I bombardamenti alleati sull`Italia durante la Seconda guerra
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I bombardamenti alleati sull`Italia durante la Seconda guerra
ANTICIPAZIONI controstoria della liberazione Bombe Fortezze Volanti USA scaricano bombe sull’Italia amiche I bombardamenti alleati sull’Italia durante la Seconda guerra mondiale sono un elenco infinito di tragedie. Rese ancora più amare dai motivi che condussero i comandi angloamericani a decidere questa strategia: colpire indiscriminatamente i civili per minare il morale della popolazione, martellare ogni obbiettivo che potesse risultare utile ai tedeschi, a qualunque costo per la popolazione. Una strategia che continuò anche dopo l’Armistizio, quando l’Italia era ufficialmente «cobelligerante» e il popolo italiano non più nemico degli Alleati. Come racconta un nuovo saggio sui crimini commessi dagli angloamericani nel Mezzogiorno d’Italia fra 1943 e 1944 di cui «Storia in Rete» anticipa un capitolo Baia (Napoli), ottobre 1943. Donne allattano sulle macerie lasciate dai bombardamenti alleati dei mesi precedenti. Queste foto, scattate da reporter di guerra USA, venivano realizzate anche per accreditare l’immagine utile alla propaganda alleata di un’Italia arretrata e stracciona di Gigi di Fiore L a morte arrivava dall’alto. Preceduta dal rombo degli aerei e dalle sirene che lanciavano l’allarme, segnalando il pericolo imminente. Il sibilo delle bombe precedeva le esplosioni. Poi crollavano le macerie tra le urla di chi non era riuscito a ripararsi nei ri- STORIA IN RETE | 40 fugi. Cantine e sotterranei divennero luoghi per trovare sicurezza. Lì dentro, bambini terrorizzati, mamme in ansia, vecchi ammalati attendevano di udire per la seconda volta il suono delle sirene che annunciava la fine della paura. I bombardamenti, la guerra totale che invadeva le città, trasformarono ogni casa in un campo di battaglia. Le bombe piombavano dal cielo ed erano anche bombe alleate. Sganciate a centinaia, anche dopo la firma dell’armistizio che faceva diventare l’Italia cobelligerante degli angloamericani. In tutto il Regno del Sud, le immagini di distruzione travolsero ovunque città e campagne. La bomba era percepita come una fatalità ineluttabile, paragonabile a un cataclisma naturale che non si poteva evitare, scatenato da uomini senza volto chiusi in micidiali scatole metalliche. Su Napoli si contò un centinaio di bombarda- Giugno 2012 menti, che provocarono ben 23 mila morti. Prima dell’armistizio furono sganciate molte bombe sul porto che era l’attracco principale per il collegamento con il fronte in Africa settentrionale. In città, molti obiettivi strategici divennero bersaglio alle incursioni degli angloamericani: cantieri, altiforni, fabbriche di aerei. Nell’impeto distruttivo, che molto spesso non si associava alla precisione dei piloti, venne colpito anche Giugno 2012 l’ospedale dei Pellegrini. Era il 6 settembre, erano passati tre giorni dalla firma dell’armistizio «breve» non ancora reso pubblico via radio. Oltre alle bombe, le azioni dei guastatori tedeschi in ritirata misero Napoli in ginocchio. Annotò Benedetto Croce, nell’inverno del 1943: «Incombe la minaccia dell’affamamento per l’esaurirsi delle residue scorte, crescente numero di morti negli ospedali per insufficienza di nutrizione, mancanza di trasporti nelle province, completa e voluta inazione dei trams, e persino delle funicolari che conducono all’alto della città». La rabbia e la confusione erano diffuse poiché a essere colpita era quasi sempre la povera gente. Lo sottolineò anche il capitano inglese Norman Lewis: «I bombardamenti indiscriminati tedeschi uccidono solo i poveracci, come abbiamo fatto an- | 41 STORIA IN RETE