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le targhe ei veicoli dell`esercito italiano

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le targhe ei veicoli dell`esercito italiano
LE TARGHE E I
VEICOLI
DELL’ESERCITO
ITALIANO
Dal 1947 ad oggi
di Guglielmo Evangelista
PREMESSA
Affrontare il discorso sui mezzi e sulle targhe dell’esercito dal dopoguerra ad oggi è un impegno che, nello
stesso tempo, è facile e difficile. E’ facile perché i veicoli dell’esercito sono comunissimi dovunque e quindi
un osservatore, in qualunque regione d’Italia, ne può incontrare sulla strada a migliaia ricavandone tutti i dati
che gli possono interessare; è difficile perché, a differenza della ricca pubblicistica e della documentazione
relativa al mondo militare del periodo prebellico e bellico, la documentazione ufficiale disponibile sui mezzi
moderni è molto scarsa, per certi tipi addirittura completamente assente: d’altra parte molti sono troppo
recenti e conosciuti per costituire oggetto di interesse amatoriale.
Tuttavia a questa carenza di notizie ho potuto supplire con le mie osservazioni dirette: occupandomi di
targhe dal lontano 1962, i miei primi ricordi risalgono ad un’epoca nella quale – esclusa la maggior parte dei
mezzi di provenienza americana e inglese – era in servizio la totalità dei tipi di autoveicoli acquistati nel
dopoguerra (e non pochi anche più antichi), così che ho potuto ricostruire “dal vivo” la parte più
rappresentativa del parco e le relative serie di targhe senza soluzione di continuità. Naturalmente non si può
escludere che sia esistita tutta una casistica che mi è sfuggita, specialmente per quanto riguarda i veicoli
destinati ad usi speciali, presenti in poche unità e solo in particolari luoghi: infatti mi è capitato di incontrare
certi mezzi un’unica volta in tante decine d’anni di ricerche, ed è probabile che molti altri abbiano esaurito
tutta la loro vita operativa restandomi ignoti. L’argomento che stiamo per esaminare è idoneo ad essere
logicamente distinto in tre periodi: quello delle targhe a cinque cifre, quello delle targhe a sei cifre e quello
delle targhe alfanumeriche.
LA TARGA “E.I.” A CINQUE CIFRE
La targa “Esercito Italiano” che sostituì quella “Regio Esercito” si inquadra nell’abolizione di tutti i riferimenti
alla monarchia a seguito della proclamazione della Repubblica. Questa avvenne il 2 giugno 1946 e il
cambiamento delle targhe militari, che ovviamente richiese certi tempi tecnici, dovrebbe essere avvenuto, al
massimo, entro i primi mesi del 1947.
Con l’adozione della nuova targa non cambiò concettualmente il sistema di immatricolazione vigente dal
1927, cioè la ripartizione in serie riservate a ciascuna categoria di veicoli, ma comportò probabilmente anche
l’assegnazione di nuovi numeri a ciascun mezzo: infatti confrontando tutti gli esempi che conosco di veicoli
dello stesso modello di costruzione prebellica o bellica, la cui lunga vita ha permesso che portassero prima
le targhe R.E. e poi le targhe E.I., sono pochi i casi nei quali si possa riconoscere, approssimativamente, la
medesima sequenza, e non è detto che trattino di casuali coincidenze. D’altra parte ciò è logico se si pensa
come il ridimensionamento del parco abbia reso opportuno “compattare” le serie per eliminare gli enormi
vuoti causati dalla guerra e dalla radiazione dei veicoli più vetusti.
Va però ricordata l’esistenza accertata della targa 84780, nata con la sigla R.E. poi corretta in E.I.
A questo punto, poi, mi devo fare una domanda alla quale non so dare una precisa risposta. Le sequenze
note a cinque cifre così come le conosciamo erano sicuramente in corso almeno dall’inizio degli anni ‘50, ma
c’è qualche perplessità che fossero tutte rimaste immutate anche nei pochi anni precedenti, cioè dal
momento dell’introduzione della targa E.I. Il problema non è però generale, e dovrebbe essere circoscritto a
quello dell’immatricolazione delle autovetture, delle jeep e delle Campagnole e dei rimorchi a un asse.
Per esaminare questo problema, anticipando quanto diremo più analiticamente più oltre, ricordiamo che le
sequenze di immatricolazione per Campagnole e jeep esistenti negli anni ‘50 e rimaste inalterate fino a parte
del decennio successivo iniziano da 14000 ed arrivano fino a 29999 pur con l’interruzione dovuta a qualche
sequenza intermedia assegnata a piccole autovetture.
Ora, fra le appena ricordate serie di utilitarie, vi sono veicoli molto datati, di costruzione precedente al
conflitto che, a rigore di logica, avrebbero dovuto essere immatricolati prima delle Campagnole, i cui
primissimi esemplari risalgono al 1951-52. E’ ovviamente anche da escludere che alle utilitarie, fin dal 1947,
siano state apoditticamente assegnate serie attorno a 20000, lasciando libere quelle precedenti “in
previsione” dell’entrata in servizio delle Campagnole che probabilmente, nel 1946-47, nessuno aveva ancora
in mente. E perché le Campagnole in questione iniziano la serie da 14000? Bisogna tenere presente che i
numeri di queste sequenze li vidi fin dal 1962-63, quando questi tipi, che rappresentavano le serie più
anziane, avevano solo una decina d’anni e quindi non si può pensare che ne esistesse un altro lotto già
radiato con targhe più basse e a me sfuggito. L’unica ipotesi plausibile è che i numeri da 1 a 10000 non
vennero assegnati volendosi mantenere convenzionalmente un sistema solo con cinque cifre (o forse si
pensava di riservarle ai carri armati come prima e durante la guerra) e che quelli da 10000 a 14000 siano
stati assegnati alle primissime jeep: anche questa non è però un’illazione particolarmente valida sia perché
4000 unità sembrano del tutto esuberanti ad un esercito nelle condizioni in cui era ridotto il nostro nel
dopoguerra, sia perché rimane aperta la questione dei numeri di targa delle più vecchie utilitarie
sopravvissute alle quali ho già accennato: al limite, se mai, i numeri da 10000 in poi avrebbero dovuto
essere stati assegnati a queste, dopo sarebbero dovute venire le jeep e poi le Campagnole. Infine, al di là di
ogni altra considerazione, sembrerebbe più logico che una qualsiasi sequenza convenzionale inizi con una
cifra più “tonda”, cioè 15000 e non 14000.
Analogo discorso va fatto per le serie delle autovetture più grandi che iniziano da 30000. Se questi numeri
furono assegnati contestualmente all’introduzione della targa EI, resta da accertare per chi (e perché)
fossero riservati i numeri inferiori a 30000, sempre con il verosimile presupposto che al momento
dell’introduzione della nuova targa non si pensasse ancora a serie per le Campagnole.
A complicare le cose concorre anche una fotografia risalente ai primi anni ’50, nel quale figura un
autoveicolo con targa EI 9xxxxx. Poiché il veicolo in questione è smontato in officina non si riesce a capire a
quale modello appartenga, ma sembra proprio troppo piccolo per essere un autocarro, anche se leggero, ai
quali, nello stesso periodo, era riservata questa serie.
Infine i rimorchi ad un asse di tipo leggero per Campagnole e i rimorchi cucina: l’anno di assegnazione delle
varie sequenze è noto, desumibile – pur con la debita tara di inesattezze – dagli elenchi del materiale
periodicamente alienato dall’esercito. Ebbene, in questi elenchi sono praticamente riportati numeri di targa di
tutte le sequenze da 34500 a 39000, caratteristiche di questi tipi, ma gli anni di costruzione non vanno più
indietro del 1960: l’ovvia domanda è come fossero targati gli esemplari meno recenti (la Viberti costruiva il
rimorchio per la AR 51 fin da una decina di anni prima, presumibilmente fin dall’uscita di questa), a meno di
concludere che l’intera sequenza sia stata completamente riassegnata nel giro di pochi anni riutilizzando i
numeri di rimorchi analoghi radiati, cosa improbabile considerata la longevità di questo tipo di veicolo.
Lasciando però da parte i misteri – che magari hanno una soluzione banale - descriverò le targhe e le loro
numerazioni prendendo come presupposto quella che è l’opinione corrente, e cioè che siano rimaste
immutate fin dal momento nel quale la sigla della targa passò da RE a EI.
CARATTERISTICHE DELLE TARGHE
La nuova targa, come è noto, adottò la sigla E.I. (Esercito italiano) in rosso, su fondo bianco e scritte nere.
Oltre al cambio della sigla vi fu un’altra piccola innovazione, cioè l’introduzione di una stelletta verde a
cinque punte che, nelle targhe posteriori, era situata a destra della sigla stessa e, in quelle anteriori, fra la
sigla e il numero. Esistono due formati di targhe posteriori: una di mm.213x160 utilizzata da autovetture di
piccole dimensioni, dai piccoli rimorchi e dai fuoristrada, ed una di mm. 320x220 per tutti gli altri veicoli,
formato che poi non era altro che quello standard anche per i veicoli civili precedenti al 1952: a differenza di
quanto accadde per questi, credo che le dimensioni delle targhe EI non cambiarono mai fino all’adozione
delle targhe con numerazione a sei cifre.
Quella anteriore, per tutti i mezzi, era delle dimensioni adottate anche per i veicoli civili, cioè di mm. 267x62.
Tuttavia su un limitato numero di veicoli pesanti – mi sembra di ricordare i Dovunque delle ultime serie e i
trattori di artiglieria – si perpetuò l’abitudine di dipingerla direttamente sul frontale, con conseguenti variazioni
occasionali delle dimensioni.
Le targhe posteriori (sicuramente quelle “grandi”, non ricordo le più piccole) avevano due fori attraverso i
quali passava un filo piombato che assicurava la targa alla carrozzeria. I numeri venivano assegnati per
sequenze separate a seconda del veicolo. In linea di massima – salvo esaminarli in seguito in modo più
approfondito - i gruppi furono i seguenti:
14000-29999 fuoristrada e utilitarie
30000-34499 autovetture
34500-38999 rimorchi leggeri
39000-39999 fuoristrada
40000-49999 autocarri e mezzi pesanti vari
50000-59999 rimorchi vari
60000-64999 derivati e autovetture
65000-69999 rimorchi vari
70000-99999 autocarri, autobus, mezzi da lavoro vari
I motocicli avevano una numerazione propria che vedremo più avanti, e i mezzi corazzati una numerazione
superiore a 100000, della quale ci occupiamo separatamente.
I caratteri erano più sottili rispetto a quelli delle targhe civili, e comunque quelli delle targhe più antiche non
hanno le “codine”. Sempre rispetto alle civili nell’aspetto successivo al 1952, i numeri presentano alcune lievi
differenze grafiche nelle cifre 6, 7, 9.
Esistono anche targhe che compaiono in diverse collezioni private, dove, alla normale numerazione, è
anteposto lo zero. Dovrebbe trattarsi di targhe che non sono mai state realmente applicate e che erano
destinate a formare una scorta di materiale da utilizzare in caso di requisizione di autoveicoli privati. Ve ne
sono di tutte le serie, probabilmente nella previsione che ciascun mezzo requisito sarebbe stato inserito nelle
sequenze riservate al tipo a cui apparteneva. Ne esistono anche per i rimorchi (con la R rossa regolarmente
posposta) ed a ben sette cifre (EI 01xxxxx). Questa numerazione, in tempi normali, è riservata ai mezzi
cingolati, ma queste targhe si differenziano perché manca la granata con fiamma. Considerata l’ovvia
inesistenza di veicoli corazzati privati da requisire (a parte, forse, i pezzi da collezione), probabilmente le
targhe a sette cifre erano una “riserva della riserva” per ulteriori acquisizioni di veicoli qualora si fosse arrivati
all’esaurimento dei numeri disponibili al di sotto di 100000.
Con il passaggio al sistema di numerazione a sei cifre, che comportò anche nuove sequenze assegnate alle
varie categorie di veicoli, queste targhe divennero inutilizzabili e lo stock fu gradatamente liquidato, così che
non è difficile entrarne in possesso.
Posto quanto sopra, dopo la descrizione generale delle targhe e, a grandi linee, l’assegnazione delle varie
sequenze, è necessario esaminare i mezzi categoria per categoria, in modo da passare in rassegna i
principali modelli di veicoli acquistati dall’Esercito, le cui targhe, a seconda del tipo, presentano spesso
complesse eccezioni nella numerazione.
AUTOVETTURE
Nell’immediato dopoguerra entrarono in servizio le Fiat 1100B ed E e le 1500, quelle chiamate dagli
appassionati “musone”, seguite dopo qualche anno, per i servizi più importanti, dalle Fiat 1400/1900. Si
trattò in tutti questi casi di un numero limitato di esemplari, poiché restava ancora in servizio una certa
quantità di veicoli prebellici. Il parco fu completamente rinnovato più tardi, quando fu acquistata la tipica
autovettura di servizio, destinata a tutti i compiti, cioè la 1100/103. Ne fu acquisito un grosso lotto fra il 1953
e il 1955 che restò in attività parecchio tempo, scomparendo solo con l’apparizione delle prime 124 e 128.
