...

2° compito 1°Q

by user

on
Category: Documents
133

views

Report

Comments

Transcript

2° compito 1°Q
CLASSE III AL
1 dicembre 2011
Guido Cavalcanti, L’anima mia vilment’è sbigotita
L’anima mia vilment’è sbigotita1
de la battaglia ch’e[l]l’ave dal core2:
che s’ella sente pur un poco Amore
più presso a lui che non sòle, ella more3.
Sta come quella che non ha valore4,
ch’è per temenza da lo cor partita5;
e chi vedesse com’ell’è fuggita
diria per certo:”Questi non ha vita6”.
Per li occhi venne la battaglia in pria7,
che ruppe ogni valore immantinente,
sì che del colpo fu strutta la mente8.
Qualunqu’è quei che più allegrezza sente9,
se vedesse li spirti fuggir via,
di grande sua pietate piangeria10.
COMPRENSIONE
1. Dopo una prima lettura, stendi la parafrasi delle due quartine (aiutandoti con le note e il dizionario).
ANALISI
1. Indica lo schema metrico del componimento; individua le figure retoriche più significative e le rime
semantiche (ovvero le parole in rima legate tra loro anche sul piano del significato).
2. Il sonetto tratta di una “battaglia”: quale significato si può attribuire a questa metafora?
3. Quali parole appartenenti al campo semantico della guerra risultano particolarmente significative?
4. Rispetto al contenuto delle due quartine, la prima terzina attua una analessi (flash back). Spiega
perché.
5. In che modo nasce l’amore e come si manifesta la sua azione?
6. Nel sonetto è assente dalla scena la donna che ha suscitato il sentimento d’amore: ella non ha
corpo né nome. Commenta questo aspetto.
APPROFONDIMENTO
Nella poesia stilnovistica l’amore assume una duplice valenza: è descritto da una parte come
occasione di nobilitazione e di elevazione dello spirito, dall’altra come esperienza drammatica e
lacerante, da cui è impossibile difendersi in modo razionale. Analizza e confronta questi aspetti
riferendoti ai testi a te noti di Guinizzelli, Cavalcanti.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
È abbattuta in una penosa stupefazione
A causa dell’assalto che ella (l’anima) subisce presso il cuore
Poiché se l’anima sente che Amore è soltanto (pur) un poco più vicino al cuore di quanto è solito, ella (l’anima)
muore
(L’anima) appare come un’entità priva di forza vitale
Che per timore (temenza) si è allontanata dal cuore
E chi potesse vedere come ella (l’anima) è fuggita direbbe (diria) certamente: ”Costui è privo di vita”
Giunse inizialmente (in pria) attraverso gli occhi l’assalto (di Amore)
Che sconfisse ogni forza vitale immediatamente, tanto che la mente fu distrutta (strutta) dal colpo
Chiunque provi (anche colui che prova) una piena letizia
Se vedesse fuggire gli spiriti vitali (i sensi e i sentimenti), piangerebbe per la sua grande pena
TIPOLOGIA B
Esponi l’argomento indicato, in forma di saggio breve, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano e facendo
riferimento alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ un titolo alla tua trattazione.
Se scegli la forma del “saggio breve”, indica la destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca
e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di
rilievo). Non superare le quattro cinque colonne di metà foglio protocollo.
Argomento 1: La donna ideale oggi.
Dossier 1. Pubblicità: quale emancipazione? Famiglia cristiana 19/05/2011
Seducente, ammaliante, generalmente poco vestita o completamente nuda: è la donna in pubblicità, una figura che continua a
essere connotata secondo modelli ancorati ad antichi pregiudizi di genere. (…)
Caratteristica peculiare delle campagne pubblicitarie dedicate alla moda è l’attenzione al corpo della donna, con il risultato che la
presentazione dei capi d’abbigliamento – che dovrebbero essere l’oggetto privilegiato del messaggio – cede il passo a un insistito
voyeurismo sulle forme fisiche delle protagoniste. In taluni casi l’identità sessuale femminile è fortemente esaltata da una
connotazione erotica che poco lascia all’immaginazione, in altri è altrettanto fortemente travisata da rappresentazioni giocate
sull’ambiguità estetica.
