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le targhe ei veicoli dell`esercito italiano
LE TARGHE E I VEICOLI DELL’ESERCITO ITALIANO Dal 1947 ad oggi di Guglielmo Evangelista PREMESSA Affrontare il discorso sui mezzi e sulle targhe dell’esercito dal dopoguerra ad oggi è un impegno che, nello stesso tempo, è facile e difficile. E’ facile perché i veicoli dell’esercito sono comunissimi dovunque e quindi un osservatore, in qualunque regione d’Italia, ne può incontrare sulla strada a migliaia ricavandone tutti i dati che gli possono interessare; è difficile perché, a differenza della ricca pubblicistica e della documentazione relativa al mondo militare del periodo prebellico e bellico, la documentazione ufficiale disponibile sui mezzi moderni è molto scarsa, per certi tipi addirittura completamente assente: d’altra parte molti sono troppo recenti e conosciuti per costituire oggetto di interesse amatoriale. Tuttavia a questa carenza di notizie ho potuto supplire con le mie osservazioni dirette: occupandomi di targhe dal lontano 1962, i miei primi ricordi risalgono ad un’epoca nella quale – esclusa la maggior parte dei mezzi di provenienza americana e inglese – era in servizio la totalità dei tipi di autoveicoli acquistati nel dopoguerra (e non pochi anche più antichi), così che ho potuto ricostruire “dal vivo” la parte più rappresentativa del parco e le relative serie di targhe senza soluzione di continuità. Naturalmente non si può escludere che sia esistita tutta una casistica che mi è sfuggita, specialmente per quanto riguarda i veicoli destinati ad usi speciali, presenti in poche unità e solo in particolari luoghi: infatti mi è capitato di incontrare certi mezzi un’unica volta in tante decine d’anni di ricerche, ed è probabile che molti altri abbiano esaurito tutta la loro vita operativa restandomi ignoti. L’argomento che stiamo per esaminare è idoneo ad essere logicamente distinto in tre periodi: quello delle targhe a cinque cifre, quello delle targhe a sei cifre e quello delle targhe alfanumeriche. LA TARGA “E.I.” A CINQUE CIFRE La targa “Esercito Italiano” che sostituì quella “Regio Esercito” si inquadra nell’abolizione di tutti i riferimenti alla monarchia a seguito della proclamazione della Repubblica. Questa avvenne il 2 giugno 1946 e il cambiamento delle targhe militari, che ovviamente richiese certi tempi tecnici, dovrebbe essere avvenuto, al massimo, entro i primi mesi del 1947. Con l’adozione della nuova targa non cambiò concettualmente il sistema di immatricolazione vigente dal 1927, cioè la ripartizione in serie riservate a ciascuna categoria di veicoli, ma comportò probabilmente anche l’assegnazione di nuovi numeri a ciascun mezzo: infatti confrontando tutti gli esempi che conosco di veicoli dello stesso modello di costruzione prebellica o bellica, la cui lunga vita ha permesso che portassero prima le targhe R.E. e poi le targhe E.I., sono pochi i casi nei quali si possa riconoscere, approssimativamente, la medesima sequenza, e non è detto che trattino di casuali coincidenze. D’altra parte ciò è logico se si pensa come il ridimensionamento del parco abbia reso opportuno “compattare” le serie per eliminare gli enormi vuoti causati dalla guerra e dalla radiazione dei veicoli più vetusti. Va però ricordata l’esistenza accertata della targa 84780, nata con la sigla R.E. poi corretta in E.I. A questo punto, poi, mi devo fare una domanda alla quale non so dare una precisa risposta. Le sequenze note a cinque cifre così come le conosciamo erano sicuramente in corso almeno dall’inizio degli anni ‘50, ma c’è qualche perplessità che fossero tutte rimaste immutate anche nei pochi anni precedenti, cioè dal momento dell’introduzione della targa E.I. Il problema non è però generale, e dovrebbe essere circoscritto a quello dell’immatricolazione delle autovetture, delle jeep e delle Campagnole e dei rimorchi a un asse. Per esaminare questo problema, anticipando quanto diremo più analiticamente più oltre, ricordiamo che le sequenze di immatricolazione per Campagnole e jeep esistenti negli anni ‘50 e rimaste inalterate fino a parte del decennio successivo iniziano da 14000 ed arrivano fino a 29999 pur con l’interruzione dovuta a qualche sequenza intermedia assegnata a piccole autovetture. Ora, fra le appena ricordate serie di utilitarie, vi sono veicoli molto datati, di costruzione precedente al conflitto che, a rigore di logica, avrebbero dovuto essere immatricolati prima delle Campagnole, i cui primissimi esemplari risalgono al 1951-52. E’ ovviamente anche da escludere che alle utilitarie, fin dal 1947, siano state apoditticamente assegnate serie attorno a 20000, lasciando libere quelle precedenti “in previsione” dell’entrata in servizio delle Campagnole che probabilmente, nel 1946-47, nessuno aveva ancora in mente. E perché le Campagnole in questione iniziano la serie da 14000? Bisogna tenere presente che i numeri di queste sequenze li vidi fin dal 1962-63, quando questi tipi, che rappresentavano le serie più anziane, avevano solo una decina d’anni e quindi non si può pensare che ne esistesse un altro lotto già radiato con targhe più basse e a me sfuggito. L’unica ipotesi plausibile è che i numeri da 1 a 10000 non vennero assegnati volendosi mantenere convenzionalmente un sistema solo con cinque cifre (o forse si pensava di riservarle ai carri armati come prima e durante la guerra) e che quelli da 10000 a 14000 siano stati assegnati alle primissime jeep: anche questa non è però un’illazione particolarmente valida sia perché 4000 unità sembrano del tutto esuberanti ad un esercito nelle condizioni in cui era ridotto il nostro nel dopoguerra, sia perché rimane aperta la questione dei numeri di targa delle più vecchie utilitarie sopravvissute alle quali ho già accennato: al limite, se mai, i numeri da 10000 in poi avrebbero dovuto essere stati assegnati a queste, dopo sarebbero dovute venire le jeep e poi le Campagnole. Infine, al di là di ogni altra considerazione, sembrerebbe più logico che una qualsiasi sequenza convenzionale inizi con una cifra più “tonda”, cioè 15000 e non 14000. Analogo discorso va fatto per le serie delle autovetture più grandi che iniziano da 30000. Se questi numeri furono assegnati contestualmente all’introduzione della targa EI, resta da accertare per chi (e perché) fossero riservati i numeri inferiori a 30000, sempre con il verosimile presupposto che al momento dell’introduzione della nuova targa non si pensasse ancora a serie per le Campagnole. A complicare le cose concorre anche una fotografia risalente ai primi anni ’50, nel quale figura un autoveicolo con targa EI 9xxxxx. Poiché il veicolo in questione è smontato in officina non si riesce a capire a quale modello appartenga, ma sembra proprio troppo piccolo per essere un autocarro, anche se leggero, ai quali, nello stesso periodo, era riservata questa serie. Infine i rimorchi ad un asse di tipo leggero per Campagnole e i rimorchi cucina: l’anno di assegnazione delle varie sequenze è noto, desumibile – pur con la debita tara di inesattezze – dagli elenchi del materiale periodicamente alienato dall’esercito. Ebbene, in questi elenchi sono praticamente riportati numeri di targa di tutte le sequenze da 34500 a 39000, caratteristiche di questi tipi, ma gli anni di costruzione non vanno più indietro del 1960: l’ovvia domanda è come fossero targati gli esemplari meno recenti (la Viberti costruiva il rimorchio per la AR 51 fin da una decina di anni prima, presumibilmente fin dall’uscita di questa), a meno di concludere che l’intera sequenza sia stata completamente riassegnata nel giro di pochi anni riutilizzando i numeri di rimorchi analoghi radiati, cosa improbabile considerata la longevità di questo tipo di veicolo. Lasciando però da parte i misteri – che magari hanno una soluzione banale - descriverò le targhe e le loro numerazioni prendendo come presupposto quella che è l’opinione corrente, e cioè che siano rimaste immutate fin dal momento nel quale la sigla della targa passò da RE a EI. CARATTERISTICHE DELLE TARGHE La nuova targa, come è noto, adottò la sigla E.I. (Esercito italiano) in rosso, su fondo bianco e scritte nere. Oltre al cambio della sigla vi fu un’altra piccola innovazione, cioè l’introduzione di una stelletta verde a cinque punte che, nelle targhe posteriori, era situata a destra della sigla stessa e, in quelle anteriori, fra la sigla e il numero. Esistono due formati di targhe posteriori: una di mm.213x160 utilizzata da autovetture di piccole dimensioni, dai piccoli rimorchi e dai fuoristrada, ed una di mm. 320x220 per tutti gli altri veicoli, formato che poi non era altro che quello standard anche per i veicoli civili precedenti al 1952: a differenza di quanto accadde per questi, credo che le dimensioni delle targhe EI non cambiarono mai fino all’adozione delle targhe con numerazione a sei cifre. Quella anteriore, per tutti i mezzi, era delle dimensioni adottate anche per i veicoli civili, cioè di mm. 267x62. Tuttavia su un limitato numero di veicoli pesanti – mi sembra di ricordare i Dovunque delle ultime serie e i trattori di artiglieria – si perpetuò l’abitudine di dipingerla direttamente sul frontale, con conseguenti variazioni occasionali delle dimensioni. Le targhe posteriori (sicuramente quelle “grandi”, non ricordo le più piccole) avevano due fori attraverso i quali passava un filo piombato che assicurava la targa alla carrozzeria. I numeri venivano assegnati per sequenze separate a seconda del veicolo. In linea di massima – salvo esaminarli in seguito in modo più approfondito - i gruppi furono i seguenti: 14000-29999 fuoristrada e utilitarie 30000-34499 autovetture 34500-38999 rimorchi leggeri 39000-39999 fuoristrada 40000-49999 autocarri e mezzi pesanti vari 50000-59999 rimorchi vari 60000-64999 derivati e autovetture 65000-69999 rimorchi vari 70000-99999 autocarri, autobus, mezzi da lavoro vari I motocicli avevano una numerazione propria che vedremo più avanti, e i mezzi corazzati una numerazione superiore a 100000, della quale ci occupiamo separatamente. I caratteri erano più sottili rispetto a quelli delle targhe civili, e comunque quelli delle targhe più antiche non hanno le “codine”. Sempre rispetto alle civili nell’aspetto successivo al 1952, i numeri presentano alcune lievi differenze grafiche nelle cifre 6, 7, 9. Esistono anche targhe che compaiono in diverse collezioni private, dove, alla normale numerazione, è anteposto lo zero. Dovrebbe trattarsi di targhe che non sono mai state realmente applicate e che erano destinate a formare una scorta di materiale da utilizzare in caso di requisizione di autoveicoli privati. Ve ne sono di tutte le serie, probabilmente nella previsione che ciascun mezzo requisito sarebbe stato inserito nelle sequenze riservate al tipo a cui apparteneva. Ne esistono anche per i rimorchi (con la R rossa regolarmente posposta) ed a ben sette cifre (EI 01xxxxx). Questa numerazione, in tempi normali, è riservata ai mezzi cingolati, ma queste targhe si differenziano perché manca la granata con fiamma. Considerata l’ovvia inesistenza di veicoli corazzati privati da requisire (a parte, forse, i pezzi da collezione), probabilmente le targhe a sette cifre erano una “riserva della riserva” per ulteriori acquisizioni di veicoli qualora si fosse arrivati all’esaurimento dei numeri disponibili al di sotto di 100000. Con il passaggio al sistema di numerazione a sei cifre, che comportò anche nuove sequenze assegnate alle varie categorie di