Con l’ampia disponibilità di vetture di questo modello che, a quanto pare, erano tanto robuste quanto
versatili, il grosso del parco rimase del tutto statico per più di un decennio, e praticamente non vi furono altri
acquisti se non qualche Fiat 1800/2100/2300 e Lancia Flaminia per i compiti di maggior prestigio. Nei miei
ricordi vi sono infatti solo le 1100 di questo tipo, e neppure quelle dei modelli più recenti degli anni
successivi: una fonte parla dell’esistenza di 1100D, ma per quanti sforzi faccia non le riesco a ricordarne.
L’esercito tenne in servizio relativamente poche utilitarie anche se, comunque, le Fiat 600 vennero
assegnate alle stazioni minori dei Carabinieri che, per la prima volta, si trovarono dotate per la quasi totalità
di un autoveicolo.
Ad ogni modo il numero di autovetture utilizzate in questo periodo fu limitato perché era ancora l’epoca nella
quale molti servizi leggeri erano affidati a jeep e Campagnole.
Quanto alle targhe, le utilitarie avevano la targa “piccola”, le altre quella di dimensioni normali.
Come abbiamo già avuto occasione di dire, la numerazione delle utilitarie si trovava nel bel mezzo di quella
delle Campagnole, e tra l’altro, al loro interno, non si riesce a determinare un criterio cronologico: i miei dati
sono incongruenti e discontinui: vanno dalla più bassa di questo tipo, una 600 (EI 18840), a cui seguono
alcune Campagnole (EI 19199, 218, 229), poi una Topolino A (EI 19578). In linea di massima potremmo solo
concludere che furono immatricolate nelle sequenze da 18000 a 20000.
Le autovetture di maggior cilindrata hanno targhe che partono da 30000 e arrivano a circa 32500, e nella
sequenza si incontrano a gruppi irregolari tutti i veicoli prebellici sopravvissuti, le Fiat 1100 e 1500
postbelliche e
le più recenti Fiat 1800-2300. Solo da 32500 a 34000 abbiamo la serie regolare di immatricolazioni del
grosso nucleo di 1100/103, con poche interruzioni.
Una vettura molto interessante fu la 1100 i giardinetta assegnata in dotazione ai Carabinieri in numero
limitato (la Polizia ne acquisì molte di più): era un mezzo dalla linea squadrata che nulla aveva
esteticamente del modello di origine e che appariva molto moderna pur essendo stata costruita a partire dal
1948; tuttavia, con le ultime serie, il loro aspetto rientrò in canoni più tradizionali perché divennero molto
simili alle normali 1100/103 familiari. Qualche esemplare del modello originario rimase in servizio fino a dopo
il 1960 e qualcuno, venduto ad appassionati civili, è ancora esistente.
Per quanto concerne gli altri modelli in dotazione all’Arma, questa attinse al normale parco automobilistico
dell’Esercito: per tutti gli anni ’50 il grosso dei servizi venne svolto dalla Campagnole e dalle Fiat 600, ma
solo con le Alfa Romeo Giulia, nella prima metà degli anni ’60, le pattuglie cominciarono a disporre di
autovetture di buone prestazioni ed adatte agli inseguimenti benché con un certo ritardo rispetto alla Polizia
e alla Guardia di Finanza che già disponevano di mezzi veloci.
Le targhe delle primissime Giulia che entrarono in servizio apparentemente proseguono con regolarità la
numerazione da 34000 in poi, senza soluzione di continuità con la serie delle 1100. A questo punto – siamo
nella prima metà degli anni ’60 - la parte della serie 3xxxx riservata alle autovetture venne saturata con il
raggiungimento del numero 34499 dopo il quale iniziava la sequenza riservata ai rimorchi leggeri. Pertanto in
quel periodo si risolse il problema di immatricolare le nuove autovetture, in attesa dell’inizio delle targhe a sei
cifre, probabilmente già previste, con la registrazione nel gruppo 62900-65000, in origine riservato a furgoni
e simili, ma che presentava ancora un’ampia disponibilità di combinazioni. In questa sequenza compare
quasi tutta la dotazione delle Giulia dell’epoca, oltre ad una serie di una certa consistenza di Fiat 1300 o
1500 di rappresentanza (almeno da EI 64326 a 64416).
Tutte le sequenze 3xxxx –eccetto quella occupata dalle 1100/103- sono piuttosto arruffate, e sembra che in
gran parte i numeri siano stati assegnati sfruttando i posti liberi lasciati dalla radiazione delle altre serie di
veicoli preesistenti o siano derivati da un’assegnazione originaria discontinua.
E’ da notare che, almeno dalle mie osservazioni, le vetture prebelliche che continuavano a portare la targa
da 30000 in poi come in precedenza, non si sono limitate a cambiare la sigla RE in EI, ma hanno sempre
ricevuto un numero diverso.
Al Museo della Motorizzazione Militare di Roma è conservata una Mercedes di tipo prebellico targata EI
30871: apparentemente sembrerebbe una di quelle ceduteci a suo tempo dai tedeschi, anche se è
abbastanza sorprendente, se non inverosimile, che sia rimasta in servizio anche nel dopoguerra.
Nella tabella che segue, come in tutte le altre che si incontreranno più avanti relative ai tipi di veicoli in
servizio presso l’Esercito, sono indicati solo i nuovi modelli la cui acquisizione iniziò nel periodo preso in
considerazione anche se questa si è prolungata nel periodo successivo.
Marca
Alfa Romeo
Fiat
Modello
Giulia TI, Super
500C
1100E
1500E
Anni
1963-1972
1949-1954
1948-1952
1940-1950
Quantità
3500
Targa EI
32xxx
31xxx
Note
1100 I giardinetta
Lancia
1948 10
1949 16
1950 13
1951 21
1952-56 295
1957 116
1400/1900
1950-1958
1100/103
1953-1956
1100/103 I familiare 1954-1959
1100D
1962-1965
600
1955-1969
1800
1959-1968
2100
1959-1961
2300
1961-1968
1300/1500
1961-1967
Aurelia B10, B21
1951-1953
Flaminia
1957-1969
60xxx-62xxx
Solo ai Carabinieri
1400 ca.
60xxx-62xxx
Solo ai Carabinieri?
1627 ai Carabinieri 1957-67
337xx
FUORISTRADA
La prima dotazione di veicoli di questo tipo fu quella delle jeep di provenienza alleata, sicuramente presenti
fin dal 1944-45 e di cui alcuni lotti vennero consegnati fino agli anni ’50; ad esse seguirono le Fiat
Campagnola, la cui versione militare fu denominata AR 51 (secondo la classificazione dell’esercito, come
quella degli autocarri e degli altri veicoli che dura ancora oggi, la sigla è un acronimo che nel nostro caso e
significava “autovettura da ricognizione”, mentre il numero indica l’anno di adozione del modello), alla quale
poi subentrarono le nuove versioni AR 55 e AR 59.
Tanto le jeep quanto le Campagnole portavano senza eccezioni la targa “piccola”, venendo immatricolate,
pur con i dubbi che abbiamo avanzato prima, nella sequenza da 14000 (il numero più basso che conosco è
14144 avvistato in regolare servizio nel 1963) fino a 29999 (numero più alto noto 29830). Ho poi
avvistamenti isolati (EI 34065 e 34479) e di un gruppo che dovrebbe coprire completamente la sequenza da
39000 a 39999. Ignoro il motivo di queste numerazioni anomale, ma è probabile che si tratti di
immatricolazioni tardive avvenute dopo il raggiungimento del 29999 che imposero di cercare, come per
autovetture, delle sequenze libere da qualche altra parte.
Alcune delle jeep in dotazione al Genio Ferrovieri erano attrezzate per il montaggio di ruote ferroviarie e
potersi muovere sui binari.
Alle Campagnole si affiancò un certo numero, molto inferiore, di unità fuoristrada Alfa Romeo, l’Alfa Matta;
conosco solo le targhe 14625, 15937 e 17415.
In qualche modo assimilabile ai fuoristrada, e lo elenchiamo con questi, è il piccolo autocarro OM CL 52, il
cui progetto si rifà, come impostazione generale, agli analoghi Dodge e G.M.C. americani e come questi
chiamato comunemente “gippone”: poteva essere usato come carro comando o per il trasporto di soldati o
materiali. Nonostante il lunghissimo periodo durante il quale restò in produzione furono pochi gli esemplari
acquistati dall’esercito, mentre maggior successo ebbe presso la Polizia. Ne ho visto in servizio solo uno (EI
93695).
Dopo la guerra restarono ancora in attività per qualche anno le 508C coloniali (conosco la EI 20110 e la
21610, regolarmente immatricolate nelle sequenze dei fuoristrada, probabilmente perché considerate tali).
Accenno anche a una vettura speciale la cui sigla costruttiva dovrebbe essere 124BLC, destinata ad essere
paracadutata nelle zone di operazione: non saprei dire altro di essa, di cui vidi un unico esemplare con la
targa EI 34441.
Ho visto circolare l’ultima Campagnola con targa a cinque cifre nel 1987.
Marca
Alfa Romeo
Fiat
OM
Modello
1900M AR 51
AR 51
AR 55/59
124 BLC
20-110(CL 52)
Anni
1951-1953
1952-1955
1959-1973
Anni ‘60
1952-1970
Quantità
2000
4000 ca.
11000 ca.
Di cui ai Carabinieri
120
2224 (1954-1964)
673 (1967)
AUTOCARRI
A causa della loro importanza dal punto di vista tattico e della necessità di standardizzarne il più possibile la
gestione, l’esercito ha sempre fatto in modo – ovviamente a parte il difficile periodo del dopoguerra- di avere
poche serie di autocarri riprodotte ciascuna in molti esemplari, e quindi il grosso del parco presenta molta
omogeneità. Le grandi ripartizioni sono nei gruppi codificati come ACL, ACM e ACP, cioè autocarro medio,
leggero e pesante, e le unità all’interno di ciascuna categoria ( formalmente identificate dalla stessa sigla)
erano suddivise fra pochissimi modelli esclusivamente di costruzione Fiat, OM e Lancia, tra l’altro
esteticamente piuttosto simili; praticamente l’ossatura del parco da poco dopo il 1950 alla fine degli anni ’70
era costituito tra tre singoli tipi: ACL 51 (OM e Lancia), ACM 52 (Fiat) e ACP 48 (Lancia); gli ultimi esemplari
circolanti dei primi due sono scomparsi dopo il 1990, ma è ancora possibile vederne qualcuno accantonato
presso i demolitori. Questi tre tipi, tuttavia, pur con alcune caratteristiche particolari, anche nella carrozzeria,
erano molto simili ai normali modelli delle serie commerciali (Il Fiat tradiva l’appartenenza alla serie “600”
l’OM richiamava il “Leoncino” e il Lancia l’Esatau), mentre nei primi anni ’60 cominciarono ad entrare in
servizio gli ACP 62, sempre della Fiat, ma dall’aspetto più spartano e spiccatamente militare. L’ ACP che la
Lancia aveva pensato per gli anni ’60 e in teoria destinato a sostituire il CP 48, il modello 506, non riscosse
grande successo per il costo elevato.
Mentre l’Alfa Romeo rinunciò nel dopoguerra ad approvvigionare l’esercito di mezzi pesanti, la Bianchi tentò
questa strada per risollevare le sue sorti, ma senza successo: i suoi CL 51 e CM 54 le fruttarono pochissime
commesse e gli stessi modelli, riproposti sul mercato civile con i nomi rispettivamente di Sforzesco e
Fiumaro, ebbero la stessa sorte tanto che ne vennero venduti poco di cinquecento del primo e un centinaio
del secondo.
Va però notato che agli autocarri standard militari appena ricordati si affiancarono anche parecchi altri
modelli commerciali, ma furono acquistati saltuariamente e in piccoli gruppi solo per necessità particolari o
contingenti e frequentemente con allestimenti speciali.
Gli autocarri furono immatricolati promiscuamente a tutti gli altri mezzi pesanti nelle serie da 40000 a 49999
e da 70000 a 99999. Anche in questi casi vi devono essere anomalie nella successione delle
immatricolazioni poiché ad esempio gli ACP 48, che come dice la sigla sono stati adottati nel 1948, sono
immatricolati da 76000 in poi mentre i più vecchi Lancia 3RO sopravvissuti dalla guerra hanno targhe
superiori a 80000 e molti ACP 62 hanno targhe 4xxxx. Tutte le serie sono intervallate qua e là gruppetti di
vecchi autocarri di produzione prebellica.
Ho la certezza, per aver visto la carta di circolazione, che la targa EI 89957, rilasciata ad una ACM 52, risale
alla fine del 1957.
Marca
Bianchi
Fiat
Modello
CL 51
CM 54
Audax
CP 48 (680)
CM 50 (639N)
Dovunque 50
CM52(6601-639N2)
Anni
Quantità
Targa
1951-53
1954-57
1952-55
1949-53
1950-52
86xxx, 87xxx, 91xxx
1950-51
45xxx
1952-76 12600
645N
1959-64
CP 62, CP 70
1962-75
642N
1958-63
1?
