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LUCIA LAMBERTI
LUCIA LAMBERTI [email protected] Königsberg la città nei libri 2012 Questa serie di lavori è incentrata sulle immagini della Capitale della Prussia Orientale, raccolte durante una ricerca d’archivio, svolta tra la Deutschen Natonalbibliothek e la Bibliotheca Albertna di Leipzig (DE) nel 2011. La cità, che ora si chiama Kaliningrad e dà il nome ad un exclave russa in Europa, è stata rasa al suolo da pesant bombardament al termine della Seconda Guerra Mondiale. Da una selezione delle oltre trecento foto reperite, nasce questa produzione, che si divide in tre tematche: la memoria dei luoghi; i sete pont di Königsberg; le persone e i libri dispersi dalla guerra. Per ognuna di queste sezioni è stata adotata una tecnica e un linguaggio different. “La città nell’acqua” Molt dei luoghi più belli dell'antca cità si affacciavano sul fume Pregel e sui suoi canali, rappresentando un’occasione imperdibile per uno scato da souvenir. Nelle foto d’epoca, il motvo di palazzi e giardini riflessi nell'acqua torna spessissimo. Da qui è nata l'idea di realizzare dei paesaggi in cui fosse visibile soltanto la parte specchiata. Ho immaginato la cità di Königsberg intrappolata in una bolla d'aria sot'acqua, che offre la sua visione speculare e capovolta. Come una sorta di paradosso, l'acqua che scorre viene a soccorso della memoria, e nell'opera rappresenta l'unico luogo in cui ritrovare una traccia della cità.In questa serie di lavori lascio al di sopra della linea d'orizzonte solo la vegetazione, e pochi altri semplici element. “I sette ponti di Königsberg” Eulero scrive: “A Königsberg in Prussia c’è un'isola A, chiamata der Kneiphof, e il fume che la circonda si divide in due rami, come si può vedere in fgura; i rami di questo fume sono munit di sete pont a, b, c, d, e, f, g. Circa quest pont veniva posta questa domanda, si chiedeva se fosse possibile costruire un percorso in modo da transitare atraverso ciascun ponte una e una sola volta. E mi fu deto che alcuni negavano ed altri dubitavano che ciò si potesse fare, ma nessuno lo dava per certo.” Da una mappa dell'epoca (ora i pont sono solo cinque) si riesce a capire quali fossero esatamente i pont di cui parla il problema matematco. Sono riuscita a rintracciare le immagini di tut e sete i pont; e il testo originale, scrito in latno, del matematco svizzero. Dalle immagini ho trato delle opere su carta, piccole cartoline eseguite ad olio; il testo è stato leto in pubblico dall’atrice Alice Keller: il video della letura è parte integrante del progeto espositvo. “dove posso trovarvi?” Le persone e i libri possono cambiare posto, e anche essere costrete a lasciarlo.Le opere della terza sezione sono dedicate agli abitant di Königsberg, e a una biblioteca in parte distruta e in parte dispersa dopo il secondo conflito mondiale. Schauspielhaus, olio su tela, cm. 100X90, 2012 Schlossfreiheit, olio su tela, cm. 30X42, 2011 A strange point of view (Alte Universität, Dom und Kneiphöfsches Gymnasium) olio su tela, cm. 30X43,5, 2011 Secret of the water (Schlossteich mit Schlossturm) olio su tela, cm. 30X45,5, 2011 I sette ponti di Königsberg, foto dell'allestimento presso FARNESPAZIO EX-BRUN 2012 KramerBruecke II, olio su carta cm 12x20, 2012 GrueneBruecke II, olio su carta cm 12x20, 2012 SchmiedeBruecke, olio su carta cm 12x20, 2012 Waiting at the corner, acquerello su carta cm 52x42, 2011 Senza titolo 2, acquerello su carta cm 20x30, 2011 Raum #2 (Wallenrodt’sche Bibliothek), acquerello su carta cm 52x41, 2012 Organic Landscape 2011 Le trasformazioni, o più esattamente le mutazioni del paesaggio, vanno correlate alle trasformazioni della vita politica, economica e sociale del paese, delle quali esse sono lo specchio fedele, immediato e vistoso, sia pure nei