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Allegato Perizia -Libro Valutazione - Elenco eventi
RELAZIONE EX ART. 2343 CODICE CIVILE VALUTAZIONE DI UN RAMO D’AZIENDA DELLA C S.p.A. RELATIVO AD UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI CEMENTO SITO IN LOCALITA’ CONT (RI) DA CONFERIRE ALLA S S.p.A. 1 2 Indice 1. Conferimento e oggetto dell’incarico. Documentazione esaminata 1.1. Conferimento e oggetto dell’incarico 1.2. Documentazione esaminata 2. Presentazione e breve storia del gruppo C e del ramo d’azienda “CONT” oggetto di conferimento 2.1. Presentazione e breve storia del Gruppo C 2.2. La Società C S.p.A. e il ramo d’azienda “CONT” 3. Breve analisi del mercato di riferimento 3.1. Quadro di sintesi sulla situazione economica nazionale 3.2. Linee di tendenza della domanda nel settore delle costruzioni 3.3 Produzione e consumi di cemento in Italia 3.4. Struttura del settore dal lato dell’offerta 4. Descrizione del ramo d’azienda “CONT” oggetto di conferimento 4.1. Individuazione delle attività e passività da conferire 4.2. Dettagliata descrizione delle attività e passività da conferire 5. Brevi note in ordine alla valutazione d’azienda e di rami d’azienda ed alle relative metodologie 5.1. Il concetto di capitale economico [Omissis] 5.2. Le metodologie di stima del capitale economico [Omissis] 6. Scelta della metodologia valutativa 6.1. Scelta della metodologia valutativa 7. La valutazione del ramo d’azienda “CONT” 7.1. Considerazioni introduttive 7.2. Determinazione del patrimonio netto rettificato 3 7.3. 7.4. 7.5. 7.6. Determinazione del reddito medio normale atteso Determinazione del tasso di capitalizzazione Applicazione del metodo reddituale puro Determinazione del valore economico del ramo d’azienda “CONT” 8. Conclusioni sulla valutazione del ramo 8.1. Conclusioni sulla valutazione del ramo Allegati - 4 Perizia giurata sul valore dei beni dello stabilimento di CONT redatta dall’Ing. Raffaele Rossi in data 6 dicembre 2011 corredata di note introduttive [Omissis] - Dichiarazione sostitutiva di atto notorio dell’Amministratore Delegato della C S.p.A. con documentazione solidalmente allegata [Omissis] 1. Conferimento e oggetto dell’incarico. Documentazione esaminata 1.1. Conferimento e oggetto dell’incarico In data ………………….. l’Illustrissimo Presidente del Tribunale Ordinario di Milano ha designato, con atto Rg. 446/2001 e su istanza presentata in data ……………… dalla Società S S.p.A., Cod. Fisc. 01234567890, nella persona del suo Legale Rappresentante Ing., il sottoscritto Prof. Dott. Dottore Commercialista in, n. ….., con studio in ……………, Cod. Fisc…………, per la redazione di una relazione ex art. 2343 Codice Civile riguardante la valutazione di un ramo d’azienda della C S.p.A., relativo all’impianto di produzione di cemento sito in località CONT (RI), da conferire alla S S.p.A. da parte della Società C S.p.A.. La descrizione dei beni oggetto del conferimento, il valore a ciascuno di essi attribuito ed i criteri di valutazione adottati sono esposti nella presente relazione. 1.2. Documentazione esaminata Il sottoscritto ha adempiuto all’incarico affidatogli procedendo ad una serie di indagini e stime e basandosi sull’esame di una lunga serie di documenti forniti dalla C S.p.A.. In particolare lo scrivente ha esaminato la seguente documentazione, parte della quale sottoscritta dall’Amministratore Delegato della C S.p.A. con dichiarazione sostitutiva di atto notorio: 1) bilanci di esercizio e bilanci consolidati C S.p.A. relativi al 2007, al 2008, al 2009, al 2010; 2) descrizione catastale dello stabilimento di CONT redatta in data 28 ottobre 2011; 3) descrizione degli impianti dello stabilimento di CONT; 5 4) perizia giurata di stima delle immobilizzazioni materiali facenti capo allo stabilimento di CONT redatta in data 6 dicembre 2011 dall’Ing. Raffaele Rossi; 5) elenco sintetico degli elementi attivi e passivi del patrimonio della C S.p.A. costituenti il ramo d’azienda denominato “CONT” al 31 dicembre 2011; 6) elenco sintetico delle risorse umane impiegate nello stabilimento di CONT al 7 dicembre 2011, con indicazione delle relative retribuzioni lorde medie annue, fornito dall’Area Risorse Umane della C S,p.A.; 7) relazioni presentate all’Assemblea annuale delle associate dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010; 8) studio condotto dalla EUROCONSTRUCT nel giugno del 2011 sulla situazione del settore italiano delle costruzioni; 9) note introduttive alla perizia giurata sul valore dei beni dello stabilimento di CONT redatta in data 6 dicembre 2011 dall’Ing. Raffaele Rossi, recanti data 13 gennaio 2012; 10) valutazione delle riserve della miniera dello stabilimento di CONT effettuata nell’ambito della proprietà societaria dall’Ing. Roberto Valenza in data 23 maggio 2010 e relativa Appendice – Allegato “A” recante data 15 giugno 2010; 11) dettaglio sui debiti verso fornitori del ramo al 31 dicembre 2001; 12) dettaglio affitti palazzine sociali del ramo al 31 dicembre 2001; 13) conto economico ramo d’azienda CONT 1997-2001; 14) dettaglio Fondo TFR ramo d’azienda CONT al 31 dicembre 2001; 15) dettaglio giacenze di magazzino ramo d’azienda CONT al 31 dicembre 2001; 16) dettaglio voce C17 del conto economico della C S.p.A. al 31 dicembre 2001; 17) copia contratto fra la C S.p.A. e la S S.p.A. del 5 gennaio 2001; 18) copia contratto fra la C S.p.A. e la S S.p.A. del 5 dicembre 2001; Il perito ha inoltre avuto contatti con il Legale Rappresentante e con i dirigenti della C S.p.A. ai quali ha richiesto ulteriori informazioni sulla situazione della Società ed ogni altro chiarimento resosi necessario per integrare le notizie tratte dalla sopraelencata documentazione. Il perito ha infine effettuato un sopralluogo presso lo stabilimento di CONT. Prima di passare alla diretta applicazione della metodologia valutativa si è ritenuto opportuno schematizzare rapidamente le principali vicende societarie ed economico-aziendali della C S.p.A. fin dalla sua costituzione, 6 inserite nel contesto ambientale di riferimento e in particolare nel relativo mercato nel quale opera, per fare meglio comprendere il significato della presente relazione di stima. Come emergerà chiaramente in seguito, la presente relazione è inoltre il frutto di una preventiva analisi dei principali possibili metodi di valutazione del capitale economico elaborati dalla Dottrina economico-aziendale e dalla prassi. Si è ritenuto infatti opportuno procedere ad una analisi, sia pur sintetica, dei punti di forza e di debolezza dei principali metodi di valutazione anche e soprattutto in rapporto allo specifico complesso di beni oggetto della presente attività peritale, per poi passare alla stima del ramo d’azienda oggetto del conferimento in base al metodo ritenuto più appropriato. E’ opportuno rilevare da subito che il ramo d’azienda in questione, da un lato, presenta una elevata consistenza patrimoniale, dall’altro, una significativa redditività, componenti che devono essere variamente considerate nella valutazione e che devono entrambe necessariamente incidere sul valore da determinare mediante le modalità che espliciteremo. 7 2. Presentazione e breve storia del gruppo C e del ramo d’azienda “CONT” oggetto di conferimento 2.1. Presentazione e breve storia del Gruppo C La C S.p.A. è la capogruppo di un insieme di società che opera da circa 80 anni nel settore della produzione e commercializzazione di cemento. La C viene costituita nel 1920 con la denominazione di “Società Cementi Italia” attraverso l’accorpamento in un unico soggetto economico di diverse società già impegnate nella produzione di cemento. Attraverso una progressiva attività di espansione della propria attività il gruppo passa dai poco meno di 250 dipendenti occupati nel 1935 agli oltre 1.100 della metà degli anni Sessanta, raggiungendo e superando nel 1975, con 8 unità produttive, 1.600.000 tonnellate annue di prodotto. Nel corso degli ultimi venticinque anni il gruppo C si è orientato verso la progressiva razionalizzazione della propria presenza sul mercato puntando soprattutto sul conseguimento di economie di scala, mediante l’impiego di pochi grandi impianti di notevole capacità produttiva e tecnologicamente avanzati. Tale attività di consolidamento ha portato oggi il gruppo C, con circa 450 dipendenti direttamente occupati, 4 stabilimenti dedicati alla produzione di cemento e 19 centrali di produzione di calcestruzzo, a rappresentare uno dei principali operatori del settore, con una quota pari a circa il 4% del mercato nazionale1. 2.2. La Società C S.p.A. e il ramo d’azienda “CONT” All’interno del gruppo, la Società C S.p.A. svolge la propria attività produttiva attraverso i tre stabilimenti di Siena, CONT (RI) e Genova. 1 Dati forniti dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) nella Relazione all’Assemblea annuale delle associate, Roma, 11 luglio 2001. 8 L’ubicazione degli stabilimenti, in prossimità delle principali reti stradali ed autostradali del Paese, consente loro di servire agevolmente il mercato di riferimento, oggi principalmente rappresentato dalle Regioni dell’Italia centrale e settentrionale. Lo stabilimento di CONT oggetto del conferimento, in particolare, situato a circa 10 Km da Rieti nell’entroterra laziale, è stato realizzato all’inizio degli anni Sessanta ed è entrato in funzione nel 1970. La sua attuale configurazione lo fa attestare su una produzione annua di oltre 500.000 tonnellate di cemento impiegando n. 91 dipendenti così suddivisi2: - 1 dirigente; - 26 impiegati; - 3 intermedi; - 61 operai. 2 Cfr. Documento 6. 9 3. Breve analisi del mercato di riferimento3 3.1. Quadro di sintesi sulla situazione economica nazionale La crescita che ha caratterizzato il sistema economico europeo nel corso dell’anno 2000, come diretta conseguenza della progressiva espansione di quello mondiale e dell’incremento di competitività del quale il sistema Europa ha beneficiato anche per effetto del deprezzamento subito dalla moneta unica in tale periodo, ha coinvolto anche e soprattutto l’economia italiana che, in particolare, ha fatto registrare un tasso medio di crescita del 2,9%, con un incremento rispetto al 1999 di almeno 1,3 punti percentuali e quindi con un risultato che, assieme a quello conseguito nel 1995, costituisce il più significativo dell’ultimo decennio. Nonostante l’economia italiana risulti in ritardo rispetto a quella dei principali partners europei nel recupero di adeguati ritmi di espansione, il tasso di crescita differenziale rispetto alla restante area dell’euro si è ridotto nell’anno 2000 allo 0,5% rispetto allo 0,9% registrato nel 1999: il miglioramento si è manifestato soprattutto nel settore dei servizi, cresciuto di circa il 3%, mentre quello dell’industria in senso stretto ha registrato un’espansione di circa il 2,7%. Nel caso specifico del settore delle costruzioni, dopo la crescita di oltre il 5% nel 1999, nel 2000 si è concretizzato un ulteriore incremento fino a circa il 5,6%, dovuto soprattutto alla notevole ripresa del segmento dell’edilizia residenziale attestatosi su circa il 6,2% di incremento (cfr. grafico di pagina seguente). 3 Le informazioni riportate nel presente capitolo fanno riferimento ai dati emergenti dalle Relazioni presentate all’Assemblea annuale delle associate dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) per gli anni 1997, 1998, 1999 e 2000, oltre che a quelli forniti da uno studio condotto dalla EUROCONSTRUCT nel giugno del 2001 sulla situazione del settore italiano delle costruzioni. 10 Fonte: CRESME Ciò ha consentito non solo al settore delle costruzioni di mantenere anche per il 2000 un peso di circa il 15% sull’intero comparto delle attività industriali del Paese, ma più in particolare, al sottosettore dell’industria cementiera di raggiungere un incremento della propria produzione di oltre il 4,5%, chiudendo l’anno 2000 con un saldo commerciale di scambio con l’estero in attivo per oltre 200.000 tonnellate di prodotto venduto. 3.2. Linee di tendenza della domanda nel settore delle costruzioni I dati riportati nel precedente paragrafo consentono di concludere come l’anno 2000 abbia fatto registrare al sistema economico nazionale un risultato decisamente positivo, con una domanda in beni di investimento e un’attività nel settore delle costruzioni in sensibile espansione. Stando infatti ai dati forniti dall’ISTAT, gli investimenti nel settore delle costruzioni sono passati dai 168.734 miliardi di lire del 1999 ai 180.562 miliardi di lire correnti del 2000, facendo quindi registrare un incremento assoluto di 11.828 miliardi, pari a circa il 7%. 