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MAREA ASTRONOMICA E METEOROLOGICA IN ITALIA
Università di L’Aquila Dipartimento di Ingegneria delle Strutture delle Acque e del Terreno AIOM Associazione di Ingegneria Off-shore e Marina Università del Salento Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione Studi di Aggiornamento sull'Ingegneria Off Shore e Marina Università del Salento 1 luglio 2011 MAREA ASTRONOMICA E METEOROLOGICA IN ITALIA: Analisi propedeutiche ad applicazioni di ingegneria marittima e costiera e allo sfruttamento delle sue potenzialità energetiche Gian Mario Beltrami LIAM-DISAT, Università degli studi di L’Aquila Effetti e importanza delle variazioni di livello del mare L’innalzamento o l’abbassamento del livello assunto dalla superficie marina implica l’esposizione delle coste a onde di gravità di altezza maggior o minore, dipendendo il frangimento – ovvero la dissipazione della maggior parte della loro energia - dal tirante idrico. In particolare, un innalzamento di livello comporta: Aumento del carico idraulico sulle strutture Nei nostri mari, ove - con l’eccezione di Venezia - si hanno variazioni di livello dell’ordine di poche decine di centimetri, tale aumento è di relativa importanza, particolarmente per strutture di difesa portuali fondate su tiranti idrici dell’ordine della decina di metri. Aumento della erodibilità delle spiagge In questo caso anche una variazione di poche decine di centimetri ha un effetto rilevante. Ad esempio, su una spiaggia con pendenza 1/100, un innalzamento di 20 cm del livello implica la sommersione di 20 metri di spiaggia. e influisce (es.): definizione delle quote di banchina; realizzazione e restituzione di rilievi batimetrici. Natura delle variazioni di livello del mare Variazioni periodiche Periodo o scala temporale Ampiezza (Mediterraneo e Adriatico) Marea Astronomica 12-24 ore 0.1-0.3 m (0.6 m a Venezia) Marea Meteorologica durata della perturbazione (12-72 ore) variabile con la forzante (oltre 1 m a Venezia) Modi Propri Gravitazionali 6-26 ore (21 ore modo Helmotz Adriatico) variabile con la forzante (oltre 1 m a Venezia il modo di Helmotz) Variazioni Eustatiche (eustatismo) ere geologiche ordine dei metri durante le glaciazioni note 50-100 anni variabile (0.23 m a Venezia nell'ultimo secolo) Variazioni secolari Variazioni Epirogenetiche (subsidenza) Marea astronomica Fenomeno: Ritmico innalzarsi e abbassarsi di livello accompagnato da spostamenti orizzontali della massa marina (correnti di marea). Cause: Azione di attrazione esercitata sulla terra dai corpi celesti, in particolare modo la Luna e il Sole. Si considerino due corpi sferici, rispettivamente di massa m1 (la Terra) e m2 (la Luna o il Sole), in moto di traslazione senza rotazione (rivoluzione) attorno ad un comune centro di gravità. A causa del moto di rivoluzione, ogni punto appartenente a uno dei due corpi è soggetto alla forza di attrazione gravitazionale newtoniana dovuta alla presenza dell’altro, nonché alla forza centrifuga determinata dal proprio moto attorno al centro di gravità del sistema. Per la stabilità del sistema, nel baricentro del corpo di massa m1, la forza di attrazione gravitazionale esercitata dal corpo di massa m2 su quello di massa m1 è perfettamente controbilanciata dalla forza centrifuga. m1 m2 centro di gravità b c Tale equilibrio non è soddisfatto in tutti i punti del corpo di massa m1. Infatti, mentre la forza centrifuga è costante su tutto il corpo, l’azione di attrazione gravitazionale è funzione del quadrato della distanza r1 del punto considerato dal baricentro del corpo di massa m2 Nei punti distinti dal baricentro, l’equazione di equilibrio da origine a una forza risultante per unità di massa data dalla somma della forza di attrazione gravitazionale locale e della forza centrifuga costante. Kcf X K gr1 K r1 r/r K gr0 r1/r1 r0 r0/r0 m2 m1 Conoscendo l'esatta posizione nel tempo del corpo celeste forzante (Luna, Sole, etc.) è possibile scomporre il suo movimento in una molteplicità di moti periodici, principali e secondari, di frequenza angolare nota e quindi sviluppare la forza risultante di marea in termini, ciascuno corrispondente a uno dei moti componenti