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semplificata GUIDA_PIETRE_DI_COLORE[1]

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semplificata GUIDA_PIETRE_DI_COLORE[1]
di garantirvi l’autenticità e la qualità di quel che
acquistate 1
c) leggere questa guida e fare un acquisto
consapevole, informato e intelligente.
Guida all’acquisto di una Pietra
di Colore
Queste nozioni potranno senz’altro esservi utili prima che
acquistiate una gemma.
Ma i casi della vita sono infiniti e potreste trovarvi magari a spartire i
gioielli di famiglia ( cercando ovviamente di accaparrarvi il meglio)
oppure con tanti pretendenti e l’urgente bisogno di quantificare
cosa vi abbiano regalato e selezionare di conseguenza.
Se tutto quello che conoscete delle gemme è che:
1. non sono quelle che crescono sui rami a primavera,
2. il rubino è rosso rubino, lo smeraldo è verde smeraldo,
3. il diamante è per sempre,
e desiderate capire il valore e l’autenticità di una pietra preziosa,
avete davanti tre alternative:
a) fidarvi ciecamente del gioielliere e del corredo di parole
con cui cercherà di vendervi la pietra che ha in negozio,
b) farvi scortare da un gemmologo esperto in grado di
spiegarvi il sistema di valutazione di una pietra preziosa e
Quali sono le caratteristiche che influiscono sulla qualità e
sul prezzo?
In questa guida si parlerà specificamente delle pietre di colore,
categoria nella quale ricadono tutte le gemme (anche quelle
incolore) che non siano diamanti.
Dalla gemmologia ossia la scienza che studia le pietre preziose
sono derivati dei metodi oggettivi e inequivocabili di
classificazione e valutazione delle pietre.
Questi metodi prevedono una serie di criteri per giudicare quasi
oggettivamente la bellezza delle pietre. Il “quasi” è d’obbligo,
perché una parte soggettiva nella valutazione della pietra non
può mai essere esclusa.
1
Luxedo mette a disposizione dei suoi clienti uno staff di esperti geologi e
gemmologi.
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LUXEDO: Laboratorio gemmologico per la certificazione e valutazione delle gemme. Vendita pietre preziose e gioielli personalizzati.
Sede: Via Santorre di Santarosa 48 C, 47838 Riccione (RN)
Tel.:0541 1831079 ; email: [email protected] ; www.luxedo.it
La prima pietra ad essere stata studiata e classificata è stata il
diamante e i criteri per classificarlo sono stati sintetizzati in un
acronimo anglosassone, le 4 C: “color, cut, clarity and carat” ossia
COLORE, TAGLIO, PUREZZA E CARATI.
Essendo il diamante fondamentalmente una pietra incolore questi
4 termini ne permetto una classificazione estremamente precisa e
una altrettanto affidabile valutazione. Rimandiamo alla nostra
guida al diamante per entrare nel dettaglio di questo approccio.
Per le pietre di colore è stato ripreso il metodo di valutazione del
diamante ma rielaborando il peso di alcuni elementi e
introducendo altri criteri altrettanto importanti.
Qui di seguito abbiamo sintetizzato i criteri valutativi principali per
le gemme di colore, che vedremo uno ad uno.
CARATI
TAGLIO
COLORE
PUREZZA E TRASPARENZA
TRATTAMENTI PER MIGLIORARE LA GEMMA
ORIGINE GEOGRAFICA
Precisamente il carato corrisponde a 1/5 di grammo ossia 0,2 grammi.
Viene spontaneo pensare che maggiore è il numero di carati
maggiore è il valore della pietra.
Questo non è sempre vero!.
Secondo voi quale di questi due anelli vale di più?
a) anello con 12 smeraldi per un peso complessivo di 1,5
carati
b) anello solitario con smeraldo di 1 carato.
La pietra singola da un carato a parità di qualità vale molto di
più perché la disponibilità di pietre grandi dal carato in su è
molto più limitata rispetto alle altre.
Assumendo di prendere in considerazione pietre della
medesima qualità si può dire che:
“aumentando la caratura della singola pietra aumenta la
grandezza del cristallo e anche la sua rarità”.
PESO IN CARATI
L’unità di misura del peso delle gemme è il carato (ct) usato già
nell’antichità nell’ambito del commercio. La parola infatti deriva dal
greco e significa “seme di carrubo” il quale veniva usato come unità di
misura nella pesata delle gemme.
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Il prezzo di una pietra va sempre calcolato in base al costo del
carato:
costo tot della pietra / peso in carati = costo al carato.
Il costo del carato di un gemma non aumenta linearmente all’aumentare
della caratura della gemma. Di solito aumenta esponenzialmente e
secondo degli step che corrispondono a intervalli di carature differenti.