limiti in cui le modificazioni territoriali e paesistiche – che hanno un loro “moto”, una loro scala del tempo, riescono a stare al passo dei mutamenti storici. Eugenio Turri, Semiologia del paesaggio italiano, Milano 1979, p. 1 ORGANIC LANDSCAPE Le mie due ultime produzioni sono incentrate sul tema del porto, come luogo in cui si registra un flusso di uomini e di merci; come espressione geografica di decisioni politiche ed economiche precise. Tutto il territorio cambia in funzione di questo ganglio di comunicazione, un’arteria che fa affluire, dal circolo globale, mezzi, cose, uomini. La gamma cromatica utilizzata per realizzare le opere ispirate al traffico commerciale e turistico di un porto dalle grandi ambizioni, come quello di Salerno, fa volutamente riferimento al mondo dei giocattoli. Chi gioca, ha la possibilità di decidere quante strade di comunicazione costruire, di quanti mezzi disporre, che scenario creare. L’atmosfera di sospensione, e il tentativo di rendere quasi irriconoscibile il paesaggio, servono ad accentuare maggiormente il senso di ‘piattaforma’ creato da questa grande struttura, che di fatto si impianta in una città compressa tra i monti e il mare, dal tessuto urbanistico risalente all’epoca romana. Organic Landscape Landscape Playground, olio e tempera su tela, cm. 125x94 Organic Landscape L'ancora, olio su tela, cm.120x86 Organic Landscape Three lovers, olio e tempera su tela, cm. 120x200 Organic Landscape Boat n°5, olio e tempera su tela, cm 30x45 Boat n°6, olio e tempera su tela, cm 30x45 Landscape Paintings 2009-2011 Landscape Paintings (2010-2011) 14 lavori su carta, cm 12x20 ognuno. In questa serie descrivo un paesaggio armato: le navi di stanza nella darsena militare di Kaliningrad, enclave russa sul mar Baltico, l'antica Königsberg, patria di Kant e di Käthe Kollwitz. Ritrarre un paesaggio militare ha rappresentato una sfida verso la paura. L’enorme potere dell’organizzazione militare, e il violento impatto visivo, mi hanno indotto ad interpretare queste immagini con i parametri della pittura di paesaggio più rassicuranti, nella speranza di produrre un effetto ironico, causato dalla piccola dimensione e alla ristretta gamma cromatica (bianco – nero – cobalto – indaco). Quello che ho cercato di realizzare è qualcosa che stia a metà strada fra le cartoline di inizio Novecento e le azulejos portoghesi. Postcard n°11 Landscape Paintings Postcard n° 1 Postcard n° 2 Landscape Paintings Postcard n° 4 Postcard n° 10 Landscape Paintings Postcard n° 6 Postcard n° 9 Landscape paintings (2009-2010) tecnica mista su tela Il progetto è nato a seguito di un reportage videogiornalistico, realizzato da una troupe di Rai3, per verificare le allarmanti notizie di una possibile ripresa della guerra fredda fra Stati Uniti e Russia. Allo scadere del suo mandato presidenziale, Bush voleva ampliare lo scudo spaziale, impiantandone uno in Polonia. La reazione russa fu immediata e aggressiva, Medvedev si disse pronto a rispondere con i missili Iskander, piccole e potenti testate nucleari, da puntare verso Varsavia. Il documento video mi è servito come base di partenza per realizzare dei paesaggi, in cui le le darsene, le navi dragamine, i bacini di carenaggio e la pacifica natura si contendono lo spazio. Ma Kaliningrad non è sempre stata russa... Questa città prima si chiamava Königsberg, era a capo di una florida regione prussiana, e ha dato i natali a Kant e a Käthe Kollwitz, nonché ad un problema matematico, noto come 'i sette ponti di Königsberg'. Un'eredità europea quasi totalmente distrutta dai bombardamenti prima, e dalla deportazione nei gulag, poi. Il territorio fu infatti ceduto all'Unione Sovietica al termine della seconda guerra mondiale, e la zona fu sottoposta ad una 'sovietizzazione' totale. Mi sono avvalsa della consulenza del