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Bioalimentare Australia

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Bioalimentare Australia
BIOALIMENTARE
PROMOZIONE DEL BIOALIMENTARE ITALIANO
IN AUSTRALIA E GIAPPONE
Nota settoriale Australia
realizzato da
in collaborazione con
INDICE
1. Il Paese Australia: economia e trend nel biologico
2
2. L’industria bio in Australia: enti e regolamentazioni per l’import
4
3. Etichettatura
7
Nome e descrizione dell’alimento
Lista degli ingredienti
Informazioni nutritive nell’etichetta
Indicazione sulla salute
Additivi
Indicazioni su eventuali sostanze nocive
Data di scadenza
Requisiti per la conservazione e preparazione
Paese di origine del prodotto
4. Dazi: come calcolarli
13
5. Prodotti bio e non: quali spazi di crescita?
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6. Fiere ed eventi
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7. Fonti e contatti utili
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1. IL PAESE AUSTRALIA: ECONOMIA E TREND NEL BIOLOGICO
Il paese Australia, secondo l’ultimo rapporto OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico), oltre ad aver mantenuto una crescita media del 3,4% all’anno
nell’intero ultimo secolo, è stato il solo grande paese di stampo occidentale ad aver evitato gli
effetti della crisi economica internazionale. Inoltre, secondo le classifiche World Bank 2013, è
il secondo paese al mondo per facilità per realizzare business e il quarto per accesso al
credito. Una struttura solida e un alto grado di apertura ad investimenti esteri e importazioni
rendono l’Australia un mercato molto attraente nello scenario mondiale attuale.
L’industria dell’agroalimentare è un settore molto attivo e rappresenta la fetta più grande
delle attività manifatturiere che, solo nel 2012, ha prodotto un valore aggiunto di 18 miliardi,
in crescita rispetto all’anno precedente.
Andando più nello specifico, l’industria del biologico in Australia vale AU$1,27 miliardi e si
prevede una crescita annua media del 15%, di gran lunga superiore ai trend globali del 211%. Secondo l’Australian Organic Market Report 2012, uno studio effettuato dall’University
of New England sotto commissione dell’associazione Biological Farmer Australia, l’industria
del biologico è una tra le 5 industrie a più alto tasso di crescita in Australia.
Il report 2012 mostra risultati molto interessanti che aiutano a comprendere l’andamento e
le opportunità che il settore biologico offre al momento.
Come primo dato importante, i prodotti biologici stanno sempre più penetrando nella grande
distribuzione. Tre prodotti biologici su quattro, infatti, sono reperibili nei supermercati.
Il 65% degli Australiani ha comprato prodotti biologici negli anni passati e più di un milione
continua a farlo regolarmente. Le tre principali barriere all’acquisto dei prodotti biologici –
prezzo, reperibilità e fiducia nel vero biologico – sono risultate molto meno vincolanti per i
consumatori nel 2012 di quanto lo erano nel 2010.
Un aspetto importante è il crescente grado di fiducia e di consapevolezza che sta maturando
nel popolo australiano nei confronti dei prodotti biologici certificati.
Per quanto riguarda le tipologie di prodotto biologico maggiormente acquistate, al primo
posto vi sono frutta e verdura (60% dei consumatori ha dichiarato di acquistarne), seguite da
ingredienti da cucina (45%), cibo in scatola (39%), pane (39%), carne rossa (35%) e latticini
(34%).
Il 13% dei consumatori ha inoltre dichiarato di spendere tra il 10% e il 20% della loro spesa
alimentare in prodotti biologici. I motivi principali per cui vengono preferiti prodotti Bio
2
sono: assenza di sostanze chimiche (79%), assenza di additivi (77%), assenza di
ormoni/antibiotici (64%), no-OGM (62%).
Un’ importante conclusione dello studio denota come il popolo australiano abbia raggiunto un
