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Aiutare l`ape a combattere la varroa

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Aiutare l`ape a combattere la varroa
Varroa
di Giuseppe Morosin
Aiutare l’ape
a combattere la varroa
Da quasi 30 anni stiamo conducendo
una lotta continua, soprattutto chimica,
contro la varroa e invece di migliorare
nel nostro intento, ci accorgiamo che
peggioriamo su molti fronti.
Stiamo puntando in forma esasperata
a una guerra tra apicoltori e varroa,
pensando di fare il bene delle nostre
api, invece spesso dimentichiamo che
forse il nostro compito è quello di aiutare l’ape stessa a combattere la varroa,
senza sostituirsi ad essa ma agevolando
il suo ciclo di vita e tutte quelle condizioni fisiologiche ed ambientali che le
possono permettere di vincere questa
battaglia per la sopravivenza.
L’apicoltore attento deve cercare di potenziare nelle api e nelle regine le caratteristiche di capacità igienica e
resistenza, dando grande importanza
all’allevamento e scartando continuamente tutte quelle forme di vita deboli, che non si sviluppano bene, e che
non creano premesse sicure per il futuro di una sana e forte famiglia.
Apicoltori! Facciamo una seria riflessione:
l’ape è sempre più debole e vulnerabile. La varroa diventa
più fertile e aggressiva. Allora l’obiettivo, per il bene delle
nostre api, è di cercare di potenziare nelle api e nelle regine
le caratteristiche di capacità igienica e resistenza.
L’imperativo sta nel dare primaria importanza all’allevamento,
scartando ciò che va contro la vita dell’alveare.
Vediamo come si fa
Spesso dimentichiamo che l’ape ha
saputo adattarsi e sopravvivere nei
millenni a difficili e complesse situazioni: ambientali, climatiche e di inquinamento e se osserviamo bene i
nostri alveari ci accorgiamo facilmente come la società di operaie, che
la regina produce, presenta un patrimonio di caratteri più o meno specializzati tra super sorelle, sorelle e
sorellastre, imparentate tra di loro ri-
spettivamente per un 25%, 50%,
75% di caratteri uguali, creando tendenze di vita e comportamenti molto
specializzati, infatti abbiamo famiglie
più portate a raccogliere nettare, oppure polline, o ancora propoli.
Alcune sono molto sensibili alla sciamatura, altre presentano una capacità
di lavoro più anticipata e prolungata,
altre operaie riescono ad avere una
vita media di lavoro più lunga, altre
ancora sono bravissime a pulire tutte
le impurità presenti nei favi di covata
e possiamo continuare ancora per
molti altri aspetti che condizionano
strettamente la loro forza di vita.
ALVEARE DEL GRAPPA
Di sicuro affidamento una sperimentazione realizzata da“L’alveare del
Grappa”, basata sulle tecniche di allevamento per combattere la varroa e
nello stesso tempo rinforzare e selezionare le famiglie.
Premessa questa analisi dell’attuale situazione dei rapporti tra apicoltoreape e varroa, ho cercato di mirare le
mie sperimentazioni, come esperto
apistico dell’Associazione Regionale
Apicoltori del Veneto e apicoltore
dell’azienda didattica e di selezione
“L’alveare del Grappa”, con l’obiettivo
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di rinforzare l’ape in modo che possa
difendersi dalla aggressione sempre più
specializzata della varroa.
COME FARE?
Prima di tutto devo premettere che
sono 10 anni che ho scelto questa
strada, in salita, lunga e con curve insidiose, facendo una selezione dei nostri ecotipi di regine di razza ligustica,
puntando in particolar modo alla docilità, non sciamatura, sanità-tenuta
della covata e produzione.
I risultati, grazie anche ai costanti
controlli dell’Albo Nazionale degli
Allevatori di Api Regine e del
C.R.A., si stanno confermando progressivamente; c’è un lento e costante
miglioramento legato anche alle specifiche stagioni apistiche che sono
molto variabili e non sempre favorevoli per lo sviluppo e la produzione
delle famiglie.
Quest’anno ho sperimentato un metodo di allevamento molto interessante che mi ha dato ottimi risultati e
che ritengo anche praticabile per i nostri grandi- medio–piccoli apicoltori.
LA TECNICA DEL CAMBIO REGINA
CON BLOCCO DI COVATA
Si tratta semplicemente di guidare le
api al cambio regina, intervenendo nel
scegliere le madri regine più qualitative dell’apiario.
Ogni apicoltore, con un minimo di
esperienza, conosce le sue famiglie e
certamente riesce ad individuare
quelle più forti, sane, produttive e con
bella covata, basta solo organizzarsi ed
avere le idee chiare di quello che si
vuole ottenere.
