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Wafa trasferita da San Vittore a Rebibbia, non più in isolamento

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Wafa trasferita da San Vittore a Rebibbia, non più in isolamento
Corriere di Novara
SABATO 14 MAGGIO 2016
CRONACA
7
LA GIOVANE MAROCCHINA, COSÌ COME GLI ALTRI ARRESTATI, RESPINGE LE ACCUSE
PROCESSO MARCOLI
Wafa trasferita da San Vittore
a Rebibbia, non più in isolamento
Il geologo in aula:
«Nella cava anche
terre contaminate»
n Non è più in isolamento, e dal
carcere milanese di San Vittore
è stata trasferita a quello romano di Rebibbia, a quanto pare
per motivi di sicurezza, Wafa
Koraichi, la 24enne cameriera
marocchina residente (con il
marito, estraneo alla vicenda) a
Baveno destinataria, lo scorso
28 aprile, di una delle 6 ordinanze di custodia cautelare della Dda meneghina con l’accusa
di "partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo
internazionale". E’ la sorella di
Mohamed Koraichi, 32enne
marocchino dall’Italia andato
l’anno scorso in Siria a combattere, insieme alla moglie italofrancese Alice Brignoli, detta
“Aisha”, con tanto di tre figli
piccoli (quelli immortalati in
mimetica nella famosa foto).
Colui che avrebbe inviato sms,
con l’invito ad aggregarsi (con
poi il contrordine di colpire in
Italia) ad Abderrahim Moutaharrik, il 28enne noto kickboxer a sua volta già intenzionato
ad andare a combattere in Siria,
insieme alla moglie 26enne Salma Bencharki e ai due figli piccoli.
Stando alle accuse, Wafa avrebbe fatto da tramite con gli altri
- c’è anche Abderrahmane Khachia, fratello del ben più noto
Oussama Khachia, “foreign fighters” anni addietro espulso
dall’Italia e poi morto a fine
2015 in Siria - in particolare in
alcuni colloqui, intercettati, con
Salma.
Abderrahim Moutaharrik, noto kickboxer
Wafa Koraichi e suo fratello Mohamed, combattente in Siria
Ma Wafa respinge tutte le accuse, dice di essere stata fraintesa
e al limite ingenuamente “usata” dagli altri, e comunque di
non aver assolutamente fatto
nulla di male.
Il suo legale, l’avvocato Laura
Pedretti, sta valutando se ricorrere al Tribunale del riesame
per cercare di farla scarcerare.
Cosa che invece hanno già fatto
gli altri arrestati (solo Mohamed Koraichi e la moglie Aisha
sono irrintracciabili in Siria),
con i giudici che si sono riservati di decidere.
Il pugile Abderrahim Moutaharrik ha nuovamente spiegato di aver solo parlato a sproposito, ovvero «non volevo fare
nulla di concreto». Al limite voleva andare in Siria «ad aiutare
la popolazione e non arruolarmi nell'Islamic State», così come la moglie.
Ha chiesto di tornare libero anche Abderrahmane Khachia, il
fratello del “martire”: avrebbe
sostanzialmente sostenuto di
aver solo pronunciato fanfaronate al telefono (intercettato).
In generale par di capire che le
difese di tutti gli indagati sostengano che per contestare le
pesanti accuse di terrorismo
servano fatti e atti concreti, disponibilità di materiali etc etc, e
non solo confuse manifestazioni (orali) di non meglio precisati intenti. Il primo responso, come detto, è atteso dal Tribunale
del riesame.
Paolo Viviani
ALL’AUDITORIUM BPN IL CONGRESSO REGIONALE DEI MARINAI D’ITALIA
n (p.v.) Domenica 8 maggio nell’auditorium BpN (nella
foto) si è svolto il congresso regionale per il rinnovo degli
organi e cariche sociali centrali (quadriennio
2016/2020) dell'Associazione nazionale marinai d'ItaliaAnmi.
Giornata intensa: prima i delegati regionali dei gruppi
del Piemonte Orientale di Acqui Terme, Alessandria,
Asti, Biella, Casale Monferrato, Galliate, Oleggio,Tortona, Valdossola, Valsesia e Verbania, ospiti del gruppo di
Novara, hanno preso parte ad alcuni eventi, anche sportivi, poi il via ai lavori. Saluti di rito e allocuzioni, quindi
le votazione per il rinnovo delle cariche e la elezione di
un consigliere nazionale in rappresentanza del Piemonte
orientale. Infine tradizionale “paniscia”.
«Un ringraziamento particolare - dicono all’Anmi - va
alla Banca popolare di Novara per la sua immancabile
disponibilità verso il territorio e le Associazioni novaresi».
IN BREVE
MAROCCHINO ACCUSATO DI RAPINA
Fiamme in appartamento
Arrestato dalla Polizia
n Un rapinatore è stato arrestato dalla Polizia alle prime ore di mercoledì 11 maggio.