11 Dopo una fase di sostanziale stagnazione nel periodo 1994-1997, seguita alla grande crisi del 1993-1994, il settore italiano delle costruzioni sta attualmente attraversando una fase favorevole caratterizzata da un tasso medio annuo di crescita del comparto di oltre il 5% per due anni consecutivi (1999 e 2000). Il trend positivo dovrebbe perdurare, secondo le attuali previsioni, almeno per tutto il triennio 2001-2003, sia pure con un tasso medio atteso di crescita più contenuto, pari a circa il 2%. Questi dati sono schematizzati nel grafico riportato nella pagina seguente. Le motivazioni della tendenza positiva del settore sono molteplici. La prima è certamente rappresentata dal nuovo impulso che l’attività di manutenzione dei fabbricati ad uso abitativo ha ricevuto per effetto dell’introduzione da parte della Legge Finanziaria per il 1998 di specifiche agevolazioni fiscali, quali appunto la detraibilità delle spese sostenute a fronte di interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di manutenzione edilizia nella misura del 41%4 del loro importo complessivo e la previsione di una aliquota IVA agevolata (fissata al 10%). Fonte: CRESME Una seconda motivazione va ricercata in un riacquisito dinamismo da parte del mercato delle nuove abitazioni civili, dovuto alle maggiori possibilità per le famiglie di contrarre mutui fondiari a condizioni interessanti. 4 Aliquota ridotta successivamente al 36% per l’anno 2000. 12 Tutto ciò ha fatto sì che nel loro complesso gli investimenti in abitazioni civili siano cresciuti dai 92.622 miliardi del 1999 ai circa 97.874 miliardi del 2000, ossia con un incremento prossimo al 5,7% in termini nominali (2,5% in termini reali). Infine una terza ma non meno importante causa di ripresa del settore dal lato della domanda è costituita dalla nuova tendenziale crescita, piuttosto sostenuta, degli investimenti per la realizzazione di opere pubbliche ed infrastrutture a fronte di una sostanziale tenuta di quelli effettuati dalle imprese nel comparto dei fabbricati produttivi: nel corso dell’anno 2000, confermando peraltro un trend già in atto dal 1997 senza soluzione di continuità, gli investimenti nel comparto del Genio Civile hanno registrato un incremento di circa il 3% in termini reali5, mentre il comparto dei fabbricati produttivi si è ampliato di circa il 6,5% in quantità, soprattutto sotto la spinta di agevolazioni fiscali introdotte per sollecitare l’acquisto di nuovi beni strumentali finalizzati allo svolgimento dell’attività d’impresa. In generale l’intero segmento dell’edilizia non residenziale (fabbricati produttivi e opere pubbliche) ha registrato nell’anno 2000 un volume di investimenti per circa 82.688 miliardi con una crescita complessiva del 5,1% circa in termini reali. 3.3. Produzione e consumi di cemento in Italia La progressiva ripresa degli investimenti nel settore delle costruzioni ha naturalmente avuto favorevoli ripercussioni sul mercato italiano del cemento, per il quale i risultati conseguiti nell’anno 2000, in termini sia di produzione sia di consumi interni al sistema Paese, si inseriscono in un sostanziale trend positivo avviatosi nella seconda metà degli anni ’90 a seguito della stagnazione che ha caratterizzato l’intero comparto negli anni 1994-1997 e sulla quale ci siamo brevemente soffermati nel corso del precedente paragrafo. Mentre la produzione interna è passata dalle circa 37.298.944 tonnellate del 1999 alle circa 39.020.149 del 2000, con un incremento in valore assoluto di 1.720.205 tonnellate pari a poco più del 4,6%, i consumi interni di cemento 5 Anche per l’anno 2001 le proiezioni fornite dall’Associazione nazionale dei costruttori edili (ANCE) preannunciano un sostanziale incremento degli investimenti nel settore delle opere pubbliche con un tasso medio annuo di crescita atteso di circa il 2,5% in termini reali. 13 hanno raggiunto ggiunto le 38.337.636 tonnellate, con una crescita rispetto al 1999 di circa 2.190.000 tonnellate, pari al 6,1% (cfr. grafico seguente). Fonte: AITEC, anno 2000 Nel biennio 1998-1999 1999 il prodotto è stato assorbito dall’edilizia residenziale per circa il 36,1%, 6,1%, dall’edilizia strumentale per circa il 32,6% e dalle opere pubbliche per il restante 31,3%6. 6 Dati emergenti dal Rapporto finale di un recente studio pubblicato dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) alla fine dell’anno 2000 sul comparto dell’industria cementiera per il biennio 1998 1998-1999. Da una precedente indagine portata a termine nel 1991 l’Associazione rilevava i seguenti dati relativi al consumo di cemento sul mercato italiano nel 1991: edilizia residenziale: 34,5%; edilizia strumentale: 29,7%; opere pubbliche: 35,8%.. 14 3.4. Struttura del settore dal lato dell’offerta La struttura del settore italiano del cemento dal lato dell’offerta ha fatto registrare nel corso degli ultimi anni variazioni di scarsa entità nelle proprie peculiarità, rappresentate da una articolata distribuzione delle unità produttive sul territorio nazionale e da una rilevante attenzione da parte delle imprese al consolidamento della propria posizione sul mercato mediante l’ottimizzazione degli impianti ed il conseguente contenimento dei costi di produzione. In Italia il processo di concentrazione, in atto da molto tempo anche in questo settore, nonostante non si sia verificata l’accentuazione recentemente manifestatasi in tutti gli altri Paesi ad economia avanzata, ha ridotto il numero degli operatori dalle 30 unità del 1999 alle 28 censite nell’anno 2000 per un totale di 86 stabilimenti (gli operatori italiani del settore erano 37 nel 1996, 42 nel 1989 e ben 72 nel 1969)7. Il tasso di concentrazione, sensibilmente inferiore alla media europea, è tuttora in grado di garantire un sufficiente livello di concorrenzialità fra le imprese italiane con conseguenti vantaggi per la clientela sotto il profilo sia del prezzo sia del livello qualitativo del prodotto offerto. La situazione di tendenziale concentrazione dal lato dell’offerta nell’ambito del settore e l’elevata distribuzione degli stabilimenti produttivi su tutto il territorio nazionale sono sintetizzati nelle tabelle riportate nella pagina seguente. 7 Dati riportati nelle Relazioni presentate all’Assemblea annuale delle associate dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) per gli anni 1997, 1998, 1999 e 2000. 15 Fonte: AITEC, anno 2000 16 4. Descrizione del ramo d’azienda “CONT” oggetto di conferimento 4.1. Individuazione delle attività e passività da conferire Gli elementi attivi e passivi del patrimonio della Società conferente C S.p.A. da apportare alla Società conferitaria S S.p.A., costituenti il ramo d’azienda denominato “CONT” al 31 dicembre 2001, sono stati individuati dalla stessa C S.p.A.8 nelle voci seguenti: ATTIVITA’ A. IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE 1. Terreni agricoli 2. Area e fabbricati civili 3. Terreni adibiti a cava 4. Area e fabbricati industriali 5. Impianti e macchinari 6. Attrezzature industriali e commerciali (“Attrezzature di servizio”) 7. Immobilizzazioni in corso e acconti B. RIMANENZE 1. Materie prime, sussidiarie e di consumo 2. Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3. Prodotti finiti e merci C. CREDITI 1. Verso clienti 2. Verso INAIL 3. Depositi cauzionali D. DISPONIBILITA’ LIQUIDE 8 Cfr. Documento 5. 17 1. Denaro e valori in cassa PASSIVITA’ A. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO B. DEBITI 1. Verso banche 2. Verso fornitori 4.2. Dettagliata descrizione delle attività e passività da conferire Sulla base dell’elencazione fornita dalla stessa Società conferente C S.p.A., le singole voci costituenti gli elementi attivi del ramo d’azienda denominato “CONT”, possono essere sinteticamente dettagliate nel modo seguente: ATTIVITA’ A. IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE Terreni agricoli9 Si tratta di terreni agricoli ubicati nel Comune di Montasola per 97.850 mq, in quello di Greccio per 120.950 mq e in quello di Roccantica per 171.632 mq non destinati allo svolgimento dell’attività principale. 1. 2. Area e fabbricati civili10 Fanno parte del ramo d’azienda “CONT”: - una palazzina di 14 appartamenti ed una autorimessa sita nel Comune di CONT in Viale Velino, n. 12; - una palazzina di 12 appartamenti ed una autorimessa sita nel Comune di Greccio in Via Paolo Meacci, n. 8; - una palazzina di 12 appartamenti, di cui solo 9 di proprietà, ed 8 garages, di cui solo 5 di proprietà, sita nel Comune di Greccio in Via Paolo Meacci, n. 5; 9 Cfr. Documento 4. Cfr. Documento 2 e 4. 10 18 - un appartamento di civile abitazione con annessa autorimessa sito nel Comune di Cottanello in Via Le Tre Mole. 3. Terreni adibiti a cava La zona mineraria occupa una superficie di circa 1.246.049 mq11 e si estende in massima parte nel territorio del Comune di CONT, per la restante in quello di Greccio12. La coltivazione della miniera è attualmente affidata in appalto ad una ditta esterna con costi di estrazione inferiori a quelli che deriverebbero da una gestione di tipo diretto da parte della Società13. Le risorse del giacimento sono oggi in grado di far fronte da sole alla domanda dello stabilimento14. Le riserve di marna sono di entità notevole e potranno essere ulteriormente incrementate mediante l’acquisto di altre frazioni di terreno già comprese nell’area mineraria15. 4. Area e fabbricati industriali16 L’area occupata dallo stabilimento ed adibita ad uso industriale si estende per 426.763 mq sul territorio del Comune di CONT e per 177.100 mq su quello del Comune di Greccio. Prima di effettuare l’individuazione dei fabbricati facenti parte del ramo, è opportuno sottolineare che alcuni di questi, pur fisicamente indipendenti, sono in senso funzionale strettamente collegati a specifici impianti produttivi. Tali opere murarie e assimilate trovano collocazione in questo paragrafo mentre dal punto di vista valutativo, come vedremo, sono opportunamente assimilate agli impianti e macchinari in quanto la loro stima non può prescindere dal collegamento funzionale con questi ultimi con i quali costituiscono un tutto inscindibile. I fabbricati industriali comprendono: - un capannone in cemento armato con struttura in acciaio e lamiera di 4.100 mq e 39.500 mc adibito a deposito per la marna frantumata; 11 Cfr. Documento 4. Cfr. Documento 2. 13 Cfr. Documento 3. 14 Cfr. Documento 3. 15 Cfr. Documento 3. 16 Cfr. Documento 4. 