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la delizia di Allah la delizia di Allah
Articoli Invernale 06 12-07-2006 Yemen 18:17 Pagina 28 AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO giunto il kalashnikow e la pistola. Si sono aggiornati ma non hanno ancora l’aria aggressiva. I rapimenti sono terminati anni fa con la applicazione di leggi severe.Camminare per strada con il mitra a tracolla è normale.Ti incrociano e ti sorridono. E’ un deterrente, è fatto per spaventare, per mettere in guardia, non per essere utilizzato nella vita comune. E’ normale entrare nel ristorante di strada e ritrovarsi dei fucili sul tavolo mentre i loro proprietari si avventano allegramente con le mani su un pezzo di pollo col riso.Con naturalezza scosti un fucile,e sorridendo ti sfami mentre loro annuiscono. Lo Yemen è un mondo antico. E’ un paese molto povero. Un salto nel passato per noi occidentali, laggiu’ il tempo si è fermato. Il maschio dell’inconscio collettivo rincorre fierezza, ostenta virilità, cerca la supremazia. L’ atteggiamento è palese, ma lo si intuisce ancor piu’ dalla lettura dei dettagli, dalla mimica, dalle espressioni. Per chi sa andar oltre è facile capire che è solo un atteggiamento, che Giovane donna con bambino lo sguardo è sempre pronto al sorriso e alla complicità, che il turista è sempre benvenuto e il dovere della ospitalità veramente inviolabile.Non si avverte mai il senso del pericolo malgrado le armi. Si percepisce la distanza infinita dei modi,del ruolo dei maschi e delle donne impantanato nei secoli, la difficoltà della comunicazione anche non verbale. La tendenza incredibile ad aggrovigliare situazioni,anche le piu’ elementari.Poi i toni della voce, lo strepitio, il clangore di attrezzi sconosciuti nel bel mezzo di una sala da pranzo. La simpatica confusione che fa sorridere per inutilità. Un ragazzino che vende il pane nella piazzetta rincorre un adulto che per dispetto ha urtato il triciclo.Si scatena un putiferio.Ma tutto finisce in un momento. Al mercato del qat gli animi si accendono per la contrattazione di questa specie di droga per poveri. Sono foglioline verdi che gli Yemeniti masticano senza deglutire,in continuazione, fino a formare una massa verdastra compatta che gonfia la guancia come una grossa palla. Col tempo il tessuto della guancia si sfibra e spesso si deforma in un cascame di pelle logora. Accaparrarsi il qat piu’ fresco è una gara “Ma i suoi occhi hanno quel colore tenebroso che rivela la sua origine, quello sguardo profondo e insieme ardente che fa trasalire lo spettatore. Sono occhi che non si dimenticano, si continuerà a ricordarli a distanza e a rivederli nei sogni…” KNUHT HAMSUN, La Regina di Saba Socotra : la delizia di Allah Testo e foto di Alessandro Omassi 28 Uno scrigno di tesori naturalistici tra gli yemeniti. Le auto stracariche discendono ogni mattina le valli del nord per trasportare foglie fresche alla capitale. E tra i crocicchi o nei luoghi piu’ improbabili ci si scambia il fogliame. Si percepisce la bellezza dei luoghi. Si respira aria di fiaba dentro la cornice del frastuono.Da lontano,il nitore delle facciate, le miniature di certi decori,l’ incastro delle costruzioni, che aggrega e rende compatto il villaggio come in una unica grande casa. A Shiban chiudono la grande porta di accesso delle mura la sera. Un rito antico, come nel passato all’epoca degli assedi. Pasolini ha definito lo Ye m e n : “Il piu’ bel paese del pianeta” rmai a conclusione del soggiorno nell’isola di Socotra, sostiamo in attesa di soccorso: la jeep Land Cruiser, dopo averci accompagnato lungo un percorso a tappe di una settimana, per cinque o sei ore di guida quotidiana,ci ha abbandonato.Non si può sperare in un passaggio, perché i mezzi in transito sono davvero rari. Di tanto in tanto scorgiamo un pick-up2 carico di operai, che si avvia verso il cantiere aperto, per realizzare la prima strada asfaltata dell’isola, il primo segno di modernità in