Lancia
CP 48 (Esatau)
1948-58 2000?
CL 51 (Z 20)
1952-70
506
1958-70 500**
OM
CL 51
1952-69
CP 56 (6600)
1956-76
439
Titano
1961
1?
Leoncino
1957
* Oltre alla normale versione a cassone.
** Comprese le unità consegnate all’Aeronautica.
97880
72555
89538
Versioni*
Cisterna, sanitario
Autogru
Radio, gru, ufficio mobile,
ambulanza
Solo cisterna e gru
Radio, cisterna, autofrigo
Trasporto cavalli
Officina, cisterna
Radio, ambulanza
Radio, ambulanza
Solo da ponte (trasporto e gru)
Trasporto cavalli
Solo autopompa
Qui di seguito – limitatamente ai miei avvistamenti -sono elencate le numerose sequenze nelle quali figurano
immatricolati autocarri di costruzione bellica e prebellica:
Alfa Romeo 430
Bianchi Miles
Fiat 15 Ter
Fiat 666
Isotta Fraschini D65
Lancia 3RO
OM Taurus
81xxx
78xxx, 80xxx, 85xxx, 97xxx
77196*
78xxx
47xxx
82xxx
77xxx
OM Titano
SPA 38
SPA Dovunque
80xxx
75xxx, 76xxx
83xxx
* Si tratta di un’autopompa tutt’oggi conservata. Trattandosi di un servizio di nicchia, è possibile che sia
sopravvissuto fino agli anni ’50, anche se non si può escludere che si tratti di una targa falsa.
VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI
A parte le ambulanze, l’impiego naturale di questi veicoli è il trasporto di piccole quantità di persone e di
materiali: derivando da autovetture di serie, nell’epoca di cui ci stiamo occupando erano ritenuti dei mezzi
troppo sofisticati e delicati per l’esercito e gli autisti di quel periodo, così si trovava più conveniente servirsi,
per gli stessi compiti, di autocarri leggeri e Campagnole. Di conseguenza il loro numero fu piuttosto limitato.
Non mi risultano che fossero sopravvissuti al conflitto i numerosi camioncini 1100 approntati subito prima e
durante la guerra, probabilmente concepiti solo per il momento bellico e non legati ad esigenze logistiche del
tempo di pace.
Marca
Alfa Romeo
Fiat
Modello
Romeo
1100BLR/ELR
1100/103
1100T
600
Anni
1954-1968
1948-1952
1953-1956
1957-1968
1955-1968
Quantità
Targa EI
98xxx
61xxx
62xxx
60xxx
19xxx
Note
Pulmino, ambulanza
Ambulanza, camioncino
Furgone
Furgone, pulmino, ambulanza
Furgone
AUTOBUS
Finalmente, dopo decenni, il numero di questi veicoli cominciò a crescere, soprattutto dopo l’introduzione dei
buoni Fiat 309. La banda dei carabinieri aveva un dotazione un 309 fuoriserie (EI 72659), su cui figurava la
scritta Granluce, ricco di cromature anni ’50, che vidi utilizzato fino a dopo il 1990 e che, ovviamente, fu
sicuramente l’ultimo autobus con targa a cinque cifre a restare in servizio.
Gli autobus erano immatricolati promiscuamente agli autocarri in tutte le sequenze assegnate ad essi ma,
benchè sempre più numerosi con il passare del tempo (i 309 continuarono ad essere acquistati anche dopo
l’introduzione del successivo sistema di targatura), i più recenti sono tutti immatricolati nelle sequenze 7xxxx
Marca
Bianchi
Fiat
Modello
Sforzesco
640
615
309
Anni
1955
1954-56
1951-60
1959-68
Quantità
Targa
93xxx
81xxx
88xxx
Note
TRATTRICI
Mentre erano ormai ad esaurimento le vecchie Breda, ne entrarono in servizio di tre tipi:
- Le trattrici di artiglieria di produzione Fiat (TM e TP, cioè medie e pesanti) che, nelle loro linee generali,
ricalcavano i modelli prebellici, e le Lancia TL 51 (leggere), di disegno più moderno, esteriormente
praticamente quasi identiche ai CL 51 della stessa azienda;
- Un gruppo di trattrici leggere di derivazione agricola, anche queste analoghe ai tipi prebellici, probabilmente
in gran parte utilizzate quasi soltanto nel primo dopoguerra;
- Le trattrici per i complessi porta carri armati, dotate di motori di elevata potenza che, nell’epoca che stiamo
considerando, ci furono tutte cedute dagli Stati Uniti non esistendo nessun modello nazionale che fosse
idoneo da poter essere sfruttato come base per realizzare complessi del genere.
Tutte le trattrici vennero tutte immatricolati nelle sequenze da 40000 a 50000 (Assieme alle superstiti trattrici
Breda e SPA).
Marca
Fiat
Lancia
SAME
SPA
Modello
TM 48
TP 50
TM 53
TL 51 (Z 30)
DA 240 DTM/M
..
MEZZI DA LAVORO
Anni
1948-1953
1950-1954
1953-1954
1952-1970
1959-1963
Quantità
Targa EI
46xxx
Note
100
495xx
461xx, 488-489xx,
Trattrici agricole in apposita versione
militare
Sulla scia dell’esempio dato dagli americani che avevano un imponente parco di questo tipo, il Genio Militare
cominciò ad adottare le macchine operatrici per i suoi lavori, soprattutto per il movimento di terra e gli
interventi sulle strade che, fino ad allora, venivano in gran parte effettuati ancora manualmente (prima della
guerra erano in servizio quasi soltanto rulli compressori). E’ molto difficile incontrare sulle strade questi
veicoli, essendo dotati di scarsa mobilità, ma in compenso sono molto longevi e ho qualche avvistamento di
targhe a cinque cifre almeno fino al 1994. Si tratta soprattutto di bulldozer muniti di pala e di ruspe, di età
indefinibile e di modelli molto simili l’uno all’altro. Sono in prevalenza immatricolati nella sequenza da 40000
a 49999 che fra tutte appare la più frammentata probabilmente perché nel dopoguerra, dopo la scomparsa
dei motocarri di tipo pesante ai quali era destinata, è stata usata come “riempitivo” per tutte le serie minori di
veicoli.
Ricordo anche un vecchissimo rullo compressore a vapore (EI 81110) che vidi ancora in servizio alla città
militare della Cecchignola di Roma nel 1984.
Nei magazzini e depositi di materiale militare erano usati – ma lo sono ancora – molti carrelli elevatori; per il
periodo di cui ci stiamo occupando conosco l’OM 20 targato EI 72965.
RIMORCHI
I rimorchi dell’esercito si possono dividere in due grandi categorie, evidenziate anche dalla diversa targa:
quelli leggeri ad un asse e quelli medi e pesanti a uno o più assi. A loro volta ciascuna categoria va
suddivisa fra i tipi di uso comune, di tipo a cassone ed analoghi a quelli civili e quelli specificamente allestiti
per le esigenze militari, che hanno un’incredibile varietà e di cui più avanti cercherò di dare un elenco,
sicuramente incompleto.
I rimorchi leggeri a un asse, tutti a cassone, sono stati specificatamente studiati per le AR e ne costituiscono
una specie di prolungamento della portata utile: non sono un’invenzione italiana perché rappresentavano già
un’immancabile appendice delle jeep (i cosiddetti rimorchi Bentham, dal nome del costruttore). Erano
presenti numerosi almeno fino al 1985, ma sembra che con l’impiego delle moderne e più capienti Land
Rover e, soprattutto, dei VM 90, il loro uso sia stato abbandonato.
Appaiono regolarmente immatricolati nelle serie da 34500 a 38999, da 59000 a 59999 e da 65000 a oltre
68000 (il numero più alto che conosco è 68365).
Gli altri rimorchi sono immatricolati promiscuamente nelle sequenze da 50000 a 59999 da 68xxx (almeno a
partire da 68376) fino a 69999. Per tutti i rimorchi le immatricolazioni sembrano piuttosto irregolari quanto a
successione cronologica.
Le cucine da campo, tutte a un asse e delle stesso tipo, da 125 o da 200 razioni, sono immatricolate in modo
sparso in tutte le sequenze dei rimorchi.
I rimorchi cassonati a due assi, del tipo civile, sono rari, mentre sono molto più frequenti quelli scoperti a un
asse e mi mancano assolutamente, per questo periodo, esempi di rimorchi cisterna: in genere buona parte
dei rimorchi medi e pesanti ha allestimenti speciali utilizzati dal Genio o dalla Sussistenza.
Alcuni dei rimorchi ad un asse, con le sponde in legno e dalla sagoma quasi identica ai carreggi ippotrainati
che si vedono in molte vecchie fotografie, sicuramente provengono dal periodo prebellico.
Tutti i rimorchi a un asse vengono chiamati nel linguaggio militare a biga. Sono caratteristici i complessi di tre
furgoni caldaia-spogliatoio –doccia, immatricolati in modo contiguo.
I tipi che ho potuto individuare sono i seguenti:
Ad un asse:
Tipo
Quantità
Targa
Scoperto per AR
6000
Scoperto medio
Scoperto pesante
Cucina
4000
Gruppo elettrogeno
150
35xxx, 36xxx, 53xxx
Avviatore per motori
50
382xx
Compressore
55xxx
Radar
69xxx
Trasporto missili
100
69xxx
Saldatrice
70
370xx
A due o più assi:
Tipo
Complessi bagni campali
Forno campale
Furgone (Genio e Carabinieri)
Lavanderia
Officina
Quantità Targa
Piano ribassato
Trasporto carri armati
Trasporto missili
500
200
69xxx
L’uso dei rimorchi non è troppo frequente, così che la vita di molti di questi è lunga, tanto che ne esistono
tuttora diversi entrati in servizio in questo periodo: ancora oggi passo davanti tutti i giorni ai grossi furgoni
69824 e 69851 appartenenti al Genio Pontieri di Piacenza che a lungo furono mantenuti in ottime condizioni
ma che ora sono un po’ malandati, e, da più di una decina d’anni, giacciono immobili allo stesso posto.
I rimorchi per AR portano la targa di formato piccolo, gli altri quella grande.
Sulla targa compare la lettera R (più raramente r) in rosso posta sulla riga inferiore a destra dell’ultimo
numero; nelle targhe di formato piccolo sulla riga superiore compaiono le prime due cifre e su quella inferiore
le altre tre seguite dalla R mentre su quelle di formato grande le quattro della riga inferiore vengono
semplicemente avvicinate.
Sulla maggior parte delle targhe dei rimorchi le scritte hanno gli stessi caratteri di quelle degli altri veicoli,
piuttosto sottili rispetto a quelle civili, ma su alcune altre sono più spesse: forse si tratta delle serie più recenti
prima dell’adozione definitiva della targa a sei cifre sulla quale i caratteri erano sempre di questo tipo.
Ho visto alcune targhe su rimorchi pianali, come quelli per il trasporto dei carri armati –sempre piuttosto
antiche - con le scritte poste su di una sola riga, soluzione imposta per motivi di spazio. Mi pare di ricordare
che non avessero neppure la lettera R.
ALTRI MEZZI
Li cito solo per curiosità.
Il Genio Pontieri di Piacenza possiede un certo numero di barconi, alcuni con motore, utilizzati durante le
operazioni della posa dei ponti o come supporto galleggiante degli stessi. Essi hanno a poppa un
contrassegno verniciato che sembra una vera targa e ne porta i colori regolamentari: su un’unica riga vi è la
sigla EI seguita da un numero da 100 in poi.
Il Genio Ferrovieri possiede alcune piccole locomotive diesel da manovra e parecchi vagoni attrezzati. Le
locomotive dovrebbero essere targate come normali veicoli su gomma (mi è nota la EI 70684), ma le poche
locomotive da manovra che ho visto erano senza targa né avevano altri contrassegni, eccetto una che
sembrava avesse sul radiatore una targa apparentemente di tipo motociclistico (formato cm.16,5x16,5), ma
si trattò di un avvistamento di sfuggita e poteva essere un pannello di altro tipo. Il materiale rimorchiato è
immatricolato secondo i normali sistemi delle Ferrovie dello Stato (a seconda del tipo hanno da una a quattro
lettere seguite da un codice alfanumerico di sei cifre che ne indica le caratteristiche tecniche di base e da un
numero proprio di immatricolazione di cinque cifre).
MEZZI DI PROVENIENZA ALLEATA
Abbiamo già visto che fin dal periodo della cobelligeranza gli alleati ci cedettero vari veicoli, e questi
trasferimenti proseguirono anche negli anni successivi; probabilmente si ridussero dopo il 1950 in
concomitanza con l’entrata in servizio delle nuove serie di mezzi pesanti di costruzione nazionale, ma
proseguirono molto più a lungo per i mezzi corazzati, mancandone in quel periodo la produzione in Italia.