il moto del corpo considerato. La forza di marea, ovvero il potenziale di marea è stato in questo modo scomposto in 380 componenti di periodo noto (Doodson, 1926,1928). Se la Terra fosse perfettamente sferica e interamente coperta da uno strato d'acqua di spessore costante e la massa fluida rispondesse immediatamente alla forzante mareale (assenza di inerzia della massa fluida), la determinazione e previsione delle variazioni di livello, ovvero degli spostamenti della superficie libera, dovuti a tale forzante sarebbe immediata in ogni punto della sfera terrestre. L'inerzia della massa liquida, unitamente alla forma sferoidale della Terra e alla conformazione frastagliata delle coste e dei fondali non permette tuttavia tale derivazione. Tali irregolarità infatti, pur lasciando invariati i periodi delle componenti della forzante, influiscono sulla loro ampiezza e sulla loro fase. Questa è la ragione fondamentale per la quale, sulla Terra, è possibile osservare escursioni di marea diverse a seconda della località presa in considerazione. Marea Meteorologica Fenomeno: Disturbo del ritmico innalzarsi e abbassarsi del livello marino dovuto alla marea astronomica, la cui importanza relativa rispetto a quest’ultima dipende dalla stagione, dalla latitudine e dalla piattaforma continentale. Cause: Variazioni periodiche bariche e dell’azione tangenziale del vento. Variazioni bariche Le variazioni di livello determinate da un aumento o da una diminuzione della pressione atmosferica (pressione media 1013 mmbar) sono comunemente indicate come effetto barometrico inverso [1 mmbar - 1 cm]. Azione tangenziale del vento L’ azione tangenziale del vento tende a spingere la massa d'acqua verso la costa, accelerandola (sovralzo di vento). Al raggiungimento di condizioni stazionarie, l'acqua risulta in equilibrio sotto l'azione del gradiente di pressione dovuto alla pendenza assunta dalla superficie del mare e le azioni agenti alla superficie libera e al fondo rispettivamente legate alla resistenza del vento e all'attrito sul fondo. vento A a i a D w A b sezione A-A 06.00 PM May 6th - 1997 40 35 ECMWF analysis 30 -5 0 5 10 15 20 25 30 10 m wind field 35 Longitude (°W - °E) 45 ECMWF analysis msl pressure field Latitude (°N) Latitude (°N) 45 40 35 30 -5 0 5 10 15 20 Longitude (°W - °E) 25 30 35 Modi propri gravitazionali Fenomeno: Analogamente alle onde di marea astronomica, si esplicano come ritmico innalzarsi e abbassarsi di livello accompagnato da spostamenti orizzontali della massa marina. Cause: Eccitazione delle frequenze di modo proprio (di risonanza) di un bacino. Come ogni sistema dinamico, un bacino naturale soggetto a una forzante tende ad amplificare le oscillazioni di frequenza prossima a quelle di modo proprio, ovvero di risonanza. Al decadere della forzante, il bacino continua a oscillare secondo tali frequenze fino a quando l’azione d’attrito esercitata dalle coste e dai fondali non esaurisce il loro contenuto energetico. Sia una azione di origine meteorologica (pressione, vento) che astronomica (componente di marea astronomica) può esplicarsi con una frequenza tale da forzare all'interno di un bacino una oscillazione di moto proprio la quale, a seconda dell'entità della forzante, continua a persistere nel bacino fino al suo esaurimento determinando successive intense fluttuazioni dei livelli. Misure: Importanza del monitoraggio L’acquisizione di serie storiche di misure di livello consente: 1) Definizione dei livelli di riferimento (es. livello medio marino), ovvero: a- l’analisi delle sue variazioni a breve e lungo termine b- la realizzazione di rilievi batimetrici locali c- la definizione delle quote di banchina 2) La demodulazione del segnale tramite analisi armonica, ovvero: a- l’individuazione della natura, della scala temporale e dell’entità delle variazioni del livello componenti il segnale misurato. b- le analisi statistiche marginali e congiunte degli estremi (es. del residuo N.B. Il monitoraggio mareografico deve comprendere oltre alla misura delle variazioni di livello, la misura delle variazioni di temperatura e pressione atmosferica, nonché della direzione e intensità del vento. Misure: Tecnologie Le tecnologie di misura