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I LEMURI QUESTI SCONOSCIUTI William Magnone Medico
I LEMURI QUESTI SCONOSCIUTI William Magnone Medico Veterinario Parco Natura Viva – Garda Zoological Park [email protected] In cattività nei moderni giardini zoologici i lemuri stanno assumendo un ruolo sempre maggiore ed il loro numero è andato crescendo negli ultimi anni. La maggior parte dei lemuri visibili appartengono alla famiglie dei Lemuridae come i lemuri dalla coda ad anelli (Lemur catta), i lemuri neri (Eulemur macaco), i lemuri vari rossi (Varecia rubra) e bianchi e neri (Varecia v. variegata). Di pari passo anche le conoscenze veterinarie su queste proscimmie sono in aumento. Alcune delle specie presenti in cattività hanno una attività crepuscolare-notturna (microcebi, ayeaye) che in taluni casi rende il loro mantenimento e gestione particolarmente difficile. Sono animali che oltre ad esserne vietata la detenzione da parte dei privati, devono anche essere sconsigliati a quelle strutture autorizzate che hanno scarsa esperienza con primati e proscimmie in particolare. E’ importante inoltre notare come alcune specie (Lemur catta, Varecia sp.) si siano talmente ben adattate alla cattività che si riproducono con successo in molte istituzioni: è pertanto altrettanto importante che gli sforzi maggiori siano volti al mantenimento delle specie a maggior rischio di estinzione, fine che per le specie endemiche del Madagascar non può essere mai dimenticato. I lemuri vari, che rappresentano i lemuri più pesanti 2,5-3,5 kg) possiedono 3 coppie di mammelle (una pettorale e due addominali) mentre la maggior parte degli altri lemuri ha una coppia di mammelle pettorali mentre l’aye-aye solo una coppia addominale. Altre sono le particolarità anatomo-fisiologiche che rendono questi animali così particolari. E’ molto importante ricordare che tutte le proscimmie hanno un metabolismo basale molto basso se paragonato a tutti gli altri primati: questo spiega alcuni comportamenti tipici della specie più comune come i Lemur catta che trascorrono ore della giornata esponendosi a bagni di sole (“basking”) o l’ accucciarsi, inoltre spiegherebbe il perché le proscimmie in generale possiedano una pelliccia molto folta se paragonata ad altri primati di ambienti tropicali. Le specie poi nettamente foglivore, minimizzano il loro dispendio di energie in quanto assumono alimenti molto poco energetici. Per quanto riguarda i fabbisogni alimentari di molte specie di lemuri non sono ancora stati determinati come neppure i fabbisogni vitaminico-minerali: è necessario pertanto riprodurre il più possibile la loro dieta naturale in particolare per le specie foglivore, fornendo loro il giusto apporto di fibra vegetale. A differenza di altri primati, i lemuri sono in grado di sintetizzare la vitamina C mentre il metabolismo del Ca e della vitamina D sembra essere diverso da specie a specie seppur non presentando un particolare problema. A proposito di dieta è molto importante ricordare come i lemuri siano predisposti in cattività all’obesità I lemuri possono andare incontro a diverse patologie non infettive come insufficenza renale, neoplasie, patologie gastro-intestinali (malattie dentali, tricobezoari…), pleuriti e pleuropolmoniti mentre traumi, ferite e fratture: sono tra le cause principali di visita di un lemure. La loro vita sociale con gerarchie ben precise e differenti da specie e specie, la grande abilità nel muoversi e saltare, assieme alla loro particolare dentizione fa si che spesso i lemuri possano ferirsi gravemente Una certa importanza hanno anche alcune malattie endocrine come il diabete e l’emosiderosi (con novità diagnostiche e terapeutiche) per le quali oggigiorno si sono fatti progressi anche se molto rimane non chiaro. Si accennerà anche ad un classica patologia come la toxoplasmosi e alla frequenza delle patologie parassitarie in genere. Si concluderà con una revisione delle malattie batteriche e virali (Yersinia enterocolitica, Campylobacter jejuni, Salmonella spp. E ceppi enteropatogeni di E.coli, Klebsiella pneumoniae,…) ed alcune zoonosi(ma anche antropozoonosi): Junge R: Diseases of prosimians. In Fowler ME, Miller ME, editor Zoo and wild animal medicine: current therapy, ed 4, 1999, WB Saunder pp. 365-368. Junge R.: Prosimians In Fowler ME, Miller ME, editor Zoo and wild animal medicine: current therapy, ed 6, 1999, WB Saunder pp. 334-346. Mittermeier RA, Konstant WR, Hawkins F, et al. Lemurs of Madagascar. Washington (DC): Conservation International; 2006; Ankel-Simons F. Primate Anatomy—an introduction. Amsterdam: Academic Press; 2007;