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Progetto scuole primarie - Istituto Comprensivo Centro 3 Brescia

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Progetto scuole primarie - Istituto Comprensivo Centro 3 Brescia
I
PROGETTO PEDAGOGICO
SCUOLE PRIMARIE STATALI
A TEMPO PIENO
“M. CALINI”
“A. MANZONI”
BRESCIA
(settembre 2013)
II
INTRODUZIONE
PRINCIPI COSTITUTIVI
I principi sono individuabili negli artt. 3, 33, 34, 38 della Costituzione Italiana e nella successiva
legislazione scolastica, sia statale che regionale.
I principi ispiratori della norma presuppongono il passaggio dal modello di democrazia formale
a quello di democrazia sostanziale con un notevole impulso alla partecipazione diretta delle
forze impegnate nella realizzazione di una comunità scolastica aperta alle istanze individuali e
sociali per una crescita comune ed un arricchimento reciproco nella condivisione di autentici
valori.
Poiché la comunità scolastica dell’Istituto crede fermamente in questi principi, si vuole
adoperare affinché, nella realtà del quartiere centro nord, sia data piena attuazione ad un
modello di scuola che ad essi si ispira.
FINALITÀ GENERALI (tratto da “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e
del primo ciclo di istruzione” - Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - 2012)
Scuola, Costituzione, Europa
Nella consapevolezza della relazione che unisce cultura, scuola e persona, la finalità generale
della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della
Costituzione italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e
nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli
studenti e delle famiglie.
La scuola italiana, statale e paritaria, svolge l’insostituibile funzione pubblica assegnatale dalla
Costituzione della Repubblica, per la formazione di ogni persona e la crescita civile e sociale del
Paese. Assicura a tutti i cittadini l’istruzione obbligatoria di almeno otto anni (articolo 34),
elevati ora a dieci. Contribuisce a rimuovere “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese” (articolo 3).
L’azione della scuola si esplica attraverso la collaborazione con la famiglia (articolo 30), nel
reciproco rispetto dei diversi ruoli e ambiti educativi nonché con le altre formazioni sociali ove
si svolge la personalità di ciascuno (articolo 2).
La scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado costituiscono il
primo segmento del percorso scolastico e contribuiscono in modo determinante all’elevazione
culturale, sociale ed economica del Paese e ne rappresentano un fattore decisivo di sviluppo e
di innovazione.
L’ordinamento scolastico tutela la libertà di insegnamento (articolo 33) ed è centrato
sull’autonomia funzionale delle scuole (articolo 117). Le scuole sono chiamate a elaborare il
proprio curricolo esercitando così una parte decisiva dell’autonomia che la Repubblica
attribuisce loro. Per garantire a tutti i cittadini pari condizioni di accesso all’istruzione ed un
servizio di qualità, lo Stato stabilisce le norme generali cui devono attenersi tutte le scuole,
siano esse statali o paritarie. Tali norme comprendono: la fissazione degli obiettivi generali del
processo formativo e degli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli
studenti; le discipline di insegnamento e gli orari obbligatori; gli standard relativi alla qualità del
servizio; i sistemi di valutazione e controllo del servizio stesso.
III
Con le Indicazioni nazionali si intendono fissare gli obiettivi generali, gli obiettivi di
apprendimento e i relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per
ciascuna disciplina o campo di esperienza. Per l’insegnamento della Religione Cattolica,
disciplinata dagli accordi concordatari, i traguardi di sviluppo delle competenze e gli obiettivi di
apprendimento sono definiti d’intesa con l’autorità ecclesiastica (decreto del Presidente della
Repubblica dell’11 febbraio 2010).
Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro
delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e
dal Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazione del 18 dicembre 2006i) che sono: 1)
comunicazione nella madrelingua; 2) comunicazione nelle lingue straniere; 3) competenza
matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4) competenza digitale; 5) imparare a
imparare; 6) competenze sociali e civiche; 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8)
consapevolezza ed espressione culturale . Queste sono il punto di arrivo odierno di un vasto
confronto scientifico e culturale sulle competenze utili per la vita al quale l’Italia ha attivamente
partecipato. L’impegno a far conseguire tali competenze a tutti i cittadini europei di qualsiasi
età, indipendentemente dalle caratteristiche proprie di ogni sistema scolastico nazionale, non
implica da parte degli Stati aderenti all’Unione europea l’adozione di ordinamenti e curricoli
scolastici conformi ad uno stesso modello. Al contrario, la diversità di obiettivi specifici, di
contenuti e di metodi di insegnamento, così come le differenze storiche e culturali di ogni
paese, pur orientati verso le stesse competenze generali, favoriscono l’espressione di una
pluralità di modi di sviluppare e realizzare tali competenze. Tale processo non si esaurisce al
termine del primo ciclo di istruzione, ma prosegue con l’estensione dell’obbligo di istruzione nel
ciclo secondario e oltre, in una prospettiva di educazione permanente, per tutto l’arco della
vita.