12 19 - una struttura in cemento armato di 710 mq e 14.000 mc adibita al processo di macinazione crudo; - un capannone in cemento armato con struttura in acciaio di 39.800 mc adibito a deposito delle materie prime; - una struttura in cemento armato di 42.500 mc adibita al processo di macinazione del cemento; - un silo in cemento armato di 1.500 mc adibito a deposito per l’essiccazione; - una struttura in cemento armato di 4.850 mc adibita al deposito e al processo di macinazione del carbone; - una struttura in cemento armato di 10.875 mc adibita al processo di insaccamento. Ad essi occorre poi aggiungere: - una palazzina per uffici, costituita da un fabbricato in cemento armato di 363 mq e 1.100 mc; - un magazzino per mattoni refrattari, costituito da un fabbricato in cemento armato di 430 mq e 2.200 mc; - un garage, costituito da un fabbricato in cemento armato di 300 mq e 1.250 mc; - una cabina elettrica, costituita da un fabbricato in cemento armato di 140 mq e 700 mc; - la diga del bacino idrico, costituita da una struttura in cemento armato; - un magazzino per materiali ed officine, costituiti da un fabbricato in cemento armato di 950 mq e 5.000 mc; - una cabina per la decompressione del metano, costituita da un fabbricato in cemento armato di 70 mq e 220 mc; - una sala centralizzata con annesso laboratorio e sala compressori, costituiti da un fabbricato in cemento armato di 310 mq e 2.400 mc; - un locale adibito a mensa e spogliatoi in un fabbricato in cemento armato di 410 mq e 1.250 mc; - un deposito per pianali, costituito da un fabbricato in cemento armato di 40 mq e 195 mc; - un capannone per palettizzatrici, costituito da un fabbricato in cemento armato di 2.900 mq e 14.550 mc; - una palazzina per le spedizioni, costituita da un fabbricato in cemento armato di 315 mq e 900 mc; - una struttura per servizi igienici, costituita da un fabbricato in cemento armato di 18 mq e 45 mc; 20 - una cabina elettrica per il filtro del forno, costituita da un fabbricato in cemento armato di 105 mq e 360 mc; - una cabina elettrica per elettrofiltro, costituita da un fabbricato in cemento armato di 97 mq e 368 mc. 5. Impianti e macchinari17 La voce “impianti e macchinari” comprende i cespiti di seguito descritti. - Impianto di frantumazione della marna. L’impianto è costituito da un frantoio Hazemag a martelli tipo AP5 da 350 t/h e da un filtro Standard 4RK72, oltre che da tre nastri trasportatori in gomma (1.200 x 80.500, 1.200 x 14.000 e 1.200 x 60.000) che provvedono al trasporto della marna frantumata al capannone di deposito. - Macchinari del capannone di deposito della marna. Il prelevamento della marna frantumata dal deposito avviene tramite due grattatrici laterali (una Miag a pettini tipo ZKN 315 e una Laker a tazze), azionate in automatico dal controllo del livello di riempimento delle tramogge dei mulini per la macinazione del crudo. Ad esse vanno aggiunti tre nastri trasportatori in gomma (800 x 120.000, 800 x 55.000 e 650 x 77.000) e un trasportatore Stic (1.300 x 18.000). - Impianto di 00 del crudo. L’impianto si costituisce di due mulini verticali a pista e rulli, entrambi della Loesche. Il mulino principale è un Loesche LM/23 da 60 t/h con elettrofiltro Elex, dotato di 3 bilance Hasler Freres a nastro. L’altro è un Loesche LM/16 da 30 t/h, dotato anch’esso di 3 bilance Hasler Freres a nastro. - Impianto di miscelazione e omogeneizzazione. L’impianto si costituisce di due sili della capacità complessiva di 50.700 mc, realizzati con sistemi di omogeneizzazione diversi in modo da garantire una sufficiente qualità della miscela in alimentazione ai forni. Il primo silo, da 19.400 mc, è dotato di un impianto di fluidificazione Claudius Peters e di due filtri Beth. Il secondo, da 31.300 mc, è anch’esso dotato di un impianto di fluidificazione Claudius Peters, al quale si aggiunge un impianto di posta pneumatica Krupp. - Macchinari del capannone di deposito delle materie prime. 17 Cfr. Documento 4, con integrazioni dal Documento 3. 21 - - - - 22 Si tratta di una piattaforma Bertoya, di un estrattore a tappeto Bedeschi, di trasportatori di alimentazione del deposito e di due escavatori Bedeschi tipo BEL F32/12. Impianto di macinazione del cemento. L’impianto si compone di un mulino principale della Polysius istallato nel 1980 e impiegato per la produzione di cemento 32,5 e 42,5 oltre che di C.E.I., e di un mulino Tosi per la produzione del cemento 52,5. Il mulino Polysius da 88 t/h è dotato di cinque sili in ferro da 120 mc, cinque filtri Standard DSK 36/2,5, altrettante bilance Saet a nastro ed un separatore Polysius. Il mulino Tosi è invece dotato di un filtro Standard VK 33, 4 bilance Saet a nastro, un elevatore a tazze Gambarotta (500 x 23.600) ed un separatore. Impianto di essiccazione. Si tratta di un impianto per la produzione di cemento pozzolanico costituito da un essiccatore Hazemag M/810 dotato di filtro Standard VK 32/3,5. Completano l’impianto i trasportatori di alimentazione dell’essiccatore, due elevatori a tazze Gambarotta (500 x 12.500 e 400 x 21.200) ed un trasportatore Stic (1.000 x 8.100). Impianto di cottura. L’impianto si compone di un forno Krupp istallato nel 1972 e ammodernato nella seconda metà degli anni ’90 e di un forno Polysius installato nel 1976. Il primo forno è un modello rotante Krupp (3.500 x 50.000) da 30 t/h con scambiatore di calore Krupp e griglia di raffreddamento Fuller, dotato di filtro a maniche Redecam con scambiatore di calore (installato nel 1995) ed elettrofiltro Elex (installato nel 1998). Ad esso sono correlati due elevatori Beumer a tazze (500 x 35.000 e 500 x 42.400), un trasportatore Aumund a tazze ed un silo di deposito del clinker da 7.650 mc. Il secondo forno è un modello Polysius (3.000 x 45.000) da 20 t/h con griglia Polysius tipo Lepol e griglia di raffreddamento Polysius tipo Recupol, dotato di filtro Redecam BI-GET H 15 x 16/2 ed elettrofiltro Redecam RED 1/3/12/400/7,4/5/3AAT. Completano la struttura un elevatore a tazze Gambarotta (400 x 20.000), un granulatore Polysius (4.000), un trasportatore Aumund (540 x 250 x 53.000) ed un silo Cavazza da 7.600 mc. Serbatoio di deposito dell’olio combustibile. Si tratta di un serbatoio da 2.200 mc dotato di pompe di estrazione. - Impianto per il deposito e la macinazione del carbone. L’impianto è costituito da un frantoio Contimpianti a martelli e da un mulino Contimpianti tubolare da 10 t/h, dotati di filtro Contimpianti NG 125/1,25. Completano la struttura 4 sili in ferro da 630 mc e trasportatori Stic a catena raschiante. - Impianto per lo stoccaggio dei prodotti finiti. L’impianto è costituito da cinque sili in cemento armato, due dei quali da 10.300 mc e i restanti tre da 2.835 mc., dotati di sistema di alimentazione ed estrazione Moller, otto filtri Standard DSK 36/2,5 e due elevatori Gambarotta (500 x 41.000), ai quali occorre aggiungere un silo Cifa da 170 mc e due filtri Sonair e Luhr. - Impianto di insaccamento. L’impianto si costituisce di due insaccatrici Haver & Boecker tipo 6 RCV, ciascuna delle quali dotata di infilasacchi Haver & Boecker e due filtri Standard DSK 36/2,5. Ognuna delle due insaccatrici è inoltre corredata da un trasportatore Molliconi (1.000 x 6.300), da un elevatore Gambarotta (630 x 21.600) e dai relativi nastri trasportatori in gomma. - Impianto di palettizzazione. L’impianto si costituisce di due palettizzatrici Ocme PAF/S, ciascuna delle quali dotata di un caricatore Gambarotta a ponte e dei relativi nastri trasportatori in gomma. Alla voce “impianti e macchinari” sono inoltre riconducibili alcuni mezzi, in generale adibiti alla movimentazione dei materiali e delle merci. In particolare: - un carrello FENDWIR 5390 (del 1972); - una motospazzatrice Dulevo 120 (del 1977); - un carrello CGT V60B (del 1980); - una motospazzatrice Manuter SNC3 (del 1980); - un carrello CGT V60 (del 1982); - un carrello CGT VC60 (del 1987); - una motospazzatrice Dulevo 250 (del 1987); - un carrello CGT F60DSA (del 1992); - una pala gommata CGT 916 (del 1993); - due carrelli CGT V60B (del 1999); - un muletto Ormic (del 2000); - una motoscopa Dulevo RW 228 (del 2000); - un carrello CGT EP30F 80E (del 2001); 23 - un carrello elettrico Still (del 2001); - un carrello elettrico F40 (del 2001). Fra gli impianti occorre infine ricondurre l’impianto di pesa, fra i macchinari quelli della sala centralizzata nonché la cabina elettrica. 6. Attrezzature industriali e commerciali18 In questa categoria includiamo innanzitutto i veicoli costituenti il parco autovetture della Società19, che comprende in particolare: - una Jeep del 1978 (targa: RI 24596A); - un FORD Transit VAN 100 DSL del 1990 (targa: RI 87633L); - un FIAT Fiorino del 1991 (targa: RI 13107B); - una ALFA ROMEO 33 1.3 del 1992 (targa: RI 30991T); - una FIAT Uno D del 1994 (targa: RI 17213S); - una FIAT Uno Trend del 1999 (targa: RI 90910B); - una FIAT 180NC con botti del 1999; - una FIAT 619 del 2000; - una TOYOTA Yaris 1.0 del 2000 (targa: PP 313 PK); - una FORD Combi Cusron 100 del 2001 (targa AM 972 TC). Vi sono inoltre altre attrezzature di varia natura, costituite in particolare da: - mobili e arredi; - macchine per ufficio; - attrezzatura del laboratorio chimico e fisico; - attrezzatura dell’officina meccanica; - impianto idrico. 7. Immobilizzazioni in corso e acconti B. RIMANENZE 1. Materie prime, sussidiarie e di consumo20 Rientrano in questa categoria, oltre alle materie prime impiegate dagli impianti dello stabilimento ai fini della produzione del cemento quali prevalentemente gesso, pozzolana, sabbia e additivi di varia natura, anche i combustibili impiegati per l’alimentazione energetica degli impianti stessi, 18 Cfr. Documento 4. Ci conformiamo in questa occasione alla classificazione suggerita dalla migliore dottrina che include le autovetture aziendali, e gli automezzi in generale, fra le attrezzature industriali e commerciali. Cfr. in proposito F. DEZZANI–P. PISONI–L. PUDDU, Il bilancio, Giuffrè, Milano, 1996, II ed., pp. 121-129. 20 Cfr. Documento 15. 19 24 quali prevalentemente coke di petrolio o semigrafitato, olio combustibile ATZ e gas metano. 2. Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati21 Si tratta di giacenze di marna, polverino, farina e clinker frutto dei diversi stadi di lavorazione necessari alla realizzazione del processo di produzione del cemento. 3. Prodotti finiti e merci22 Rientrano prevalentemente in questo raggruppamento le giacenze di magazzino relative alle diverse tipologie di cemento prodotto dal “ramo” quali: - cemento superbianco 52,5; - cemento T/52,5; - cemento bianco; - cemento 32,5 II B-L; - cemento 32,5 IV-B; - base cemento; - cemento 42,5 II A-L; - C.E.I.; - calce idrata. Ad esse occorre aggiungere le giacenze di prodotti di saccheria impiegati per il confezionamento del prodotto e le giacenze di beni necessari alla ordinaria attività di manutenzione degli impianti e dei macchinari dello stabilimento (bulloni, cinghie, ecc.). C. CREDITI 1-3. Verso clienti, verso INAIL e depositi cauzionali Oltre ai depositi cauzionali, la voce comprende una serie di crediti vantati nei confronti della S S.p.A.. D. DISPONIBILITA’ LIQUIDE 1. Denaro e valori in cassa Si tratta delle disponibilità di denaro contante e degli altri valori relativi alla cassa dello stabilimento di CONT. 21 22 Cfr. Documento 15. Cfr. Documento 15. 25 PASSIVITA’ A. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Lo stabilimento di CONT impiega attualmente, come già sottolineato, 91 dipendenti così suddivisi23: - 1 dirigente; - 26 impiegati; - 3 intermedi; - 61 operai; ai quali corrisponde un FTFR ripartito nelle diverse categorie di dipendenti B. DEBITI 1-2. Verso banche e fornitori Oltre agli ordinari debiti di funzionamento fisiologici allo svolgimento dell’attività di stabilimento24, rientra in questa categoria un finanziamento per Lit. 28.000.000.000, pari a €. 14.460.793,17 concesso dal Monte dei Paschi di Siena S.p.A. alla C S.p.A. e assistito dall’iscrizione di ipoteca di primo grado sui terreni dello stabilimento e sul sovrastante complesso industriale. 23 24 Cfr. Documento 6. Cfr. Documento 11. 26 5. Brevi note n ordine alla valutazione d’azienda e di rami d’azienda ed alle relative metodologie 5.1. Il concetto di capitale economico [Omissis] 5.2. Le metodologie di stima del capitale economico [Omissis] 27 6. Scelta della metodologia valutativa 6.1. Scelta della metodologia valutativa Prima di esplicitare la metodologia adottata ed esporre i risultati della valutazione, riteniamo opportuno premettere quanto segue. 1) I dati utilizzati includono in particolare i bilanci della C S.p.A. ed i risultati “di stabilimento” relativi all’unità produttiva di CONT forniti dalla Società e riferiti al 1997, 1998, 1999, 2000 e 200125. I risultati di stabilimento sono stati sottoscritti con dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del rappresentante legale della Società. 2) La valutazione di un’azienda non è un processo standardizzato privo di elementi di incertezza; pertanto il valore determinato rappresenta uno dei possibili valori della società in oggetto, anche se nel caso di specie costituisce un importante punto di riferimento ed a nostro avviso il più attendibile. 3) Esistono diversi criteri valutativi che conducono a differenti risultati. La maggior parte di tali criteri si basa sulla contemporanea considerazione della redditività del complesso aziendale e della consistenza patrimoniale stimata a valori correnti. Il metodo da noi adottato è il “metodo misto del valore medio”, rappresentato dalla media semplice dei seguenti metodi autonomamente applicati: - metodo patrimoniale semplice; - metodo reddituale puro. E’ stato opportuno applicare questo “metodo misto” per tenere conto contemporaneamente ed in eguale misura della componente patrimoniale e di quella reddituale. Pertanto la valutazione del ramo d’azienda “CONT” assume la seguente formulazione, assegnando alla componente patrimoniale uguale peso rispetto a quella reddituale: 25 Al momento della stesura della presente relazione i dati aziendali al 31/12/2001 sono contenuti in una situazione patrimoniale aggiornata a tale data, sottoscritta con dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del rappresentante legale della Società. 