Oltre a quelli formalmente ceduti, molti altri ne furono recuperati attingendo ai grandi parchi di residuati
bellici, dove si potevano trovare veicoli praticamente nuovi ma abbandonati, soprattutto dagli americani,
perché essendo ormai esuberanti alle loro necessità sarebbe stato troppo oneroso riportarli in patria per poi
subito eliminarli laggiù.
Oltre a quelli ex statunitensi vennero acquisiti in minor misura anche veicoli ex inglesi.
La gamma dei veicoli già degli Alleati spazia su tutti i tipi di mezzi di tutte le dimensioni e gli impieghi, con
l’eccezione delle autovetture e dei motocicli di cui non risulta alcun esemplare. Nel caso di mezzi con
allestimenti speciali o che comunque, per allora, fossero tecnologicamente avanzati, quelli di provenienza
alleata in molti casi rappresentarono la totalità di questa componente, trattandosi di serie troppo limitate
perché si cimentassero a costruirle le aziende nazionali essendo sproporzionato l’investimento rispetto alla
richiesta.
I veicoli alleati si dimostrarono di mezzi robustissimi e di buon rendimento, molto adatti per le loro
caratteristiche ad essere affidati a personale di leva ed a lungo non si posero problemi per il reperimento di
parti di ricambio, ma in compenso erano molto spartani, con cabine aperte o semiaperte e sgradevoli
carrozzerie ridotte all’essenziale e, soprattutto, erano voracissimi consumatori di carburante.
Non saprei dire quanti ne siano entrati in servizio: certo furono molti, probabilmente centinaia per ciascun
tipo e, non va dimenticato che, oltre a quelli ceduti usati nell’ambito degli accordi NATO o recuperati in
qualche modo nell’immediato dopoguerra, ne seguirono parecchi acquistati nuovi di fabbrica negli anni ’50 (e
qualche piccola e particolare serie anche più tardi).
A parte gli esemplari mastodontici, indispensabili per le esigenze degli eserciti NATO e solo di produzione
americana, va notato che i tipi ordinari più leggeri, di cui esisteva anche una produzione nazionale, se
comparati a questi, non si rivelarono assolutamente migliori dei nostri.
Fu ceduta anche un’aliquota di rimorchi: oltre alle unità destinate a trasportare i carri armati, arrivarono
anche i rimorchi leggeri delle Jeep (Serie T 416 e similari, ed altri ad un asse ma di dimensioni maggiori).
Molti di questi furono poi riciclati per le AR nazionali e, se ho svolto delle individuazioni corrette, è possibile
che siano stati i mezzi alleati più longevi sopravvivendo, assieme alle numerose repliche di produzione
nazionale, fino agli anni ’80 se non addirittura fino ad oggi.
La maggior parte del parco alleato già negli anni ’50 era scomparsa – sicuramente i Dodge erano comunque
ancora pienamente operativi nel 1953 - e, in definitiva, ebbero vita molto più breve di molti veterani del
tempo di guerra di produzione nazionale, con l’eccezione delle jeep, alcune delle quali sopravvissero un’altra
decina d’anni e forse anche di più, come l’unità in servizio presso il Genio Ferrovieri di Castelmaggiore che,
giunta fino agli anni ’90, è stata conservata e restaurata) e di qualche esemplare destinato ad impieghi molto
specializzati, la cui peculiarità e la modesta usura ne prolungò la vita fino ai giorni nostri: un Dodge carro
attrezzi era segnalato ancora funzionante nel 1978 e forse gli ultimi a scomparire (ma probabilmente si trattò
di esemplari cedutici nuovi di fabbrica un po’ più tardi) sono stati gli M 54 del Genio Pontieri di Piacenza,
presenti in almeno una quarantina di unità, la cui sostituzione con i nuovi Astra è terminata solo nel 1997-98.
Il loro sistema di targatura non presenta nessuna peculiarità, in quanto sono stati immatricolati
promiscuamente al materiale delle serie nazionali. Le jeep avevano la targa del formato delle utilitarie e delle
Campagnole.
L’elenco che segue accorpa tutti i tipi di veicoli che sono riuscito ad individuare, ma è probabile che ne
manchino altri, e forse parecchi. Di ogni tipo furono in servizio esemplari appartenenti a serie e sottoserie
differenti che non sono prese in considerazione, tanto più che non mi risulta che l’esercito abbia fatto delle
distinzioni. Se non diversamente indicato si tratta di veicoli di provenienza americana. Non posso escludere
che abbia sbagliato qualche sigla o che, al posto di un modello, ne abbia indicato un altro dall’aspetto
similare ma di tutt’altra marca. Già è difficile essere esperti di mezzi militari italiani, figuriamoci di quelli esteri.
Marca
Willys
ABC
Caterpillar
Diamond
Modello
Jeep
Matador
RD 7
T 969
T980/981
Anni
1940-45
1939-45
Dodge
WC 51, WC 58
1942-45
Ford/G.M.
canadese
G.M.C.
VH 48?
C8, C 15, C 30,
C60, F 60
CCKW 352
1939-45
1940-45
DVKW 356
M 54
CS 8
C8 Quad
1942
1952>
708xx
*
1941
49xxx
Pacific
M26, M 26 A1
1943-45
Scammel
Pioneer SV25
1939-45
Morris
Targa EI
49xxx
1941-45
1940-45
46xxx,
47xxx
75xxx
1941-45
Note
40 ai Carabinieri
Trattore d’artiglieria. Ex inglese
Trattore a cingoli
Autogru
Trattore per trasporto carri armati con rimorchio
Rogers M9
Chiamato comunemente Beep o Gippone.
Conosco un solo esempio (EI 75613)
Versioni da 1,5 e 3 tonnellate
Portata da 3 tonnellate in su
Portata 2,5 tonnellate. Alcuni di costruzione
REO. Anche in versione autogru (c.d. Quick
Way)
Veicolo anfibio
Carro ponte per il Genio pontieri
Camionetta
Trattrice di artiglieria. Ex inglese**
Noto solo l’esemplare EI 46586
Trattore per trasporto carri armati con rimorchio
Fruehauf M 15, M 15 A1
Autogru ex inglese
* Almeno 15 piccole serie da EI 70490 a EI 99784, compresi gli analoghi OM ACP 56
** La versione inglese prevedeva l’abbinamento con un rimorchio portamunizioni, che non sembra presente
nell’esercito italiano.
MOTOCICLI E TARGHE MOTOCICLISTICHE
Nel dopoguerra scomparve l’uso dei motocicli come mezzi tattici, salvo esigenze particolarissime, ed essi
furono destinati solo a compiti di scorta ai convogli e di portaordini oltre, naturalmente, al grosso gruppo di
quelli usati dai Carabinieri per i servizi di pattuglia.
La maggior parte dei modelli entrati in servizio in questo periodo non brillava per modernità di soluzioni
tecniche in quanto, per tutti gli anni ’50, vennero ancora prodotti per l’esercito molti dei tipi concepiti prima e
durante il conflitto.
Nel dopoguerra la targa mantenne le dimensioni originarie di mm. 230x150 tuttavia, in concomitanza con
l’assegnazione della sigla EI, anche per i motocicli ricominciò una propria numerazione indipendente rispetto
a quella degli autoveicoli e progressiva (almeno così era negli anni ’60). Il numero più alto che mi risulta
essere stato raggiunto è 29674.
La targa anteriore fu mantenuta ancora per qualche anno nel dopoguerra – abbastanza perché potesse
figurare la sigla EI - per poi scomparire.
Non mi risulta che dalla fine del conflitto siano stati impiegati motocarri, anche se molti anni fa vidi, caricata
su un camion militare, la motrice Piaggio di un’Ape Pentarò (forse qualcuno ricorda questi motocarri formati
da motrice + semirimorchio costruiti a partire dal 1961).
Oltre alla normale targa con numerazione progressiva, esistevano due serie speciali, una delle quali aveva
anche un aspetto del tutto differente:
- I motocicli dei Corazzieri (Guzzi Falcone), sia impiegati per le scorte che per i servizi ordinari, erano tutti
immatricolati con numeri molto bassi (ne conosco diversi nell’intervallo fra 393 e 1094). Con l’adozione della
successiva targa a sei cifre le moto dei Corazzieri di nuova immissione sono state immatricolate nelle serie
normali. L’ultima a tre cifre che avvistai (EI 873) risale al 1985, mentre gli ultimi esemplari, da tempo
accantonati, sono stati avviati alla demolizione solo nel 2004. Rispetto agli stessi modelli di serie queste
motociclette avevano qualche differenza piuttosto evidente, come la forma avvolgente del parafango
anteriore.
- Gli Alpini disponevano di un curioso veicolo Guzzi 3x3 soprannominato mulo meccanico che nelle
intenzioni dei progettisti doveva sostituire i quadrupedi nei trasporti di montagna, ma che si rivelò di estrema
complessità, troppa per essere funzionale. Li vidi in circolazione solo ad un paio delle parate per il 2 giugno.
Portavano una targa particolare, su di una sola riga e di piccole dimensioni con numero da 100 in su. Ho
appuntato il numero 103.
Marca
Modello
Anni
Quantità
Note
Gilera
Saturno
1946-1957
Guzzi
Airone
1940-1957
Alcione
235 Lodola
1956-1966
Falcone
1950-1967
Nuovo Falcone
1969-1976
Superalce militare
1954-1958
3x3
1960-1963
420*
* Produzione complessiva comprendente anche alcune unità acquisite da altri enti e Corpi.
TARGHE DI PROVA
Venne mantenuto ancora per parecchio tempo il vecchissimo formato triangolare. La sigla restava sulla
prima riga e il numero sulla seconda, ma venne aggiunta la scritta PROVA sulla terza.
Non ricordo il colore delle scritte né se esistesse la stelletta dopo la sigla. Ho solo un vecchio appunto
relativo all’avvistamento della 103.
In un momento indeterminato – ma forse verso il 1962-63 – fu introdotto un nuovo tipo di targa rettangolare
che mi sembra di ricordare avesse dimensioni più ridotte delle targhe ordinarie. Era su tre righe: su quella
superiore figurava la sigla e la stelletta, in quella di mezzo un numero di tre cifre e in quella inferiore la scritta
PROVA. Ho appuntata la 225.
IL PERIODO DELLE TARGHE A SEI CIFRE
Sulle targhe e sui veicoli di questo periodo, pur con le “fisiologiche” lacune, credo che non mi sia sfuggito
nulla:
ho potuto seguirle con precisione per tutto il tempo nel quale furono applicate ma, per quanto possa
sembrare strano, non mi sono curato di appuntarmi il momento esatto in cui hanno cominciato a comparire.
Mi sembra di ricordare che la prima - credo un rimorchio - la vidi ad una delle parate militari del 2 giugno…
ma ci andavo tutti gli anni dal 1962 in poi!
Posso solo affermare con assoluta certezza che nel dicembre 1964 la targa era ancora a cinque cifre.
Qualche indicazione più precisa si può ottenere collegando il tipo di targa montata e l’anno di uscita dei vari
modelli di autovettura. Considerato che i lotti delle Giulia che entrarono in servizio nel 1968 ed avevano la
targa a sei cifre già un po’ avanzata nella numerazione, possiamo concludere che il nuovo sistema fu
introdotto fra il 1965 e il 1967. Aggiungiamo che la 1100R uscì nel febbraio del 1966 e che le prime che
conosco portano la numerazione a sei cifre appena iniziata e teniamo conto che il modello venne adottato
almeno qualche mese più tardi perché dovette essere sottoposto alle consuete valutazioni da parte della
Motorizzazione Militare (ma probabilmente non passò troppo tempo perché bisognava fare in fretta dato che
le 1100/103 erano agli sgoccioli). Con questi dati potremmo concludere che il sistema fu introdotto nella
primavera-estate 1966, cosa che potrebbe collocare il ricordo del mio primo avvistamento del 2 giugno alla
parata del 1966.
L’assegnazione delle targhe a sei cifre interessò solo i veicoli di nuova acquisizione: quelli che portavano la
targa a cinque cifre la mantennero (e quei pochi ancora in servizio la conservano tutt’oggi).
CARATTERISTICHE DELLA TARGA
La nuova targa, tanto anteriore che posteriore, era identica, colori a parte, alle targhe civili sia come
dimensioni che come caratteri: non conosco eccezioni.
I formati adottati erano due:
- cm. 275x200 per tutte le autovetture, i mezzi pesanti e i rimorchi pesanti. La grafia è identica a quella delle
targhe civili.
- cm. 16,5x16,5 per i fuoristrada (questi con normale targa anteriore automobilistica), motocicli, rimorchi
leggeri e, in certi casi, piccole macchine operatrici. I caratteri di questa targa sono però leggermente più
sottili rispetto a quelli delle moto civili; inoltre appaiono più sviluppati in altezza che in larghezza e il trattino
superiore del numero tre è rettilineo e non curvilineo.
Come in precedenza la numerazione procedeva per lotti assegnati in relazione al tipo ma, al contrario delle
serie precedenti siamo in presenza, pur con qualche anomalia che vedremo poi, di una regolare
progressione numerica delle immatricolazioni. Le combinazioni disponibili per ogni sequenza sono quasi
sempre elevatissime, così che non è mai sorto alcun problema di saturazione.