In allegato alla presente guida abbiamo fornito un listino delle gemme da
noi trattate più di frequente. Il listino può subire delle modifiche
periodiche dettate dall’andamento del mercato. Generalmente
nell’arco degli anni le pietre preziose di qualità aumentano il loro valore
a causa dell’aumentare della domanda e delle difficoltà nel reperire
nuove fonti di estrazione.
Misura verso carati
IL TAGLIO
Spesso il termine taglio crea qualche dubbio perché raggruppa
diversi significati:
1) la forma della pietra (es. rotonda, ovale, a goccia,
quadrata etc.)
2) lo stile di taglio: (es. cabochon, sfaccettato, a brillante
o a gradini, ecc.)
3) la qualità del lavoro del tagliatore (valutata in base
alle proporzioni, alla simmetria ed alla cosiddetta
“politura”)
Forma e stile di Taglio
Le misure di una gemma tagliata sono proporzionali ai carati di peso.
Molte volte però, a seconda del taglio, ci possiamo sbagliare infatti una
pietra tozza o con padiglione molto alto può sembrare più piccola di una
pietra tagliata con la tavola più ampia. Questo discorso comunque
ricade nella valutazione del taglio della gemme che affronteremo più
avanti.
Dobbiamo dire inoltre che la grandezza delle gemme varia a parità di
peso a seconda della specie mineralogica. Una pietra di due carati di
smeraldo sarà infatti più grande di un rubino del medesimo peso e ciò è
dovuto alla maggior densità del corindone/rubino rispetto al
berillo/smeraldo.
Quando si intende acquistare un diamante, scegliere la forma e il tipo
di taglio è spesso la prima cosa da fare, quando si pensa invece ad
una pietra di colore questa va in subordine rispetto al colore.
tipi di taglio tradizionali
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taglio fancy
lavoro di intaglio
Se stiamo ad esempio cercando un rubino con una bella colorazione
rossa, “sangue di piccione”, forse dovremmo accettate la proposta di
diverse tipologie di taglio perché è molto difficile trovare un rubino dal
colore eccellente e del taglio desiderato, ma tra i due il primo
sicuramente ha un importanza maggiore nella sua valutazione.
Spesso infatti pietre come il rubino e lo zaffiro sono tagliati con taglio
ovale o a cuscino, queste due forme permettono al tagliatore di
recuperare il maggior peso possibile dal grezzo. Nelle pietre piccole
invece di solito il taglio è rotondo oppure a smeraldo.
Il taglio a smeraldo in realtà sarebbe un taglio a gradini ottagonale ma
vista la frequenza con cui si tagliano smeraldi in questo modo è stato
chiamato taglio a smeraldo. Il minerale da cui si ricava lo smeraldo si
presenta con un aspetto o habitus esagonale a cilindro per cui il
recupero di peso dal grezzo con un taglio a smeraldo è massimo.
Maggiore è la rarità e il pregio di una pietra, maggiore sarà l’attenzione
da parte del tagliatore a recuperare il massimo peso dal materiale
grezzo. Questo spesso viene a scapito delle simmetria della pietra e
quindi a scapito della qualità del taglio.
Spesso i tagli calibrati ossia di una misura precisa si effettuano su pietre
meno costose o di qualità inferiore e vengono usate nella gioielleria di
massa che ha bisogno di riproporre più volte lo stesso modello di
gioiello.
Le pietre preziose migliori hanno invece un taglio e dimensioni uniche
dettati dalla forma del materiale grezzo.
Nei certificati gemmologici spesso lo stile di taglio delle pietre di colore
viene definito misto in quanto non corrisponde perfettamente agli
standard di uno stile.
Il prezzo di una pietra di colore non viene influenzato molto dallo stile di
taglio sebbene il mercato possa comandare dei rialzi a seconda della
domanda.
Il prezzo viene influenzato invece dalla qualità del taglio che può
essere giudicato da scarso ad eccellente.
LA QUALITA’ DEL TAGLIO
La qualità del taglio gioca un ruolo importante nella
determinazione del valore di una pietra in quanto ne può
esaltare o meno il colore e la brillantezza.
Come detto precedentemente l’analisi della qualità del taglio
considera diversi criteri di valutazione:
proporzioni
simmetria
politura
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La precisione quindi nell’esecuzione del taglio determina degli effetti che
influisco molto sulla brillantezza della pietra che è un elemento
importante da valutare.
Brillantezza
effetto “finestra”
estinzione
tutti questi criteri contribuiscono a definire la qualità del taglio o il suo
grado.
In base alla media di questi parametri Il grado viene definito:
Povero
Accettabile
Buono
Molto buono
Eccellente
Analisi delle proporzioni
Il materiale grezzo viene levigato per ottenere un certo numero di
faccette secondo una precisa disposizione geometrica conforme allo
stile di taglio.