grado di sensibilizzazione tale che il 36% di esso ha dichiarato che si rifiuterebbe di comprare
un prodotto che dichiari falsamente di essere biologico.
3
2. L’INDUSTRIA BIO IN AUSTRALIA: ENTI E REGOLAMENTAZIONI PER L’IMPORT
Vista la crescente diffusione dei prodotti biologici e il significativo aumento di commercio
internazionale di questi prodotti, è stato necessario per lo stato Australiano regolamentare il
settore per garantire standard qualitativi sicuri.
Il Food Standards Australia and New Zealand è l’organo governativo responsabile dello
sviluppo dell’Australian & New Zealand Food Standards Code, ovvero l’insieme delle
caratteristiche che i prodotti alimentari devono rispettare per essere commercializzati in
Australia. L’Organo si occupa di definire se determinati alimenti costituiscano dei rischi
sanitari e pertanto emana delle linee guida che ogni stato deve seguire nella valutazione dei
rischi degli alimenti prodotti in Australia o importati.
Secondo la legislazione Australiana, per ricevere la certificazione biologica, gli alimenti
devono essere prodotti:
-
utilizzando risorse rinnovabili;
-
utilizzando conservazione dell’energia, suolo e acqua;
-
rispettando standard di benessere del bestiame;
-
garantendo un livello di arricchimento e conservazione ambientale.
Il controllo dei prodotti dell’industria agroalimentare viene effettuato e implementato da
diversi organi che collaborano tra di loro. Il Food Standards infatti è affiancato dal DAFF
(Dipartimento dell’agricoltura, caccia e pesca), Australian Customs and Border Protection
Service (servizi doganali) e dall’Australian Quarantine.
Se il Food Standards si occupa del controllo sull’agroalimentare in maniera teorica, il DAFF si
occupa praticamente delle ispezioni degli alimenti. Il controllo sui prodotti in entrata nello
stato Australiano viene fatto basandosi sia sull’ Imported Food Control Act (testo legislativo
del 1992) sia sullo Schema per l’Ispezione dei Cibi Importati prodotto dal DAFF. Al fine di
garantire livelli di sicurezza conformi alle leggi, il DAFF collabora strettamente con gli uffici
doganali nello screening dei prodotti che attraversano la frontiera.
Come importare
L’import di alcuni prodotti è per legge soggetto a determinate condizioni di quarantena.
Queste condizioni sono pubblicate nell’Import Conditions Database (ICON) presente sul sito
del DAFF. La politica della quarantena Australiana si basa sulla determinazione del rischio e
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sul controllo del possibile ingresso di parassiti o malattie esotiche. Il DAFF, quindi, ha
associato ad alcuni prodotti un rischio non ammissibile e ha vietato il loro ingresso in
Australia. Altri prodotti invece possono entrare se accompagnati da un Permesso di
Importazione.
Gli importatori dovrebbero quindi consultare l’ICON inserendo la tipologia di prodotto, il
paese di provenienza e l’uso di destinazione. Se il permesso non è necessario, all’importatore
spetta solamente assicurarsi di aver rispettato tutte le altre condizioni legate al prodotto.
Se, al contrario, ICON manifesta la necessità di un permesso di Importazione, gli importatori
sono tenuti a compilare l’application presso il Biological Imports Program, l’ente che si occupa
di analizzare il grado di rischio di un prodotto e assicurarsi che esso sia ad un livello
ammissibile. In caso di esito positivo, il BIP è in grado di emettere il permesso nell’arco di 20
giorni dalla richiesta a patto che tutta la documentazione necessaria sia ricevuta al momento
dell’application.
Il permesso di importazione del BIP ha una durata di 2 anni. Il costo di questo permesso è di
AU$85,00 di spese amministrative più il costo dell’analisi del prodotto (a partire da AU$
80,00). Si possono richiedere più permessi contemporaneamente. In tal caso le spese
amministrative vengono sostenute una volta sola e vengono calcolate le spese di analisi per
