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La Legge di Allah L`islam ,la via perfetta della dedizione a Dio,si

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La Legge di Allah L`islam ,la via perfetta della dedizione a Dio,si
La Legge di Allah
L’islam ,la via perfetta della dedizione a Dio,si colloca cronologicamente e
ideologicamente come chiusura,sigillo del percorso dell’affermazione di Dio. Qui
Allah , ilāh, Dio appunto secondo la variante araba della glossa pansemitica el che
indica genericamente la “divinità” sceglie di rivelarsi definitivamente agli uomini
attraverso un nuovo profeta che sarà anche l’ultimo,prima della chiusura del
tempo.Tema questo ,del tempo destinato ad una fine senza ritorno che
contraddistingue tutti e tre i monoteismi.
Il “perfezionamento” dell’ultima rivelazione a Maometto è anche ricco di
differenze.Anzi tutto il Corano si presenta ,dopo l’affermazione del messaggio di
Cristo e dopo la formazione del canone neotestamentario,come il definitivo
compimento della volontà di Dio rispetto il mondo . L’ordinamento dettato a
Muhammad è considerato definitivo sino al giorno finale del giudizio,il giorno
dell’Ora .
Muhammad si presenta dunque come l’ultimo profeta prima della fine del
mondo.Nato nel 570 circa nella città della Mecca muore nel 632 in Medina dove
era emigrato nel 622 data dell’Egira ,inizio dell’era mussulmana.
L’ambiente culturale nel quale si inserisce il modello del nuovo messaggio profetico
è variamente ricostruito dagli studiosi .La tradizione arabo mussulmana insiste sullo
statuto nomadico e l’arretratezza delle popolazioni dell’Arabia occidentale all’epoca
smentito dalle ricerche archeologiche più recenti . E del resto il testo stesso del
Corano presuppone una conoscenza estesa di tradizioni ebraiche e cristiane che
confluiscono in vari modi nel testo .
La tradizione islamica presenta tuttavia il Corano come una realtà
archetipale,costituita prima del tempo,rivelata in una notte benedetta ( sura XLIV ,3
detta del Fumo)
La costruzione testuale avviene però in modo frammentario come accennato nella
sura XVII,106 ,detta del Viaggio Notturno).
Il Corano è considerato ,almeno dagli islamici sunniti che costituiscono la parte più
numerosa della comunità islamica nel mondo un testo rivelato integralmente a
Muhammad .
Tuttavia il testo che noi conosciamo,passato attraverso la redazione dei primi
compagni del profeta,non è accettato integralmente dagli Sciiti che sostengono che
sia stato depurato di una parte che riguardava gli Aliti,i discendenti di Ali ,il genero
di Muhammed . Si tratta degli shiiti che accusano il califfo Uthman di aver alterato
il testo rivelato . Infatti la formazione del testo sarebbe avvenuta dalla collazione di
brevi appunti scritti su pelli di cammello,scapole di montone, pietre piatte, per una
stesura immediata che coglierebbe l’attimo della rivelazione al profeta ma che si
presta anche a molti fraintendimenti.
Il Corano accetta la realtà dell’azione dei profeti -nabiyy con evidente richiamo
all’analogo termine ebraico nabi glossa pansemtica di antichissima attestazione e gli
inviati di dio ,rasul.
Si accettano 24 profeti dell’ebraismo e del cristianesimo .
Il Corano,come il Pentateuco della Bibbia ebraica, costituisce base inderogabile per
definire il comportamento quotidiano, l’ortoprassi, della comunità che si riconosce
nel Dio Clemente e Misericordioso e nel suo Profeta.
La tradizione conosce comunque altri profeti con i quali lo stesso Muhammad deve
combattere o con i quali si trova in rapporto come l’enigmatico ebreo di Medina
contemporaneo di Muhammad ,Ibn Sayyad variamente interpretato anche come una
figura escatologica ,in attesa, incatenato in un monastero in un’isola oceanica
( D.Halperin ,The Ibn Sayyad tradtions and the legends of al –Dajjal JAOS 96,1976
213-225).
Altri profeti considerati come impostori sono Musaylima originario dalla regione
cristianizzata di Yamama, al Aswad il Nero ,l’uomo con il velo o l’uomo sull’asino
,lo yemenita Tulayha ,l’indovino, legato al dhu-l’Nun ,l’uomo della balena ,Giona
( Corano sura XXI ,87).Ancora la profetessa Sajah come antagonista di Muhammad .