L’angolazione delle faccette deve essere precisa e soddisfare delle
leggi ottiche che indicano una certa angolazione a seconda del
materiale e del suo specifico indice di rifrazione della luce.
Possiamo quindi affermare che, nel taglio, l’inclinazione data alle varie
faccette è di primaria importanza al fine di ottenere una gemma che
presenti giochi di luce e sfavillio.
La verifica della corretta applicazione delle leggi dell’ottica e degli
angoli tra le faccette si effettua misurando le proporzioni della
gemma.
L’analisi delle proporzioni per la certificazione gemmologica
viene fatta sulla base di diversi calcoli e misurazioni.
Una stima visiva può dare comunque dei parametri molto utili
alla sua valutazione.
Un metodo è quello del rapporto altezza corona / profondità
padiglione
Osservando la pietra di profilo bisogna stimare ad occhio il rapporto
tra l’altezza della corona e la profondità del padiglione, ignorando lo
spessore della cintura.
Nomenclatura degli elementi di taglio
Se il rapporto rientra nelle proporzioni 1/3 – 2/3 oppure ¼ - ¾ è
ottimale altrimenti si discosta dalle proporzioni standard peggiorando
la qualità del taglio.
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Facciamo alcuni esempi:
Il profilo della tavola può essere non parallelo alla cintura
Parte sinistra e destra diverse
Apice scentrato rispetto il centro della tavola
Faccette di dimensioni diverse
Una analisi visiva della pietra può far risultare più o meno evidenti
questi tipi di asimmetrie. Anche l’analisi della simmetria come quella
delle proporzioni influisce sulla valutazione del taglio.
Analisi politura
La valutazione delle proporzioni di taglio potrebbe essere influenzata
anche dai seguenti fattori estetici
Rigonfiamento: effetto spesso riscontrabile nei tagli a gradini dove i
padiglioni si presentano “panciuti”.
Con politura si intende la lucidatura delle faccette della pietra, la
presenza di scalfitture e solchi può influire sulla valutazione della
medesima. La politura di una pietra può essere certamente rifatta per
migliorarne il lustro e togliere delle imperfezioni ed è perciò che forse
viene considerata meno influente rispetto alle altre valutazioni. E’ certo
comunque che una cavità o un indentazione importante non possono
essere eliminate con la politura e richiedono il ritaglio della pietra.
La valutazione da attribuire agli aspetti della politura variano come
per le precedenti analisi da 1 a 5.
Spessore cintura: vengono giudicate antiestetiche cinture troppo spesse
o troppo sottili.
La Brillantezza
Analisi della Simmetria
L’ultimo elemento molto importante per la valutazione del taglio e che
rappresenta in qualche modo l’interazione di tutti gli aspetti visti finora
analizzati è la brillantezza.
La simmetria di una pietra valuta il posizionamento degli elementi di taglio
come le faccette, l’apice e la specularità tra una metà e l’altra della
pietra.
Si definisce Brillantezza l’ammontare di luce che la pietra è capace di
trasmettere all’occhio dell’osservatore. La luce trasmessa dalla
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gemma è infatti il risultato della rifrazione e riflessione interna dei raggi
penetranti che, guidati nel loro percorso ottico dalla angolazione delle
faccette, ritornano indietro emessi dalla corona.
Questo effetto si riconosce ponendo la gemma su uno sfondo a
contrasto con delle scritte. Nella pietra trasparente, caratterizzata da
un abbondante effetto finestra, sarà facile leggerle attraverso.
Un taglio ideale permette la totale riflessione interna e quindi la
massima emissione di luce attraverso la corona.
Es. La pietra a sinistra non presente effetto finestra, entrambe
presentano delle zone di estinzione.
Estinzione
Osservando una gemma si possono osservare due effetti (effetto
finestra ed estinzione) che ne diminuiscono la brillantezza,
entrambi sono associabili ad un taglio non perfetto.
Effetto finestra
Per le pietre a taglio sfaccettato ci sono degli angoli tra le varie faccette
che andrebbero rispettati, questo spesso non avviene e angoli impropri
possono diminuire il potenziale colore e causare il cosiddetto effetto
“Finestra”.
Questo effetto rappresenta delle aree, di solito nel mezzo della pietra,
nelle quali c’è una perdita di luce non pianificata. La luce in queste zone
oltrepassa la pietra senza ritornare all’occhio dell’osservatore.
Come la brillantezza coincide con le aree luminose della pietra, le
zone di estinzione coincidono con le zone buie, scure dovute ad una
diminuzione della luce trasmessa causata dal reciproco annullarsi dei
raggi luminosi, i quali sommando le loro opposte lunghezze d’onda si
estinguono.