un ambiente finora selvaggio e incontaminato.Infatti abbiamo macinato chilometri attraverso stretti e polverosi sterrati, serpeggiando tra la sabbia del deserto o in mezzo a campi coltivati, lungo gli wadi, sulle pietraie o su per le montagne. L’effetto lucido del nastro di asfalto, appena spalmato, conferisce all’isola un aspetto più civilizzato e continentale, contrastando con il paesaggio primitivo: è l’annuncio delle esigenze turistiche che premono alle porte. Sarei tentato di avviarmi a piedi verso Hadibu3, in cerca di aiuto,ma il sole picchia forte,dall’alto di un cielo terso e la stanchezza accumulata da giorni mi persuade ad attendere fiducioso, sbracato sul sedile dell’auto. Nell’attesa, abbozzo gli appunti coi quali registro le immagini e le impressioni dei luoghi insoliti ed affascinanti che quest’isola ci ha regalato. Il panorama che osservo si aggiunge agli innumerevoli scenari che abbiamo ammirato e sono valsi all’isola l’appellativo di “delizia di Allah”, come la chiamavano gli antichi navigatori arabi, che l’ammiravano come un giardino del paradiso musulmano. La vasta prateria è ricoperta di arbusti bassi (Croton socotranus),tutti della stessa dimensione e tutti piegati in un’unica direzione dalla furia del vento. Le sagome nere delle capre al pascolo punteggiano il tappeto verde, che dai pendii scoscesi delle montagne scende ripido alle mie spalle e dinanzi a me si perde a vista, fino al mare. O Articoli Invernale 06 12-07-2006 18:17 Pagina 29 AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO Yemen (oceano indiano) Alberi dalle fattezze davvero singolari, disposti come un to una manciata di sassolini colobuffo esercito di burattini, sono disseminati sulle pareti rati di rosso scuro, parlando in rocciose. Benché io sia un appassionato naturalista e un una lingua incomprensibile. I assiduo visitatore di parchi naturali, durante i miei viaggi sassolini che mi ha consegnato non ho mai incontrato piante così insolite. Dopo essermi in modo quasi solenne, come ripreso dallo stupore iniziale, ne ho accarezzato la liscia un dono prezioso, hanno corteccia e abbracciato il grosso tronco. Si tratta del fico una consistenza leggera: di Socotra (Dorsenia gigas), una delle 283 specie vegetali sono residui secchi del endemiche, che rappresentano circa un terzo delle pian- “sangue di drago”. te presenti sull’isola.Assomiglia a un piccolo baobab, col Come la maggior partronco gonfio, a forma di fiaschetto, rami corti e contor- te delle yemenite, la ti. Ogni pianta sembra nata inspiegabilmente dalla terra donna era vestita arida e secca, non irradiata al suolo con le radici, ma solo completamente appoggiata alle fenditure rocciose rivolte al mare. di nero. Del Il secondo giorno di presenza sull’isola,attraversando l’al- volto, velato topiano Dik Sam, abbiamo scoperto uno scenario prei- anch’esso storico, caratterizzato da altri alberi fossili, dalle fattezze da morbida altrettanto inconsuete. Siamo rimasti incantati dalla per- stoffa scufezione e dall’ordine delle piante immerse nell’ambiente ra, erano vinaturale: non è facile distinguere la differenza tra un par- sibili soltanto co curato amorevolmente da un saggio giardiniere e i bo- gli occhi, neri anche schi dell’“albero di sangue di drago” (Dracaena Cinnabari)4 quelli, grandi ed espressivi, gli unici a in cui ci siamo addentrati. Sono gli alberi più noti dell’iso- trasmettere una luce viva ed intensa. Oltre la staccionata la, appartenenti alla famiglia delle agavi e diffusi in Africa della sua capanna, altri occhi di giovani donne, brillavano venti milioni di anni fa. Crescono ad un’altitudine di alme- vivaci e curiosi, incorniciati da veli scuri, come spiriti neri, no 500 m. dal livello del mare e si ergono maestosi col inavvicinabili,che mi hanno riportato a un tempo lontano. tronco dritto e la chioma ad ombrello rovesciato, com- Nei loro sguardi profondi e misteriosi si legge una sintesi posta da un intrico di rami carnosi e corti, che