I primi document mussulmani datano del 22 anno dell’egira e sono costituii da due
papiri egiziani . Al 24 dell’egira risale un’iscrizione rupestre dell’Arabia
nordoccidentale .
Manoscritti del Corano di un secolo successivi all’Egira ,quindi dell’VIII d.C.
contengono comunque già due terzi del testo che sarà stabilito .
Come per l’ebraismo ortodosso la Torah, la shari ‘ia ,”legge rivelata” compresa nel
testo coranico, costituisce la base infrangibile per il retto comportamento dei fedeli.
La Legge è costituita dai precetti che Allah rivelò a Maometto.Sono precetti
considerati esistenti, scritti da sempre in un Libro Eterno
Quella Legge scritta nel Corano costituisce dunque per la realtà islamica una specie
di permanente interfaccia tra la situazione immobile, atemporale alla quale
appartiene Dio e la dinamica della storia che non può tuttavia contraddire la
piattaforma di base della Legge stessa.
Emanata da Dio la Legge è considerata di per sé divina .Da ciò la riconosciuta
importanza data alle scuole legali dedite alla interpretazione del rapporto tra i due
livelli ed il fatto che il diritto ,il fiq non può mai costituirsi su un piano
completamente svincolato dalla Legge ,religiosa rivelata.
Ne consegue che per l’Islam risulta impossibile o almeno assai difficile la
costituzione di un ordinamento autonomo,una legislazione solo civile che non vada
contro la rivelazione.
Per l’ortodossia le varie costituzioni degli stati non possono che essere le diverse
espressioni della sostanziale permanenza della Legge data.
I contenuti del Corano ( Qu’ran “) e delle raccolte di Hadith ( i detti del Profeta)
rappresentano le basi ineludibili per il regolamento della vita quotidiana intesa come
una continua dimostrazione di un rapporto uomo dio posto in equivalenza al rapporto
servitore padrone ( abd-rab).
Islam infatti può essere tradotto come un “ rimettersi” a Dio.
Nella raccolta di “40 Hadith “ di An Nawawi ( edizione italiana 1982) troviamo il
dialogo supposto tra un personaggio sconosciuto ( arcangelo Gabriele ) e lo stesso
Muhammad nel quale sono riassunti i famosi 5 pilastri dell’Islam ( al-arkhan al
khamsa) che fondano la semplice ma intensa e totale partecipazione richiesta al
credente sul duplice piano dell’impegno quotidiano (preghiera) e della
preoccupazione per il prossimo ( carità obbligatoria).
al -iman fede nel Dio Unico Allah e nel Profeta
as -salat preghiera rituale 5 volte al giorno
al zakat elemosina per i poveri
as-sawn digiuno nel mese di Ramadan
al hagg pellegrinaggio alla Mecca,almeno una volta nella vita
Il primo pilastro è il fondante.
Si basa su una enunciazione diretta che vale come atto assertorio
Lâ ilâh illâ Allâh wa Muhammad rasûl Allâh
Il riconoscimento di Allah come unico Dio e di Muhammad suo profeta è la
dichiarazione di appartenenza all’umma islamica.
Ciò che conta è l’umma che è essenzialmente interetnica .
L’appartenente all’umma dovrà impegnarsi al rispetto delle norme che sono norme
di una legislazione divina.
Si delinea così la struttura dell’islam come una ortoprassi, giusto comportamento,
che ritma le singole esistenze nel quotidiano secondo la volontà di Dio.
In questo stretto ,quotidiano,totale rapporto con Dio l’islam ortodosso è molto vicino
all’ebraismo .
Nell’ebraismo come nell’islam l’ortoprassi è centrale .
Una situazione diversa rispetto quanto richiesto nel cristianesimo che su questo
punto si pone in una situazione diversa per il comportamento volutamente
“rivoluzionario” del Cristo.
L’ortoprassi come impegno quotidiano di ciascun mussulmano ad osservare i precetti
è rinforzata anche dalla mancanza di una situazione sacerdotale,di una chiesa che
come ad esempio nel cristianesimo cattolico si assume il compito del contatto
permanente con Dio.
Con l’ebraismo l’islam condivide regole precise regole di purità che investono i
codici alimentari, i comportamenti riguardo il corpo ed i rapporti di
genere,maschile/femminile sottolineando l’impurità circostanziale del corpo
femminile. .