Nel suo cammino la luce penetrante nella pietra può deviare dal
cammino ideale fino a portarla ad estinguersi a causa di una
imperfezione nel taglio (angoli tra le faccette non consoni) oppure
della costituzione interna della pietra (ad es una inclusione cristallina).
Sia l’estinzione che l’effetto finestra sono facilmente riconoscibili
osservando su una mano la pietra preziosa. La valutazione della
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brillantezza va calcolata tenendo in considerazione il loro effetto
riducente.
LA TINTA
Il COLORE
L’analisi del colore è fondamentale nella valutazione di una
gemma ed è il fattore determinante nella definizione della sua
qualità e quindi del prezzo.
Il colore può influire sul 60% del valore totale mentre il restante 40% è
diviso tra taglio e purezza.
La valutazione del colore è molto soggettiva e, a differenza del
diamante, per il quale viene fatta tramite pietre di paragone, la
definizione di uno standard risulta complessa.
Per definire precisamente un colore dobbiamo in realtà analizzare i suoi 3
componenti:
Colore o tinta
Tono
Saturazione
La definizione della tinta si basa sul suo posizionamento, con massima
precisione possibile, su una scala dei colori come quella illustrata in
figura. I produttori di scale di colore e di sistemi di classificazione sono
molti. Le più accettare sono la scala di Munsell e il GIA GEM SET sul
quale tutt’oggi si basano molti listini di pietre preziose.
Per le gemme dobbiamo poi aggiungere un altro elemento che riguarda
la distribuzione e la copertura della pietra.
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LA SATURAZIONE E Il TONO
La saturazione è pensabile come l’intensità o la ricchezza del colore.
Pietre della stessa specie molto spesso hanno la stessa tinta ma
variano nella saturazione del colore e nel tono.
Il tono indica il grado di luminosità o l’intensità di chiaro/scuro
presente nel colore in esame. Per definizione si va da un
estremamente chiaro ad un estremamente scuro passando per i
termini mediani.
foto Wimon Manorotkul
La pietra rotonda al centro presenta un tinta unicamente Verde. La pietra
Trillion sulla sinistra si può definire verde giallastra e quella ovale sulla
destra verde bluastra.
Per un rubino i colori di qualità eccezionale e i più quotati sono il rosso
vivo, seguito dal rosso leggermente porpora e dal rosso aranciato di
media tonalità.
Al di fuori dei limiti del rosso fortemente violaceo e del rosso aranciato
non si parla più di rubino ma di zaffiri fancy (gli zaffiri e i rubini
appartengono entrambi alla medesima specie, il corindone).
I termini intermedi indicano un buon equilibrio tra chiaro e scuro
nel colore della pietra per cui rappresentano la classificazione
migliore.
I valori migliori per la saturazione invece, indicando quanto sia
intenso o acceso il colore in esame, sono i più elevati e sono
descritti con il nome del colore e l’aggettivo forte o vivido.
“Spesso e soprattutto in oriente, zaffiri rosa o arancio, quando
contengono anche una leggera tinta rossa, vengono venduti
come rubini, cadere in un errore di valutazione di questo genere
potrebbe costare caro per cui, in caso di dubbio, la richiesta di un
certificato gemmologico è sempre consigliata”.
In questo esempio abbiamo4 zaffiri. La pietra 1 presenta sia bassa
saturazione sia basso tono. La pietra 2 una buona saturazione e medio
tono. La 3 una maggiore saturazione della 2 ma tono più elevato della
media. La 4 è molto scura e il suo tono elevato che ne riduce anche la
saturazione.
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PUREZZA E TRASPARENZA
Ogni pietra nella sua massima espressione di qualità presenta
anche la massima saturazione.
Non dobbiamo però escludere il fattore rarità per cui certe
colorazioni seppur poco sature nel colore risultano essere le più
apprezzate per la loro particolarità.
COPERTURA DEL COLORE E ZONATURE
È molto importante che la pietra abbia un colore omogeneo. Le zonature
di colore, molto comuni negli zaffiri, ad esempio, diminuiscono la qualità
della pietra e quindi il prezzo. La zonatura di colore non deve essere
visibile dalla corona, minore importanza hanno le zonature visibili dal
padiglione.
Purezza
La purezza classifica e attribuisce un grado al tipo e numero di
inclusioni presenti in una gemma. Come inclusioni intendiamo qualsiasi
caratteristica interna al cristallo, dalle fratture, a piccoli cristalli, fluidi e
gas inclusi al suo interno.
Generalmente l’assenza di inclusioni è più desiderabile e la pietra
acquista valore ma in taluni casi può aiutare nella distinzione tra pietra
naturale o sintetica oppure essere determinante per identificare la sua
origine geografica.