ogni prodotto. Prodotti più complessi, come vaccini o altri prodotti biologici, richiedono
un’analisi più approfondita. Pertanto il costo del permesso di importazione tende a salire.
 E’ importante ricordare che il permesso di importazione deve essere richiesto
dall’importatore, ovvero da colui che compra il prodotto per farlo entrare in Australia,
non dal produttore estero.
Come compilare un application per il permesso di importazione
Molti alimenti biologici sono prodotti complessi che contengono diversi ingredienti. Per
processare la domanda per il permesso di importazione, il dipartimento ha bisogno di sapere
con precisione tutti gli ingredienti utilizzati, la loro provenienza e il loro metodo di
lavorazione. Occorre pertanto includere:
-
una lista completa degli ingredienti (incluse percentuali) di origine o derivazione
animale, microbica o vegetale;
-
la provenienza degli ingredienti animali, microbici o vegetali incluso la specie e il paese
d’origine o la parte dell’animale o della pianta da cui l’ingrediente e’ stato ottenuto;
5
-
Dettagli del processo di manifattura inclusi i trattamenti termici (indicando tempo e
temperatura), chimici e ogni test microbiologico effettuato. Se possibile inserire un
diagramma a flusso del processo.
 Nei casi in cui queste informazioni siano considerate segreto industriale, esse possono
essere mandate dal produttore estero direttamente al dipartimento, non includendo
quindi l’importatore nel flusso di informazioni.
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3. ETICHETTATURA
Un altro elemento estremamente importante da tenere in considerazione è l’etichettatura dei
prodotti. Essa, infatti, serve ad informare il consumatore finale riguardo gli ingredienti e le
sostanze che sono contenute nell’alimento, ovvero fornire le informazioni basilari riguardo a
cosa contiene l’alimento e come è stato prodotto.
In particolare l’etichettatura deve contenere:
tipologia di sostanze e quantità contenuta nel prodotto;
avvertire su eventuale presenza di tipologia di allergene;
data di scadenza;
se necessario, informare come conservare, preparare e/o cucinare il prodotto;
lista degli ingredienti;
indicazione del luogo di preparazione e della ditta che ha distribuito l’alimento.
Quali informazioni devono essere incluse nelle etichette
In Australia, tutte le etichette devono essere conformi all’Australia New Zealand Food
Standards Code, per questo motivo è necessario che l’etichetta contenga:
1. nome e descrizione dell’alimento;
2. numero identificativo del lotto del prodotto;
3. nome e indirizzo australiano del fornitore del prodotto;
4. lista degli ingredienti;
5. marchio;
6. informazioni nutritive;
7. Paese di origine del prodotto;
8. indicazioni su eventuali sostanze nocive.
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Nome e descrizione dell’alimento
Tutte le etichette alimentari devono dare un nome al prodotto così come previsto nel Food
standard Code o dare un nome/descrizione che indichi la vera natura dell’alimento. Secondo il
Fair Trading e Food laws, questi nomi devono rispecchiare la realtà e non disinformare o
ingannare il consumatore finale.
Lista degli ingredienti
Gli ingredienti sono sempre elencati dal più grande al più piccolo secondo il loro peso (inclusi
gli alimenti senza aggiunta di acqua) al momento in cui sono stati inclusi nel prodotto.
Dove sono presenti piccole quantità di componenti miste (sotto il 5%) l’etichetta può elencare
solo l’ingrediente composito piuttosto che inserire la lista di tutti gli ingredienti contenuti
nello stesso prodotto.
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esempio:
Informazioni nutritive nell’etichetta
Le informazioni nutritive aiutano a controllare ciò che può essere ingerito e permette di
scegliere tra diversi prodotti l’alimento più idoneo alla propria dieta. Il riquadro delle