Le sequenze assegnate sono state le seguenti:
da 250000 motocicli
da 350000 Campagnole AR 59
da 450000 autovetture
da 460000 pulmini, furgoni
da 470000 promiscuo autovetture, AR 73 (Nuova Campagnola), pulmini, furgoni, ambulanze.
da 600000 mezzi pesanti
da 820000 rimorchi a un asse
da 900000 rimorchi a due assi
Lascia un po’ perplessi il fatto che la numerazione sia iniziata con il 250000 perché, se mai, sarebbe stato
più logico iniziare da 200000 (la serie precedente da 100000 a 200000 era occupata dai mezzi corazzati che
già dal dopoguerra avevano la numerazione a sei cifre); è anche poco logico l’inizio da 820000 delle serie
dei rimorchi: anche qui sarebbe stato razionale partire da 800000. Forse c’è qualche sequenza
particolarissima che è finora rimasta sconosciuta.
POSIZIONE DELLA STELLA
La stelletta verde a destra della sigla, nelle targhe posteriori a cinque cifre, si trovava in basso, all’altezza
della base dei caratteri presenti sulla riga. Nelle targhe a sei cifre la stella viene invece posizionata
esattamente a mezza altezza.
La stessa cosa avviene nelle targhe a sei cifre dei rimorchi, benchè in queste compaia anche la lettera R fra
sigla e numero; in tali targhe, poiché la R si trova sopra la stella, questa viene un po’ abbassata, pur senza
avvicinarsi alla base delle lettere come in precedenza. Sulle targhe anteriori, indipendentemente dal periodo,
è sempre stata posizionata in basso, alla base delle scritte.
AUTOVETTURE
In questo periodo, che durò poco meno di quindici anni, non entrarono in servizio autovetture che possono
essere considerate, per la loro diffusione, caratteristiche del parco militare: il mercato stava diventando
sempre più ampio e veniva rinnovato sempre più frequentemente, ed ogni volta che bisognava acquistare un
lotto di autovetture ci si trovava a poter scegliere fra tipi sempre nuovi e sempre più numerosi. Eccetto
qualche residua Fiat 600 e le Giulia, nessuno dei modelli in commercio negli anni precedenti fu più acquisito
e, di conseguenza, ricevette targhe a sei cifre. Siamo quindi in presenza di una cesura piuttosto netta, nella
quale al cambio della targa corrisponde anche un sostanziale ricambio del parco, cosa che non era avvenuta
nel dopoguerra e che non avvenne con l’introduzione delle targhe alfanumeriche.
Marca
Modello
Anni
Alfa Romeo
2000
1750 2,0
Giulia Super
1958-61
1967-72
1969-73
Quantità
(circa)
1?
400
>2000
Di cui ai
Carabinieri
Targhe assegnate
450963*
Tutte
454xxx, 456xxx, 459xxx
Fiat
Alfetta 1,8, 2,0
Alfasud 1,2sc, 1,3
1100 R
1973-80
1972-83
1966-69
124
125 Special
128
1966-73
1967-72
1969-80
127, 127 900L
130
132 1600, 2000
500 R
131 1300, 1,6TC 2000TC
131 2,5 DS SW
Ritmo 60, 65L
* Forse in precedenza con targa civile
** Unico avvistamento
1971-83
1969-71
1972-84
1972-75
1975-84
1977-82
1978-87
2600
200
474/481xxx, 619xxx
1966 48
1967 102
1968 116
200
2800
1968 12
1969 13
1971 110
1972 89
1977 420
1978 200
4562xx 4584xx
477431-477630
1800
4593xx
300
470722**
300
30
420
4797xx 4798xx
480xxx, 481xxx
Nella sequenza riservata alle autovetture la numerazione delle targhe proseguì regolare finchè fu raggiunto il
numero 459999, venendosi così a trovarsi a ridosso alla sequenza destinata ai derivati. Furono quindi saltati
i diecimila numeri successivi riprendendo da 470000 e proseguì regolarmente fino a raggiungere il numero
più alto che conosco, 481301, dopodichè le targhe diventarono alfanumeriche.
Sul finire del periodo di applicazione del sistema un piccolo gruppo di Alfasud, per motivi che ignoro, è stato
immatricolato nella sequenza 619300-619400 destinata ai mezzi pesanti. E’ l’unica eccezione che conosco.
FUORISTRADA
Proseguì in tutto questo periodo l’acquisizione delle Campagnole il cui modello, peraltro, nel 1973 fu
completamente rinnovato.
Fra i fuoristrada si conta anche un veicolo dalla storia molto complessa e travagliata, ma con risibili risultati
finali, cioè la jeep Hotchkiss, di progetto e realizzazione congiunti da parte di varie aziende europee, fra cui
la Fiat e la Lancia: gli studi furono avviati nel 1966, e mi ricordo che la stampa, quando erano in corso, vi
dedicò un po’ di attenzione. L’iniziativa, dopo aver realizzato un veicolo dall’aspetto sgradevole, si trascinò
per un decennio fra alterne vicende per poi abortire definitivamente: una fonte cita che l’esercito acquistò
qualche esemplare, ma non ho alcun altro elemento per poterne valutare l'attendibilità.
T
Marca
Modello
Anni
Quantità
Di cui ai Carabinieri
Fiat
AR 59
1959-1973
4100
Nuova Campagnola 1974-1986
3000
1975 84
1976 30
1977 185
1980 135
1981 160
1982 300
1983 216
1984 400
1985 110
1986 465
Hotchkiss
1976 ca.
Finché entrarono in servizio le tradizionali Campagnole AR59, queste ricevettero la prevista targa da 350000
in
poi, le cui assegnazioni proseguirono regolari fino a oltre 354000 (il numero più alto che conosco è 354080).
Con l’acquisizione delle prime “Nuova Campagnola-AR73”, queste vennero immatricolate nelle serie
automobilistiche (la prima che conosco è 471299). Nella sequenza da 350000, ormai abbandonata, facendo
eccezione al sistema fino ad allora seguito, furono immatricolate le macchine operatrici, come vedremo
meglio più avanti.
VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI
Il numero di questi veicoli divenne molto numeroso; infatti, a parte la maggiore necessità di essi per i servizi
di istituto, l’esercito trovò nei piccoli 850T, eredi delle 600T già adottate in qualche esemplare negli anni ’60,
il mezzo ideale che coniugava l’economia di esercizio e le possibilità di trasporto. Essi presero in molti servizi
il posto delle Campagnole e, nelle stazioni dei Carabinieri, sostituirono le Fiat 600.
Marca
Alfa Romeo
Fiat
Modello
F12
850T
900T
900E
238, 238E
242 15D
242 15D
Anni
1968-78
1970-76
1976-80
1980-87
1969-81
1974-82
1974-82
Quantità
1600
Note
Pulmino, ambulanza e furgone
Pulmino e furgone
5900
750
200
500
Pulmino, furgone, ambulanza e camioncino
Pulmino, furgone
Cellulare Carabinieri
La numerazione delle targhe dei derivati, più che tutte le altre di quell’epoca, è piuttosto anomala. Dapprima
fu ad essi riservata la serie da 460000 in poi. Fu un provvedimento di una certa miopia essendo prevedibile
che ben presto la sequenza sarebbe stata raggiunta dalla precedente serie delle autovetture. Quando
questa eventualità si verificò, tale sequenza venne abbandonata (secondo i miei dati aveva raggiunto
almeno il numero 465797) e le serie dei derivati furono “smembrate”: i piccoli Fiat 850/900 vennero
immatricolati nella serie delle autovetture e i derivati di maggiori dimensioni in quelle dei mezzi pesanti. In
queste ultime, tuttavia, fin dall’inizio dell’applicazione del sistema, figuravano già anche quei pulmini Alfa
Romeo F12, Fiat 238 e Fiat 850/900 che, se ben ricordo, erano tutti in dotazione ai Carabinieri.
AUTOCARRI
Per gran parte di questo periodo non vi furono particolari novità in quanto continuarono ad entrare in servizio
i modelli degli anni ’50: le nuove immissioni dei tipi CL 51 si esaurirono quasi subito, mentre proseguirono
molto più a lungo quelle dei CM 52 e dei CP 62 che più tardi, ammodernati, diventarono CP 69.
In seguito entrarono in servizio i primi Lancia/Iveco CL e CM delle nuove serie nonché i pesanti Astra da
cantiere assegnati al Genio, le cui consegne, pur con gli ovvii ammodernamenti, continuano ancora oggi.
Poiché i nuovi CL erano di dimensioni abbastanza generose, fu necessario acquistare altri mezzi per
rimpiazzare nei servizi meno impegnativi i preesistenti e piccoli CL 51: entrarono così in servizio serie
limitate di autocarri molto leggeri di tipo commerciale.
Marca
Astra
Fiat/Iveco
Lancia/Iveco
Iveco
OM/Iveco
Modello
B 25/BM 20
616
672N
684N
697
6605 (CP 69)
6605 (AG70)
ACL 75, ACL 80
ACM 80, ACM 90
190.26
160
170 NT
300N
130NC
50NC
70 NC
80 NC
90 NC
50 F8
100 NC
Anni
1978-80
1965-78
1970-72
1970-76
1977
1969-78
1978
1976-97
1980-97
1976
1976
1977
1978
1979
1975
1976-84
1977-80
1973-75
1979
1977-78
Quantità
>150
Note
Anche autogru
Anche cisterna
<40
<50
<100
Anche cisterna e furgone radio
Autogru
Anche antincendio(allestim. Sirmac)
Anche trattrice per semirimorchi
Anche trattrice per semirimorchi e furgone
613xxx
Trattrice per semirimorchi
617xxx
Carro attrezzi. Unico avvistamento (EI 620653)
609893-609927
Carro attrezzi
616xxx, 620xxx
<13
40?
617323-617334
Autopompa (615xxx, 616xxx, 618xxx)
>1400
TRATTORI
In questo periodo entrò in servizio una nuova linea di trattrici di artiglieria per sostituire i primi tipi di
costruzione postbellica. Come già avveniva in precedenza, vennero immatricolate nelle normali serie dei
mezzi pesanti.
Marca
Fiat
Modello
TL 65
TM 69 (6605)
TM 69 FM
Anni
1965
1969
1973-79
Quantità
Note
AUTOBUS
Con i Fiat 308 e, soprattutto, con i piccoli OM carrozzati dalla Borsani, solo dopo il 1960 gli autobus
divennero veramente una presenza abituale in tutti gli stabilimenti militari e impiegati anche per il trasporto
della truppa negli spostamenti non operativi. I piccoli OM che, dopo la scomparsa di questo marchio,
vennero riproposti dal gruppo Fiat-IVECO, assieme ai pulmini Fiat 850/900, sono forse i tipi più
rappresentativi del parco ausiliario dell’esercito di questi anni.
Sul finire del periodo cominciarono le prime consegne degli IVECO 315 e 370 che sarebbero proseguite fino
a dopo il 2000.
Una parte non indifferente del parco autobus venne acquisita specificatamente per il trasporto del personale
civile e militare dalle proprie abitazioni alle sedi di servizio, affrontando e risolvendo un problema che in
precedenza non si era mai posto, sia per le minori dimensioni dei centri urbani, sia per il maggior numero di
persone che alloggiavano nelle caserme.
Marca
Fiat
Iveco
OM
Modello
306/309
314
308
50 AI
55 AI
50F8
A55F10, 55F10
315 8.13, Turbo
315
370 10.20, 370S,
Turbo
370
Tigrotto/Leoncino
Anni
1956-82
1960-73
1969-78
1978
1978
1978
1979-87
1980-94
1985
1980-96
Quantità
1985-89
1958-78
<30
250
20
870
<50
<100
<50
<40
Note
Acquistati solo dalla fine negli anni ‘60
“
617xxx
617xxx
Da 619xxx
Da 629xxx
Cellulare Carabinieri. BK 3xx, BP 1xx
Da 619xxx
Cellulare Carabinieri. BE 1xx, BP 8xx, CG 9xx
603xxxx
MACCHINE OPERATRICI
Accenno ad essi solo per dare un panorama completo del parco dell’esercito, senza approfondire i dettagli:
ad ogni tipo appartengono modelli differenti, probabilmente ciascuno con particolari prestazioni diverse e
note solo a un tecnico. In origine furono tutti immatricolati nel gruppo 600000 indipendentemente dalle loro
dimensioni, poi i più piccoli vennero targati nel gruppo 350000 (il primo numero noto è 354271), che come
abbiamo visto era a disposizione delle Campagnole, dopo che cessò la loro immatricolazione in questa
sequenza. Tuttavia in questa serie, anche se in netta minoranza, oltre a quelle leggere, figurano anche
macchine operatrici più grandi: infatti,
adottate le targhe del sistema alfanumerico negli anni ‘80, il gruppo 350000 è sopravvissuto e da allora è
stato utilizzato per tutte le macchine operatrici di qualsiasi dimensione: in effetti, fino a metà degli anni ’90,
continuai a vedere nel tempo numeri sempre più alti di questo gruppo (fino a 355784).
