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“Il computer mi assiste durante l`operazione, controllando tutto con
dal settore
Utile
Via libera ai dati!
Il paziente trasparente
sta divenendo realtà
Cresce la richiesta di progetti IT su larga scala in materia di salute. I politici si aspettano da
voi che portiate avanti una decisiva rivoluzione in materia di efficienza all’interno dei sistemi
sanitari nazionali, al momento zoppicanti. È necessario abbattere le barriere tra i vari settori,
migliorare la qualità delle terapie, agevolare la comunicazione, ridurre i costi ed eliminare
le incompatibilità. Carta sanitaria elettronica, carta per operatore sanitario e “New National
Network”, questi appellativi identificano prodigiosi strumenti digitali già in uso in diversi
paesi europei. In breve, si sta facendo strada il concetto di “paziente trasparente”.
Il ministero della salute inglese investirà 2,7
miliardi di sterline (circa 4 miliardi di euro) entro
il 2010 per la realizzazione di un’infrastruttura
IT statale. Entro quell’anno, tutti i medici generici, gli ospedali e le cliniche specialistiche sotto
l’egida del National Health Service saranno
connessi a una rete su scala nazionale grazie
alla tecnologia a banda larga. I medici e il personale medico specialistico dovranno predisporre,
presso la propria postazione di lavoro, un’area
dalla quale possano avere accesso a cartelle
cliniche elettroniche dettagliate, un ricettario
elettronico e un’agenda per la pianificazione
dettagliata degli appuntamenti con i pazienti.
Il baco nascosto nella mela
Gli stati che dispongono di un sistema sanitario
meno centralizzato rispetto a quello britannico
si affidano per ora ad altri modelli. In futuro
forse, grazie a una carta elettronica (carta sanitaria elettronica), i pazienti tedeschi potranno
far accedere il medico curante ai propri dati
clinici, in particolare anche alle informazioni
relative agli interventi da parte di colleghi o
presso altre cliniche. Il medico, a sua volta, avrà
bisogno di una carta elettronica personale, una
cosiddetta Health Professional Card, che gli
permetterà di registrare sulla carta del paziente
nuovi dati relativi alle terapie svolte, lettere professionali e ricette elettroniche e consentirà di
effettuare un trasferimento in codice dei dati.
Si tratta di un procedimento piuttosto complesso, che mette a fuoco il problema princi-
pale insito nella disponibilità in rete dei dati dei
pazienti: la protezione e la sicurezza dei dati.
Se da un lato il concetto di “paziente trasparente” è altamente auspicabile per consentire
un adeguato trattamento clinico e fare a meno
di indagini incrociate, dall’altro è altrettanto
difficile garantire una protezione totale dei dati
dei pazienti da accessi non autorizzati. Tanto
nelle cliniche quanto negli ambulatori, i medici
possono quindi sperare in un futuro che consenta loro di avere accesso a informazioni più
dettagliate e complete relativamente all’anamnesi e alla storia clinica dei propri pazienti, ma
devono anche essere coscienti del fatto che
finora non sono stati chiariti a fondo tutti i
dettagli relativi a questi nuovi processi basati
sulla tecnologia IT:
(In)completezza della base decisionale medica. Il paziente è e deve restare padrone dei
propri dati. Lui soltanto può decidere a quali
dati (presenti sulla sua carta elettronica) il medico è autorizzato ad accedere. Ciò significa,
per contro, che il medico non può fare affidamento sul fatto di avere a disposizione tutte le
informazioni cliniche necessarie. Una diagnosi
personale e il dialogo con il paziente restano
insostituibili; le ricerche incrociate non saranno
completamente eliminate nemmeno in futuro.
Applicabilità al lavoro quotidiano. La praticabilità di una rete elettronica nazionale integrata deve essere ancora dimostrata. I medici
temono, infatti, che l’emissione di una ricetta
elettronica possa richiedere molto più tempo
rispetto alla tradizionale versione manuale
attualmente utilizzata. E come saranno gestite
le visite domiciliari? Una cosa è certa: il legame
esistente fra trattamento elettronico dei dati e
tecnologia si sta rafforzando e caratterizzerà
sempre più l’attività in clinica e in ambulatorio.