In generale, qualunque sia il prodotto pubblicizzato, è evidente la tendenza a rappresentare la figura femminile non come soggetto
che ha la funzione di presentare l’oggetto in questione, ma come vero e proprio emblema di esso; la donna non è più colei che offre
e “garantisce” ciò che viene proposto, ma diventa lei stessa l’oggetto da conquistare. Nei prodotti per l’uomo, la rappresentazione
della donna oggetto, metafora del desiderio, è decisamente prevalente. Gli esempi più eclatanti si riscontrano nella pubblicità di
automobili (...).
La connotazione strumentale emerge con evidenza in tutti i messaggi in cui si sfrutta la nudità femminile in maniera ammiccante e
seducente. Se il ricorso al nudo può essere parzialmente giustificato quando si reclamizzano prodotti di bellezza o per la salute del
corpo, esso è assolutamente gratuito quando serve a lanciare, per esempio, un’acqua minerale oppure un paio di scarpe sportive.
Frequente è anche l’accostamento fra il nudo femminile e i gioielli o gli oggetti di un certo valore. (...)
Oltre all’immagine dominante della donna oggetto, vi sono altre due connotazioni dell’identità femminile che, pur in misura
nettamente inferiore, si ritrovano nelle inserzioni commerciali: la donna “angelo del focolare” e la donna emancipata. (...)
Peraltro, la frequente immagine di mamme e mogli sorridenti, già truccate e pettinate a dovere fin dal risveglio, è tanto affascinante
quanto lontana dalla realtà concreta. La donna in carriera, capace di superare qualunque presunta inferiorità di genere e di
affiancarsi in tutto e per tutto all’uomo, è rappresentata come capace di assumere finalmente ruoli di primaria importanza all’interno
della società. Ma anche questa immagine sembra frutto in larga misura di una costruzione culturale che non trova piena
corrispondenza nella realtà.
Marco Deriu
2. Africa e Primavera Araba: Nobel Pace a tre donne www.euronews
La Primavera araba, l’impegno contro la guerra e le pari opportunità in Africa: il premio Nobel per la Pace 2011 va a tre donne. Si
tratta della presidente liberiana Ellen Johnson-Sirleaf, della connazionale pacifista Leymah Gbowee e del volto della rivolta
yemenita, Tawakkul Karman, premiate per “la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per il loro diritto a
partecipare alla costruzione della pace”.
Grazie al premio Nobel il mondo “riscopre” la Liberia, ha detto la Sirleaf, prima donna presidente del continente africano in un
Paese, la Liberia, devastato da 14 anni di guerra civile. Queste le sue parole quando fu intervistata dalla giornalista di euronews
Lise Pedersen nel 2006: “Credo che le donne si sentano maggiormente rispettate grazie alla mia posizione. Nelle posizioni
strategiche del governo abbiamo nominato della donne”.
Leymah Gbowee è una militante pacifista e nonviolenta che ha contribuito a mettere fine alla guerra civile in Liberia. Con “lo
sciopero del sesso” costrinse il regime ad ammetterla al tavolo delle trattative per la pace: “È un riconoscimento per le donne che
vivono lottando nei conflitti – spiega subito dopo aver appreso la notizia del riconoscimento – Per me questo premio rappresenta
una dichiarazione forte. La condizione delle donne, il ruolo delle donne, il coinvolgimento delle donne, le loro esigenze e priorità non
potranno più essere ignorati in questo mondo”.
‘‘Guardate all’Egitto, vinceremo’‘. Con questo slogan Tawakkol Karman ha guidato la rivolta in Yemen.
“Questo premio è la prova della vittoria della rivoluzione pacifica yemenita – ha detto la Karman – La nostra rivoluzione è riuscita a
guadagnare l’ammirazione e il rispetto della comunità internazionale e spero che il mondo ci concederà il suo pieno appoggio”.
Dopo l’annuncio del Nobel era in piazza con gli oppositori del regime di Ali Abdallah Saleh. Ha dedicato il suo premio a tutti i
militanti della primavera araba.
Copyright © 2011 euronews
3. Una donna alla guida di Ibm www.delleconomia.it 26 ottobre 2011
La nuova Ceo si chiama Virginia Rometty ed è l'attuale vicepresidente del gruppo informatico. Prenderà il posto di