Per il diamante, gli istituti gemmologici, sono giunti ad una
classificazione della purezza molto precisa e accettata da tutti. La
classificazione del diamante viene effettuata con una lente a 10
ingrandimenti.
Per le pietre di colore la situazione è diversa perché ci troviamo di
fronte a diverse specie mineralogiche e quindi trovare un approccio
univoco è più difficile.
La purezza della pietra viene valutata sulla base dell’effetto
peggiorativo dell’inclusione sulla trasmissione della luce e quindi sulla
brillantezza e bellezza della gemma.
Moderata zonatura di colore in uno zaffiro blu
Smeraldo con molte inclusioni sulla sinistra, cristallo puro sulla destra.
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Prendendo spunto dal GIA (istituto gemmologico d’America) abbiamo
adottato la seguente scala.
Le pietre di colore sono divise in tre gruppi con standard di purezza
diversi:
Scala di purezza per le gemme di colore
tipo I: pietre che sono comunemente pure, senza inclusioni visibili ad
occhio nudo.
Include: acquamarina, berillo rosa e giallo, tormalina verde, zircone
blu, tanzanite.
tipo II: pietre che tipicamente mostrano qualche inclusione che non
ne inficia la bellezza.
Include: alessandrite, peridoti, granati, iolite, spinelli, quarzo, zircone,
corindone (escluso rubino)e tutte le tormaline (esclusa la verde).
tipo III: pietre che sono sempre incluse a causa della loro genesi.
Include: smeraldo, berillo rosso, rubino.
GRADO
VISIBILITA’ ad occhio nudo con vista corretta
EC
Eye-clean
La pietra appare non inclusa ad occhio nudo
SI
Slightly
Included
MI
Moderately
Included
HI
Heavily
included
Tipo I
Minute inclusioni difficili da vedere ad occhio
nudo
Tipo II
Inclusioni minori talvolta facili da vedere ad
occhio nudo
Tipo
III
inclusioni facili da vedere ad occhio nudo
Trasparenza
Tipo I
Inclusioni minori talvolta facili da vedere ad
occhio nudo
La trasparenza di una gemma è il grado con cui la luce passa
attraverso il materiale gemmifero. La trasparenza è legata alla purezza
in quanto le inclusioni all’interno della pietra possono bloccare o
deviare il passaggio della luce.
Tipo II
inclusioni facili da vedere ad occhio nudo
Tipo
III
inclusioni evidenti ad occhio nudo
La trasparenza viene descritta usando i seguenti termini:
Inclusioni abbondanti ed evidenti facilmente visibili
ad occhio nudo
trasparente: la vista degli oggetti oltre la pietra appare nitida
semitrasparente: le immagini appaiono leggermente distorte e
sfocate
traslucido: gli oggetti sono difficilmente visibili e le immagini distorte, la
luce viene comunque trasmessa oltre la pietra
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semitraslucido: solo una piccola parte della luce viene trasmessa oltre la
pietra
opaco: non fa passare la luce
I materiali gemmiferi che hanno subito dei trattamenti
dovrebbero essere descritti in un certificato gemmologico
secondo la seguente nomenclatura tecnica:
TRATTAMENTI PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA GEMMA
riscaldati: materiali che sono stati sottoposti solo ad un procedimento
termico;
oliati: materiali le cui fratture sono state saturate con oli o altri liquidi
oleosi incolori;
oliati con colorante: materiali le cui fratture sono state saturate con oli
o altri liquidi oleosi colorati;
diffusi: materiali sottoposti ad un procedimento di termodiffusione con
apporto di elementi chimici cromofori;
impregnati: materiali i cui pori sono stati colmati con sostanze estranee
non colorate;
irradiati: materiali il cui colore è stato modificato con radiazioni non
visibili o con il bombardamento di particelle atomiche o subatomiche;
otturati o infiltrati: materiali che hanno subìto il riempimento di cavità
con sostanze estranee fluide incolori o colorate, che induriscono dopo
l’applicazione;
ricoperti: materiali che sono stati rivestiti totalmente o parzialmente da
sostanze estranee;
tinti: materiali i cui pori, interstizi e fratture sono stati colmati da sostanze
coloranti.
Sin dai tempi più antichi le pietre preziose che non presentavano i
requisiti ottimali, caratteristici della miglior qualità, erano sottoposte a
trattamenti aventi lo scopo di abbellirle. A dimostrazione si pensi che la
prima descrizione delle tecniche usate fu data da Plinio il Vecchio nel suo
“Historia Naturalis”.
Oggi dovrebbe essere obbligatorio segnalare il trattamento a cui
sono state sottoposte le gemme.