28 W= 1 R K '+ 2 i dove: W = capitale economico; K’= patrimonio netto rettificato; R = reddito medio normale atteso; i = tasso di capitalizzazione; La scelta di tale metodo, a nostro avviso, coglie pienamente le caratteristiche strutturali ed operative della società ed in particolare dello specifico ramo d’azienda. Riteniamo pertanto opportuno adottare il metodo del “valore medio” per due ordini di motivi: - l’elevata consistenza patrimoniale del ramo d’azienda che rende necessaria una stima puntuale del valore dei singoli cespiti; il ramo “CONT” è caratterizzato infatti da beni strumentali di ingente valore e conseguentemente la componente patrimoniale risulta di fondamentale importanza e non può essere ignorata; - la necessità comunque di valutare l’attitudine del ramo a produrre reddito superiore rispetto a quello considerato “congruo”. E’ bene, infatti, sottolineare come le società operanti nel settore del cemento, così come in quello dei laterizi e delle ceramiche, e in tutti quei settori caratterizzati dalla produzione di beni c.d. “poveri” con pesi specifici molto elevati e prezzi di mercato proporzionalmente molto ridotti, necessitino, per potere svolgere la loro attività in modo economico, di una imponente struttura produttiva rispetto al fatturato da realizzare. La C S.p.A., in sostanza, opera in un settore che più di ogni altro presenta barriere all’entrata dal punto di vista degli investimenti e la sopravvivenza al suo interno è assicurata solo se si raggiungono elevate economie di scala. In sostanza, dovendo valutare una società capital intensive, è necessario considerare dapprima la sua componente patrimoniale e successivamente quella reddituale che non può comunque essere trascurata, in quanto un’azienda ha tanto più valore quanto più elevato è il reddito che produce. Utilizzando il metodo misto con applicazione della media fra le risultanze del metodo patrimoniale e del metodo reddituale si può tenere equamente conto del valore dello stabilimento produttivo congiuntamente alla sua 29 capacità di produrre reddito, dalla quale in qualsiasi valutazione, ad avviso di chi scrive, non si può prescindere. Per queste motivazioni non abbiamo ritenuto opportuno applicare né metodi finanziari puri, né metodi reddituali puri, in quanto avrebbero considerato il valore del ramo in termini di flussi trascurando l’aspetto patrimoniale che, nel caso specifico, sembra di grande importanza. La formula precedente può essere scritta anche nel seguente modo lasciando inalterato il suo significato: 1R W = K '+ − K ' 2 i Dal punto di vista formale tale ultima espressione ci sembra ancora più chiara per esprimere la consistenza economica di un ramo d’azienda, in quanto valuta, dapprima il patrimonio netto rettificato (K’) inteso come somma algebrica delle diverse componenti patrimoniali riespresse a valori correnti, successivamente l’eventuale avviamento che nell’ambito del ramo d’azienda dovrà essere considerato come voce aggiuntiva dell’attivo patrimoniale. Il metodo del valore medio, in particolare in questa seconda formulazione, ci pare pertanto particolarmente adeguato ad evidenziare il valore economico del ramo d’azienda suddiviso nelle diverse componenti patrimoniali, ivi compreso l’avviamento. In sintesi, con il metodo del valore medio espresso nella seconda formulazione, il patrimonio netto rettificato viene incrementato della metà R del differenziale − K ' , vale a dire della metà dell’avviamento: il metodo i del valore medio si presenta per questo motivo particolarmente prudente, in quanto non considera per intero l’avviamento. Tale procedimento si basa sull’assunto che l’avviamento debba comunque essere considerato con cautela e limitazione, data la componente di indeterminatezza ed evanescenza che spesso lo contraddistingue. In ultimo si sottolinea la complementarità del valore patrimoniale e del valore reddituale che si fondono in un valore unico pur suddiviso nelle diverse componenti. 4) Nell’ambito di un determinato criterio valutativo si rende necessario il ricorso ad ipotesi ed informazioni la cui scelta presenta elementi soggettivi e caratterizzati da incertezza. Le scelte da noi operate vengono motivate di volta in volta nel corso della relazione peritale e rappresentano quelle che, 30 secondo il nostro giudizio professionale, meglio concordano con l’obiettivo generale della presente valutazione. In base all’incarico ricevuto lo scrivente ha proceduto alla valutazione del ramo d’azienda della C S.p.A. denominato “CONT” riferita al 31 dicembre 2001, poiché successivamente al ricevimento del presente incarico sono risultati disponibili dati aggiornati a tale data e messi a disposizione dalla Società prima della conclusione delle operazioni peritali. E’ opportuno chiarire da subito: - la valutazione degli elementi patrimoniali immobilizzati è effettuata sulla base di una perizia giurata redatta da un perito indipendente iscritto in apposito albo professionale, l’Ing. Raffaele Rossi, sulla cui attendibilità non si hanno elementi per dubitare. Per quanto riguarda gli altri elementi patrimoniali ci siamo basati, come punto di partenza, su dichiarazioni sostitutive di atto notorio del rappresentante legale della società alle quali è seguita verifica contabile a campione. - l’applicazione del metodo reddituale, con conseguente determinazione dell’avviamento è effettuata sulla base dei redditi operativi di stabilimento riferiti agli esercizi 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, dai quali sono stati ricavati i redditi netti normalizzati con i procedimenti che illustreremo in seguito. La componente reddituale si basa sul calcolo della media dei redditi normalizzati del ramo per il periodo 1997-2001, periodo sufficientemente ampio nel quale sono comprese tutte le fasi dell’andamento economico del settore e dell’impresa, e come controllo sull’estrapolazione di un “reddito medio normale” indicativo della capacità di reddito dell’azienda, che tenga conto delle potenzialità in grado di essere espresse nel tempo. Nel capitolo che segue tali preventive considerazioni sono esplicitate in modo sistematico contemporaneamente alla determinazione del capitale economico della società. 31 7. La valutazione del ramo d’azienda “CONT” 7.1. Considerazioni introduttive Il ramo d’azienda “CONT” è valutato con il metodo misto del valore medio, espresso, come già ricordato, dalla formula seguente: W= 1 R K '+ 2 i dove: W = valore del capitale economico K’ = patrimonio netto rettificato R = reddito medio normale atteso i = tasso di capitalizzazione Risulta chiaramente dalla formula sopra indicata che il metodo di valutazione adottato considera, con peso uguale, sia gli aspetti patrimoniali sia quelli reddituali, addivenendo ad una stima che è la media semplice dei valori risultanti dall’applicazione del metodo patrimoniale semplice e del metodo reddituale puro. La considerazione degli aspetti patrimoniali, di primaria importanza in una impresa industriale ad alta intensità di capitale e a contenuto tecnologico relativamente basso, come quella in esame, va integrata comunque da una valutazione che consideri altresì gli aspetti reddituali. Come già sottolineato, si assegna nell’ambito della valutazione un peso di 1/2 alla componente patrimoniale e di 1/2 a quella reddituale per conferire al ramo d’azienda un valore congruo che tenga conto, dapprima della sua struttura produttiva, poi della capacità dell’azienda di produrre reddito e quindi del suo avviamento. In realtà il valore reddituale, come abbiamo avuto modo di sottolineare esponendo il significato della formula: 1R W = K '+ − K ' 2 i 32 funge in questo caso, dato il settore di appartenenza e la situazione specifica della società, da correzione del valore patrimoniale, in positivo o in negativo, rappresentata dall’avviamento (positivo-goodwill o negativoR badwill) espresso dalla differenza − K' . i In sintesi è stato necessario adottare il suddetto metodo di stima per cogliere la reale essenza dell’attività svolta dalla società ed è ritenuto dallo scrivente il più opportuno in questa sede. Procediamo di seguito a stimare i diversi elementi che determinano il valore economico del ramo “CONT” al 31 dicembre 2001. 7.2. Determinazione del patrimonio netto rettificato Nel procedere alla stima del capitale economico del ramo d’azienda “CONT”, partiamo dai valori contabili degli elementi attivi e passivi che costituiscono il patrimonio del ramo stesso, così come riportati nella sua situazione patrimoniale aggiornata al 31 dicembre 2001, data di riferimento della presente relazione di stima. Tali valori, evidenziati nella tabella seguente, sono naturalmente diretta conseguenza dell’applicazione dei criteri civilistici ed esprimono pertanto tali elementi patrimoniali a “valori di libro”, oltre a riportare i beni ammortizzabili ed i crediti verso la clientela, per definizione, al netto rispettivamente dei corrispondenti fondi di ammortamento e delle corrispondenti svalutazioni crediti. Ai fini della determinazione della componente patrimoniale è innanzitutto necessario riesprimere a “valori economici” tali elementi patrimoniali, così da evidenziare la misura del loro effettivo contributo alla formazione del patrimonio del ramo d’azienda in esame, sempre assumendo come riferimento la data del 31 dicembre 2001. 33 Situazione patrimoniale al 31 dicembre 2001 del Ramo d'azienda "CONT" (in Euro) Voce Patrimoniale Valore Contabile ATTIVO Immobilizzazioni Tecniche Terreni Agricoli Area e Fabbricati Civili Terreni Adibiti a Cava Area e Fabbricati Industriali Impianti e Macchinari Attrezzature Industriali e Commerciali 24.752,72 820.955,16 44.696,79 279.105,54 2.393.240,98 132.417,14 Subtotale Immobilizzazioni in Corso e Acconti 3.695.168,33 34.954,32 3.730.122,65 Rimanenze Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo Prodotti in Corso di Lavorazione e Semilavorati Prodotti Finiti e Merci 166.318,94 644.203,34 2.448.502,84 3.259.025,12 Crediti Verso Clienti Verso INAIL Depositi Cauzionali 3.500.000,00 0,00 36.800,38 3.536.800,38 Disponibilità liquide Denaro e Valori in Cassa 2.428,79 2.428,79 TOTALE ATTIVO 10.528.376,94 PASSIVO Trattamento di Fine Rapporto Trattamento di Fine Rapporto 1.505.717,58 1.505.717,58 Debiti Verso Banche Verso Fornitori 14.460.793,17 3.490.376,96 17.951.170,13 TOTALE PASSIVO 19.456.887,71 SBILANCIO TOTALE 34 -8.928.510,77 ATTIVITA’ Immobilizzazioni Tecniche Abbiamo sottolineato in precedenza come tra le voci che costituiscono il patrimonio aziendale dal lato delle attività, le immobilizzazioni materiali o tecniche costituiscano solitamente per le imprese industriali e, nel caso specifico, per le società operanti nel settore dei materiali da costruzione, le componenti caratterizzate da maggior incidenza. Risulta quindi di tutta evidenza l’importanza che la corretta valutazione delle immobilizzazioni tecniche riveste ai fini della presente relazione di stima, così come la necessità di individuare un criterio di valutazione che sia il più possibile rispettoso di quei requisiti di razionalità, obiettività e generalità propri di un’attendibile metodologia valutativa del capitale economico di un’azienda (o di un ramo di essa). La migliore Dottrina economico-aziendale individua sostanzialmente tre diversi possibili criteri per procedere alla valutazione delle immobilizzazioni tecniche in esame26: - il metodo del valore corrente di mercato; - il metodo del costo corrente (di riproduzione o di sostituzione del bene); - il metodo del valore di sostituzione per stralcio. Il primo metodo consiste nella stima dei beni secondo il valore che sarebbe comunemente assegnato dal mercato a beni ad esso similari, sulla base del rapporto domanda-offerta. Tale metodo, proprio perché presuppone l’esistenza di un significativo mercato di riferimento per il bene in esame, con negoziazioni frequenti e quotazioni sufficientemente affidabili, trova evidentemente applicazione per quelle sole categorie di immobilizzazioni tecniche come terreni, fabbricati civili, automezzi, ecc. per le quali siano verosimilmente riscontrabili elementi di riferimento di mercato tali da garantire, attraverso prezzi sufficientemente omogenei per età del bene, suo stato di usura, ecc., una adeguata attendibilità del valore assegnato dal valutatore. La natura stessa del metodo inoltre, proprio perché presuppone intrinsecamente che i beni da valutare possano essere ceduti separatamente gli uni dagli altri e in tempi rapidi, restringe la sua corretta applicabilità alle 26 Cfr. L. GUATRI–G. BRUGGER, La valutazione dei cespiti, EGEA, Milano, 1989, pp. 4-8; O. PAGANELLI, Valutazione delle aziende, UTET, Torino, 1990, pp. 15-16; G. ZANDA–M. LACCHINI–T. ONESTI, La valutazione delle aziende, Giappichelli, Torino, 1997, pp. 147150. Cfr. inoltre D. BALDUCCI, La valutazione dell’azienda, FAG, Milano, 2000, IV ed., pp. 118-123. 