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la delizia di Allah la delizia di Allah
Articoli Invernale 06
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Yemen
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AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO
giunto il kalashnikow e la pistola. Si sono aggiornati ma non
hanno ancora l’aria aggressiva. I rapimenti sono terminati
anni fa con la applicazione di leggi severe.Camminare per
strada con il mitra a tracolla è normale.Ti incrociano e ti
sorridono. E’ un deterrente, è fatto per spaventare, per
mettere in guardia, non per essere utilizzato nella vita comune. E’ normale entrare nel ristorante di strada e ritrovarsi dei fucili sul tavolo mentre i loro proprietari si avventano allegramente con le mani su un pezzo di pollo col
riso.Con naturalezza scosti un fucile,e sorridendo ti sfami mentre loro annuiscono.
Lo Yemen è un mondo antico. E’ un paese molto povero.
Un salto nel passato per noi occidentali, laggiu’ il tempo
si è fermato. Il maschio dell’inconscio collettivo rincorre
fierezza, ostenta virilità, cerca la supremazia. L’ atteggiamento è palese, ma lo si intuisce ancor piu’ dalla lettura
dei dettagli, dalla mimica, dalle espressioni. Per chi sa andar oltre è facile capire che è solo un atteggiamento, che
Giovane donna
con bambino
lo sguardo è sempre
pronto al sorriso e
alla complicità, che
il turista è sempre
benvenuto e il dovere della ospitalità
veramente inviolabile.Non si avverte mai
il senso del pericolo
malgrado le armi.
Si percepisce la distanza infinita dei modi,del ruolo dei maschi e delle donne impantanato nei
secoli, la difficoltà della comunicazione anche
non verbale. La tendenza incredibile ad aggrovigliare situazioni,anche le piu’ elementari.Poi i toni della voce, lo strepitio, il clangore di attrezzi
sconosciuti nel bel mezzo di una sala da pranzo.
La simpatica confusione che fa sorridere per inutilità. Un ragazzino che vende il pane nella piazzetta rincorre un adulto che per dispetto ha urtato il triciclo.Si scatena un putiferio.Ma tutto finisce in un momento.
Al mercato del qat gli animi si accendono per
la contrattazione di questa specie di droga per
poveri. Sono foglioline verdi che gli Yemeniti
masticano senza deglutire,in continuazione,
fino a formare una massa verdastra compatta che gonfia la guancia come una grossa palla. Col tempo il tessuto della guancia si sfibra e spesso si deforma in un cascame di pelle logora.
Accaparrarsi il qat piu’ fresco è una gara
“Ma i suoi occhi hanno quel colore tenebroso
che rivela la sua origine, quello sguardo profondo
e insieme ardente che fa trasalire lo spettatore.
Sono occhi che non si dimenticano,
si continuerà a ricordarli a distanza
e a rivederli nei sogni…”
KNUHT HAMSUN,
La Regina di Saba
Socotra
:
la delizia di Allah
Testo e foto
di Alessandro Omassi
28
Uno scrigno
di tesori naturalistici
tra gli yemeniti. Le auto stracariche discendono ogni mattina le valli del nord per trasportare foglie fresche alla capitale. E tra i crocicchi o nei luoghi piu’ improbabili ci si
scambia il fogliame.
Si percepisce la bellezza dei luoghi. Si respira aria di fiaba
dentro la cornice del frastuono.Da lontano,il nitore delle facciate, le miniature di certi decori,l’ incastro delle
costruzioni, che
aggrega e rende
compatto il villaggio come in
una unica grande casa.
A Shiban chiudono la grande
porta di accesso delle
mura la sera.
Un rito antico, come nel
passato all’epoca degli assedi.
Pasolini ha
definito lo
Ye m e n :
“Il piu’
bel paese del
pianeta”
rmai a conclusione del soggiorno nell’isola di
Socotra, sostiamo in attesa di soccorso: la jeep
Land Cruiser, dopo averci accompagnato lungo un
percorso a tappe di una settimana, per cinque o sei ore di
guida quotidiana,ci ha abbandonato.Non si può sperare in
un passaggio, perché i mezzi in transito sono davvero rari.