L’“assicurato trasparente”. Le casse sanitarie e i garanti dei costi disporranno di un
quadro decisamente ampio dello stile di vita
e della storia clinica dei pazienti. I confini da
rispettare durante il controllo degli “assicurati
trasparenti” sono quindi flessibili. C’è pericolo
che, nell’ambito di un accordo strutturale sui rischi, pazienti potenzialmente costosi debbano
pagare maggiori contributi. Sarebbe la fine del
principio di solidarietà.
» Il trattamento elettronico
dei dati caratterizzerà sempre
più l’attività in clinica e in
ambulatorio.
«
Rischi legati alla sicurezza. Un colossale
sistema informatico aumenta il rischio di abusi
e manipolazioni. I tentativi di accedere illegalmente ai dati dei pazienti, considerato il loro
valore in denaro, sono premeditati, e quando
un hacker riesce a spiare e persino falsificare
tali dati, il medico ne subisce le dirette conseguenze, soprattutto se, in seguito alla falsificazione dei dati, si trova a formulare falsi responsi
clinici. Tuttavia, una maggiore protezione dei
dati comporta una minore facilità di utilizzo e
un aumento dei costi (ad esempio relativi alle
tecnologie di sicurezza e al personale). Come è
possibile, dunque, raggiungere una via di mezzo che sia abbastanza sicura ma al contempo
applicabile al lavoro quotidiano e dai costi accessibili? E chi si assume la responsabilità di garantire la sicurezza dei dati sul posto, all’interno
della struttura ospedaliera e in ambulatorio?
Concludendo, ogni soluzione basata sulle
tecnologie IT è positiva nella misura in cui lo
sono gli uomini che l’hanno ideata e quelli che
la utilizzano. Il concetto di “paziente trasparente” richiama alla mente scenari horror alla
Orwell, ma la fornitura integrata coadiuvata
da sistemi telematici orientati al paziente offre
un’autentica opportunità per migliorare la qualità delle terapie mediche e l’efficienza dei costi
all’interno dei nostri sistemi sanitari.
1 Per maggiori informazioni sul “National Programme
for IT” (NPfIT) inglese visitate il sito
www.connectingforhealth.nhs.uk
2 Le ultime novità sulla carta sanitaria elettronica e sulla
Health Professional Card in Germania sono messe a disposizione dall’“Istituto Tedesco per la documentazione
e l’informazione medica” all’interno del sito internet
www.dimdi.de (Rubrica “eHealth”)
Un braccialetto per i pazienti
Annuario
di Ortopedia
2005
Per conoscere i progressi della medicina ortopedica negli ultimi 12 mesi è ora disponibile il
nuovissimo “Year Book of Orthopedics 2005”.
Il volume propone una raccolta di abstract
delle principali pubblicazioni relative agli ultimi
sviluppi medici e alle scoperte scientifiche nel
settore dell’ortopedia; attentamente selezionati tra più di 500 riviste scientifiche internazionali.
Esperti di fama riconosciuta commentano
inoltre il rilievo clinico dei singoli studi e il loro
contributo per lo sviluppo delle conoscenze, discutendo le singole applicazioni pratiche delle
stesse.
Tra le tematiche affrontate nella precedente edizione (2004) ricordiamo: sostituzione
dell’articolazione dell’anca e del ginocchio,
chirurgia traumatica e amputazione chirurgica,
medicina dello sport e oncologia ortopedica.
Stando alle indicazioni della casa editrice, la
pubblicazione è prevista per ottobre 2005.
