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per salvarlo dal gelo
26 Città e Hinterland L’ECO DI BERGAMO SABATO 8 GENNAIO 2011 a Dormiva in chiesa Clandestino arrestato «per salvarlo dal gelo» Seriate, indiano in manette per la Bossi-Fini Il sindaco: voleva rimpatriare, era l’unico modo Il viceparroco: ma si poteva evitare l’arresto Segue da pagina 1 A e che restava una chimera per uno come lui privo di soldi e documenti, s’è messo in moto subito dopo il suo arresto mercoledì per violazione della «Bossi-Fini». Ieri l’uomo, dopo la condanna a 5 mesi e 10 giorni con pena sospesa (il giudice ha deciso di non considerare la recente sentenza della Corte costituzionale per la quale non si può punire lo straniero che in «estremo stato di indigenza» o comunque per «giustificato motivo» non ottemperi all’ordine di espulsione), è stato accompagnato al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Milano. Qui resterà fino a quando non gli verrà attribuita un’identità certa; solo in seguito potrà essere imbarcato su un aereo per Nuova Delhi. «Manette come male minore» Le manette come «male minore», garantisce Silvana Santisi Saita, il primo cittadino che aveva chiesto l’aiuto di prefetto e questore «perché non ci scappasse il morto». «Gli avevamo trovato un posto nella comunità di don Fausto Resmini a Soriso- che sia stato «programmato». I le, ma non ci restava - spiega -. carabinieri, che sapevano da Non andava d’accordo con gli al- tempo dove trovarlo, sono andatri ospiti e voleva bere alcolici, ti ad arrestare Singh solo quancontravvenendo così alle regole do hanno probabilmente saputo della struttura. Ragion per cui se di un posto libero in un Cie e dane andava puntualmente e ce lo re così il via alla procedura di ritrovavamo fuori dalla chiesa rimpatrio. Fino a quel giorno lui del Buon Consiglio qui a Seriate. ha bivaccato dalle parti della Una delle scorse notti la tempe- chiesetta di fronte al municipio, ratura era scesa a mein un limbo un po’ pano cinque gradi, avevo radossale, sospeso tra paura che morisse per legge, la Bossi-FiCondannato una il freddo. Era tutto lini, che gli intimava di vido dal freddo, e così e poi portato andarsene e la sovenho dato disposizione inefficacia della sua in un Cie in te alla polizia locale perapplicazione che lo attesa di obbligava a rimanere. ché gli trovasse un riparo. Se fosse morto, «Faceva freddo, era tornare nel impossibile ci sarei andata sicuralasciarlo suo Paese fuori», confida don mente di mezzo io come sindaco». Michele, che gli ha aperto le porte della chiesa la viArresto «programmato» gilia di Natale (fino a qualche Era più forte la solidarietà, la tempo prima, a temperature più compassione, dell’applicazione accettabili, aveva bivaccato sotdella norma. Che fare, infatti, di to il porticato). fronte a un povero cristo? Am«È una persona tranquilla, manettarlo o dargli una coperta che non ha mai dato alcun tipo e un piatto caldo? In questa sto- di fastidio», assicura il comanria persino l’arresto, pur nella sua dante della polizia locale Giovanferoce ineccepibilità, alla fine ni Vinciguerra. E proprio per presenta riflessi umani. Perché questo don Michele è un po’ connon è escluso, soffia qualcuno, trariato: «Non è un delinquente, Singh Joirgender, indiano che ha vissuto all’addiaccio sotto il portico della chiesa del Buon Consiglio a Seriate non ha mai creato problemi e con la gente di qui aveva persino familiarizzato. Lo si poteva far tornare in patria anche senza doverlo per forza arrestare». L’uomo che abitava in chiesa Forse sì, si poteva. Perché non è per forza un delinquente chi non ha i documenti in regola e qui da noi è piovuto per inseguire la speranza di una vita migliore. L’uomo che abitava in chiesa, con la sua vicenda ha dimostrato che, a volte, buon senso e carità possono più di certe norme. Non è poco in una società incarognita e desiderosa di sceriffi come la nostra. Anche se è vero che a salvarlo da una condanna a morte che sono certe notti di gelo, sarà forse un arresto. ■ Stefano Serpellini Cosa dice la legge A Dal rimpatrio coatto al reato di clandestinità A L’articolo 14, comma 5 ter, del testo unico sull’immigrazione sanziona lo straniero espulso che dolosamente si rende inosservante dell’ordine di allontanamento impartito dal questore. La Bossi-Fini, ovvero la riforma del testo unico fatta nel 2002, ha sostituito la vecchia espulsione con intimazione a lasciare il territorio nazionale entro 15 giorni, con l’espulsione con accompagnamento alla frontiera per mezzo della forza pubblica. In realtà tre sono le possibilità del questore, in base alle disponibilità del personale e alle esigenze logistiche: la prima è il rimpatrio, con accompagnamento alla frontiera, appunto; la seconda è il trasferimento nei centri di espulsione, in attesa che ci siano le condizioni per il rimpatrio; la terza, nel caso in cui non sia possibile né la prima né la seconda, è l’intimazione a lasciare il Paese entro 5 giorni. Nel 2009 inoltre è entrato in vigore il reato di clandestinità. Per tale reato è prevista una pena pecuniaria. a Addio a Zenoni, papà del presepe di Borgo Palazzo a È morto a 90 anni la vigilia dell’Epifania Siro Zenoni. Era un giorno