Shakespeare a Tresivio ? - Amici Della Vecchia Accademia
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Shakespeare a Tresivio ? - Amici Della Vecchia Accademia
IL PIACERE della BUONA TAVOLA Febbraio 09 N.14 ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Shakespeare a Tresivio ? Domenica 8 febbraio 09 ci siamo incontrati a Tresivio, presso il Ristorante NU Jom Bar Ca’ D’Otello, luogo di ritrovo per tanti Raidue, sono state valutate tante e realistiche ipotesi su questa possibilità….agli storici “buon lavoro”! giovani all’ora dell’aperitivo e dell’happy hour. Giornata splendida, dal clima primaverile, che ci ha permesso di gustare la bellezza del panorama e della casa storica ove è ubicato il ristorante stesso. Infatti qui abitò nel 1500 la famiglia Florio, di origini siciliane e qui sembra che Shakespeare abbia preso ispirazione per scrivere l’opera “Otello”. (maggiori dettagli in terza pagina) Se il grande drammaturgo inglese sia stato veramente in Valtellina e se sia stato anche discendente della stessa famiglia Florio, è tesi suggestiva e per noi lusinghiera. Mercoledì 11 febbraio, durante la trasmissione “Voyager” su La ristrutturazzione della casa in Via Cà d’Otello si presenta raffinata e rispettosa delle linee architettoniche originarie. La sala ristorante è ampia, luminosa, divisa dalla zona cottura da un lungo bancone, che lascia a vista la bellissima cucina piastrellata in rosso e luccicante di acciaio. Una larga tavola apparecchiata con molto gusto accoglie il nostro gruppo festoso. Durante la conviviale il nostro socio Tibi Mauro, organizzatore dell’incontro, presenta il proprietario sig Pietro Pedrazzoli che ci dà alcune notizie sul luogo, rafforzato dalla nostra socia Rosanna che ci legge un trafiletto tolto da internet. 1 Il MENU’ che ci viene presentato è stato scelto durante l’Assemblea dei soci: per una volta la voglia di pesce ha prevalso sulla nostra tradizione di promozione delle ricette locali. Come antipasto ci viene proposto del salmone affumicato accompagnato da una delicata salsa al Rafano e code di gamberi tiepidi (tenerissimi) all’aceto d’arancia (prelibatezza di cui chiediamo la ricetta che troverete sul nostro sito). Crespelle al ragù di coniglio e carciofi : accostamento di sapori invitanti e ben calibrati. Per secondo un ottimo filetto di Cernia allo zafferano con un apprezzato timballo di verdure (finocchi passati con ciuffeti di broccoli) e patate al vapore. In chiusura una gustosissima mattonella di pan di Spagna con bavarese alle Castagne e una saporita torta di carote e nocciole con panna al Vov. Eccezionale il pane fatto in casa in diverse varianti, tra le quali grande successo ha avuto il pane di zucchine. A fine pranzo un meritato appalauso accoglie il cuoco, signor Mauro Crapella, persona affabile che risponde alle nostre curiosità e ci illustra nei dettagli la sua cucina. Il signor Mauro viene da un’esperienza trentennale in giro per il mondo e in particolare: chef sulle navi da crociera e alle Bermude (dove si ispira per un suo pane delizioso). Da sottolineare l’impeccabile servizio del personale Sono stati presentati i nuovi soci: Daskas Pierre e Guadagnino Sava Ornella. Durante il pranzo Claudio ha riferito sui questionari distribuiti e resi nella quasi totalità. Con soddisfazione si prende atto che il calendario conviviali è già ricco e ben definito per tutto l’anno 2009. DAL BOLLETTINO DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRESIVIO N.21 DEL 1984 “Shakespeare a Tresivio?” di Guido Scaramellini Non ho mai creduto che Shakespeare fosse nato in Valtellina. Ma –mi dicevo- com’è che a qualcuno è venuta in mente una cosa del genere? E poichè anche le cose più campate