Da noi, finito il castagno, prima metà
di luglio, si deve pensare a come aiutare le api a bloccare lo sviluppo esponenziale della varroa e a ripartire con
una sana covata per produrre le api invernali che sono fondamentali per passare l’inverno e far ripartire lo sviluppo
della famiglia in primavera.
1. MI PREPARO DELLE CELLE REALI ACCETTATE, orfanizzando in anticipo, di
2 giorni, 1- 2 -3 famiglie, a seconda di
quante celle devo produrre, (far accettare non più di 10 celle per famiglia),
quindi mi creo un piccolo allevamento
utilizzando le madri regine più qualitative del mio apiario. Se non riesco a fare
il traslarvo, mi faccio aiutare o vado
presso un centro del servizio associativo
come “l’Alveare del Grappa” e mi faccio
preparare la stecca con 10 celle traslarvate che vado ad inserire in una mia famiglia precedentemente orfanizzata.
I soci apicoltori che mi hanno seguito
in questo metodo sono molto soddisfatti e si stanno creando, con grande
soddisfazione, una certa autonomia
nell’operare nei propri apiari.
2.
ORFANIZZO LE FAMIGLIE E INSERISCO LE CELLE AL SECONDO GIORNO DI
ACCETTAZIONE.
Dopo 2-3 giorni ho normalmente tutte
le celle ben accettate con le larvicine di
7-8 giorni che nuotano sopra la pappa
reale. E’ il momento di inserirle nelle
famiglie che o preparato orfanizzate il
giorno prima, avendo cura di salvare le
regine migliori, e quindi formare alcuni
nuclei, dove inserisco solo favi di scorte
e altri privi di covata, (ogni 2 alveari
faccio un nucleo, cambiando il 50%
delle regine), che tratto subito con bioxal e che devo controllare nello sviluppo, nelle scorte e nella tenuta delle
regine. A tardo autunno, una volta nata
tutta la covata,eseguo la pulizia finale
con un trattamento di bioxal.
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Apitalia
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3. CAMBIO
REGINA CON BLOCCO DI
COVATA ATTIVO in questo modo ho av-
viato un cambio regina quasi naturale,
partendo da una madre che ho scelto e
facendo ben nutrire le celle dall’intera
famiglia, proprio per le particolari condizioni di orfanità in cui si è venuta a
trovare. Le operaie saranno stimolate a
un super nutrimento e cura della cella
reale, a fare grande pulizia dei favi e a
seguire la nuova regina che nasce, che si
feconda e che inizia a deporre. In
media passano 9 giorni per avere la nascita della regina e altri 12-14 perché
posa iniziare a deporre. Dopo 23-24
giorni ho tutta la covata nata e le
prime uova deposte, è il momento di
fare il trattamento con bioxal. Nel caso
che qualche rara regina non si fecondi
ho pronto il vivaio di nuclei di scorta
che permette subito di riequilibrare le
famiglie orfane. Durante la mia sperimentazione tutto è stato regolare però
serve una particolare attenzione per
vari imprevisti che si possono verificare come, saccheggi, reinfestazioni,
indebolimenti da altre malattie ecc...
quest’anno su 34 famiglie di cui 32 si
sono perfettamente cambiate la regina
e nell’ultimo trattamento invernale la
caduta di varroa è stata contenuta nei
limiti di una normale convivenza.
Durante la mia sperimentazione tutto
è stato regolare però serve una particolare attenzione per vari imprevisti che
si possono verificare come, saccheggi,
reinfestazioni, indebolimenti da altre
malattie ecc…
SPERIMENTAZIONE:
CAMBIO REGINE CON BLOCCO
DI COVATA ATTIVO PRESSO
“L’ALVEARE DEL GRAPPA”
Questa sperimentazione l’ho svolta
ASSISTENZA TECNICA
ASSOCIATIVA PER
L’ALLEVAMENTO DEGLI ALVEARI
Visto il risultato di questa sperimentazione ritengo utile per la prossima stagione apistica programmare nella
nostra Associazione Regionale Apicol-
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tori del Veneto una azione di rinforzo
e ripopolamento dei nostri apiari seguendo questo metodo che certamente può stimolare e aiutare molto i
nostri soci apicoltori potenziando due
obiettivi fondamentali:
- valorizzare la forza di autodifesa
dell’ape;
- migliorare la professionalità dell’apicoltore che prima di produrre dedica
una particolare attenzione di come
ben allevare.
Giuseppe Morosin
esperto apistico,
[email protected]
www.alvearedelgrappa.it;
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