Generale Fabio Mini per capire di che natura e che portata distruttrice avessero le navi riprese dalla telecamera. Un fitto documento di risposta alle mie jpg fa da corredo alle immagini, in maniera da renderle intellegibili. Nella realizzazione delle opere, tutti questi soggetti, come è tipico del mio linguaggio artistico, sono stati 'distorti' nella forma e nel colore, in un esercizio di fusione e di riorchestrazione. La tela viene trattata attraverso varie stesure di colore, con differenti tecniche, e a distanza di vari giorni, in maniera da permettere alle sfumature più delicate di attutire contrasti e creare nuovi accordi, il tutto come se si trattasse di una gigantesca partitura. MPK 218, cm 100x120, 2009 Landscape Paintings Bacino di carenaggio 1, cm 120x180 2009 Landscape Paintings Bacino di carenaggio 2, cm 120x180 2009 Collezione TERNA - Roma Landscape Paintings The Flag, cm. 100x120, 2010 Femmes Fatales 2009-2010 Femmes Fatales Tempera, acrilico e olio su tela Spectat inornatos collo pendere capillos Et: “Quid, si comantur?” ait. (Ovidio, Met. I,497) Il primo amore di Apollo fu Dafne, figlia di Peneo, in tutto simile a Diana cacciatrice, che gira, capelli al vento, con arco e freccia per i boschi. Le donne che ritraggo in questi quadri sono invece pettinate con cura, non hanno l’aspetto di vergini indomabili, anzi, sulle prime sembrano signore rassicuranti. Con acconciature sofisticate, segno di eleganza, offrono allo sguardo un senso di ordine e compiutezza, che si infrange, tuttavia, su di un particolare pericoloso: l’arma da fuoco stretta saldamente in pugno. Da questa idiosincrasia del senso sono partita per smontare e rimontare i fermo immagine che utilizzo come fonte per le mie tele. In questa serie utilizzo film che vanno dal 1929 al 1960, pellicole in bianco e nero per la maggior parte, che raccontano spesso storie di investigatori privati, chiamate, in gergo cinematografico, hardboiled. Il quadro qui di fianco è ispirato ad una pellicola del 1929, primo anno del cinema sonoro. Bulldog Drummond, cm 70x94, 2009 Collezione Lentos Museum, Linz (AT) Femmes Fatales Murder , My Sweet, cm 70x94, 2009 Murder, my Sweet, ad esempio, è una pellicola tratta da un libro di Raymond Chandler, che narra le vicende del famoso investigatore Philip Marlowe. Il libro si intitolava in realtà Farewell, my lovely. Per interpretare la parte principale fu scelto Dick Powell che, fino ad allora, aveva recitato in commedie musicali. La produzione, temendo che il titolo del libro potesse suggerire altro rispetto al soggetto del film, scelse il ben più esplicativo Murder, my sweet, con il quale uscì nel 1944. Femmes Fatales Farewell, My Lovely, cm 70x94, 2009 Il remake di questo film, del 1975, è uscito invece col titolo originale del libro, e l’attrice che interpreta il ruolo della donna pericolosa è Charlotte Rampling. Femmes Fatales Avengers, cm 130x180, 2010 Femmes Fatales Casino Royale, cm 130vx180, 2010 Collezione privata Femmes Fatales Die Heiterkeit der Kunst (2009) a cura di Carola Annoni. Linz (AT), Kunstpfad & Studio für Bewegung & Kunst. Opere di Emanuela Annoni, Paola Anzichè, Valerio Berruti, Lucia Lamberti, Benedetta Jacovoni, Domenico Mangano, Donatella Spaziani. In occasione di ‘Linz Capitale Europea della Cultura 2009’, una mostra per presentare il lavoro di sette giovani artisti italiani. Nelle foto, un’immagine del Lentos Museum di Linz, dell’allestimento e dell’inaugurazione. Azione&Fecondazione (2009) Roma, Artsinergy, a cura di Gianluca Marziani. Opere di Lucia Lamberti e Antonello Bulgini. Foto dell’allestimento. Prénom(s) Vincent-Vincenzo 2009 Prénom(s) Vincent-Vincenzo 10 acquerelli di cm 60x80 ciascuno, un video di 3’44’’ Consolato d’Italia a Bruxelles, a cura di Antonello Tolve. L'artista ricostruisce – attraverso una grammatica