Matteo M. Boiardo La “memoria” dei “cavalieri antiqui” CD129
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Matteo M. Boiardo La “memoria” dei “cavalieri antiqui” CD129
PARTE QUARTA CAPITOLO IV CD129 [Orlando innamorato II, I, 1-3] L’età delle corti: la prima fase della civiltà umanistico-rinascimentale (1380-1492) Il poema cavalleresco a Firenze e a Ferrara, § 3 1 Matteo M. Boiardo La “memoria” dei “cavalieri antiqui” Riportiamo l’esordio del libro II. Esso appare impostato sull’opposizione fra inverno e primavera. Il primo è rappresentato dal periodo in cui la «cortesia» era stata rinnegata; la seconda dalla nascita di una nuova età cortese, quella delle corti rinascimentali, che rende possibile il recupero dei valori cavallereschi del passato (su questo tema cfr. anche CD124, L’esordio del poema). 1 da M.M. Boiardo, Orlando innamorato, a cura di G. Anceschi, Rizzoli, Milano 1986 [1978]. Nel grazïoso tempo onde natura Fa più lucente la stella d’amore, Quando la terra copre di verdura, E li arboscelli adorna di bel fiore, Giovani e dame ed ogni creatura Fanno allegrezza con zoioso core; Ma poi che ’l verno viene e il tempo passa, Fugge il diletto e quel piacer si lassa. 2 Così nel tempo che virtù fioria Ne li antiqui segnori e cavallieri, Con noi stava allegrezza e cortesia, E poi fuggirno per strani sentieri, Sì che un gran tempo smarirno la via, Né del più ritornar ferno pensieri; Ora è il mal vento e quel verno compito, E torna il mondo di virtù fiorito. 3 Ed io cantando torno alla memoria delle prodezze de’ tempi passati, E contarovi la più bella istoria (Se con quïete attenti me ascoltati) Che fusse mai nel mondo, e di più gloria, Dove odireti e degni atti e pregiati De’ cavallier antiqui, e le contese Che fece Orlando alor che amore il prese. metrica Ottave. 1 Nel tempo favorevole (grazïoso) in cui (onde) la natura rende (fa) più splendente il pianeta dell’amore [: rende più potente l’influsso di Venere], quando copre la terra di vegetazione (verdura) e adorna di bei fiori gli alberelli (arboscelli), i giovani, le dame e tutte le creature si rallegrano (fanno allegrezza) con cuore gioioso (zoioso); ma quando (poi che) viene l’inverno (’l verno) e la [bella] stagione (il tempo) passa, il diletto vien meno (fugge), e si lascia (lassa) quel piacere. Il grazïo- so tempo è la primavera e, *allegoricamente, la pace; il verno indica il periodo di guerre attraversato dal Ducato di Ferrara tra il 1476 e il 1478. 2 Così nel tempo in cui (che) fioriva la virtù tra gli antichi signori e cavalieri, stavano con noi gioia (allegrezza) e cortesia, ma (e) poi fuggirono (fuggirno) per strane vie, così (sì) che smarrirono (smarirno) la strada per lungo tempo e non si diedero più pensiero (ferno pensieri; ferno = fecero) di ritornare; ora il vento cattivo (mal) e quell’inverno (verno) sono finiti (è compito), e il mondo ritorna [a essere] fiorito di virtù. Allegrezza e corte- Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura sia, personificate, sono i valori del mondo feudale. 3 Ed io, raccontando in versi (cantando), ritorno al ricordo (memoria) delle valorose imprese (prodezze) del tempo passato e vi racconterò (contarovi) — se mi ascoltate attenti e tranquilli (con quïete) — la storia più bella che ci sia mai stata al mondo e [la storia] più gloriosa (di più gloria), nella quale (dove) sentirete (odireti = udirete) le gesta nobili e famose (e degni atti e pregiati; la prima e = i) dei cavalieri antichi, e le lotte (contese) che sostenne Orlando, quando (alor che) Amore lo catturò (prese) [: quando si innamorò]. [G. B. PALUMBO EDITORE]