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PROGETTO TEMPO PIENO - Istituto Comprensivo

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PROGETTO TEMPO PIENO - Istituto Comprensivo
Istituto Comprensivo Statale
di Gonnosfanadiga
Scuola Primaria
“UNA NUOVA SCUOLA A TEMPO PIENO”
Progetto pedagogico/didattico
per l’organizzazione
delle classi con orario a 40 ore
Anno scolastico 2015/2016
1
INTRODUZIONE
La scuola del primo ciclo
Il primo ciclo d’istruzione comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di I °
grado. Esso ricopre un arco di tempo fondamentale per l’apprendimento e per la
costruzione dell’identità degli alunni nel quale si pongono le basi e si sviluppano le
competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo l’intero
arco della vita. La finalità del primo ciclo è la promozione del pieno sviluppo della
persona. Per realizzarla la scuola concorre con altre istituzioni accompagnando gli
alunni nell’elaborare il senso della propria esperienza, promuovendo l’acquisizione
degli alfabeti di base della cultura (Indicazioni per il Curricolo).
La scuola primaria
La scuola primaria è:




un luogo di alfabetizzazione in quanto dispone gli strumenti di base per la
lettura e l’interpretazione della realtà, attraverso l’acquisizione delle
competenze disciplinari fondamentali e dei quadri concettuali, nella forma
adeguata alla maturità del bambino e comunque nel rispetto del linguaggio,
dei contenuti, della metodologia di ricerca dei diversi ambiti di conoscenza;
ambiente educativo di apprendimento perché richiede e sollecita la
promozione di un clima relazionale positivo che faccia leva sul senso di
responsabilità e di solidarietà del singolo e del gruppo;
contesto di crescita e di maturazione perché promuove il pensiero critico, lo
sviluppo della creatività e la conoscenza di sé;
luogo di interazione con le risorse culturali e ambientali del territorio sul piano
della valorizzazione e della proposta.
E’ una scuola che ha come scopo non solo l’acquisizione degli alfabeti del conoscere,
del ricercare, del fare, ma anche quelli del vivere e del convivere.
2
Il tempo pieno
L’espressione “tempo pieno” identifica un modello PEDAGOGICO, DIDATTICO e
ORGANIZZATIVO con caratteristiche precise che di certo non possono essere ridotte
al semplice orario di funzionamento della scuola. Il tempo pieno è nato in Italia negli
anni ’70. Dopo il cosiddetto “doposcuola”, ovvero le tante esperienze in cui per
iniziativa o in collaborazione con gli enti locali si prolungava l’orario scolastico
offrendo attività pomeridiane per i bambini che ne avessero bisogno, il tempo pieno
ha costituito il modo attraverso il quale il tempo scuola antimeridiano, canonico,
curricolare e il tempo scuola pomeridiano, aggiuntivo, si sono integrati in un unico
progetto educativo, disegnando un tempo scuola UNITARIO e di QUALITA’ sulla base
del riconoscimento che lo spazio dato ai linguaggi non verbali, alla corporeità, alla
dimensione ludica delle attività rappresenta un efficace volano dei processi cognitivi
e di socializzazione.
Estendere l’arco di tempo della giornata scolastica per adeguarlo alle esigenze di
un’azione educativa che, pur restando unitaria, possa avvalersi di una pluralità di
interventi, di linguaggi, di esperienze, di sollecitazioni ambientali, è lo scopo che si
prefigge affinché ne risulti un arricchimento della formazione. L’organizzazione del
tempo pieno permette di avere tempi più lunghi e distesi per l’integrazione degli
alunni, per il raggiungimento degli obiettivi formativi e cognitivi, nel rispetto dei
tempi individuali, per spazi dedicati al gioco, alla relazione, alla comunicazione.