visiva che trova nella matrice fotografica un naturale prefisso creativo – un racconto (volutamente frammentato, e frammentante), quello di Vincent / Vincenzo, mediante un cromatismo fragile e diafano che rileva, con eleganza, la trasversalità, l'instabilità e la disappartenenza, il nomadismo e la nostalgia nei confronti di luoghi abbandonati (momentaneamente o irrimediabilmente). Da Villerupt (in Francia) a Esch Sur Alzette (in Lussemburgo), per spingersi, poi, in Belgio: lo sguardo dell'artista setaccia il passato paterno per intraprendere una recherche tesa a rinvenire non solo i lineamenti generali del lavoro operaio italiano all’estero, ma anche un segmento malinconico di storia – che ha caratterizzato, precisamente, una parte di storia del Mezzogiorno italiano – legato all'emigrazione, alle sue varie declinazioni e diramazioni. Scatti casuali – per la maggiore – ripresi e detemporalizzati dall'artista per tratteggiare le linee intime e timide (e direi anche tenere) d'una vita, quella paterna appunto, tramite un ciclo di dieci acquerelli felici (formulati su preziosissima carta di Acireale) corredati, infine, da un video in cui il personaggio principale, unico e solitario, sotto l'occhio vigile della camera fissa, mette in movimento le immagini (le matrici) – per mezzo della memoria a lungo termine – scavando tra le pieghe di una vicenda personale e collettiva. (A. Tolve) Ultimo a destra Prénom(s) Vincent-Vincenzo Alta pressione Prénom(s) Vincent-Vincenzo Domenica Prénom(s) Vincent-Vincenzo L’antenna Immagine della mostra presso il Consolato d’Italia a Bruxelles, giugno 2009. Nel video, filmato nel 2007, mio padre spiega le foto da cui sono stati tratti gli acquerelli. La piccola icona qui accanto, con la scritta prestampata in verde, dà il titolo alla mostra: è un particolare del suo libretto di lavoro del 1959. Al suo nome in italiano venne aggiunta la versione francesizzata. La cartolina d’epoca, invece, mostra una delle opere che furono realizzate dalla ditta presso la quale mio padre lavorava come operaio. Kaidan Gibellina 2007 Kaidan Gibellina 5 tele di cm 120 x 180 ciascuna, realizzate a tempera e olio. In Atelier07, Fondazione Orestiadi, Gibellina (TP) A cura di A: Bonito Oliva (2007). Le protagoniste di questa serie di lavori sono armate. Possono essere al volante, nude e ferite, tenere l’avversario a un braccio di distanza, evocare storie di fantasmi. Le immagini di partenza sono tratte da frame di film, di cui esiste una collezione reperibile on line in siti specializzati. Il feticismo legato all'icona della donna armata gode di molti ammiratori, e su questo fenomeno in particolare che si è concentrata la mia curiosità. Il trattamento pittorico è ispirato ai video a bassa risoluzione. Con tecniche tradizionali (olio, acrilico e tempera) imito gli errori di visualizzazione, decostruendo e ricomponendo sulla tela nuove immagini. Eliminando gli elementi estetizzanti, altero la bellezza delle attrici, trasformandole in soggetti anonimi, privi di elementi rassicuranti e del fascino cinematografico. Concentro così il mio lavoro sul cromatismo, sulla trasparenza e liquidità del tessuto pittorico. Il principale piacere sta nel decomporre immagini legate ad un’aggressività codificata e ‘feticista’, smascherandola e rendendola innocua attraverso passaggi di colore delicati, a velature sovrapposte. Il risultato che cerco di raggiungere è quello di un solvente ‘elettronico’ applicato alla pellicola cinematografica. Universal Soldier Collezione Fondazione Orestadi, Gibellina (TP) Kaidan Gibellina Ilsa, Harem Keeper of the Oil Sheiks Collezione privata Kaidan Gibellina 2 Days In The Valley Collezione privata Kaidan Gibellina Merci Kaidan Gibellina Play nice Kaidan 2007 Kaidan , 3 dipinti su tela, ciascuno di cm 186x260 Realizzati a