La Legge di Allah L`islam ,la via perfetta della dedizione a Dio,si
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La Legge di Allah L`islam ,la via perfetta della dedizione a Dio,si
La Legge di Allah L’islam ,la via perfetta della dedizione a Dio,si colloca cronologicamente e ideologicamente come chiusura,sigillo del percorso dell’affermazione di Dio. Qui Allah , ilāh, Dio appunto secondo la variante araba della glossa pansemitica el che indica genericamente la “divinità” sceglie di rivelarsi definitivamente agli uomini attraverso un nuovo profeta che sarà anche l’ultimo,prima della chiusura del tempo.Tema questo ,del tempo destinato ad una fine senza ritorno che contraddistingue tutti e tre i monoteismi. Il “perfezionamento” dell’ultima rivelazione a Maometto è anche ricco di differenze.Anzi tutto il Corano si presenta ,dopo l’affermazione del messaggio di Cristo e dopo la formazione del canone neotestamentario,come il definitivo compimento della volontà di Dio rispetto il mondo . L’ordinamento dettato a Muhammad è considerato definitivo sino al giorno finale del giudizio,il giorno dell’Ora . Muhammad si presenta dunque come l’ultimo profeta prima della fine del mondo.Nato nel 570 circa nella città della Mecca muore nel 632 in Medina dove era emigrato nel 622 data dell’Egira ,inizio dell’era mussulmana. L’ambiente culturale nel quale si inserisce il modello del nuovo messaggio profetico è variamente ricostruito dagli studiosi .La tradizione arabo mussulmana insiste sullo statuto nomadico e l’arretratezza delle popolazioni dell’Arabia occidentale all’epoca smentito dalle ricerche archeologiche più recenti . E del resto il testo stesso del Corano presuppone una conoscenza estesa di tradizioni ebraiche e cristiane che confluiscono in vari modi nel testo . La tradizione islamica presenta tuttavia il Corano come una realtà archetipale,costituita prima del tempo,rivelata in una notte benedetta ( sura XLIV ,3 detta del Fumo) La costruzione testuale avviene però in modo frammentario come accennato nella sura XVII,106 ,detta del Viaggio Notturno). Il Corano è considerato ,almeno dagli islamici sunniti che costituiscono la parte più numerosa della comunità islamica nel mondo un testo rivelato integralmente a Muhammad . Tuttavia il testo che noi conosciamo,passato attraverso la redazione dei primi compagni del profeta,non è accettato integralmente dagli Sciiti che sostengono che sia stato depurato di una parte che riguardava gli Aliti,i discendenti di Ali ,il genero di Muhammed . Si tratta degli shiiti che accusano il califfo Uthman di aver alterato il testo rivelato . Infatti la formazione del testo sarebbe avvenuta dalla collazione di brevi appunti scritti su pelli di cammello,scapole di montone, pietre piatte, per una stesura immediata che coglierebbe l’attimo della rivelazione al profeta ma che si presta anche a molti fraintendimenti. Il Corano accetta la realtà dell’azione dei profeti -nabiyy con evidente richiamo all’analogo termine ebraico nabi glossa pansemtica di antichissima attestazione e gli inviati di dio ,rasul. Si accettano 24 profeti dell’ebraismo e del cristianesimo . Il Corano,come il Pentateuco della Bibbia ebraica, costituisce base inderogabile per definire il comportamento quotidiano, l’ortoprassi, della comunità che si riconosce nel Dio Clemente e Misericordioso e nel suo Profeta. La tradizione conosce comunque altri profeti con i quali lo stesso Muhammad deve combattere o con i quali si trova in rapporto come l’enigmatico ebreo di Medina contemporaneo di Muhammad ,Ibn Sayyad variamente interpretato anche come una figura escatologica ,in attesa, incatenato in un monastero in un’isola oceanica ( D.Halperin ,The Ibn Sayyad tradtions and the legends of al –Dajjal JAOS 96,1976 213-225). Altri profeti considerati come impostori sono Musaylima originario dalla regione cristianizzata di Yamama, al Aswad il Nero ,l’uomo con il velo o l’uomo sull’asino ,lo yemenita Tulayha ,l’indovino, legato al dhu-l’Nun ,l’uomo della balena ,Giona ( Corano sura XXI ,87).Ancora la profetessa Sajah come antagonista