I veicoli da lavoro immatricolati nel gruppo 350000 non portano targa anteriore.
I tipi individuati sono i seguenti:
Apripista (CANT 180, SIMIT SL 11, TC 135)
Asfaltatrice
Betoniera (Comet E 95)
Bulldozer
Cingolati da neve (BV 206)
Dumper
Elevatore (25H, DV, Gesab, OM E6, OM 30, PGS, Sicet, Still)
Gru semovente (Bendini, Ormig, Pony 80)
Miniscavatrice Panda 380S
Motopala ruotata (Fiat APR 180)
Motoscopa (Tennant 86)
Rullo compressore
Ruspa
Scavatrice cingolata (Fiat Allis FD 14, FL14, AD 14)
Scavatrice ruotata (645B)
Spazzaneve
Vibrofinitrice Marini
Si tratta sempre di macchine da lavoro, con l’eccezione dei cingolati da neve BV 206 per il trasporto di
persone: essi sono composti da una motrice e da un rimorchio, ma sono considerati un tutto unico e la targa
è posizionata su quest’ultimo (conosco la EI 354955).
In questa sequenza figurerebbe anche un veicolo del tutto anomalo, cioè un rimorchio compressore ATLAS
COPCO), con targa EI 354711 che, ovviamente, dovrebbe essere immatricolato assieme ai rimorchi. Il fatto
trova riscontro documentale, ma non ha una ragione logica.
VEICOLI SPECIALI
In questa tabella ho riunito un assortimento di tipi svariati, acquistati in serie limitate; molti sono frutto di un
mio unico avvistamento.
Sono quasi tutti immatricolati nella serie da 600000 in poi.
Marca
Fiat
Iseran
Iveco
Modello
308
684N
2GT
6640G
160
M 548
M577
Anni
Quantità
1973-75
2?
1974
<50
1973-85
<50
1980
1974-79
1986
1995
Note
Furgone trasporto cavalli (EI 604724 e 612099)
Autoidrante per servizio di ordine pubblico dei Carabinieri (607xxx)
“Gatto delle nevi” dei Carabinieri (noti EI 355184 e 604205)
Veicolo anfibio
Furgone trasporto cavalli (EI 613942 e 619348)
Cingolato portamunizioni
Cingolato carro comando
MOTOCICLI
La targa motociclistica a sei cifre è sopravvissuta per quasi un ventennio a tutte le altre dello stesso tipo:
infatti, mentre queste sono state trasformate in alfanumeriche nel 1980, i motocicli nuovi di fabbrica hanno
continuato ad essere immatricolati con la targa di vecchio tipo fino almeno al 1997: il numero noto più alto è
264642.
Questo non indifferente numero di unità, quasi quindicimila, è costituito in gran parte dai motocicli dei
Carabinieri. A queste si affiancano solo poche centinaia di motocicli ordinari (Gilera 150, 200 e Guzzi V 35),
in linea con il ridottissimo uso che nei reparti dell’esercito veniva fatto di questi veicoli. Di queste parecchie si
vedevano a Roma per i servizi di collegamento fra il Ministero e le installazioni militari della capitale, ed
erano attrezzate con capaci borse portadocumenti.
Nel gruppo dei motocicli venivano immatricolati alcuni piccoli veicoli speciali, come alcune motoslitte dei
Carabinieri, varie motospazzatrici e i motocarrelli da carico Fresia destinati alle truppe alpine ed ai
paracadutisti: su uno di questi, la cui semplicissima carrozzeria ha spazio limitato, la targa appare con le
scritte su una sola riga (es. EI 262036).
A proposito dei Carabinieri, va ricordato che erano in dotazione, oltre alle Guzzi di grossa cilindrata che
formano blocchi numerosi ed omogenei (complessivamente almeno 11000 unità), anche un certo numero di
ciclomotori commerciali, oltre 700 unità, quasi tutti acquistati a metà degli anni ‘90. Questi erano usati per
spostamenti e pattugliamenti in incognito, con livrea civile e, naturalmente, la targa non veniva applicata.
Marca
Alpine
Bianchi
Cagiva
CBA
Fresia
Gilera
Guzzi
Modello
503 R
MT 61
350T4
600
MC 400 F18
150
200T4
Trend
125TT
500 Falcone
Nuovo Falcone
650T
Anni
1983-92
1964
1985
1996
1995
Quantità
150
Note
Motoslitta (anche altri tipi)
<50
50
<10
2616xx
1994
1972-79
1977-85
700
<100
<100
1977-82
<100
2605xx
1968-82
1977
10?
2600xx
Ciclomotore dei Carabinieri 2636xx
Motoscope di vari tipi
Paracadutabile. 262xxx
MLA
MTA
MTC
Piaggio
Peugot
Benelli
Piaggio
Florida
35 NTX
700-750-V7
V 35
1000 Convert
850 California
850 T3-T5
90
90
80
Cosa
Fox Lux
E3
Boss
Ciao
Si
Grillo
Grillo
1977
1977
1967-76
1977-80
1971-80
1972-87
1975-85
1987
<100
20?
2600xx
2609xx
>350
1977
>50
1994
735
Motocarrello paracadutabile
Mototriciclo paracadutabile
Motocarrello per truppe alpine
2603xx
Ciclomotori dei Carabinieri 263xxx-264xxx
RIMORCHI
Le targhe dei rimorchi restano anche in questo periodo solo posteriori e, oltre che per la numerazione, si
distinguono per una piccola R rossa a destra della sigla e sopra la stelletta.
Sono immatricolati in tre serie, intervallate da ampi spazi non utilizzati, e precisamente:
- Da 820001 Rimorchi a un asse (numero più alto conosciuto: 820977)
- Da 850001 Rimorchi a un asse (
“
854716)
- Da 900001 rimorchi a due o più assi (
“
901551)
Vi sono però delle incongruenze: non si capisce la ragione dell’esistenza della piccola serie 820000 (anche
se ho parecchi e sicuri avvistamenti di esemplari immatricolati in essa) e nella serie 900000 sono
immatricolati anche rimorchi ad un solo asse che dovrebbero rientrare nelle serie precedenti.
Alcuni dei rimorchi della serie 900000 hanno la lettera R delle stesse dimensioni delle cifre e posta sulla riga
inferiore a destra di queste, che sono convenientemente avvicinate.
In questo periodo compaiono per la prima volta i semirimorchi, che tuttavia hanno sempre una targa propria
indipendente da quella del veicolo trattore.
Un buon numero di rimorchi scoperti monta apparecchiature speciali e i tipi che sono riuscito ad individuare,
non molto diversi da quelli del periodo precedente, sono i seguenti:
A un asse:
- Avviatore per motori (EI 8536xx-8537xx)
- Scoperti e furgone da 0,25, 1, 1,5t (alcuni sono immatricolati nella sequenza da 900000 in poi)
- Cucina da 125 e 200 razioni
- Idropulitrice (EI 854400)
- Trasporto motoslitte
- Radar
- Trasporto missili
- Compressore
- Saldatore
- Stufa disinfezione
- Trasporto motocicli (alcuni sono immatricolati nella sequenza da 900000 in poi)
A due o più assi:
- Radar pesante
- Trasporto carri armati (semirimorchi)
- Compressore pesante
- Cisterna (ordinari e semirimorchi)
- Piano ribassato (ordinari e semirimorchi)
- Generatore elettrico
- Frigorifero
- Furgone
- Furgone per trasporto cavalli (ordinari e semirimorchi)
- Officina
-Rullo compressore trainato (ne ho visto un unico esemplare, EI 901077)
TARGHE DI PROVA
La targa, solo posteriore, è composta da due righe: su quella superiore figura la sigla EI, la stelletta e un
numero di tre cifre e in quella inferiore la scritta PROVA in rosso. Sono targhe ovviamente molto rare da
vedersi ed ho due soli fuggevoli avvistamenti (EI 439 e 477) ed è noto il numero 300 che, pur essendo più
basso, si è visto in circolazione più recentemente. Anche in questo caso mi sembra di ricordare che il
formato fosse di dimensioni inferiori rispetto alle targhe automobilistiche.
PERIODO DELLE TARGHE ALFANUMERICHE
L’introduzione del sistema alfanumerico è una conseguenza dell’applicazione delle disposizioni del Ministero
della Difesa dell’aprile 1979 che prescrivevano l’adozione di questo sistema, insieme al nuovo formato, per
tutti i modelli commerciali. D’altra parte, a quell’epoca e ormai da anni, le targhe posteriori civili erano
diventate componibili ed avevano dimensioni completamente diverse rispetto a quelle militari: poiché la cosa
si era subito riflessa sugli alloggiamenti predisposti dai costruttori che, tra l’altro, davano la preferenza a
quelle con le scritte di un'unica riga, si rendeva problematico all’esercito la sistemazione delle sue targhe,
che spesso avveniva in modo estemporaneo e con risultati estetici discutibili.
Tra l’altro il sistema di numerazione per serie separate si dimostrava dal punto di vista pratico privo di
particolare utilità, tanto che in qualche caso, di fatto, non era neppure più osservato.
Il formato della nuova targa era di mm. 340x115: avendo dimensioni non uguali, ma addirittura inferiori a
quelle delle targhe civili, risolse il problema dell’alloggiamento.
La targa anteriore era identica a quella posteriore.
E’ da notare che, secondo la già ricordata normativa, per i rimorchi il nuovo tipo di immatricolazione avrebbe
dovuto essere applicato solo a quelli a due o più assi; il non citare i rimorchi ad un solo asse forse fu solo di
una dimenticanza: ad ogni modo anche ad essi fu applicata la nuova targa.
In esse figuravano, da sinistra, la sigla E.I. in rosso, la stelletta verde, la R in rosso e, in nero, due numeri e
due lettere separati da un punto nero.
Ho avvistato le prime targhe di nuovo tipo nella tarda primavera del 1980.
AUTOVEICOLI
PRIMO PERIODO
La nuova targa comprende in un’unica sequenza progressiva tutti gli autoveicoli, di qualsiasi dimensione ed
adibiti a qualsiasi uso.
Non era previsto il formato alternativo su due righe come avveniva per le targhe civili.
Non vi sono particolarità anche se le combinazioni alfabetiche utilizzate sono superiori a quelle delle targhe
numeriche civili dell’epoca in quanto veniva impiegato un maggior numero di lettere rispetto a quelle che
figuravano nelle combinazioni delle provincie con targhe superiori al milione di unità, e precisamente: C, I, J,
Q W.
Un’altra particolarità è che l’assegnazione temporale dei gruppi alfanumerici contenenti alcune lettere
dovrebbe aver seguito una successione leggermente diversa rispetto a quella delle targhe civili, con una
conseguente variazione nella sequenza. Di questo non ho documenti che mi diano la certezza, tuttavia, in
base al momento degli avvistamenti, sembrerebbe che sia accaduto proprio così.
La progressione delle sequenze dovrebbe quindi essere stata la seguente:
Sequenze militari
AA
AB
AC
AD
AE
AF
AG
AH
AI
AK
AJ
AL
AM
AN
AP
AQ
AR
BA
BB
BC
BD
BE
BF
BG
BH
BI
BJ
BK
BL
BM
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BP
BQ
BR
CA
CB
CC
CD
CE
CF
CG
CH
CJ
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CK
CL
CM
CN
CP
CQ
CR
DA
DB
DC
DD
DE
DF
DG
DH
DI
DJ
DK
DL
DM
DN
DP
Sequenza
civile
A
B
D
E
F
G
H
K
L
M
N
P
R
AS
AT
AU
AV
AZ
AX
AW
AY
BS
BT
BU
BV
BX
BZ
BW
BY
CS
CT
CU
CV
CX
CZ
CW
CY
S
T
U
V
Z
X
Y
W
Nel 1996, mentre era in corso dell’assegnazione della combinazione DP (il numero più alto che conosco è
486 DP), l’assegnazione di targhe con questo formato e questa numerazione cessò ed iniziò il rilascio di un
nuovo tipo di targa che solo nei criteri generali di immatricolazione è simile a questa ma che, come vedremo
adesso, differisce di parecchi altri elementi.
SECONDO PERIODO
La nuova targa posteriore, di mm.486x109, assunse formato identico a quello delle targhe civili; quella
anteriore è invece rimasta di dimensioni immutate.
Cambiò anche la disposizione delle scritte: a destra della sigla ora figurano prima le due lettere seguite dalle
tre cifre separate dalle prime da un dischetto verde anziché da un punto nero.
Sotto la stelletta verde compare anche una minuscola sigla EI in nero con un’ulteriore stelletta a secco ( la
sola sigla, contenuta in un piccolo rettangolo a rilievo fu presente per un certo periodo anche nelle targhe del
tipo precedente).
La targa anteriore riprende nel medesimo ordine gli stessi elementi che compaiono su quella posteriore.
La numerazione è ricominciata da AA 001.