terminano di sensualità e saggezza trasmessa dal mito della Regina di con mazzetti di foglie lanceolate, verde scuro. Praticando Saba, mentre nell’aria che vibra delle loro voci, si odono incisioni sulla corteccia si ricava una resina rossastra chia- gli echi e si respira l’atmosfera dell’antica Arabia Felix8, un mata appunto “sangue di drago”5, impiegata per svariati mondo affascinante e remoto, rimasto intatto nei secoli. usi.Una leggenda yemenita narra che la pianta sarebbe na- Gli incontri più stupefacenti di tutto il viaggio sono quelta proprio dal sangue versato da un drago durante il li con la vegetazione, che caratterizza e rende unico nel combattimento con un gigantesco elefante. Fin dall’anti- suo genere il paesaggio di Socotra.Altri “alberi-bottiglia” chità il liquido purpureo è stato utilizzato come medica- (Adenium obesum subsp. Sokotranum), del tutto simili alla mento, per la cura di ustioni e dissenteria, ma anche co- Dorstenia gigas, popolano l’altopiano e nel mese di nome pigmento per colorare pietre preziose, vetro, marmo vembre mostrano una tipica e spettacolare fioritura rosa, e persino il legno usato per la produzione dei violini ita- talvolta anche rossa,che ricopre la cima dei corti rami.. Al liani. Le popolazioni locali raccolgono ancora questa so- fianco di queste piante, gli alberi di Dentrosicyos socotranus spiccano per la straordinaria altezza, anche fistanza per curare disturbi intestinali, tingere la lana, no a 5 metri e con frutti somiglianti a picincollare e decorare la ceramica, usarla come coli cetrioli commestibili.Sono le uniche balsamo per le vie respiratorie e rossetto per Capovaccaio piante a forma arborea appartenenti le labbra. (Neophron percnopterus) alla famiglia delle Cucurbitacee,che nel La visita dei villaggi,abbarbicati tra le monresto del mondo è costituita solo da tagne o sparsi per l’altopiano, è stupefapiante erbacee, rampicanti e stricente come quella degli ambienti natuscianti come le zucche. rali. Piccole casupole di pietra sono Percorrendo le strade sterrate circondate da bassi muri di cinta in che dalla costa conducono alsasso e nelle vicinanze si trovano l’entroterra, ci siamo imbattuti sempre pozzi o cisterne d’acqua. in altre specie endemiche: la Infatti, raccogliere e conservare Boswellia elongata e la l’acqua è le prima preoccupazione Commiphora ornifoglia, i mitici dei socotrini, che ne fanno scorta alberi dell’incenso e della mirdurante i mesi piovosi, per prepara, in antichità ricercati e prerarsi alla lunga stagione secca. Gli ziosi quanto l’oro, poiché la abitanti sono per lo più pastori seloro naturale fragranza eraminomadi di origine araba, che vino impiegati nei riti religiosi vono in condizioni molto povere e e nell’imbalsamazione.Le insono dediti all’allevamento di muccisioni praticate sul tronco, che, pecore e capre. provocano la secrezione di Socotra è aperta al mondo e al turiresine gommose dai canali smo soltanto dal 2001, quando è stache percorrono il fusto. Le to aperto l’aeroporto6, perciò la posostanze si prelevano facilpolazione locale non è per nulla abituamente, poiché coagulano al 7.Al nostro arrivo nei centa ai visitatori contatto con l’aria. Il fenomeno è tri abitati la gente si rifugiava nelle case, una difesa naturale della pianta contro gli quasi in cerca di protezione. Solo una anziana attacchi dei parassiti. donna mi ha offerto un segno di ospitalità. Si è avvicinata lentamente, ha aperto il palmo della mano e mi ha dona- Dove il vasto altopiano calcareo è percorso dagli wadi, si Albero di sangue di drago scoprono altre nicchie ecologiche verdi,che contrastano con i toni caldi e rossastri delle rocce. Scendendo ed inoltrandoci lungo le sponde prosciugate abbiamo scoperto boschi spettacolari di Adenium obesum subsp. Sokotranum, intervallati da macchie di bosso (Buxus hildebrandtii), elicriso (Helicrisum), Rhus e felci (Asplenium schweinfuthii). Gli wadi sono spesso affiancati da corsi d’acqua perenni, che