di Muhammad . I primi document mussulmani datano del 22 anno dell’egira e sono costituii da due papiri egiziani . Al 24 dell’egira risale un’iscrizione rupestre dell’Arabia nordoccidentale . Manoscritti del Corano di un secolo successivi all’Egira ,quindi dell’VIII d.C. contengono comunque già due terzi del testo che sarà stabilito . Come per l’ebraismo ortodosso la Torah, la shari ‘ia ,”legge rivelata” compresa nel testo coranico, costituisce la base infrangibile per il retto comportamento dei fedeli. La Legge è costituita dai precetti che Allah rivelò a Maometto.Sono precetti considerati esistenti, scritti da sempre in un Libro Eterno Quella Legge scritta nel Corano costituisce dunque per la realtà islamica una specie di permanente interfaccia tra la situazione immobile, atemporale alla quale appartiene Dio e la dinamica della storia che non può tuttavia contraddire la piattaforma di base della Legge stessa. Emanata da Dio la Legge è considerata di per sé divina .Da ciò la riconosciuta importanza data alle scuole legali dedite alla interpretazione del rapporto tra i due livelli ed il fatto che il diritto ,il fiq non può mai costituirsi su un piano completamente svincolato dalla Legge ,religiosa rivelata. Ne consegue che per l’Islam risulta impossibile o almeno assai difficile la costituzione di un ordinamento autonomo,una legislazione solo civile che non vada contro la rivelazione. Per l’ortodossia le varie costituzioni degli stati non possono che essere le diverse espressioni della sostanziale permanenza della Legge data. I contenuti del Corano ( Qu’ran “) e delle raccolte di Hadith ( i detti del Profeta) rappresentano le basi ineludibili per il regolamento della vita quotidiana intesa come una continua dimostrazione di un rapporto uomo dio posto in equivalenza al rapporto servitore padrone ( abd-rab). Islam infatti può essere tradotto come un “ rimettersi” a Dio. Nella raccolta di “40 Hadith “ di An Nawawi ( edizione italiana 1982) troviamo il dialogo supposto tra un personaggio sconosciuto ( arcangelo Gabriele ) e lo stesso Muhammad nel quale sono riassunti i famosi 5 pilastri dell’Islam ( al-arkhan al khamsa) che fondano la semplice ma intensa e totale partecipazione richiesta al credente sul duplice piano dell’impegno quotidiano (preghiera) e della preoccupazione per il prossimo ( carità obbligatoria). al -iman fede nel Dio Unico Allah e nel Profeta as -salat preghiera rituale 5 volte al giorno al zakat elemosina per i poveri as-sawn digiuno nel mese di Ramadan al hagg pellegrinaggio alla Mecca,almeno una volta nella vita Il primo pilastro è il fondante. Si basa su una enunciazione diretta che vale come atto assertorio Lâ ilâh illâ Allâh wa Muhammad rasûl Allâh Il riconoscimento di Allah come unico Dio e di Muhammad suo profeta è la dichiarazione di appartenenza all’umma islamica. Ciò che conta è l’umma che è essenzialmente interetnica . L’appartenente all’umma dovrà impegnarsi al rispetto delle norme che sono norme di una legislazione divina. Si delinea così la struttura dell’islam come una ortoprassi, giusto comportamento, che ritma le singole esistenze nel quotidiano secondo la volontà di Dio. In questo stretto ,quotidiano,totale rapporto con Dio l’islam ortodosso è molto vicino all’ebraismo . Nell’ebraismo come nell’islam l’ortoprassi è centrale . Una situazione diversa rispetto quanto richiesto nel cristianesimo che su questo punto si pone in una situazione diversa per il comportamento volutamente “rivoluzionario” del Cristo. L’ortoprassi come impegno quotidiano di ciascun mussulmano ad osservare i precetti è rinforzata anche dalla mancanza di una situazione sacerdotale,di una chiesa che come ad esempio nel cristianesimo cattolico si assume il compito del contatto permanente con Dio. Con l’ebraismo l’islam condivide regole precise regole di purità che investono i codici alimentari, i comportamenti riguardo il corpo ed i rapporti di genere,maschile/femminile sottolineando l’impurità circostanziale del corpo femminile. . Tuttavia il Corano semplifica molto rispetto i codici del Levitico e