Nell’ambito del costante processo di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e nell’attento
confronto con gli altri sistemi scolastici europei, le Indicazioni nazionali intendono promuovere
e consolidare le competenze culturali basilari e irrinunciabili tese a sviluppare
progressivamente, nel corso della vita, le competenze-chiave europee.
Finalità generali della Scuola Primaria nella storia del nostro Istituto
L’istituzione scolastica che vuole attuare il principio costituzionale della promozione umana e
civile di tutti i suoi membri deve, a livello generale:
- offrire a ciascun allievo esperienze formative in spazi e tempi diversificati che lo portino ad
auto-realizzarsi come uomo e come cittadino.
- organizzare l’attività didattica secondo i bisogni di ciascun allievo;
- fornire capacità tecnico-strumentali che consentano l’appropriazione del proprio mondo per
meglio conoscerlo, capirlo, trasformarlo;
- offrire una sempre maggiore conoscenza del mondo moderno con tutti i suoi problemi in
costante evoluzione sollecitando il bisogno di apprendere e di conoscere per tutto l’arco della
propria vita;
- privilegiare lo sviluppo di un atteggiamento scientifico di fronte alla realtà nel suo insieme
adottando metodologie euristiche;
- consentire l’esercizio di attività mentali intelligenti in modo più sostenuto superando la
suddivisione del curricolo scolastico in discipline fine a se stesse e puntando su aree
disciplinari che concorrano all’acquisizione di abiti mentali transdisciplinari;
- favorire la crescita di creatori anziché di consumatori mediante l’elaborazione critica di
esperienze coerenti l’arco delle possibilità espressive del genere umano;
IV
- abbassare la soglia dei condizionamenti negativi avviando ogni singolo allievo verso forme di
espressione non stereotipata;
- evitare la discriminazione sociale palese e occulta;
- favorire la conoscenza di contenuti culturali che fanno parte del patrimonio dell’umanità;
- promuovere uno stile di vita personale rispettoso delle altrui espressioni evitando dogmatismi
di ogni genere;
- avviare alla vita comunitaria e alla partecipazione responsabile alla stessa;
- realizzare il confronto fra le componenti impegnate nel discorso educativo stabilendo
rapporti
di fiducia e di intesa fra insegnanti e alunni, nel gruppo insegnanti, tra docenti e genitori, tra
scuola e realtà esterna;
- superare la distinzione tra attività culturali ed attività integrative attuando anche un corretto
equilibrio tra attività manuali e mentali.
Finalità specifiche delle scuole primarie a tempo pieno
Le scuole primarie Calini e Manzoni per poter dare risposta precisa in termini educativi ai
molteplici gravi bisogni del quartiere e dei bambini in generale devono altresì:
- organizzare un tempo scuola maggiormente diversificato per poter offrire agli alunni la
possibilità concreta di utilizzare il tempo in modo più significativo e gli spazi educativi più a
misura di bambino, in modo da poter raggiungere la piena padronanza del codice linguistico
- intensificare il monte ore dedicato alle attività scolastiche proposte tramite il sistema dei
laboratori ossia attraverso l’indagine conoscitiva condotta per piccoli gruppi di lavoro, la quale
utilizza o fa ricorso alla prassi concretandosi nell’atto finale con un prodotto al fine di:
migliorare la padronanza delle abilità di base;
suscitare interesse nell’apprendimento;
favorire lo sviluppo dell’autocontrollo e dell’autonomia personale;
stimolare la capacità e il desiderio di crescita culturale autonoma permanente;
investire produttivamente le risorse e le energie vitali dell’alunno per sua natura grande
esploratore del proprio ambiente;
legare l’apprendimento a una finalità concreta tangibile immediata verificabile nel momento
stesso in cui il prodotto culturale esce dal gruppo e dalla classe viene fruito;
sviluppare le capacità sensoriali e percettive al fine di favorire un adeguato sviluppo delle
attività logiche;
favorire delle esperienze di lavoro con la produzione di oggetti finali o prodotti che rispondano
allo scopo per il quale sono stati progettati e costruiti, siano essi giornali, fotografie, spettacoli,
manifesti, musiche, indagini, statistiche
riconoscere il diritto della comunità di avere la sua scuola opportunamente sostenuta e
finanziata per rispondere realmente alle necessità della popolazione scolastica residente.