veicoli, queste targhe divennero inutilizzabili e lo stock fu gradatamente liquidato, così che non è difficile entrarne in possesso. Posto quanto sopra, dopo la descrizione generale delle targhe e, a grandi linee, l’assegnazione delle varie sequenze, è necessario esaminare i mezzi categoria per categoria, in modo da passare in rassegna i principali modelli di veicoli acquistati dall’Esercito, le cui targhe, a seconda del tipo, presentano spesso complesse eccezioni nella numerazione. AUTOVETTURE Nell’immediato dopoguerra entrarono in servizio le Fiat 1100B ed E e le 1500, quelle chiamate dagli appassionati “musone”, seguite dopo qualche anno, per i servizi più importanti, dalle Fiat 1400/1900. Si trattò in tutti questi casi di un numero limitato di esemplari, poiché restava ancora in servizio una certa quantità di veicoli prebellici. Il parco fu completamente rinnovato più tardi, quando fu acquistata la tipica autovettura di servizio, destinata a tutti i compiti, cioè la 1100/103. Ne fu acquisito un grosso lotto fra il 1953 e il 1955 che restò in attività parecchio tempo, scomparendo solo con l’apparizione delle prime 124 e 128. Con l’ampia disponibilità di vetture di questo modello che, a quanto pare, erano tanto robuste quanto versatili, il grosso del parco rimase del tutto statico per più di un decennio, e praticamente non vi furono altri acquisti se non qualche Fiat 1800/2100/2300 e Lancia Flaminia per i compiti di maggior prestigio. Nei miei ricordi vi sono infatti solo le 1100 di questo tipo, e neppure quelle dei modelli più recenti degli anni successivi: una fonte parla dell’esistenza di 1100D, ma per quanti sforzi faccia non le riesco a ricordarne. L’esercito tenne in servizio relativamente poche utilitarie anche se, comunque, le Fiat 600 vennero assegnate alle stazioni minori dei Carabinieri che, per la prima volta, si trovarono dotate per la quasi totalità di un autoveicolo. Ad ogni modo il numero di autovetture utilizzate in questo periodo fu limitato perché era ancora l’epoca nella quale molti servizi leggeri erano affidati a jeep e Campagnole. Quanto alle targhe, le utilitarie avevano la targa “piccola”, le altre quella di dimensioni normali. Come abbiamo già avuto occasione di dire, la numerazione delle utilitarie si trovava nel bel mezzo di quella delle Campagnole, e tra l’altro, al loro interno, non si riesce a determinare un criterio cronologico: i miei dati sono incongruenti e discontinui: vanno dalla più bassa di questo tipo, una 600 (EI 18840), a cui seguono alcune Campagnole (EI 19199, 218, 229), poi una Topolino A (EI 19578). In linea di massima potremmo solo concludere che furono immatricolate nelle sequenze da 18000 a 20000. Le autovetture di maggior cilindrata hanno targhe che partono da 30000 e arrivano a circa 32500, e nella sequenza si incontrano a gruppi irregolari tutti i veicoli prebellici sopravvissuti, le Fiat 1100 e 1500 postbelliche e le più recenti Fiat 1800-2300. Solo da 32500 a 34000 abbiamo la serie regolare di immatricolazioni del grosso nucleo di 1100/103, con poche interruzioni. Una vettura molto interessante fu la 1100 i giardinetta assegnata in dotazione ai Carabinieri in numero limitato (la Polizia ne acquisì molte di più): era un mezzo dalla linea squadrata che nulla aveva esteticamente del modello di origine e che appariva molto moderna pur essendo stata costruita a partire dal 1948; tuttavia, con le ultime serie, il loro aspetto rientrò in canoni più tradizionali perché divennero molto simili alle normali 1100/103 familiari. Qualche esemplare del modello originario rimase in servizio fino a dopo il 1960 e qualcuno, venduto ad appassionati civili, è ancora esistente. Per quanto concerne gli altri modelli in dotazione all’Arma, questa attinse al normale parco automobilistico dell’Esercito: per tutti gli anni ’50 il grosso dei servizi venne svolto dalla Campagnole e dalle Fiat 600, ma solo con le Alfa Romeo Giulia, nella prima metà degli anni ’60, le pattuglie cominciarono a disporre di autovetture di buone prestazioni ed adatte agli inseguimenti benché con un certo ritardo rispetto alla Polizia e alla Guardia di Finanza che già disponevano di mezzi veloci. Le targhe delle primissime Giulia che entrarono in servizio apparentemente proseguono con regolarità la numerazione da 34000 in poi, senza soluzione di continuità con la serie delle 1100. A questo punto – siamo nella prima metà degli anni ’60 - la parte della serie 3xxxx riservata alle autovetture venne saturata con il raggiungimento del numero 34499 dopo il quale iniziava la sequenza riservata ai rimorchi leggeri. Pertanto in quel periodo si risolse il problema di immatricolare le nuove autovetture, in attesa dell’inizio delle targhe a sei cifre, probabilmente già previste, con la registrazione nel gruppo 62900-65000, in origine riservato a furgoni e simili, ma che presentava ancora un’ampia disponibilità di combinazioni. In questa sequenza compare quasi tutta la dotazione delle Giulia dell’epoca, oltre ad una serie di una certa consistenza di Fiat 1300 o 1500 di rappresentanza (almeno da EI 64326 a 64416). Tutte le sequenze 3xxxx –eccetto quella occupata dalle 1100/103- sono piuttosto arruffate, e sembra che in gran parte i numeri siano stati assegnati sfruttando i posti liberi lasciati dalla radiazione delle altre serie di veicoli preesistenti o siano derivati da un’assegnazione originaria discontinua. E’ da notare che, almeno dalle mie osservazioni, le vetture prebelliche che continuavano a portare la targa da 30000 in poi come in precedenza, non si sono limitate a cambiare la sigla RE in EI, ma hanno sempre ricevuto un numero diverso. Al Museo della Motorizzazione Militare di Roma è conservata una Mercedes di tipo prebellico targata EI 30871: apparentemente sembrerebbe una di quelle ceduteci a suo tempo dai tedeschi, anche se è abbastanza sorprendente, se non inverosimile, che sia rimasta in servizio anche nel dopoguerra. Nella tabella che segue, come in tutte le altre che si incontreranno più avanti relative ai tipi di veicoli in servizio presso l’Esercito, sono indicati solo i nuovi modelli la cui acquisizione iniziò nel periodo preso in considerazione anche se questa si è prolungata nel periodo successivo. Marca Alfa Romeo Fiat Modello Giulia TI, Super 500C 1100E 1500E Anni 1963-1972 1949-1954 1948-1952 1940-1950 Quantità 3500 Targa EI 32xxx 31xxx Note 1100 I giardinetta Lancia 1948 10 1949 16 1950 13 1951 21 1952-56 295 1957 116 1400/1900 1950-1958 1100/103 1953-1956 1100/103 I familiare 1954-1959 1100D 1962-1965 600 1955-1969 1800 1959-1968 2100 1959-1961 2300 1961-1968 1300/1500 1961-1967 Aurelia B10, B21 1951-1953 Flaminia 1957-1969 60xxx-62xxx Solo ai Carabinieri 1400 ca. 60xxx-62xxx Solo ai Carabinieri? 1627 ai Carabinieri 1957-67 337xx FUORISTRADA La prima dotazione di veicoli di questo tipo fu quella delle jeep di provenienza alleata, sicuramente presenti fin dal 1944-45 e di cui alcuni lotti vennero consegnati fino agli anni ’50; ad esse seguirono le Fiat Campagnola, la cui versione militare fu denominata AR 51 (secondo la classificazione dell’esercito, come quella degli autocarri e degli altri veicoli che dura ancora oggi, la sigla è un acronimo che nel nostro caso e significava “autovettura da ricognizione”, mentre il numero indica l’anno di adozione del modello), alla quale poi subentrarono le nuove versioni AR 55 e AR 59. Tanto le jeep quanto le Campagnole portavano senza eccezioni la targa “piccola”, venendo immatricolate, pur con i dubbi che abbiamo avanzato prima, nella sequenza da 14000 (il numero più basso che conosco è 14144 avvistato in regolare servizio nel 1963) fino a 29999 (numero più alto noto 29830). Ho poi avvistamenti isolati (EI 34065 e 34479) e di un gruppo che dovrebbe coprire completamente la sequenza da 39000 a 39999. Ignoro il motivo di queste numerazioni anomale, ma è probabile che si tratti di immatricolazioni tardive avvenute dopo il raggiungimento del 29999 che imposero di cercare, come per autovetture, delle sequenze libere da qualche altra parte. Alcune delle jeep in dotazione al Genio Ferrovieri erano attrezzate per il montaggio di ruote ferroviarie e potersi muovere sui binari. Alle Campagnole si affiancò un certo numero, molto inferiore, di unità fuoristrada Alfa Romeo, l’Alfa Matta; conosco solo le targhe 14625, 15937 e 17415. In qualche modo assimilabile ai fuoristrada, e lo elenchiamo con questi, è il piccolo autocarro OM CL 52, il cui progetto si rifà, come impostazione generale, agli analoghi Dodge e G.M.C. americani e come questi chiamato comunemente “gippone”: poteva essere usato come carro comando o per il trasporto di soldati o materiali. Nonostante il lunghissimo periodo durante il quale restò in produzione furono pochi gli esemplari acquistati dall’esercito, mentre maggior successo ebbe presso la Polizia. Ne ho visto in servizio solo uno (EI 93695). Dopo la guerra restarono ancora in attività per qualche anno le 508C coloniali (conosco la EI 20110 e la 21610, regolarmente immatricolate nelle sequenze dei fuoristrada, probabilmente perché considerate tali). Accenno anche a una vettura speciale la cui sigla costruttiva dovrebbe essere 124BLC, destinata ad essere paracadutata nelle zone di operazione: non saprei dire altro di essa, di cui vidi un unico esemplare con la targa EI 34441. Ho visto circolare l’ultima Campagnola con targa a cinque cifre nel 1987. Marca Alfa Romeo Fiat OM Modello 1900M AR 51 AR 51 AR 55/59 124 BLC 20-110(CL 52) Anni 1951-1953 1952-1955 1959-1973 Anni ‘60 1952-1970 Quantità 2000 4000 ca. 11000 ca. Di cui ai Carabinieri 120 2224 (1954-1964) 673 (1967) AUTOCARRI A causa della loro importanza dal punto di vista tattico e della necessità di standardizzarne il più possibile la gestione, l’esercito ha sempre fatto in modo – ovviamente a parte il difficile periodo del dopoguerra- di avere poche serie di autocarri riprodotte ciascuna in molti esemplari, e quindi il grosso del parco presenta molta omogeneità. Le grandi ripartizioni sono nei gruppi codificati come ACL, ACM e ACP, cioè autocarro medio, leggero e pesante, e le unità all’interno di ciascuna categoria ( formalmente identificate dalla stessa sigla) erano suddivise fra pochissimi modelli esclusivamente di costruzione Fiat, OM e Lancia, tra l’altro esteticamente piuttosto simili; praticamente l’ossatura del parco da poco dopo il 1950 alla fine degli anni ’70 era costituito tra tre singoli tipi: ACL 51 (OM e Lancia), ACM 52 (Fiat) e ACP 48 (Lancia); gli ultimi esemplari circolanti dei primi due sono scomparsi dopo il 1990, ma è ancora possibile vederne qualcuno accantonato presso i demolitori. Questi tre tipi, tuttavia, pur con alcune caratteristiche particolari, anche nella carrozzeria, erano molto simili ai normali modelli delle serie commerciali (Il Fiat tradiva l’appartenenza alla serie “600” l’OM richiamava il “Leoncino” e il Lancia l’Esatau), mentre nei primi anni ’60 cominciarono ad entrare in servizio gli ACP 62, sempre della Fiat, ma dall’aspetto più spartano e spiccatamente militare. L’ ACP che la Lancia aveva pensato per gli anni ’60 e in teoria destinato a sostituire il CP 48, il modello 506, non riscosse grande successo per il costo elevato. Mentre l’Alfa Romeo rinunciò nel dopoguerra ad approvvigionare l’esercito di mezzi pesanti, la Bianchi tentò questa strada per risollevare le sue sorti, ma senza successo: i suoi CL 51 e CM 54 le fruttarono pochissime commesse e gli stessi modelli, riproposti sul mercato civile con i nomi rispettivamente di Sforzesco e Fiumaro, ebbero la stessa sorte tanto che ne vennero venduti poco di cinquecento del primo e un centinaio del secondo. Va però notato che agli autocarri standard militari appena ricordati si affiancarono anche parecchi altri modelli commerciali, ma furono acquistati saltuariamente e in piccoli gruppi solo per necessità particolari o contingenti e frequentemente con allestimenti speciali. Gli autocarri furono immatricolati promiscuamente a tutti gli altri mezzi pesanti nelle serie da 40000 a 49999 e da 70000 a 99999. Anche in questi casi vi devono essere anomalie nella successione delle immatricolazioni poiché ad esempio gli ACP 48, che come dice la sigla sono stati adottati nel 1948, sono immatricolati da 76000 in poi mentre i più vecchi Lancia 3RO sopravvissuti dalla guerra hanno targhe superiori a 80000 e molti ACP 62 hanno targhe 4xxxx. Tutte le serie sono intervallate qua e là gruppetti di vecchi autocarri di produzione prebellica. Ho la certezza, per aver visto la carta di circolazione, che la targa EI 89957, rilasciata ad una ACM 52, risale alla fine del 1957. Marca Bianchi Fiat Modello CL 51 CM 54 Audax CP 48 (680) CM 50 (639N) Dovunque 50 CM52(6601-639N2) Anni Quantità Targa 1951-53 1954-57 1952-55 1949-53 1950-52 86xxx, 87xxx, 91xxx 1950-51 45xxx 1952-76 12600 645N 1959-64 CP 62, CP 70 1962-75 642N 1958-63 1? Lancia CP 48 (Esatau) 1948-58 2000? CL 51 (Z 20) 1952-70 506 1958-70 500** OM CL 51 1952-69 CP 56 (6600) 1956-76 439 Titano 1961 1? Leoncino 1957 * Oltre alla normale versione a cassone. ** Comprese le unità consegnate all’Aeronautica. 