E’ stata anche introdotta una targa su due righe, anche questa di formato identico alla corrispondente civile,
che finora è apparsa solo sui fuoristrada: superiormente figura la sigla e la stelletta verde e inferiormente il
gruppo alfanumerico.
La collocazione delle lettere J, K, W, X, Y, Z nella progressione è ora identica a quella attuale delle targhe
civili, ma ci sono in più le lettere I, Q e U.
Va tenuto conto che non tutte le sequenze vengono assegnate all’esercito in quanto ora la numerazione è
interforze, eventualità prevista fin dalla normativa del 1979. Per un certo tempo le sequenze erano rilasciate
promiscuamente all’Esercito ed ai Carabinieri: normalmente, all’interno di queste, i vari lotti di veicoli erano
nettamente separati (ad esempio, nel migliaio con codice AF, i primi 200 veicoli erano Land Rover dei
Carabinieri, seguivano 500 automezzi di vario tipo dell’esercito, per poi riprendere con le ultime 300, ancora
di tipo diverso, dei Carabinieri). In qualche occasione, piuttosto raramente e nel caso di grossi lotti dello
stesso modello come le Land Rover o le Fiat Punto, le assegnazioni erano promiscue.
Dal 2003, con l’introduzione della targa CC, le serie sono state separate.
Finora risultano assegnati all’esercito le sequenze:
AA/AH 499
AJ, AL/AS
AU/BH, BL
CF, CG, CH, CV/CX
Va notato che delle sequenze intermedie, da CJ a CT, non ho alcuna informazione: molto probabilmente
sono ancora da assegnare perchè riservate alle altre forze armate, la cui progressione è molto più lenta o, in
particolare, ai Carabinieri, per il cui autoparco è prevedibile una forte crescita ed un continuo rinnovamento
AUTOVETTURE
Il termine della produzione dei Fiat 850/900 e il graduale ritiro della serie, ormai logora e obsoleta, ha reso
necessario la sostituzione dell’intera linea dei mezzi leggerissimi. Per questo compito sono state scelte le
Fiat Panda e le Uno, poi sostituite dalle Punto, anche se in realtà rappresentano solo un palliativo in
sostituzione dei pulmini e furgoncini preesistenti che non sono più stati eguagliati da veicoli tanto economici
e pratici.
L’altro elemento caratteristico è stata l’introduzione di veicoli di produzione estera, cosa che si sta ormai
verificando in tutte le forze armate e di polizia. In realtà non si tratta di un fatto del tutto nuovo, ma questo in
precedenza avveniva solo in connessione con i periodi bellici o per certi veicoli speciali, mentre ora riguarda
anche normali autovetture di serie, autobus e motocicli.
Marca
Modello
Anni
Quantità
Di cui ai
Carabinieri
Targhe note assegnate
Alfa Romeo
Alfetta 2^serie 1,8, 2.0 1981-84
>1700
1981 472
1982 446
1983 370
1984 435
Audi
Daewoo
Fiat
Lancia
Toyota
Yundai
Giulietta 1,6
Alfa 6
Alfa 33 1,2
Arna 12,SL, 1,3SL
Alfa 90 1,8, 2,0
1985
1981-84
1983-95
1984-86
1985-88
10?
>600
>120
>1600
Alfa 75 1,6 1,8 2,0
1988-90
>3000
Alfa 164 3,0
Alfa 155 1,8
1989
1993-97
<100
>5000
Alfa 156 2,0
Alfa 166
..
Llanos 1,6
Argenta 1600, 2000
Panda 45,
60,4x4,750,100S
1998-00
Dal 2000
2006
2000
1982
1980-96
Uno 45, 55
Regata 70S,100s
Regata DS 70S,
100S SW
Croma T, IE
Tipo 1,1 1,4
1982-94
1984-90
1985-88
>5700
>500
<70
1986-97
1988-96
<500
>2100
Tempra
Tempra SW
Punto 55S
Brava SX 1,4
Marea SX
Marea TD SW
Stilo
Thema
Dedra 1,6IE 1,8
Kappa
Lybra
Carina E
Lantra
Sonata GLS 1,6
Atos
1990-96
1996
Dal 1993
1995-02
1995-02
2002
Dal 2001
1986-93
1987-97
1996-97
2001
1994-97
2000
2000
2001
>250
<30
1985 514
1986 510
1987 529
1988 705
1989 703
1990 665
1992 619
1993 849
1994 542
1995 674
1996 800
(CC)430-850 AN
635-780AQ, 910AT/070AU
940AV/000AZ
(CC) 6xxBB/0xxBC
507-516BG
Due avvistamenti: 751AI, 289AZ
340/980CC, 350/410CD
010/349CG, 650CH-010CJ
650/880CK, 320/480CL, 690/840CN
CG 3xx-4xx
490-510CW, 780CW-020DA
250-480DC, 910DC-220DD
240-650DM
AC600-740, AF700-940, AG450-680
AH 080-180
>2600
>1200
<50
>1500
CG9xx CH 1xx
(CC) BC 7xx
XxxAP, AQ, AR
1985 300
1986 80
1987 445
1989 445
1990 308
1989 1747
(CC) 581-660 BU
(CC) 151-810 BY
(CC) 410-690 CK
1989-95
1454
Tutte
DJ4xx
2000 120
(CC) BA-BB
>250
>100
<100
<50
BC 9xx
1996 2
Ca 20
<40
AZ 7xx
AZ 7xx
N.B. le sequenze delle targhe assegnate in tutte queste tabelle devono intendersi come approssimative, in
genere con scarto di una decina unità. Tra l’altro talvolta sono discontinue perché al loro interno sono
immatricolati piccoli gruppi di veicoli di tutt’altro tipo. Allo stesso modo le serie indicate non rappresentano il
totale dei mezzi presi in esame perché, con molta frequenza, se ne incontrano altri dispersi in piccoli gruppi
fra altre sequenze. Questa impostazione delle immatricolazioni è comune a tutti i veicoli di Esercito e
Carabinieri di tutte le epoche. Fanno eccezione i dati in neretto e sottolineati che rappresentano un inizio o
una fine certa di una sequenza.
PULMINI, FURGONI E DERIVATI IN GENERE
E’ da notare che, dalla seconda metà degli anni ’90, è scomparsa la massima parte dei cellulari dei
Carabinieri di ogni età e dimensione in quanto il servizio delle traduzioni dei detenuti è diventato di
competenza del Corpo di Polizia Penitenziaria al quale sono stati ceduti tutti i veicoli destinati a questo
servizio.
Marca
Alfa Romeo
Fiat
Piaggio
Renault
Modello
AR 30
Panda 750 Van
Ducato
Anni
2000
1990-91
Dal 1981
Fiorino
1977-93
Talento
Porter
Master
1990-93
1995-98
1996
Quantità
150
<1000
300
<50
Note
Furgone blindato trasporto valori (Solo AZ 833?)
Furgone
Pulmino, furgone, ambulanza, camioncino, ufficio
mobile e cellulare Carabinieri
Adottato dall’esercito solo dopo l’introduzione delle
targhe alfanumeriche
Pulmino e furgone
Pulmino e furgone. Consegnato solo ai Carabinieri
Camioncino. AC 0xx AC 2xx
FUORISTRADA
Le Campagnole AR 76 manifestarono cattive qualità generali (anche se, in realtà, furono tenute in servizio
per non meno tempo dei modelli precedenti), né la Fiat progettò un modello che le sostituisse: fu questa
l’occasione che, per la prima volta, aprì alle forze armate il mercato straniero. Vennero acquisiti vari tipi in
piccole serie per poterli comparare, ma alla fine, come forse era logico aspettarsi, risultò vincente la
collaudatissima Land Rover che, in varie versioni, andò ad equipaggiare l’Esercito e i Carabinieri.
Un nuovo tipo di fuoristrada, ispirato allo Hummer statunitense, è attualmente in corso di valutazione.
Possiamo inserire in questa categoria, pur non essendo un vero e proprio fuoristrada, l’ottimo IVECO VM 90
(Veicolo Militare 1990, preceduto da un numero limitato di IVECO 40.10 allestiti in modo analogo che ne
rappresentarono una pre-serie) definito anche veicolo multiuso o multimpiego, che ha anche la capacità di
muoversi su tutti i terreni
e in molti casi ha sostituito le vecchie Campagnole, pur essendo
sovradimensionato rispetto ad esse.
Marca
Bertone
Modello
Freeclimber
Anni
1994-97
Quantità
Iveco
40.10
VM 90
65E19 WM
Defender 90,
110SW
Samurai
Land Cruiser
BJ/BS 73
2,5TD
Galloper
Dal 1984
>3000
2006
Dal 1994
>5000
Land Rover
Suzuki
Toyota
Yundai
2001
1989-90
<200
<20
<50
2000
<100
Di cui ai Carabinieri
1994 840
1995 900
1996 537
1997 465
Note
Anche ambulanza, autoprotetto
e furgone
In sperimentazione
Tutti
Tutti
BD 4xx
CG 3xx
CG 3xx CN 4xx
AUTOCARRI
Nel parco hanno continuato ad essere immessi gli ACL, ACM e ACP degli anni ’70 ed è entrata in servizio la
nuova linea degli ACP 260; da qualche anno l’ acquisizione di mezzi pesanti è molto rallentata, eccetto
qualche esemplare di tipo commerciale, ma stanno cominciando ad apparire sempre più consistenti le
variegate le serie prodotte dall’Astra di Piacenza (che poi è una consociata Iveco).
Gli autocarri e gli altri mezzi pesanti montano tutti la targa di tipo “lungo” anche se su alcuni modelli, dal
punto di vista estetico e dell’alloggiamento, sarebbe più indicata quella con le scritte su due righe.
Marca
Astra
Modello
BM 20
Anni
1982-98
Quantità
Note
Anche versione cassone ribaltabile MT 300
Iveco
AUTOBUS
Marca
Iveco
Renault
Scania
BM 201
BM 84.45
HD 66.45
SV 44.30
260.35, ACP 90
30.8
35.8
49.12
55.13, 55.14
59.12
60.10, 60.11
65.12
79F13, 79.14
80
100.8
150.18
ATCL
Modello
50.10/55F10
90.14/95.14
100E8
30.8, 30.10
35.8-35.10
40.10
45.10, 45.12
Irisbus 399E12
Iliade
..
TRATTORI
Marca
Modello
Astra
BM 88.42, 88.45
Iveco
320PTM 45
VEICOLI SPECIALI
Marca
Modello
Iveco
175.24
1985-99
1999
1996-98
1999
1981-91
1990
1990-92
1997
1980-90
1996
1983-90
1990
1981-91
2001
1996
1999
Dal 2000
Anche movimento terra e cisterna
<1000
20?
<100
<50
>600
50?
<10
20?
<100
Anni
1980-87
1986-91
Dal 1994
1991-95
1980-91
1991-97
Dal 1992
2001
1999
1994
Anni
1999
Dal 1981
Anni
1990
Anche trattrice per semirimorchi Genio pontieri
Versione trasporto shelter e autobotte tattico 8000 lt.
Anche carro soccorso (M120C e M200)
Solo furgone (EI 3xx CM)
Pulmino e furgone
Carro attrezzi
Solo furgone protetto e cellulare Carabinieri
Solo cellulare Carabinieri (AC 3xx)
Anche furgone e carro attrezzi
EI 06x CJ
Anche furgone, carro attrezzi e cellulare Carabinieri
EI AC 155-74
Ax 6XX
In sperimentazione. 4x4 e 8x8
Quantità
>330
>300
>400
Anche versioni 100E10, E15, E18
<100
<20
EI AU 2xx
EI 1xx DM
Quantità
Quantità
Note
Note
Trattore per semirimorchi logistici (complessi APS 95)
Con semirimorchio Bartoletti TCS 50.
Forma il complesso ATC 81 trasporto carri armati
Note
Furgone trasporto cavalli. Noti 883CK, 325CL, 983CP
TARGHE MOTOCICLISTICHE
Per quasi vent’anni, dopo l’introduzione delle targhe alfanumeriche, continuò la regolare assegnazione delle
targhe motociclistiche del vecchio tipo numerico. Solo nel 1999 ho visto in circolazione le prime targhe con la
nuova numerazione.
Esse hanno mantenuto il tradizionale formato di mm.165x165 e la disposizione delle scritte su due righe con
la sigla su quella superiore, la stelletta verde e una lettera, e su quella inferiore quattro numeri.
All’esercito è stata assegnata la sequenza da A0001ad A3999, anche se è ancora lontana dall’essere
completata, soprattutto dopo l’istituzione della targa CC.
Ad ogni modo, come in passato, più che targhe motociclistiche, dovrebbero essere più correttamente definite
“targhe per piccoli veicoli in genere” in quanto sono immatricolati in questa serie anche i carrelli elettrici in
dotazione ai Carabinieri, impiegati per i servizi di istituto nelle piccole isole e nei centri storici.
Sulle targhe motociclistiche finora note manca la ripetizione a sbalzo della sigla EI sotto la stelletta verde.