Bernard Morrey (A cura di):
Year Book of Orthopedics, 2005
Copertina rigida, C.V. Mosby 2005
ISBN: 032302114X
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responsabilità di verificare l’identità del paziente, soprattutto prima della somministrazione di
medicinali e derivati del sangue. E’ ora disponibile un sistema, denominato Armilla, che mediante l’utilizzo di un braccialetto contribuisce
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Nuovo pensiero per la medicina e la pratica clinica
Impulsi dall’ortopedia e dal settore professionale – per medici, tecnici e dirigenti
“Il computer mi assiste durante l’operazione,
controllando tutto con precisione millimetrica“
La clinica Sint Maartenskliniek, situata nella
città olandese di Nimega, ricopre un ruolo
di prim’ordine nella cura delle patologie
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dell’apparato motorio ed è costantemente
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Editoriale
Editore:
Mathys Ltd Bettlach • Güterstrasse 5 • 2544 Bettlach • Svizzera
Telefono: +41 (0)32 644 1 497 • E-Mail: [email protected]
Redattore responsabile:
Regula Haag • Comunicazione aziendale e di mercato • Mathys Ltd Bettlach
Ideazione e realizzazione:
IFAM Institut für angewandte Marketing-Wissenschaften GmbH • D-40545 Düsseldorf
move! è una pubblicazione della Mathys
Ltd Bettlach, il vostro partner competente
per il trattamento endoprotesico totale in
campo ortopedico. move! si rivolge agli specialisti in ortopedia e traumatologia che praticano la loro professione in ospedale o in
ambulatorio, come pure a personale specializzato e dirigente in campo medico, sanitario e gestionale dell’ospedale con nuove e
utili informazioni. Ringraziamo tutti coloro
che ci hanno aiutato nella realizzazione di
move! con i propri contributi, informazioni e
fotografie! Desiderate comunicarci novità o
fornirci consigli nel settore ortopedico ed
ospedaliero? Desiderate partecipare a move!
con un vostro articolo? Utilizzate il facsimile
allegato. Oppure scegliete il contatto diretto
per telefono o per e-mail.
20 ° Edizione Ottobre 2005
impegnata nella ricerca e nell’utilizzo di nuove
applicazioni in chirurgia ortopedica. Il Dottor
Ate Wymenga, specialista del ginocchio, e
Petra Heesterbeek, scienziata esperta in scienze motorie, sondano assieme al loro team
gazione, avrei avuto la possibilità di posizionare
in modo ancora più preciso i singoli componenti dell’impianto nel corso di interventi di
endoprotesica totale del ginocchio, ottenendo
risultati molto vicini in forma e funzione al ginocchio naturale. Questi sistemi di navigazione
sono al contempo nettamente più stabili, avanzati e soprattutto semplici da utilizzare rispetto
ad alcuni anni fa: il loro funzionamento può
essere appreso senza problemi da tutti i chirurghi ortopedici. Stiamo lavorando da più di un
anno con il software della PRAXIM balanSys,
soprattutto perché, secondo la mia esperienza,
è la prima e unica soluzione che permette di
svolgere interventi di impianto nei quali si agisce principalmente sui tessuti molli. Fin dall’inizio eravamo molto soddisfatti del software, e
in seguito lo abbiamo ulteriormente migliorato
sulla base delle nostre conoscenze, rendendo
ancor più veloce e semplice lo svolgimento
dell’operazione.
Petra J. C. Heesterbeek
Dr. Ate B. Wymenga
Segue alla pagina successiva > > >
le applicazioni pratiche e i possibili vantaggi
apportati alla medicina dall’impianto di protesi
di ginocchio assistito da computer. Hanno
raccontato a move! le esperienze da loro
raccolte finora.
Endoprotesica del ginocchio supportata
dal computer. Per quale ragione vi occupate in modo così approfondito di questa Petra J. C. Heesterbeek _ l’attiva ricercatrice ha studiato scienze mediche applicate alla biotematica?
medicina, specializzandosi in scienze motorie. Si interessa soprattutto di cinetica delle articolazioni umane, con particolare riferimento a quella del ginocchio. Dal 2003 è divenuta uno dei
AW: La chirurgia assistita dal computer è un 30 membri che costituiscono il Gruppo di Ricerca e Sviluppo della Sint Maartenskliniek, metargomento che già da molto tempo seguo da tendo a disposizione del reparto di ortopedia la sua esperienza scientifica. Il Dr. Ate B.
