sua volta sciamano vagabondo, il mio maestro aveva viaggiato in tutti i
continenti e a ciò che egli non aveva conosciuto personalmente sopperiva la sua cultura e
principalmente la sua eterna fantasia sciamanica.
In virtù della presenza di questa sintesi di conoscenze e per altre ragioni che
esamineremo nelle pagine seguenti, amo parlare di neosciamanismo in riferimento al mio
lavoro.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Neosciamanismo
Nella visione dello sciamano, così come in quella dell'uomo primitivo, ogni fenomeno ha
origine da poteri intenzionali presenti ovunque nella Natura e nell'universo.
Nell'ottica dell'uomo moderno l'universo ubbidisce a leggi di causa ed effetto, la Natura
non ha una volontà cosciente, ma è un principio meccanico sondabile esclusivamente
attraverso l'osservazione e la ragione.
Ultimamente sia il progresso scientifico, sia il diffondersi dell'apertura verso il misticismo
hanno fatto molto per liberare la visione dell'uomo dal paradigma newtoniano basato sul
principio di causa ed effetto con la conseguenza di produrre una nuova visione culturale che
pare essere un'integrazione della visione dell'uomo primitivo e di quella dell'uomo
moderno: la visione del nuovo uomo.
Dalla visione del nuovo uomo, che unisce razionalità e senso mistico, risulta che il
primitivo non si sbagliava nell'intuire nell'universo la presenza di una volontà cosciente. La
posizione dell'uomo primitivo, tuttavia, nasceva da una coscienza ancora indifferenziata
rispetto al resto della natura, vale a dire che nell'uomo primitivo era presente una debole
capacità di autoconsapevolezza e di autocritica. Ciò che lo guidava era una partecipazione
ineluttabile, una sottomissione istintiva ai fenomeni naturali e non una accettazione e un
rispetto consapevole dell'intelligenza che muove la Natura.
La visione razionale dell'uomo moderno, che ha portato alla scissione della coscienza
uomo-natura, viene a essere una tappa fondamentale per lo sviluppo del senso di sé, una
tappa indispensabile alla formazione della visione del nuovo uomo.
La
razionalità
dell'uomo
moderno
ha
condotto
all'iper-razionalità
e,
dall'indifferenziazione della coscienza propria dell'uomo primitivo, l'uomo moderno è giunto
a una iperdifferenziazione, una frattura tra sé e la Natura, che non poteva, infine, che crollare su se stessa. È da questo crollo che nasce la visione dell'uomo nuovo, nella quale la
ragione risorge dalle proprie ceneri e, rinunciando alla pretesa di poter conoscere la realtà,
cerca invece un'alleanza con il cuore e con l'anima per giungere a una comunione,
finalmente consapevole, con la volontà universale.
La mente si autorivela non già quale strumento preposto a conoscere la realtà, ma quale
strumento che, interpretando il reale, crea una propria realtà alla quale essa stessa si
assoggetta. Tale realtà mentale è ciò che i mistici orientali chiamano «il velo di Màyà»,
ovvero il velo dell'illusione che è davanti ai nostri occhi.
La mente scopre che la propria missione non è conoscere la realtà, poiché la realtà è
inconoscibile, bensì riconoscere il principio intelligente che è nella Natura e ricongiungersi a
esso. La ragione deve riportare l'uomo alla fusione con l'intelligenza universale; è ia stessa
fusione di cui l'uomo primitivo godeva in modo spontaneo, inconsapevole e che ora la
ragione deve realizzare in modo volontario e consapevole.
Ma la ragione non potrà mai fare ciò da sola poiché riunificandosi all'intelligenza
universale la mente logica vi si dissolve, proprio come una goccia di pioggia si dissolve
nell'oceano non appena ne tocca la superficie. Solo il cuore potrà aiutare la ragione a
compiere questo sacrificio di sé che sarà, allo stesso tempo, il suo trionfo e il suo
compimento.
In effetti la comunione della ragione e del cuore con l'intelligenza universale non segna
il ritorno allo stato di indifferenziazione dell'uomo primitivo; la coscienza individuale non si
spegne nella comunione con la coscienza universale, ma vive proprio in questa volontà
d'unione che è volontà d'amore, di partecipazione, di dedizione.