Anche l’organizzazione internazionale impegnata a regolamentare il
commercio delle pietre preziose, sottolinea la necessità della totale
trasparenza nella compravendita e nella definizione della quantità e tipo
di trattamenti ricevuti dalla gemma.
Spesso ciò non avviene in quanto molti commercianti pensano
creerebbe diffidenza e confusione nel cliente per qualcosa che in realtà
è molto diffuso.
Se la valutazione economica delle gemme fosse uguale per quelle
trattate e quelle non trattate allora potrebbero aver ragione ma non è
così, la differenza di prezzo può essere sostanziale quindi per fare un buon
investimento che non accontenti solamente l’occhio bisogna
approfondire questo argomento.
Uno dei trattamenti più comuni subiti dalle pietre di colore è il
riscaldamento termico. Questo trattamento prevede il riscaldamento
ad alte temperature (fino a 3000 gradi) delle gemme, ciò favorisce lo
spostamento degli elettroni nel reticolo cristallino e permette un
miglioramento del colore.
Questo trattamento è estremamente comune per gli zaffiri e, in questo
caso, non ne comporta una diminuzione del prezzo ma sicuramente
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un premio per gli zaffiri totalmente naturali i quali stanno diventando una
rarità nella rarità.
Gli smeraldi sono comunemente e quasi al 99% oliati ossia trattati con
semplice olio per diminuire il negativo effetto estetico delle fratture che in
questi minerali sono quasi la norma.
Altri trattamenti invece deprezzano la gemma a 1 decimo del suo valore
perché il materiale originario da cui si parte per ottenerla risulta essere
veramente di pessima qualità.
ORIGINE GEOGRAFICA
Premettiamo che per le pietre di ottima qualità la loro origine ha una
importanza relativa in quanto molto rare. Esemplari provenienti da
nuovi giacimenti possono superare in bellezza anche gemme
provenienti da famose zone di estrazione.
L’origine geografica tuttavia condiziona i prezzi di mercato per la
notorietà di alcune zone di provenienza a cui si legano i nomi delle
pietre e all’odierno esaurimento di tali giacimenti.
Alcuni esempi:
Ciò avviene spesso per i rubini, la rarità del materiale e l’elevato costo
fanno sì che anche il materiale di scarto venga trattato per renderlo
commercializzabile.
Il trattamenti di cui sto parlando è il riempimento delle fratture con vetro
al piombo o fondente.
Rubino prima e dopo il trattamento con il vetro al piombo
Rubino Birmano: solamente l’1% dell’intera produzione mondiale di
rubini è da ritenersi di qualità gemmifera ottimale, la Birmania forniva la
maggior parte di queste pietre ma dagli anni sessanta la produzione
ha subito continui decrementi e oggi giorno la qualità “sangue di
piccione” estratta nei giacimenti della zona è estremamente rara.
Rubini molto belli si trovano oggi in Thailandia, Sri Lanka e in alcuni
paesi Africani ma il prezzo maggiore a parità di qualità continua ad
essere aggiudicato a quelli Birmani.
Zaffiro del Kashmir: dagli anni 50 molte miniere del Kashmir si sono
esaurite e la maggior parte degli zaffiri ivi in circolazione non è di
origine recente. Le pietre provenienti da questa zona, aventi un
aspetto vellutato e tipico colore blu violetto detto fiordaliso,
comandano tutt’oggi i prezzi maggiori per gli zaffiri blu.
Smeraldo Colombiano: In Colombia vengono estratti ancora molti
smeraldi sebbene molte voci dicano che le miniere più famose, quella
di Muzo in primis, siano in via di esaurimento. Il maggior pregio di questi
smeraldi è dovuto ancora per il momento alla miglior qualità del
materiale estratto rispetto alle altre fonti mondiali.
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Altre gemme indicano la loro provenienza direttamente dal nome:
Emblematico è il caso della Tanzanite ma ciò è dovuto al fatto che
solamente in questa parte del mondo viene estratto questo prezioso
minerale che sembra sia in via di esaurimento.
La tormalina Paraiba, sebbene sia stata ritrovata anche in Africa (pietre
di uguale composizione mineralogica) è diventata famosa e costosa
perché fino a poco tempo fa veniva estratta solamente in Brasile
nell’omonimo stato.
Altrettanta sorte è capitata al famoso granato verde di tipo grossularia
chiamato Tsavorite perché estratto solamente nelle vicinanza del parco
africano Tsavor.
vetri colorati;
materiali compositi;
pietre sintetiche;
Sia l’uso del vetro colorato sia dei materiali compositi non sono recenti
scoperte, le prime produzioni risalgono al tempo dei Romani.
I vetri artificiali hanno delle caratteristiche fisiche diverse dai materiali
naturali imitati e quindi ne permettono un facile riconoscimento.
