Prima lezione la nascita della pedagogia speciale: un`evoluzione
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Prima lezione la nascita della pedagogia speciale: un`evoluzione
PRIMA LEZIONE PRIMA PARTE LA NASCITA DELLA PEDAGOGIA SPECIALE: UN’EVOLUZIONE LINGUISTICA, CONCETTUALE E LEGISLATIVA Valentina Pennazio [email protected] IDENTITÀ E SVILUPPO DELLA PEDAGOGIA SPECIALE UNA DEFINIZIONE Scienza preposta allo studio delle modalità più idonee a vincere le resistenze alla riduzione di asimmetria tra l’essere e il poter-dover essere delle singole personalità in situazione di disagio, sia esso,derivante da un deficit fisico, sensoriale psichico, sia da deprivazione socio-culturale Larocca F., Nei frammenti l’intero. Una pedagogia per la disabilità, Franco Angeli, Milano, 1999, p. 133 Gelati M., Pedagogia Speciale e integraione, Carocci, editore, Roma. MA CHI SONO I SOGGETTI CHE FUORIESCONO DALLA NORMA? ...coloro che presentano tempi di sviluppo molto dissimili rispetto a quelli dei coetanei, oppure dimostrano di non essere in grado di avvalersi (per disturbi che presentano o per deficit che li hanno colpiti) delle risorse che gli educatori, gli insegnanti offrono loro per favorirne gli apprendimenti e la socializzazione. In questo senso il termine norma viene assunto sganciato da un aspetto valutativo. 4 PAROLE FONDAMENTALI DISABILITÀ INTERVENTO COLLEGIALE BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE INCLUSIONE UN EVOLUZIONE DI LINGUAGGIO…. Idiota o deficiente Handicappato Disabile Diversamente abile o diversabile Con disabilità IN FRANCIA LA SDIFA DELL’EDUCABILITA’ ITARD E VICTOR IL SAUVAGE DELL’AVEYRON (1788C-1828) IL RAGAZZO SELVAGGIO Verso la fine del XVIII secolo, nell'Aveyron in Francia, correva voce che un essere selvaggio girovagasse nel bosco … Il famoso ed esperto psichiatra Philippe Pinel mise a tacere le voci discordi che si erano levate sul suo conto: il selvaggio era un ritardato mentale che differiva dalle piante solo perché si muoveva e gridava. La diagnosi era autorevole e non lasciava spazio a repliche A Jean-Marc-Gaspard Itard non sembrava affatto ritardato. Nel suo modo di essere, anche se fissava il vuoto e si dondolava ossessivamente, c'era qualcosa che sembrava nascondere un'intelligenza latente in attesa di esprimersi … Itard pianificò i suoi obiettivi: 1) interessare il ragazzo alla vita sociale; 2) risvegliare la sua sensibilità nervosa; 3) migliorare la sua fantasia; 4) insegnargli a parlare attraverso l'imitazione; 5) farlo esercitare nelle operazioni più semplici per poi allargargli i processi mentali. Itard tentò regalandogli dei giocattoli, ma l'idea non ebbe successo … Itard, allora, riprovò cambiando tipo di stimoli, ma il risultato fu identico. Non riuscendo ad ottenere dei segnali di risveglio emozionale dal suo giovane paziente, il dottor Itard tentò di fargli dire qualche parola Forse era giunto il momento di smuoverlo cambiando atteggiamento: se Victor non aveva intenzione di mostrare le sue capacità con le buone l'avrebbe fatto con le cattive … Dopo 5 lunghi anni di duro lavoro senza risultati il dottore divenne sempre più irascibile, perse spesso la pazienza, sfiorò persino la crudeltà e nel 1806 prese l'unica decisione possibile: rinunciò … I CINQUE OBIETTIVI PEDAGOGICI DI ITARD 1. Introdurlo alla vita sociale, rendendogliela più dolce di quella che conduceva un tempo, e soprattutto più simile alla vita che aveva appena abbandonato 2. Risvegliare la sensibilità nervosa mediante gli stimolanti più energici e qualche volta suscitando i più vivaci affetti dell’animo 3. Allargare la sfera delle sue idee stimolando in lui nuovi bisogni, e moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri che lo circondano 4. Condurlo all’uso della parola determinando l’esercizio dell’imitazione attraverso la legge imperiosa della necessità 5. Esercitare per qualche tempo, sugli oggetti dei suoi bisogni fisici, le più semplici operazioni del suo spirito e determinarne poi l’applicazione su oggetti che possano istruirlo GLI OBIETTIVI DELLA SECONDA FASE 1. Inserirlo nella vita sociale 2. Risvegliarne