speciale per lui, che per mezzo secolo fu l’artefice di uno dei più celebri presepi di Bergamo. Fino a vent’anni fa erano moltissimi i bergamaschi che nel periodo natalizio facevano tappa nello scantinato di via Borgo Palazzo 24, dove Siro Zenoni aveva allestito su una superficie di 60 metri quadrati un presepe stupefacente. Anche l’allora direttore de L’Eco don Andrea Spada scrisse su quell’opera. Correva l’anno 1986: «Ha qua- rant’anni, ma non li dimostra. È il presepio di Siro Zenoni, uno dei più belli di tutta la Lombardia (ma non solo) tanto che perfino Canale5 più volte ha chiesto di poterlo riprendere – scriveva don Spada –. Un lavoro fatto con tanta pazienza e tanto amore». Il ritorno dall’Africa In quell’intervista, di cui andava molto fiero, Zenoni raccontò che l’idea del presepe nacque nel ’46, al ritorno dalla guerra, trascorsa in un lungo periodo di prigionia in Africa: «Promisi di Siro Zenoni fare sempre il presepe in un modo che abbia una forte attrattiva per i bambini e i giovani invitandoli a continuare la bella tradizione del presepe». I primi li montò in casa, poi in negozio, nel garage e infine nello scantinato dove potevano essere ospitati più visitatori. I funerali di Zenoni, che lascia la figlia Agnese e il genero Renato, i nipoti Carlo con Valentina, Sara e Mauro, saranno celebrati oggi alle 10,30. Il 6 gennaio, a Leffe, è morto anche il fratello Pino. ■ a Ricordo di Giulia Tironi, 99 anni tra poesie e pittura a Era convinta di festeggiare il secolo di vita, invece, a un anno dallo storico traguardo se ne è andata in punta di piedi. Quelli di Giulia Tironi (in arte Cosima Norton), nata il mattino del giorno dell’Immacolata del 1911, al numero 10 di via Torquato Tasso, a Bergamo, sono stati 99 anni trascorsi tra lavoro, cultura e arte, senza trascurare la famiglia. Ai due figli, Patrizio Rudelli già comandante pilota Alitalia, e Donata, oltre al ricordo di una mamma amorevole e premurosa ha lasciato, al di là di un ricordo indelebile, una serie di dipinti molto quotati e non po- che composizioni di liriche e poesie che le valsero qualificati premi e segnalazioni in concorsi nazionali di largo spessore. Parlando di quadri è il caso di sottolineare che parte degli stessi sono esposti in collezioni private di tutto il mondo. In campo letterario ha pubblicato, tra gli altri, tre volumi di liriche classificandosi in vetta alla rassegna «Calabria domani». Liriche premiate ai concorsi Parallelamente all’attività artistica, Giulia Tironi svolse con altrettanta assiduità e dedizione le delicate funzioni di segretaria del proprietario della «Richard Ginori» (nota azienda di porcellane del Milanese) ricevendo, anche in questo ambito, specifici attestati professionali. Anche pochi giorni prima di morire, Giulia Tironi, nella casa albergo di Boario Terme, dove si era ritirata, era solita ampliare il suo ricco album di disegni con schizzi buttati giù di getto, ritratti tratteggiati, momenti colti dal balcone della sua camera o nella hall dell’albergo. Qui la segretaria-artista era da tempo considerata un personaggio con la «P» maiuscola e non solo per questo Giuliano Tosana e tutto il personale la assistevano con ammirevole cura. Pensava al secondo secolo Ancora in possesso di una memoria straordinaria era solita ripetere a parenti e amici: «Una volta che compirò 100 anni inizierò a programmare il mio secondo secolo: non mi mancano, infatti, nuovi progetti da realizzare». Quali fossero i progetti non li aveva resi noti a nessuno anche se non è difficile ipotizzare che nella sua congenita creatività fossero circoscritti alle passioni di sempre, arte e cultura. ■ Arturo Zambaldo VARIE Caritas, per gli operatori corso sul coinvolgimento A Coinvolgere la persona che viene aiutata, ma anche il vicinato, i parenti e gli amici, l’ente pubblico. Sarà questo il filo conduttore del percorso di formazione rivolto agli operatori dei centri di primo ascolto e coinvolgimento della Caritas diocesana bergamasca che prenderà il via il 15 gennaio. Sono già iscritte una sessantina di persone, ma ci sono ancora alcuni posti disponibili per chi fosse interessato. Il primo incontro sarà tenuto da Giacomo Invernizzi, direttore del Nuovo albergo popolare su «Progettualità: caratteri genera- li». Seguirà il 22 gennaio «Coinvolgimento e famiglia» con lo psicologo del Consultorio diocesano Scarpellini, Antonio Mazzucco. Don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana bergamasca porterà due esperienze pratiche di «Coinvolgimento e comunità cristiana» il 29 gennaio. Infine Marco Zucchelli, consulente Politiche sociali della Caritas parlerà di «Coinvolgimento ed ente pubblico». Il corso si svolgerà in sala Nembrini alla Casa del Giovane in via Gavazzeni 13 dalle 9 alle 12. Info: 035.4598402. IN BREVE PREMIO NARRATIVA GRUPPO MUTUO AIUTO Il Comune cerca giovani giurati Genitori separati Incontri del Comune C’è tempo fino al 15 gennaio per entrare a far parte della giuria giovanile (under 25) del Premio Bergamo di Narrativa. Info in Comune: www.giovani.bg.it. Incontro di mutuo aiuto per genitori separati, divorziati, single con figli con il Comune di Bergamo. Appuntamento lunedì dalle 21 in via San Martino della Pigrizia 52.