L’organizzazione si è posta come obiettivi:
a) realizzare un tempo scolastico, antimeridiano e pomeridiano unico, entro il quale si
svolgano indistintamente tutte le attività scolastiche obbligatorie e attività pre e post
scolastiche facoltative, ritenute utili al conseguimento della formazione integrale dell’alunno;
b) adottare un indirizzo metodologico didattico unitario da parte dei componenti il gruppo
docente;
V
c) garantire a tutti gli alunni il pieno diritto allo studio, mettendo in atto
sistemi educativi,
didattici e valutativi adatti alla capacità e potenzialità di ciascuno;
d) sviluppare nel bambino un’immagine positiva di sé che lo sorregga nel suo sforzo di
comprendere e vivere la quotidianità;
e) sviluppare nel bambino consapevolezza e capacità di valutare persone, cose, avvenimenti
nell’ambiente, abituandosi a ricercarne la sostanza, ovvero di avere coscienza della realtà in
cui si vive, di capirla e di poterla trasformare agendo in essa
come membri attivi e
responsabili;
f) considerare la scuola come parte importante della comunità poiché importante è
l’esperienza che ogni bambino conduce al suo interno;
g)realizzare un’educazione personalizzata e di gruppo che consenta lo sviluppo reale delle
capacità dell’allievo ed eviti ogni forma di discriminazione e di emarginazione sociale;
h) introdurre attività ed iniziative utili alla formazione di una coscienza partecipativa,
mediante occasioni di discussione aperta, l’assunzione graduale di responsabilità
nell’ambiente scolastico;
i)offrire a tutti gli alunni la possibilità di partecipare ad attività culturali, ricreative, sportive,
che li avviino alla conoscenza di ambienti e di situazioni plurime e li mettano in grado di
operare scelte costruttive, significative per sé e per gli altri;
l) guidare verso una progressiva autonomia di studio;
m) individuare e mettere in atto strategie e interventi motivanti;
n) collaborare con la scuola dell’infanzia del territorio per garantire la continuità educativa;
o) realizzare fra docenti curricolari e di sostegno l’assunzione di responsabilità e la
compartecipazione nel processo educativo e una suddivisione di compiti e responsabilità dei
docenti tesa alla valorizzazione delle rispettive competenze e di eventuali esperienze;
p) utilizzare la diversità del singolo per realizzare uno stare insieme inclusivo in una scuola che
considera la diversità di ciascuno come un valore da vivere e da condividere.
ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ
Il primo obiettivo è quello di organizzare la scuola in modo che gli alunni siano posti nelle
migliori condizioni di apprendimento.
Individuazione ed esplicitazione degli obiettivi delle UNITÀ OPERATIVE (classi parallele)
L’unità operativa di insegnanti ed alunni, numericamente e strutturalmente funzionale
all’azione specifica che essa attua in rapporto ai singoli soggetti è uno strumento organizzativo
che può garantire una maggiore variabilità e duttilità di interventi centrati sui singoli casi e sugli
alunni visti nel loro insieme.
Essa ha come base di partenza e supporto costante il lavoro in team dell’équipe pedagogica che
individua bisogni e progetti; verifica costantemente, si suddivide i compiti sulla base delle
acquisite competenze, adotta tutti gli opportuni accorgimenti per perseguire gli obiettivi
generali della scuola.
L’organizzazione per unità operative è preordinata al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- evitare l’insorgere e il permanere di fenomeni di oppositività e scarsa collaborazione dovuti
spesso al formarsi di stereotipi comportamentali nel gruppo classe chiuso;
- dare a ciascun bambino l’opportunità di esprimersi in modo rinnovato nei diversi
raggruppamenti;
VI
- individuare per ogni allievo la migliore collocazione e la programmazione individuale più
adeguata, le quali garantiscono realmente, come l’esperienza da anni condotta sta
dimostrando, l’attenuazione fino alla scomparsa dei disturbi di comportamento derivanti da
frustrazioni causate e/o prodotte dalle difficoltà di rapporto e/o dall’incapacità di potare a
termine un compito non adeguato alle possibilità del soggetto (sia in meno che in più);
- favorire la comunicazione di ciascun alunno utilizzando le differenze anziché negarle;
- facilitare l’acquisizione degli apprendimenti di base da parte di tutti gli allievi;
- sviluppare le capacità individuali nel rispetto dei ritmi personali;
- sostenere al massimo grado mediante interventi centrati sui bisogni la motivazione di ogni
alunno all’apprendere;
- valorizzare nel più ampio contesto umano e sociale ciò che in ciascun soggetto è tipico al fine
di realizzare il saper convivere tra diversi;
- rimuovere tutti gli ostacoli possibili al fine di garantire a tutti l’inserimento nella vita sociale;
- avviare fattivamente tutti gli alunni alla conoscenza dei meccanismi che regolano la vita civile
e capire di esserne parte integrante;
- far acquisire mezzi e strumenti idonei per operare consapevolmente nel contesto sociale.
Talvolta l’organizzazione dell’attività prevede la suddivisione in gruppi di alunni tramite:
- l’apertura delle classi, in alcuni momenti;
- la costituzione di piccoli e medi gruppi per gli apprendimenti strumentali;
- la costituzione di gruppi per rispondere ai bisogni di espressione e di discussione. Infatti, il
momento privilegiato sarà quello assembleare che vedrà gli alunni di tutta l’unità operativa
partecipi alle discussioni in ordine ai temi riguardanti la relazione all’interno e all’esterno della
U.O., di organizzazione scolastica, di preparazione del lavoro, soprattutto di ricerca, da svolgersi
periodicamente;
- gruppi di studio per diversi livelli per gli apprendimenti funzionali di base, vengono costituiti in
base all’accertamento dei problemi fondamentali di apprendimento propri di ciascun allievo.