la sensibilità nervosa 3. Estendere la sfera delle sue idee suscitandogli nuovi bisogni e moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri circostanti ALCUNE RIFLESSIONI SULL’OPERA DI ITARD a. l’empirismo e il procedimento per tentativi b. la metafisica sensista di Condillac c. l’abuso di ripetizione negli esercizi d. l’educazione autoritaria e. la pedagogia solitaria L’INCONTRO ITARD / VICTOR «… il paradigma di un incontro pedagogico privilegiato, con le sue imperfezioni, le sue incostanze e le sue crisi. Ma questa relazione simboleggia anche, per il meglio, la ricerca reciproca dell’identità. Itard è divenuto qualcuno aiutando un essere che non era nessuno a diventare qualcuno» Canevaro-Gaudreau EDOUARD SÉGUIN (1812-1880) E GLI “IDIOTI” EDOUARD SÉGUIN (1812-1880) E GLI “IDIOTI” Incontra probabilmente Itard, di cui adotta i concetti di nozione - idea, senza adottarne il sensismo Fonda una scuola per l’educazione integrale degli “idioti” Fabbrica una grande quantità di materiali educativi Nel 1850 si trasferisce negli Stati Uniti e dal 1863 lavora a New York I PRINCIPI EDUCATIVI DI SÉGUIN - I “L’idiota è solo senza volontà intellettuale né morale. Fisiologicamente egli non “può”, intellettualmente non “sa”, psicologicamente non “vuole”, e “potrebbe”, “saprebbe” se “volesse”, ma soprattutto non vuole!” I PRINCIPI EDUCATIVI DI SÉGUIN - II 1. Sviluppo delle funzioni sensoriali e intellettuali, ma anche sviluppo della volontà e della socievolezza 2. Tramite i sensi, sviluppo di nozioni su cose e persone. Per induzione e deduzione, far pervenire il ragazzo al ragionamento. La nozione dipende dalla percezione, e può essere facilmente indotta dal maestro. Le idee invece dipendono dall’intelletto, e il maestro può solo suscitare circostante propizie e facilitanti 3. L’educazione ha senso solo nel ludico, nel concreto. Ruolo della natura 4. Procedere sempre dal conosciuto all’ignoto, dal semplice al complesso, dal concreto all’astratto. I TRE TEMPI DI SÉGUIN Primo tempo. La fissazione Secondo tempo. Il riconoscimento ripetizione variata, per prove ed errori attenzione e concentrazione dell’allievo memoria a breve e lungo termine, giudizio, discriminazione Terzo tempo. L’evocazione ragionamento, intelletto ATTUALITÀ DEI PRINCIPI DI SÉGUIN a. importanza della ripetizione b. importanza di catturare l’attenzione d. necessità di consolidare apprendimento attraverso la manipolazione concreta e. formazione di nozioni, cioè di differenze f. importanza di coordinare nozioni e gesti g. importanza del gioco con materiali educativi, che pongano problemi di apprendimento IN ITALIA SANTE DE SANCTIS 1899: apre a Roma primo asilo-scuola per minorati psichici Obiettivo il loro rientro attivo nella società grazie all’educazione e alla riabilitazione scientificamente fondate Onnipotenza dell’educazione: grande spazio al lavoro Approccio sperimentalista, seguito personalmente Nel suo asilo-scuola (fanciulli di famiglie agiate): insegnamento individualizzato, lezioni di ortofonia, canto, educazione fisica e avviamento al lavoro GIUSEPPE FERRUCCIO MONTESANO (1868-1951) Grande impegno a favore dell’infanzia “mentalmente anormale” 1900: apre a Roma la prima scuola Magistrale Ortofrenica (ne rimane direttore per molti anni) per la formazione di insegnanti per “minorenni anormali” 1901: Istituto Medico Psico-Pedagogico nel quale le maestre svolgevano tirocinio 1913: fonda la rivista “L’assistenza dei minorenni anormali” Importanza alla formazione degli insegnanti: conoscenze, metodi e strumenti speciali Importanza di individuazione di uno specifico ruolo per questi insegnanti Importanza della formazione continua per questi insegnanti MARIA MONTESSORI (1879-1952) «Certamente Montessori ha letto Séguin molto prima della sua famosa relazione sull’Educazione morale dei deficienti al Congresso di Pedagogia del 1898 a Torino. Tra il 1898 e il 1900 traduce per sé in italiano la prima edizione del 1846 di Séguin e si fa costruire tutto il materiale didattico di Séguin. Va a Parigi e a Londra per studiare l’applicazione del metodo, ma con sua grande sorpresa trova che tutti