Tuttavia il Corano semplifica molto rispetto i codici del Levitico e del Deuteronomio
.
Il fedele islamico secondo il Corano deve rispettare solo alcune regole di purità
alimentare come il divieto della carne di maiale ,del vino e degli alcolici e
l’obbligo,analogo a quello ebraico,di mangiare solo carne dissanguata. Le diverse
tradizioni extracoraniche allungano comunque la lista.
Ricompare il tabu che riguardano la donna mestruata e la partoriente considerate
impure e contaminanti tanto che in alcuni paesi islamici,come la Nigeria ma anche
la repubblica del Niger,andando ben oltre il testo coranico, è vietato alle donne
entrare nel luogo di riunione e preghiera che è la moschea.
Ecco comunque alcuni precetti tratti direttamente dal Corano
Sura II (della vacca )(v.168-173 ) si avverte :
mangiate quello che è lecito e buono ,non seguite le orme di Satana che è vostro
nemico..
v.173
In verità Dio vi ha proibito gli animali morti,il sangue e la carne di porco e animali
macellati invocando altro nome che quello di Dio
Sura III ( della famiglia di Imran)
troviamo raccontato lo stacco della ortodossia islamica dalla ortoprassi ebraica .
La sura prende il nome dal il padre di Maria , Gioacchino negli apocrifi .
La sura racconta dell’infanzia di Maria che conversa con gli angeli dai quali ha
l’annuncio nascita di un figlio Gesù che è “uno dei più vicini a Dio”.
Nella sura si avverte (v.93 ) che ogni cibo era lecito ai figli di Israele eccetto quelli
che Israele si interdisse prima della Torah.
Di conseguenza si afferma che la Torah, (in particolare il Levitico) viene data agli
ebrei dopo, per punizione.
A chiarimento degli stretti rapporti tra l’elaborazione del testo coranico e conoscenza
dei testi biblici ricordiamo il cenno all’episodio di Giacobbe, che in Genesi XXXII,
28 riceve il nome di Israele dopo aver combattuto con Dio nel misterioso episodio
della lotta notturna. Giacobbe è colpito alla articolazione del femore da un lottatore
ignoto e rimane zoppo. Per questo gli Israeliti non mangiano il nervo sciatico che è
sopra l’articolazione del femore ,perché quegli (Dio ?) aveva colpito l’articolazione
del femore di Giacobbe nel nervo sciatico . L’interdizione non è un obbligo ma solo
memoria tradizionale.
I divieti alimentari della Torah ebraica sono dunque per i mussulmani una serie di
penalità imposte ai discendenti di Giacobbe per le loro devianze
Sura V ( Sura della mensa ) v-1-3 - 4
Si danno alcuni avvertimenti generali : sono permessi gli animali dei greggi eccetto
quelli che diremo...inoltre .. non dovete permettervi la caccia mentre siete in stato
santo..( ihram) . La selvaggina è permessa solo se cacciata al di fuori del periodo
della santità (ad esempio il pellegrinaggio o il mese del digiuno )
Ai v.88 –90 si avverte dell’obbligo di astenersi dal vino,dal maysir ( gioco
d’azzardo),dalle pietre idolatriche, le frecce divinatorie che sono sozzure,opere di
Satana Tuttavia è’ interessante che al versetto 93 si dice che :
non vi è alcuna colpa per coloro che credono in quel che mangeranno con –
apparente - contraddizione..)
Sura VI ( Sura delle Greggi )
contiene un forte richiamo al riconoscimento del solo dio contro i pagani ,v. 19 ) e si
avverte al v. 119 .
mangiate solo le cose sulle quali è stato nominato il nome di Dio
Al v.145-6 si ripete il divieto semplificato : non mangiare animali morti, sangue e
porco.Con evidente semplificazione rispetto il Levitico.
Sura XXII ( Sura del Pellegrinaggio)
ricorda l’obbligo di mangiare animali macellati ritualmente, sui quali si sia
pronunciato il nome di Dio. Si ricordano le interdizioni che costituiscono lo stato di
purità : astenersi dalla contaminazione degli idoli, astenersi dalla menzogna
Sura LII ( La Sura del Sinai)
esplicitamente apocalittica,escatologica allinea anche in questa proiezione l’Islam ai
due precedenti monoteismi. Si aspetta la grande fine ma dopo il giudizio ci sarà la
consolazione per i giusti
Dopo il Giudizio, i pii saranno in giardini e delizie ...saranno adagiati su alti giacigli e
avranno come spose vergini dagli occhi neri ..avranno frutta e carne a piacere e
potranno bere un vino che non fa nascere discorsi sciocchi ed eccitazioni di peccato..