Il materiale composito è rappresentato dalle “doppiette, triplette”. Si
parla di doppietta se l’imitazione è costituta da due parti di materiale
diverso, cementate assieme da un mastice trasparente e tripletta, se le
parti costituenti sono tre. I materiali usati a tal fine sono i più disparati.
E’ REALE O UNA IMITAZIONE, MA SOPRATTUTTO E’ NATURALE O
SINTETICA?
Come distinguere una pietra naturale, dalle sue imitazioni e dai
suoi “fratelli in provetta” sintetici.
Finora abbiamo visto quali sono le caratteristiche che una pietra preziosa
deve avere per definirsi di qualità.
Abbiamo dato per scontato che le pietre prese in considerazione fossero
naturali.
Esempio di doppietta
In realtà l’uomo ha tentato di imitare le pietre naturali sin dai tempi
antichi.
Il materiale prodotto dall’uomo può essere riassunto in queste tre
tipologie:
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LUXEDO: Laboratorio gemmologico per la certificazione e valutazione delle gemme. Vendita pietre preziose e gioielli personalizzati.
Sede: Via Santorre di Santarosa 48 C, 47838 Riccione (RN)
Tel.:0541 1831079 ; email: [email protected] ; www.luxedo.it
L’ultima sfida, i prodotti sintetici
Le pietre sintetiche sono l’ultimo prodotto dell’uomo e non sono una vera
e propria imitazione ma credo di rendere meglio l’idea parlando di
“clonazione” del materiale naturale. Ho usato il termine clonazione
perché con il processo di sintesi in laboratorio si possono produrre rubini,
zaffiri, smeraldi e quant’altro aventi le stesse caratteristiche fisiche e
chimiche di quelli naturali. I minerali da cui vengono tagliate le gemme
sono prodotti in provetta, in realtà non proprio in provetta, vengono usate
della autoclavi con temperature e pressioni altissime e processi sofisticati.
Talvolta questi processi sono molto costosi e ne limitano la produzione
come avviene per il diamante sintetico per il quale si preferisce usare
prodotti sintetici simili ma non esistenti in natura come lo YAG, GGG,
zirconia cubica e moissanite sintetica.
C’è chi paragona questi prodotti alle vitamine, ci sono quelle naturali
(che naturalmente costano di più) e quelle non naturali prodotte in
laboratorio.
Le vitamine sintetiche e lo smeraldo sintetico hanno la stessa struttura
chimica delle loro controparti naturali, non si possono quindi definire
semplici “imitazioni”.
I prodotti sintetici sono molto difficili da riconoscere ma presentano delle
differenze dal naturale!
C’è ovviamente differenza tra il prodotto di madre natura che ha speso
milioni di anni a produrre un cristallo e quello prodotto in poche settimane
dall’uomo.
I primi sintetici sono in circolazione già dal 1800..per cui attenzione
ai gioielli della nonna!
I primi prodotti erano più facilmente riconoscibili, oggi giorno
invece ci deve far pensare la loro perfezione ossi la produzione
di pietre troppo belle per essere vere!
Come abbiamo detto le proprietà chimico, fisiche e ottiche dei
sintetici sono simili a quelli naturali e il loro riconoscimento è riservato
agli esperti ma possiamo comunque darvi alcuni indizi importanti.
Considerare la rarità della gemma:
I prodotti sintetici possono essere prodotti di qualsiasi caratura e
quantità. Sospettate se le pietre proposte sono tutte simili, di ottima
qualità e carature elevate, pietre naturali con queste caratteristiche
non sono così facili da trovare e se si trovano sicuramente differiscono
per qualche caratteristica come il colore, la forma, purezza etc.
Inclusioni e fratture non sono sempre negative:
Alcuni materiali naturali sono normalmente inclusi e fratturati. Una
inclusione di un piccolo cristallo ad es in un rubino ci può indicare sia la
sua provenienza sia la sua genesi. L’assenza assoluta di inclusioni ci
deve far pensare soprattutto se stiamo valutando materiali che in
natura sono normalmente inclusi come i rubini e smeraldi.
Analizzando la pietra con una lente possiamo notare l’aspetto delle
inclusioni. Inclusioni similari tra loro, biancastre, opache e che non
cambiano colorazione inclinando la pietra e bolle d’aria, ci devono far
pensare a un sintetico. Questo tipo di inclusioni sono residui del
materiale fondente usato per sintetizzare il cristallo o gas intrappolati
durante il processo di crescita.
Approfittando della lente altro sintomo del sintetico possono essere le
bande di accrescimento che si presentano come bande curve
all’interno del cristallo che attraversano le varie faccette della
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gemma. Queste bande sono dovute alla veloce crescita del cristallo
all’interno dei crogioli.
al naturale per cui spesso si presentano delle imperfezioni superficiali
visibili alla lente.