parlano di Séguin ma il libro è quasi introvabile e nessuno conosce o adotta il suo metodo (..) E la Montessori 60 anni dopo (1907) volle sperimentare il metodo di Séguin apportando alcune modifiche al metodo…» Bollea La sua pedagogia si radica nella biologia e nella psicologia; la definisce “scientifica” Per i soggetti con ritardo mentale le competenze del mediche vengono prima delle competenze didattiche del maestro E’ la punta di diamante della catena dei medicieducatori, i quali sono convinti che per i bambini anormali ci sia bisogno di un’educazione speciale, in istituti specializzati, anche per evitare un possibile contagio: il loro cattivo comportamento potrebbe essere imitato dai bambini normali, e gli stessi bambini con ritardo mentale potrebbero risultare frustrati dal rapporto con i normodotati…. A seguito della sua esperienza di medico e di educatrice esprime la convinzione che i problemi e le difficoltà degli handicappati debbano essere affrontati anche dal punto di vista della pedagogia e non solo da quello della medicina LA SITUAZIONE IN ITALIA FINO ALLA FINE DEGLI ANNI Scuole ‘50 per ciechi e per sordi Istituti ortofrenici per minorati, idioti, ecc. Primi anni ’60: scuole per paraplegici (Milano, A. Colli Grisoni) Bollea e la Scuola di Neuropsichiatria Infantile di Roma (1959) Necessità di risposte speciali e scientifiche a esigenze specifiche: nascita e consolidamento di scuole speciali ADRIANO MILANI COMPARETTI Il problema degli “spastici” Il Centro “A. Torrigiani” (1957) e la scuola improntata ai metodi CEMEA: internato e sperimentazione di risposte specialistiche La rivoluzione anti-istituzionale del ’68 dopo la Lettera a una professoressa: le istanze contro l’emarginazione Abbiamo fatto delle gabbie dorate, ora dobbiamo dedicarci a chiuderle…. I PRIMI TENTATIVI IN TRINCEA Qualche centro di riabilitazione si apre a collaborazioni con direzioni didattiche locali Alcuni enti locali sensibilizzati organizzano interventi gestiti da servizi dedicati Alcuni operatori scolastici organizzano sperimentazioni strutturate Singoli docenti, indipendentemente da progetti globali, inseriscono disabili nella loro classe FRA GLI ALTRI… Centro AIAS di Cutrofiano (Lecce), 1970 Rescaldina (Milano) dal 1966 al 1976 Centro Torrigiani di Firenze: dall’inserimento nella scuola di tutti alla riabilitazione sul territorio gli elementi innovatori di operatività erano la partecipazione, una nuova visone del vivere sociale, e la salute, bene comune e non dell’individuo IL PERCORSO VERSO L’INCLUSIONE SCOLASTICA DISABILITA’ RIFIUTO INSERIMENTO DISABILITA’ SENSIBILITA’ ACCETTAZIONE DISABILITA’ DESIDERIO IMPEGNO DISABILITA’ SPERANZA SCONFITTA I N C L U S I O N E INTEGRAZIONE: IL PRIMO PERCORSO LEGISLATIVO Riforma Gentile, 1927 Legge 118, 1971 Decreti Delegati, 1973 Il “documento Falcucci”, 1974 Circolare 227, 1975 Legge 517, 1977 LEGGE 118 DEL 1971 ...L’istruzione dell’obbligo deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica, salvo i casi in cui i soggetti siano affetti da gravi deficienze intellettive o da menomazioni fisiche di tale gravità da impedire o rendere molto difficoltoso l’apprendimento o l’inserimento nelle predette classi normali…. LEGGE DECRETI DELEGATI - 1973 prevede all’articolo 6 …..la scelta di aprire la scuola ai fanciulli handicappati e di predisporre dunque strutture e mezzi per rendere effettivo il processo di inserimento…. DOCUMENTO FALCUCCI 8 OTTOBRE 1974 Accento sui principi che hanno portato alla deistituzionalizzazione Primato della prevenzione Idea del bambino propositore Ruolo trainante della socializzazione Apprestamento di adeguate misure per rendere reale l’integrazione CIRCOLARE MINISTERIALE 227 8 AGOSTO 1975 In essa si parla per la prima volta di integrazione scolastica e sociale degli handicappati e si indicano ….misure e modalità organizzative utili ed applicabili per facilitare, per quanto possibile, un sempre più ampio inserimento di detti alunni nelle scuole aperte a tutti gli allievi… dichiara che questo obiettivo sarebbe stato possibile …. dalla stessa trasformazione e dal rinnovamento delle scuole