35 sole immobilizzazioni tecniche non funzionali, o quantomeno non più tali, all’ordinario svolgimento dell’attività tipica dell’impresa alla quale pertengono. Il metodo del costo corrente, viceversa, trova generalmente applicazione in tutte quelle occasioni in cui i beni oggetto di stima non sono correttamente valutabili attraverso i dati forniti da un preesistente e consolidato mercato dell’usato e stima il valore del bene attenendosi ad uno dei seguenti due criteri: - l criterio del costo di ricostruzione (o riacquisto o riproduzione); - il criterio del costo di sostituzione (o rimpiazzo). Il primo criterio stima il valore dell’immobilizzazione assegnando ad essa un valore pari all’importo della somma che sarebbe necessario investire per acquistare (o riprodurre in economia), porre in opera e mettere in funzione un cespite identico per caratteristiche tecniche ed operative a quello oggetto della stima. Il secondo associa all’immobilizzazione un valore pari a quello del bene o dei beni che sarebbe necessario acquistare per porre in essere un investimento che, seppure non identico a quello oggetto della valutazione per via dello sviluppo tecnologico nel frattempo intervenuto, sia ad esso sostanzialmente equipollente, per rendimento qualitativo e quantitativo. Appare chiaro che il criterio del costo di ricostruzione si presta ad essere adottato in tutte quelle situazioni in cui l’acquisto di un cespite identico a quello da valutare costituisca, in astratto, il sistema economicamente più conveniente o l’unico concretamente praticabile per rimpiazzare quest’ultimo. Al contrario, in tutte quelle circostanze in cui ciò non dovesse accadere, magari poiché alla data alla quale fa riferimento la valutazione l’innovazione tecnologica fa risultare più vantaggioso ricorrere all’acquisto di un bene succedaneo ed equivalente in termini di utilità economica a quello da valutare o ha reso realisticamente non più praticabile la strada di una riproduzione fedele dello stesso, il criterio da prediligere sarà quello del costo di sostituzione. Naturalmente la corretta applicazione del metodo del costo corrente (a prescindere da quale dei due criteri esaminati, di riproduzione o di sostituzione del bene, si intenda far ricorso) presuppone che il valore da assegnare in sede di valutazione al cespite oggetto di stima sia debitamente ridotto per tener conto di tutti quegli aspetti che determinano la sua inferiorità rispetto a quello che bisognerebbe assegnare ad un corrispondente bene di nuovo acquisto (o costruzione). 36 Nel caso dell’applicazione del criterio del costo di ricostruzione è necessario tener conto sia degli aspetti tecnici sia di quelli economici, entrambi riconducibili alla minore vita economica residua del bene, alla sua inferiorità operativa dovuta all’usura ed alla minore produttività rispetto a quella di un impianto appena acquisito ed al minor valore che al bene stesso deriva da fattori esogeni quali l’ubicazione, i costi di approvvigionamento di fattori produttivi, i vincoli derivanti dalle norme poste a tutela dell’ambiente, ecc. Nel caso invece in cui si ricorra all’applicazione del criterio del costo di sostituzione, poiché in tal caso occorre far riferimento al complesso degli oneri che sarebbe necessario sostenere per rimpiazzare il bene da valutare con uno che, pur beneficiando delle innovazioni tecnologiche intervenute, sia equivalente per utilità ad esso, occorrerà tener conto, oltre che dell’obsolescenza tecnica e di quella economica, anche di quella funzionale ossia dei minori costi operativi generalmente associati ad un cespite di concezione più moderna sotto i più svariati profili (minore superficie occupata, disponibilità di migliori materiali, ecc.). Infine il terzo metodo, quello del valore di sostituzione per stralcio, assegna al bene un valore pari alla somma che sarebbe possibile incassare dalla sua vendita in occasione della cessazione dell’attività dell’impresa e liquidazione del suo patrimonio. Il metodo trova materialmente applicazione assumendo come valore quello ottenuto mediante l’impiego di uno degli altri due metodi sopra descritti, debitamente ridotto per tener conto di tutta quella serie di circostanze inerenti l’ipotetica cessione che potrebbero incidere negativamente sul valore complessivo della somma realizzabile, dalla aleatorietà tipica di ogni operazione di negoziazione alle varie spese che si renderebbero necessarie per portare a compimento l’operazione di vendita (spese di intermediazione, oneri tributari, ecc.). Le oggettive difficoltà che il processo di stima del valore delle immobilizzazioni tecniche di un’azienda o di un ramo di essa secondo i tre metodi appena illustrati presenta, portano solitamente il professionista incaricato della valutazione ad avvalersi dell’assistenza di un perito indipendente e specializzato che, iscritto in apposito Albo professionale, possa offrire adeguate garanzie circa l’attendibilità delle valutazioni fornite e dei pareri tecnici espressi. Nel caso specifico, la stima del valore delle immobilizzazioni tecniche afferenti al ramo d’azienda “CONT” si attiene in particolare ai dati forniti dalla perizia giurata sul valore dei beni dello stabilimento redatta dall’Ing. 37 Raffaele Rossi in data 6 dicembre 200127, sulla veridicità e attendibilità della quale non si hanno elementi per dubitare. Nel procedere alla valutazione, l’Ing. Rossi ha innanzi tutto preso in esame sia il presumibile valore a nuovo di ciascuna immobilizzazione presente nello stabilimento, procedendo all’esame di varie offerte di macchine e apparecchiature similari disponibili sul mercato nel biennio 2000-2001, sia il periodo di vita normale di ognuna di esse28. Sulla base di tali informazioni, e deducendo il periodo di vita residua di ciascun immobilizzo facente parte del ramo dal suo grado di obsolescenza funzionale ed operativa29, è pervenuto alla determinazione dei valori di stima riportati nel documento citato. Procediamo pertanto alla riespressione in termini correnti del valore contabile delle immobilizzazioni tecniche del ramo d’azienda oggetto della presente relazione di stima. I risultati di tale operazione sono riportati nelle seguenti tabelle30. Precisiamo che per quanto riguarda gli impianti e i macchinari si è reso necessario procedere ad un abbattimento a titolo prudenziale del 30% sui valori di stima contenuti nella citata perizia e basati di fatto su metodologie “di mercato”. Data la finalità della nostra valutazione e del procedimento da noi seguito riteniamo opportuna l’applicazione, per quei beni cd “esclusivamente funzionali”, di criteri che prescindano dal valore corrente di mercato, che riteniamo invece utilmente e concettualmente utilizzabili per i beni che 27 Cfr. Documenti 4 e 9. Ai fini della determinazione del periodo di vita normale degli impianti, il perito ha tenuto conto di una serie di fattori quali: - lo stato di conservazione delle apparecchiature; - la capacità produttiva delle singole macchine in relazione agli attuali livelli di produzione; - l’attuale stato dell’arte in relazione allo sviluppo di nuove tecnologie; - la disponibilità di assistenza e ricambi; - l’affidabilità nel funzionamento; - la possibile introduzione di norme o regolamenti che ne impedirebbero l’utilizzo e la gestione. 29 In particolare l’Ing. Raffaele Rossi a proposito dell’obsolescenza funzionale e operativa degli immobilizzi del ramo d’azienda in analisi prende in considerazione “la perdita di valore causata da fattori inerenti la singola macchina o impianti quali: mancanza di capacità rispetto all’equilibrio produttivo dell’intero complesso, inadeguatezza o incapacità a svolgere le funzioni designate, avanzamenti tecnologici intervenuti nel settore”. 30 Si precisa che i valori contenuti nelle tabelle seguenti derivano dalla conversione in Euro di importi espressi in Lire. I valori in Euro sono arrotondati alla seconda cifra decimale. 28 38 generalmente mantengono il valore nel tempo o lo incrementano come i terreni ed i fabbricati. Relativamente a questi ultimi il suddetto abbattimento non è stato, infatti, effettuato. Si sottolinea inoltre, ancora una volta, che le opere murarie funzionalmente collegate ad impianti e macchinari sono ad essi assimilate e quindi riportate nell’apposita tabella “per destinazione” e non “per natura”. Tabella 1 Terreni Agricoli VALUTAZIONE Mq Valore stimato Euro/mq Comune di Montasola Comune di Greccio Comune di Roccantica 0,18 0,18 0,26 97.850 120.950 171.632 TOTALE VALORE CONTABILE RETTIFICA 17.559,53* 21.771,00** 44.415,29* 4.483,27 4.588,21 15.681,24 13.076,26 17.182,79 28.734,05 83.745,83 24.752,72 58.993,11 * Il valore qui riportato converte in Euro quello in Lire presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Quest'ultimo risultava essere approssimato al milione di lire rispetto a quello che si otterrebbe dalla semplice moltiplicazione dei valori contenuti nelle due colonne di sinistra. ** Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base dei dati forniti dalla Società e coerentemente con la metodologia utilizzata nella citata perizia. Tabella 2 Area e Fabbricati Civili VALUTAZIONE VALORE CONTABILE RETTIFICA N° 14 appartamenti - Comune di CONT N° 21 appartamenti - Comune di Greccio N° 2 appartamenti - Comune di Cottanello 929.622,42 1.650.079,79 206.582,76 321.106,72 473.456,20 72.474,29 608.515,70 1.176.623,59 134.108,47 TOTALE 2.786.284,97 867.037,21 1.919.247,76 VALUTAZIONE Mq Valore stimato VALORE CONTABILE Tabella 3 Terreni Adibiti a Cava Euro/tonn Zona Mineraria TOTALE 1,29* 1.246.049 RETTIFICA 9.683.566,86** 44.696,79° 9.638.870,07 9.683.566,86 44.696,79 9.638.870,07 * Costo di estrazione per tonnellata di marna. ** Ipotizzando una produzione di cemento annua di 450.000 tonnellate l'Ing. Raffaele Rossi stima che il consumo di marna per i prossimi 15 anni si attesti a circa 7.500.000 tonnellate. ° Costo di acquisto dei terreni adibiti a Zona Mineraria. 39 Tabella 4 Area e Fabbricati Industriali Euro/mq VALUTAZIONE Mq Valore stimato VALORE CONTABILE RETTIFICA Area Industriale Comune di CONT 15,49 426.763 6.610.648,31* 83.931,86 6.526.716,45 Area Industriale Comune di Greccio 15,49 177.100 2.633.930,19* 0,00 2.633.930,19 15.630,15 0,00 371,38 0,00 12.788,79 2.485,57 0,00 3.422,17 5.306,70 0,00 14.790,16 6.996,13 0,00 41.426,29 45.874,29 170.294,33 154.937,07 108.084,57 51.645,69 90.502,59 291.894,86 12.911,42 197.996,02 206.440,63 7.746,85 734.072,34 155.687,79 5.164,57 15.383,97 31.594,24 Palazzina Uffici Magazzino Mattoni Refrattari Garage Struttura per Cabina Elettrica Diga Bacino Idrico Magazzino Materiali e Officine Cabina Decompressione Metano Sala Centralizzata - Laboratori – Sala Compressori Locale Mensa e Spogliatoi Deposito Pianali Capannone Palettizzatrici Palazzina spedizioni Servizi Igienici Cabina Elettrica per Filtro Forno Cabina Elettrica Elettrofiltro TOTALE 185.924,48 154.937,07 108.455,95 51.645,69 103.291,38 294.380,43 12.911,42 201.418,19 211.747,33 7.746,85 748.862,50 162.683,92 5.164,57 56.810,26 77.468,53 11.628.027,08 233.023,49 11.395.003,59 * Il valore attribuito è largamente approssimato per difetto rispetto a quello che si otterrebbe dalla moltiplicazione dei valori contenuti nelle due colonne di sinistra. 