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Il piano di riallineamento procede secondo le

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Il piano di riallineamento procede secondo le
FONDO MARIO NEGRI
Il piano di riallineamento
procede secondo le previsioni
L’andamento della previdenza integrativa e
del Tfr nel 2007. La situazione generale del
Fondo
Alessandro Baldi
iguardo ai rendimenti attribuiti sugli accantonamenti previdenziali per il 2007, che di per sé sono stati inferiori alle attese, per una serena e responsabile valutazione sulla gestione non si può prescindere dall’insolita situazione che a partire dal secondo semestre ha interessato i mercati mobiliari investiti da notevoli turbolenze e dagli effetti della crisi
finanziaria che ne è seguita. Devono comunque essere
tenute presenti alcune considerazioni:
R
1. il Mario Negri gestisce risorse previdenziali che per
loro natura danno luogo a investimenti di lungo termine. Negli ultimi cinque anni il Fondo ha realizzato un rendimento medio vicinissimo al 5% annuo
composto;
2. per quanto riguarda il mercato di riferimento, il
complesso dei fondi pensione chiusi ha conseguito
in media nel 2007 un risultato di poco superiore al
2%, mentre i fondi pensione aperti hanno realizzato un risultato di segno negativo;
3. il sistema di investimenti, la cui gestione è affidata
a gestori professionali, ha ottenuto da parte di alcuni di loro una corretta risposta alle accennate difficoltà nelle quali si è trovato il mercato mobiliare nel
2007, mentre altri, basandosi su visioni diverse delle prospettive dei mercati, non sono stati abbastanza reattivi. Ovviamente, si è proceduto a revoche di
mandati e alla ricerca di nuovi gestori;
Alessandro Baldi
presidente
Fondo Mario Negri
4. in conseguenza di quanto sopra, la performance
del Fondo è stata complessivamente inferiore al
benchmark prefissato e concordato con i gestori.
Se ognuno di essi avesse realizzato il proprio
benchmark, il risultato complessivo sarebbe stato
del 3,3%. Da ciò ne consegue che la strategia utilizzata per la costruzione dell’asset allocation si è
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confermata adeguata anche per fronteggiare una
situazione di mercato anomala rivelatasi molto
lunga e difficile.
Per quanto riguarda, invece, i risultati attribuiti ai due
nuovi comparti dedicati al tfr va rilevato quanto segue:
䡵 il comparto garantito, che ha realizzato un 4,10%, è
investito totalmente in polizze di capitalizzazione
assicurative del ramo quinto. Queste ultime, per loro natura, non risultano influenzate, se non in minima parte, dall’andamento del mercato finanziario.
Mantenendo, a cura delle compagnie delegatarie, la
valutazione al costo, vengono dalle stesse rilevati i
soli ricavi cedolari e gli effetti delle dismissioni; viene “conseguentemente” privilegiata la sicurezza e la
costanza del risultato nel tempo;
䡵 la gran parte del tfr è pervenuto al Fondo nei mesi
di novembre e dicembre 2007. Al comparto bilanciato, in attesa dell’investimento in modo conforme
a quanto previsto nella nota informativa, è stato attribuito il risultato del 3,65%, realizzato dall’investimento della liquidità del Fondo.
L’Antonio Pastore e il Previndai, che comunemente sono presi a riferimento per i confronti, investono, in via
normale, in polizze di capitalizzazione assicurative,
strumento nella sostanza simile a quello utilizzato dal
“Mario Negri” per il tfr garantito.
Il piano di riequilibrio – Le origini
Le Organizzazioni partecipanti a partire dal 1984 ritennero di dover elevare il livello delle prestazioni pensionistiche integrative del Fondo per compensare, in parte, la forte penalizzazione subita dalla categoria a causa
dell’introduzione del tetto pensionistico previ䊳
FONDO MARIO NEGRI
sto per le retribuzioni pensionabili dell’assicurazione
generale obbligatoria. Venne così attuata e poi accentuata una forma di solidarietà intergenerazionale: le
prestazioni pensionistiche vennero determinate utilizzando le retribuzioni convenzionali degli ultimi 36 mesi, in seguito ulteriormente ridotte agli ultimi 12 mesi.
Di fatto tutte le retribuzioni pensionabili pregresse venivano rivalutate al livello dell’ultima annualità.
Le prestazioni pensionistiche venivano così liquidate
per importi eccedenti gli accantonamenti costituiti con
la contribuzione e i relativi rendimenti.