comuni…. le quali avrebbero dovuto ….accogliere anche i discenti che nell’età dell’obbligo scolastico presentassero particolari difficoltà di apprendimento e di adattamento…. LEGGE 517 4 AGOSTO 1977 Articolo 7 ultimo comma abolizione delle classi differenziali e delle classi di aggiornamento ….. realizzata attraverso una programmazione educativa collegiale, comprendente anche le attività scolastiche integrative, nonché le attività di sostegno e le attività svolte da insegnanti specializzati LEGGE-QUADRO SULL’HANDICAP N. 104, 1992 Art.8 Inserimento e integrazione sociale L’inserimento e l’integrazione sociale della persona handicappata si realizzano mediante (…) c) interventi diretti ad assicurare l’accesso agli edifici pubblici e privati e ad eliminare o superare le barriere fisiche e architettoniche che ostacolano i movimenti nei luoghi pubblici o aperti al pubblico; d) provvedimenti che rendano effettivi il diritto all’informazione e il diritto allo studio della persona handicappata, con particolare riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai programmi, a linguaggi specializzati, alle prove di valutazione e alla disponibilità di personale appositamente qualificato, docente e non docente L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti ARTICOLI RELATIVI ALL’EDUCAZIONE Art. 12 Diritto all’educazione e all’istruzione Definisce gli obiettivi dell’integrazione scolastica Definisce le modalità di individuazione dell’handicap e regola le procedure di progettazione conseguenti: profilo dinamicofunzionale (PDF) e piano educativo individualizzato (PEI) Art. 13 Integrazione scolastica Definisce gli strumenti e le strategie per la realizzazione dell’integrazione scolastica: programmazione collegiale e coordinata fra servizi diversi, dotazione di attrezzature tecniche e sussidi didattici (compresi incarichi di interpretariato) Definisce il ruolo e la determinazione degli insegnanti di sostegno Definisce strumenti e modalità per la frequenza universitaria di studenti disabili ARTICOLI RELATIVI ALL’EDUCAZIONE (2) Art. 14 Modalità di attuazione dell’integrazione Art. 15 Gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica Formazione e aggiornamento del personale docente in materia di integrazione scolastica Orientamento per la persona handicappata Organizzazione di un’attività didattica flessibile Continuità educativa fra i diversi gradi di scuola Ulteriori norme sugli insegnanti di sostegno specializzati Istituisce e regola le funzioni dei gruppi di lavoro provinciale sull’handicap Art. 16 Valutazione del rendimento e prove d’esame Definisce criteri e metodi per procedere alla valutazione del rendimento scolastico in relazione al PEI e, per le prove d’esame, riconosce il diritto all’utilizzo di ausili DM 226/1995 Tutto il personale scolastico deve essere riqualificato in funzione della messa in atto di strategie e tecniche che consentano di realizzare una piena ed effettiva integrazione scolastica “Questo arricchimento della potenzialità della funzione docente dovrebbe riuscire a garantire, in ogni ordine e grado di scuola, il necessario equilibrio fra momento educativo e momento di istruzione, attraverso la costruzione di un efficace ambiente educativo” DM 226/1995 – LE PAROLE-CHIAVE Non separatezza Non sostitutività Annullamento della delega Capacità progettuali Individualizzazione Ricerca dei bisogni personali e sociali degli alunni disabili Messa a punto di percorsi in grado di valorizzare le loro potenzialità Conduzione di specifici temporanei e mirati percorsi di apprendimento che non trovano ancoraggi all’interno della classe Comunicazione 2009 – LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il contesto come risorsa: un richiamo ai principi legislativi nazionali ed internazionali L’organizzazione: Uffici Scolastici Regionali e rapporti interistituzionali (il concetto di governance) La dimensione inclusiva della scuola: il ruolo del dirigente scolastico, la corresponsabilità educativa e formativa dei docenti, il personale ATA e l’assistenza di base, la collaborazione con le famiglie SOLO ALCUNI