40 2 289.215,86 2.530.638,81 3.072.918,55 1.265.319,40 1.012.255,52 156.737,82 903.799,57 686.887,68 1.879.903,11 1.265.319,40 976.103,54 5.928.925,20 542.279,74 11.713.242,47 VALUTAZIONE* Impianto Frantumazione Macchinari Capannone Deposito Marna Frantumata Impianto Macinazione Crudo Impianto Miscelazione e Omogeneizzazione Macchinari Deposito Materie Prime Impianto Macinazione Cemento Impianto Essiccazione Impianto Cottura - Forno Rotante Krupp 8.821.083,84 - Forno Polysius 2.892.158,63 Serbatoio Deposito Olio Combustibile Impianto Deposito e Macinazione Carbone Impianto Stoccaggio Prodotti Finiti Impianto Insaccamento Impianto Palettizzazione Mezzi per Movimentazione Materiali e Merci - carrello FENDWIR 5390 (del 1972) 2.530,64 - motospazzatrice Dulevo 120 (del 1977) 5.422,80 - carrello CGT V60B (del 1980) 5.422,80 - motospazzatrice Manuter SNC3 (del 1980) 0,00** - carrello CGT V60 (del 1982) 5.422,80 - carrello CGT VC60 (del 1987) 5.422,80 - motospazzatrice Dulevo 250 (del 1987) 14.460,79 - carrello CGT F60DSA (del 1992) 12.653,19 - pala gommata CGT 916 (del 1993) 21.691,19 - carrello CGT V60B (del 1999) 10.845,59 - carrello CGT V60B (del 1999) 10.845,59 - muletto Ormic (del 2000) 742,01** - motoscopa Dulevo RW 228 (del 2000) 18.075,99 - carrello CGT EP30F 80E (del 2001) 26.210,19 - carrello elettrico Still (del 2001) 6.868,88 - carrello elettrico F40 (del 2001) 10.122,56 Impianti e Macchinari Tabella 5 0,00 0,00 1.650,08 0,00 952,86 883,14 1.162,02 906,38 0,00 1.629,42 258,23 1.060,02 1.717,22 33.698,81 8.831,41 13.014,71 1.310.512,32 220.888,22 0,00 41.506,85 0,00 114.188,13 205.011,38 65.764,30 8.391,57 8.965,66 50.635,36 3.761,39 28.750,95 200.679,34 221,43 1.531.400,54 VALORE CONTABILE 2.530,64 5.422,80 3.772,72 0,00 4.469,94 4.539,66 13.298,77 11.746,81 21.691,19 9.216,17 10.587,36 -318,01 16.358,77 -7.488,62 -1.962,53 -2.892,15 7.510.571,52 2.671.270,41 289.215,86 2.489.131,96 3.072.918,55 1.151.131,27 807.244,14 90.973,52 895.408,00 677.922,02 1.829.267,75 1.261.558,01 947.352,59 5.728.245,86 542.058,31 10.181.841,93 RETTIFICA 2 36.543.708,65 542.279,74 0,00° 939.951,56 0,00° 108.455,95 0,00° 542.279,74 723.039,66 1.265.319,40 198.835,91 2.424.244,11 0,00 0,00° 0,00 0,00° 0,00 0,00° 0,00 65.591,54 13.607,03 85.768,64 34.119.464,54 542.279,74 0,00 939.951,56 0,00 108.455,95 0,00 542.279,74 657.448,12 1.251.712,37 113.067,27 * Il valore originario di stima è stato inserito abbattuto del 30%. ** Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base dei dati contabili forniti dalla Società abbattuti del 30%. ° Il valore della struttura in c.a. è incorporato in quello dell'impianto che essa è destinata a contenere. TOTALE Capannone Deposito Marna Frantumata Struttura in c.a. Impianto Macinazione Crudo Capannone Deposito Materie Prime Struttura in c.a. Impianto Macinazione Cemento Silo di Deposito Impianto Essiccazione Struttura in c.a. Impianto Deposito e Macinazione Carbone Struttura in c.a. Impianto Insaccamento Macchinari Sala Centralizzata Cabina Elettrica Impianto Pesa 2 PP 313 PK AM 972 TC RI 24596A RI 87633L RI 13107B RI 30991T RI 17213S RI 90910B Targa 7.230,40 14.460,79 216.911,90 90.379,96 72.303,97 1.807,60 7.230,40 3.615,20 3.253,68 3.615,20 1.807,60 13,56** 0,00** 7.772,68 7.000,00° 437.402,92 401.287,01 36.115,91 VALUTAZIONE* 2.694,85 20.269,88 25.220,59 10.766,44 34.761,17 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 193,67 19,37 0,00 6.907,61 580,43 101.414,01 93.712,93 7.701,08 VALORE CONTABILE 4.535,55 -5.809,09 191.691,31 79.613,52 37.542,80 1.807,60 7.230,40 3.615,20 3.253,68 3.615,20 1.613,93 -5,81 0,00 865,07 6.419,57 335.988,91 307.574,08 28.414,83 RETTIFICA * Il valore originario di stima è stato inserito abbattuto del 30%. ** Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base dei dati contabili forniti dalla Società abbattuti del 30%. ° Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base delle informazioni fornite dalla Società e sulla base dei valori di mercato abbattuti del 30%. TOTALE Autovetture - Jeep del 1978 - FORD Transit VAN 100 DSL del 1990 - FIAT Fiorino del 1991 - ALFA ROMEO 33 1.3 del 1992 - FIAT Uno D del 1994 - FIAT Uno Trend del 1999 - FIAT 180NC con botti del 1999 - FIAT 619 del 2000 - TOYOTA Yaris 1.0 del 2000 - FORD Combi Cusron 100 del 2001 Attrezzatura Varia - Mobili e Arredi - Macchine per Ufficio - Attrezzatura Laboratorio Chimico e Fisico - Attrezzatura Officina Meccanica - Impianto Idrico Attrezzature Industriali e Commerciali Tabella 6 Tabella 7 Immobilizzazioni in Corso e Acconti VALUTAZIONE VALORE CONTABILE RETTIFICA Immobilizzazioni in Corso e Acconti 34.954,32 34.954,32 0,00 TOTALE 34.954,32 34.954,32 0,00 Nel procedere all’esame dei dati in esse contenuti occorre comunque tener presenti alcune considerazioni. Nel riesprimere a valori correnti gli elementi attivi e passivi del ramo d’azienda oggetto della presente relazione, particolare attenzione occorre rivolgere alla valutazione della voce “Terreni adibiti a cava” presente all’interno della categoria delle “Immobilizzazioni tecniche”, anche e soprattutto in ragione della specifica attività d’impresa svolta nello stabilimento di CONT. Il dato in base al quale le formazioni geologiche relative ai materiali in coltivazione nella miniera di proprietà del ramo d’azienda si estendono ad interessare l’intera regione circostante, consente infatti di considerare potenzialmente illimitato l’ammontare delle riserve di marna disponibili per lo svolgimento dell’attività tipica. Ai fini della stima del valore della voce dell’attivo patrimoniale qui in esame, tale ammontare viene quindi preliminarmente ridotto all’ambito dei soli terreni di proprietà sociale e successivamente, a titolo prudenziale, alle sole aree nelle quali sono ubicati i due cantieri attualmente in coltivazione presso lo stabilimento. Tali vincoli consentono di dedurre, sulla base delle informazioni fornite dalla valutazione delle risorse della miniera effettuata nell’ambito della proprietà societaria dall’Ing. Roberto Valenza in data 23 maggio 200031, un ammontare di dette riserve per circa 15 milioni di metri cubi, pari a circa 34 milioni di tonnellate di marna. Ipotizzando un consumo medio annuo di tale materia prima da parte degli impianti dello stabilimento di circa 500.000 tonnellate, è possibile oggi dedurre per le coltivazioni presenti all’interno dell’attuale proprietà societaria una capacità stimata residua di far fronte alle esigenze produttive del “ramo” pari ad un arco temporale superiore ai 65 anni. Sotto questo profilo dunque i 15 anni presi in considerazione dall’Ing. Raffaele Rossi32 per procedere alla stima del valore da attribuire alla voce 31 32 Cfr. Documento 10. Cfr. Documento 4. 44 “Terreni adibiti a cava” assieme al dato rappresentato dal costo medio di estrazione per tonnellata di marna pari a €. 1,29, consente senza dubbio di ottenere una riespressione a valore corrente della zona mineraria di proprietà del “ramo” che ben risponde a necessari criteri di prudenza. Infine si precisa che le “Immobilizzazioni in Corso e Acconti” sono valutate al valore contabile non essendoci elementi a supporto di una loro rivalutazione. Rimanenze La valutazione delle giacenze dello stabilimento per quanto concerne: - materie prime, sussidiarie e di consumo; - prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; - prodotti finiti e merci conferma per composizione, consistenza e valori i dati forniti dalla Società stessa e sintetizzati nella tabella n. 9 riportata nelle pagine seguenti. Crediti La valutazione dei crediti vantati dal ramo d’azienda in esame riproduce il valore contabile degli stessi alla data del 31 dicembre 2001. A parte la voce “Depositi Cauzionali”, peraltro di modesto importo, si tratta infatti di crediti vantati dal ramo oggetto di conferimento nei confronti della stessa S S.p.A. e, come tali, non soggetti ad alcun tipo di perplessità sotto il profilo del loro presunto grado di esigibilità. I dati in questione sono riportati nella tabella seguente. Tabella 8 Crediti VALUTAZIONE VALORE CONTABILE RETTIFICA Verso Clienti (verso S S.p.A.) Verso INAIL Depositi Cauzionali 3.500.000,00 0,00 36.800,38 3.500.000,00 0,00 36.800,38 0,00 0,00 0,00 TOTALE 3.536.800,38 3.536.800,38 0,00 Disponibilità Liquide Le disponibilità di denaro e valori in cassa alla data del 31 dicembre 2001 sono sintetizzate nella tabella seguente. 45 2 - Sacchi 32,5 IV B da 50 Kg - Sacchi T/42,5 II AL da 25 Kg - Saccheria - Cem. superbianco 52,5 - Cemento T/52,5 - Cem. bianco (da 25 Kg) - Cemento 32,5 II B-L - Cemento 32,5 IV-B (da 50 Kg) - Cemento 32,5 IV-B - Base cemento - Cemento 42,5 II A-L - C.E.I. - Cem. Bianco (da 50 Kg) - Calce idrata Prodotti in Corso di Lavoraz. e Semilavorati - Marna - Polverino - Farina - Clinker Prodotti Finiti e Merci - Prodotti - Fossile - Coke di petrolio - Olio comb. ATZ - Residui lav. tabacco - Metano - Coke semigrafitato - Combustibili - Gesso - Cen. lignite umide - Pozzolana - Sabbia - Solf. di alluminio - Fanghi tratt. acque - Add. Fluivol QI 10 - Loppa7 - Add. Ma. Ga. C100 Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo - Materie prime Rimanenze Tabella 9 101.238,22 2.750,53 0,00 68.610,90 4.828,84 54.389,07 0,00 196.146,32 0,00 222.409,43 30.416,53 0,00 1.419,49 0,00 78.136,19 14.500,49 0,00 0,00 416,70 1.104,62 0,00 39.342,42 0,00 0,00 0,00 11.089,84 0,00 21.728,68 279.374,19 578.220,58 21.219,85 0,00 12.606,28 610.377,21 93.053,38 73.265,56 644.203,34 166.318,94 2.448.502,84 VALUTAZIONE 101.238,22 2.750,53 0,00 68.610,90 4.828,84 54.389,07 0,00 196.146,32 0,00 222.409,43 30.416,53 0,00 1.419,49 0,00 78.136,19 14.500,49 0,00 0,00 416,70 1.104,62 0,00 39.342,42 0,00 0,00 0,00 11.089,84 0,00 21.728,68 279.374,19 578.220,58 21.219,85 0,00 12.606,28 610.377,21 93.053,38 73.265,56 2.448.502,84 644.203,34 166.318,94 VALORE CONTABILE 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 RETTIFICA 0,00 0,00 0,00 2 TOTALE - Pezzi di ricambio (bulloni, cinghie, ecc.) - Sacchi CEI da 25 Kg - Sacchi 32,5 II-BL da 25 Kg - Sacchi 32,5 IV/B da 25 Kg - Sacchi T/42,5 II AL da 50 Kg - Sacchi 32,5 II-BL da 50 Kg - Sacchi C.E.I. da 50 Kg 18.385,04 5.200,20 34.394,85 64.171,18 28.709,65 24.524,52 1.590.908,07 3.259.025,12 18.385,04 5.200,20 34.394,85 64.171,18 28.709,65 24.524,52 1.590.908,07 3.259.025,12 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 47 0,00 Tabella 10 Disponibilità Liquide VALUTAZIONE VALORE CONTABILE RETTIFICA Denaro e Valori in Cassa 2.428,79 2.428,79 0,00 TOTALE 2.428,79 2.428,79 0,00 PASSIVITA’ Trattamento di Fine Rapporto La consistenza del Fondo Trattamento di Fine Rapporto alla data del 31 dicembre 2001 per ciascuna delle tre categorie di dipendenti impiegati presso il “ramo” viene riportata nella tabella seguente e non è ovviamente oggetto di alcuna rettifica. Tabella 11 Trattamento di Fine Rapporto Trattamento di Fine Rapporto - Operai - Impiegati - Dirigenti TOTALE VALUTAZIONE VALORE CONTABILE 1.505.717,58 790.594,68 686.022,06 29.100,84 1.505.717,58 790.594,68 686.022,06 29.100,84 1.505.717,58 RETTIFICA 0,00 0,00 0,00 0,00 1.505.717,58 0,00 Debiti Al di là degli ordinari debiti di funzionamento fisiologici allo svolgimento dell’attività tipica del ramo e riportati nella voce “Debiti verso Fornitori”, la voce “Debiti verso Banche” registra l’ottenimento da parte della Società C S.p.A. di un finanziamento per Lit. 28.000.000.000, pari a €. 14.460.793,17 concesso dal Monte dei Paschi di Siena S.p.A. e assistito dall’iscrizione di ipoteca di primo grado sui terreni dello stabilimento e sul sovrastante complesso industriale. Il finanziamento, erogato dall’istituto mutuante a seguito di contratto del 4 dicembre 2001, ha durata di 8 anni e prevede, dopo un periodo di preammortamento che avrà termine in data 31 dicembre 2002, il rimborso mediante 14 rate consecutive semestrali (scadenti il 30 giugno ed il 31 dicembre di ciascun anno) di quote capitali a far data la prima dal 30 giugno 2003 e l’ultima il 31 dicembre 2009. 