97880 72555 89538 Versioni* Cisterna, sanitario Autogru Radio, gru, ufficio mobile, ambulanza Solo cisterna e gru Radio, cisterna, autofrigo Trasporto cavalli Officina, cisterna Radio, ambulanza Radio, ambulanza Solo da ponte (trasporto e gru) Trasporto cavalli Solo autopompa Qui di seguito – limitatamente ai miei avvistamenti -sono elencate le numerose sequenze nelle quali figurano immatricolati autocarri di costruzione bellica e prebellica: Alfa Romeo 430 Bianchi Miles Fiat 15 Ter Fiat 666 Isotta Fraschini D65 Lancia 3RO OM Taurus 81xxx 78xxx, 80xxx, 85xxx, 97xxx 77196* 78xxx 47xxx 82xxx 77xxx OM Titano SPA 38 SPA Dovunque 80xxx 75xxx, 76xxx 83xxx * Si tratta di un’autopompa tutt’oggi conservata. Trattandosi di un servizio di nicchia, è possibile che sia sopravvissuto fino agli anni ’50, anche se non si può escludere che si tratti di una targa falsa. VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI A parte le ambulanze, l’impiego naturale di questi veicoli è il trasporto di piccole quantità di persone e di materiali: derivando da autovetture di serie, nell’epoca di cui ci stiamo occupando erano ritenuti dei mezzi troppo sofisticati e delicati per l’esercito e gli autisti di quel periodo, così si trovava più conveniente servirsi, per gli stessi compiti, di autocarri leggeri e Campagnole. Di conseguenza il loro numero fu piuttosto limitato. Non mi risultano che fossero sopravvissuti al conflitto i numerosi camioncini 1100 approntati subito prima e durante la guerra, probabilmente concepiti solo per il momento bellico e non legati ad esigenze logistiche del tempo di pace. Marca Alfa Romeo Fiat Modello Romeo 1100BLR/ELR 1100/103 1100T 600 Anni 1954-1968 1948-1952 1953-1956 1957-1968 1955-1968 Quantità Targa EI 98xxx 61xxx 62xxx 60xxx 19xxx Note Pulmino, ambulanza Ambulanza, camioncino Furgone Furgone, pulmino, ambulanza Furgone AUTOBUS Finalmente, dopo decenni, il numero di questi veicoli cominciò a crescere, soprattutto dopo l’introduzione dei buoni Fiat 309. La banda dei carabinieri aveva un dotazione un 309 fuoriserie (EI 72659), su cui figurava la scritta Granluce, ricco di cromature anni ’50, che vidi utilizzato fino a dopo il 1990 e che, ovviamente, fu sicuramente l’ultimo autobus con targa a cinque cifre a restare in servizio. Gli autobus erano immatricolati promiscuamente agli autocarri in tutte le sequenze assegnate ad essi ma, benchè sempre più numerosi con il passare del tempo (i 309 continuarono ad essere acquistati anche dopo l’introduzione del successivo sistema di targatura), i più recenti sono tutti immatricolati nelle sequenze 7xxxx Marca Bianchi Fiat Modello Sforzesco 640 615 309 Anni 1955 1954-56 1951-60 1959-68 Quantità Targa 93xxx 81xxx 88xxx Note TRATTRICI Mentre erano ormai ad esaurimento le vecchie Breda, ne entrarono in servizio di tre tipi: - Le trattrici di artiglieria di produzione Fiat (TM e TP, cioè medie e pesanti) che, nelle loro linee generali, ricalcavano i modelli prebellici, e le Lancia TL 51 (leggere), di disegno più moderno, esteriormente praticamente quasi identiche ai CL 51 della stessa azienda; - Un gruppo di trattrici leggere di derivazione agricola, anche queste analoghe ai tipi prebellici, probabilmente in gran parte utilizzate quasi soltanto nel primo dopoguerra; - Le trattrici per i complessi porta carri armati, dotate di motori di elevata potenza che, nell’epoca che stiamo considerando, ci furono tutte cedute dagli Stati Uniti non esistendo nessun modello nazionale che fosse idoneo da poter essere sfruttato come base per realizzare complessi del genere. Tutte le trattrici vennero tutte immatricolati nelle sequenze da 40000 a 50000 (Assieme alle superstiti trattrici Breda e SPA). Marca Fiat Lancia SAME SPA Modello TM 48 TP 50 TM 53 TL 51 (Z 30) DA 240 DTM/M .. MEZZI DA LAVORO Anni 1948-1953 1950-1954 1953-1954 1952-1970 1959-1963 Quantità Targa EI 46xxx Note 100 495xx 461xx, 488-489xx, Trattrici agricole in apposita versione militare Sulla scia dell’esempio dato dagli americani che avevano un imponente parco di questo tipo, il Genio Militare cominciò ad adottare le macchine operatrici per i suoi lavori, soprattutto per il movimento di terra e gli interventi sulle strade che, fino ad allora, venivano in gran parte effettuati ancora manualmente (prima della guerra erano in servizio quasi soltanto rulli compressori). E’ molto difficile incontrare sulle strade questi veicoli, essendo dotati di scarsa mobilità, ma in compenso sono molto longevi e ho qualche avvistamento di targhe a cinque cifre almeno fino al 1994. Si tratta soprattutto di bulldozer muniti di pala e di ruspe, di età indefinibile e di modelli molto simili l’uno all’altro. Sono in prevalenza immatricolati nella sequenza da 40000 a 49999 che fra tutte appare la più frammentata probabilmente perché nel dopoguerra, dopo la scomparsa dei motocarri di tipo pesante ai quali era destinata, è stata usata come “riempitivo” per tutte le serie minori di veicoli. Ricordo anche un vecchissimo rullo compressore a vapore (EI 81110) che vidi ancora in servizio alla città militare della Cecchignola di Roma nel 1984. Nei magazzini e depositi di materiale militare erano usati – ma lo sono ancora – molti carrelli elevatori; per il periodo di cui ci stiamo occupando conosco l’OM 20 targato EI 72965. RIMORCHI I rimorchi dell’esercito si possono dividere in due grandi categorie, evidenziate anche dalla diversa targa: quelli leggeri ad un asse e quelli medi e pesanti a uno o più assi. A loro volta ciascuna categoria va suddivisa fra i tipi di uso comune, di tipo a cassone ed analoghi a quelli civili e quelli specificamente allestiti per le esigenze militari, che hanno un’incredibile varietà e di cui più avanti cercherò di dare un elenco, sicuramente incompleto. I rimorchi leggeri a un asse, tutti a cassone, sono stati specificatamente studiati per le AR e ne costituiscono una specie di prolungamento della portata utile: non sono un’invenzione italiana perché rappresentavano già un’immancabile appendice delle jeep (i cosiddetti rimorchi Bentham, dal nome del costruttore). Erano presenti numerosi almeno fino al 1985, ma sembra che con l’impiego delle moderne e più capienti Land Rover e, soprattutto, dei VM 90, il loro uso sia stato abbandonato. Appaiono regolarmente immatricolati nelle serie da 34500 a 38999, da 59000 a 59999 e da 65000 a oltre 68000 (il numero più alto che conosco è 68365). Gli altri rimorchi sono immatricolati promiscuamente nelle sequenze da 50000 a 59999 da 68xxx (almeno a partire da 68376) fino a 69999. Per tutti i rimorchi le immatricolazioni sembrano piuttosto irregolari quanto a successione cronologica. Le cucine da campo, tutte a un asse e delle stesso tipo, da 125 o da 200 razioni, sono immatricolate in modo sparso in tutte le sequenze dei rimorchi. I rimorchi cassonati a due assi, del tipo civile, sono rari, mentre sono molto più frequenti quelli scoperti a un asse e mi mancano assolutamente, per questo periodo, esempi di rimorchi cisterna: in genere buona parte dei rimorchi medi e pesanti ha allestimenti speciali utilizzati dal Genio o dalla Sussistenza. Alcuni dei rimorchi ad un asse, con le sponde in legno e dalla sagoma quasi identica ai carreggi ippotrainati che si vedono in molte vecchie fotografie, sicuramente provengono dal periodo prebellico. Tutti i rimorchi a un asse vengono chiamati nel linguaggio militare a biga. Sono caratteristici i complessi di tre furgoni caldaia-spogliatoio –doccia, immatricolati in modo contiguo. I tipi che ho potuto individuare sono i seguenti: Ad un asse: Tipo Quantità Targa Scoperto per AR 6000 Scoperto medio Scoperto pesante Cucina 4000 Gruppo elettrogeno 150 35xxx, 36xxx, 53xxx Avviatore per motori 50 382xx Compressore 55xxx Radar 69xxx Trasporto missili 100 69xxx Saldatrice 70 370xx A due o più assi: Tipo Complessi bagni campali Forno campale Furgone (Genio e Carabinieri) Lavanderia Officina Quantità Targa Piano ribassato Trasporto carri armati Trasporto missili 500 200 69xxx L’uso dei rimorchi non è troppo frequente, così che la vita di molti di questi è lunga, tanto che ne esistono tuttora diversi entrati in servizio in questo periodo: ancora oggi passo davanti tutti i giorni ai grossi furgoni 69824 e 69851 appartenenti al Genio Pontieri di Piacenza che a lungo furono mantenuti in ottime condizioni ma che ora sono un po’ malandati, e, da più di una decina d’anni, giacciono immobili allo stesso posto. I rimorchi per AR portano la targa di formato piccolo, gli altri quella grande. Sulla targa compare la lettera R (più raramente r) in rosso posta sulla riga inferiore a destra dell’ultimo numero; nelle targhe di formato piccolo sulla riga superiore compaiono le prime due cifre e su quella inferiore le altre tre seguite dalla R mentre su quelle di formato grande le quattro della riga inferiore vengono semplicemente avvicinate. Sulla maggior parte delle targhe dei rimorchi le scritte hanno gli stessi caratteri di quelle degli altri veicoli, piuttosto sottili rispetto a quelle civili, ma su alcune altre sono più spesse: forse si tratta delle serie più recenti prima dell’adozione definitiva della targa a sei cifre sulla quale i caratteri erano sempre di questo tipo. Ho visto alcune targhe su rimorchi pianali, come quelli per il trasporto dei carri armati –sempre piuttosto antiche - con le scritte poste su di una sola riga, soluzione imposta per motivi di spazio. Mi pare di ricordare che non avessero neppure la lettera R. ALTRI MEZZI Li cito solo per curiosità. Il Genio Pontieri di Piacenza possiede un certo numero di barconi, alcuni con motore, utilizzati durante le operazioni della posa dei ponti o come supporto galleggiante degli stessi. Essi hanno a poppa un contrassegno verniciato che sembra una vera targa e ne porta i colori regolamentari: su un’unica riga vi è la sigla EI seguita da un numero da 100 in poi. Il Genio Ferrovieri possiede alcune piccole