Sono flessibili in quanto è previsto il passaggio da un gruppo all’altro sulla base di verifiche
periodiche. Tali gruppi perseguono i seguenti obiettivi:
- offrire a ciascun alunno modi, tempi e strumenti differenziati per l’acquisizione del patrimonio
comune di base linguistico e matematico;
- evitare il confronto immediato con allievi presentanti ritmi diversi di apprendimento;
Inoltre sono previsti i gruppi opzionali, che possono essere costituiti anche da piccoli gruppi in
funzione dell’espletamento di alcune particolari attività che richiedono l’utilizzo e
l’appropriazione di tecniche specifiche (laboratorio di ceramica, di pittura, di musica, di
psicomotricità, di scienze, fotografia, informatica, falegnameria, cucina, giardinaggio).
Talvolta sono organizzati gruppi di alunni di diversa età cronologica per l’espletamento di
attività sportive, ricreative per l’esecuzione di progetti, di feste, per la celebrazione di
ricorrenze, per la consumazione dei pasti.
Hanno funzione di:
- dare il senso della partecipazione alla comunità più vasta;
- introdurre l’esercizio del mutuo insegnamento per una iniziazione a forme di responsabilità
diffusa.
VII
Edifici Scolastici e loro utilizzo
Plesso Calini
Il plesso “Calini” sorge nel cuore del quartiere del Carmine.
L’edificio risale ad una costruzione degli anni trenta ed è di interesse storico.
Può contare sui seguenti locali:
16 aule dove si svolgono le attività curricolari; alcune di queste sono destinate ad accogliere
piccoli gruppi di lavoro e sono denominate “aule di rotazione”
1 locale attrezzato per la psicomotricità (per i bambini di prima e seconda)
1 spaziosa palestra (per i bambini di terza, quarta, quinta)
2 laboratori di immagine
2 laboratori di musica (che sono concessi in uso dal Centro Musicale Ligasacchi, la cui sede è
all’interno dell’edificio)
1 laboratorio di scienze e falegnameria
1 laboratorio di informatica
1 laboratorio fotografico
1 laboratorio di ceramica
1 sala di lettura centralizzata
2 aule speciali
1 atrio adibito a stamperia
1 sala mensa
L’edificio confina con il parco di via Odorici (raro esempio di spazio verde nel centro della città).
I recenti lavori di ristrutturazione e recupero hanno visto coinvolti anche insegnanti e genitori
della Calini; si sono così potute creare sinergie significative perché questo spazio possa essere
goduto dai bambini anche in orario scolastico per progetti di rispetto e tutela dell’ambiente e
attività di semina, giardinaggio in appositi spazi creati per la nostra utenza scolastica.
Plesso Manzoni
Il plesso Manzoni ha sede in un edificio progettato appositamente per ospitare una scuola.
Pertanto può vantare locali spaziosi, nella fattispecie:
10 aule dove si svolgono le attività curricolari
2 locali per la rotazione di piccoli e medi gruppi
1 laboratorio di psicomotricità
1 locale adibito a palestra
1 laboratorio di musica
1 sala teatro- proiezioni per circa 120 posti a sedere
1 laboratorio di scienze
1 aula LIM (lavagna interattiva multimediale)
1 laboratorio per la lingua straniera
1 laboratorio per le attività grafico pittoriche
2 sale di lettura dotate di un importante patrimonio librario in continuo aggiornamento
1 aula speciale
1 laboratorio di cucina
1 cortile di dimensioni ridotte.
Anche il plesso Manzoni ambisce a poter utilizzare un locale per l’effettuazione di assemblee
con genitori, con tutti gli alunni, a proporre spettacoli teatrali e musicali fatti dagli alunni, come
già proposto per il plesso Calini.
VIII
Attrezzature, sussidi, materiale librario
Utilizzo di attrezzature e sussidi
Se ne sta incrementando anno dopo anno la dotazione, con integrazione di finanziamenti
derivati da iniziative in stretta collaborazione con i genitori ed i Comitati Genitori.
In questo modo è stato possibile acquisire una dotazione che ha consentito l’allestimento di
alcuni laboratori nei plessi dell’Istituto.
Utilizzo della bibliografia alternativa
Il Collegio dei Docenti dell’Istituto si esprime annualmente circa l’utilizzo della bibliografia
alternativa, che comporta un impegno maggiore da parte dei docenti, nella scelta dei testi e
delle opere da proporre, ma che rende l’insegnamento/apprendimento maggiormente efficace,
in quanto consente, oltre alla selezione dei contenuti ritenuti più idonei per i bambini, un
approccio maggiormente individualizzato secondo le varie necessità.
Considerata, quindi, la positiva valutazione della sperimentazione circa l’uso di libri e/o
materiali alternativi, in atto da anni nei plessi di scuola, si intendono definire i criteri che
dovranno ispirare tale scelta, nonché le modalità di verifica della medesima.