Di tanto in tanto scorgiamo un pick-up2 carico di operai,
che si avvia verso il cantiere aperto, per realizzare la prima strada asfaltata dell’isola, il primo segno di modernità
in un ambiente finora selvaggio e incontaminato.Infatti abbiamo macinato chilometri attraverso stretti e polverosi
sterrati, serpeggiando tra la sabbia del deserto o in mezzo a campi coltivati, lungo gli wadi, sulle pietraie o su per
le montagne. L’effetto lucido del nastro di asfalto, appena
spalmato, conferisce all’isola un aspetto più civilizzato e
continentale, contrastando con il paesaggio primitivo: è
l’annuncio delle esigenze turistiche che premono alle porte. Sarei tentato di avviarmi a piedi verso Hadibu3, in cerca di aiuto,ma il sole picchia forte,dall’alto di un cielo terso e la stanchezza accumulata da giorni mi persuade ad attendere fiducioso, sbracato sul sedile dell’auto.
Nell’attesa, abbozzo gli appunti coi quali registro le immagini e le impressioni dei luoghi insoliti ed affascinanti
che quest’isola ci ha regalato. Il panorama che osservo si
aggiunge agli innumerevoli scenari che abbiamo ammirato
e sono valsi all’isola l’appellativo di “delizia di Allah”, come
la chiamavano gli antichi navigatori arabi, che l’ammiravano come un giardino del paradiso musulmano.
La vasta prateria è ricoperta di arbusti bassi (Croton socotranus),tutti della stessa dimensione e tutti piegati in un’unica direzione dalla furia del vento. Le sagome nere delle
capre al pascolo punteggiano il tappeto verde, che dai
pendii scoscesi delle montagne scende ripido alle mie
spalle e dinanzi a me si perde a vista, fino al mare.
O
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AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO
Yemen (oceano indiano)
Alberi dalle fattezze davvero singolari, disposti come un to una manciata di sassolini colobuffo esercito di burattini, sono disseminati sulle pareti rati di rosso scuro, parlando in
rocciose. Benché io sia un appassionato naturalista e un una lingua incomprensibile. I
assiduo visitatore di parchi naturali, durante i miei viaggi sassolini che mi ha consegnato
non ho mai incontrato piante così insolite. Dopo essermi in modo quasi solenne, come
ripreso dallo stupore iniziale, ne ho accarezzato la liscia un dono prezioso, hanno
corteccia e abbracciato il grosso tronco. Si tratta del fico una consistenza leggera:
di Socotra (Dorsenia gigas), una delle 283 specie vegetali sono residui secchi del
endemiche, che rappresentano circa un terzo delle pian- “sangue di drago”.
te presenti sull’isola.Assomiglia a un piccolo baobab, col Come la maggior partronco gonfio, a forma di fiaschetto, rami corti e contor- te delle yemenite, la
ti. Ogni pianta sembra nata inspiegabilmente dalla terra donna era vestita
arida e secca, non irradiata al suolo con le radici, ma solo completamente
appoggiata alle fenditure rocciose rivolte al mare.
di nero. Del
Il secondo giorno di presenza sull’isola,attraversando l’al- volto, velato
topiano Dik Sam, abbiamo scoperto uno scenario prei- anch’esso
storico, caratterizzato da altri alberi fossili, dalle fattezze da morbida
altrettanto inconsuete. Siamo rimasti incantati dalla per- stoffa scufezione e dall’ordine delle piante immerse nell’ambiente ra, erano vinaturale: non è facile distinguere la differenza tra un par- sibili soltanto
co curato amorevolmente da un saggio giardiniere e i bo- gli occhi, neri anche
schi dell’“albero di sangue di drago” (Dracaena Cinnabari)4 quelli, grandi ed espressivi, gli unici a
in cui ci siamo addentrati. Sono gli alberi più noti dell’iso- trasmettere una luce viva ed intensa. Oltre la staccionata
la, appartenenti alla famiglia delle agavi e diffusi in Africa della sua capanna, altri occhi di giovani donne, brillavano
venti milioni di anni fa. Crescono ad un’altitudine di alme- vivaci e curiosi, incorniciati da veli scuri, come spiriti neri,
no 500 m. dal livello del mare e si ergono maestosi col inavvicinabili,che mi hanno riportato a un tempo lontano.