locomotive diesel da manovra e parecchi vagoni attrezzati. Le locomotive dovrebbero essere targate come normali veicoli su gomma (mi è nota la EI 70684), ma le poche locomotive da manovra che ho visto erano senza targa né avevano altri contrassegni, eccetto una che sembrava avesse sul radiatore una targa apparentemente di tipo motociclistico (formato cm.16,5x16,5), ma si trattò di un avvistamento di sfuggita e poteva essere un pannello di altro tipo. Il materiale rimorchiato è immatricolato secondo i normali sistemi delle Ferrovie dello Stato (a seconda del tipo hanno da una a quattro lettere seguite da un codice alfanumerico di sei cifre che ne indica le caratteristiche tecniche di base e da un numero proprio di immatricolazione di cinque cifre). MEZZI DI PROVENIENZA ALLEATA Abbiamo già visto che fin dal periodo della cobelligeranza gli alleati ci cedettero vari veicoli, e questi trasferimenti proseguirono anche negli anni successivi; probabilmente si ridussero dopo il 1950 in concomitanza con l’entrata in servizio delle nuove serie di mezzi pesanti di costruzione nazionale, ma proseguirono molto più a lungo per i mezzi corazzati, mancandone in quel periodo la produzione in Italia. Oltre a quelli formalmente ceduti, molti altri ne furono recuperati attingendo ai grandi parchi di residuati bellici, dove si potevano trovare veicoli praticamente nuovi ma abbandonati, soprattutto dagli americani, perché essendo ormai esuberanti alle loro necessità sarebbe stato troppo oneroso riportarli in patria per poi subito eliminarli laggiù. Oltre a quelli ex statunitensi vennero acquisiti in minor misura anche veicoli ex inglesi. La gamma dei veicoli già degli Alleati spazia su tutti i tipi di mezzi di tutte le dimensioni e gli impieghi, con l’eccezione delle autovetture e dei motocicli di cui non risulta alcun esemplare. Nel caso di mezzi con allestimenti speciali o che comunque, per allora, fossero tecnologicamente avanzati, quelli di provenienza alleata in molti casi rappresentarono la totalità di questa componente, trattandosi di serie troppo limitate perché si cimentassero a costruirle le aziende nazionali essendo sproporzionato l’investimento rispetto alla richiesta. I veicoli alleati si dimostrarono di mezzi robustissimi e di buon rendimento, molto adatti per le loro caratteristiche ad essere affidati a personale di leva ed a lungo non si posero problemi per il reperimento di parti di ricambio, ma in compenso erano molto spartani, con cabine aperte o semiaperte e sgradevoli carrozzerie ridotte all’essenziale e, soprattutto, erano voracissimi consumatori di carburante. Non saprei dire quanti ne siano entrati in servizio: certo furono molti, probabilmente centinaia per ciascun tipo e, non va dimenticato che, oltre a quelli ceduti usati nell’ambito degli accordi NATO o recuperati in qualche modo nell’immediato dopoguerra, ne seguirono parecchi acquistati nuovi di fabbrica negli anni ’50 (e qualche piccola e particolare serie anche più tardi). A parte gli esemplari mastodontici, indispensabili per le esigenze degli eserciti NATO e solo di produzione americana, va notato che i tipi ordinari più leggeri, di cui esisteva anche una produzione nazionale, se comparati a questi, non si rivelarono assolutamente migliori dei nostri. Fu ceduta anche un’aliquota di rimorchi: oltre alle unità destinate a trasportare i carri armati, arrivarono anche i rimorchi leggeri delle Jeep (Serie T 416 e similari, ed altri ad un asse ma di dimensioni maggiori). Molti di questi furono poi riciclati per le AR nazionali e, se ho svolto delle individuazioni corrette, è possibile che siano stati i mezzi alleati più longevi sopravvivendo, assieme alle numerose repliche di produzione nazionale, fino agli anni ’80 se non addirittura fino ad oggi. La maggior parte del parco alleato già negli anni ’50 era scomparsa – sicuramente i Dodge erano comunque ancora pienamente operativi nel 1953 - e, in definitiva, ebbero vita molto più breve di molti veterani del tempo di guerra di produzione nazionale, con l’eccezione delle jeep, alcune delle quali sopravvissero un’altra decina d’anni e forse anche di più, come l’unità in servizio presso il Genio Ferrovieri di Castelmaggiore che, giunta fino agli anni ’90, è stata conservata e restaurata) e di qualche esemplare destinato ad impieghi molto specializzati, la cui peculiarità e la modesta usura ne prolungò la vita fino ai giorni nostri: un Dodge carro attrezzi era segnalato ancora funzionante nel 1978 e forse gli ultimi a scomparire (ma probabilmente si trattò di esemplari cedutici nuovi di fabbrica un po’ più tardi) sono stati gli M 54 del Genio Pontieri di Piacenza, presenti in almeno una quarantina di unità, la cui sostituzione con i nuovi Astra è terminata solo nel 1997-98. Il loro sistema di targatura non presenta nessuna peculiarità, in quanto sono stati immatricolati promiscuamente al materiale delle serie nazionali. Le jeep avevano la targa del formato delle utilitarie e delle Campagnole. L’elenco che segue accorpa tutti i tipi di veicoli che sono riuscito ad individuare, ma è probabile che ne manchino altri, e forse parecchi. Di ogni tipo furono in servizio esemplari appartenenti a serie e sottoserie differenti che non sono prese in considerazione, tanto più che non mi risulta che l’esercito abbia fatto delle distinzioni. Se non diversamente indicato si tratta di veicoli di provenienza americana. Non posso escludere che abbia sbagliato qualche sigla o che, al posto di un modello, ne abbia indicato un altro dall’aspetto similare ma di tutt’altra marca. Già è difficile essere esperti di mezzi militari italiani, figuriamoci di quelli esteri. Marca Willys ABC Caterpillar Diamond Modello Jeep Matador RD 7 T 969 T980/981 Anni 1940-45 1939-45 Dodge WC 51, WC 58 1942-45 Ford/G.M. canadese G.M.C. VH 48? C8, C 15, C 30, C60, F 60 CCKW 352 1939-45 1940-45 DVKW 356 M 54 CS 8 C8 Quad 1942 1952> 708xx * 1941 49xxx Pacific M26, M 26 A1 1943-45 Scammel Pioneer SV25 1939-45 Morris Targa EI 49xxx 1941-45 1940-45 46xxx, 47xxx 75xxx 1941-45 Note 40 ai Carabinieri Trattore d’artiglieria. Ex inglese Trattore a cingoli Autogru Trattore per trasporto carri armati con rimorchio Rogers M9 Chiamato comunemente Beep o Gippone. Conosco un solo esempio (EI 75613) Versioni da 1,5 e 3 tonnellate Portata da 3 tonnellate in su Portata 2,5 tonnellate. Alcuni di costruzione REO. Anche in versione autogru (c.d. Quick Way) Veicolo anfibio Carro ponte per il Genio pontieri Camionetta Trattrice di artiglieria. Ex inglese** Noto solo l’esemplare EI 46586 Trattore per trasporto carri armati con rimorchio Fruehauf M 15, M 15 A1 Autogru ex inglese * Almeno 15 piccole serie da EI 70490 a EI 99784, compresi gli analoghi OM ACP 56 ** La versione inglese prevedeva l’abbinamento con un rimorchio portamunizioni, che non sembra presente nell’esercito italiano. MOTOCICLI E TARGHE MOTOCICLISTICHE Nel dopoguerra scomparve l’uso dei motocicli come mezzi tattici, salvo esigenze particolarissime, ed essi furono destinati solo a compiti di scorta ai convogli e di portaordini oltre, naturalmente, al grosso gruppo di quelli usati dai Carabinieri per i servizi di pattuglia. La maggior parte dei modelli entrati in servizio in questo periodo non brillava per modernità di soluzioni tecniche in quanto, per tutti gli anni ’50, vennero ancora prodotti per l’esercito molti dei tipi concepiti prima e durante il conflitto. Nel dopoguerra la targa mantenne le dimensioni originarie di mm. 230x150 tuttavia, in concomitanza con l’assegnazione della sigla EI, anche per i motocicli ricominciò una propria numerazione indipendente rispetto a quella degli autoveicoli e progressiva (almeno così era negli anni ’60). Il numero più alto che mi risulta essere stato raggiunto è 29674. La targa anteriore fu mantenuta ancora per qualche anno nel dopoguerra – abbastanza perché potesse figurare la sigla EI - per poi scomparire. Non mi risulta che dalla fine del conflitto siano stati impiegati motocarri, anche se molti anni fa vidi, caricata su un camion militare, la motrice Piaggio di un’Ape Pentarò (forse qualcuno ricorda questi motocarri formati da motrice + semirimorchio costruiti a partire dal 1961). Oltre alla normale targa con numerazione progressiva, esistevano due serie speciali, una delle quali aveva anche un aspetto del tutto differente: - I motocicli dei Corazzieri (Guzzi Falcone), sia impiegati per le scorte che per i servizi ordinari, erano tutti immatricolati con numeri molto bassi (ne conosco diversi nell’intervallo fra 393 e 1094). Con l’adozione della successiva targa a sei cifre le moto dei Corazzieri di nuova immissione sono state immatricolate nelle serie normali. L’ultima a tre cifre che avvistai (EI 873) risale al 1985, mentre gli ultimi esemplari, da tempo accantonati, sono stati avviati alla demolizione solo nel 2004. Rispetto agli stessi modelli di serie queste motociclette avevano qualche differenza piuttosto evidente, come la forma avvolgente del parafango anteriore. - Gli Alpini disponevano di un curioso veicolo Guzzi 3x3 soprannominato mulo meccanico che nelle intenzioni dei progettisti doveva sostituire i quadrupedi nei trasporti di montagna, ma che si rivelò di estrema complessità, troppa per essere funzionale. Li vidi in circolazione solo ad un paio delle parate per il 2 giugno. Portavano una targa particolare, su di una sola riga e di piccole dimensioni con numero da 100 in su. Ho appuntato il numero 103. Marca Modello Anni Quantità Note Gilera Saturno 1946-1957 Guzzi Airone 1940-1957 Alcione 235 Lodola 1956-1966 Falcone 1950-1967 Nuovo Falcone 1969-1976 Superalce militare 1954-1958 3x3 1960-1963 420* * Produzione complessiva comprendente anche alcune unità acquisite da altri enti e Corpi. TARGHE DI PROVA Venne mantenuto ancora per parecchio tempo il vecchissimo formato triangolare. La sigla restava sulla prima riga e il numero sulla seconda, ma venne aggiunta la scritta PROVA sulla terza. Non ricordo il colore delle scritte né se esistesse la stelletta dopo la sigla. Ho solo un vecchio appunto relativo all’avvistamento della 103. In un momento indeterminato – ma forse verso il 1962-63 – fu introdotto un nuovo tipo di targa rettangolare che mi sembra di ricordare avesse dimensioni più ridotte delle targhe ordinarie. Era su tre righe: su quella superiore figurava la sigla e la stelletta, in quella di mezzo un numero di tre cifre e in quella inferiore la scritta PROVA. Ho appuntata la 225. IL PERIODO DELLE TARGHE A SEI CIFRE Sulle targhe e sui veicoli di questo periodo, pur con le “fisiologiche” lacune, credo che non mi sia sfuggito nulla: ho potuto seguirle con precisione per tutto il tempo nel quale furono applicate ma, per quanto possa sembrare strano, non mi sono curato di appuntarmi il momento esatto in cui hanno cominciato a comparire. Mi sembra di ricordare che la prima - credo un rimorchio - la vidi ad una delle parate militari del 2 giugno… ma ci andavo tutti gli anni dal 1962 in poi! Posso solo affermare con assoluta certezza che nel dicembre 1964 la targa era ancora a cinque cifre. Qualche indicazione più precisa si può ottenere collegando il tipo di targa montata e l’anno di uscita dei vari modelli di autovettura. Considerato che i lotti delle Giulia che entrarono in servizio nel 1968 ed avevano la targa a sei cifre già un po’ avanzata nella numerazione, possiamo concludere che il nuovo sistema fu introdotto fra il 1965 e il 1967. Aggiungiamo che la 1100R uscì nel febbraio del 1966 e che le prime che conosco