L’uso della bibliografia alternativa attiene a un sistema di insegnamento/apprendimento che
vuol coniugare la proposta di un quadro organico di conoscenze con l’assoluta necessità di far
attivare all’alunno competenze e capacità di ricerca di informazioni, di confronto tra più fonti,
di rielaborazione autonoma delle medesime, di scelta graduale di esperienze letterarie
motivanti per incentivare il gusto della lettura e sollecitare il bisogno di ricorrere ai libri per
approfondire la propria esperienza, per allargare la propria conoscenza, per maturare la propria
competenza nei vari settori del sapere, ovvero nei vari linguaggi.
Obiettivi e motivazioni della scelta
- Fornire agli alunni la possibilità di accostarsi ai libri, nella molteplicità dei temi, delle vesti
grafiche e delle proposte narrative che l’editoria mette a disposizione;
- educare gli alunni alla scelta del tipo di testo e fornire gli strumenti per conseguire capacità di
orientamento, criteri di scelta e selettività del gusto;
- fornire possibilità di accostamento ad opere;
- permettere la personalizzazione della lettura, sia in riferimento ai gusti e alle esigenze
individuali che vanno via via formando, sia in coerenza con gli argomenti trattati nel lavoro
collettivo che meritano una risonanza conforme nelle letture proposte;
- formare la capacità di consultazione attraverso la messa a disposizione di testi di carattere
scientifico, relativi alle diverse discipline, nonché guidando i bambini alla fruizione del libro
come risposta a quesiti e come referente della ricerca di conoscenze.
Criteri metodologici e didattici
Per far sì che si attui nei confronti degli alunni l’offerta di una pluralità di strumenti capaci di
stimolare la curiosità, di suscitare interrogativi, di rispondere ai bisogni cognitivi delle varie
fasce di età o meglio dei singoli soggetti, si dovrà proporre una vasta gamma di testi graduati
per difficoltà, diversificati nel codice, negli argomenti, nella veste grafica, nello stile e nel
genere letterario.
Pertanto, la scelta dei libri o del materiale alternativo, attingendo alle proposte che le varie
case editrici mettono a disposizione, anno dopo anno, sarà orientata verso:
1 - la narrativa per ragazzi
2 - testi scientifici divulgativi per ragazzi
IX
3 - testi di consultazione scientifici o letterari per ragazzi
4 - testi di consultazione scientifici o letterari non specificatamente per ragazzi, testi che
verranno fruiti dagli alunni in stretta collaborazione con i docenti, comprendendo in questo
ambito testi iconici e/o filmici coerenti con la programmazione e gli obiettivi disciplinari
previsti nelle varie aree
5 - testi di approfondimento di un settore disciplinare specifico, possibilmente riutilizzabili;
6 - quaderni operativi disciplinari.
Verifica finale
Ogni equipe pedagogica verifica in itinere ed a fine anno la validità della scelta ed i risultati
ottenuti e, se la ritiene efficace, la ripropone per l’anno scolastico successivo.
Criteri per la formazione delle classi prime
Il gruppo sezione (es. A e B, dentro l’unità operativa) viene formato dopo un primo periodo di
vita scolastica consistente in attività spontanee e organizzate, caratterizzato dalla possibilità per
gli alunni di libero accostamento e spostamento. Gli insegnanti, nel frattempo, procedono ad
una sintesi conoscitiva dei singoli alunni.
I docenti utilizzano allo scopo:
- le note e le informazioni raccolte nei contatti avuti con la Scuola dell’Infanzia di provenienza;
- le notizie fornite direttamente dai genitori;
- i risultati delle verifiche per l’accertamento dei prerequisiti.
I gruppi sezione verranno formati dai docenti dell’U.O. alla fine del primo mese di attività
scolastica, supportati dalla documentazione fornita dalla segreteria didattica, riguardante i dati
anagrafici, dell’esperienza scolastica pregressa, delle risultanze di specifiche osservazioni volte a
verificare il possesso dei prerequisiti di base.
Si costituiscono gruppi sezione la cui caratteristica eterogeneità favorisce non solo rapporti
socio-affettivi, ma reciproche aperture. I gruppi sezione si ritrovano per circa 4 ore settimanali
e sono affidati ai docenti delle rispettive Unità Operative.
Nei gruppi-sezione vengono sviluppate le attività formative dirette all’educazione sociale.
Almeno una volta alla settimana si riunisce l’assemblea per U.O. per discutere problemi inerenti
alla vita del proprio gruppo e/o della scuola.
In media si prevedono due ore settimanali di assemblea effettuate con tutti i bambini.
I percorsi individualizzati per gli alunni con certificazione di disabilità sono stabiliti nei Piani
Educativi Individualizzati (PEI), previsti dalla normativa vigente.
Docenti, team pedagogico e coordinamento didattico
Per garantire il buon funzionamento dell’attività scolastica a tempo pieno sarebbe necessario
poter contare su un numero di docenti pari al doppio del numero delle classi (doppio organico)
e su un numero adeguato di docenti di sostegno.
Solitamente i docenti vengono assegnati ad una sola unità operativa per evitare sovrapposizioni
nelle diverse U.O.