48 Il pagamento degli interessi avverrà con scadenza semestrale alle stesse date ma a partire dal 30 giugno 2002 ad un tasso nominale annuo, con arrotondamento ai cinque centesimi superiori, pari al tasso “EURIBOR 6 MESI” maggiorato di uno spread di un punto percentuale. I “Debiti verso Banche” e i “Debiti verso Fornitori” non sono oggetto di alcuna rettifica sul valore contabile. Tabella 12 Debiti VALUTAZIONE VALORE CONTABILE RETTIFICA Verso Banche Verso Fornitori 14.460.793,17 3.490.376,96 14.460.793,17 3.490.376,96 0,00 0,00 TOTALE 17.951.170,13 17.951.170,13 0,00 Sulla base del sistema dei valori appena ottenuto attraverso la riespressione in termini correnti del valore contabile degli elementi attivi e passivi del “ramo”, è ora possibile procedere al confronto tra i predetti valori stimati ed i rispettivi valori contabili quali risultanti da una situazione patrimoniale riconciliata con la classificazione effettuata dall’Ing. Raffaele Rossi nella citata perizia giurata. I risultati di tale operazione sono sintetizzati nella tabella seguente. Situazione patrimoniale al 31 dicembre 2001 del Ramo d'azienda "CONT" (in Euro) Voce Patrimoniale Valore Stimato Valore Contabile Rettifica ATTIVO Immobilizzazioni Tecniche Terreni Agricoli Area e Fabbricati Civili Terreni Adibiti a Cava Area e Fabbricati Industriali Impianti e Macchinari Attrezzature Industriali e Commerciali Subtotale Immobilizzazioni in Corso e Acconti 83.745,83 2.786.284,97 9.683.566,86 11.628.027,08 36.543.708,65 437.402,92 24.752,72 867.037,21 44.696,79 233.023,49 2.424.244,11 101.414,01 58.993,11 1.919.247,76 9.638.870,07 11.395.003,59 34.119.464,54 335.988,91 61.162.736,30 3.695.168,33 57.467.567,97 34.954,32 34.954,32 0,00 61.197.690,62 3.730.122,65 57.467.567,97 Rimanenze Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo Prodotti in Corso di Lavorazione e Semilavorati Prodotti Finiti e Merci 166.318,94 644.203,34 2.448.502,84 166.318,94 644.203,34 2.448.502,84 0,00 0,00 0,00 3.259.025,12 3.259.025,12 0,00 3.500.000,00 3.500.000,00 0,00 Crediti Verso Clienti 49 Verso INAIL Depositi Cauzionali 0,00 36.800,38 0,00 36.800,38 0,00 0,00 3.536.800,38 3.536.800,38 0,00 Disponibilità liquide Denaro e Valori in Cassa TOTALE ATTIVO 2.428,79 2.428,79 0,00 2.428,79 2.428,79 0,00 67.995.944,91 10.528.376,94 57.467.567,97 PASSIVO Trattamento di Fine Rapporto Trattamento di Fine Rapporto 1.505.717,58 1.505.717,58 0,00 1.505.717,58 1.505.717,58 0,00 14.460.793,17 3.490.376,96 14.460.793,17 3.490.376,96 0,00 0,00 17.951.170,13 17.951.170,13 0,00 19.456.887,71 19.456.887,71 0,00 Debiti Verso Banche Verso Fornitori TOTALE PASSIVO VALORE PATRIMONIALE del RAMO “CONT” TOTALE 48.539.057,20 -8.928.510,77 57.467.567,97 Il valore economico del ramo “CONT” con l’applicazione del metodo patrimoniale semplice è pertanto di €. 48.539.057,20. 7.3. Determinazione del reddito medio normale atteso Come è noto, il reddito medio normale atteso si sostanzia in un valore reddituale unico, normale e costante nel tempo che nel caso di specie si considera di durata illimitata essendo il ramo oggetto di valutazione destinato a perdurare indefinitamente. Per la sua determinazione si assumono come dati di partenza i risultati “di stabilimento” relativi al ramo d’azienda “CONT” forniti dalla Società, sottoscritti dall’Amministratore Delegato e riferiti al quinquennio appena concluso 1997-200133, periodo dal quale è possibile trarre una serie di dati altamente espressiva della dinamica reddituale aziendale all’epoca di riferimento della presente valutazione (31 dicembre 2001). Tale periodo, infatti, è sufficientemente ampio per spiegare l’andamento del settore ed in particolare del ramo d’azienda: ad anni di crisi del settore con 33 Cfr. Documento 13. 50 prezzi di vendita molto contenuti (1997 e 1998) che hanno risentito della crisi ancora più rilevante degli anni precedenti, sono seguiti anni con forte crescita della domanda (1999, ma soprattutto 2000 e 2001) con un trend che sulla base delle previsioni già presentate dovrebbe arrestarsi solo nel 2003. Trattandosi di un settore cd “ciclico” riteniamo che il periodo 1997-2001, proprio perché ha riguardato la parte centrale del ciclo economico pluriennale del settore, non considerando infatti gli “estremi” rappresentati dagli anni nei quali il trend è fortemente negativo (prima del 1997) o fortemente positivo (dopo il 2001 e fino al 2003 secondo le previsioni), sia quello più rappresentativo per individuare la redditività del “ramo”. I risultati di stabilimento non emergono dal bilancio della C S.p.A., riferito all’intero contesto aziendale comprensivo degli altri stabilimenti, e pertanto sono il frutto di estrapolazioni dalla contabilità analitica della Società. Come noto la contabilità analitica è finalizzata al controllo della gestione ed il sistema mediante il quale essa viene posta in essere è funzione degli obiettivi che la Società intende perseguire in termini di monitoraggio e programmazione dell’attività svolta. In questa ottica i suddetti risultati attengono ai ricavi ed ai costi diretti dello stabilimento di CONT riguardanti la gestione caratteristica, non considerando alcuni costi comuni alle altre due unità produttive della Società, in particolare quelle di Siena e Genova. Per queste considerazioni i risultati di stabilimento, rappresentati da redditi operativi (o margini operativi netti) del ramo “CONT, anche se nel documento fornito dalla Società sono denominati “risultati industriali”34, al fine dell’applicazione del metodo reddituale devono essere “trasformati” in redditi netti. Si rende pertanto necessario: a) imputare pro-quota quei costi amministrativi sostenuti dalla Società nel suo complesso, ma che devono essere ai nostri fini riferiti al “ramo”; b) imputare i fitti attivi rivenienti dalla locazioni di immobili ad uso abitativo; c) imputare gli oneri finanziari convenzionalmente afferenti al “ramo”; d) calcolare le imposte sui redditi lordi per ricavare risultati netti. Riteniamo di trascurabile importanza considerare eventuali proventi finanziari; i componenti atipici di gestione così come quelli straordinari sono ignorati, data la loro dipendenza rispettivamente da accadimenti estranei alla gestione oggetto di valutazione e da accadimenti di tipo casuale od occasionale. 34 Cfr. Documento 13. 51 Relativamente ai costi sub a) si ritiene opportuno includere unicamente quelli che C S.p.A. fatturerà a S S.p.A., la Società conferitaria del ramo d’azienda “CONT”, per i servizi contabili ed amministrativi svolti direttamente dalla prima relativamente al “ramo” stesso; per quantificare tali costi si determina il differenziale negativo fra il corrispettivo a favore di C S.p.A. concordato per il 2001 (Lit. 270.000.000 / €. 139.443,36)35 e quello concordato per il 2002 (Lit. 350.000.000 / €. 180.759,91)36 ipotizzando il conferimento del “ramo” in S S.p.A. (differenziale di €. 41.316,55). I fitti attivi sono desunti da apposito prospetto redatto dalla società per il periodo di riferimento i cui valori abbiamo provveduto a convertire in Euro37. Gli oneri finanziari del ramo “CONT” sono calcolati in base ad un procedimento convenzionale, ma che riteniamo significativo. Si parte comunque dall’assunto che la risorsa finanziaria è per ogni impresa una risorsa indifferenziata vale a dire che va ad interessare l’intero contesto aziendale: infatti le fonti finanziarie non sono mai collegabili a singoli investimenti se non nel momento in cui vengono accese. Al fine di determinare gli oneri finanziari di pertinenza del “ramo” è tuttavia necessario procedere nel seguente modo: si ripartiscono gli oneri finanziari complessivi della C S.p.A. risultanti dal bilancio fra i diversi “rami” aziendali in base ai ricavi delle vendite e delle prestazioni di ciascuno. Si tratta di un metodo empirico che mira ad imputare gli oneri finanziari in base al contributo che essi hanno dato alla gestione del ramo d’azienda da valutare. Nel calcolo degli oneri finanziari non sono inclusi quelli che scaturiscono dal nuovo finanziamento a medio-lungo termine di Lit. 28.000.000.000 (€. 14.460.793,17) contratto il 4 dicembre 2001 e facente parte del ramo “CONT”, in quanto i suoi effetti in termini economici sull’esercizio 2001 non sono rilevanti. Si preferisce infatti, non potendo peraltro oggettivamente stimare l’impatto che il finanziamento avrà sulla situazione economico-finanziaria del “ramo”, considerarlo solo in termini patrimoniali e non in termini reddituali positivi (effetto leva sulla redditività operativa) e reddituali negativi (oneri finanziari). Le imposte di cui al punto d) sono calcolate prudenzialmente nella misura del 50% sul reddito lordo, in quanto nel nostro Paese, come noto, le imposte effettive sono di fatto superiori a quelle nominali espresse in percentuale; ciò dipende da una generale elevata base imponibile dovuta ad oneri 35 Cfr. Documento 17. Cfr. Documento 18. 37 Cfr. Documento 12. 36 52 fiscalmente non deducibili e ad una ancora più elevata base imponibile per il calcolo dell’IRAP, in particolare per alcuni settori come quello in esame. E’ opportuno inoltre specificare come la redditività del ramo “CONT” sia stata considerata in modo indipendente rispetto ai valori patrimoniali rivalutati; infatti per coerenza valutativa si pone spesso il problema di sostituire gli ammortamenti di bilancio con quelli ricalcolati in base agli stimati maggiori valori delle immobilizzazioni. In realtà, nel caso specifico, l’adozione del metodo misto del valore medio si basa sulla media semplice delle risultanze del metodo patrimoniale semplice e del metodo reddituale semplice applicati in modo indipendente e per tale motivo le distinte applicazioni di tali metodi non si devono influenzare reciprocamente. Considerando il reddito operativo nel periodo 1997-2001 ed applicando le suddette rettifiche per giungere al reddito netto del “ramo” si redige la seguente tabella, considerando importi espressi in Euro. Determinazione del reddito netto (in Euro) 1997 Reddito Operativo Differenziale Oneri per Servizi Cont./Amministr. Fitti Attivi Oneri Finanziari 1998 1999 2000 2001 4.810.000,00 4.026.000,00 9.465.000,00 11.188.000,00 10.047.000,00 -41.316,55 -41.316,55 -41.316,55 -41.316,55 -41.316,55 24.882,82 41.048,32 31.237,30 22.652,53 17.775,42 -1.839.083,42 -1.426.784,65 -2.639.302,78 -1.296.422,49 -927.326,62 Reddito Lordo 2.954.482,85 2.598.947,12 6.815.617,97 9.872.913,49 9.096.132,25 Imposte e Tasse (50%) 1.477.241,42 1.299.473,56 3.407.808,98 4.936.456,75 4.548.066,12 Reddito Netto 1.477.241,42 1.299.473,56 3.407.808,98 4.936.456,75 4.548.066,12 Pertanto, i redditi normalizzati nel quinquennio considerato sono i seguenti: 1997: 1998: 1999: 2000: 2001: €. 1.477.241,42 €. 1.299.473,56 €. 3.407.808,98 €. 4.936.456,75 €. 4.548.066,12 53 Per la determinazione del reddito medio normale è necessario riesprimere preliminarmente i suddetti redditi nello stesso metro monetario, all’epoca di riferimento della valutazione (31 dicembre 2001), considerando i tassi medi di inflazione rilevati per esprimere a valori del 2001 i redditi del 1997, 1998, 1999 e 2000: Anno Inflazione 1997 1998 1999 2000 2001 1,017 1,016 1,025 1,027 1,000 Redditi Nominali 1.477.241,42 1.299.473,56 3.407.808,98 4.936.456,75 4.548.066,12 Redditi Reali (Redd.'97 * 1,017 * 1,016 * 1,025 * 1,027) (Redd.'98 * 1,016 * 1,025 * 1,027) (Redd.'99 * 1,025 * 1,027) (Redd.'00 * 1,027) (Redd.'01) 1.606.794,91 1.389.810,11 3.587.315,32 5.069.741,08 4.548.066,12 Ottenuti i redditi reali per ciascun periodo considerato è possibile determinare il reddito medio atteso, a nostro avviso mediante l’utilizzo di due metodi alternativi: - con l’estrapolazione statistica dei redditi reali per gli anni 1997, 1998, 1999, 2000, 2001; - con la media aritmetica dei redditi reali per lo stesso periodo. La determinazione del reddito medio atteso, come espressione della capacità reddituale di una società che per sua natura è destinata a durare indefinitamente nel tempo, ci sembra senza dubbio opportuna in luogo di considerare per un limitato arco temporale redditi individuati puntualmente. Il primo metodo permette, sulla base dei suddetti redditi, di ricavare un risultato economico che sia rappresentativo della capacità di reddito prospettica della società. Prima di applicare il metodo della regressione statistica, è necessario in ogni caso accertarne la significatività, che sussiste se il coefficiente di determinazione (r2), come di seguito calcolato, è superiore a 0,5. X 1997 1998 1999 2000 2001 1 2 3 4 5 Y 1.606.794,91 1.389.810,11 3.587.315,32 5.069.741,08 4.548.066,12 Sx -2 -1 0 1 2 Sy(*) -1.633.550,60 -1.850.535,40 346.969,81 1.829.395,57 1.307.720,62 SxSy 3.267.101,20 1.850.535,40 0,00 1.829.395,57 2.615.441,23 9.562.473,40 (*) La media aritmetica dei redditi reali è pari a € 3.240.345,51 54 Sx 2 4 1 0 1 4 10 2 Sy 2.668.487.555.403 3.424.481.276.607 120.388.051.053 3.346.688.153.310 1.710.133.212.306 11.270.178.248.679 Ne deriva: r2 = ∑ Sx 2 2 2 9.562.473,40 = = 2 10 * 11.270.178 .248.679 Sy ∑ ∑ SxSy 2 9.562.473, 40 = = 3,16227766 ∗ 3.357.108, 61437021 2 9.562.473, 40 = = 0,8113527 10.616.109 ,57398 Essendo il coefficiente di determinazione r2 superiore a 0,5, la regressione è validamente impiegabile per la determinazione del reddito medio atteso; è altresì opportuno sottolineare che l’utilizzo della regressione lineare è, in questo caso, particolarmente appropriato, assumendo r2 un valore prossimo all’unità. In questo modo il reddito medio prospettico è quindi determinato con il metodo della regressione lineare, basato sulla individuazione della retta di regressione: Y = a + bX dove: a è uguale alla media di Y, ovvero €. 