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Processo di carica e scarica di un condensatore
Studio sperimentale del processo di carica e scarica di un condensatore Un po’ di teoria cos’è un condensatore? Un condensatore è un sistema di due conduttori affacciati, detti armature, separati da un isolante. Esso è un dispositivo che serve per immagazzinare energia elettrica nel campo elettrico che si stabilisce fra le armature. Un condensatore piano è costituito da due lastre metalliche piane di superficie A, separate da un dielettrico con costante ε, poste ad una distanza d tra loro e collegate agli estremi di un generatore. La grandezza che caratterizza un condensatore è la capacità. Si definisce capacità C il rapporto tra quantità di carica Q deposta sulle sue armature e la differenza di potenziale V tra esse C condensatore piano vale C Q . La capacità in un V A . Pertanto d essa dipende solo dalle caratteristiche geometriche del condensatore e dalle caratteristiche fisiche del mezzo in cui si trova. Un condensatore piano si può rappresentare schematicamente in tal modo: Nel nostro esperimento abbiamo utilizzato un condensatore elettrolitico, costituito da due lamine metalliche avvolte a cilindro, separate da un sottile strato di ossido, ottenuto tramite un procedimento elettrolitico. Abbiamo scelto questo tipo di condensatore perché ha una capacità molto grande. 1 carica e scarica del condensatore Consideriamo dal punto di vista temporale il processo di carica di un condensatore. La carica elettrica che si crea sulle armature quando si sottopone un condensatore a una d.d.p., non raggiunge istantaneamente il suo valore massimo Q = CΔV. Questo avviene perché man mano che la carica si accumula sull’armatura, aumenta la forza di repulsione tra le cariche e perciò aumenta il lavoro necessario al generatore per accumulare altre cariche. La legge che esprime il valore della carica in funzione del tempo q(t), durante il processo di t RC carica del condensatore è q(t ) Q(1 e ) , in cui Q indica il valore finale della carica, R la resistenza elettrica del circuito con il quale il condensatore si carica e C la capacità del condensatore. Pertanto, il grafico relativo alla legge sarà di tipo esponenziale. La rapidità con cui la carica del condensatore aumenta dipende dal prodotto RC, che rappresenta la costante di tempo τ. Dopo un tempo t=RC, il condensatore raggiungerà il 63% della carica totale Q, dopo t=2RC l’86%, dopo t=3RC il 95% e dopo t=4RC il 98%. Con l’analogo ragionamento, analizzando la fase di scarica si giunge a stabilire che il valore della carica q rilevabile sulle armature del condensatore dopo un tempo t, è espresso t dalla relazione q(t ) Qe RC . Tenendo presente della proporzionalità diretta tra la carica e il potenziale, un’analoga legge di tipo esponenziale esprime la variazione della d.d.p. ai capi del condensatore, in funzione del tempo. Carica: V (t ) Vo (1 e t RC ) Scarica: V (t ) Vo e t RC E ora mettiamoci all’opera L’obiettivo del nostro lavoro è stato: 1) Giustificare le leggi suddette utilizzando gli strumenti fisico-matematici e il foglio elettronico EXCEL. 2) Verificare sperimentalmente il modello. Per verificare sperimentalmente la legge di carica e scarica di un condensatore in funzione del tempo, abbiamo costruito un circuito usando: - un condensatore elettrolitico di capacità C=2200 μF - una resistenza R= 47 kΩ - un commutatore - un generatore di d.d.p. variabile a scatti da 1V a 12V - un voltmetro - un amperometro 2 Con il voltmetro a nostra disposizione abbiamo misurato la f.e.m del generatore trovando un V0=11V (il valore nominale indicato sullo strumento era di 10V). Abbiamo scelto quella resistenza e quel condensatore tra il materiale a nostra disposizione poiché era l’unica combinazione che ci dava una costante di tempo dell’ordine dei minuti e quindi ci permetteva di effettuare delle misure col cronometro. 