tronco dritto e la chioma ad ombrello rovesciato, com- Nei loro sguardi profondi e misteriosi si legge una sintesi
posta da un intrico di rami carnosi e corti, che terminano di sensualità e saggezza trasmessa dal mito della Regina di
con mazzetti di foglie lanceolate, verde scuro. Praticando Saba, mentre nell’aria che vibra delle loro voci, si odono
incisioni sulla corteccia si ricava una resina rossastra chia- gli echi e si respira l’atmosfera dell’antica Arabia Felix8, un
mata appunto “sangue di drago”5, impiegata per svariati mondo affascinante e remoto, rimasto intatto nei secoli.
usi.Una leggenda yemenita narra che la pianta sarebbe na- Gli incontri più stupefacenti di tutto il viaggio sono quelta proprio dal sangue versato da un drago durante il li con la vegetazione, che caratterizza e rende unico nel
combattimento con un gigantesco elefante. Fin dall’anti- suo genere il paesaggio di Socotra.Altri “alberi-bottiglia”
chità il liquido purpureo è stato utilizzato come medica- (Adenium obesum subsp. Sokotranum), del tutto simili alla
mento, per la cura di ustioni e dissenteria, ma anche co- Dorstenia gigas, popolano l’altopiano e nel mese di nome pigmento per colorare pietre preziose, vetro, marmo vembre mostrano una tipica e spettacolare fioritura rosa,
e persino il legno usato per la produzione dei violini ita- talvolta anche rossa,che ricopre la cima dei corti rami.. Al
liani. Le popolazioni locali raccolgono ancora questa so- fianco di queste piante, gli alberi di Dentrosicyos socotranus
spiccano per la straordinaria altezza, anche fistanza per curare disturbi intestinali, tingere la lana,
no a 5 metri e con frutti somiglianti a picincollare e decorare la ceramica, usarla come
coli cetrioli commestibili.Sono le uniche
balsamo per le vie respiratorie e rossetto per
Capovaccaio
piante a forma arborea appartenenti
le labbra.
(Neophron percnopterus)
alla famiglia delle Cucurbitacee,che nel
La visita dei villaggi,abbarbicati tra le monresto del mondo è costituita solo da
tagne o sparsi per l’altopiano, è stupefapiante erbacee, rampicanti e stricente come quella degli ambienti natuscianti come le zucche.
rali. Piccole casupole di pietra sono
Percorrendo le strade sterrate
circondate da bassi muri di cinta in
che dalla costa conducono alsasso e nelle vicinanze si trovano
l’entroterra, ci siamo imbattuti
sempre pozzi o cisterne d’acqua.
in altre specie endemiche: la
Infatti, raccogliere e conservare
Boswellia elongata e la
l’acqua è le prima preoccupazione
Commiphora ornifoglia, i mitici
dei socotrini, che ne fanno scorta
alberi dell’incenso e della mirdurante i mesi piovosi, per prepara, in antichità ricercati e prerarsi alla lunga stagione secca. Gli
ziosi quanto l’oro, poiché la
abitanti sono per lo più pastori seloro naturale fragranza eraminomadi di origine araba, che vino impiegati nei riti religiosi
vono in condizioni molto povere e
e nell’imbalsamazione.Le insono dediti all’allevamento di muccisioni praticate sul tronco,
che, pecore e capre.
provocano la secrezione di
Socotra è aperta al mondo e al turiresine gommose dai canali
smo soltanto dal 2001, quando è stache percorrono il fusto. Le
to aperto l’aeroporto6, perciò la posostanze si prelevano facilpolazione locale non è per nulla abituamente,
poiché coagulano al
7.Al nostro arrivo nei centa ai visitatori
contatto con l’aria. Il fenomeno è
tri abitati la gente si rifugiava nelle case,
una difesa naturale della pianta contro gli
quasi in cerca di protezione. Solo una anziana
attacchi
dei
parassiti.
donna mi ha offerto un segno di ospitalità. Si è avvicinata
lentamente, ha aperto il palmo della mano e mi ha dona- Dove il vasto altopiano calcareo è percorso dagli wadi, si
Albero di sangue
di drago
scoprono altre nicchie ecologiche verdi,che contrastano con
i toni caldi e rossastri delle rocce. Scendendo ed inoltrandoci lungo le sponde prosciugate abbiamo scoperto
boschi spettacolari di Adenium obesum subsp. Sokotranum,
intervallati da macchie di bosso (Buxus hildebrandtii), elicriso (Helicrisum), Rhus e felci (Asplenium schweinfuthii).