RIFERIMENTI… (1) L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità è un processo irreversibile, e proprio per questo non può adagiarsi su pratiche disimpegnate che svuotano il senso pedagogico, culturale e sociale dell’integrazione trasformandola da un processo di crescita per gli alunni con disabilità e per i loro compagni a una procedura solamente attenta alla correttezza formale degli adempimenti burocratici. SOLO ALCUNI RIFERIMENTI… (2) Il termine Governance è sempre più utilizzato come categoria- guida nell’ambito delle politiche pubbliche, per sottolineare la prevalenza di logiche di tipo negoziale e relazionale, coordinative, piuttosto di quelle di vero e proprio Government basate esclusivamente sulla normazione e sulla programmazione. Si tratta, quindi, di stabilire azioni di raccordo fra gli enti territoriali (Regione, USR, province, comuni), i servizi (ASL, cooperative, comunità), le istituzioni scolastiche, per la ricognizione delle esigenze e lo sviluppo della relativa offerta sul territorio. SOLO ALCUNI RIFERIMENTI… (3) La presenza di alunni disabili non è un incidente di percorso, un‘emergenza da presidiare, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema già individuata in via previsionale e che rappresenta un’occasione di crescita per tutti. L’integrazione/inclusione scolastica è, dunque, un valore fondativo, un assunto culturale che richiede una vigorosa leadership gestionale e relazionale da parte del Dirigente Scolastico, figura-chiave per la costruzione di tale sistema. SOLO ALCUNI RIFERIMENTI… (4) In base all’assunto (L. 104) che “l'esercizio del diritto all’educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap” … è contraria alle disposizioni della Legge 104/92, la costituzione di laboratori che accolgano più alunni con disabilità per quote orarie anche minime e per prolungati e reiterati periodi dell’anno scolastico. SOLO ALCUNI RIFERIMENTI… (5) La corresponsabilità educativa Il clima della classe Le strategie didattiche e gli strumenti L’apprendimento-insegnamento La valutazione Il docente assegnato ad attività di sostegno LO SVILUPPO DELLA PEDAGOGIA SPECIALE Pedagogia emendativa Pedagogia curativa Ortopedagogia Pedagogia speciale dell’integrazione La trasformazione della pedagogia speciale registra anche un cambiamento dell’interesse sociale nei riguardi della persona in situazione di handicap che solo lentamente investe la sfera pedagogica LE RAGIONI DEL CAMBIAMENTO Contributo delle scienze dell’educazione Ruolo delle associazioni dei familiari Esperienze di inserimento e integrazione scolastica, sociale e lavorativa Riconoscimento istituzionale 1. CONTRIBUTO DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE Riflessione pedagogica sul concetto di persona Ragioni e strumenti della continuità educativa Prospettiva ecologica Modello delle intelligenze multiple Sviluppo effettivo / sviluppo prossimale (PDF) Ricerche sugli effetti dell’integrazione (decentramento cognitivo, prevenzione del pregiudizio) 2. LE ASSOCIAZIONI DEI FAMILIARI La risposta della famiglia all’handicap (difficoltà emotive, organizzative, economiche) Le associazioni possono: Influenzare i processi decisionali Integrare l’intervento istituzionale (medico, riabilitativo, socio-assistenziale, educativo, scolastico) Supportare altre famiglie 3. ESPERIENZE DI INTEGRAZIONE Inserimento/integrazione scolastica (scuola, corsi di formazione) Inserimento/integrazione lavorativa (stage, tirocini, contratto) Inserimento/integrazione sociale (cinema, teatro, palestra, sport, tempo libero, ecc.) Verso la definizione di buone pratiche di integrazione (es.per la scuola relative a: accoglienza, osservazione, documentazione, programmazione, valutazione, ecc.) 4. IL RICONOSCIMENTO ISTITUZIONALE Funzione della norma non solo come vincolo, ma come risorsa o come motore di azioni positive. Per la scuola: Legge n. 118/1971 Legge n. 517/1977 Legge n. 104/1992 D.P.R. 24/02/1994 Legge n. 68/99 Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) Legge n. 170/2010 Normativa come garanzia dei diritti delle persone in situazione di handicap (es. ricorsi ai Tar)