tempera, acrilico e olio. Kaidan è una parola giapponese che significa ‘storie di fantasmi’. Questi racconti tradizionali hanno quasi sempre per protagonista una donna che muore ingiustamente, e che ritorna sulla terra, sotto forma di fantasma, per vendicarsi del torto subito. Ho giocato con questo archetipo letterario, cercandone una variante in una diversa ‘tradizione’, quella cinematografica. Ho recuperato fotogrammi di film in cui compaiono donne ferite e armate. Le ho immaginate come una possibile traduzione, in termini visivi e contemporanei, delle protagoniste delle storie giapponesi. Turbulence Kaidan The Job Kaidan The Sopranos Lunatiche (Erotica Eretica Eroica) 2009 a cura di Antonello Tolve Salerno, Chiesa dell’Addolorata Opere di Lucia Lamberti, MaraM, Rosy Rox Inserendosi in un bene immobile vincolato, ossia in uno spazio pubblico che fa parte del grande patrimonio culturale disseminato nelle nostre città, la mostra (e l’opera) d’arte contemporanea si presenta come formula di rilettura, recupero,manutenzione e conservazione del bene culturale. Lesione creativa al principio di realtà, l’opera d’arte rappresenta un farmaco che porta lo sguardo del singolo e della specie ad una nuova visione del mondo mostrando e crepando (dall’interno) le strutture di potere che si annidano tra gli spazi socio-economici del quotidiano. (Antonello Tolve) Un altro nastro per Krapp (2009) a cura di Martina Cavallarin Roma, Galleria Interno 22 Opere di Lucia Lamberti, Gianni Moretti, Maria Elisabetta Novello L’ultimo nastro di Krapp è una pièce di Samuel Beckett considerata uno dei suoi capolavori. In questo atto unico il drammaturgo irlandese riesce a condensare, in una dimensione tragicomica volutamente scarna nei dialoghi e nei gesti, il senso del rapporto tra l’Uomo e il Tempo e tra l’Artista e il fallimento dell’Arte. Krapp ha sempre registrato su delle bobine un diario che puntualmente il giorno del suo compleanno riascolta. Il titolo dell’opera ci porta chiaramente alla conclusione: il vecchio Krapp non avrà il tempo per registrare un altro nastro, la sua unica opera scritta non ha venduto quasi nulla ed i suoi propositi di gloria e successo si rivelano nella loro totale negatività. Ha rinunciato alla vita vera per fallire nell’Arte. Ma questo senso di failure così presente nel teatro beckettiano mi porta per eccesso ad una necessaria dimensione di speranza. I giovani artisti hanno bisogno di fare e di credere, di avere, sempre, un’altra occasione e attraverso questo, con ossessione ed energia, stare in equilibrio sul bilico della soglia. Ecco come nasce il titolo per questa mostra a tre - Lamberti, Moretti, Novello - alla galleria Interno Ventidue di Roma, Un altro nastro per Krapp. (Martina Cavallarin) Girls+Cars+Guns 2006 Girls+Cars+Guns Girls+Cars+Guns 5 dipinti su tela, cm 100x120 ciascuno. Realizzati a tempera, acrilico ed olio. "In quasi tutte le societa' di bande e villaggi solo ai maschi viene insegnato ad usare abilmente le armi e spesso alle donne e' proibito persino di toccarle così come vengono dissuase o precluse dal partecipare a combattimenti in prima linea." Marvin Harris,Cannibali e re, Milano 1984, p.54. Protagoniste delle opere sono donne armate, colte nel momento in cui, assalite dall’istinto di difesa o dalla furia omicida, puntano la pistola contro il nemico. Un nemico ignoto perché è relegato al di là della scena pittorica, facendo sì che l’attenzione si concentri esclusivamente sull’espressione femminile, che si contrae e si deforma fino a diventare mostruosa. Le fonti che Lucia Lamberti utilizza sono film di bassa qualità reperibili in rete, da cui seleziona dei frame, che sono decodificati e alterati dal gesto pittorico. Sfalsando i pixel e rendendo vibranti le forme, l’artista altera la bellezza delle attrici, creando scene dinamiche