formano ampie marmitte, nelle quali i miei compagni di viaggio hanno trovato refrigerio e dove gli animali si rifugiano tra la vegetazione, diffondendosi in forme endemiche singolari quanto le piante. Percorrendo a piedi il Daerhu Canyon ho osservato gruppi di capovaccai (Neophron Percnopterus), piccoli avvoltoi sacri agli Egizi, che sono probabilmente gli uccelli più grandi dell’isola, insieme alla poiana (Buteo buteo).. Li abbiamo incontrati anche negli spazi in cui ci siamo accampati, perché svolgono il ruolo di “spazzini” dell’isola e sono costantemente alla ricerca di rimasugli di cibo. Sono numerosi gli esemplari di tortora delle palme (Streptopelia senegalensis) e di Onychognathus blythii una specie nata da un incrocio tra un corvo ed un merlo, la cui apertura alare mostra una particolare colorazione rosso-arancio sulle remiganti9. Inoltre abbiamo osservato numerosi esemplari di averla (Lanius Meridionalis). Il patrimonio ornitologico, che stima circa 140 specie di uccelli, di cui molte piuttosto rare, vanta anche sei specie endemiche: la nettarinia di Socotra (Nectarinia balfouri), il passero di Socotra (Passer insularis), il beccamoschino di Socotra (Cisticola Haesitatus), l’incana di Socotra (Cisticola incanus), lo storno di Socotra (Onychognathus frater) e lo zigolo di Socotra (Emberiza Socotrana). L’endemismo e l’aspetto primordiale dell’isola si spiegano col fatto che - secondo i geologi - l’isola, si è staccata dal continente africano10 circa sei milioni di anni fa ed il massiccio centrale dell’Haghir non è stato totalmente sommerso dalle acque del Mare Arabico per circa 135 milioni di anni. In questo modo Socotra ha mantenuto il distacco dalla terraferma ed ha sviluppato e conservato un ambiente naturale unico, considerato dagli scienziati un laboratorio di studio evolutivo ed un tesoro naturale ricco di biodiversità,tanto da meritare il titolo di “Galapagos dell’Oceano Indiano”. A differenza d’ogni altro habitat terrestre, a Socotra il ramo evolutivo dei mammiferi non è mai comparso. I primi mammiferi furono introdotti solo circa 2000 anni fa e si tratta soltanto di specie domestiche come capre, pecore, asini, cammelli e mucche. 29 Articoli Invernale 06 12-07-2006 18:17 Pagina 30 AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO Yemen (oceano indiano) Oltre alle 800 specie di piante, sull’isola sono state classificate ben 500 specie d’insetti e, una settantina tra pesci e rettili, ma gli studiosi ritengono ve ne siano molti altri ancora sconosciuti. Alì,che ha viaggiato con noi come guida locale,è stato anche un ottimo compagno di viaggio, sempre cortese, gentile e mite come tutti i socotrini. In tono confidenziale, mentre gli brillavano gli occhi dalla gioia,mi ha parlato della sua vita e del figlio che stava per nascere ad AlMukalla11. Il suo corretto spagnolo rivela un passato di studente trascorso a Cuba, dove si è laureato in meteorologia, quando lo Yemen del Sud era ancora una democrazia popolare indipendente12. Oggi lavora presso una cooperativa di giovani socotrini, sostenuta dall’UNESCO, con l’obiettivo di avviare un turismo controllato ed ecocompatibile. Dal 1997 lo Yemen, con il sostegno internazionale delle Nazioni Unite, ha avviato uno specifico programma13 che incoraggia studi scientifici per la conservazione del patrimonio naturale dell’arcipelago, individuando non solo le zone da tutelare integralmente,ma anche le strutture e le attività ricettive e ricreative idonee a garantire un turismo rispettoso dell’ambiente e delle sue risorse, gestito il più possibile dalla popolazione locale. Nel 2000 il presidente Ali-Abdullah Saleh ha emanato un decreto per la conservazione e lo sviluppo eco-sostenibile che coinvolge anche le tre isole minori dell’Arcipelago (Abd-Al-Kuri, Semha e Darsa). Il piano tutela non soltanto la biodiversità biologica, ma anche il patrimonio socio-culturale, di cui i socotrini sono da secoli autentici custodi. Consapevoli della