portano la numerazione a sei cifre appena iniziata e teniamo conto che il modello venne adottato almeno qualche mese più tardi perché dovette essere sottoposto alle consuete valutazioni da parte della Motorizzazione Militare (ma probabilmente non passò troppo tempo perché bisognava fare in fretta dato che le 1100/103 erano agli sgoccioli). Con questi dati potremmo concludere che il sistema fu introdotto nella primavera-estate 1966, cosa che potrebbe collocare il ricordo del mio primo avvistamento del 2 giugno alla parata del 1966. L’assegnazione delle targhe a sei cifre interessò solo i veicoli di nuova acquisizione: quelli che portavano la targa a cinque cifre la mantennero (e quei pochi ancora in servizio la conservano tutt’oggi). CARATTERISTICHE DELLA TARGA La nuova targa, tanto anteriore che posteriore, era identica, colori a parte, alle targhe civili sia come dimensioni che come caratteri: non conosco eccezioni. I formati adottati erano due: - cm. 275x200 per tutte le autovetture, i mezzi pesanti e i rimorchi pesanti. La grafia è identica a quella delle targhe civili. - cm. 16,5x16,5 per i fuoristrada (questi con normale targa anteriore automobilistica), motocicli, rimorchi leggeri e, in certi casi, piccole macchine operatrici. I caratteri di questa targa sono però leggermente più sottili rispetto a quelli delle moto civili; inoltre appaiono più sviluppati in altezza che in larghezza e il trattino superiore del numero tre è rettilineo e non curvilineo. Come in precedenza la numerazione procedeva per lotti assegnati in relazione al tipo ma, al contrario delle serie precedenti siamo in presenza, pur con qualche anomalia che vedremo poi, di una regolare progressione numerica delle immatricolazioni. Le combinazioni disponibili per ogni sequenza sono quasi sempre elevatissime, così che non è mai sorto alcun problema di saturazione. Le sequenze assegnate sono state le seguenti: da 250000 motocicli da 350000 Campagnole AR 59 da 450000 autovetture da 460000 pulmini, furgoni da 470000 promiscuo autovetture, AR 73 (Nuova Campagnola), pulmini, furgoni, ambulanze. da 600000 mezzi pesanti da 820000 rimorchi a un asse da 900000 rimorchi a due assi Lascia un po’ perplessi il fatto che la numerazione sia iniziata con il 250000 perché, se mai, sarebbe stato più logico iniziare da 200000 (la serie precedente da 100000 a 200000 era occupata dai mezzi corazzati che già dal dopoguerra avevano la numerazione a sei cifre); è anche poco logico l’inizio da 820000 delle serie dei rimorchi: anche qui sarebbe stato razionale partire da 800000. Forse c’è qualche sequenza particolarissima che è finora rimasta sconosciuta. POSIZIONE DELLA STELLA La stelletta verde a destra della sigla, nelle targhe posteriori a cinque cifre, si trovava in basso, all’altezza della base dei caratteri presenti sulla riga. Nelle targhe a sei cifre la stella viene invece posizionata esattamente a mezza altezza. La stessa cosa avviene nelle targhe a sei cifre dei rimorchi, benchè in queste compaia anche la lettera R fra sigla e numero; in tali targhe, poiché la R si trova sopra la stella, questa viene un po’ abbassata, pur senza avvicinarsi alla base delle lettere come in precedenza. Sulle targhe anteriori, indipendentemente dal periodo, è sempre stata posizionata in basso, alla base delle scritte. AUTOVETTURE In questo periodo, che durò poco meno di quindici anni, non entrarono in servizio autovetture che possono essere considerate, per la loro diffusione, caratteristiche del parco militare: il mercato stava diventando sempre più ampio e veniva rinnovato sempre più frequentemente, ed ogni volta che bisognava acquistare un lotto di autovetture ci si trovava a poter scegliere fra tipi sempre nuovi e sempre più numerosi. Eccetto qualche residua Fiat 600 e le Giulia, nessuno dei modelli in commercio negli anni precedenti fu più acquisito e, di conseguenza, ricevette targhe a sei cifre. Siamo quindi in presenza di una cesura piuttosto netta, nella quale al cambio della targa corrisponde anche un sostanziale ricambio del parco, cosa che non era avvenuta nel dopoguerra e che non avvenne con l’introduzione delle targhe alfanumeriche. Marca Modello Anni Alfa Romeo 2000 1750 2,0 Giulia Super 1958-61 1967-72 1969-73 Quantità (circa) 1? 400 >2000 Di cui ai Carabinieri Targhe assegnate 450963* Tutte 454xxx, 456xxx, 459xxx Fiat Alfetta 1,8, 2,0 Alfasud 1,2sc, 1,3 1100 R 1973-80 1972-83 1966-69 124 125 Special 128 1966-73 1967-72 1969-80 127, 127 900L 130 132 1600, 2000 500 R 131 1300, 1,6TC 2000TC 131 2,5 DS SW Ritmo 60, 65L * Forse in precedenza con targa civile ** Unico avvistamento 1971-83 1969-71 1972-84 1972-75 1975-84 1977-82 1978-87 2600 200 474/481xxx, 619xxx 1966 48 1967 102 1968 116 200 2800 1968 12 1969 13 1971 110 1972 89 1977 420 1978 200 4562xx 4584xx 477431-477630 1800 4593xx 300 470722** 300 30 420 4797xx 4798xx 480xxx, 481xxx Nella sequenza riservata alle autovetture la numerazione delle targhe proseguì regolare finchè fu raggiunto il numero 459999, venendosi così a trovarsi a ridosso alla sequenza destinata ai derivati. Furono quindi saltati i diecimila numeri successivi riprendendo da 470000 e proseguì regolarmente fino a raggiungere il numero più alto che conosco, 481301, dopodichè le targhe diventarono alfanumeriche. Sul finire del periodo di applicazione del sistema un piccolo gruppo di Alfasud, per motivi che ignoro, è stato immatricolato nella sequenza 619300-619400 destinata ai mezzi pesanti. E’ l’unica eccezione che conosco. FUORISTRADA Proseguì in tutto questo periodo l’acquisizione delle Campagnole il cui modello, peraltro, nel 1973 fu completamente rinnovato. Fra i fuoristrada si conta anche un veicolo dalla storia molto complessa e travagliata, ma con risibili risultati finali, cioè la jeep Hotchkiss, di progetto e realizzazione congiunti da parte di varie aziende europee, fra cui la Fiat e la Lancia: gli studi furono avviati nel 1966, e mi ricordo che la stampa, quando erano in corso, vi dedicò un po’ di attenzione. L’iniziativa, dopo aver realizzato un veicolo dall’aspetto sgradevole, si trascinò per un decennio fra alterne vicende per poi abortire definitivamente: una fonte cita che l’esercito acquistò qualche esemplare, ma non ho alcun altro elemento per poterne valutare l'attendibilità. T Marca Modello Anni Quantità Di cui ai Carabinieri Fiat AR 59 1959-1973 4100 Nuova Campagnola 1974-1986 3000 1975 84 1976 30 1977 185 1980 135 1981 160 1982 300 1983 216 1984 400 1985 110 1986 465 Hotchkiss 1976 ca. Finché entrarono in servizio le tradizionali Campagnole AR59, queste ricevettero la prevista targa da 350000 in poi, le cui assegnazioni proseguirono regolari fino a oltre 354000 (il numero più alto che conosco è 354080). Con l’acquisizione delle prime “Nuova Campagnola-AR73”, queste vennero immatricolate nelle serie automobilistiche (la prima che conosco è 471299). Nella sequenza da 350000, ormai abbandonata, facendo eccezione al sistema fino ad allora seguito, furono immatricolate le macchine operatrici, come vedremo meglio più avanti. VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI Il numero di questi veicoli divenne molto numeroso; infatti, a parte la maggiore necessità di essi per i servizi di istituto, l’esercito trovò nei piccoli 850T, eredi delle 600T già adottate in qualche esemplare negli anni ’60, il mezzo ideale che coniugava l’economia di esercizio e le possibilità di trasporto. Essi presero in molti servizi il posto delle Campagnole e, nelle stazioni dei Carabinieri, sostituirono le Fiat 600. Marca Alfa Romeo Fiat Modello F12 850T 900T 900E 238, 238E 242 15D 242 15D Anni 1968-78 1970-76 1976-80 1980-87 1969-81 1974-82 1974-82 Quantità 1600 Note Pulmino, ambulanza e furgone Pulmino e furgone 5900 750 200 500 Pulmino, furgone, ambulanza e camioncino Pulmino, furgone Cellulare Carabinieri La numerazione delle targhe dei derivati, più che tutte le altre di quell’epoca, è piuttosto anomala. Dapprima fu ad essi riservata la serie da 460000 in poi. Fu un provvedimento di una certa miopia essendo prevedibile che ben presto la sequenza sarebbe stata raggiunta dalla precedente serie delle autovetture. Quando questa eventualità si verificò, tale sequenza venne abbandonata (secondo i miei dati aveva raggiunto almeno il numero 465797) e le serie dei derivati furono “smembrate”: i piccoli Fiat 850/900 vennero immatricolati nella serie delle autovetture e i derivati di maggiori dimensioni in quelle dei mezzi pesanti. In queste ultime, tuttavia, fin dall’inizio dell’applicazione del sistema, figuravano già anche quei pulmini Alfa Romeo F12, Fiat 238 e Fiat 850/900 che, se ben ricordo, erano tutti in dotazione ai Carabinieri. AUTOCARRI Per gran parte di questo periodo non vi furono particolari novità in quanto continuarono ad entrare in servizio i modelli degli anni ’50: le nuove immissioni dei tipi CL 51 si esaurirono quasi subito, mentre proseguirono molto più a lungo quelle dei CM 52 e dei CP 62 che più tardi, ammodernati, diventarono CP 69. In seguito entrarono in servizio i primi Lancia/Iveco CL e CM delle nuove serie nonché i pesanti Astra da cantiere assegnati al Genio, le cui consegne, pur con gli ovvii ammodernamenti, continuano ancora oggi. Poiché i nuovi CL erano di dimensioni abbastanza generose, fu necessario acquistare altri mezzi per rimpiazzare nei servizi meno impegnativi i preesistenti e piccoli CL 51: entrarono così in servizio serie limitate di autocarri molto leggeri di tipo commerciale. Marca Astra Fiat/Iveco Lancia/Iveco Iveco OM/Iveco Modello B 25/BM 20 616 672N 684N 697 6605 (CP 69) 6605 (AG70) ACL 75, ACL 80 ACM 80, ACM 90 190.26 160 170 NT 300N 130NC 50NC 70 NC 80 NC 90 NC 50 F8 100 NC Anni 1978-80 1965-78 1970-72 1970-76 1977 1969-78 1978 1976-97 1980-97 1976 1976 1977 1978 1979 1975 1976-84 1977-80 1973-75 1979 1977-78 Quantità >150 Note Anche autogru Anche cisterna <40 <50 <100 Anche cisterna e furgone radio Autogru Anche antincendio(allestim. Sirmac) Anche trattrice per semirimorchi Anche trattrice per semirimorchi e furgone 613xxx Trattrice per semirimorchi 617xxx Carro attrezzi. Unico avvistamento (EI 620653) 609893-609927 Carro attrezzi 616xxx, 620xxx <13 40? 