La scuola di Gonnosfanadiga si affaccia per la prima volta all’esperienza scolastica
del TEMPO PIENO, anche sulla base delle richieste dei genitori espresse all’atto
dell’iscrizione dei propri figli alla scuola primaria, e si accinge a dare risposta precisa
in termini educativi ai molteplici bisogni delle famiglie e dei bambini :
- sviluppare tutte le potenzialità di ogni bambino, come sviluppo sociale,
consolidamento
dell’
identità
personale
e
crescita
intellettuale;
3
- organizzare un tempo scuola maggiormente diversificato per poter offrire agli
alunni la possibilità concreta di utilizzare il tempo in modo più significativo e gli spazi
educativi più a misura di bambino;
- intensificare il monte ore dedicato alle attività scolastiche proposte tramite il
sistema dei laboratori al fine di:
 migliorare la padronanza delle abilità di base;
 suscitare interesse nell’apprendimento;
 favorire lo sviluppo dell’autocontrollo e dell’autonomia personale;
 stimolare la capacità e il desiderio di crescita culturale autonoma
permanente;

sviluppare le capacità di riconoscere se stessi e gli altri come valore;
I punti di forza del tempo pieno
Nell’esperienza del tempo pieno è forte la consapevolezza che educazione e
apprendimento sono fatti sociali: imparare assieme non è una necessità da ridurre al
minimo, ma una opportunità che arricchisce tutti, attraverso lo scambio, il confronto
e la valorizzazione dei diversi punti di vista. La tensione a superare la divisione e la
gerarchia tra i saperi è un altro degli aspetti che caratterizzano le migliori esperienze
di tempo pieno, non a caso definito inizialmente come “tempo integrato”.
A tutte le discipline viene attribuita pari dignità culturale e a tutti gli insegnanti pari
dignità professionale. In questo quadro tutte le diverse intelligenze e motivazioni
possono essere valorizzate.
Il tempo pieno è poi la scuola dei tempi distesi, condizione indispensabile per la
qualità della didattica e dell’apprendimento.
4
Attenzione ai diversi stili di apprendimento e ai processi d’insegnamentoapprendimento interattivi, diversificati e ricchi di stimoli, in una parola motivanti,
sono possibili solo attraverso un’equilibrata e distesa successione dei diversi
momenti e attività della giornata educativa.
Organizzazione del tempo scuola
Trattandosi di scuola organizzata a tempo pieno, la presenza dei bambini a scuola
per tutta la giornata e per cinque giorni alla settimana è obbligatoria. Gli alunni
sono impegnati nell’attività didattica dalle 8,30 alle ore 12,30 e dalle ore 14,30 alle
ore 16,30, per un totale di quaranta ore settimanali. Dalle ore 12,30 alle ore 14,30
è previsto il tempo mensa e il tempo dedicato all’attività ricreativa.
L’impiego diverso della giornata trova il suo naturale sbocco nella settimana di 5
giorni. L’alternanza delle attività scolastiche viene effettuata tenendo presenti le
curve di affaticamento degli allievi. L’orario deve infatti soddisfare le esigenze di
mobilità e di espansione psicologica e fisica del fanciullo, evitandogli uno sforzo e
una stanchezza eccessivi.
Le attività, tuttavia, si alternano per completarsi e costituire un unico itinerario
educativo. Il fatto educativo scolastico si realizza così attraverso una successione
organica e unitaria di momenti significativi, aperto sia ad apporti culturali, anche
esterni alla scuola, sia alla ricerca dell’esperienza personale e di gruppo e alle
attività socializzanti, avvalendosi dell’intervento di diversi insegnanti.
I docenti svolgono l’attività didattica in ventidue ore settimanali più due ore
dedicate alla programmazione.
L’anno scolastico è ripartito in due quadrimestri.
L’ attività didattica potrebbe prevedere l’aggregazione delle discipline in due
ambiti:
Ambito linguistico-espressivo, storico e sociale
Ambito matematico- scientifico, geografico
Le tre Educazioni (immagine, musicale, motoria) vengono abbinate seguendo il
criterio delle affinità delle discipline e sulle reali competenze dei docenti. Le ore di
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compresenza fra i docenti della stessa classe sono destinate all’attuazione di attività
di rinforzo e di recupero , alla partecipazione alle attività di laboratorio e alla
realizzazione dei progetti programmati all’interno della scuola.
Distribuzione oraria delle discipline per la classe prima
Italiano
9
Matematica
7
Scienze e Tecnologie
2
Storia
2
Geografia
2
Inglese
2
Arte e Immagine
1
Musica
1
Motoria
2
Religione Cattolica
2
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Momento quotidiano della mensa, inteso come:
 momento di educazione alimentare, che pone attenzione alla qualità ed alla
varietà delle proposte alimentari e che mira a responsabilizzare gli alunni
proponendo di assaggiare ogni cibo, evitando ogni pregiudizio, e insegnando
ad evitare accuratamente ogni spreco (scegliendo ad esempio una quantità
di cibo adeguata al proprio gusto);
 momento dello stare bene insieme, del raccontare e del raccontarsi, delle
confidenze tra bambini/e e tra bambini/e e insegnanti;
Momento quotidiano del dopomensa, dedicato:
 al gioco con queste caratteristiche:
- situazioni di gioco liberamente organizzate dalle alunne e dagli alunni, nel
rispetto delle esigenze individuali e specifiche all’età di appartenenza;
- attività ludiche programmate dalle docenti con attività che potrebbero
riguardare anche contenuti presentati durante l’orario dedicato alle
singole discipline.