Gli wadi sono spesso affiancati da corsi d’acqua perenni,
che formano ampie marmitte, nelle quali i miei compagni
di viaggio hanno trovato refrigerio e dove gli animali si rifugiano tra la vegetazione, diffondendosi in forme endemiche singolari quanto le piante. Percorrendo a piedi il
Daerhu Canyon ho osservato gruppi di capovaccai
(Neophron Percnopterus), piccoli avvoltoi sacri agli Egizi,
che sono probabilmente gli uccelli più grandi dell’isola, insieme alla poiana (Buteo buteo).. Li abbiamo incontrati anche negli spazi in cui ci siamo accampati, perché svolgono
il ruolo di “spazzini” dell’isola e sono costantemente alla
ricerca di rimasugli di cibo. Sono numerosi gli esemplari
di tortora delle palme (Streptopelia senegalensis) e di
Onychognathus blythii una specie nata da un incrocio tra un
corvo ed un merlo, la cui apertura alare mostra una particolare colorazione rosso-arancio sulle remiganti9.
Inoltre abbiamo osservato numerosi esemplari di averla
(Lanius Meridionalis).
Il patrimonio ornitologico, che stima circa 140 specie di
uccelli, di cui molte piuttosto rare, vanta anche sei specie
endemiche: la nettarinia di Socotra (Nectarinia balfouri), il
passero di Socotra (Passer insularis), il beccamoschino di
Socotra (Cisticola Haesitatus), l’incana di Socotra (Cisticola
incanus), lo storno di Socotra (Onychognathus frater) e lo
zigolo di Socotra (Emberiza Socotrana).
L’endemismo e l’aspetto primordiale dell’isola si spiegano
col fatto che - secondo i geologi - l’isola, si è staccata dal
continente africano10 circa sei milioni di anni fa ed il massiccio centrale dell’Haghir non è stato totalmente sommerso dalle acque del Mare Arabico per circa 135 milioni di anni. In questo modo Socotra ha mantenuto il distacco dalla terraferma ed ha sviluppato e conservato un
ambiente naturale unico, considerato dagli scienziati un
laboratorio di studio evolutivo ed un tesoro naturale ricco di biodiversità,tanto da meritare il titolo di “Galapagos
dell’Oceano Indiano”.
A differenza d’ogni altro habitat terrestre, a Socotra il ramo evolutivo dei mammiferi non è mai comparso. I primi
mammiferi furono introdotti solo circa 2000 anni fa e si
tratta soltanto di specie domestiche come capre, pecore,
asini, cammelli e mucche.
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Yemen (oceano indiano)
Oltre alle 800 specie di piante, sull’isola sono state classificate ben 500 specie d’insetti e, una settantina tra pesci e
rettili, ma gli studiosi ritengono ve ne siano molti altri ancora sconosciuti.
Alì,che ha viaggiato con noi come guida locale,è stato anche un ottimo compagno di viaggio, sempre cortese, gentile e mite come tutti i socotrini. In tono confidenziale,
mentre gli brillavano gli occhi dalla gioia,mi ha parlato della sua vita e del figlio che stava per nascere ad AlMukalla11. Il suo corretto spagnolo rivela un passato di
studente trascorso a Cuba, dove si è laureato in meteorologia, quando lo Yemen del Sud era ancora una democrazia popolare indipendente12. Oggi lavora presso una
cooperativa di giovani socotrini, sostenuta dall’UNESCO,
con l’obiettivo di avviare un turismo controllato ed ecocompatibile.
Dal 1997 lo Yemen, con il sostegno internazionale delle
Nazioni Unite, ha avviato uno specifico programma13 che
incoraggia studi scientifici per la conservazione del patrimonio naturale dell’arcipelago, individuando non solo le
zone da tutelare integralmente,ma anche le strutture e le
attività ricettive e ricreative idonee a garantire un turismo rispettoso dell’ambiente e delle sue risorse, gestito
il più possibile dalla popolazione locale. Nel 2000 il presidente Ali-Abdullah Saleh ha emanato un decreto per la
conservazione e lo sviluppo eco-sostenibile che coinvolge anche le tre isole minori dell’Arcipelago (Abd-Al-Kuri,
Semha e Darsa). Il piano tutela non soltanto la biodiversità biologica, ma anche il patrimonio socio-culturale, di cui
i socotrini sono da secoli autentici custodi. Consapevoli
della precarietà delle relazioni dell’isola col resto del
mondo, hanno messo a punto un complesso sistema di
regole tradizionali che li lega a doppio filo alla buona salute dell’ambiente e che è rispettato grazie alla sorveglianza esercitata dagli organi consiliari di ogni villaggio.