617323-617334 Autopompa (615xxx, 616xxx, 618xxx) >1400 TRATTORI In questo periodo entrò in servizio una nuova linea di trattrici di artiglieria per sostituire i primi tipi di costruzione postbellica. Come già avveniva in precedenza, vennero immatricolate nelle normali serie dei mezzi pesanti. Marca Fiat Modello TL 65 TM 69 (6605) TM 69 FM Anni 1965 1969 1973-79 Quantità Note AUTOBUS Con i Fiat 308 e, soprattutto, con i piccoli OM carrozzati dalla Borsani, solo dopo il 1960 gli autobus divennero veramente una presenza abituale in tutti gli stabilimenti militari e impiegati anche per il trasporto della truppa negli spostamenti non operativi. I piccoli OM che, dopo la scomparsa di questo marchio, vennero riproposti dal gruppo Fiat-IVECO, assieme ai pulmini Fiat 850/900, sono forse i tipi più rappresentativi del parco ausiliario dell’esercito di questi anni. Sul finire del periodo cominciarono le prime consegne degli IVECO 315 e 370 che sarebbero proseguite fino a dopo il 2000. Una parte non indifferente del parco autobus venne acquisita specificatamente per il trasporto del personale civile e militare dalle proprie abitazioni alle sedi di servizio, affrontando e risolvendo un problema che in precedenza non si era mai posto, sia per le minori dimensioni dei centri urbani, sia per il maggior numero di persone che alloggiavano nelle caserme. Marca Fiat Iveco OM Modello 306/309 314 308 50 AI 55 AI 50F8 A55F10, 55F10 315 8.13, Turbo 315 370 10.20, 370S, Turbo 370 Tigrotto/Leoncino Anni 1956-82 1960-73 1969-78 1978 1978 1978 1979-87 1980-94 1985 1980-96 Quantità 1985-89 1958-78 <30 250 20 870 <50 <100 <50 <40 Note Acquistati solo dalla fine negli anni ‘60 “ 617xxx 617xxx Da 619xxx Da 629xxx Cellulare Carabinieri. BK 3xx, BP 1xx Da 619xxx Cellulare Carabinieri. BE 1xx, BP 8xx, CG 9xx 603xxxx MACCHINE OPERATRICI Accenno ad essi solo per dare un panorama completo del parco dell’esercito, senza approfondire i dettagli: ad ogni tipo appartengono modelli differenti, probabilmente ciascuno con particolari prestazioni diverse e note solo a un tecnico. In origine furono tutti immatricolati nel gruppo 600000 indipendentemente dalle loro dimensioni, poi i più piccoli vennero targati nel gruppo 350000 (il primo numero noto è 354271), che come abbiamo visto era a disposizione delle Campagnole, dopo che cessò la loro immatricolazione in questa sequenza. Tuttavia in questa serie, anche se in netta minoranza, oltre a quelle leggere, figurano anche macchine operatrici più grandi: infatti, adottate le targhe del sistema alfanumerico negli anni ‘80, il gruppo 350000 è sopravvissuto e da allora è stato utilizzato per tutte le macchine operatrici di qualsiasi dimensione: in effetti, fino a metà degli anni ’90, continuai a vedere nel tempo numeri sempre più alti di questo gruppo (fino a 355784). I veicoli da lavoro immatricolati nel gruppo 350000 non portano targa anteriore. I tipi individuati sono i seguenti: Apripista (CANT 180, SIMIT SL 11, TC 135) Asfaltatrice Betoniera (Comet E 95) Bulldozer Cingolati da neve (BV 206) Dumper Elevatore (25H, DV, Gesab, OM E6, OM 30, PGS, Sicet, Still) Gru semovente (Bendini, Ormig, Pony 80) Miniscavatrice Panda 380S Motopala ruotata (Fiat APR 180) Motoscopa (Tennant 86) Rullo compressore Ruspa Scavatrice cingolata (Fiat Allis FD 14, FL14, AD 14) Scavatrice ruotata (645B) Spazzaneve Vibrofinitrice Marini Si tratta sempre di macchine da lavoro, con l’eccezione dei cingolati da neve BV 206 per il trasporto di persone: essi sono composti da una motrice e da un rimorchio, ma sono considerati un tutto unico e la targa è posizionata su quest’ultimo (conosco la EI 354955). In questa sequenza figurerebbe anche un veicolo del tutto anomalo, cioè un rimorchio compressore ATLAS COPCO), con targa EI 354711 che, ovviamente, dovrebbe essere immatricolato assieme ai rimorchi. Il fatto trova riscontro documentale, ma non ha una ragione logica. VEICOLI SPECIALI In questa tabella ho riunito un assortimento di tipi svariati, acquistati in serie limitate; molti sono frutto di un mio unico avvistamento. Sono quasi tutti immatricolati nella serie da 600000 in poi. Marca Fiat Iseran Iveco Modello 308 684N 2GT 6640G 160 M 548 M577 Anni Quantità 1973-75 2? 1974 <50 1973-85 <50 1980 1974-79 1986 1995 Note Furgone trasporto cavalli (EI 604724 e 612099) Autoidrante per servizio di ordine pubblico dei Carabinieri (607xxx) “Gatto delle nevi” dei Carabinieri (noti EI 355184 e 604205) Veicolo anfibio Furgone trasporto cavalli (EI 613942 e 619348) Cingolato portamunizioni Cingolato carro comando MOTOCICLI La targa motociclistica a sei cifre è sopravvissuta per quasi un ventennio a tutte le altre dello stesso tipo: infatti, mentre queste sono state trasformate in alfanumeriche nel 1980, i motocicli nuovi di fabbrica hanno continuato ad essere immatricolati con la targa di vecchio tipo fino almeno al 1997: il numero noto più alto è 264642. Questo non indifferente numero di unità, quasi quindicimila, è costituito in gran parte dai motocicli dei Carabinieri. A queste si affiancano solo poche centinaia di motocicli ordinari (Gilera 150, 200 e Guzzi V 35), in linea con il ridottissimo uso che nei reparti dell’esercito veniva fatto di questi veicoli. Di queste parecchie si vedevano a Roma per i servizi di collegamento fra il Ministero e le installazioni militari della capitale, ed erano attrezzate con capaci borse portadocumenti. Nel gruppo dei motocicli venivano immatricolati alcuni piccoli veicoli speciali, come alcune motoslitte dei Carabinieri, varie motospazzatrici e i motocarrelli da carico Fresia destinati alle truppe alpine ed ai paracadutisti: su uno di questi, la cui semplicissima carrozzeria ha spazio limitato, la targa appare con le scritte su una sola riga (es. EI 262036). A proposito dei Carabinieri, va ricordato che erano in dotazione, oltre alle Guzzi di grossa cilindrata che formano blocchi numerosi ed omogenei (complessivamente almeno 11000 unità), anche un certo numero di ciclomotori commerciali, oltre 700 unità, quasi tutti acquistati a metà degli anni ‘90. Questi erano usati per spostamenti e pattugliamenti in incognito, con livrea civile e, naturalmente, la targa non veniva applicata. Marca Alpine Bianchi Cagiva CBA Fresia Gilera Guzzi Modello 503 R MT 61 350T4 600 MC 400 F18 150 200T4 Trend 125TT 500 Falcone Nuovo Falcone 650T Anni 1983-92 1964 1985 1996 1995 Quantità 150 Note Motoslitta (anche altri tipi) <50 50 <10 2616xx 1994 1972-79 1977-85 700 <100 <100 1977-82 <100 2605xx 1968-82 1977 10? 2600xx Ciclomotore dei Carabinieri 2636xx Motoscope di vari tipi Paracadutabile. 262xxx MLA MTA MTC Piaggio Peugot Benelli Piaggio Florida 35 NTX 700-750-V7 V 35 1000 Convert 850 California 850 T3-T5 90 90 80 Cosa Fox Lux E3 Boss Ciao Si Grillo Grillo 1977 1977 1967-76 1977-80 1971-80 1972-87 1975-85 1987 <100 20? 2600xx 2609xx >350 1977 >50 1994 735 Motocarrello paracadutabile Mototriciclo paracadutabile Motocarrello per truppe alpine 2603xx Ciclomotori dei Carabinieri 263xxx-264xxx RIMORCHI Le targhe dei rimorchi restano anche in questo periodo solo posteriori e, oltre che per la numerazione, si distinguono per una piccola R rossa a destra della sigla e sopra la stelletta. Sono immatricolati in tre serie, intervallate da ampi spazi non utilizzati, e precisamente: - Da 820001 Rimorchi a un asse (numero più alto conosciuto: 820977) - Da 850001 Rimorchi a un asse ( “ 854716) - Da 900001 rimorchi a due o più assi ( “ 901551) Vi sono però delle incongruenze: non si capisce la ragione dell’esistenza della piccola serie 820000 (anche se ho parecchi e sicuri avvistamenti di esemplari immatricolati in essa) e nella serie 900000 sono immatricolati anche rimorchi ad un solo asse che dovrebbero rientrare nelle serie precedenti. Alcuni dei rimorchi della serie 900000 hanno la lettera R delle stesse dimensioni delle cifre e posta sulla riga inferiore a destra di queste, che sono convenientemente avvicinate. In questo periodo compaiono per la prima volta i semirimorchi, che tuttavia hanno sempre una targa propria indipendente da quella del veicolo trattore. Un buon numero di rimorchi scoperti monta apparecchiature speciali e i tipi che sono riuscito ad individuare, non molto diversi da quelli del periodo precedente, sono i seguenti: A un asse: - Avviatore per motori (EI 8536xx-8537xx) - Scoperti e furgone da 0,25, 1, 1,5t (alcuni sono immatricolati nella sequenza da 900000 in poi) - Cucina da 125 e 200 razioni - Idropulitrice (EI 854400) - Trasporto motoslitte - Radar - Trasporto missili - Compressore - Saldatore - Stufa disinfezione - Trasporto motocicli (alcuni sono immatricolati nella sequenza da 900000 in poi) A due o più assi: - Radar pesante - Trasporto carri armati (semirimorchi) - Compressore pesante - Cisterna (ordinari e semirimorchi) - Piano ribassato (ordinari e semirimorchi) - Generatore elettrico - Frigorifero - Furgone - Furgone per trasporto cavalli (ordinari e semirimorchi) - Officina -Rullo compressore trainato (ne ho visto un unico esemplare, EI 901077) TARGHE DI PROVA La targa, solo posteriore, è composta da due righe: su quella superiore figura la sigla EI, la stelletta e un numero di tre cifre e in quella inferiore la scritta PROVA in rosso. Sono targhe ovviamente molto rare da vedersi ed ho due soli fuggevoli avvistamenti (EI 439 e 477) ed è noto il numero 300 che, pur essendo più basso, si è visto in circolazione più recentemente. Anche in questo caso mi sembra di ricordare che il formato fosse di dimensioni inferiori rispetto alle targhe automobilistiche. PERIODO DELLE TARGHE ALFANUMERICHE L’introduzione del sistema alfanumerico è una conseguenza dell’applicazione delle disposizioni del Ministero della Difesa dell’aprile 1979 che prescrivevano l’adozione di questo sistema, insieme al nuovo formato, per tutti i modelli commerciali. D’altra parte, a quell’epoca e ormai da anni, le targhe posteriori civili erano diventate componibili ed avevano dimensioni completamente diverse rispetto a quelle militari: poiché la cosa si era subito riflessa sugli alloggiamenti predisposti dai costruttori che, tra l’altro, davano la preferenza a quelle con le scritte di un'unica riga, si rendeva problematico all’esercito la sistemazione delle sue targhe, che spesso avveniva in modo estemporaneo e con risultati estetici discutibili. Tra l’altro il sistema di numerazione per serie separate si dimostrava dal punto di vista pratico privo di particolare utilità, tanto che in qualche caso, di fatto, non era neppure più osservato. Il formato della nuova targa era di mm. 340x115: avendo dimensioni non uguali, ma addirittura inferiori a quelle delle targhe civili, risolse il problema dell’alloggiamento. La targa anteriore era identica a quella posteriore. E’ da notare che, secondo la già ricordata normativa, per i rimorchi il nuovo tipo di immatricolazione avrebbe dovuto essere applicato solo a quelli a due o più assi; il non citare i rimorchi ad un solo asse forse fu solo di una dimenticanza: ad ogni modo anche ad essi fu applicata la nuova targa. In esse figuravano, da sinistra, la sigla E.I. in rosso, la stelletta verde, la R in rosso e, in nero, due numeri e due lettere separati da un punto nero. Ho avvistato le prime targhe di nuovo tipo nella tarda primavera del 1980. AUTOVEICOLI PRIMO PERIODO La nuova targa comprende in un’unica sequenza progressiva tutti gli autoveicoli, di qualsiasi dimensione ed adibiti a qualsiasi uso. Non era previsto il formato alternativo su due righe come avveniva per le targhe civili. Non vi sono particolarità anche se le combinazioni alfabetiche utilizzate sono superiori a quelle delle targhe numeriche civili dell’epoca in quanto veniva impiegato un maggior numero di lettere rispetto a quelle che figuravano nelle combinazioni delle provincie con targhe superiori al milione di unità, e precisamente: C, I, J, Q W. Un’altra particolarità è che l’assegnazione temporale dei gruppi alfanumerici contenenti alcune lettere dovrebbe aver seguito una successione leggermente diversa rispetto a quella delle targhe civili, con una conseguente variazione nella sequenza. Di questo non ho documenti che mi diano la certezza, tuttavia, in base al momento degli avvistamenti, sembrerebbe che sia accaduto proprio così. La progressione delle sequenze dovrebbe quindi essere stata la seguente: Sequenze militari AA AB AC AD AE AF AG AH AI AK AJ AL AM AN AP AQ AR BA BB BC BD BE BF BG BH BI BJ BK BL BM BN BP BQ BR CA CB CC CD CE CF CG CH CJ CI CK CL CM CN CP CQ CR DA DB DC DD DE DF DG DH DI DJ DK DL DM DN DP Sequenza civile A B D E F G H K L M N P R AS AT AU AV AZ AX AW AY BS BT BU BV BX BZ BW BY CS CT CU CV CX CZ CW CY S T U V Z X Y W Nel 1996, mentre era in corso dell’assegnazione della combinazione DP (il numero più alto che conosco è 486 DP), l’assegnazione di targhe con questo formato e questa