del Deuteronomio . Il fedele islamico secondo il Corano deve rispettare solo alcune regole di purità alimentare come il divieto della carne di maiale ,del vino e degli alcolici e l’obbligo,analogo a quello ebraico,di mangiare solo carne dissanguata. Le diverse tradizioni extracoraniche allungano comunque la lista. Ricompare il tabu che riguardano la donna mestruata e la partoriente considerate impure e contaminanti tanto che in alcuni paesi islamici,come la Nigeria ma anche la repubblica del Niger,andando ben oltre il testo coranico, è vietato alle donne entrare nel luogo di riunione e preghiera che è la moschea. Ecco comunque alcuni precetti tratti direttamente dal Corano Sura II (della vacca )(v.168-173 ) si avverte : mangiate quello che è lecito e buono ,non seguite le orme di Satana che è vostro nemico.. v.173 In verità Dio vi ha proibito gli animali morti,il sangue e la carne di porco e animali macellati invocando altro nome che quello di Dio Sura III ( della famiglia di Imran) troviamo raccontato lo stacco della ortodossia islamica dalla ortoprassi ebraica . La sura prende il nome dal il padre di Maria , Gioacchino negli apocrifi . La sura racconta dell’infanzia di Maria che conversa con gli angeli dai quali ha l’annuncio nascita di un figlio Gesù che è “uno dei più vicini a Dio”. Nella sura si avverte (v.93 ) che ogni cibo era lecito ai figli di Israele eccetto quelli che Israele si interdisse prima della Torah. Di conseguenza si afferma che la Torah, (in particolare il Levitico) viene data agli ebrei dopo, per punizione. A chiarimento degli stretti rapporti tra l’elaborazione del testo coranico e conoscenza dei testi biblici ricordiamo il cenno all’episodio di Giacobbe, che in Genesi XXXII, 28 riceve il nome di Israele dopo aver combattuto con Dio nel misterioso episodio della lotta notturna. Giacobbe è colpito alla articolazione del femore da un lottatore ignoto e rimane zoppo. Per questo gli Israeliti non mangiano il nervo sciatico che è sopra l’articolazione del femore ,perché quegli (Dio ?) aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico . L’interdizione non è un obbligo ma solo memoria tradizionale. I divieti alimentari della Torah ebraica sono dunque per i mussulmani una serie di penalità imposte ai discendenti di Giacobbe per le loro devianze Sura V ( Sura della mensa ) v-1-3 - 4 Si danno alcuni avvertimenti generali : sono permessi gli animali dei greggi eccetto quelli che diremo...inoltre .. non dovete permettervi la caccia mentre siete in stato santo..( ihram) . La selvaggina è permessa solo se cacciata al di fuori del periodo della santità (ad esempio il pellegrinaggio o il mese del digiuno ) Ai v.88 –90 si avverte dell’obbligo di astenersi dal vino,dal maysir ( gioco d’azzardo),dalle pietre idolatriche, le frecce divinatorie che sono sozzure,opere di Satana Tuttavia è’ interessante che al versetto 93 si dice che : non vi è alcuna colpa per coloro che credono in quel che mangeranno con – apparente - contraddizione..) Sura VI ( Sura delle Greggi ) contiene un forte richiamo al riconoscimento del solo dio contro i pagani ,v. 19 ) e si avverte al v. 119 . mangiate solo le cose sulle quali è stato nominato il nome di Dio Al v.145-6 si ripete il divieto semplificato : non mangiare animali morti, sangue e porco.Con evidente semplificazione rispetto il Levitico. Sura XXII ( Sura del Pellegrinaggio) ricorda l’obbligo di mangiare animali macellati ritualmente, sui quali si sia pronunciato il nome di Dio. Si ricordano le interdizioni che costituiscono lo stato di purità : astenersi dalla contaminazione degli idoli, astenersi dalla menzogna Sura LII ( La Sura del Sinai) esplicitamente apocalittica,escatologica allinea anche in questa proiezione l’Islam ai due precedenti monoteismi. Si aspetta la grande fine ma dopo il giudizio ci sarà la consolazione per i giusti Dopo il Giudizio, i pii saranno in giardini e delizie ...saranno adagiati su alti giacigli e avranno come spose vergini dagli occhi neri ..avranno frutta e carne a piacere e potranno bere un vino che non fa nascere discorsi