Ragione e cuore, scienza e misticismo devono procedere insieme.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Il neosciamanismo può essere un aspetto di questo ritorno della coscienza razionale
dell'uomo allo stato di comunione con l'intelligenza universale nel quale la coscienza di sé
non si perde ma si completa.
Nelle pagine seguenti tratteremo lo sciamanismo dal punto di vista del neosciamano,
ovvero dell'uomo che ha recuperato la propria identità con la Natura pur facendo tesoro
dello stato di differenziazione della propria coscienza.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
La Conoscenza Sciamanica
Tradizionalmente lo sciamano è un guaritore, un medicine man, una guida spirituale dei
viventi, uno psicopompo, ovvero un accompagnatore delle anime dei morti. È un tramite
tra il mondo degli uomini e i poteri della Natura, tra questo mondo e altre dimensioni
vibratorie. Egli è colui che conosce il passato e il futuro.
La conoscenza sciamanica è la conoscenza del cuore, ovvero una conoscenza che
avviene per esperienza diretta e che implica una trasformazione dell'essere.
La conoscenza è rivelata allo sciamano attraverso le sue esperienze mistiche che
comportano viaggi in dimensioni vibratorie diverse da quella ordinaria. Ogni viaggio è per
lo sciamano un'esperienza totale nella quale egli sperimenta con tutto il proprio essere ciò
che vuole conoscere: con la mente, con il cuore e con il corpo.
La conoscenza è per lo sciamano una forza che lo scuote, una divinità che lo possiede,
una febbre che lo brucia e molto altro ancora. La conoscenza del cuore non è mai il frutto
di un puro procedimento di analisi, di deduzione e di analogia, ma è il risultato di un
ampliamento dello stato della coscienza individuale, dell'accesso a uno stato di estasi.
Conoscere, guarire, divinare e tutte le altre attività sciamaniche sono in effetti il risultato
della capacità dello sciamano di alterare il proprio stato di consapevolezza per accedere,
attfaverso l'apertura del cuore, all'estasi mistica.
Le conoscenze del neosciamano, così come le sue attività, nascono e si sviluppano da
una immensa radice comune: la capacità d'amare.
I Tre Poteri dell’Amore
1) il potere di comunione con le forze della Natura
L'amore è ciò che permette allo sciamano (e specialmente al neosciamano che si trova a
fronteggiare un mondo che ha perso il senso della propria unità con la Natura) di essere un
tutt'uno con il pianeta, riconoscendo nel pianeta e in tutte le creature che lo popolano un
unico organismo vivente e consapevole.
È dalla propria comunione con la Natura che lo sciamano trae la forza, il potere che gli
permette di guarire, di prevedere, di conoscere e di agire.
La Natura ha in sé una volontà manifesta: la volontà di evolvere. La vita è di fatto una
continua spinta evolutiva.
Per il neosciamano la partecipazione consapevole allo sforzo evolutivo del pianeta è la
missione fondamentale.
Questo pianeta è un unico essere che si evolve. La comparsa della vita nella materia è
stato il primo, grande passo evolutivo accaduto alla Terra, il secondo grande passo
evolutivo è avvenuto con la comparsa della mente, ovvero con l'avvento dell'uomo.
Ma l'uomo attuale di certo non può pensarsi come lo scopo estremo di miliardi di anni di
evoluzione; egli deve accettare l'idea che l'evoluzione sia destinata a continuare e a
produrre un nuovo essere, un dopo-uomo, con poteri di consapevolezza e di espressione
ben più vasti di quelli attuali. Che il dopo-uomo appaia difficile, per non dire impossibile, da
concepire all'uomo attuale è normale, per lo meno quanto era normale per le forme di vita
animali non poter concepire la comparsa della mente umana sulla terra.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Lo sciamano, essendo unito allo spirito della Natura, non può non sentire la volontà, la
spinta evolutiva di Madre Gaia in ogni cellula del proprio corpo e, per amore della Natura,
non può che accettare di farsi strumento di tale volontà evolutiva.