—
Si deduce che il rapporto con le fanciulle è ..solo di compagnia
Il vino permesso è solo escatologico.
Consente una “ebbrezza pura” come quella descritta per la comunità dei Terapeuti
,misteriosa setta giudaica contemporanea alla predicazione di Cristo descritta da
Filone alessandrino
Le delizie sono riservate comunque ai maschi ! E sembrano essere “spirituali” .
Il tema delle fanciulle premio ritorna nella sura LV ( del Misericordioso) anche
questa escatologica.
Le regole sui rapporti tra maschi e femmine sono esplicite e insieme facilmente
contraddittorie
Sura XXX ( dei Romani ,21 )
si dice che Dio ha creato “da voi stessi delle spose ,perché riposiate con loro “;
lo stesso nella sura XXXIX ,6,ma con una variante nella sura LIII .45 della stella ,per
la quale Dio crea la coppia.
Sura II (della vacca )
al versetto 222 compare il divieto di accostarsi alla
donna mestruata che è contaminante,impura.
Sura II 228 è ’ permesso il divorzio ma la donna deve attendere tre periodi
mestruali prima di rimaritarsi E’ il periodo detto ‘idda .
Sura LXV (del divorzio)
propone la normativa sul trattamento che gli uomini devono riservare alle donne che
vogliono lasciare .Si enfatizza la necessità di salvaguardare il benessere
della donna eventualmente incinta e quella che allatta . Si profila un’attenzione ad
una femminilità “materna “ che meriterebbe un’analisi approfondita.
Sura XXIV (della luce )
si definisce in modo esplicito il comportamento obbligato per le donne: le donne
“non devono mostrare troppo le loro parti belle eccetto quel che di fuori appare ,e si
coprano i seni con un velo e non mostrino le loro parti belle che ai loro mariti o ai
loro padri ,o ai loro
suoceri o ai loro figli .... “
Nella stessa sura compaiono altri precetti riguardo il mostrare il corpo ,il farsi vedere
spogliati ecc.che disegnano un quadro di grande riservatezza nei rapporti di genere.
Sura XXXIIII(delle fazioni alleate):
prevede la proibizione del divorzio facile (per l’uomo )detta zayd ma si accompagna
ad una esortazione alle donne “a rimanere in casa e a non
adornarsi come accadeva al tempo dell’idolatria
......................................................
L’attenzione che il Corano complessivamente dedica alle donne deve essere intesa
comunque nel senso di una miglioramento obiettivo della loro condizione ottenuto
attraverso la nuova legislazione divina che limita in qualche modo l’arbitrio maschile
nei loro confronti istituendo regole per la poligamia,per l’eredità delle figlie ,per il
divorzio.In cambio le donne devono sottostare ad un tipo di comportamento che le
pone in una situazione di “riservatezza” molto simile del resto alla posizione
caldamente consigliata a fanciulle e donne maritate da un’amplissima precettistica
cristiana di poco precedente e poi contemporanea al diffondersi del modello coranico
Rimane importante in ogni caso la presa di posizione coranica riguardo
l’infanticidio delle figlie femmine che veniva praticato attraverso la sepoltura da vive
Vedi la sura XVI ,58-59 LXXXI,9)Come del resto viene respinto ogni tipo di
infanticidio abbastanza frequente, come appare da molti,indizi nel mondo
preislamico ma non solo.
Oscillanti i modi di punizione per chi abbia commesso atti “indecenti”
Sura IV ( delle donne) leggiamo:
se alcune delle vostre donne hanno commesso atti indecenti ,portate quattro
testimoni,se questi porteranno testimonianza contro di loro chiudetele in casa sino a
che morte le colga o fino a quando Dio apra loro una via .
Per i maschi : se due di voi hanno commesso un atto indecente puniteli, ma se si
pentono lasciateli stare . Dio è perdonatore.
L’’interpretazione che vede nelle norme coraniche sul mondo femminile un
intervento in realtà di correzione ad una situazione precedente molto meno tutelata,ha
le sue ragioni. Gli irrigidimenti sull’applicazione della legge nell’ambito dei
cosiddetti fondamentalismi seguono quindi logiche precise ma extracoraniche.