 Alla realizzazione di attività di arricchimento della personalità, quali:
- Canto
- Drammatizzazioni
- Lettura animata
- Visione di filmati adeguati alla fascia di età
- Attività manuali e pratiche.
L’organizzazione dei tempi e degli spazi del dopomensa sarà discussa e costruita da
tutti i docenti coinvolti nel progetto, sulla base anche del piano di lavoro predisposto
dalle stesse ad inizio anno.
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Metodologia
Le attività didattiche si avvalgono di una metodologia basata su:


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
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

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
l’attenzione ai bisogni e all’esperienza dei bambini;
la facilitazione delle comunicazioni e delle relazioni interpersonali tra pari e
adulti;
un clima di fiducia reciproca e di rispetto;
il lavoro a classi aperte o a classi parallele , quando possibile;
la condivisione di esperienze, obiettivi e regole tramite lavori di gruppo;
il piacere della ricerca e dell’autoformazione;
la sperimentazione e la manipolazione di materiali;
un processo di graduale ampliamento di conoscenze, abilità e competenze;
la problematizzazione delle esperienze;
l’incentivazione degli interessi e della creatività per favorire lo spirito critico e
il coinvolgimento attivo;
la promozione dell’autonomia del bambino;
il rispetto e la valorizzazione delle diversità;
lo sviluppo di percorsi individualizzati;
l’utilizzo di una prospettiva interdisciplinare;
la realizzazione di attività laboratoriali e progettuali;
l’utilizzo di libri, sussidi, strumenti alternativi e/o complementari ai libri di
testo;
l’utilizzo di una corretta grafia per valorizzare la scrittura come
comunicazione.
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COMPITI A CASA
In una scuola a tempo pieno gli alunni sono impegnati per circa 6 ore ogni giorno in
attività formative, per un totale di 30 ore settimanali. Gli insegnanti sono
consapevoli dei bisogni di ogni bambino, al termine della giornata scolastica o
durante il fine settimana, di avere momenti da trascorrere liberamente o di svolgere
autonomamente attività ludiche, rilassanti, motorie…
Riconoscono, inoltre, la valenza formativa delle varie esperienze extrascolastiche,
essendo consci di “non esaurire tutte le funzioni educative”.
Proprio per l’importanza dell’argomento la scuola predisporrà delle linee comuni
d’indirizzo per i docenti nel momento dell’assegnazione dei compiti a casa e del
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recupero dopo un periodo di assenza. Tali scelte andranno a far parte della
programmazione educativa ed organizzativa del team docente.
Gli insegnanti ritengono che durante la settimana, a casa, gli alunni possono
dedicare del tempo ad attività di lettura per consolidare l’apprendimento
strumentale della letto-scrittura per le classi prima e seconda e , per favorire il
piacere della lettura soprattutto per la terza, quarta e quinta.
I docenti reputano sia opportuno assegnare dei compiti da svolgere a casa durante il
fine settimana per:
-
favorire il consolidamento degli apprendimenti;
incentivare atteggiamenti di responsabilità e di autonomia;
acquisire un efficace metodo di studio;
coinvolgere le famiglie nel lavoro scolastico.
Per i genitori i compiti a casa sono un’occasione per seguire i lavori svolti nella
scuola, per verificare i progressi del figlio e per trasmettergli il valore del suo
impegno scolastico.
La compresenza e la contemporaneità
La compresenza e la contemporaneità sono due termini ben distinti in quanto:
1. COMPRESENZA indica le quattro ore settimanali in cui gli insegnanti di classe
lavorano insieme.
2. CONTEMPORANEITA’ viene a costituirsi quando nella classe è presente con
l’insegnante un altro docente specialista (lingua straniera o religione cattolica)
Mettere tutto nell’unico calderone della contemporaneità giova a chi vuole
svilire la funzione della compresenza, farla apparire come uno spreco di “risorse
umane” al fine di utilizzare queste ore per le supplenze.