1) Il nostro modello Consideriamo il circuito in figura. Sfruttando la legge della maglie, o legge di Kirchhoff e le definizioni di intensità di corrente e di capacità: V iR V C 0 q i t C q VC da cui: q R VC t CVC R VC 1) V0 t V0 Riscriviamo la 1): VC V0 VC t RC In tal modo mettiamo in evidenza che la rapidità con cui varia VC nel tempo ( VC è un t rapporto incrementale) dipenda dal valore istantaneo di VC e dalla costante di tempo. All’inizio, quando VC è nullo la rapidità è massima; man mano che VC si avvicina a V0 essa diminuisce sempre più. E allo stesso modo la rapidità diminuisce se aumentiamo la costante di tempo RC. Ponendo: VC V1 VC V2 V1 Possiamo leggere la 1) come una relazione fra V1=d.d.p. in un istante t1 e V2=d.d.p. nell’istante successivo t2=t1+Δt Allora: V0 (V2 V1 ) RC V1 t Da cui, infine: V2 V0 t t V1 (1 ) RC RC 3 Scegliendo opportunamente un Δt molto piccolo (1s), abbiamo costruito in un foglio EXCEL, con un procedimento iterativo, il grafico del potenziale in funzione del tempo V(t), riconoscendo in esso un andamento esponenziale, proprio come suggeriva la bibliografia: infatti il potenziale in funzione del tempo segue la relazione V (t ) Vo (1 e V 12 t RC ). V(t) - Modello 10 8 6 4 2 0 0 200 400 600 800 1000 1200 t Riportiamo, di seguito, i passaggi del procedimento iterativo seguito per costruire il grafico: 2) Una prima verifica sperimentale Una volta trovato il modello del nostro caso ideale, abbiamo proceduto con le misure sperimentali. Innanzitutto abbiamo inserito nel circuito un voltmetro in parallelo ai capi del condensatore. 4 In base alla nostra costante di tempo τ= RC= 103,4s, ci aspettavamo che il potenziale VC del condensatore raggiungesse il 98% del valore V0 in 4τ=416,6s. Quindi, abbiamo effettuato le misurazioni e confrontando il grafico derivante da tali dati sperimentali, con quello del modello ideale, siamo rimasti delusi: CARICA/SCARICA: Confronto Modello Ideale - Misurazioni Reali 12 V [V] 10 8 Modello Ideale 6 Dati Sperimentali 4 2 0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 t [s] Il grafico ottenuto della variazione del potenziale in funzione del tempo V(t) discordava dal grafico ideale che ci saremmo aspettati: nel nostro caso veniva raggiunto un potenziale minore, in tempi minori. Tuttavia l'andamento del grafico sembrava esponenziale, come ci saremmo aspettati. Per verificarlo, abbiamo preso in considerazione il processo di scarica. Dalla bibliografia ci t RC aspettavamo che V (t ) Vo e . Calcolando il logaritmo di primo e secondo membro della formula , abbiamo ricavato che ln V ln V0 m t . L'andamento di ln V in funzione di t è una retta di coefficiente angolare RC 1 . Mettendo in ordinata il logaritmo dei valori sperimentali di VC e in ascissa il RC tempo t, abbiamo ottenuto una retta, confermando l’andamento esponenziale del grafico dei nostri dati: 2 1,5 1 Ln(V) in funzione di t 0,5 Lineare (Ln(V) in funzione di t) 0 -0,5 -1 0 50 100 150 200 y = -0,0228x + 1,4137 R2 = 0,9996 -1,5 -2 -2,5 -3 Il valore del coefficiente angolare del grafico ci fornisce la nostra costante di tempo τ=RC=44s. 5 Pertanto, le nostre misure confermano il tipo di legge, ma non i valori dei parametri: 1) il valore massimo del potenziale; 2) la costante di tempo. Correggiamo il modello 1) Il valore massimo del potenziale Abbiamo subito ipotizzato che il valore del potenziale dipendesse dalla presenza del voltmetro: l’inserimento del voltmetro introduce sempre un errore sistematico. Allora abbiamo inserito un amperometro in serie nella maglia del generatore, per verificarlo: terminato il processo di carica del condensatore, il passaggio di corrente sarebbe dovuto risultare nullo, poiché un condensatore carico si comporta come un circuito aperto ed un voltmetro ideale dovrebbe possedere resistenza infinita. La nostra ipotesi si è dimostrata fondata. Infatti, la corrente che fluiva all’inizio del processo di carica era ii=0,000200 A e alla fine era if=0,000135 A: cioè la resistenza interna RV del voltmetro non è sufficientemente grande rispetto alle nostra R, cosicché la corrente che passa per il voltmetro non è irrilevante. A regime, cioè a condensatore caricato, la corrente if scorre attraverso una resistenza Req=R+RV , che per la prima legge di Ohm è data da Req= V0/if=81,481 kΩ. Assumendo per R il valore nominale di 47kΩ si ottiene RV=34,481kΩ. Abbiamo potuto anche capire il motivo per cui il potenziale raggiunto dal condensatore non tocca gli 11 V erogati dal generatore, ma si ferma intorno ai 4,6 V. Infatti, essendo il condensatore e il voltmetro collegati in parallelo, la differenza di potenziale ai capi dei due è la medesima, perciò il potenziale del condensatore VC è uguale al prodotto di intensità di corrente if e della resistenza del voltmetro RV, VC= if RV=4,65V. Esattamente il valore che corrisponde alla partizione di V0=11V tra i 47 kΩ di R e i 34, 481 kΩ di RV. In un voltmetro ideale la resistenza interna dovrebbe essere infinita, nel nostro caso era addirittura più piccola della R del circuito! 