Marca
BMW
Cagiva
Honda
Piaggio
Modello
R-85t
F 650
350cc
650NX
Poker
Anni
Dal 1998
1998
1998
Dal 1990
Quantità
Note
Per i Carabinieri
Per i Carabinieri
Motociclo per uso tattico
Camioncino e furgone
TARGHE DEI RIMORCHI
A differenza dei motocicli e come le autovetture, i rimorchi adottarono subito la targa alfanumerica fin dal
1980 e già in quell’anno vidi i primi immatricolati con il nuovo sistema.
La targa era delle stesse dimensioni di quella automobilistica con, a destra della sigla e della stelletta, la
lettera R rossa delle stesse dimensioni degli altri caratteri, due numeri e due lettere separate dai primi dal
solito punto nero.
Attraverso gli anni le sequenze si sono succedute piuttosto velocemente, sicuramente molto di più delle mie
occasioni di vedere targhe di rimorchi.
Presumibilmente nel 1996, la targa è stata modificata abbastanza profondamente, assumendo aspetto e
dimensioni analoghe a quelli delle targhe dei rimorchi civili: sulla riga superiore compare la scritta
RIMORCHIO in rosso, e su quella inferiore la sigla, la stelletta, due lettere e tre numeri separati da un
dischetto verde. Manca la ripetizione della sigla EI sotto la stella.
L’ultimo numero che conosco con il vecchio sistema è 69 BA e il primo che conosco della nuova targa è BC
023, peraltro non assegnato all’Esercito, ma essendo subentrata anche qui la numerazione interforze, alla
Marina Militare: il primo che conosco dell’Esercito è BI 084. Sembrerebbe quindi che, a differenza degli
autoveicoli, la numerazione non sia ricominciata da capo, ma sia proseguita senza soluzione di continuità.
Durante il periodo delle targhe alfanumeriche hanno continuato ad entrare in servizio i soliti tipi di rimorchi,
tradizionali e speciali, già visti negli anni precedenti. Ho visto solo tre tipi nuovi:
- Una serie di semirimorchi attrezzati per il Genio Pontieri (serie BI 0xx), che ora porta le attrezzature peraltro
anch’esse profondamente rinnovate - del tipo che in precedenza erano caricate sui CP 56 e sugli M 54.
- Un rimorchio ad un asse per il trasporto di imbarcazioni, in dotazione ai Carabinieri. E’ però probabile che
rimorchi di questo tipo fossero già in servizio anche in precedenza, anche se di essi non ho nessun
avvistamento.
- Un semirimorchio cassone di grande capacità
TARGHE DELLE MACCHINE OPERATRICI
Per le macchine operatrici (ruspe, scavatrici, bulldozer ecc.) fra il 1980 e il 2000 si è prolungato per
parecchio tempo l’uso della vecchia targa numerica con la sequenza da 350000 in poi.
Posto che non ho nessuna osservazione di mezzi con targa alfanumerica tipo 1980, come ho già ipotizzato,
riterrei che sia passati direttamente dalla targa numerica a quella targa propria di nuovo tipo, anche in
questo caso verso il 1996.
Questa ha oggi dimensioni identiche a quelle dei rimorchi, ma a fondo giallo. Sulla riga superiore compare la
scritta in rosso MACC. OP. e su quella inferiore la sigla, la stelletta, due lettere e due numeri.
L’unico esemplare che ho visto portava la targa AB 12.
VEICOLI STORICI
La sequenza VS è stata riservata ai veicoli storici: finora ho visto la VS 008 (una Lancia Aprilia), la VS 011
(un’Alfa Romeo coloniale) e la VS 028 (un’autoblinda Lince). Questa targa è l’equivalente di quelle con la
sigla SN, ma è destinata ai veicoli restaurati anche meccanicamente e regolarmente circolanti.
TARGHE DI PROVA
E’ ancora oggi delle dimensioni di mm. 340x109, con fondo bianco e lettera P verde. Su un’unica riga
compare la sigla in rosso, la stelletta verde, la piccola lettera P e la combinazione identificativa, solo
numerica, di quattro cifre.
Conosco la EI P 0144: si tratta di un avvistamento piuttosto recente che fa pensare che, nonostante questa
targa fosse già prevista dalla Circolare del 1979, sia stata effettivamente adottata solo da poco.
TARGHE ONU
Fin dall’entrata dell’Italia nel sistema delle alleanze del dopoguerra, il nostro paese ha partecipato in vario
modo, per conto dell’ONU, a numerosissime missioni all’estero: dapprima erano limitate all’invio di
osservatori, ma dagli anni ’80 hanno comportato anche l’invio di reparti armati. Per quanto mi risulta, nella
massima parte dei casi, i veicoli hanno mantenuto la propria targa E.I. (che talvolta, per evitare
l’identificazione dei veicoli, viene smontata). Durante la missione in Mozambico nel 1993-94 alcuni mezzi
hanno montato la targa dell’ONU. Conosco infatti la foto di un VM 90 targato ONUMOZ 2147, ma in altre foto
della stessa missione compaiono normali targhe italiane; non saprei però dire in quali circostanze questo sia
avvenuto o avvenga tutt’oggi.
Le targhe delle Nazioni Unite, a fondo bianco e scritte nere, vengono rilasciate sempre nuove di volta in volta
in occasione di ciascuna missione, con una sigla diversa che la identifica: abbiamo così, ad esempio, le sigle
UNIFIL (Libano), UNOSOM (Somalia) ecc. E’ comunque abbastanza singolare che nella targa sopra
descritta l’acronimo fosse stato coniato sulla traduzione italiana (ONU) anzichè inglese UN (United Nations).
PROGRESSIONE DELLA NUMERAZIONE
In questa parte tenterò di indicare i numeri più alti raggiunti dalle targhe EI attraverso il tempo. Credo che la
tabella abbia una certa attendibilità ma certamente contiene inesattezze, soprattutto per le serie più antiche
e perché non sempre, per quelle più recenti, le mie osservazioni risalgono alla fine dell’anno, ma magari a
qualche mese prima, così che, in realtà, la numerazione finale potrebbe essere più alta. Tra l’altro, in alcuni
casi, come i rimorchi, le osservazioni visive sono rare e perciò più imprecise.
Ho poi preferito lasciare per il periodo più antico solo i pochi dati di cui ho ragionevole certezza o che ho
potuto ricavare da documenti ufficiali. Speriamo che con il tempo si possano migliorare.
TARGHE A CINQUE CIFRE
A/R
Autovetture
1950
1951
1952
1953 16374
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1961 19219
1962
1963
1964
1965
1966 29830
Mezzi
pesanti
Rimorchi
32829
10973
89957
35158
34099
34479
65965
95390
TARGHE A SEI CIFRE
A/R
Autovetture
1966
451661
1967
1968
1969 350752
1970
456177
1971
458805
1972
1973 354090 459987
1974
471887
1975
473594
1976
1977
1978
480199
1979
1980
481301
Derivati
38551
Mezzi
pesanti
Moto
Autoveicoli
563 AE
711 AL
503 AQ
942 AV
700 BC
Rimorchi
460296
462295
465797
254517
851334
851836
618989
620679
TARGHE DEL PERIODO ALFANUMERICO
1980
1981
1982
1983
1984
Moto
Moto
258881
259025
259199
259645
Rimorchi
35 AA
Semoventi
354826
900854
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
992 BK
460 BT
491 CA
979 CF
951 CI
929 CN
790 CZ
778 DA
710 DE
372 DL
836 DN
466 DP
259956
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Autoveicoli
AG 305
AP 510
AS 026
AY 220
BA 700
BE 742
BG 735
BH 206
CX 974
Moto
264028
264642
A1319
A 1792
A 2030
A 2178
263070
55 AQ
355783
Rimorchi
00 AU
75 AY
69 BA
BI 440
CE 087
STANAG
Ne parliamo in fondo al lavoro, ma in realtà se ne potrebbe accennare in qualsiasi altro punto, purché riferito
al periodo successivo al 1949, anno di ingresso dell’Italia nella NATO.
Non si tratta di una vera e propria targa, benché in qualche modo contribuisca all’identificazione del veicolo:
potrebbe definirsi una “targa collettiva”.
Il nome deriva dall’abbreviazione di standardization agreement, vale a dire accordo di standardizzazione. In
pratica rappresenta uno dei tantissimi sistemi di classificazione uniformi mediante i quali i paesi NATO
operano nei più disparati aspetti dell’ambiente e della vita militare.
Esso consiste in un rettangolo, verniciato sulla carrozzeria, diviso orizzontalmente in due parti: su quella
inferiore compare un numero che indica il reparto che ha in carico il veicolo, mentre su quella superiore
compare lo stemma o l’indicazione del reparto stesso, oppure l’indicazione della grande unità della quale fa
parte.
Nel complesso, essendo variamente colorati e spesso con simboli fantasiosi, i distintivi STANAG si
presentano molto gradevoli.
Non saprei dire con quali criteri venissero distribuiti: sono però sempre presenti sui mezzi pesanti e sui
mezzi corazzati, mentre generalmente mancano sulle autovetture e sui motocicli. In passato, anziché da un
unico pezzo, era composto di due parti, collocate separatamente sulla carrozzeria in posizioni diverse: una
conteneva il logo di reparto, l’altra il numero identificativo.
Dopo il 2000 sono stati gradatamente aboliti forse perché, a seguito della riorganizzazione dell’esercito, che
ben poco mantiene della struttura precedente, il sistema era diventato completamente inutilizzabile così che
i veicoli militari sono contrassegnati solo dalla targa. Infatti, ad ogni soppressione o costituzione di unità, era
necessario variare anche gli STANAG.
Attraverso il tempo si sono avute alcune caratteristiche standard che sono rimaste adottate per molti anni o
che, addirittura, non sono mai cambiate, che possiamo riassumere nella presenza di cinque o quattro
numeri oppure di una lettera e tre numeri: in questi casi la lettera o il numero iniziale indicavano la grande
l’unità di base, operativa o amministrativa, cui apparteneva il veicolo. Le tre cifre finali indicavano i reparti
che, a seconda dei casi, potevano scendere a livello di battaglione o di compagnia. La combinazione 000
era riservata al comando o alle strutture di supporto.
Non credo esista, a livello amatoriale, un elenco completo degli STANAG: si trattava di una materia riservata
(anche se, di fatto, sotto gli occhi di tutti), e quindi era di difficile accesso.
Cercherò qui di indicare in modo schematico alcuni dei risultati delle mie osservazioni integrati da altri dati,
peraltro anch’essi lacunosi, raccolti dagli appassionati del settore.
Sono stati accorpati nella tabella STANAG di periodi diversi, magari uno incompatibile con l’altro, ma lo
scopo è quello di dare un’idea di come funzionasse il sistema, più che fornire un quadro completo che, al
momento, è una cosa impossibile.
Codice Unità/Ente di appartenenza
10xxx Carabinieri
15xx
21xxx
22xxx
23xxx
24xxx
25xxx
26xxx
27xxx
28xxx
Battaglioni Carabinieri
I Comando Militare Territoriale
II Comando Militare Territoriale
III Comando Militare Territoriale
VI Comando Militare Territoriale
V Comando Militare Territoriale
VI Comando Militare Territoriale
VII Comando Militare Territoriale
VIII Comando Militare Territoriale
29xxx
30xxx
31xxx
3xxx
IX Comando Militare Territoriale
X Comando Militare Territoriale
XI Comando Militare Territoriale
III Corpo d’Armata
4xxx
5xxx
IV Corpo d’Armata
V Corpo d’Armata
O
E
T
Regione Militare Nord Ovest
Regione Militare Nord Est
Regione Militare Tosco Emiliana
C
Regione Militare Centrale
M
S
I
Regione Militare Meridionale
Regione Militare Sicilia
Regione Militare Sardegna
Esempio di STANAG
10070 Nucleo radiomobile
10250 Battaglione meccanizzato
21050 Scuola Applicaz. d’ Arma
23030 Gruppo Elicotteri
25350 Lancieri di Novara
28126 Genio
28302 Lancieri di Montebello
3000 Comando
3071 Battaglione . Logistico
3303 Artiglieria
3304 Genio
3305 Trasmissioni
3306 Aviazione leggera
3307 Trasporti
4301 Granatieri di Sardegna
5000 Comando
5947 Battaglione logistico
E042 Genio Pontieri
T041 Genio Ferrovieri
T904 1° Battaglione Ferrovieri
T050 Genio Trasmissioni
T906 Friuli
C 077 Ministero della Difesa
C610 Scuola Fanteria
M030 cdo artiglieria
I colori dei codici sulla sezione inferiore sono in genere gli stessi che contraddistinguono l’arma o la
specialità e che compaiono anche sulle mostrine delle uniformi (amaranto il Genio, nero/azzurro la
Motorizzazione, ecc.)
Anche la Polizia, che in passato era un Corpo Militare a tutti gli effetti, era dotata di un proprio STANAG
(90xxx).
I veicoli dell’Aeronautica Militare, della Marina Militare, della Guardia di Finanza e degli altri corpi all’epoca
militarizzati non ne erano dotati.
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