sciocchi ed eccitazioni di peccato.. — Si deduce che il rapporto con le fanciulle è ..solo di compagnia Il vino permesso è solo escatologico. Consente una “ebbrezza pura” come quella descritta per la comunità dei Terapeuti ,misteriosa setta giudaica contemporanea alla predicazione di Cristo descritta da Filone alessandrino Le delizie sono riservate comunque ai maschi ! E sembrano essere “spirituali” . Il tema delle fanciulle premio ritorna nella sura LV ( del Misericordioso) anche questa escatologica. Le regole sui rapporti tra maschi e femmine sono esplicite e insieme facilmente contraddittorie Sura XXX ( dei Romani ,21 ) si dice che Dio ha creato “da voi stessi delle spose ,perché riposiate con loro “; lo stesso nella sura XXXIX ,6,ma con una variante nella sura LIII .45 della stella ,per la quale Dio crea la coppia. Sura II (della vacca ) al versetto 222 compare il divieto di accostarsi alla donna mestruata che è contaminante,impura. Sura II 228 è ’ permesso il divorzio ma la donna deve attendere tre periodi mestruali prima di rimaritarsi E’ il periodo detto ‘idda . Sura LXV (del divorzio) propone la normativa sul trattamento che gli uomini devono riservare alle donne che vogliono lasciare .Si enfatizza la necessità di salvaguardare il benessere della donna eventualmente incinta e quella che allatta . Si profila un’attenzione ad una femminilità “materna “ che meriterebbe un’analisi approfondita. Sura XXIV (della luce ) si definisce in modo esplicito il comportamento obbligato per le donne: le donne “non devono mostrare troppo le loro parti belle eccetto quel che di fuori appare ,e si coprano i seni con un velo e non mostrino le loro parti belle che ai loro mariti o ai loro padri ,o ai loro suoceri o ai loro figli .... “ Nella stessa sura compaiono altri precetti riguardo il mostrare il corpo ,il farsi vedere spogliati ecc.che disegnano un quadro di grande riservatezza nei rapporti di genere. Sura XXXIIII(delle fazioni alleate): prevede la proibizione del divorzio facile (per l’uomo )detta zayd ma si accompagna ad una esortazione alle donne “a rimanere in casa e a non adornarsi come accadeva al tempo dell’idolatria ...................................................... L’attenzione che il Corano complessivamente dedica alle donne deve essere intesa comunque nel senso di una miglioramento obiettivo della loro condizione ottenuto attraverso la nuova legislazione divina che limita in qualche modo l’arbitrio maschile nei loro confronti istituendo regole per la poligamia,per l’eredità delle figlie ,per il divorzio.In cambio le donne devono sottostare ad un tipo di comportamento che le pone in una situazione di “riservatezza” molto simile del resto alla posizione caldamente consigliata a fanciulle e donne maritate da un’amplissima precettistica cristiana di poco precedente e poi contemporanea al diffondersi del modello coranico Rimane importante in ogni caso la presa di posizione coranica riguardo l’infanticidio delle figlie femmine che veniva praticato attraverso la sepoltura da vive Vedi la sura XVI ,58-59 LXXXI,9)Come del resto viene respinto ogni tipo di infanticidio abbastanza frequente, come appare da molti,indizi nel mondo preislamico ma non solo. Oscillanti i modi di punizione per chi abbia commesso atti “indecenti” Sura IV ( delle donne) leggiamo: se alcune delle vostre donne hanno commesso atti indecenti ,portate quattro testimoni,se questi porteranno testimonianza contro di loro chiudetele in casa sino a che morte le colga o fino a quando Dio apra loro una via . Per i maschi : se due di voi hanno commesso un atto indecente puniteli, ma se si pentono lasciateli stare . Dio è perdonatore. L’’interpretazione che vede nelle norme coraniche sul mondo femminile un intervento in realtà di correzione ad una situazione precedente molto meno tutelata,ha le sue ragioni. Gli irrigidimenti sull’applicazione della legge nell’ambito dei cosiddetti fondamentalismi seguono quindi logiche precise ma extracoraniche. In ogni caso non è coranica una rigida normativa sul velo,sulle mutilazioni genitali ecc Riportiamo