numerazione cessò ed iniziò il rilascio di un nuovo tipo di targa che solo nei criteri generali di immatricolazione è simile a questa ma che, come vedremo adesso, differisce di parecchi altri elementi. SECONDO PERIODO La nuova targa posteriore, di mm.486x109, assunse formato identico a quello delle targhe civili; quella anteriore è invece rimasta di dimensioni immutate. Cambiò anche la disposizione delle scritte: a destra della sigla ora figurano prima le due lettere seguite dalle tre cifre separate dalle prime da un dischetto verde anziché da un punto nero. Sotto la stelletta verde compare anche una minuscola sigla EI in nero con un’ulteriore stelletta a secco ( la sola sigla, contenuta in un piccolo rettangolo a rilievo fu presente per un certo periodo anche nelle targhe del tipo precedente). La targa anteriore riprende nel medesimo ordine gli stessi elementi che compaiono su quella posteriore. La numerazione è ricominciata da AA 001. E’ stata anche introdotta una targa su due righe, anche questa di formato identico alla corrispondente civile, che finora è apparsa solo sui fuoristrada: superiormente figura la sigla e la stelletta verde e inferiormente il gruppo alfanumerico. La collocazione delle lettere J, K, W, X, Y, Z nella progressione è ora identica a quella attuale delle targhe civili, ma ci sono in più le lettere I, Q e U. Va tenuto conto che non tutte le sequenze vengono assegnate all’esercito in quanto ora la numerazione è interforze, eventualità prevista fin dalla normativa del 1979. Per un certo tempo le sequenze erano rilasciate promiscuamente all’Esercito ed ai Carabinieri: normalmente, all’interno di queste, i vari lotti di veicoli erano nettamente separati (ad esempio, nel migliaio con codice AF, i primi 200 veicoli erano Land Rover dei Carabinieri, seguivano 500 automezzi di vario tipo dell’esercito, per poi riprendere con le ultime 300, ancora di tipo diverso, dei Carabinieri). In qualche occasione, piuttosto raramente e nel caso di grossi lotti dello stesso modello come le Land Rover o le Fiat Punto, le assegnazioni erano promiscue. Dal 2003, con l’introduzione della targa CC, le serie sono state separate. Finora risultano assegnati all’esercito le sequenze: AA/AH 499 AJ, AL/AS AU/BH, BL CF, CG, CH, CV/CX Va notato che delle sequenze intermedie, da CJ a CT, non ho alcuna informazione: molto probabilmente sono ancora da assegnare perchè riservate alle altre forze armate, la cui progressione è molto più lenta o, in particolare, ai Carabinieri, per il cui autoparco è prevedibile una forte crescita ed un continuo rinnovamento AUTOVETTURE Il termine della produzione dei Fiat 850/900 e il graduale ritiro della serie, ormai logora e obsoleta, ha reso necessario la sostituzione dell’intera linea dei mezzi leggerissimi. Per questo compito sono state scelte le Fiat Panda e le Uno, poi sostituite dalle Punto, anche se in realtà rappresentano solo un palliativo in sostituzione dei pulmini e furgoncini preesistenti che non sono più stati eguagliati da veicoli tanto economici e pratici. L’altro elemento caratteristico è stata l’introduzione di veicoli di produzione estera, cosa che si sta ormai verificando in tutte le forze armate e di polizia. In realtà non si tratta di un fatto del tutto nuovo, ma questo in precedenza avveniva solo in connessione con i periodi bellici o per certi veicoli speciali, mentre ora riguarda anche normali autovetture di serie, autobus e motocicli. Marca Modello Anni Quantità Di cui ai Carabinieri Targhe note assegnate Alfa Romeo Alfetta 2^serie 1,8, 2.0 1981-84 >1700 1981 472 1982 446 1983 370 1984 435 Audi Daewoo Fiat Lancia Toyota Yundai Giulietta 1,6 Alfa 6 Alfa 33 1,2 Arna 12,SL, 1,3SL Alfa 90 1,8, 2,0 1985 1981-84 1983-95 1984-86 1985-88 10? >600 >120 >1600 Alfa 75 1,6 1,8 2,0 1988-90 >3000 Alfa 164 3,0 Alfa 155 1,8 1989 1993-97 <100 >5000 Alfa 156 2,0 Alfa 166 .. Llanos 1,6 Argenta 1600, 2000 Panda 45, 60,4x4,750,100S 1998-00 Dal 2000 2006 2000 1982 1980-96 Uno 45, 55 Regata 70S,100s Regata DS 70S, 100S SW Croma T, IE Tipo 1,1 1,4 1982-94 1984-90 1985-88 >5700 >500 <70 1986-97 1988-96 <500 >2100 Tempra Tempra SW Punto 55S Brava SX 1,4 Marea SX Marea TD SW Stilo Thema Dedra 1,6IE 1,8 Kappa Lybra Carina E Lantra Sonata GLS 1,6 Atos 1990-96 1996 Dal 1993 1995-02 1995-02 2002 Dal 2001 1986-93 1987-97 1996-97 2001 1994-97 2000 2000 2001 >250 <30 1985 514 1986 510 1987 529 1988 705 1989 703 1990 665 1992 619 1993 849 1994 542 1995 674 1996 800 (CC)430-850 AN 635-780AQ, 910AT/070AU 940AV/000AZ (CC) 6xxBB/0xxBC 507-516BG Due avvistamenti: 751AI, 289AZ 340/980CC, 350/410CD 010/349CG, 650CH-010CJ 650/880CK, 320/480CL, 690/840CN CG 3xx-4xx 490-510CW, 780CW-020DA 250-480DC, 910DC-220DD 240-650DM AC600-740, AF700-940, AG450-680 AH 080-180 >2600 >1200 <50 >1500 CG9xx CH 1xx (CC) BC 7xx XxxAP, AQ, AR 1985 300 1986 80 1987 445 1989 445 1990 308 1989 1747 (CC) 581-660 BU (CC) 151-810 BY (CC) 410-690 CK 1989-95 1454 Tutte DJ4xx 2000 120 (CC) BA-BB >250 >100 <100 <50 BC 9xx 1996 2 Ca 20 <40 AZ 7xx AZ 7xx N.B. le sequenze delle targhe assegnate in tutte queste tabelle devono intendersi come approssimative, in genere con scarto di una decina unità. Tra l’altro talvolta sono discontinue perché al loro interno sono immatricolati piccoli gruppi di veicoli di tutt’altro tipo. Allo stesso modo le serie indicate non rappresentano il totale dei mezzi presi in esame perché, con molta frequenza, se ne incontrano altri dispersi in piccoli gruppi fra altre sequenze. Questa impostazione delle immatricolazioni è comune a tutti i veicoli di Esercito e Carabinieri di tutte le epoche. Fanno eccezione i dati in neretto e sottolineati che rappresentano un inizio o una fine certa di una sequenza. PULMINI, FURGONI E DERIVATI IN GENERE E’ da notare che, dalla seconda metà degli anni ’90, è scomparsa la massima parte dei cellulari dei Carabinieri di ogni età e dimensione in quanto il servizio delle traduzioni dei detenuti è diventato di competenza del Corpo di Polizia Penitenziaria al quale sono stati ceduti tutti i veicoli destinati a questo servizio. Marca Alfa Romeo Fiat Piaggio Renault Modello AR 30 Panda 750 Van Ducato Anni 2000 1990-91 Dal 1981 Fiorino 1977-93 Talento Porter Master 1990-93 1995-98 1996 Quantità 150 <1000 300 <50 Note Furgone blindato trasporto valori (Solo AZ 833?) Furgone Pulmino, furgone, ambulanza, camioncino, ufficio mobile e cellulare Carabinieri Adottato dall’esercito solo dopo l’introduzione delle targhe alfanumeriche Pulmino e furgone Pulmino e furgone. Consegnato solo ai Carabinieri Camioncino. AC 0xx AC 2xx FUORISTRADA Le Campagnole AR 76 manifestarono cattive qualità generali (anche se, in realtà, furono tenute in servizio per non meno tempo dei modelli precedenti), né la Fiat progettò un modello che le sostituisse: fu questa l’occasione che, per la prima volta, aprì alle forze armate il mercato straniero. Vennero acquisiti vari tipi in piccole serie per poterli comparare, ma alla fine, come forse era logico aspettarsi, risultò vincente la collaudatissima Land Rover che, in varie versioni, andò ad equipaggiare l’Esercito e i Carabinieri. Un nuovo tipo di fuoristrada, ispirato allo Hummer statunitense, è attualmente in corso di valutazione. Possiamo inserire in questa categoria, pur non essendo un vero e proprio fuoristrada, l’ottimo IVECO VM 90 (Veicolo Militare 1990, preceduto da un numero limitato di IVECO 40.10 allestiti in modo analogo che ne rappresentarono una pre-serie) definito anche veicolo multiuso o multimpiego, che ha anche la capacità di muoversi su tutti i terreni e in molti casi ha sostituito le vecchie Campagnole, pur essendo sovradimensionato rispetto ad esse. Marca Bertone Modello Freeclimber Anni 1994-97 Quantità Iveco 40.10 VM 90 65E19 WM Defender 90, 110SW Samurai Land Cruiser BJ/BS 73 2,5TD Galloper Dal 1984 >3000 2006 Dal 1994 >5000 Land Rover Suzuki Toyota Yundai 2001 1989-90 <200 <20 <50 2000 <100 Di cui ai Carabinieri 1994 840 1995 900 1996 537 1997 465 Note Anche ambulanza, autoprotetto e furgone In sperimentazione Tutti Tutti BD 4xx CG 3xx CG 3xx CN 4xx AUTOCARRI Nel parco hanno continuato ad essere immessi gli ACL, ACM e ACP degli anni ’70 ed è entrata in servizio la nuova linea degli ACP 260; da qualche anno l’ acquisizione di mezzi pesanti è molto rallentata, eccetto qualche esemplare di tipo commerciale, ma stanno cominciando ad apparire sempre più consistenti le variegate le serie prodotte dall’Astra di Piacenza (che poi è una consociata Iveco). Gli autocarri e gli altri mezzi pesanti montano tutti la targa di tipo “lungo” anche se su alcuni modelli, dal punto di vista estetico e dell’alloggiamento, sarebbe più indicata quella con le scritte su due righe. Marca Astra Modello BM 20 Anni 1982-98 Quantità Note Anche versione cassone ribaltabile MT 300 Iveco AUTOBUS Marca Iveco Renault Scania BM 201 BM 84.45 HD 66.45 SV 44.30 260.35, ACP 90 30.8 35.8 49.12 55.13, 55.14 59.12 60.10, 60.11 65.12 79F13, 79.14 80 100.8 150.18 ATCL Modello 50.10/55F10 90.14/95.14 100E8 30.8, 30.10 35.8-35.10 40.10 45.10, 45.12 Irisbus 399E12 Iliade .. TRATTORI Marca Modello Astra BM 88.42, 88.45 Iveco 320PTM 45 VEICOLI SPECIALI Marca Modello Iveco 175.24 1985-99 1999 1996-98 1999 1981-91 1990 1990-92 1997 1980-90 1996 1983-90 1990 1981-91 2001 1996 1999 Dal 2000 Anche movimento terra e cisterna <1000 20? <100 <50 >600 50? <10 20? <100 Anni 1980-87 1986-91 Dal 1994 1991-95 1980-91 1991-97 Dal 1992 2001 1999 1994 Anni 1999 Dal 1981 Anni 1990 Anche trattrice per semirimorchi Genio pontieri Versione trasporto shelter e autobotte tattico 8000 lt. Anche carro soccorso (M120C e M200) Solo furgone (EI 3xx CM) Pulmino e furgone Carro attrezzi Solo furgone protetto e cellulare Carabinieri Solo cellulare Carabinieri (AC 3xx) Anche furgone e carro attrezzi EI 06x CJ Anche furgone, carro attrezzi e cellulare Carabinieri EI AC 155-74 Ax 6XX In sperimentazione. 