precarietà delle relazioni dell’isola col resto del mondo, hanno messo a punto un complesso sistema di regole tradizionali che li lega a doppio filo alla buona salute dell’ambiente e che è rispettato grazie alla sorveglianza esercitata dagli organi consiliari di ogni villaggio. Alcuni esempi: il divieto di taglio degli alberi in crescita, salva la concessione di un’autorizzazione per validi motivi; la raccolta della sola legna morta; la turnazione dei pascoli per non gravare troppo sulla vegetazione; l’istituzione dei riserve marine in cui è vietata la pesca; il rispetto di un periodo di riposo mensile per tutte le zone di pesca. Gli sforzi per la conservazione di biodiversità del governo yemenita e della comunità internazionale hanno trovato una terra estremamente fertile sull'isola. I locali hanno accolto favorevolmente tutta l'assistenza puntata sulla conservazione e l'integrità delle risorse naturali, che ha contribuito al miglioramento delle condizioni di vita. Mentre le nostre Land Cruise percorrevano veloci gli sterrati, man mano che ci avvicinavamo alla costa, il mio sguardo abbracciava la catena delle Haggier Mountains, che si eleva fino a 1500 m. e si caratterizza per le cime La spiaggia di Qalansiyah Note: 1 2 3 4 5 Lo scrittore norvegese, Premio Nobel per la Letteratura nel 1920, narrò di un critico d’arte innamoratosi perdutamente di una giovane somigliante alla Regina di Saba, immagine mitica della sensualità, della saggezza e del mistero, ritratta dal pittore Julius Kronberg nel 1988. Il termine indica un autoveicolo cassonato a due o a quattro ruote motrici, con cabina singola o doppia. Hadibu, capitale di Socotra, sorge vicino al mare e a monte è protetta dalla catena montuosa del massiccio Haghir. E’ sede del governo e del sultanato, ma è una cittadina piccola e povera che ospita circa 1500 dei 15.000 abitanti dell’ isola, discendenti di schiavi arabi e neri di origine islamica, pastori beduini e qualche gruppo pagano. La pianta fu classificata dal botanico scozzese Isaac Bayley Balfour,dopo la sua spedizione a Socotra nel 1880. L’aeroporto di Hadibu è a una trentina di chilometri dalla città e garantisce due voli settimanali che collegano l’isola con AlMukalla e Sana’a,capitale delloYemen.Per il futuro sono in programma altri voli che 6 7 8 renderanno più frequenti i rapporti con la terraferma. Inoltre si consideri inoltre che nella stagione dei monsoni, il vento agita il mare ad una velocità che supera i 90 miglia l’ora, rendendo impossibile la pesca e tagliando l’isola fuori dal mondo turistico e commerciale per cinque mesi all’anno, come uno dei luoghi più inaccessibili della terra. Lo Yemen, al quale Socotra appartiene amministrativamente, è la culla dell’“Arabia felix” (Arabia felice), come i Romani chiamavano l’Arabia meridionale per distinguerla dalla più desolata e desertica “Arabia petraia”. Nell’antichità il territorio yemenita ospitava il favoloso regno della Regina di Saba ed era il luogo di partenza di traffici commerciali tra il Medioriente e il Mediterraneo,essendo ricca di oro, argento e altri materiali preziosi come l’alabastro, oltre che di balsami, aromi e spezie, come caffè, incenso e mirra. A quel tempo Socotra era nota col nome di Dioscuride o Discoride, l’isola dell’incenso e della mirra. Le penne delle ali che costituiscono le su- aguzze e i valloni impervi. Le vette ricoperte di granito sfoggiano un colore rossastro, chiazzato dal grigio spettrale dei licheni,che nelle zone di maggior contrasto sembra una spolverata di neve fresca. Scendendo tra i pendii scoscesi fino ai piedi dell’oceano, verso la splendida penisola di Ras Irisseyl, abbiamo incontrato sparsi insediamenti di pescatori di origine africana, ancora oggi costruiti con blocchi di corallo. In queste zone la pesca è l’attività più diffusa14 ed è svolta impiegata ancora con piccole barche a motore, dove l’uso recente di celle frigorifere per conservare il pesce, ha facilitato il lavoro dei