dei livelli si distinguono a seconda che la misura sia effettuata presso la costa o al largo. Le misure più comuni - e più semplici da realizzare - sono quelle effettuate presso la costa, in genere all’interno di bacini portuali, per il tramite di mareografi •A sens. galleggiante •A sens. di pressione •A sens. acustico (es. Ortona) (es. Pescara) (es. AGIP) NB: Oltre che del sensore di livello, una stazione mareografica dovrebbe essere sempre dotata di sensori di temperatura e pressione atmosferica (termometro, barometro), nonché di un sensore di misura del vento (un anemometro). Sistema acquisizione Sistema Sistema acquisizione acquisizione Sensore acustico Caposaldo Caposaldo (Bench Mark) (Bench Mark) Caposaldo (Bench Mark) Asta Asta idrometrica idrometrica Asta idrometrica Da Da tum tum (zero convenzionale) (zeroDa convenzionale) tum (zero convenzionale) Distanza Caposaldo-Trasduttore (zero strumento) Distanza Caposaldo-Trasduttore (zero strumento) Sensore gallegiante Trasduttore pressione Tra le tecniche di misura al largo siano da ascrivere le misure effettuate mediante ‘tsunamometri’, ovvero strumenti dotati di sensori di pressione in grado di misurare oscillazioni nella banda di frequenze delle maree e dei maremoti (Eble e Gonzlez, 1991, http://nctr.pmel.noaa.gov/Dart/). Misure: La RMN (rete mareografica italiana) In Italia, il monitoraggio dei livelli viene principalmente effettuato dai mareografi della Rete Mareografica RMN, gestita dal Servizio Mareografico dell’ISPRA. La rete si compone di più di trenta stazioni collocate nei porti lungo tutto il perimetro della penisola e delle sue isole (http://www.mareografico.it/). RMN (National tide gauge network) CNR gauges (National Research Council) Regional gauges IIMM (Navy gauges) (CNR-ITT) St21 ENI-AGIP (Off-shore platforms) St02 St20 NS01 St01 St22 (CNR-ISDGM) R02 R04 R03 R05 R01R06R07R08 St03 R10 R09 St19 NS11 NS02 St04 Pescara R12 R13R15 R14 R11 NS10 St18 St17 NS04 St07 NS03 NS05 St16 NS06 St14 Brindisi (IIMM) St15 National tide gauge network St01 Imperia NS01 La Spezia St02 Genova NS02 Marina di Campo St03 Livorno NS03 Ponza St04 Civitavecchia NS04 Gaeta St05 Cagliari NS05 Napoli St06 Carloforte NS06 Salerno St07 Porto Torres NS07 Palinuro St08 Palermo NS08 Ginostra St09 Porto Empedocle NS09 Lampedusa St10 Catania NS10 Isole Tremiti St11 Messina NS11 San Benedetto Tronto St12 Reggio Calabria St13 Crotone St14 Taranto St15 Otranto St16 Bari St17 Vieste St18 Ortona St19 Ancona St20 Ravenna St21 Venezia P. Salute St22 Trieste NS07 St06 St13 NS08 St05 St08 St11 St12 St10 St09 NS09 ENI-AGIP off-shore platforms R02 Ada R03 Garibaldi R04 PCWA R05 Amelia R06 Antares R07 Azalea R08 Annabella R09 ClaraW R10 BarbaraC R12 Pennina R13 Eleonora R14 Fratello R15 Giovanna Il lavoro del servizio mareografico A partire dalla ristrutturazione del 1998, il Servizio Mareografico mette a disposizione del pubblico le serie storiche delle principali grandezze di interesse mareografico (livello idrometrico, velocità e la direzione del vento, la pressione atmosferica, la temperatura dell’aria e dell’acqua). L’intervallo ‘standard’ di campionamento è per il livello idrometrico di 10 minuti e per gli altri parametri di un’ora. A partire dal gennaio 2010, il livello idrometrico viene monitorato con un sensore di livello a microonde con precisione millimetrica. Il sensore è installato in coppia con un secondo sensore di livello a galleggiante, mantenendo peraltro in funzione il sensore idrometrico ad ultrasuoni presente nella RMN a partire dal 1998. Inoltre, a partire dalla seconda metà del 2010, alcune stazioni della RMN (Ancona, Isole Tremiti, Otranto, Porto Empedocle, Ginostra, Carloforte, Napoli, Ponza, Marina di Campo, Imperia) sono state predisposte per l’acquisizione di un dato al minuto e incluse nella rete di individuazione di onde di maremoto. Misure: Relazione tra le misure e i riferimenti fissi a terra La misura dei livelli è effettuata relativamente a un riferimento convenzionale della stazione (station datum), ovvero uno zero idrometrico. Per rendere tale misura ingegneristicamente utilizzabile occorre che tale riferimento sia posto in relazione con uno o più riferimenti fissi a