Lo sciamano oggi è colui che, vivendo in una comunione consapevole di mente, di cuore
e di corpo con la Natura, accetta di servirne lo scopo evolutivo. Perciò egli sa e sente che la
Natura è con lui, con tutta la sua forza. Ecco da dove egli trae il proprio potere.
Guarigione ed evoluzione sono per lo sciamano sinonimi. La malattia è sempre la
conseguenza di una stagnazione dell'energia vitale: un rifiutarsi di evolvere in armonia con
il movimento universale, un voler restare fermi, magari aggrappati a ciò che si ha piuttosto
che concentrarsi su ciò che si è e sulla crescita del proprio essere. La malattia è
un'espressione della paura di lasciarsi andare al flusso imprevedibile del divenire, un
prodotto della paura del cambiamento e dell'ignoto.
Ciò che non diviene ristagna, irrigidisce, e tutto ciò che irrigidisce muore.
L'amore per la Natura e la fiducia nell'esistenza ti permettono di sentirti parte di uno
scopo e di un movimento universale che non ha mai fine, ti rendono partecipe di una certa
immortalità, permettendoti di superare la paura esistenziale che blocca le tue energie
vitali, i tuoi poteri.
2) Il potere di «riunirsi a se stessi», di guarire i disturbi psichici e psicosomatici, di
attuare le potenzialità latenti e risvegliare le energie assopite, ovvero il potere di
evoluzione psichica
La paura e l'insicurezza, che derivano dalla carenza d'amore e di fiducia, sono ciò che ci
impedisce di accedere pienamente alle nostre energie e alle nostre potenzialità. La paura
irrigidisce la struttura dell'io, la chiude in se stessa, in un moto di difesa che produce
l'effetto opposto a ciò che vorrebbe ottenere. Una struttura dell'io troppo rigida è all'origine
delle grandi e piccole nevrosi, nonché dei più gravi disturbi psìchici dì cui soffre questa
umanità.
Amare, amarsi, significa accettarsi, riunirsi a tutte le partì di sé, a quelle energie che la
nostra mente ha scelto dì rimuovere, a quelle potenzialità che la nostra mente ha scelto di
ignorare.
La mente è uno strumento che serve a interpretare il reale, la principale funzione della
ragione è la capacità di giudicare, ovvero dì dare un'interpretazione personale ai fenomeni.
La prima cosa che l'individuo giudica mediante la propria mente è se stesso. In questo
modo, giudicandosi, ogni Individuo crea un'interpretazione di sé che chiama la propria
persona (la parola «persona» deriva dall'etrusco persu che significa «maschera»).
Al di sopra della «maschera», ovvero della propria persona, l'individuo colloca tutto ciò
che la propria mente giudica buono, giusto, desiderabile, celestiale, paradisiaco: in alto vi
è la dimensione dello spirito, il Sovracosciente, il Cielo.
Al di sotto della «maschera» l'individuo colloca tutto ciò che la propria mente giudica
sbagliato, cattivo, indesiderabile, materiale, infernale: in basso vi è la dimensione
materiale il Subcosciente, l'Inferno.
Ma l'Ermetismo insegna che «come è In alto, così è in basso». Tutte le forze e i poteri
che la mente giudica da respìngere e rimuove dalla persona imprigionandoli nella
dimensione del Subcosciente non sono di per sé oscuri o negativi: semplicemente sono
forze che vengono costrette ad esistere nell'oscurità poiché la mente, non potendo
comprenderle, le teme. Così, tutti i poteri che la mente colloca al di sopra della persona
perché li giudica troppo elevati per l'immagine che essa si è fatta dell'uomo, sono
altrettante possibilità di cui essa priva l'uomo.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Amarsi significa accettare ciò che di noi il nostro giudizio mentale ha condannato
all'oscurità e concedersi di aprirsi ai poteri che la mente ha posto al di sopra di noi. Amarsi
significa darsi la possibilità di divenire integrali.
Accettare non significa assecondare, ma trasformare. Accettare le tue forze
subcoscienti non significa agire sotto la spinta di queste, ma permettere a queste forze di
uscire da quella dimensione di oscurità, di condanna, di peccato nella quale le imprigiona il
giudizio mentale.