informazioni nutrizionali, in particolare, aiuta a comparare i principi nutritivi e le quantità di
esso contenute nell’alimento.
esempio:
Indicazione sulla salute
Per indicazioni sulla salute si intendono dichiarazioni che affermano la connessione tra
l’alimentazione di un certo prodotto e la riduzione del rischio di contrarre una malattia o di un
disturbo, esempio “mangiare yogurt a basso contenuto calorico riduce il rischio di
osteoporosi”. Questa tipologia di affermazioni è illegale in Australia.
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L’unica eccezione riguarda il cibo contenente acido folico, i cui produttori possono dichiarare
che ingerire acido folico appena prima del concepimento e durante la gravidanza aiuta a
ridurre il rischio di spina bifida per il bambino.
Additivi
Tutti gli additivi usati devono essere approvati dal FSANZ (Food Standards Australia New
Zealand) dopo rigorosi controlli. Devono, inoltre, essere usati nella quantità minima possibile
necessaria a garantire l’effetto desiderato. Gli additivi vengono elencati a seconda del loro
nome funzionale, del numero o del nome chimico.
Indicazioni su eventuali sostanze nocive
Se un alimento contiene come ingrediente o componente uno degli allergeni più comuni
(come crostacei, uova, pesce, latte, arachidi, soia, frutta a guscio, semi di sesamo), ciò deve
essere dichiarato nell’etichetta, di solito nella lista degli ingredienti, non importa se è
contenuto in quantità minima. A volte il cibo può contenere inavvertitamente questa tipologia
di sostanza. In questo caso, il produttore può includere un avviso come “questo prodotto può
contenere tracce di noci”.
Avvisi specifici devono essere inclusi nell’etichetta per i seguenti ingredienti:
Aspartame - 'contiene fenilalanina'
Aggiunta di caffeina nelle bevande a base di cola - 'contiene caffeina'
Guarana - 'contiene caffeina'
Il chinino - 'contiene chinino'
ovoprodotti non pastorizzati - 'prodotto non pastorizzato'
Avvisi quali “contiene latticini”, “contiene arachidi” o “contiene tracce di amido”, vengono
inseriti per proteggere le persone con allergie alimentari, sensibilità o intolleranze che
inconsapevolmente potrebbero esporsi a potenziali rischi per la loro salute.
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Data di scadenza
Le date di scadenza inferiore a due anni devono essere necessariamente indicate
nell’etichetta. Al contrario, alimenti quali fagioli possono non contenere la data di scadenza in
quanto si ha la certezza che abbiano una scadenza superiore ai due anni. Sull’etichetta
possono essere presenti differenti diciture:
Use-by date (usare entro) riguardano i cibi che devono essere consumati entro una
certa data. Oltre questa data, i cibi possono essere pericolosi per l’organismo. Inoltre è
illegale vendere prodotti in un periodo successivo alla data di scadenza.
Best before date (consumare preferibilmente entro) è una dicitura che riguarda invece
gli alimenti che possono essere consumati a seguito di questa data purchè non siano
danneggiati o deteriorati. Questa tipologia di scadenza sta solo ad indicare che il
prodotto può aver perso parte della sua qualità a seguito della data indicata. Il cibo può
essere legalmente venduto a seguito della scadenza di questa data (qualora non siano
danneggiati o deteriorati).
Requisiti per la conservazione e preparazione
I produttori devono necessariamente indicare nell’etichetta se il prodotto richiede specifiche
modalità di conservazione per fare in modo che il prodotto rimanga sano fino alla sua data di
scadenza.
Paese di origine del prodotto
Il paese d’origine descrive il paese o i paesi in cui l’alimento è stato prodotto o confezionato.
Ogni alimento deve identificare se è stato importato o se è stato prodotto localmente o un
misto dei due.
Le diciture 'Prodotto di Australia' e 'Prodotto in Australia' significano che tutti gli ingredienti