terra. Nel caso di una stazione costiera, tali riferimenti sono rappresentati da caposaldi (bench-marks) orizzontali e verticali (CSO, CSV), usualmente quotati nell’ambito della rete altimetrica del paese in cui si trova la stazione. In Italia, le quote di tali caposaldi sono determinate facendo riferimento alla rete altimetrica dall’I.G.M. le cui quote sono a loro volta riferite al geoide individuato dal livello medio marino (zero) calcolato per i mareografi di Genova per l’Italia continentale, ovvero Catania e Cagliari per le isole. Il geoide è la superficie fisica (non rappresentabile matematicamente) di eguale potenziale gravitazionale che la superficie del mare assumerebbe in assenza di forze di disturbo. In altre parole, il geoide è la superficie equipotenziale passante per il livello medio effettivo del mare in un dato punto. Il livello medio locale calcolato a partire da misure mareografiche pluriennali costituisce solo una approssimazione del geoide. A causa della diseguale distribuzione della densità nella parte sommitale del mantello e della crosta terrestre, il geoide presenta elevate ondulazioni rispetto a una qualsiasi rappresentazione ellissoidica (quindi matematica) della superficie terrestre. Il riferimento della rete altimetrica al livello medio calcolato presso mareografi specifici implica quindi che le quote assolute dei caposaldi di tutti gli altri mareografi non siano necessariamente in relazione con il livello medio locale. Poiché nelle applicazioni di ingegneria è determinante conoscere le quote altimetriche, ovvero batimetriche, riferite a quest’ultimo livello, appare indispensabile conoscere non solo la quota assoluta (riferita alla rete altimetrica nazionale) dei caposaldi dei mareografi, ma anche la loro quota relativa, ad esempio, rispetto allo zero idrometrico del mareografo stesso. Definizione delle quote rispetto a un livello di riferimento locale Sistema acquisizione Caposaldo (Bench Mark) Sensore acustico piano banchina 90 cm 80 cm 70 cm 60 cm 50 cm 40 cm 30 cm Asta idrometrica Distanza Caposaldo-Trasduttore (zero strumento) 20 cm 10 cm DATUM (Zero asta graduata) Da tum (zero convenzionale) Rilievi batimetrici livello osservato (t0) l.m.m. t0 0 = l.m.m. h t hm(t0) (t0) h=hm(t0)+ (t0) St. Mareografica ellisoide WGS84 ellisoide l.m.m. GPS l.m.m. h (t0) GPS h h=hGPS(t0)- GPS Bench mark della St. Mareografica GPS noto Analisi dei dati osservati: Analisi armonica Allo scopo di poter definire l'ampiezza dell'oscillazione in una località è necessario determinare, partendo da una serie storica di misura dei livelli, l'ampiezza e la fase corrispondente a ogni singola componente di periodo noto. La lunghezza della serie determina il numero di componenti rintracciabili nel segnale. L'analisi di una serie storica finalizzata alla ricerca di frequenze note costituisce un caso particolare della analisi di Fourier ed è chiamata analisi armonica. Il livello della superficie del mare determinato dall'azione astronomica (t) al tempo t è assunto rappresentato dalla seguente somma di componenti armoniche (t ) cos( i t i ) i ove i e i sono le ampiezze e le fasi delle componenti e i le loro frequenze angolari note. L'analisi armonica consiste nel determinare i e i per il particolare sito in esame, a partire dalla serie storica, almeno oraria, registrata da un mareografo. L'analisi armonica è una forma di demodulazione del segnale mediante la quale specificando le frequenze, viene applicata la tecnica dei minimi quadrati per risolvere le ampiezze delle componenti relative. Esempio di demodulazione dei dati osservati (Stazione di Porto-Torres) Analisi dei dati osservati: Definizione dei livelli di riferimento Livello medio marino (lmm); Es. Livello medio delle alte e basse maree etc. Criteri di calcolo: Media aritmetica (eventualmente filtrata) dei valori orari osservati. Estensione della serie storica: L’estensione della serie temporale oraria necessaria per il calcolo dei livelli medi, in particolare del livello medio marino, varia a seconda degli scopi. •A fini geodetici la serie dovrebbe estendersi su parecchi anni; •A fini tecnici (es. rilievi batimetrici locali) può essere sufficiente un anno. Medie mensili: Grande