Uno degli sforzi maggiori che docenti e genitori delle scuole primarie Calini e Manzoni hanno
manifestato con successo in questi anni è proprio quello di garantire una scuola aperta a tutti e
per tutti, scuola nella quale avviene e si manifesta la capacità di vivere nelle differenze. Ciò è
X
possibile solo dove si riesce a realizzare progressivamente una diversificazione di interventi e di
momenti operativi adatti a ciascuno.
Ogni docente trova nel team pedagogico la possibilità:
 di confrontarsi e condividere gli obiettivi dell’offerta formativa;
 di programmare e di valutare la propria attività insieme ai colleghi;
 di sviluppare la propria personalità nell’area curricolare più congeniale o nella quale ha
impiegato maggiormente le proprie risorse.
Del resto, l’obiettivo di questa organizzazione è quello di far sì:
 che ogni insegnante, in quanto persona e in quanto professionista, venga valorizzato in
uno sforzo partecipativo e di autogestione pedagogica;
 che la comunità scolastica si impegni nel miglioramento del pubblico servizio attraverso
le conoscenze specifiche e i mezzi dei singoli professionisti;
 che le decisioni e le scelte operative siano prese dal gruppo docente con l’intento di
adeguare sempre più lo sforzo innovativo alle richieste della comunità in costante
cammino e crescita.
Nelle unità operative i docenti costituiscono dei gruppi di lavoro ed attuano il coordinamento
didattico tramite una costante collaborazione e programmazione di interventi e di ruoli per due
ore settimanali. Ciascuna unità operativa designa al suo interno un coordinatore, il quale si
rende garante della comunicazione con la Dirigenza e con i coordinatori delle altre unità e della
gestione e tenuta degli atti necessari all’organizzazione interna.
Gli altri incarichi (sub-consegnatari per i vari laboratori, per la sala di lettura, per la distribuzione
di sussidi e materiale di facile consumo) vengono assegnati sulla base delle competenze
acquisite e consolidate. Nell’Istituto un gruppo di Docenti si occupa di sperimentazione e
ricerca.
Orario giornaliero e settimanale
Estendere l’arco di tempo della giornata scolastica per adeguarlo alle esigenze di una azione
educativa che, pur restando unitaria, possa avvalersi di una pluralità di interventi, di linguaggi,
di esperienze, di sollecitazioni ambientali, è lo scopo che si prefigge affinché ne risulti un
arricchimento della formazione.
L’impiego diverso della giornata trova il suo naturale sbocco nella settimana di 5 giorni anche in
relazione alle esigenze evidenziate dalle famiglie stesse.
Trattandosi di scuole organizzate a tempo pieno, la presenza dei bambini a scuola per tutta la
giornata e per cinque giorni alla settimana è obbligatoria. Gli alunni sono impegnati nell’attività
didattica dalle 8,30 alle ore 12,30 e dalle ore 14,30 alle ore 16,30. Dalle ore 12,30 alle ore 14,30
è previsto il tempo mensa e il tempo dedicato all’attività ricreativa.
ORARIO GIORNALIERO OBBLIGATORIO
FACOLTATIVO
7.30 - 8.25 attività ludico ricreative
(Scuole Calini e Manzoni)
ingresso alunni: ore 8,25
lezioni antimeridiane: sino alle ore 12,30
mensa e attività ludico ricreative: 12,30 - 14,30
lezioni pomeridiane: dalle 14,30 alle 16.30
16.30-17.30 corsi vari
16.30-18.00 attività ludico ricreative (Scuola Calini)
Il tempo scuola è previsto dal lunedì al venerdì per 40 ore settimanali (tempo pieno).
XI
L’alternanza delle attività scolastiche viene effettuata tenendo presenti le curve di
affaticamento degli allievi. L’orario deve infatti soddisfare le esigenze di mobilità e di
espansione psicologica e fisica del fanciullo, evitandogli uno sforzo e una stanchezza eccessivi.
Le attività, tuttavia, si alternano per completarsi e costituire un unico itinerario educativo.
Il fatto educativo scolastico si realizza così attraverso una successione organica e unitaria di
momenti significativi, aperto ad apporti culturali, anche esterni alla scuola, aperto alla ricerca
dell’esperienza personale e di gruppo, alle attività socializzanti, avvalendosi dell’intervento di
diversi insegnanti che garantiscono meglio, in questo modo, l’esercizio della correttezza
epistemologica, della congruenza psicologica, della pertinenza metodologica.
SCHEMA DISCIPLINE/ORE SCUOLE PRIMARIE CALINI E MANZONI
Discipline
Ore
ITALIANO
6-7
MATEMATICA
6
STORIA E GEOGRAFIA
ASSEMBLEA
2+2
1
SCIENZE
2
LINGUA INGLESE
1-2-3
ARTE E IMMAGINE
MUSICA
EDUCAZIONE FISICA
2
2
2
RELIGIONE CATTOLICA
O ATTIVITA’ ALTERNATIVA
2
Servizio di ristorazione scolastica
Il servizio di ristorazione scolastica è considerato a tutti gli effetti attività educativa e come tale
ha già dimostrato di dare un contributo notevole agli allievi che ne hanno potuto usufruire sia
sul piano del comportamento che sul piano della corretta alimentazione.