utilizzati nella produzione sono di origine australiana.
Invece la dicitura “Fabbricato in Australia” può essere utilizzata solo se il cibo ha attraversato
la maggior parte del processo di produzione in Australia.
In particolare è necessario che almeno il 50% del costo di produzione sia stato sostenuto in
Australia.
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E’ importante ricordare che ogni prodotto importato deve riportare sull’etichetta il nome e i
contatti del produttore e il nome e i contatti dell’importatore al fine di poter garantire la totale
tracciabilità dello stesso.
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4. DAZI: COME CALCOLARLI
Prima di importare dei beni in Australia occorre informarsi sull’esistenza di eventuali dazi o
tariffe di importazione sui prodotti di interesse.
Una prima distinzione viene fatta sul valore della spedizione.
1) Se essa è inferiore ad AU$1.000,00 non viene applicata alcun duty o GST (Tassa sui
prodotti e servizi). L’unica cosa che occorre fare è compilare una Self Assessed
Clearence, ovvero una dichiarazione individuale sui prodotti in ingresso.
2) Se la spedizione invece è superiore ad AU$1.000,00, i costi da sostenere sono legati a:
-
una import declaration, che va compilata e presentata da un agente doganale;
-
duty sul prodotto calcolato sul tipo di prodotto e sul prezzo dello stesso. E’
calcolato come una percentuale e va aggiunto al prezzo a cui il prodotto viene
venduto all’importatore australiano, cioè al custom value;
-
GST: Il GST è una tassa sui prodotti e servizi che viene applicata sul prezzo finale
(incluso quindi di Duty, trasporto e assicurazione). Il GST è una tassa molto
simile all’IVA e ammonta al 10%.
Sui prodotti biologici non sembrano esserci duty particolari. E’ bene, però, consultare un
agente doganale per avere informazioni dettagliate sui casi specifici e per ricevere assistenza
nella spedizione.
 E’ importante considerare che vi sono delle legislazioni e delle tasse particolari per
alcool e tabacco. Vi è, infatti, una tassa sul vino, la Wine Equalisation Tax corrispondente
al 29%. Essa va calcolata dopo aver considerato il duty e le spese di trasporto e
assicurazione.
Esempio: [(Costo + Duty + Trasporto + Assicurazione) x WET 29% ]x GST] = costo
totale.
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5. PRODOTTI BIO E NON: QUALI SPAZI DI CRESCITA?
Tendenze alimentari dei consumatori: gli australiani hanno consacrato oltre 65 miliardi di
dollari australiani alla loro alimentazione. La spesa maggiore si è avuta nel settore delle carni,
dei legumi e della frutta. Le vendite di pesce e dei prodotti marittimi sono aumentate e il loro
consumo, continua a crescere malgrado sia ancora la più bassa rispetto ai paesi occidentali.
I principali prodotti made in Italy che vengono importati sono: l’aceto balsamico, il prosciutto
crudo di Parma, le salse al pomodoro, le olive, la pasta artigianale.
Altri prodotti che potrebbero essere implementati (oltre a quelli sopra citati) sono:
biscotti;
sostituti del pane: taralli – grissini;
prodotti sott’olio;
prodotti sott’aceto;
formaggi particolari;
sughi pronti e creme spalmabili;
cereali (farro,riso ...)
prodotti integrali in genere
piatti pronti surgelati.
E’ inoltre interessante ricordare che un particolare rilievo ha assunto negli anni il settore dei
prodotti senza glutine, come ad esempio la pasta o i biscotti gluteen free.
Quanto a quegli alimenti che mancano sul mercato e che potrebbero essere presenti, è difficile
stilare una lista di veri e propri prodotti che non siano reperibili. Infatti in Australia arriva la
stragrande varietà di prodotti Italiani. L’assenza maggiore, si riscontra per gli altri salumi
italiani (prosciutti cotti, salsicce, salami, cotechini...). Purtroppo, le severe regole
dell’importazione Australiana sbarrano la strada a questi prodotti che, se fossero sul mercato,