Alcuni esempi: il divieto di taglio degli alberi in crescita,
salva la concessione di un’autorizzazione per validi motivi; la raccolta della sola legna morta; la turnazione dei pascoli per non gravare troppo sulla vegetazione; l’istituzione dei riserve marine in cui è vietata la pesca; il rispetto
di un periodo di riposo mensile per tutte le zone di pesca. Gli sforzi per la conservazione di biodiversità del governo yemenita e della comunità internazionale hanno
trovato una terra estremamente fertile sull'isola. I locali
hanno accolto favorevolmente tutta l'assistenza puntata
sulla conservazione e l'integrità delle risorse naturali, che
ha contribuito al miglioramento delle condizioni di vita.
Mentre le nostre Land Cruise percorrevano veloci gli
sterrati, man mano che ci avvicinavamo alla costa, il mio
sguardo abbracciava la catena delle Haggier Mountains,
che si eleva fino a 1500 m. e si caratterizza per le cime
La spiaggia di Qalansiyah
Note:
1
2
3
4
5
Lo scrittore norvegese, Premio Nobel
per la Letteratura nel 1920, narrò di un
critico d’arte innamoratosi perdutamente di una giovane somigliante alla Regina
di Saba, immagine mitica della sensualità,
della saggezza e del mistero, ritratta dal
pittore Julius Kronberg nel 1988.
Il termine indica un autoveicolo cassonato a due o a quattro ruote motrici, con
cabina singola o doppia.
Hadibu, capitale di Socotra, sorge vicino
al mare e a monte è protetta dalla catena montuosa del massiccio Haghir. E’ sede del governo e del sultanato, ma è una
cittadina piccola e povera che ospita circa 1500 dei 15.000 abitanti dell’ isola, discendenti di schiavi arabi e neri di origine islamica, pastori beduini e qualche
gruppo pagano.
La pianta fu classificata dal botanico scozzese Isaac Bayley Balfour,dopo la sua spedizione a Socotra nel 1880.
L’aeroporto di Hadibu è a una trentina di
chilometri dalla città e garantisce due voli settimanali che collegano l’isola con AlMukalla e Sana’a,capitale delloYemen.Per
il futuro sono in programma altri voli che
6
7
8
renderanno più frequenti i rapporti con
la terraferma.
Inoltre si consideri inoltre che nella stagione dei monsoni, il vento agita il mare
ad una velocità che supera i 90 miglia l’ora, rendendo impossibile la pesca e tagliando l’isola fuori dal mondo turistico
e commerciale per cinque mesi all’anno,
come uno dei luoghi più inaccessibili della terra.
Lo Yemen, al quale Socotra appartiene
amministrativamente, è la culla dell’“Arabia felix” (Arabia felice), come i Romani
chiamavano l’Arabia meridionale per distinguerla dalla più desolata e desertica
“Arabia petraia”. Nell’antichità il territorio yemenita ospitava il favoloso regno
della Regina di Saba ed era il luogo di partenza di traffici commerciali tra il Medioriente e il Mediterraneo,essendo ricca di
oro, argento e altri materiali preziosi come l’alabastro, oltre che di balsami, aromi e spezie, come caffè, incenso e mirra.
A quel tempo Socotra era nota col nome di Dioscuride o Discoride, l’isola dell’incenso e della mirra.
Le penne delle ali che costituiscono le su-
aguzze e i valloni impervi. Le vette ricoperte di granito
sfoggiano un colore rossastro, chiazzato dal grigio spettrale dei licheni,che nelle zone di maggior contrasto sembra una spolverata di neve fresca.
Scendendo tra i pendii scoscesi fino ai piedi dell’oceano,
verso la splendida penisola di Ras Irisseyl, abbiamo incontrato sparsi insediamenti di pescatori di origine africana,
ancora oggi costruiti con blocchi di corallo. In queste zone la pesca è l’attività più diffusa14 ed è svolta impiegata ancora con piccole barche a motore, dove l’uso recente di
celle frigorifere per conservare il pesce, ha facilitato il lavoro dei pescatori.. Questa attività è interrotta nei mesi
estivi, quando i monsoni rendono il mare impraticabile. Il
pescato è costituito soprattutto da:squalo, king fish e tonno,che dopo essere stati salati e asciugati,sono venduti sul
continente. I pesci e le aragoste del reef rappresentano
una fonte di reddito importante e sono venduti principalmente ai pescherecci in transito dai paesi limitrofi.