e inquietanti, in cui l’idea della bellezza femminile è violentata dalla rabbia, dalla follia, dalla paura. (Tiziana Di Caro) Big Bad Mama Collezione privata Girls+Cars+Guns 2 Girls - 1 Gun Collezione privata Girls+Cars+Guns Mexican Collezione privata Girls+Cars+Guns Mi vida loca Girls+Cars+Guns Taxi Girls+Cars+Guns SHE DEVIL, Studio Miscetti, Roma, 2006. Lo Studio Stefania Miscetti presenta tre video e tre dipinti di artiste selezionate da quattro curatrici: Daniela Cascella, Dobrila Denegri, Tiziana Di Caro, Elena Giulia Rossi. Le opere sono presentate come appunti di indagine e riflessione al femminile, analizzando il rapporto tra realta' esterna e mondo interiore attraverso comportamenti e situazioni comunemente inscritte nella 'normalita''. She Devil, nome di un'eroina di Marvel e titolo di film, allude, in modo giocoso, allo spirito diabolico e bizzarro con cui l'esperienza artistica indaga e attraversa il quotidiano. Ognuna delle protagoniste delle opere mette in gioco se stessa attraverso il confronto, a volte violento altre grottesco, con momenti che caratterizzano la vita, mai fornendo una chiave di lettura definitiva, ma piuttosto aprendo ulteriori interrogativi. Opere di Nooshin Farid, Julia Weidner, Lucia Lamberti, Kelly Dobson, Smokers 2005 Smokers 16 acquerelli su carta, cm 30x45 ognuno I Il primo ricordo che ho del fumo è l’odore sulle mani di mio padre. Arrivava a casa dal lavoro, dopo aver guidato l’autobus e aver fumato un pacchetto di sigarette, o forse due, nel traffico. Io ero piccola e mi ricordo la cosa più vicina all’altezza del naso. Cioè le sue mani e il lembo del cappotto. Odiavo quell’odore, mi nauseava. L’altro ricordo del fumo che ho è legato ai giardini sotto casa. I giardinetti, come li chiamavamo. C’erano quelli più grandi che ci mandavano al tabacchino a comprare le sigarette che non esistevano. Le “Marboro Blu”. Partita a caccia. Di fumatori, con il mio apparecchio digitale. Per immortalare questo gesto condiviso, questa ritualità laica diffusa ovunque nel mondo. Mi affascinano le azioni del quotidiano ripetute da milioni di esseri umani. Trovo tutto questo di una forte religiosità intrinseca. La sigaretta la intendo come un bastoncino di incenso acceso per la meditazione. Una propria, personalissima e avvoltolata meditazione. Il fumo si leva a spaventare le paranoie, la tensione, gli irrigidimenti. II La riflessione sul fumare è entrata nella mia immaginazione di forza, sotto i fari incrociati della morale e della salute il fumo è mostrato come qualcosa da evitare, confinare, scacciare. La sigaretta sta guadagnando terreno nel campo dello scandalo e del reprensibile. Tutto ciò è però accompagnato da una facile reperibilità. Esattamente come la pornografia, è facile servirsi, e nei quantitativi desiderati, di sigarette. A patto che il fumare si consumi in un luogo privato. A smoker Smokers Anto smokes Smokers Marica smokes Smokers Nino smokes Apparati critici La scelta di utilizzare la pittura ha portato Lucia Lamberti ad elaborare criticamente il rapporto con la tradizione, ad affinare gli strumenti per ridefinire il presente di questo medium. Nella estetica dell’artista la pratica pittorica diviene luogo dello sconfinamento, della ibridazione tra pittura, fotografia e video, si apre ad una serie di nuove potenzialità, diventa un ipertesto, suggerisce contesti interpretativi molteplici. A volte Lamberti da immagini cinematografiche rubate in rete, la cui sgranatura è esaltata dal gesto pittorico vibratile e da una cromia delicata che dona alla scena di partenza un aspetto evanescente e onirico, stempera l’icasticità di base del gesto e la violenza della scena rappresentata. (Eugenio Viola) Lucia Lamberti adotta un metodo pittorico di forte riconoscibilità estetica. La sua pennellata netta diviene una sorta