pescatori.. Questa attività è interrotta nei mesi estivi, quando i monsoni rendono il mare impraticabile. Il pescato è costituito soprattutto da:squalo, king fish e tonno,che dopo essere stati salati e asciugati,sono venduti sul continente. I pesci e le aragoste del reef rappresentano una fonte di reddito importante e sono venduti principalmente ai pescherecci in transito dai paesi limitrofi. Uno spettacolo mozzafiato si è aperto innanzi ai nostri occhi percorrendo la spiaggia in direzione di Ar-Ar Beach: scoscese pareti rocciose, con toni che sfumano dal rosso al marrone, fanno da sfondo a grossi massi staccati dalla montagna e a dune come colline di sabbia bianchissima, che si adagiano dolcemente verso il mare blu cobalto. In perfici portanti per il volo. Più precisamente dalla Somalia,dalla quale dista solo 300 km.. 10 E’ la città che ha dato il nome alla caffettiera “moka”, proprio perché era il luogo di esportazione del migliore caffè arabico. 11 Lo Yemen ha raggiunto l’unità nazionale solo nel giugno del 1990. 12 Si tratta dell’UNDP (United Nations Development Program),un programma di sviluppo sostenibile per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. 13 Non ci sono industrie e la scarsità di acqua ha impedito in tutta l’isola lo sviluppo dell’agricoltura su vasta scala. 14 Da ottobre a maggio, in cui si consiglia di visitare l’isola. 15 Il Diving Center è chiuso da maggio a settembre; aprile, quando il mare è calmo, è il mese migliore per quest’attività. Si deve comunque ricordare che,poiché l’isola è protetta dall’Autorità Territoriale, niente può essere asportato,né da terra, né dal mare. Il corallo non deve essere toccato, né prelevato ed è proibita la pesca col fucile e le bombole. 9 tutte le spiagge,altrettanto bianche e deserte,è facile trovare grosse conchiglie, disseminate qua e là. Nel periodo turistico, quando il clima non è ostile15, le spiagge sono meta delle grosse tartarughe marine, che al tramonto vi depositano le uova. Migliaia di uccelli marini come berte, gabbiani (Larus hemprichii) e cormorani popolano le scogliere. In direzione della Laguna di Qalansiyah, abbiamo percorso in barca l’ultima tappa della nostra avventura, che ci ha mostrato il luogo più bello di tutta l’isola: una lunghissima spiaggia bianchissima, di sabbia impalpabile, lambita dalle limpidissime acque del mare, che sfumano da un turchese cristallino ad un blu profondo ed intenso. L’escursione in barca verso l’estremo opposto dell’isola (Shaub), ha portato il viaggio al culmine della bellezza naturale, facendoci navigare tra branchi di delfini, fino a raggiungere un’insenatura nella quale abbiamo ammirato il patrimonio marino di Socotra. Si tratta di un tesoro preziosissimo, perché custodito dalla barriera corallina più intatta di tutto il Mar Rosso, formata da diverse specie di coralli. Murene, granchi, cernie, aragoste, che vi trovano rifugio ed alimento, ne fanno un paradiso per il diving16, nei periodi propizi. Verso sera,quando ci siamo ritirati nell’ultimo campeggio, la notte ci è apparsa in tutto il suo splendore.Attraverso le fessure della mia piccola tenda,ho sbirciato il paesaggio irradiato dalla sola luce naturale del cielo, punteggiato da una miriade di stelle pulsanti, mentre una tiepida brezza marina mi accarezzava il viso: magia e meraviglia, alle quali abbandonarsi, in un’intima unione con la natura. Il rombo lontano di un’auto mi riporta alla realtà: ecco il soccorso atteso per ore ed ore! Abbandoniamo la nostra jeep per imbarcarci sull’altra, che ci riporterà ad Hadibu per l’ultima sera da trascorrere a Socotra e dove per noi sarà festa grande per il rientro. L’Indomani partiremo con il primo aereo per Sana’à, dove ci attende il volo per l’Italia. Un grande abbraccio a: Giuliana, Mariella, Marialuisa, Simone, Iside, Giannino, Telemaco, Giampiero, Salvatore, Patrizia, Alberto, Renato, Guido, Paola, Modiana, miei compagni di viaggio, che hanno reso questa vacanza indimenticabile.