vicino. Questa tecnologia è nata nel settore Wymenga _ ha scoperto la sua passione per la chirurgia del ginocchio già durante i suoi
della chirurgia cerebrale, per consentire un‘in- studi presso la clinica universitaria di Nimega. Ha svolto tirocinio in Svizzera presso illustri
tervento controllato e ridurre al minimo i danni specialisti del ginocchio conoscendo poi a Basilea il suo più grande modello di riferimento, il
neurologici. Per la stessa ragione, è stata poi Prof. Werner Müller. Oggi è uno dei 12 chirurghi di ruolo della Sint Maartenskliniek, dirigendo
introdotta nei trattamenti ortopedici della spi- quasi 500 interventi all’anno e insegnando alle nuove leve della chirurgia. La sua filosofia:
na dorsale e, più tardi, applicata agli interventi “Osserva come la natura ha strutturato le nostre articolazioni, e cerca ricostruirle in modo
all’anca e al ginocchio. Sono stato spinto dal identico.” Per maggiori informazioni visitare il sito www.maartenskliniek.nl
fatto che, con l’aiuto di questi sistemi di navi-
Uno sguardo alla scienza
>> Segue
Potete descriverci con precisione come si lancio i legamenti tramite tensore, e in questo
svolge un simile intervento assistito dal balanSys si rivela davvero unico. Il computer mi
computer?
permette di capire esattamente che spessore
deve avere l’intarsio in polietilene che serve per
PH: La parte centrale del sistema è rappresen- riempire perfettamente lo spazio esistente tra
tata da una telecamera a infrarossi posizionata femore e tibia. E’ davvero fantastico, perché
direttamente sopra il computer. Grazie a spe- senza il computer non si può mai essere sicuri
ciali sistemi di riferimento provvisti di marker, al 100% nel caso ci si sbagli di 1 o 2 millimetri.
il calcolatore riconosce l’esatta posizione e A mio avviso, in questi casi pochi millimetri
dimensione del ginocchio posizionato sul tavo- possono fare una grossa differenza.
lo operatorio che si trova a circa 2 metri di di- Inoltre ho notato che la navigazione assistita
stanza. Per mezzo di un puntatore a infrarossi dal computer permette di controllare in modo
è inoltre possibile scansionare la superficie del molto più preciso la direzione dell’incisione
ginocchio e i punti principali dell’articolazione sul ginocchio. Conseguentemente la gamba,
e della gamba. Tutta la strumentazione è senza cioè il femore e la tibia, risultano molto meglio
cavo ed è importante che venga perfettamente allineati rispetto al vecchio sistema, come è già
calibrata prima di ogni intervento. Dalle infor- stato documentato in numerosi studi.
mazioni scansionate e dal confronto con una Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal
banca dati (che comprende alcune centinaia fatto che il sistema di navigazione offre aiuto
di modelli di ginocchio), il computer genera, anche nei “casi disperati”, ad esempio quando
grazie a speciali algoritmi bone morphing, ci troviamo di fronte a fratture del femore o
un’immagine tridimensionale del ginocchio della tibia e il sistema di riferimento osseo non
da operare, che mostra le esatte dimensioni e è applicabile. In questi casi il computer calcola
forme di ogni singolo osso. Il sistema indica poi semplicemente il corretto accesso all’osso.
al chirurgo dove e come effettuare le incisioni
dell’osso nella parte anteriore e posteriore del Vi sono anche degli svantaggi?
ginocchio, indicandogli sullo schermo quando
lo strumento di incisione si trova nella posizio- AW: Un grande svantaggio è rappresentato
ne ideale. Il chirurgo può comunque decidere dal fatto che l’intervento svolto con questo
liberamente, a prescindere dalle indicazioni del sistema richiede dei tempi leggermente susistema: il computer si adatterà automatica- periori, soprattutto durante la fase iniziale di
mente a ciò che è effettivamente accaduto sul posizionamento dei marker e di misurazione
tavolo operatorio.
del ginocchio. L’eccellente e affidabile sistema
di navigazione ci fa recuperare un po’ di tempo
Che vantaggi comporta ciò per la sua atti- nella fase di incisione del ginocchio, ma questo
vità di chirurgo, Dottor Wymenga?
tipo di intervento ha una durata di circa 10
minuti più lunga.