In ogni caso non è coranica una rigida normativa sul velo,sulle mutilazioni genitali
ecc
Riportiamo comunque ancora di seguito osservazioni dalla precettistica coranica sulle
donne sempre dalla sura IV
Sura IV Delle Donne
In apertura dice
O uomini temete Dio il quale vi creò da una persona sola. Ne creò la compagna e
suscitò da quei due esseri uomini molti e donne; temete dunque quel dio nel cui nome
vi chiedete favori l’un l’altro ,e rispettate le viscere che vi hanno portato ,perché Dio
è su voi e vi osserva.
Subito dopo si precisa lo statuto delle donne la cui subordinazione è chiara comunque
sin dall’inizio dal momento che Dio si rivolge sempre ad un uomo, al suo profeta,a
chi lo rappresenta ,il califfo e a tutti gli altri uomini maschi
Sura IV,3
la poligamia è ammessa ma sotto condizione
Se temete di non essere equi con gli orfani, sposate allora tra le donne chi vi
piacciono due o tre o quattro, o se temete di non essere giusti con loro una sola,o le
ancelle in vostro possesso…
Date spontaneamente alle donne la dote e se a loro piace farvene partecipi godetela
pure in pace e tranquillità
IV ,7
….. anche alle donne spetta una parte di ciò che hanno lasciato i genitori e i parenti
IV,11
Riguardo ai vostri figli Iddio vi raccomanda di lasciare al maschio la parte di due
femmine. Se i figli sono solo femmine e più di due loro spettano i due terzi
dell’eredità ; se è una femmina sola le spetta la metà …………..
IV 12
A voi spetta la metà di ciò che hanno lasciato in eredità le vostre mogli se esse non
hanno figli ,e se li hanno a voi spetterà un quarto di quel che esse avranno. Se alcune
delle vostre donne avranno commesso atti indecenti portate quattro vostri testimoni
contro di loro e se questi porteranno testimonianza del fatto ,chiudetele in casa fin
che le coglierà la morte o fin quando Dio apra loro una via
IV ,15-16
Versetto molto importante che esclude dal corano la pratica della punizione di
famiglia nel caso dei cosiddetti delitti di onore
E se due di voi commettono atti indecenti puniteli ma se si pentono e migliorano la
loro condotta lasciateli stare ,perché Dio è perdonatore benigno….
Per quanto riguarda l’eredità si precisa riguardo alle figlie
ed esse avranno a loro volta un quarto di quel che morendo lascerete ,se non avete
figli, che se avete figli ad esse spetterà un ottavo …………………………………………
.
………………….
IV ,19
Non vi è lecito ereditare mogli contro la loro volontà,né impedire loro di rimaritarsi
allo scopo di riprendere parte di quello che avete loro dato, a meno che non abbiano
commsso infamia provata: Trattatele comunque con gentilezza,ché se le trattate con
disprezzo potrebbe darsi che disprezziate cosa in cui Dio ha posto invece gran bene
I V34
Gli uomini sono preposti alle donne
perché Dio ha prescelto alcuni esseri sugli altri E perché essi donano dei loro beni
per mantenerle; le donne buone sono dunque devote a Dio e sollecite della propria
castità cos’ come Dio è stato sollecito di loro.Quanto a quelle di cui temete atti di
disobbedienza ,ammonitele poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele. Ma se vi
ubbidiranno allora non cercate pretesti per maltrattarle.
E se temete una rottura tra marito e moglie nominate un arbitro della parte di lui ed
uno dalla parte di lei…
Il tema dell’adulterio è trattato severamente ma in rapporto con altre legilsazoni
comuni nel mondo antico
Nella sura XXIV (dell’ape)
Per l’adultero e l’adultera sono previsti cento colpi di frusta ma chi ha accusato
ingiustamente riceverà ottanta colpi di frusta.
Non c’è la lapidazione che entrerà nella normativa mediata dalla tradizione ebraica
del Deuteronomio come è raccontato in un hadith della famosa raccolta di Al Buhari
(IX d.C.) Il Profeta interrogato sulla punizione da infliggere ad una coppia di adulteri
ebrei dice di ricorrere alla loro legge ,che prevede infatti nella formalità rigorosa la
lapidazione.
La donna comunque è periodicamente fonte di contaminazione ,impurità come nella
legislazione ebraica
Sura II della vacca 222 ….
