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Che dolore quello strappo
094_095 Natural Vet OK 11-10-2007 23:22 Pagina 94 Natural Vet IL BENESSERE DEL CAVALLO Che dolore quello strappo Origine e genesi di una delle patologie muscolari più comuni nel cavallo. Come curarla, prevenirla e restituire al nostro amico la piena capacità di muoversi senza sentire male Testo del Dott. Stefano Morini, foto di Paolo Biroldi* L Lo strappo muscolare o rottura delle fibre muscolari è un evento piuttosto comune nel cavallo. È dovuto normalmente a un superlavoro delle fasce muscolari durante un’attività intensa o dal tentativo di divincolarsi in una situazione critica. Sappiamo bene, purtroppo, che ci sono situazioni in cui nostri amici cavalli possono spingere o tirare fino a quando rompono se stessi o distruggono la causa della loro momentanea schiavitù. Essere costretti in una situazione d’immobilità forzata rappresenta per loro, animali da branco, da sem- pre predati, la certezza di essere perduti e per questo operano qualunque sforzo possibile pur di liberarsi. In queste situazioni i muscoli vengono sollecitati oltre il loro limite di rottura e si crea un vero e proprio strappo delle miofibrille muscolari, con conseguenze anche gravi per l’animale. Anche l’eccessivo freddo, lo stretching fatto erroneamente prima del riscaldamento, fasi ripetute di lavoro con il cavallo sudato che subisce un raffreddamento repentino possono facilitare questo tipo di lesioni muscolari. COME SI MANIFESTA Solitamente è relativamente semplice accorgersi di questa patologia, a patto di controllare quotidianamente il proprio cavallo e di “palparlo” spesso. Vi accorgerete di una zoppía più o meno evidente e, ripeto, palpandolo accuratamente, noterete una zona dolente, calda e, intorno, una rigidità diffusa. Se la lesione muscolare è più profonda sarà per voi più difficile capire dove è localizzata: sarà il veterinario che voi chiamerete che, visitandolo, saprà trovare il punto anatomico in cui il muscolo è lesionato. Queste patologie acute vanno immediatamente curate perchè, se trascurate, possono portare a un peggioramento grave, se non definitivo. Nel punto della lesione, infatti, si crea un processo di ripara- COSA SIGNIFICA LA PAROLA NATUROPATIA? La definizione tratta da un dizionario medico la definisce come “sistema terapeutico che, senza alcun ricorso a farmaci, si basa sull`impiego di forze fisiche quali aria, luce, acqua, calore, massaggio e altro”, quindi rappresenta un approccio completo che pone in risalto la necessità di sostenere i tentativi dell’organismo nel suo complesso di eliminare la malattia. Più in particolare, la naturopatia può essere definita “un sistema scientifico di guarigione naturale” che utilizza per curare “metodi di cura spirituali, fisiologici e psicologici; metodi fisici basati su alimenti, acqua, luce, calore, erbe, psicoterapia, piccola chirurgia, terapia meccanica (chinesiterapia, chiropratica, shiatzu…), correzioni e manipolazioni naturopatiche, metodi e modalità preventivi e naturali, medicine naturali, omeopatia, alimenti preparati naturalmente, erbe e rimedi naturali”. 94 La naturopatia non è riconosciuta in Italia in quanto non esistono scuole che la insegnino. In ogni caso rendiamo merito a coloro che hanno studiato questa scienza e la praticano tutti i giorni con passione e sacrificio, superando ostacoli quali pregiudizi, ignoranza, disinformazione e basandosi solamente su risultati concreti e sulla salute riconquistata dei loro pazienti. Rendiamo altresì merito a quelle associazioni di veterinari i cui componenti praticano omeopatia, agopuntura, fitoterapia, e così via, facenti parte della omnicomprensiva Naturopatia, che testimoniano il valore terapeutico di quella che viene denominata “Medicina non convenzionale” dalla Medicina tradizionale, ma che altro non è che un ulteriore ramo dello stesso, unico, rassicurante albero: LA MEDICINA. Per aiutare chiunque soffra, uomini e animali. zione con tessuto fibroso o addirittura una calcificazione vera e propria, che rende il