per aria hanno sempre all’origine un qualcosa di vero, un appiglio iniziale che le giustifica, mi sono messo a cercare –era l’autunno del ’79- e ne è venuto fuori quel che segue. …il primo assertore di uno Shakespeare valtellinese fu il giornalista romano Santi Paladino che pubblicò sul quotidiano “L’Impero” di Roma del 4 febbraio 1927 un articolo intitolato “Il grande tragico Shakespeare sarebbe italiano”……questa la sua versione: Michelangelo Florio, di origine toscana, orfano in tenerissima età, frate cattolico passato al protestantesimo, si sarebbe rifugiato in Valtellina, da cui sarebbe ripartito nel 1549 per l’Italia e per l’Europa, fermandosi a Londra come predicatore nella chiesa riformata italiana. Sposatosi, ebbe verso il 1553 il figlio Giovanni. L’anno dopo dovette rientrare con la famiglia in Italia. Tornato in Inghilterra nel 1575, si diede a comporre drammi e sonetti. Morì probabilmente nel 1605. Intanto il figlio Giovanni aveva fatto strada, pubblicando tra l’altro nel 1591 “Secondi Frutti”, che sarebbe una libera rielaborazione dell’opera paterna. ………. Il nome Shakespeare deriverebbe dalla traduzione Shake = scuoti o scrolla e spear = lancia. Tale cognome sarebbe appartenuto alla madre di Shakespeare, una Crollalanza valtellinese…… Tante sono le analogie tra le opere di Shakespeare e quelle del Florio, come ad esempio: -Nell’Amleto di Shakespeare vi sono versi presenti nelle opere precedenti del Florio -Michelangelo Florio, prima di recarsi in inghilterra, fu a Messina, dove si rappresentava la commedia “Tantu trafficu pe’ nnenti”, titolo uguale a quello dell’opera shakespeariana, di mezzo secolo dopo: “Tanto rumore per nulla”. -Alcune opere sono ambientate in Grecia,dove Michelangelo insegnò durante le peregrinazioni europee: “Timone d’Atene”, “Troilo e Cressida”, “Tito Andronico”, “Pericle”. - L’attività letteraria di Sakespeare cessa verso il 1605, quando pare sia morto Michelangelo. Perciò il “Pericle” di quell’anno, rimasto incompiuto, anche se Sakespeare visse ancora 15 anni, fu terminato da altri, evidentemente dal figlio del Florio. - Lo Sakespeare attore non aveva biblioteca, non essendocene traccia nel testamento. Impossibile per il maggior drammaturgo inglese. Invece nella biblioteca del Florio figurano molti libri italiani, di cui c’è eco nelle opere uscite con il nome di Sakespeare. - Perchè non fu scritta alcuna biografia mentre il drammaturgo viveva? Per forza: il vero autore, Michelangelo Florio, non gradì pubblicità. - Dal 1594 al 1600, quando Sakespeare di Stratford ebbe gravi vicissitudini familiari, escono le commedie gaie, opere evidentemente non dell’omonimo attore, ma di Michelangelo Florio. - In meno di 15 anni Sakespeare compose 37 drammi, 154 sonetti, 4 poemetti. Troppo per una persona sola! - C’è infine l’italianità delle opere di Sakespeare: in “Giulio Cesare”, “Coriolano”, “Antonio e Cleopatra”, “Cimbelino” esalta la romanità; ambientò in Italia “I due gentiluomini di Verona”, “La bisbetica domata”, “Otello”, “Il mercante di Venezia”, “Romeo e Giulietta”; sono ispirati ad autori italiani “Misura per misura” e “La dodicesima notte”. PRESENTI: Andreassi Fernando, Barlascini Claudio e Angela con ospiti il signor Locatelli Bruno e la signora Miranda, Calabrese Francesco e Tina, Capitano Arnone Ida, De Giorgi Gizzi Piera, Guadagnino Sava Ornella, Impronta Pellegrino e Adriana, Luraghi Davide e Rosanna, Margiotta Paola, Martinelli Giulio e Fioretta Maule Casimiro e Marisa con ospiti il signor Bettoni Luigi e signora Luisa , Daskas Pierre e Sandra, Tibi Mauro e Alda, Vaccari Aldo e Titti, Verdinelli Filelfo, Vesco Bravo Alfonsa,Volpatti Adelio e Miriam con ospite la signora Bergamini Cinzia. 3