6 2) La costante di tempo Riscrivendo le leggi di Kirchhoff, ma conoscendo ora la resistenza interna del voltmetro Rv abbiamo ottenuto: V0 iR VC VC iV RV i iC iV q V q V C iC C C C VC t Ct t In cui iC è la corrente che attraversa il condensatore e iV è quella che attraversa il voltmetro. Ripetendo il procedimento svolto per il caso ideale abbiamo trovato: V2 V0 t R RV t ) V1 (1 RC RRV C Abbiamo, quindi, costruito il grafico di V(t) usando un foglio Excel e l’abbiamo confrontato con il grafico dei nostri dati. Il risultato è stato soddisfacente: PROCESSO DI CARICA: Confronto Dati Sperimentali - Modello Corretto V [V] 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Modello Caso Reale Dati Sperimentali 0 100 200 300 400 500 t [s] Variando il valore della resistenza interna del voltmetro nel modello abbiamo potuto vedere come al crescere di Rv, varia il valore massimo del potenziale raggiunto e la costante di tempo. Affinchè la presenza del voltmetro non influenzasse le misure, doveva essere Rv=100R, come si vede nella simulazione con 4700000: 7 Facciamo un’ulteriore indagine: la misura della carica Per trovare la variazione della carica in funzione del tempo abbiamo prima dovuto misurare la variazione dell'intensità di corrente in funzione del tempo, inserendo un amperometro nella maglia del condensatore, come in figura. Prendendo in considerazione il processo di carica, abbiamo effettuato una serie di misurazioni e le abbiamo inserite in un grafico. 8 Intensità di corrente in funzione del tempo - Dati sperimentali I[A] 0,00025 0,0002 0,00015 i(t) 0,0001 0,00005 0 0 50 100 150 200 250 300 t[s] Dal grafico ottenuto dell’intensità di corrente che fluisce nel condensatore nel tempo i(t), abbiamo potuto calcolare la quantità di carica che si accumulava su ciascuna armatura del condensatore nei successivi intervalli Δt. La quantità di carica q accumulata in un intervallo Δt è uguale all’area del trapeziode sotteso dalla curva e con base Δt. Approssimando l’area a quella di un trapezio ci è stato possibile calcolare Δq applicando la formula t (i1 i2 ) . 2 Sommando le aree dei trapezi a partire dal primo intervallo fino all’i-simo otteniamo la carica accumulata nel tempo ti. Abbiamo cosi ottenuto l’andamento della carica in funzione del tempo. Abbiamo infine inserito i valori ottenuti di q(t) in un grafico ottenendo l’andamento esponenziale previsto dalla relazione q(t ) Q(1 e t RC ). Carica in funzione del tempo Q [C] 0,01 0,008 0,006 q(t) 0,004 0,002 0 0 100 200 300 t [s] 9 Abbiamo confrontato il valore finale della carica raggiunta secondo le nostre misurazioni, con il valore Q che avrebbe dovuto raggiungere teoricamente secondo la relazione Q=CV: i nostri 0,00843 C rispetto al valore teorico di Q=0,01023 C rivelano un errore del 15% . Non abbiamo ritenuto opportuno ripetere le misure perché l’amperometro a nostra disposizione, in queste misure, era stato usato al limite della sua sensibilità. Ed ora le nostre impressioni… Il lavoro svolto ha suscitato in noi impressioni molto positive - Innanzitutto si è trattato di un’esperienza oltre l’ordinario esperimento didattico perché non abbiamo semplicemente confermato in laboratorio conoscenze apprese sui banchi, ma abbiamo costruito un nostro modello; - avremmo potuto usare i sistemi computerizzati per la misura del potenziale, di cui la nostra scuola dispone, usando un circuito con una resistenza molto più piccola ed evitando problemi col voltmetro, tuttavia avrebbe fatto tutto il computer e non sarebbe risultato altrettanto costruttivo quanto è stato avere a che fare con un circuito vero e proprio e con veri strumenti di misura (e anche con le loro pecche!); - proprio questa scelta ci ha messi di fronte ad un problema non di poco conto che è l’errore sistematico dovuto agli strumenti di misura. Metterci in gioco per ovviare alle discordanze tra pratica e teoria è stata un’esperienza positiva; - infine, individuare e mettere in atto un modello ci ha avvicinati alle difficoltà di chi le leggi fisiche le ha scoperte, senza avere termini di raffronto, quale era per noi la bibliografia. Insomma è stata un’esperienza stimolante ed entusiasmante. Bibliografia e sitografia - Fisica 3, Antonio Caforio, Aldo Ferilli ,Mondadori Education L’indagine del mondo fisico- Elettromagnetismo, Brgamaschini, Marazzini, Mazzoni, Carlo Signorelli Editore - http://brunog.web.cern.ch/brunog/esp6.pdf http://www.francescopoli.net/Classe_V_file/guida%20%20carica%20condensato http://physics.kuniv.edu.kw/phys107/Exp3.pdf 10