muscolo incapace di contrarsi fisiologicamente e che facilita successivi strappi in zone adiacenti (pensate ad applicare una pezza di tessuto buono su una veste logora: alla prima sollecitazione violenta il tessuto si strapperà proprio dove è stato fatto il rattoppo). La terapia tradizionale suggerisce di trattare l’animale con antinfiammatori (corticosteroidi o fenilbutazone) e antidolorifici, riposo assoluto e, all’occorrenza, l’asportazione chirurgica del tessuto cicatriziale fibroso o calcificato e del muscolo interessato. IMPACCHI DI ALCOOL Io preferisco, se posso, trattare localmente la zona dolente con impacchi di cotone imbevuto di alcool denaturato che ha la funzione di raffreddare la parte, lasciando morbido l’ematoma sottostante e facilitando il suo successivo riassorbimento. Preferisco l`alcool al ghiaccio perchè questo, al contrario, indurisce lo stravaso sanguigno, complicando poi la completa guarigione. Sulla lesione, poi, preparerei un cataplasma a base di farina, aceto, marrubio volgare sommità fiorite, Arnica fiori, Consolida pianta intera e foglie fresche di prezzemolo oppure, a seconda del tipo di lesione e dell’anima- 094_095 Natural Vet OK 11-10-2007 le da curare, potrei usare l’argilla verde ventilata o la terra vergine, cambiandola ogni 24 ore circa. Anche l’uso delle sanguisughe, se gestito da un professionista, potrebbe essere molto utile per estrarre dalla sede della lesione essudati infiammatori e sangue coagulato… Per bocca Perna Canaliculus (mediamente 3 compresse 23:22 Pagina 95 mattina e sera, ma attenzione la posologia è roba da professionisti!), tisana con Salice, China, Echinacea, Genziana, Frassino, Sambuco, Verga d`oro, Bosso, ad azione antinfiammatoria, tisana con Baptisia, Usmea barbata, Calendula, Timo, Salvia associata a resina di Mirra, Propoli, Benzoino di Sumatra, a titolo antibiotico. Entrambe le tisane vanno somministrate per bocca, una volta al giorno, nella profenda. Un buon epatoprotettore associato a un diuretico (rigorosamente a base di erbe) completeranno la terapia. In questo modo dovremmo riuscire a riparare il danno muscolare facendo sì che l’organismo riproduca le fibrocellule muscolari, senza tessuto fibroso o calcificato, ma con i tessuti che sono fisiologicamente dedicati alla contrazione muscolare. Via il dolore, via il gonfiore, muscolo riparato. Per i primi tempi dopo la guarigione suggerisco di massaggiare la parte lesa con olii a base di erbe, con funzione di riscaldamento del muscolo, prima di partire a sgaloppazzare qua e là! Ricordo con grande soddisfazione una cavalla Hannover, in un paddock fangoso, la nebbia, in Emilia, a Ottobre. La sua proprietaria era in piena crisi nervosa e il vecchietto che mi doveva aiutare avrà avuto 90 autunni sulle spalle… La cavalla stava in piedi a malapena, tremava, gli arti posteriori aperti, lo sguardo spaventato. Nonostante le raccomandazioni di tutti (cavalla cattiva, morde, calcia…!) mi avvicino e la calmo, soffiandole nelle narici, poi l’accarezzo dappertutto continuando a parlarle dolcemente, con tono ipnotico, e arrivo alle cosce, la cui parte interna era estremamente gonfia e dolente. Strappo dei muscoli interni della coscia, a destra e a sinistra. Faccio quello che nessun veterinario sano di mente farebbe mai: abbraccio la coscia si- nistra dall’esterno e con le mani comincio a manipolarla, in modo da ammorbidire la muscolatura e sgonfiarla. Dopo un po’ mi sembra meglio, faccio lo stesso con l`altra. Prescrivo una cura simile a quella sopra descritta e dopo un mese la sua proprietaria mi premiò raccontandomi che la cavalla sgroppava nel paddock... CHE BELLEZZA Mi raccomando, ricordatevi che le erbe da me consigliate e le loro dosi sono puramente indicative e assolutamente personalizzate all’animale in questione, quindi chiamate un buon professionista e non usate il fai da te, grazie. E adesso godetevi il vostro cavallo, accarezzatelo, premiatelo con cose buone da mangiare, siate amici e compagni nel tempo buono e in quello cattivo. * [email protected] www.ilveterinarionaturopata.it 95