4x4 e 8x8 Quantità >330 >300 >400 Anche versioni 100E10, E15, E18 <100 <20 EI AU 2xx EI 1xx DM Quantità Quantità Note Note Trattore per semirimorchi logistici (complessi APS 95) Con semirimorchio Bartoletti TCS 50. Forma il complesso ATC 81 trasporto carri armati Note Furgone trasporto cavalli. Noti 883CK, 325CL, 983CP TARGHE MOTOCICLISTICHE Per quasi vent’anni, dopo l’introduzione delle targhe alfanumeriche, continuò la regolare assegnazione delle targhe motociclistiche del vecchio tipo numerico. Solo nel 1999 ho visto in circolazione le prime targhe con la nuova numerazione. Esse hanno mantenuto il tradizionale formato di mm.165x165 e la disposizione delle scritte su due righe con la sigla su quella superiore, la stelletta verde e una lettera, e su quella inferiore quattro numeri. All’esercito è stata assegnata la sequenza da A0001ad A3999, anche se è ancora lontana dall’essere completata, soprattutto dopo l’istituzione della targa CC. Ad ogni modo, come in passato, più che targhe motociclistiche, dovrebbero essere più correttamente definite “targhe per piccoli veicoli in genere” in quanto sono immatricolati in questa serie anche i carrelli elettrici in dotazione ai Carabinieri, impiegati per i servizi di istituto nelle piccole isole e nei centri storici. Sulle targhe motociclistiche finora note manca la ripetizione a sbalzo della sigla EI sotto la stelletta verde. Marca BMW Cagiva Honda Piaggio Modello R-85t F 650 350cc 650NX Poker Anni Dal 1998 1998 1998 Dal 1990 Quantità Note Per i Carabinieri Per i Carabinieri Motociclo per uso tattico Camioncino e furgone TARGHE DEI RIMORCHI A differenza dei motocicli e come le autovetture, i rimorchi adottarono subito la targa alfanumerica fin dal 1980 e già in quell’anno vidi i primi immatricolati con il nuovo sistema. La targa era delle stesse dimensioni di quella automobilistica con, a destra della sigla e della stelletta, la lettera R rossa delle stesse dimensioni degli altri caratteri, due numeri e due lettere separate dai primi dal solito punto nero. Attraverso gli anni le sequenze si sono succedute piuttosto velocemente, sicuramente molto di più delle mie occasioni di vedere targhe di rimorchi. Presumibilmente nel 1996, la targa è stata modificata abbastanza profondamente, assumendo aspetto e dimensioni analoghe a quelli delle targhe dei rimorchi civili: sulla riga superiore compare la scritta RIMORCHIO in rosso, e su quella inferiore la sigla, la stelletta, due lettere e tre numeri separati da un dischetto verde. Manca la ripetizione della sigla EI sotto la stella. L’ultimo numero che conosco con il vecchio sistema è 69 BA e il primo che conosco della nuova targa è BC 023, peraltro non assegnato all’Esercito, ma essendo subentrata anche qui la numerazione interforze, alla Marina Militare: il primo che conosco dell’Esercito è BI 084. Sembrerebbe quindi che, a differenza degli autoveicoli, la numerazione non sia ricominciata da capo, ma sia proseguita senza soluzione di continuità. Durante il periodo delle targhe alfanumeriche hanno continuato ad entrare in servizio i soliti tipi di rimorchi, tradizionali e speciali, già visti negli anni precedenti. Ho visto solo tre tipi nuovi: - Una serie di semirimorchi attrezzati per il Genio Pontieri (serie BI 0xx), che ora porta le attrezzature peraltro anch’esse profondamente rinnovate - del tipo che in precedenza erano caricate sui CP 56 e sugli M 54. - Un rimorchio ad un asse per il trasporto di imbarcazioni, in dotazione ai Carabinieri. E’ però probabile che rimorchi di questo tipo fossero già in servizio anche in precedenza, anche se di essi non ho nessun avvistamento. - Un semirimorchio cassone di grande capacità TARGHE DELLE MACCHINE OPERATRICI Per le macchine operatrici (ruspe, scavatrici, bulldozer ecc.) fra il 1980 e il 2000 si è prolungato per parecchio tempo l’uso della vecchia targa numerica con la sequenza da 350000 in poi. Posto che non ho nessuna osservazione di mezzi con targa alfanumerica tipo 1980, come ho già ipotizzato, riterrei che sia passati direttamente dalla targa numerica a quella targa propria di nuovo tipo, anche in questo caso verso il 1996. Questa ha oggi dimensioni identiche a quelle dei rimorchi, ma a fondo giallo. Sulla riga superiore compare la scritta in rosso MACC. OP. e su quella inferiore la sigla, la stelletta, due lettere e due numeri. L’unico esemplare che ho visto portava la targa AB 12. VEICOLI STORICI La sequenza VS è stata riservata ai veicoli storici: finora ho visto la VS 008 (una Lancia Aprilia), la VS 011 (un’Alfa Romeo coloniale) e la VS 028 (un’autoblinda Lince). Questa targa è l’equivalente di quelle con la sigla SN, ma è destinata ai veicoli restaurati anche meccanicamente e regolarmente circolanti. TARGHE DI PROVA E’ ancora oggi delle dimensioni di mm. 340x109, con fondo bianco e lettera P verde. Su un’unica riga compare la sigla in rosso, la stelletta verde, la piccola lettera P e la combinazione identificativa, solo numerica, di quattro cifre. Conosco la EI P 0144: si tratta di un avvistamento piuttosto recente che fa pensare che, nonostante questa targa fosse già prevista dalla Circolare del 1979, sia stata effettivamente adottata solo da poco. TARGHE ONU Fin dall’entrata dell’Italia nel sistema delle alleanze del dopoguerra, il nostro paese ha partecipato in vario modo, per conto dell’ONU, a numerosissime missioni all’estero: dapprima erano limitate all’invio di osservatori, ma dagli anni ’80 hanno comportato anche l’invio di reparti armati. Per quanto mi risulta, nella massima parte dei casi, i veicoli hanno mantenuto la propria targa E.I. (che talvolta, per evitare l’identificazione dei veicoli, viene smontata). Durante la missione in Mozambico nel 1993-94 alcuni mezzi hanno montato la targa dell’ONU. Conosco infatti la foto di un VM 90 targato ONUMOZ 2147, ma in altre foto della stessa missione compaiono normali targhe italiane; non saprei però dire in quali circostanze questo sia avvenuto o avvenga tutt’oggi. Le targhe delle Nazioni Unite, a fondo bianco e scritte nere, vengono rilasciate sempre nuove di volta in volta in occasione di ciascuna missione, con una sigla diversa che la identifica: abbiamo così, ad esempio, le sigle UNIFIL (Libano), UNOSOM (Somalia) ecc. E’ comunque abbastanza singolare che nella targa sopra descritta l’acronimo fosse stato coniato sulla traduzione italiana (ONU) anzichè inglese UN (United Nations). PROGRESSIONE DELLA NUMERAZIONE In questa parte tenterò di indicare i numeri più alti raggiunti dalle targhe EI attraverso il tempo. Credo che la tabella abbia una certa attendibilità ma certamente contiene inesattezze, soprattutto per le serie più antiche e perché non sempre, per quelle più recenti, le mie osservazioni risalgono alla fine dell’anno, ma magari a qualche mese prima, così che, in realtà, la numerazione finale potrebbe essere più alta. Tra l’altro, in alcuni casi, come i rimorchi, le osservazioni visive sono rare e perciò più imprecise. Ho poi preferito lasciare per il periodo più antico solo i pochi dati di cui ho ragionevole certezza o che ho potuto ricavare da documenti ufficiali. Speriamo che con il tempo si possano migliorare. TARGHE A CINQUE CIFRE A/R Autovetture 1950 1951 1952 1953 16374 1954 1955 1956 1957 1958 1959 1960 1961 19219 1962 1963 1964 1965 1966 29830 Mezzi pesanti Rimorchi 32829 10973 89957 35158 34099 34479 65965 95390 TARGHE A SEI CIFRE A/R Autovetture 1966 451661 1967 1968 1969 350752 1970 456177 1971 458805 1972 1973 354090 459987 1974 471887 1975 473594 1976 1977 1978 480199 1979 1980 481301 Derivati 38551 Mezzi pesanti Moto Autoveicoli 563 AE 711 AL 503 AQ 942 AV 700 BC Rimorchi 460296 462295 465797 254517 851334 851836 618989 620679 TARGHE DEL PERIODO ALFANUMERICO 1980 1981 1982 1983 1984 Moto Moto 258881 259025 259199 259645 Rimorchi 35 AA Semoventi 354826 900854 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 992 BK 460 BT 491 CA 979 CF 951 CI 929 CN 790 CZ 778 DA 710 DE 372 DL 836 DN 466 DP 259956 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Autoveicoli AG 305 AP 510 AS 026 AY 220 BA 700 BE 742 BG 735 BH 206 CX 974 Moto 264028 264642 A1319 A 1792 A 2030 A 2178 263070 55 AQ 355783 Rimorchi 00 AU 75 AY 69 BA BI 440 CE 087 STANAG Ne parliamo in fondo al lavoro, ma in realtà se ne potrebbe accennare in qualsiasi altro punto, purché riferito al periodo successivo al 1949, anno di ingresso dell’Italia nella NATO. Non si tratta di una vera e propria targa, benché in qualche modo contribuisca all’identificazione del veicolo: potrebbe definirsi una “targa collettiva”. Il nome deriva dall’abbreviazione di standardization agreement, vale a dire accordo di standardizzazione. In pratica rappresenta uno dei tantissimi sistemi di classificazione uniformi mediante i quali i paesi NATO operano nei più disparati aspetti dell’ambiente e della vita militare. Esso consiste in un rettangolo, verniciato sulla carrozzeria, diviso orizzontalmente in due parti: su quella inferiore compare un numero che indica il reparto che ha in carico il veicolo, mentre su quella superiore compare lo stemma o l’indicazione del reparto stesso, oppure l’indicazione della grande unità della quale fa parte. Nel complesso, essendo variamente colorati e spesso con simboli fantasiosi, i distintivi STANAG si presentano molto gradevoli. Non saprei dire con quali criteri venissero distribuiti: sono però sempre presenti sui mezzi pesanti e sui mezzi corazzati, mentre generalmente mancano sulle autovetture e sui motocicli. In passato, anziché da un unico pezzo, era composto di due parti, collocate separatamente sulla carrozzeria in posizioni diverse: una conteneva il logo di reparto, l’altra il numero identificativo. Dopo il 2000 sono stati gradatamente aboliti forse perché, a seguito della riorganizzazione dell’esercito, che ben poco mantiene della struttura precedente, il sistema era diventato completamente inutilizzabile così che i veicoli militari sono contrassegnati solo dalla targa. Infatti, ad ogni soppressione o costituzione di unità, era necessario variare anche gli STANAG. Attraverso il tempo si sono avute alcune caratteristiche standard che sono rimaste adottate per molti anni o che, addirittura, non sono mai cambiate, che possiamo riassumere nella presenza di cinque o quattro numeri oppure di una lettera e tre numeri: in questi casi la lettera o il numero iniziale indicavano la grande l’unità di base, operativa o amministrativa, cui apparteneva il veicolo. Le tre cifre finali indicavano i reparti che, a seconda dei casi, potevano scendere a livello di battaglione o di compagnia. La combinazione 000 era riservata al comando o alle strutture di supporto. Non credo esista, a livello amatoriale, un elenco completo degli STANAG: si trattava di una materia riservata (anche se, di fatto, sotto gli occhi di tutti), e quindi era di difficile accesso. Cercherò qui di indicare in modo schematico alcuni dei risultati delle mie osservazioni integrati da altri dati, peraltro anch’essi lacunosi, raccolti dagli appassionati del settore. Sono stati accorpati nella tabella STANAG di periodi diversi, magari uno incompatibile con l’altro, ma lo scopo è quello di dare un’idea di come funzionasse il sistema, più che fornire un quadro completo che, al momento, è una cosa impossibile. Codice Unità/Ente di appartenenza 10xxx Carabinieri 15xx 21xxx 22xxx 23xxx 24xxx 25xxx 26xxx 27xxx 28xxx Battaglioni Carabinieri I Comando Militare Territoriale II Comando Militare Territoriale III Comando Militare Territoriale VI Comando Militare Territoriale V Comando Militare Territoriale VI Comando Militare Territoriale VII Comando Militare Territoriale VIII Comando Militare Territoriale 29xxx 30xxx 31xxx 3xxx IX Comando Militare Territoriale X Comando Militare Territoriale XI Comando Militare Territoriale III Corpo d’Armata 4xxx 5xxx IV Corpo d’Armata V Corpo d’Armata O E T Regione Militare Nord Ovest Regione Militare Nord Est Regione Militare Tosco Emiliana C Regione Militare Centrale M S I Regione Militare Meridionale Regione Militare Sicilia Regione Militare Sardegna Esempio di STANAG 10070 Nucleo radiomobile 10250 Battaglione meccanizzato 21050 Scuola Applicaz. d’ Arma 23030 Gruppo Elicotteri 25350 Lancieri di Novara 28126 Genio 28302 Lancieri di Montebello 3000 Comando 3071 Battaglione . Logistico 3303 Artiglieria 3304 Genio 3305 Trasmissioni 3306 Aviazione leggera 3307 Trasporti 4301 Granatieri di Sardegna 5000 Comando 5947 Battaglione logistico E042 Genio Pontieri T041 Genio Ferrovieri T904 1° Battaglione Ferrovieri T050 Genio Trasmissioni T906 Friuli C 077 Ministero della Difesa C610 Scuola Fanteria M030 cdo artiglieria I colori dei codici sulla sezione inferiore sono in genere gli stessi che contraddistinguono l’arma o la specialità e che compaiono anche sulle mostrine delle uniformi (amaranto il Genio, nero/azzurro la Motorizzazione, ecc.) Anche la Polizia, che in passato era un Corpo Militare a tutti gli effetti, era dotata di un proprio STANAG (90xxx). I veicoli dell’Aeronautica Militare, della Marina Militare, della Guardia di Finanza e degli altri corpi all’epoca militarizzati non ne erano dotati.