L’uomo, stando alle indagini condotte dalla
Questura, sarebbe l’autore di una rapina
perpetrata per strada, lungo via Visconti,
nella notte tra martedì e mercoledì. Vittima
e presunto autore del reato sono stranieri,
entrambi marocchini. La vittima ha riferito
alla Polizia di essere stato aggredito da uno
sconosciuto, che gli ha portato via i soldi. Sul
posto è subito intervenuta una Volante, che
ha raggiunto e arrestato il soggetto, che ora
si trova in carcere a disposizione della magistratura.
mo.c.
PER APPROPRIAZIONE INDEBITA
Novarese finisce in carcere
.
n Con una pena a suo carico di 8 mesi per
appropriazione indebita, condanna rimediata al Tribunale di Perugia, un novarese,
Italo Vanoglio, è finito in carcere. A dare esecuzione alla carcerazione, l’altro giorno, i Carabinieri del Comando provinciale.
mo.c.
n (p.v.) Nelle foto di Martignoni, due momenti dell’intervento, ieri pomeriggio in
via Europa, dei Vigili del fuoco per fiamme
sprigionatesi in un appartamento ai piani
alti di un palazzo al civico 15. Per fortuna
nulla di grave. Sul posto anche la Volante.
n Ancora una lunga sfilata di testi, ieri, in
un’udienza che in Tribunale si è protratta per
tutta la mattina e parte del pomeriggio, al processo relativo alla vicenda dei presunti sversamenti illeciti nella cava Marcoli di Romentino. Una situazione venuta alla luce nell’ambito delle indagini per l’omicidio, avvenuto nel
gennaio del 2010, di Ettore Marcoli.
Alla sbarra si trovano 13 imputati, essenzialmente collaboratori o titolari di ditte che portavano rifiuti nella struttura romentinese. Sono Ezio Marcoli, padre dell’imprenditore ucciso, Marco Ruaro, Ivano Cesco, Alan Gusmeroli, Giammario Mondini, Francesca Cassavia, Idalgo Betteo, Massimo Fantini, Mauro
Spinelli, Vladimiro Porta, Domenico, Bruno e
Demetrio Morello. Stando all’accusa, avrebbero smaltito circa 90mila metri cubi di materiale senza le necessarie autorizzazioni, in un
periodo compreso tra il 2009 e il 2010.
In aula, in un’udienza per lunghi tratti molto
combattuta e dai toni accesi tra pm e difensori,
in particolare sul ruolo di un teste (giudicato
dai legali degli imputati, a più riprese, un consulente tecnico e non un teste: «Sta facendo la
ricostruzione di quanto trovato alla cava, un
teste racconta solo quel che vede», ha sostenuto l’avvocato Claudio Bossi), è emerso come
nella cava ci fosse del materiale che non avrebbe dovuto esserci, e come «si evidenziassero
una serie di anomalie». A essere ascoltato, in
particolare, un dipendente della Provincia di
Novara, un geologo, che si occupò di esaminare la cava. «Trovammo diversi tipi di rifiuti ha riferito - terre e rocce da scavo, materiale
derivante da lavori di edilizia, fanghi da cartiera e terre contaminate. L’autorizzazione che
aveva la cava Marcoli le consentiva di ricevere
terre e rocce da scavo, fanghi da cartiera e
materiale proveniente da lavori, ma non quello che, in gergo (come ha ricordato anche il
pm Nicola Serianni), i lavoratori chiamavano
‘caffè’, ossia terra contaminata. Questo materiale va portato in discarica, non in cava». E
ancora: «Questa tipologia di rifiuto, terra contaminata, si trovava in una zona a est della
cava. A ovest, invece, c’erano i fanghi da cartiera». L’udienza è stata, quindi, aggiornata al
10 giugno.
mo.c.
26enne arrestato Auto carambola
e poi espulso
in via Adamello
n Un 26enne marocchino, M.T., irregolare
sul territorio italiano, è stato arrestato per
resistenza a pubblico ufficiale e lesioni
dalla Polizia nella tarda serata di giovedì.
Gli agenti erano impegnati in una serie di
controlli nella zona della Stazione ferroviaria, quando, in viale Manzoni, si sono
imbattuti nel giovane, che hanno fermato
per un normale controllo.
Il 26enne, di tutta risposta, è fuggito e poi,
raggiunto dai poliziotti, ha reagito, prendendosela con loro e cagionando aanche
alcune lesioni a uno degli agenti.
E' stato così arrestato in flagranza di reato.
Ieri pomeriggio, al processo per direttissima, l'arresto è stato convalidato e l'udienza
aggiornata.
L’uomo è stato scarcerato e messo a disposizione dell'Ufficio immigrazione della
Questura: per il 26enne, a quel punto, è
scattato il provvedimento di espulsione
dal territorio nazionale.
mo.c.
n (p.v.) Nella foto di Martignoni, l’auto
incidentata mercoledì scorso intorno alle 9
in via Adamello.
A quanto pare il conducente ha fatto tutto
da solo, perdendo (per cause in via di accertamento) il controllo della vettura e andando a ribaltarsi. E’ stato poi medicato al
Pronto soccorso.
Sul sinistro hanno compiuto accertamenti
i Vigili urbani.
Pare che l’uomo sia senza patente.
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