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Inevitabile attrazione
NF 398 NF 398 47 46 Il Padiglione Cetacei dell’Acquario di Genova di RPBW Margherita Toffolon, foto Stefano Goldberg (Publifoto) e Merlofotografia Inevitabile attrazione L’Acquario di Genova non finisce mai di stupire. A maggior ragione con l’apertura del nuovo padiglione per i delfini: quattro diverse vasche tutto vetro firmate da Renzo Piano per entrare in contatto diretto con i mammiferi acquatici. Dallo scorso luglio, il Padiglione Cetacei dell’Acquario di Genova è l’attrazione più visitata sia per contenuto che contenitore. Renzo Piano Building Workshop ha progettato una struttura unica al mondo, che ospita in quattro diverse vasche a cielo aperto (vasca principale, nursery, vasca medica e vasca curatoriale) sei esemplari di tursiope e può arrivare ad ospitarne fino a dieci. Propone un percorso di visita su due livelli per poter ammirare gli animali sia dall’alto, con la possibilità di sentirne direttamente i suoni grazie alla parete laterale vetrata che può essere aperta, sia da una prospettiva subacquea, osservandoli mentre nuotano attraverso il tunnel vetrato e gli acrilici disposti sugli altri due lati. La struttura, un parallelepipedo in cemento armato lungo 94 m, largo 28 e alto circa 23, si presenta dall’esterno come una grande vetrata, che parte da un’altezza di > Identikit Localizzazione: Genova Committente: Costa Edutainment Progetto: RPBW- Renzo Piano Building Workshop Impresa: ATI Codelfa - Gianni Benvenuto - Diesse Electra; Direttore tecnico: ing. Sandro Raselli Direttore cantiere: geom. Francesco Nardulli Sistema: Stahlbau Pichler; project manager Giovanni Pigozzi; ingegneria Massimo Colombari Profili: Secco Sistemi Vetri: Interpane 3 metri sopra il livello del mare e chiude il corridoio di passaggio dei visitatori. Ai due lati della vetrata, sorgono le due torri di collegamento con la parte fissa dell’Acquario e la Nave Blu, alte rispettivamente 10 e 13 m, nelle quali si trovano alcuni spazi tecnici. Work in progress Dal punto di vista tecnico, il nuovo Padiglione è come un complesso palazzo di 7 piani (26.000 t di peso e un pescaggio di circa 9 metri) costruito in galleggiamento, trasportato nel febbraio 2012 via mare dal bacino di carenaggio a La Spezia dove è iniziata ala costruzione fino al cantiere di Voltri dove l’opera è stata ultimata e quindi, il 28 giugno 2013, trainata sempre via mare nella sede finale nel bacino del Porto Antico con il supporto di 6 mezzi: due rimorchiatori e altri 4 mezzi di appoggio tra ormeggiatori e Corpo Piloti di Genova. Dopo l’operazione si accosto alla banchina, si è svolta l’operazione di “affondamento”: circa 3500 metri cubi di acqua, e successivamente cemento, hanno riempito Le grandi vasche in vetro per ammirare i delfini. Altre vasche sono per applicazioni speciali: nursery, centro medico ecc. Foto di Costa Edutainment (Merlofotografia). NF 398 NF 398 48 49 Il Padiglione Cetacei dell’Acquario di Genova di RPBW > I numeri Superficie complessiva: circa 7.000 mq Lunghezza: 94 m Larghezza: 28 m Altezza struttura ldm: base del corridoio vetrato visitatori 3 m Altezza torri ldm: 10 m torre lato Nave Blu, 13 m torre Nord lato Acquario Numero vasche: 4 Dimensioni e volumi Vasca principale: profondità massima 7 m e minima 4,5, superficie circa 580 mq, volume totale circa 3.200 m3 Vasca medica: circa 34,5 m2 e 86,5 m3 con fondo mobile Vasca nursery: circa 201 m2 e 1.048 m3 con fondo mobile Vasca curatoriale: circa 95 m2 e 408 m3 Dimensione acrilico principale della vasca espositiva: 20 m di larghezza, 4,2 m di altezza, 30 cm di spessore, 35 t di peso Dimensioni del semitunnel vetrato: 15 m di lunghezza, 14 cm di spessore Superficie totale acrilici lungo il percorso di visita: circa 150 m2 Superficie totale della vetrata del corridoio dei visitatori: circa 460 m2 Cemento utilizzato per la costruzione: circa 12.000 m3 Acqua utilizzata per l’affondamento nel sito di destinazione finale: circa 3.500 m3 Disegno tecnico dei serramenti della facciata realizzata da Stahlbau Pichler con profili Secco Sistemi e vetri Interpane. (doc. Stahlbau Pichler) In alto a sinistra: la sezione longitudinale indica la dislocazione di tutte le vasche per i cetacei (© RPBW). Sopra: vista aerea dell'Acquario con la vasca per i delfini (© RPBW foto di Stefano Goldberg Publifoto). gradualmente le casse di zavorra posizionate lungo tutto il perimetro e la base della struttura, in modo da far appoggiare la struttura perfettamente “in bolla” sul fondo opportunamente preparato con un lungo lavoro di dragaggio. Operazione che ha richiesto circa due giorni di lavoro e che ha fatto affondare il Padiglione di circa 80 centimetri per essere appoggiato a una profondità di 9,8 metri. I particolari della facciata La facciata vetrata è costituita da porzioni fisse collegate alla struttura in cemento armato o in carpenteria metallica tramite staffe in acciaio ed è costituita da: montanti e traversi principali a taglio termico costruiti tramite l’unione di due profilati aperti in acciaio inox AISI 316 (55,5 x 12 mm) distanziati tra loro tramite un estruso in poliammide rinforzato con fibra di vetro e uniti tra loro mediante resina poliuretanica ad alta densità iniettata in pressione; traversi intermedi a taglio termico costituiti dall’unione di due profilati aperti in acciaio inox AISI 316 (55,5 x12 mm) di dimensione 32 x 12 mm distanziati tra loro tramite un estruso in poliammide rinforzato con fibra di vetro e uniti tra loro mediante resina poliuretanica ad alta densità iniettata in pressione; vetrocamera composto da lastra esterna 8.8.2 vetro extrachiaro, intercapedine di 20 mm con gas Argon, lastra interna 6.6.2 low-E vetro extrachiaro; fermavetri interni ed esterni costituiti da angolari in acciaio inox AISI 316 (45x20mm). Questi i valori di trasmittanza termica: vetro Ug=1,1 W/m²K, profili Uf=2,05W/m²K, facciata Ucw= 1,21 W/m²K. Presso l’Istituto Giordano sono state eseguite le prove di tipo “AEV” su una porzione di facciata di 44,5 m2 (5,66 x 7,85m) secondo le seguenti condizioni: pressione di progetto 1200 Pa; pressione di sicurezza 1800 Pa. Data l’elevata snellezza del sistema di telai sono state effettuate numerose prove presso l'azienda 4-Emme di Bolzano. Prove che sono state eseguite per verificare da un lato l’instabilità flessionale dell’elemento soggetto a vincoli equivalenti e dall’altro per valutare il limite di rottura del taglio termico. I test hanno dimostrato che gli elementi, per le particolari condizioni di vincolo in opera, risultano ampiamente compatibili con i carichi in gioco e come vi sia un ciclo di isteresi dopo il primo ciclo nel comportamento elastico di un profilo in acciaio inox accoppiato con barra a taglio termico.