Il prezzo:
Bellezza senza trattamenti:
Il 99% degli smeraldi naturali si presenta in natura fratturato e incluso. La
maggior parte quindi subisce almeno il trattamento di oliatura per
rendere la pietra più brillante.
Molte pietre come zaffiri e rubini vengono trattati diversamente e le
fratture vengono riempite con vari materiali per ridurne l’evidenza. Il
materiale sintetico non subisce normalmente trattamenti e quindi non
presenta alcuna delle caratteristiche descritte.
Il colore delle pietre sintetiche spesso è troppo bello per essere vero
oppure si presentano nelle colorazioni più diverse in quanto non è difficile
produrre sintetici dalle colorazioni particolari, infatti basta introdurre degli
elementi coloranti o cromofori studiati per la specie mineralogica da
produrre.
Cura nel particolare:
la forma, il tipo di taglio e la cura nella politura della gemme sono altri
elementi che possono suggerirci di essere di fronte ad un sintetico.
Pietre di grossa caratura ad esempio di smeraldo sono difficilmente
disponibili nei tagli rotondo a brillante, altrettanto vale per altre pietre che
comunemente vengono tagliate con tagli ovali o misti. Spesso il
tagliatore modifica il taglio classico per recuperare maggior materiale
dalla pietra grezza e esaltarne il colore, questo provoca una asimmetria
nel taglio.
I sintetici non hanno bisogno di queste accortezze ed inoltre la politura
delle faccette della gemma non viene fatta con altrettanta cura rispetto
Generalmente le pietre sintetiche vengono vendute a prezzi molto
alettanti e le pietre sicuramente si presentano molto bene ma
attenzione all’affare!
Ad esempio un bel rubino sintetico, con una bella colorazione rossa e
senza inclusioni dovrebbe costare nell’ordine di un decimo del prezzo
di una pietra naturale anche di bellezza inferiore.
Nessun test vale la parola “naturale” su un certificato gemmologico:
I test che un gemmologo deve fare per distinguere una pietra naturale
da una sintetica sono molti perché spesso uno non basta a
distinguerle. Se la pietra non presenta alcuna inclusione neanche a
forti ingrandimenti può accadere che il gemmologo sia costretto a
rimandare l’analisi a istituti primari in possesso di macchinari molto
costosi al fine di giungere ad una conclusione certa.
E’ per questo motivo che molti commercianti di pietre rare
preferiscono la pietra con una microscopica inclusione rispetto a
quella totalmente pura in quanto quella piccola inclusione è
considerata l’indizio e la prova inconfutabile della naturalità della
pietra.
In un certificato gemmologico è molto importante notare la
parola vicino alla specie e alla varietà mineralogica, se è
“naturale” oppure “sintetica” fa un bel po’ di differenza.
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LISTINI e PREZZI DI MERCATO
Per le gemme di colore non esistono listini internazionali di riferimento a
differenza del diamante per il quale il listino Rapaport si è affermato
mondialmente e ne indica i prezzi all’ingrosso.
Esistono comunque numerosi listini per gli addetti ai lavori che riportano i
prezzi di mercato delle gemme più comuni.
I prezzi di mercato subiscono delle oscillazioni dovute alla domanda, al
ritrovamento di nuovi giacimenti oppure al loro esaurimento. Per le
gemme di alta qualità, la quotazione di mercato riporta sempre un
aumento negli anni in quanto anche il ritrovamento di nuovi giacimenti
non sopperisce alla domanda. Le gemme di qualità inferiore invece sono
più soggette a fluttuazioni e si basano sull’andamento del mercato dei
gioielli e sulla scoperta di nuovi trattamenti migliorativi che di solito
comportano un aumento delle pietre commercializzabili. Tale aumento
ovviamente non modifica la percentuale a disposizione delle pietre “top
quality” che conservano il loro fattore di rarità.
Qui di seguito potete trovare un listino indicativo dei prezzi di mercato
delle gemme da noi trattate .Le quotazioni sono espresse in Euro per
carato, IVA esclusa e possono subire delle oscillazioni dipendenti
dall’andamento del mercato.
Nella valutazione delle gemme da qualità Commerciale a Eccellente
sono stati presi in considerazione i criteri di valutazione spiegati nella
guida, dal colore alla qualità del taglio e purezza. Le pietre Eccellenti
sono caratterizzate da colori molto saturi e caratteristici della specie
presa in esame, generalmente non incluse e con buon taglio. La qualità
scende fino a quella Commerciale nella quale sono presenti maggiori
inclusioni, tagli non perfetti e colori nella media.
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(listino aggiornato al 2013)
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Es. certificato Smeraldo
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