Le problematiche che la scuola deve affrontare sono molteplici, la presenza
sempre maggiore di alunni stranieri (nel nostro istituto son presenti 4 alunni
di nazionalità cinese) il disagio socio-culturale, la disabilità, l’insuccesso , la
dispersione hanno come risposta l’organizzazione di un lavoro scolastico
cooordinato e didatticamente qualificato che preveda l’insegnamento
individualizzato, il lavoro di piccolo e grande gruppo (omogeneo e
eterogeneo), attività creative ludico-espressive, attività di recupero. Tutto ciò
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comporta la messa in atto di procedure che non possono esimersi dal lavoro
svolto durante le ore di compresenza.
Nelle classi prime, la compresenza, oltre che favorire la gestione degli alunni
in tutte quelle attività che non sono svolte “seduti al banco”, dà la possibilità
infatti, di organizzare piccoli gruppi di lavoro, di realizzare interventi
individualizzati, di porre maggiore attenzione al singolo, di gestire in ogni
caso
in
modo
agevole
la
vita
della
classe
stessa.
Per un singolo insegnante, praticare alcune fondamentali attività con l’intero
gruppo classe è molto complesso, ad esempio la manipolazione per il
controllo della motricità fine e per la coordinazione oculo-manuale.
Per lo sviluppo della creatività espressiva, la drammatizzazione, essenziale
anch’essa al superamento di alcuni problemi legati alla comunicazione verbale
potrebbe essere una risorsa utile alla rimozione delle difficoltà comunicative,
o ancora i giochi sensoriali e le attività psicomotorie propedeutici
all’apprendimento della lettura, della scrittura e della matematica. Inoltre,
durante le ore di compresenza, sarà possibile realizzare più agevolmente tutti
quei lavori di approfondimento, di ricerca e di osservazione indispensabili per
un apprendimento consapevole.
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Valutazione
Questa organizzazione vuole essere espressione di una pedagogia vicina ai bisogni
degli alunni, anche in quella parte del processo formativo che è rappresentato dalla
valutazione.
La logica del momento storico che stiamo vivendo configura la scuola come il luogo
nel quale le prestazioni, i percorsi, le competenze e ogni situazione proposta,
debbano essere verificati con prove oggettive, secondo un’idea abbastanza
superficiale, sommatoria e di adempimento burocratico del processo di valutazione.
Invece, la valutazione è un processo attivo, di produzione di significati e non di pura
registrazione; si inserisce nella relazione educativa, ne è parte determinante perché
rappresenta la riflessione sul percorso compiuto, sulle competenze acquisite, sulla
conoscenza di sé.
Il valore dell’oggettività non è né l’unico, né il più importante aspetto della
valutazione: infatti nella pretesa di tracciare un ritratto neutro del soggetto preso in
10
esame, non si considera la forte componente della “soggettività” della valutazione e
cioè dell’interpretazione dei dati.
La soggettività dell’insegnante non è un ostacolo da superare o l’impedimento a
definire “cosa il bambino sa fare o ha capito”, ma rappresenta la base di conoscenze,
sensibilità, esperienze e competenze professionali che danno significato, corpo, voce
e “anima “ a ciò che deve essere valutato, quindi compreso e restituito al soggetto,
perché diventi una tappa del suo globale percorso di crescita.
Nella relazione educativa i soggetti coinvolti sono principalmente il bambino e
l’insegnante, ma anche la famiglia riveste la sua importanza, perché concorre con la
sua esperienza e dal suo particolare punto di vista a formare quel racconto a più
voci, che è la valutazione del percorso educativo di un bambino: anche in questo
caso non è tanto la neutralità l’aspetto più significativo, ma come la famiglia legge e
restituisce, in modo filtrato dalla sua esperienza e dal legame con il bambino, il
percorso di crescita del figlio.
Secondo quest’ottica saranno necessari i seguenti momenti di valutazione:
 autovalutazione dell’insegnante e del “gruppo insegnanti”, attraverso incontri
tra i/le docenti che realmente operano insieme;
 valutazione del percorso di crescita di ogni alunno con le seguenti
caratteristiche:
- valutazione di tipo storico/formativo, che considera il “punto di partenza” di
ognuno, il suo percorso individuale, i suoi progressi, che rileva i cambiamenti e le
progressive conquiste;
- valutazione, con diverse modalità, degli apprendimenti più significativi;
- confronto tra le diverse modalità di osservazione dei comportamenti degli alunni
nelle varie situazioni relazionali e dai dati raccolti da ogni insegnante;
- valutazione delle capacità metacognitive e della capacità di trasferire le
conoscenze e le competenze acquisiste alle diverse situazioni della realtà.
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