avrebbero una crescita notevole tra i consumatori australiani.
Il mercato dei prodotti biologici e naturali è sempre più in crescita. L’Australia pur essendo un
grosso produttore di prodotti biologici non trasformati, non ha la capacità di rispondere alla
crescente domanda del segmento della trasformazione di questo alimento. Il mercato offre
quindi buone prospettive per gli esportatori di ingredienti biologici naturali che possano
garantire prodotti di qualità attraverso una produzione migliore.
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Da privilegiarsi i prodotti biologici quali: farina, pasta, ed eventuali formaggi particolari
nonche’ vini.
Per il mercato riveste una certa importanza l’investimento in brand e comunicazione.
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6. FIERE ED EVENTI
La fiera SUSTAIN (fino al 2012 Organic Expo & Green Show) è l’unico evento in Oceania
dedicato alla promozione del biologico certificato, commercio sostenibile, prodotti naturali e
organici. Si svolge una volta l’anno, verso settembre/ottobre a Sydney o a Melbourne e dura
tre giorni, un giorno è dedicato solamente agli operatori del settore, negli altri due, invece, la
fiera è aperta anche al pubblico. Le date della prossima edizione saranno disponibili sul sito
agli inizi del 2014.
Sustain è aperta ad espositori da tutto il mondo e ogni edizione raccoglie circa 7.500 visitatori.
Per facilitare la sensibilizzazione e la promozione di prodotti di questo settore, la fiera ha
organizzato un sistema di etichettatura diviso in 6 categorie:
1. Organico certificato (arancione)
2. Commercio ecosostenibile (blu)
3. Ecologico (verde)
4. Privo di allergeni (giallo)
5. Etico (rosso)
6. Sano (viola)
Nella lista degli espositori si possono trovare tutte le informazioni riguardo la collocazione di
questi prodotti all’interno del centro espositivo così un visitatore può facilmente dirigersi
verso la propria area di interesse. Durante la fiera lo staff di Sustain controlla gli stand e si
assicura che le etichettature siano appropriate e rispettino i criteri di selezione. I prodotti
etichettati non correttamente vengono rimossi rimborsando gli espositori.
Un altro evento di interesse è la fiera dell’agroalimentare Fine Food Australia. Organizzata una
volta l’anno alterna le città di Sydney e Melbourne, e ogni due anni il Western Australia e
Queensland. La prossima edizione sarà a Melbourne dal 15 al 18 settembre 2014.
Fine Food Australia raccoglie piu’ di 1.000 espositori da tutto il mondo. All’interno della fiera
sono organizzati ogni giorno diversi eventi come conferenze, lezioni di cucina, competizioni e
dimostrazioni. Fine Food Australia è un evento aperto solo agli operatori del settore e ospita
quindi ristoratori, importatori, produttori, aziende di catering e tutti gli operatori del settore
ospitalità.
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FONTI E CONTATTI UTILI

Doing business 2013 – Australia. World Bank Report;

Statistiche del commercio estero,
Banca
dati
Istat Coeweb
Marzo 2012;
www.coeweb.istat.it

Australian Industry 2012 Database, ABS;
http://www.abs.gov.au/

Australian Customs and Border Protection Service
http://www.customs.gov.au/

Importing
biological
food
and
stuff,
DAFF;
http://www.daff.gov.au/biosecurity/import/biological/products-foodstuffs

Import permit for biological products, DAFF;
http://www.daff.gov.au/biosecurity/import/biological/products-foodstuffs/permit

Checklist for Importing Biological Material, DAFF;
http://www.daff.gov.au/biosecurity/import/biological/checklist

Food Labels, NSW Food Authority.
http://www.foodauthority.nsw.gov.au/consumers/food-labels/#.Uq-WQeKsiSp

Sustain trade show website
http://public.organicexpo.com.au/

Fine Food Australia Website
http://www.finefoodaustralia.com.au/
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