di seconda pelle che “veste” l’immagine mediatica, come se una sovrapittura sotto controllo si mettesse sopra l’immaginario di natura elettronica. I temi prescelti agiscono con atteggiamento similare, a conferma di un metodo che fonde l’artificio della forma con la natura del contenuto. Donne particolari con aria decisa, pistole in mano e sguardi che hanno coscienza critica e peso storico. Tutto è azione esplicita, bloccata nell’istante catartico, nel climax spasmodico del gesto estremo. Al contempo, l’azione fisica diviene fecondazione pittorica, vera e propria analisi del frammento, occhio mediatico dentro l’occhio multiforme della pittura. ( Gianluca Marziani) La pittura di Lucia Lamberti si muove con disinvoltura tra gli spazi della quotidianità mostrando ed evidenziando le brutture concepite nell’ambito dell'interattività elettronica e dei new media in generale. Facendo propria una analytische Lektion che diventa il presupposto necessario per un nuovo razionalismo (per una nuova analiticità), Lamberti ricalca e ricalcola le smagliature del tessuto visivo contemporaneo, percorrendo criticamente alcune trame patologiche dell’immaginario collettivo per proporre un atteggiamento interpretativo – basilarmente astratto-simbolico – atto a generare riferimenti gnoseologici o a ritrovare un’arteria profanatrice dove l’elemento sacrilego è il presupposto valutativo dell'uomo moderno di fronte al marasma d’immagini e di rumori che si dislocano tra le parabole dell'attualità. (Antonello Tolve) Se la tecnologia ha sviluppato una produzione ed un consumo di immagini poste sotto il segno dell’automazione e dunque dell’indifferenza, l’arte attraverso il recupero della manualità pittorica ha ristabilito il valore della discontinuità e della differenza. La tecnologia promuove un mondo visivo bidimensionale di pura informazione, la pittura restituisce alle immagini spessore e durata. L’uso della materia pittorica e delle sue vischiose sedimentazioni risponde al bisogno dell’artista di ripristinare l’antico sogno dell’arte, quello di una durata e di una persistenza dell’immagine che in termini di pura soggettività significa la rifondazione del problema dell’immortalità. (…) Durata contro obsolescenza, spessore contro superficie, concentrazione dentro la cornice contro lo sconfinamento, l’arte contro l’estetica. Ripristinare la cornice significa rifondazione dell’intensità dell’arte, possibilità di armare l’immagine di un potere di seduzione capace di catturare lo sguardo per portarlo verso l’abbandono e il piacere. Un piacere che si consuma dentro il campo di intensità dell’opera, dentro la rete ammaliante della visione pittorica che si ammanta di molti travestimenti, che utilizza la citazione di molti riferimenti ma tutti riscritti in uno stile che non manca di dichiarare il piacere dell’artista per la capacità di rendere concreti i propri fantasmi ed astratte le evocazioni culturali. (Achille Bonito Oliva) Donald Judd diceva «l’arte è una cosa che si guarda». Lucia Lamberti dipinge partendo da frames di scene televisive che blocca, fotografa e riporta con il pennello sulla tela. Il suo lavoro va oltre al soggetto cercato, alla scena riprodotta, va oltre lo choc di immagini truculente, della violenza delle fiction televisive, delle donne con la pistola e del sangue sprecato. Il suo lavoro va al di là di ciò che appare. La sua pittura, attraverso lo sguardo strabico della mano e del pennello, eleva l’immaginario e sbriciolando, frammentando e ricomponendo, si avvale del fascino dell’indagine antropologica, contravviene alla tradizione dell’attrazione, sovverte le categorie. Allora la resa finale porta in sé ciò che non appare, i suoi quadri amplificando i fenomeni sottolineano l’indefinito e decifrano l’indecifrabile. (Martina Cavallarin) Curriculum Press Lucia Lamberti, 1973, Salerno, lives and works in Salerno and Bologna, Italy. Education 1993 Diploma Liceo Artistico “A. Sabatini”, Salerno 1997 Laurea in Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Salerno Awards and Residencies 2012 Premio Combat selected work, Premio Opera third place. 