Nel plesso Calini i genitori a rotazione collaborano con i docenti durante le due turnazioni di
consumazione del pasto da parte dei bambini costituendo una presenza significativa a fianco
degli operatori scolastici.
XII
Metodologie
Il processo educativo inteso come evoluzione costante della personalità si compie per
interazione con le persone, ma anche per l’influenza dell’ambiente e delle situazioni oggettive
per cui la crescita delle persone è frutto di esperienze concretamente vissute.
Per questo ci si assume come compito la verifica delle capacità del bambino per utilizzarle
come punto di partenza e come costante riferimento per il processo di maturazione globale.
L’alunno e il suo ambiente sono e saranno sempre oggetto di indagine, di stimolo per la
produzione di cultura in senso progressivo.
Si utilizzano e si continueranno ad utilizzare come mezzi per raggiungere gli obiettivi prefissati:
- tutti i tipi di linguaggio;
- la ricerca;
- l’interdisciplinarità e la transdisciplinarità;
- il sistema dei laboratori;
- la documentazione;
- la comunicazione dell’esperienza aperta a tutti i livelli;
- la verifica sistematica;
- i contenuti rinnovati alla luce del costante progresso civile, sociale, scientifico, disciplinare e
delle neuroscienze;
- l’attività scolastica organizzata per unità operative al fine di garantire realmente a tutti gli
alunni una adeguata stimolazione con tempi e procedure differenziati;
- il lavoro dei docenti in team;
- il coordinamento didattico delle unità operative;
- l’assegnazione ai docenti delle diverse aree disciplinari, a seconda degli interessi soggettivi e
della motivazione verso la ricerca;
- l’azione didattica orientata all’acquisizione delle competenze;
- il primato dell’apprendimento rispetto all’insegnamento;
- la libertà critica che si realizza attraverso la riflessione, il dialogo, l’osservazione, la
partecipazione, la richiesta di approfondimento;
- l’abitudine alla tolleranza;
- l’adozione della tecnica del “problem solving”
- l’apprezzamento verso l’apprendimento spontaneo e la critica costruttiva;
- lo sviluppo della cooperazione nel gruppo classe;
- la valorizzazione del pensiero divergente e della fantasia.
In definitiva si adotta una metodologia “a sistema aperto” per una scuola che vuol farsi
promotrice di cultura.
Si tratta di coinvolgere gli alunni nel processo di apprendimento mettendo loro a disposizione,
informazioni accessibili, sussidi comprensibili, ma soprattutto infondendo fiducia e facendo
appello alla loro autonomia.
In una programmazione che abbia le caratteristiche di ordinare degli obiettivi oltre che secondo
la gradualità della struttura disciplinare anche secondo le fasi di apprendimento, tutti trovano la
possibilità di progredire secondo le insite potenzialità.
Per quanto risaputo, spesso, in realtà, non si tiene in sufficiente considerazione che tutti
possono apprendere perché innate sono le strutture del pensiero che tutte le capacità che si
esercitano si sviluppano e progrediscono, quelle che non si stimolano vengono presto meno e
decadono.
Prende, così, particolare rilievo l’attività scolastica centrata sulla produzione la quale si rifà ad
un compito che, facendo parte di un programma preciso, è rivolto ad ottenere dei risultati
XIII
trasferibili e utili per sviluppare altri compiti. Essa presuppone la partecipazione attiva
dell’allievo.
Del resto l’obiettivo che ci si pone è quello di far sì che gli alunni “sappiano”, “facciano” e
“siano”.
Per questo il ricorso al sistema dei laboratori diventa momento dominante e caratterizzante
della produzione culturale nell’ambito di un processo di apprendimento centrato sulla ricerca e
che si colloca in un preciso itinerario didattico così costituito:
- definizione del problema o del compito;
- impostazione dell’ipotesi;
- progettazione;
- realizzazione di attività tese a risolvere il problema;
- predisposizione di materiale e strutture che mettano in moto il lavoro individuale e di gruppo;
- attività produttive nel laboratorio;
- verifica del progetto.
Il laboratorio diventa a qualsiasi livello e per qualsiasi area curricolare una modalità di lavoro
per l’espletamento dell’attività didattica e come tale richiede anche uno spazio attrezzato in
maniera specifica ai fini di una determinata produzione.
Certamente lo sforzo di unificare le diverse esperienze dei docenti non è poco, ma gli
apprezzabili risultati fino ad ora ottenuti e la serietà nell’impegno dimostrata da tutti sono dati
di fatto sui quali si può contare per richiedere unità, coerenza e costanza nell’impostazione
delle scelte metodologiche.
Tutto ciò può trarre conferma da quanto evidenziato nel documento “Indicazioni nazionali per il
curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” (settembre 2012).
Dalle “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione” (settembre 2012)
L’ambiente di apprendimento
Una buona scuola primaria e secondaria di primo grado si costituisce come un contesto idoneo a
promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo formativo per tutti gli alunni.