Ti domanderanno ancora delle mestruazioni.Rispondi : è cosa immonda . Pertanto
astenetevi dalle donne durante le mestruazioni e non avvicinatevi a loro finchè non
siano purificate ; e quando si saranno purificate accostatevi a loro dalla parte che
dio vi ha comandato,perché dio ama i pentiti, ama i puri.
Le vostre donne sono per voi come un campo ; venite dunque al vostro campo a
vostro piacere ,ma premettete qualche atto pio ,utile a voi….
Sura II della vacca 226
a coloro che giurano di separarsi dalle proprie donne è imposta un’attesa di quattro
mesi .
seguono una serie di precetti che riguardano il ripudio, il trattamento dei figli, il
testamento ecc.
Le donne sono responsabili del loro comportamento in pubblico,del loro modo d
vestire
Sura XXIV della luce 31
dì alle credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne r non
mostrino toppo le loro parti belle eccetto quello che di fuori appare e si coprano i
seni con un velo e non mostrino le loro parti belle tranne che ai mariti,ai figli ai figli
dei mariti ai figlidelle loro sorelle o alle loro donne alle loro schiave ai servi
eunuchi.
Risultano estranee al Corano -quindi non sostenibili neppure nell’ottica della
accettazione di una immutabile precettistica divina- le manipolazioni del corpo
femminile attraverso infibulazione, clitoridectomia ecc praticate in vari paesi islamici
soprattutto africani dal Senegal alla Somalia alla Nigeria e giustamente denunciate
dinanzi al tribunale dei diritti della persona .
La clitoridectomia è documentata comunque in uso già nell’antico Egitto, come si
deduce da diverse testimonianze anche papirologiche,
(Sulle pratiche di questo tipo ed i gravi danni per le donne vale ancora l’inchiesta di
Fran Hosken, The Hosken Report ,Lexington 1979 dalla quale partono le inchieste e
considerazioni successive)
La guerra
Un altro elemento distinguente l’Islam nella ricezione dell’immaginario occidentale è
il tema della “guerra santa” che sottolinea comunque la volontà essenzialmente
centrifuga ,espansionista dell’Islam .
La guerra non è un precetto obbligatorio,non è un pilastro ma nell’ottica dell’Islam
un invisibile ma certo diaframma divide la “casa della guerra “dalla casa dell’islam”
come due situazioni contrapposte che possono anche coesistere ma sono
inconciliabili: La casa dell’Islam è la casa dell’umma ,della collettività dei credenti
che si costituisce ovunque il gruppo si trovi, fuori, nella “casa della guerra”, sono gli
altri con i quali c’è una incancellabile diversità variamente regolata a seconda dei
gradi di distanza
Nella Sura II della vacca (190-191) si contrappongono due asserzioni:
Combattete sulla via di Dio coloro che vi combattono ma non oltrepassate i
limiti,perché Dio non ama gli eccessivi . Uccidete chi vi combatte dovunque li
troviate e scacciateli da dove hanno scacciato voi perché lo scandalo ( fitna ) è
peggio dell’uccidere ma non combatteteli presso il sacro tempio .a meno che non
siano essi ad attaccarvi .In tal caso uccideteli.Se però sospendono la battaglia Dio è
indulgente e misericordioso
Queste poche battute sottolineano in modo esplicito l’impegno che l’umma deve
assumersi nel difendere la sua specificità partendo dalla base sulla quale è stata
costruita.
Le particolari modalità di enunciazione del testo coranico,le circostanze della storia
dei paesi islamici possono chiarire le difficoltà che le culture islamiche hanno di
fronte la modernizzazione intesa come modello essenzialmente “altro”.La
modernizzazione è come attentato al diritto di identità minacciato prima dai
governi coloniali ( in Sudan, Egitto, India ,Africa del Nord )occupazioni inglesi e
francesi poi anche dagli stati nazionali successivi alla seconda guerra mondiale
considerati incapaci di tutelare la shar’ia espressione del senso profondo e
immutabile della legislazione islamica dinanzi la globalizzazione imposta dalla
estensione di una legislazione “civile” che appare essenzialmente estranea.
Tutte le citazioni del testo coranico sono tratte dalla traduzione di Alessandro
Bausani
Per la centralità esasperata della norma nella costruzione della “mentalità islamica”
vedi l’equilibrato saggio di Mohammed H. Benkheira L’amour de la Loi .Essai sur
la normativitè en islam Paris 1997 PUF
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