importanza ha la valutazione della serie storica dei livelli medi mensili: •Permette di individuare variazioni stagionali legate a componenti meteorologiche; •Confrontata con quella di stazioni mareografiche prossime a quella di interesse, permette un controllo sulla validità dei dati osservati; •Serie molto estese (>20 anni) di livelli medi mensili e annuali permettono di individuare tendenze globali legate a fenomeni in atto di eustatismo o subsidenza. Livelli di riferimento e criteri di calcolo Livello della più Alta Marea Astronomica Livello della più Alta Marea Astronomica (HAT - Highest Astronomical Tide) osservata nell’ambito di un ciclo Metonico Media, sulla durata di un ciclo Metonico, della Livello Medio delle Alte Maree Astronomiche Sigiziali media delle due Alte Maree Astronomiche (MHWS- Mean High Water Springs) osservate nei giorni di sigizie. Media, sulla durata di un ciclo Metonico, della Livello Medio delle Alte Maree Astronomiche in Quadratura media delle due Alte Maree Astronomiche (MHWN - Mean High Water Neaps) osservate nei giorni di quadratura. Livello Medio Marino Media aritmetica delle osservazioni orarie (MSL - Mean Sea Level) effettuate per la durata di un ciclo Metonico Media, sulla durata di un ciclo Metonico, della Livello Medio delle Basse Maree Astronomiche in Quadratura media delle due Basse Maree Astronomiche (MLWN - Mean Low Water Neaps) osservate nei giorni di quadratura. Media, sulla durata di un ciclo Metonico, della Livello Medio delle Basse Maree Astronomica Sigiziali media delle due Basse Maree Astronomiche (MLWS- Mean Low Water Springs) osservate nei giorni di sigizie. Livello della più Bassa Marea Astronomica Livello della più Bassa Marea Astronomica (LAT - Lowest Astronomical Tide) osservata nell’ambito di un ciclo Metonico Marea Diurna Mista Marea semidiurna Media ar it metica delle più Alte Alte Maree Livello Medio delle più Alte Alte Maree Astronomiche Ast ronomiche osservate per la durata di un ciclo (MHHW - Mean Higher High Water) Metonico Media arit metica di tutte le Alte Maree Livello Medio delle Alte Maree Astronomiche Ast ronomiche osservate per la durata di un ciclo (MHW - Mean High Water) Metonico Livello Medio Marino Media arit metica delle osservazioni orarie (MSL - Mean Sea Level) eff ettuate per la durata di un ciclo Metonico Media aritmetica di tutte le Basse Maree Livello Medio delle Basse Maree Astronomiche Ast ronomiche osservate per la durata di un ciclo (MLW - Mean Low Water) Metonico Media aritmetica di tutte le più Basse Basse Livello Medio delle più Basse Basse Maree Astronomiche Maree Astronomiche osservate per la durata di (MLLW - Mean Lower Low Water) un ciclo Metonico Estensione della serie In linea di principio, a causa del più lungo dei periodi in cui è scomponibile il moto della Luna attorno alla Terra, ovvero quello di 18.6 anni relativo alla regressione dei nodi, i livelli di riferimento dovrebbero calcolarsi mediante una serie storica della durata di un ciclo Metonico (ovvero 19 anni, definito come epoca per il riferimento mareale). Livelli medi mensili e annuali Es. Porto Torres (2000-2011) Analisi dei dati osservati: Statistica estremale Nell’analisi statistica degli estremi di livello sono possibili due approcci: •la modellazione statistica della serie storica originaria, ovvero composta dalla sovrapposizione della sua componente deterministica costituita dalla marea astronomica e della sua componente stocastica costituita dalla marea metereologica (approccio diretto); •la decomposizione della serie storica nelle singole componenti deterministica e stocastica, la modellazione statistica della componente stocastica e quindi della dipendenza tra le due componenti (approccio indiretto). Per quanto l’approccio indiretto, tenendo separate la componente deterministica (per la quale non è necessaria alcuna estrapolazione in quanto esattamente predicibile) da quella stocastica, sia da preferire, esso presenta una qualche difficoltà nella modellazione della dipendenza esistente tra le due componenti. Scelta del campione Problema di inferenza (assunzione sulla funzione di distribuzione) Analisi delle eccedenze Es. Porto Torres (2000-2011) Adattamento GPD Le