comunque ancora di seguito osservazioni dalla precettistica coranica sulle donne sempre dalla sura IV Sura IV Delle Donne In apertura dice O uomini temete Dio il quale vi creò da una persona sola. Ne creò la compagna e suscitò da quei due esseri uomini molti e donne; temete dunque quel dio nel cui nome vi chiedete favori l’un l’altro ,e rispettate le viscere che vi hanno portato ,perché Dio è su voi e vi osserva. Subito dopo si precisa lo statuto delle donne la cui subordinazione è chiara comunque sin dall’inizio dal momento che Dio si rivolge sempre ad un uomo, al suo profeta,a chi lo rappresenta ,il califfo e a tutti gli altri uomini maschi Sura IV,3 la poligamia è ammessa ma sotto condizione Se temete di non essere equi con gli orfani, sposate allora tra le donne chi vi piacciono due o tre o quattro, o se temete di non essere giusti con loro una sola,o le ancelle in vostro possesso… Date spontaneamente alle donne la dote e se a loro piace farvene partecipi godetela pure in pace e tranquillità IV ,7 ….. anche alle donne spetta una parte di ciò che hanno lasciato i genitori e i parenti IV,11 Riguardo ai vostri figli Iddio vi raccomanda di lasciare al maschio la parte di due femmine. Se i figli sono solo femmine e più di due loro spettano i due terzi dell’eredità ; se è una femmina sola le spetta la metà ………….. IV 12 A voi spetta la metà di ciò che hanno lasciato in eredità le vostre mogli se esse non hanno figli ,e se li hanno a voi spetterà un quarto di quel che esse avranno. Se alcune delle vostre donne avranno commesso atti indecenti portate quattro vostri testimoni contro di loro e se questi porteranno testimonianza del fatto ,chiudetele in casa fin che le coglierà la morte o fin quando Dio apra loro una via IV ,15-16 Versetto molto importante che esclude dal corano la pratica della punizione di famiglia nel caso dei cosiddetti delitti di onore E se due di voi commettono atti indecenti puniteli ma se si pentono e migliorano la loro condotta lasciateli stare ,perché Dio è perdonatore benigno…. Per quanto riguarda l’eredità si precisa riguardo alle figlie ed esse avranno a loro volta un quarto di quel che morendo lascerete ,se non avete figli, che se avete figli ad esse spetterà un ottavo ………………………………………… . …………………. IV ,19 Non vi è lecito ereditare mogli contro la loro volontà,né impedire loro di rimaritarsi allo scopo di riprendere parte di quello che avete loro dato, a meno che non abbiano commsso infamia provata: Trattatele comunque con gentilezza,ché se le trattate con disprezzo potrebbe darsi che disprezziate cosa in cui Dio ha posto invece gran bene I V34 Gli uomini sono preposti alle donne perché Dio ha prescelto alcuni esseri sugli altri E perché essi donano dei loro beni per mantenerle; le donne buone sono dunque devote a Dio e sollecite della propria castità cos’ come Dio è stato sollecito di loro.Quanto a quelle di cui temete atti di disobbedienza ,ammonitele poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele. Ma se vi ubbidiranno allora non cercate pretesti per maltrattarle. E se temete una rottura tra marito e moglie nominate un arbitro della parte di lui ed uno dalla parte di lei… Il tema dell’adulterio è trattato severamente ma in rapporto con altre legilsazoni comuni nel mondo antico Nella sura XXIV (dell’ape) Per l’adultero e l’adultera sono previsti cento colpi di frusta ma chi ha accusato ingiustamente riceverà ottanta colpi di frusta. Non c’è la lapidazione che entrerà nella normativa mediata dalla tradizione ebraica del Deuteronomio come è raccontato in un hadith della famosa raccolta di Al Buhari (IX d.C.) Il Profeta interrogato sulla punizione da infliggere ad una coppia di adulteri ebrei dice di ricorrere alla loro legge ,che prevede infatti nella formalità rigorosa la lapidazione. La donna comunque è periodicamente fonte di contaminazione ,impurità come nella legislazione ebraica Sura II della vacca 222 …. Ti domanderanno ancora delle mestruazioni.Rispondi : è cosa immonda . Pertanto astenetevi dalle donne durante le mestruazioni e non avvicinatevi a loro finchè non siano