Infatti, non appena liberi dall'oscurità qualcosa che la tua mente aveva da sempre
giudicato negativo, semplicemente cessando di condannarlo, vedi che ciò che hai liberato
si trasforma passando dall'oscurità alla luce, dalla negatività alla positività, dalla paura alla
forza.
Invece è proprio quando comprimi ostinatamente un aspetto di te, una tua energia,
poiché essa non è conforme alla morale sociale e alla tua etica personale, che questa
energia inizia ad agitarsi e ad agitarti fino al punto da costringerti a un comportamento
nevrotico o psicotico, compulsivo e distruttivo.
Nel linguaggio sciamanico possiamo definire «possessione» il momento in cui l'energia
sepolta nell'oscurità del Subcosciente si libera per raggiungere la luce ed essere da questa
trasformata in forza alleata e positiva.
Allora lasciati possedere da ciò che la tua mente teme, giacché non riesce a
comprendere: questo è il comando dello sciamano che nel risanamento delle fratture
dell'uomo coglie il processo della sua guarigione e della sua evoluzione. Abbi fiducia
nell'esistenza, abbi fede nella vita e nella tua natura, nella tua origine e nel tuo destino;
lasciati andare, abbandonati al fluire della forza, senza giudicarla, senza bloccarla. Non
opporre alcuna resistenza, poiché il malessere fisico e psichico è solo la conseguenza del
tuo resistere. Lascia andare... ecco il principio in base a cui lo sciamano opera.
Rivoluzionaria appare, dunque, l'opera dello sciamano agli occhi della mentalità
conservatrice, poiché per lasciar fluire la forza bisogna anche passare attraverso la
dissacrazione dei simboli che esercitano un'opera di censura inconscia, che bloccano con la
loro apparenza di castità, perfezione, moralità la resurrezione della Natura, la quale non è
casta, non è perfetta, non è morale: giacché è integrale, essa è ogni cosa, buona e cattiva.
L'accettazione incondizionata di ciò che è il tuo corpo, che nasce dall'amore per la Natura
e per la vita e soprattutto dall'amore nei confronti di Colui che è ogni cosa che esiste, in
altre parole la tua spiritualità, può portarti a una condizione di così stretta vicinanza con il
tuo corpo da permetterti di dialogare emozionalmente con esso, comprendendolo,
curandolo, guarendolo, permettendogli di evolversi. Si tratta di un modo di procedere che
è agli antipodi delle abitudini dell'uomo moderno, il quale delega ogni conoscenza e ogni
decisione in merito al proprio corpo a chi è estraneo a esso, ovvero al personale medico.
Per mezzo dell'amore, tramite la propria spiritualità, lo sciamano crea una vicinanza tale
tra la propria coscienza mentale e la propria coscienza fisica da poter conoscere i segreti più
segreti del corpo e della vita. La conoscenza di questi segreti lo sciamano non la può
spiegare a parole, giacché essa non è lògica, ma la può impiegare nelle pratiche di
guarigione che egli opera, rendendole così, agli occhi dell'osservatore inconsapevole, delle
magìe.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
Morte e Rinascita
Lo sciamano diviene tale passando attraverso una iniziazione. L'iniziazione sciamanica
generalmente si presenta sotto la forma di un processo di morte e rinascita mistica. Questo
processo si compie in uno stato non ordinario di coscienza, in sogno oppure durante la
trance mistica; esso conduce allo smembramento, alla distruzione del corpo dello sciamano
operata da spiriti, da forze, dei mondi inferiori nei quali lo sciamano viene rapito.
Alla morte segue un processo di rinascita destinato a fornire allo sciamano un corpo
nuovo, dotato di poteri di visione e dì guarigione eccezionali.
Nell'operare la propria rinascita lo sciamano dimostra la propria capacità di
autoguarigione e di evoluzione di sé.
Lo sciamano è dunque un medicine man, un guaritore, che ha saputo guarire
innanzitutto se stesso.