A tal fine è possibile indicare, nel rispetto dell’autonomia delle scuole e della libertà di insegnamento,
alcuni principi metodologici che contraddistinguono un’efficace azione formativa senza pretesa di
esaustività.
L’acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile degli spazi, a partire dalla stessa aula scolastica, ma
anche la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi alla conoscenza per le scienze,
la tecnologia, le lingue comunitarie, la produzione musicale, il teatro, le attività pittoriche, la motricità.
Particolare importanza assume la biblioteca scolastica, anche in una prospettiva multimediale, da
intendersi come luogo privilegiato per la lettura e la scoperta di una pluralità di libri e di testi, che
sostiene lo studio autonomo e l’apprendimento continuo; un luogo pubblico, fra scuola e territorio, che
favorisce la partecipazione delle famiglie, agevola i percorsi di integrazione, crea ponti tra lingue,
linguaggi, religioni e culture.
Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni, per ancorarvi nuovi contenuti. Nel processo di
apprendimento l’alunno porta una grande ricchezza di esperienze e conoscenze acquisite fuori dalla
scuola e attraverso i diversi media oggi disponibili a tutti, mette in gioco aspettative ed emozioni, si
presenta con una dotazione di informazioni, abilità, modalità di apprendere che l’azione didattica dovrà
opportunamente richiamare, esplorare, problematizzare. In questo modo l’allievo riesce a dare senso a
quello che va imparando.
XIV
Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, per fare in modo che non diventino
disuguaglianze. Le classi sono oggi caratterizzate da molteplici diversità, legate alle differenze nei modi e
nei livelli di apprendimento, alle specifiche inclinazioni e ai personali interessi, a particolari stati emotivi e
affettivi. La scuola deve progettare e realizzare percorsi didattici specifici per rispondere ai bisogni
educativi degli allievi. Particolare attenzione va rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana i quali, ai fini
di una piena integrazione, devono acquisire sia un adeguato livello di uso e controllo della lingua italiana
per comunicare e avviare i processi di apprendimento, sia una sempre più sicura padronanza linguistica e
culturale per proseguire nel proprio itinerario di istruzione. Tra loro vi sono alunni giunti da poco in Italia
(immigrati “di prima generazione”) e alunni nati in Italia (immigrati “di seconda generazione”). Questi
alunni richiedono interventi differenziati che non devono investire il solo insegnamento della lingua
italiana ma la progettazione didattica complessiva della scuola e quindi dei docenti di tutte le discipline.
L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole comuni, inoltre, anche se è da tempo un fatto
culturalmente e normativamente acquisito e consolidato, richiede un’effettiva progettualità, utilizzando le
forme di flessibilità previste dall’autonomia e le opportunità offerte dalle tecnologie.
Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze. In
questa prospettiva, la problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare
problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le conoscenze già elaborate, a trovare appropriate
piste d’indagine, a cercare soluzioni originali.
Incoraggiare l’apprendimento collaborativo. Imparare non è solo un processo individuale. La
dimensione sociale dell’apprendimento svolge un ruolo significativo. In tal senso, molte sono le forme di
interazione e collaborazione che possono essere introdotte (dall’aiuto reciproco all’apprendimento
cooperativo, all’apprendimento tra pari), sia all’interno della classe, sia attraverso la formazione di
gruppi di lavoro con alunni di classi e di età diverse. A questo scopo risulta molto efficace l’utilizzo delle
nuove tecnologie che permettono agli alunni di operare insieme per costruire nuove conoscenze, ad
esempio attraverso ricerche sul web e per corrispondere con coetanei anche di altri paesi.
Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere, al fine di “imparare ad apprendere”.
Riconoscere le difficoltà incontrate e le strategie adottate per superarle, prendere atto degli errori
commessi, ma anche comprendere le ragioni di un insuccesso, conoscere i propri punti di forza, sono
tutte competenze necessarie a rendere l’alunno consapevole del proprio stile di apprendimento e
capace di sviluppare autonomia nello studio. Occorre che l’alunno sia attivamente impegnato nella
costruzione del suo sapere e di un suo metodo di studio, sia sollecitato a riflettere su come e quanto
impara, sia incoraggiato a esplicitare i suoi modi di comprendere e a comunicare ad altri i traguardi
raggiunti. Ogni alunno va posto nelle condizioni di capire il compito assegnato e i traguardi da
raggiungere, riconoscere le difficoltà e stimare le proprie abilità, imparando così a riflettere sui propri
risultati, valutare i progressi compiuti, riconoscere i limiti e le sfide da affrontare, rendersi conto degli
esiti delle proprie azioni e trarne considerazioni per migliorare.
Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il
dialogo e la riflessione su quello che si fa. Il laboratorio, se ben organizzato, è la modalità di lavoro che
meglio incoraggia la ricerca e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare, realizzare, valutare
attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri, e può essere attivata sia nei diversi spazi e
occasioni interni alla scuola sia valorizzando il territorio come risorsa per l’apprendimento.
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