2011 Artist Residency at Leipzig International Art programme (Leipzig) 2010 Premio Celeste 2010 selected work; Premio Lissone selected work 2009 Premio Terna 02 selected work 2008 Premio Terna 01 selected work 2007 Artist Residency at Fondazione Orestiadi, invited by A. Bonito Oliva, Gibellina (TP) 2005 Premio Celeste 2005 selected work Artworks in permanent collections TERNA, Roma, - Lentos Museum, Linz – AT - Certosa Di San Lorenzo, Padula, (SA) - Fondazione Orestiadi, Gibellina (Tp). Solo shows 2012 - Königsberg, Salve Gallery, Leipzig (D), curated by I. Keerl. - Lectio facilior, SpazioBlue, Bologna, curated by S. Gavioli. - Königsberg preview, Farnespazio, Bologna 2011 -SLOW SPEED!, Galleria delle Cornici, Venezia, curated by M. Cavallarin. 2009 - Prénom Vincent-Vincenzo, Consolato d’Italia, Bruxelles -B, curated by A. Tolve. 2006 - Stanze per racconti, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Stio (SA); curated by S. Vecchio. 2005 - Smokers, Picagallery, Napoli; curated by G de Martino. Group Shows 2011 - Le cose hanno il potere che tu gli dai, Arsenale Novissimo, Venice, curated by M. Cavallarin. - Summer show, Leipzig International Art Programme, Leipzig. - l’aur’amara, CRAB, Milano, curated by P. Finelli. - POST/PRINTING, Archivio dell’Architettura Contemporanea, Salerno, curated by A. Tolve - La reale giovinezza e l’irreale maturità, Confindustria Salerno, curated By A. Tolve 2010 - Expectations, Collegium Hungaricum, Berlin, curated by M. Slome. - IN BIANCO, Salerno, curated by M. Alfano & Galleria Studio Legale. 2009 - Azione & Fecondazione, Artsinergy, Roma, curated by G. Marziani. - Die Heiterkeit der Kunst, Studio für Bewegung & Kunst, Linz -AT, curated by C. Annoni. - Lunatiche. Erotica, Eretica, Eroica, Complesso Monumentale di S. Sofia, Salerno, curated by A. Tolve. - SHE DEVIL on Tour, National Museum of Contemporary Art (MNAC), Bucharest -RO, curated by Studio Miscetti. - Un altro nastro per Krapp, Galleria Interno Ventidue, Roma, curated by M. Cavallarin. 2008 - Fresco Bosco, Certosa di San Lorenzo, Padula (SA), curated by A. Bonito Oliva. -Finis Terrae, Castello dell’Abate, Castellabate (SA), curated by A. Tolve. 2007 - Atelier 07, Fondazione Orestiadi, Gibellina (Tp), curated by A. Bonito Oliva. 2006 - SHE DEVIL, Studio Stefania Miscetti; Roma, invited by Tiziana Di Caro. 2005 - L’esercizio della memoria, Basiliche Paleocristiane, Cimitile (NA); curated by E. Zorn. Catalogues Achille Bonito Oliva, Fresco Bosco, Milano 2010, 303 pages. Manon Slome, Julian Navarro, Expectations Berlin-New York, Treviso 2010, 64 pages PREMIO LISSONE, Lissone 2010, 128 pages PREMIO CELESTE 2010, Treviso 2010, 160 pages Antonello Tolve, LUNATICHE, EROTICA ERETICA EROICA, Gragnano (Na) 2009, 48 pages Achille Bonito Oliva, ATELIER 07,Gibellina (TP) 2007, 36 pages. Antonello Tolve, Lucia Lamberti, Prénom Vincent-Vincenzo, Salerno 2009, 18 pages Antonello Tolve, natural_mente, Italia 2009, 18 pages PREMIO TERNA 02, Cinisello Balsamo (MI) 2009, 392 pages PREMIO TERNA 01, Cinisello Balsamo (MI) 2008, 338 pages Press Flash Art, ottobre-novembre 2008, p.143. Segno, ottobre-novembre 2008, p.42. IL Den, il mensile del Denaro, ottobre 2008, p.89. Il Venerdí di Repubblica, 26 settembre 2008, p.120. IL MATTINO, 4 settembre 2008, p. 22. La Repubblica, 30 agosto 2008, p. XIII (Napoli) Corriere del Mezzogiorno, 3 agosto 2008, p.19. Segno, luglio-settembre 2008, p.12. Corriere del Mezzogiorno, 11 gennaio 2008, p. 9. La Repubblica, 7 ottobre 2007, p. XV (Palermo)