purificate ; e quando si saranno purificate accostatevi a loro dalla parte che dio vi ha comandato,perché dio ama i pentiti, ama i puri. Le vostre donne sono per voi come un campo ; venite dunque al vostro campo a vostro piacere ,ma premettete qualche atto pio ,utile a voi…. Sura II della vacca 226 a coloro che giurano di separarsi dalle proprie donne è imposta un’attesa di quattro mesi . seguono una serie di precetti che riguardano il ripudio, il trattamento dei figli, il testamento ecc. Le donne sono responsabili del loro comportamento in pubblico,del loro modo d vestire Sura XXIV della luce 31 dì alle credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne r non mostrino toppo le loro parti belle eccetto quello che di fuori appare e si coprano i seni con un velo e non mostrino le loro parti belle tranne che ai mariti,ai figli ai figli dei mariti ai figlidelle loro sorelle o alle loro donne alle loro schiave ai servi eunuchi. Risultano estranee al Corano -quindi non sostenibili neppure nell’ottica della accettazione di una immutabile precettistica divina- le manipolazioni del corpo femminile attraverso infibulazione, clitoridectomia ecc praticate in vari paesi islamici soprattutto africani dal Senegal alla Somalia alla Nigeria e giustamente denunciate dinanzi al tribunale dei diritti della persona . La clitoridectomia è documentata comunque in uso già nell’antico Egitto, come si deduce da diverse testimonianze anche papirologiche, (Sulle pratiche di questo tipo ed i gravi danni per le donne vale ancora l’inchiesta di Fran Hosken, The Hosken Report ,Lexington 1979 dalla quale partono le inchieste e considerazioni successive) La guerra Un altro elemento distinguente l’Islam nella ricezione dell’immaginario occidentale è il tema della “guerra santa” che sottolinea comunque la volontà essenzialmente centrifuga ,espansionista dell’Islam . La guerra non è un precetto obbligatorio,non è un pilastro ma nell’ottica dell’Islam un invisibile ma certo diaframma divide la “casa della guerra “dalla casa dell’islam” come due situazioni contrapposte che possono anche coesistere ma sono inconciliabili: La casa dell’Islam è la casa dell’umma ,della collettività dei credenti che si costituisce ovunque il gruppo si trovi, fuori, nella “casa della guerra”, sono gli altri con i quali c’è una incancellabile diversità variamente regolata a seconda dei gradi di distanza Nella Sura II della vacca (190-191) si contrappongono due asserzioni: Combattete sulla via di Dio coloro che vi combattono ma non oltrepassate i limiti,perché Dio non ama gli eccessivi . Uccidete chi vi combatte dovunque li troviate e scacciateli da dove hanno scacciato voi perché lo scandalo ( fitna ) è peggio dell’uccidere ma non combatteteli presso il sacro tempio .a meno che non siano essi ad attaccarvi .In tal caso uccideteli.Se però sospendono la battaglia Dio è indulgente e misericordioso Queste poche battute sottolineano in modo esplicito l’impegno che l’umma deve assumersi nel difendere la sua specificità partendo dalla base sulla quale è stata costruita. Le particolari modalità di enunciazione del testo coranico,le circostanze della storia dei paesi islamici possono chiarire le difficoltà che le culture islamiche hanno di fronte la modernizzazione intesa come modello essenzialmente “altro”.La modernizzazione è come attentato al diritto di identità minacciato prima dai governi coloniali ( in Sudan, Egitto, India ,Africa del Nord )occupazioni inglesi e francesi poi anche dagli stati nazionali successivi alla seconda guerra mondiale considerati incapaci di tutelare la shar’ia espressione del senso profondo e immutabile della legislazione islamica dinanzi la globalizzazione imposta dalla estensione di una legislazione “civile” che appare essenzialmente estranea. Tutte le citazioni del testo coranico sono tratte dalla traduzione di Alessandro Bausani Per la centralità esasperata della norma nella costruzione della “mentalità islamica” vedi l’equilibrato saggio di Mohammed H. Benkheira L’amour de la Loi .Essai sur la normativitè en islam Paris 1997 PUF