Uno spettacolo mozzafiato si è aperto innanzi ai nostri
occhi percorrendo la spiaggia in direzione di Ar-Ar Beach:
scoscese pareti rocciose, con toni che sfumano dal rosso
al marrone, fanno da sfondo a grossi massi staccati dalla
montagna e a dune come colline di sabbia bianchissima,
che si adagiano dolcemente verso il mare blu cobalto. In
perfici portanti per il volo.
Più precisamente dalla Somalia,dalla quale dista solo 300 km..
10
E’ la città che ha dato il nome alla caffettiera “moka”, proprio perché era il luogo
di esportazione del migliore caffè arabico.
11
Lo Yemen ha raggiunto l’unità nazionale
solo nel giugno del 1990.
12
Si tratta dell’UNDP (United Nations Development Program),un programma di sviluppo sostenibile per la tutela dell’ambiente e della biodiversità.
13 Non ci sono industrie e la scarsità di acqua ha impedito in tutta l’isola lo sviluppo dell’agricoltura su vasta scala.
14
Da ottobre a maggio, in cui si consiglia di
visitare l’isola.
15 Il Diving Center è chiuso da maggio a settembre; aprile, quando il mare è calmo, è
il mese migliore per quest’attività. Si deve comunque ricordare che,poiché l’isola è protetta dall’Autorità Territoriale,
niente può essere asportato,né da terra,
né dal mare. Il corallo non deve essere
toccato, né prelevato ed è proibita la pesca col fucile e le bombole.
9
tutte le spiagge,altrettanto bianche e deserte,è facile trovare grosse conchiglie, disseminate qua e là. Nel periodo
turistico, quando il clima non è ostile15, le spiagge sono
meta delle grosse tartarughe marine, che al tramonto vi
depositano le uova. Migliaia di uccelli marini come berte,
gabbiani (Larus hemprichii) e cormorani popolano le scogliere.
In direzione della Laguna di Qalansiyah, abbiamo percorso
in barca l’ultima tappa della nostra avventura, che ci ha
mostrato il luogo più bello di tutta l’isola: una lunghissima
spiaggia bianchissima, di sabbia impalpabile, lambita dalle
limpidissime acque del mare, che sfumano da un turchese
cristallino ad un blu profondo ed intenso. L’escursione in
barca verso l’estremo opposto dell’isola (Shaub), ha portato il viaggio al culmine della bellezza naturale, facendoci navigare tra branchi di delfini, fino a raggiungere un’insenatura nella quale abbiamo ammirato il patrimonio marino di Socotra. Si tratta di un tesoro preziosissimo, perché custodito dalla barriera corallina più intatta di tutto il
Mar Rosso, formata da diverse specie di coralli. Murene,
granchi, cernie, aragoste, che vi trovano rifugio ed alimento, ne fanno un paradiso per il diving16, nei periodi
propizi.
Verso sera,quando ci siamo ritirati nell’ultimo campeggio,
la notte ci è apparsa in tutto il suo splendore.Attraverso
le fessure della mia piccola tenda,ho sbirciato il paesaggio
irradiato dalla sola luce naturale del cielo, punteggiato da
una miriade di stelle pulsanti, mentre una tiepida brezza
marina mi accarezzava il viso: magia e meraviglia, alle quali abbandonarsi, in un’intima unione con la natura.
Il rombo lontano di un’auto mi riporta alla realtà: ecco il
soccorso atteso per ore ed ore! Abbandoniamo la nostra
jeep per imbarcarci sull’altra, che ci riporterà ad Hadibu
per l’ultima sera da trascorrere a Socotra e dove per noi
sarà festa grande per il rientro. L’Indomani partiremo con
il primo aereo per Sana’à, dove ci attende il volo per
l’Italia.
Un grande abbraccio a: Giuliana, Mariella, Marialuisa,
Simone, Iside, Giannino, Telemaco, Giampiero,
Salvatore, Patrizia, Alberto, Renato, Guido, Paola,
Modiana, miei compagni di viaggio, che hanno reso questa vacanza indimenticabile.
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