maree come fonte di energia: Sfruttamento dell’energia potenziale Agli spostamenti, verticale (escursione di livello) e orizzontale (corrente), con cui si manifesta il fenomeno della marea è associata una continua conversione di energia potenziale in cinetica e viceversa. L’idea di sfruttare l’energia potenziale associata all’escursione di livello per porre in movimento la ruota di un mulino ad acqua può farsi risalire a epoca romana, anche se concreti esempi di tale sfruttamento esistono a partire dal medioevo. Il principio informatore è quello di realizzare un carico idraulico attraverso la costruzione, allo sbocco di una adatta insenatura, di uno sbarramento controllato da una paratoia. Durante la fase di flusso, il bacino si riempie. All’inizio della fase di riflusso, la chiusura della paratoia determina l’instaurarsi di un dislivello, ovvero di un carico idraulico. Convogliando l’acqua in un opportuno canale è quindi possibile muovere la ruota di un mulino, ovvero realizzare la conversione di energia da potenziale in cinetica e, infine, meccanica. Mulino a marea (île de Bréhat, Bretagna) La centrale a marea sul fiume Rance presso Saint Malò (Bretagna – Francia). Tale tipologia di impianti - per avere rendimenti che giustifichino i costi di investimento - devono essere realizzati in località caratterizzate da escursioni di livello significative (> 7 m), risultando quindi irrealizzabili nel nostro paese. Le maree come fonte di energia: Sfruttamento dell’energia cinetica Uno dei vantaggi più evidenti legati allo sfruttamento dell’energia cinetica delle correnti di marea è rappresentato dalla possibilità di valutare in maniera semplice e veloce l’energia teorica, a metro quadro di superficie frontale del rotore, disponibile annualmente nel sito in cui si è deciso di installare la turbina. Questa peculiarità consente di tagliare una voce molto importante nei costi dell’impianto e nei tempi di messa in opera dello stesso. Fissato il rendimento globale di un impianto e la superficie frontale del rotore, è necessario disporre della più elevata energia teorica per unità di superficie possibile e dunque bisogna scegliere un sito in cui l’andamento della marea durante il giorno abbia delle velocità elevate e regolari. Gli intervalli di tempo in cui la velocità della marea è prossima allo zero rappresentano la fase di inversione della direzione del flusso. Questo fenomeno comporta una riduzione dell’energia teorica a disposizione, dal momento che una turbina non può funzionare per velocità troppo basse della marea. Questo limite inferiore si aggira, mediamente, intorno al valore di 1 m/s ed è detto CutIn Speed. Generatore ‘SeaGen’ e impianto nello stretto di Strangford Il primo esempio di generatore commerciale per lo sfruttamento su larga scala di tale energia è il generatore SeaGen. Due rotori gemelli ad asse orizzontale dotati di pale di 8 m di lunghezza trasmettono la rotazione a un generatore. La disposizione delle pale può essere variata di 180°, in modo da consentire l’operatività in entrambi i sensi di flusso. Il generatore SeaGen installato nello stretto di Strangford, in Irlanda del Nord, genera 1.2 MW per circa 18-20 ore al giorno, ovvero nei periodi in cui la marea è forzata all’interno e all’esterno dell’insenatura di Strangford attraverso lo stretto. Turbina Kobold e impianto Enemar a largo di Gazirri (Stretto di Messina) Nell’ambito del progetto ENERMAR - finanziato dalla UE, dalla Regione Sicilia e dalla Ponte di Archimede S.p.A. - è stato installato di fronte a Gazirri, presso la costa siciliana, un impianto pilota dotato di turbina ad asse verticale denominata KOBOLD Presso il sito di impianto, la corrente si inverte ogni 6 ore, seguendo la caratteristica semidiurna della marea (circa ogni 6 ore), con intensità modulata in un periodo di circa 14 giorni (principale lunare). Le velocità massime registrate sono pari a circa 2 m/s. Con tali velocità, la turbina KOBOLD, che ha una potenza nominale di 120 KW e una Cut-In Speed di circa 1.2 m/s, è capace di produrre circa 25 KW, ovvero una potenza in grado di soddisfare fabbisogno di circa 8 unità abitative. GRAZIE PER L’ATTENZIONE nonché ai nostri ospiti e agli organizzatori