Nel 1993, quando per legge venne introdotta la disciplina organica della previdenza complementare, il Fondo operava quindi in regime di prestazioni definite: le
prestazioni erano determinate dalle norme regolamentari in misura non correlata direttamente all’entità
dei contributi affluiti per ciascun iscritto. Il sistema di
finanziamento era quello a “ripartizione”.
Le modifiche al sistema previdenziale
dal 1° gennaio 2003
In vista della scadenza del periodo transitorio del 2005,
le Parti, con notevole lungimiranza, hanno disposto
con effetto dal 1° gennaio 2003 un nuovo assetto gestionale con un regime di finanziamento misto la cui
parte prevalente è ispirata alla capitalizzazione individuale e impostata su conti personali di accumulo. Il
nuovo sistema ha inoltre attuato una trasformazione
radicale nella modalità di calcolo della pensione, passando dal preesistente sistema a “prestazione definita”
a quello a “contribuzione definita”. Il rinnovato sistema di gestione del Fondo è in grado di garantire a tutti i dirigenti, presenti e futuri, la medesima forma di
previdenza complementare.
Questa soluzione evita una diversità di trattamento tra
vecchie e nuove generazioni di dirigenti, rende gli sviluppi gestionali protetti dai rischi connessi all’aleatorietà delle condizioni di equilibrio tecnico-finanziario
del sistema in vigore e, inoltre, risponde all’esigenza di
offrire ad aziende e dirigenti maggiori certezze rispettivamente in ordine ai costi e ai livelli di tutela.
Il piano di adeguamento del 1994
Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 124/93,
per i fondi pensione venne configurata una disciplina
delle prestazioni basata sul sistema della capitalizzazione individuale e introdotto un regime fiscale delle contribuzioni. Quest’ultima penalizzante per i nuovi iscritti ai quali, d’altra parte, sarebbe stata preclusa la partecipazione al Fondo, a meno di radicali modifiche dell’assetto normativo, con conseguente compromissione della possibilità di sopravvivenza del Fondo stesso.
Ci si avvalse, quindi, sia della possibilità consentita nel
decreto di rideterminare la disciplina delle prestazioni
pensionistiche, che vennero di fatto ridimensionate,
sia dell’utilizzo del periodo transitorio per l’iscrizione
di nuovi soggetti “in deroga”, con le relative agevolazioni fiscali sui contributi previste dal decreto.
Così come previsto dalla legge, venne quindi presentato e approvato dal ministero del Lavoro un piano
di riequilibrio che prevedeva una gestione “aperta”,
con nuovi ingressi al Fondo per tutto il periodo di deroga, e poi “chiusa”, con proiezioni estese fino alla
completa estinzione di ogni obbligazione nei confronti degli iscritti presenti al termine del periodo
transitorio.
Il Fondo, a meno di modifiche all’assetto normativo
sulla previdenza complementare, dopo il periodo transitorio sarebbe stato costretto a limitare la sua funzione di tutela previdenziale nei confronti dei soli dirigenti iscritti a quella scadenza (gruppo chiuso).
Secondo le risultanze delle elaborazioni attuariali al 31 dicembre 1993 prodotte al ministero del Lavoro in base alle
previsioni del decreto legislativo 585/93 riferite al “gruppo
aperto”, il rapporto tra il disavanzo di 963,5 milioni di euro è pari al 410% del patrimonio al 31 dicembre 1993.
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In seguito alle modifiche regolamentari disposte alla fine
del 2002, il bilancio tecnico del Fondo evidenziava un rapporto fra il disavanzo, per altro coperto dal valore attuale dei contributi integrativi aziendali futuri, e il patrimonio
pari al 63%.
La situazione al 31 dicembre 2007
A riprova della bontà delle scelte fatte, il piano di riallineamento sta procedendo secondo le previsioni. Infatti, dai dati del bilancio tecnico al 31 dicembre 2007
la percentuale del disavanzo, coperto dai contributi integrativi aziendali futuri, risultava del 33,5% rispetto al
patrimonio.
Il piano pluriennale del professor Ottaviani presentato nel 2008 al ministero del Lavoro, in base alle proiezioni per il periodo 2006-2046, prevede, per effetto dei
contributi integrativi aziendali, l’azzeramento del disavanzo ampiamente entro il quarantennio considerato.
In funzione del piano di riequilibrio in corso, agli iscritti del Fondo è concessa una disciplina normativa più elastica e favorevole; in particolare la completa deducibilità
fiscale della contribuzione cui infatti non si applica il limite previsto
per la generalità dei contribuenti alla previdenza
complementare.
Sul prossimo numero di
Dirigente sarà pubblicato integralmente il bilancio di esercizio del
Fondo Mario Negri per
l’anno 2007.
䡵
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