Dopo l'iniziazione lo sciamano dimostra di poter ripetere a volontà il processo della
propria morte e rinascita mistica, ovvero di poter entrare e uscire a proprio piacimento
dallo stato di estasi mistica nel quale l'iniziazione si è compiuta. È in questa condizione non
ordinaria di coscienza, l'estasi, che lo sciamano compie la propria opera di guaritore,
divinatore, psicopompo o altro ancora.
L'immersione nello stato di estasi è sempre un processo progressivo: lo sciamano passa
gradualmente dallo stato ordinario di consapevolezza a quello di estasi, e la profondità della
sua trance varia a seconda de! tipo di azione sciamanica che egli deve compiere. L'estasi è
lo strumento attraverso il quale lo sciamano instaura un contatto con le potenze
sovrannaturali alle quali egli chiede di svelare i segreti del futuro e di operare al fine di
attuare una guarigione o di facilitare il lungo cammino dell'anima di un morente.
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Selene Calloni Williams – Yogin e Sciamano
La Trance Sciamanica
Della iperdifferenziazione della coscienza di cui «soffre» l'uomo moderno, del suo rigido
distinguo tra il proprio sentire e il sentire della Natura, certamente fa parte anche la netta
separazione che egli pone tra coscienza ordinaria e coscienza alterata; ecco perché per
l'uomo moderno è così difficile passare da uno stato di coscienza ordinario alla trance: per
lui tra l'uno e l'altra vi è una frattura netta, un salto quasi impossibile.
Quando la differenziazione della coscienza si fa più elastica e, pur mantenendo la
perfetta consapevolezza della propria identità umana, l'uomo incomincia a partecipare al
sentire della Natura, alle sue emozioni, quando la coscienza umana inizia il proprio
processo di integrazione, di universalizzazione, allora l'uomo scopre che tra la coscienza
ordinaria e la trance vi è un passaggio dolce e graduale.
Lo sciamano sa che per entrare in uno stato di trance basta essere un po' più attenti, un
po' più consapevoli di quanto lo si sia abitualmente, basta riuscire a guardare un po' più in
ià del proprio naso; non vi è bisogno di ricorrere a mezzi meccanici che a volte possono
risultare tutt'altro che benefici, come l'assumere droghe, il danzare fino allo sfinimento, il
digiunare, ecc.
Accrescere il grado di consapevolezza, essere un po' più attenti, un po' più presenti è
quanto basta per cogliere i primi fenomeni sottili, per entrare in un primo stato di trance,
una trance che potremmo definire «leggera». La trance leggera a sua volta accresce
l'attenzione, il potere di consapevolezza, il quale nuovamente agisce sulla trance
rendendola più profonda. La consapevolezza, l'attenzione al fenomeno fuggevole e sottile
della realtà non ordinaria o ampliata e l'alterazione progressiva dello stato di coscienza,
sono dunque i due elementi fondamentali della trance sciamanica che si potenziano a
vicenda conducendo gradualmente lo sciamano verso la profondità di trance che egli
desidera raggiungere.
Per accelerare e potenziare questo processo possono intervenire altri elementi, oltre ai
due fondamentali, senza ricorrere a quegli espedienti meccanici che abbiamo citato e che
costituiscono piuttosto una «aberrazione delle pratiche sciamaniche»2
Tra gli strumenti più usati dallo sciamano ricordiamo il suono del tamburo, il gong, il
canto, la danza, l'emettere suoni vocali che imitano grida di animali, l'indossare costumi o
maschere che riproducono le fattezze di animali (l'identificazione con il proprio spirito
animale facilita la morte mistica dello sciamano, ovvero la perdita della identità ordinaria),
l'alterazione volontaria e protratta del respiro, particolarmente usata nello Yoga
sciamanico.
Insomma, in base alla propria cultura e tradizione, lo sciamano ricorre a determinati
elementi per accelerare e approfondire la trance sciamanica.
Un altro elemento che rende difficile l'accesso allo stato di trance, o conduce a pratiche
aberranti, può essere la volontà, tipica dell'uomo moderno, di ricercare la concretezza
propria della dimensione ordinaria anche nella dimensione spirituale, la pretesa di
sperimentare in modo concreto ciò che non è accessibile se non sui piani sottili, nella
dimensione spirituale.
2
Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Roma, Mediterranee, 1988, p. 523.
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