Samuel Palmisano, che tuttavia manterrà la presidenza
Quando una donna raggiunge un posto di potere, fa sempre notizia. Per molti - e molte - la vera notizia sarà
quando ciò non accadrà più, ma intanto conviene dar conto della nomina diVirginia Rometty al ruolo di Ceo ovvero amministratore delegato - della multinazionale informatica Ibm. Rometty - Ginni, per gli amici - ha 54 anni
e ricopre la carica di senior vice-president del gruppo che è stato finora guidato dal sessantenne Samuel J.
Palmisano, il quale manterrà la carica di presidente.
Il passaggio effettivo di consegne non si avrà che il primo gennaio 2012, ma la stampa Usa colloca già la Rometty fra le
donne manager più potenti, allo stesso livello di Ursula Burns della Xerox, di Indra Nooyi della Pepsi, Ellen J. Kullman
di DuPont e Meg Whitman di Hewlett-Packard. Nomi che è facile incontrare nelle classifiche di magazine molto attenti
alle fluttuazioni delle carriere e al gradimento degli investitori come Forbes.
Per Palmisano, tuttavia, il fatto che la Rometty sia donna non ha alcuna importanza. Alla poltrona di Ceo, "Ginni ci è
arrivata semplicemente perché lo meritava. Le politiche sociali progressiste hanno contato zero", dice. Ma i soliti maligni
sostengono invece che il genere femminile abbia svolto un qualche ruolo nella designazione, se non altro per il ritorno di
immagine che ciò comporta. Di suo, la manager può in ogni caso vantare un curriculum eccellente, come la conduzione
di divisioni strategiche di Ibm e di delicate operazioni di fusione. La sua specialità - dicono coloro che la conoscono bene
- è quella di saper offrire soluzioni intergrate per il business e non semplicemente prodotti. (...)Negli ultimi tempi si è
parlato molto di donne al potere negli Usa, anche se non sempre in positivo. Se infatti ha destato ammirazione la nomina
di Jill Abramson alla guida delNew York Times, uno dei quotidiani più influenti degli Stati Uniti, che mai prima era stato
diretto da una rappresentante del gentil sesso in 160 anni di vita, ha suscitato, all'opposto, una certa sensazione il
licenziamento in tronco di Carole Bartz dal vertice di Yahoo!, società dov'era approdata meno di tre anni fa con fama di
grande risanatrice.
4. Silvia Ziche 2011
5. Napolitano: "Offensiva l'immagine della donna come bene di consumo" 15/04/2010 www.liberoquotidiano.it
In occasione del convegno “Donne in tv e nei media: un nuovo corso per l’immagine femminile”, il Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Presidente del Comitato per le Pari Opportunità, Mirella Ferlazzo, un
messaggio di apprezzamento per l’iniziativa. Ha scritto Napolitano: «Mi fa piacere rinnovarvi l'augurio di riuscire a
raggiungere un obiettivo che - come sapete - condivido. Mi riferisco al rispetto che le donne devono esigere in ogni
ambito: nella famiglia, nella scuola, sul luogo di lavoro, in politica. È questo il richiamo che ho rivolto in occasione della
cerimonia dell'8 marzo di quest'anno al Quirinale dedicato alle donne di domani, sollecitando le adolescenti che si
apprestano ad entrare nell'età adulta a esigere il rispetto della loro dignità di donne».
Secondo Napolitano, inoltre, dai media, risulterebbe un’immagine della donna disprezzata:«L’impegno a rimuovere gli
ostacoli che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, contenuto nell'articolo 3 della nostra Costituzione, così come
la richiesta rivolta dall'articolo 117 alle leggi regionali di rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena parità tra donne
e uomini, si riferiscono ovviamente anche al diritto ad ottenere uguale rispetto e dignità per i cittadini di entrambi i sessi.
È evidente che la comunicazione di un'immagine della donna che risponda a funzioni ornamentali o che venga offerta
come bene di consumo offende profondamente la dignità delle donne italiane . Non solo: questo stile di
comunicazione nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono
molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi».
(...)
Fly UP