3.240.345,51 b è calcolato in base alla seguente tabella: X 1997 1998 1999 2000 2001 -2 -1 0 1 2 Y 1.606.794,91 1.389.810,11 3.587.315,32 5.069.741,08 4.548.066,12 XY -3.213.589,82 -1.389.810,11 0,00 5.069.741,08 9.096.132,25 9.562.473,40 2 X 4 1 0 1 4 10 55 b= XY 9.562.473,40 = = 956.247,34 X2 10 La retta di regressione è, pertanto, la seguente: Y = 3.240.345,51 + 956.247,34 ⋅ X Il reddito netto normalizzato atteso è: 3.240.345,51 + 956.247,34 * 3 = €. 6.109.087,53 Il reddito medio atteso, stimato con l’estrapolazione dei redditi passati, è di €. 6.109.087,53 e viene per definizione assunto come costante per un numero illimitato di anni. In alternativa, come evidenziato, può essere applicato il metodo della media aritmetica fra i redditi netti, anch’essi opportunamente rivalutati. Come già sottolineato, trattandosi di un settore ciclico, che alterna fasi di crescita molto elevate ad altre di declino, soprattutto per quanto riguarda i prezzi di vendita dei prodotti, proprio questo metodo ci sembra il più adeguato, in quanto permette di neutrallizzare i “picchi”. Alla opportunità di ordine metodologico si accompagna anche l’esigenza di determinare un valore il più prudenziale possibile: obiettivo non pienamente raggiungibile con l’estrapolazione della redditività storica nella sua fase virtuosa. Dalla media dei redditi netti rivalutati si determina il reddito medio normale che, per le ragioni esposte assumiamo come parametro per l’applicazione del metodo reddituale. Pertanto: R= 1.606.794,91 + 1.389.810,11 + 3.587.315,32 + 5.069.741,08 + 4.548.066,12 5 R = 3.240.345,51 Ne deriva come il reddito medio normale atteso calcolato con tale procedimento risulti molto più contenuto, e quindi decisamente più prudenziale di quello estrapolato dal trend dei risultati storici. 56 7.4. Determinazione del tasso di capitalizzazione Il tasso di capitalizzazione i, secondo elemento da determinare per l’applicazione del metodo reddituale puro, è, come noto, la sommatoria di due componenti: i1 = tasso di remunerazione per il “puro investimento di capitale” (risk free rate); i2 = tasso di remunerazione per il rischio di impresa. i1 è determinabile considerando alternativamente vari parametri che riflettano comunque la redditività di investimenti a rischio tendenzialmente nullo. La teoria e la prassi sono concordi nell’assegnare validità, quali parametri per determinare il risk free rate, ai rendimenti dei titoli di stato a lungo termine, che riflettono la durata teorica illimitata della vita dell’azienda. In questa ottica potremmo utilizzare il “Rendistato”, costituito dalla media dei rendimenti dei titoli di stato con particolare riferimento a quelli a mediolungo termine, o meglio ancora, utilizzare il tasso di remunerazione dei titoli di stato a lungo termine ed a rendimento fisso per eccellenza, vale a dire i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP). Il tasso sui BTP considerato è quello ufficiale effettivo netto, riferito al 28 dicembre 2001 per BTP in scadenza dopo dieci anni, pari al 4,52%38. Essendo il reddito medio normale atteso, così come calcolato, una entità reale, anche il tasso appena considerato deve essere depurato dalla componente inflazionistica, depurazione che si ottiene tramite l’applicazione della regola elaborata da I. Fisher39, tenuto conto che il tasso di inflazione ufficiale riferito al 2001, che considereremo come tasso di inflazione medio atteso, risulta pari al 2,7%40: Tasso di Rendimento reale = = Rendimento nominale – tasso di inflazione 1 + tasso di inflazione 0,0452 − 0,027 = 1,77215189 87% 1 + 0,027 38 Cfr. Il Sole-24Ore del 3 gennaio 2002. Cfr. I. FISHER, Appreciation and Interest, MacMillan, New York, 1986. 40 Cfr. Indici dei prezzi (Costo della Vita) ISTAT. 39 57 Il tasso i1, ovvero il tasso di remunerazione per il puro investimento di capitale, è quindi pari a 1,7721518987 %. La componente i2, premio per il rischio di impresa, potrebbe essere a nostro avviso calcolata applicando la c.d. “regola di Stoccarda”. Tale regola, nella sua formulazione generale, rappresenta il metodo di apprezzamento del rischio generale di impresa raccomandato dall’ U.E.C., l’Unione Europea degli Esperti Economici, Contabili e Finanziari. Tale procedimento, in base alla raccomandazione dell’U.E.C., suggerisce di abbattere del 30% il “reddito durevole” per tenere conto del rischio generale di impresa, mentre il rischio specifico d’impresa rientra indirettamente nel processo di valutazione attraverso un prudente apprezzamento del reddito medio prospettico. Nel caso di specie si potrebbe applicare la “regola di Stoccarda” in base ad un procedimento “corretto” che, raccomandato dalla migliore dottrina41, tiene presente il diverso grado di rischio proprio di ciascun settore economico. Tale procedimento poggia su una classificazione delle attività svolte dal complesso aziendale da valutare e sulla loro suddivisione in base a cinque profili di rischio: basso, medio-basso, medio, medio-alto, alto, ai quali sono associate altrettante percentuali di abbattimento del reddito. L’attività posta in essere dalla società C S.p.A., in particolare nello stabilimento di CONT, collocandosi in un settore tradizionale e a contenuto tecnologico relativamente basso, è soggetta ad un rischio derivante più che altro dalla congiuntura del mercato dell’edilizia. E’ ragionevole, dunque, adottare nel caso specifico un profilo di rischio “medio”, al quale corrisponde un abbattimento percentuale del reddito pari al 22,5%. Pertanto, in base alla “regola di Stoccarda corretta”: i2 = i1 abbattimento percentuale 1 – abbattimento percentuale i2 = 1,7721518987% 0,225 0,775 i2 = 0,5144957125 % 41 Cfr. G. ZANDA-M. LACCHINI-T. ONESTI, La valutazione delle aziende, cit., pp. 99-103. 58 Nel caso del ramo d’azienda “CONT” tale metodo si presenta tuttavia fallace, in quanto, proprio per il modo in cui è strutturato, sottostima il premio per il rischio in presenza di un contenuto risk free rate. In questo caso, sempre in un’ottica orientata alla prudenza, è opportuno stimare il tasso di remunerazione per il rischio d’impresa rifacendosi a valori suggeriti dalla dottrina e dalla prassi professionale, in generale e rispetto allo specifico settore. Il tasso di remunerazione per il rischio generale di impresa viene stimato: - dalla dottrina nella misura del 3,77%42; - dalla Comit nella misura del 4,13%43; - dal Credito Italiano nella misura del 3,8%44; - dalla Banca d’Italia nella misura del 3,5%45. Mediando i suddetti valori ne deriva un tasso di remunerazione per il rischio di impresa del 3,8%, che deve necessariamente essere rettificato in positivo od in negativo sulla base dello specifico profilo di rischio del ramo d’azienda da valutare. Allo scopo è opportuno utilizzare il coefficiente “β” per il settore specifico, che, nell’ambito dei materiali per costruzioni, assume in Italia la misura dello 0,9646. Il coefficiente “β”, come noto, esprime il rischio di una specifica impresa rispetto al rischio generale di mercato ed è elemento fondamentale dell’applicazione della metodologia del Capital Asset Pricing Model (CAPM). Nel nostro caso possiamo concettualmente e praticamente applicarlo giungendo alla determinazione di i2: i2 =3,8%*0,96=3,648% Il valore di i è pari a i1 + i2 e quindi pari a: 1,7721518987% + 3,648% = 5,4201518987 % 42 Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, Egea, Milano, 1998, p. 83. Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 84. 44 Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 84. 45 Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 84. 46 Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 96. L’Autore riporta dati elaborati da Datastream. 43 59 7.5. Applicazione del metodo reddituale puro Determinato il reddito medio normale atteso sulla base della media dei redditi netti rivalutati ed il tasso di capitalizzazione, entrambi con criteri decisamente prudenziali, si applica il metodo reddituale puro, giungendo al seguente valore: R 3.240.345,51 = = €. 59.783.297,01 i 0,054201518987 7.6. Determinazione del valore economico del ramo d’azienda “CONT” Sulla base dei valori determinati e delle motivazioni economico-aziendali che hanno portato alla loro stima, si giunge al valore economico del ramo d’azienda “CONT” al 31 dicembre 2001, mediante l’applicazione del metodo misto come descritto precedentemente e che viene esplicitato ancora una volta: W= 1 R K '+ 2 i che diventa: 1 R W = K '+ ⋅ − K ' 2 i e pertanto sulla base dei valori determinati: W = 48.539.057,20 + 1 (59.783.297,01 − 48.539.057,20) 2 W = €. 54.161.177,11 60 W = 48.539.057,20 + 5.622.119,91 Il valore economico del ramo d’azienda “CONT” della C S.p.A., applicando il metodo misto del valore medio, è pari ad €. 54.161.177,11 che, arrotondato all’unità di Euro, diventa di €. 54.161.177. Si precisa che €. 5.622.119,91 costituiscono l’avviamento, inteso come capacità del “ramo” di produrre un sovrareddito. Infatti le potenzialità reddituali sono già considerate in parte nei cespiti patrimoniali rivalutati ma emergono completamente solo con la considerazione di un plus rappresentato dall’avviamento. 61 8. Conclusioni sulla valutazione del ramo 8.1. Conclusioni sulla valutazione del ramo Ai fini della valutazione del ramo d’azienda denominato “CONT” è stato adottato il metodo misto del valore medio. L’applicazione disgiunta del metodo patrimoniale e di quello reddituale confermano sostanzialmente la congruità del valore determinato col metodo misto. Pertanto, ai fini della valutazione ex art. 2343 Cod. Civ., il perito fa presente quanto segue: 1. il valore economico complessivo del ramo “CONT” al 31/12/2001 è pari, per arrotondamento, ad €. 54.161.177; 2. questa stima è la risultante del valore netto degli elementi attivi e passivi da conferire e già contabilizzati in C S.p.A. e, per la parte residua, del valore dell’avviamento. Pertanto il ramo d’azienda “CONT” può configurarsi come nella tabella di pagina seguente. La differenza fra elementi attivi ed elementi passivi appena evidenziata di €. 54.161.177,11 (per arrotondamento €. 54.161.177), rappresenta il valore economico complessivo del ramo d’azienda denominato “CONT” da conferire dalla C S.p.A. alla S S.p.A.. Situazione patrimoniale stimata al 31 dicembre 2001 del Ramo d'azienda "CONT" (in Euro) Voce Patrimoniale Valore Stimato ATTIVO Avviamento 5.622.119,91 Immobilizzazioni Tecniche Terreni Agricoli Area e Fabbricati Civili Terreni Adibiti a Cava Area e Fabbricati Industriali Impianti e Macchinari Attrezzature Industriali e Commerciali 83.745,83 2.786.284,97 9.683.566,86 11.628.027,08 36.543.708,65 437.402,92 Subtotale Immobilizzazioni in Corso e Acconti 61.162.736,30 34.954,32 61.197.690,62 62 Rimanenze Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo Prodotti in Corso di Lavorazione e Semilavorati Prodotti Finiti e Merci 166.318,94 644.203,34 2.448.502,84 3.259.025,12 Crediti Verso Clienti Verso INAIL Depositi Cauzionali 3.500.000,00 0,00 36.800,38 3.536.800,38 Disponibilità liquide Denaro e Valori in Cassa 2.428,79 2.428,79 TOTALE ATTIVO 73.618.064,82 PASSIVO Trattamento di Fine Rapporto Trattamento di Fine Rapporto 1.505.717,58 1.505.717,58 Debiti Verso Banche Verso Fornitori 14.460.793,17 3.490.376,96 17.951.170,13 TOTALE PASSIVO 19.456.887,71 VALORE ECONOMICO del RAMO "CONT" 54.161.177,11 Ai sensi del comma primo dell’art. 2343 Cod. Civ., il perito attesta che il valore nominale complessivo, aumentato dell’eventuale sovrapprezzo, delle azioni che S S.p.A. dovrà emettere a fronte del conferimento non potrà essere superiore ad €. 54.161.177. 63 Il perito, a conclusione dell’incarico, ringrazia l’Illustrissimo Presidente del Tribunale di Milano per il mandato ricevuto e per la fiducia accordata. In fede Roma, ………………… (Prof. Dott.) La presente relazione di stima consta di n. 70 pagine siglate oltre agli allegati. 64 65