AW: Questa tecnica segue passo passo la mia Un altro svantaggio è costituito dal fatto che i
attività di chirurgo, assicurando durante l’inte- supporti di riferimento vengono fissati alle ossa
ro intervento un alto livello di controllo e una tramite due viti bicorticali, anche se finora non
precisione millimetrica. Questa precisione si si sono evidenziate complicazioni.
rivela di grande utilità nel momento in cui biAlcuni mesi fa avete iniziato a lavorare a
uno studio clinico. Potete dirci com’è strutturato, i suoi obiettivi, e magari raccontarci
dei primi risultati?
PH: Il nostro obiettivo è quello di documentare
in modo esaustivo la stabilità legamentosa, in
estensione e in flessione, di 50 pazienti operati
al ginocchio con il nuovo metodo balanSys.
Grazie a questo sistema di gestione computerizzata disponiamo di una base esatta e di dati
precisi. Inseriamo il ginocchio con una tensione
di 150 Newton in estensione e 100 newton in
flessione e, dopo l’operazione, calcoliamo la
tensione dei legamenti collaterali e la stabilità
Durante l’intervento il computer aiuta a deter- anteroposteriore della tibia. Dopo 6 mesi ripeminare la posizione ottimale dei componenti tiamo le misurazioni tramite raggi x determidel femore.
nando il carico varo-valgo.
Osteointegrazione:
contatto intimo tra osso e impianto
a cura del Dr. Daniel Delfosse
Il chirurgo può confrontare le indicazioni del
sistema di navigazione e ciò che avviene in sala
operatoria direttamente sullo schermo.
Questo campo di ricerca non è del tutto nuovo:
il primo brevetto per l’ancoraggio permanente
Per noi si tratta di dimostrare se le caratteristiche di stabilità sono soddisfacenti e come si
comportano se confrontate con pazienti operati senza l’intervento del computer. Finora non
abbiamo ancora raccolto molti dati da esporre
e valutare. I primi dati attendibili sono previsti
per il prossimo anno.
di una gabbia radicolare metallica fu rilascia-
Cosa ne pensate? Gli interventi supportati da computer diventeranno il metodo
standard del futuro nel settore dell’endoprotesica?
zione”. Da allora è noto che sia il materiale che
PH: E’ difficile prevederlo. La Computer Assisted Surgery è ancora in fase di sviluppo. I
tempi molto lunghi, i costi di acquisto di un
tale sistema, non proprio abbordabili per una
clinica, sono elementi che fanno capire come
mai la chirurgia assistita da computer non
abbia finora raggiunto un alto livello di popolarità. Questa situazione potrà cambiare quando
software e hardware saranno ottimizzati, in
modo da rendere gli interventi più semplici,
veloci e sicuri.
» Chi vuole occuparsi dello svi-
luppo dell’endoprotesica del
ginocchio non può fare a meno
del computer.
«
AW: Un altro fattore importante è costituito
dalla curva di apprendimento. Quando, nella
propria attività di chirurgo, si è abituati a operare senza l’ausilio di un computer, è necessaria
una buona dose di coraggio e flessibilità per
passare a un sistema di navigazione computerizzato. Posso capire i colleghi che continuano
ad affidarsi alle tecniche tradizionali e che si
spaventano di fronte a questo processo di
apprendimento. Eppure sono convinto: chi
si occupa dello sviluppo e del miglioramento
dell’endoprotesica del ginocchio non può fare
a meno del computer.
Vi ringraziamo entrambi per l’intervista.__//
to ben nel 1909 negli USA al Dr. Greenfield.
Come “intimo contatto fra il tessuto osseo e la
superficie di un impianto in titanio,” alla fine
degli anni ’60 si è definitivamente stabilito nel
mondo scientifico il termine di “osteointegrala sua struttura superficiale hanno un influsso
significativo sull’adesione del tessuto e quindi
sull’ancoraggio dell’impianto.
Oggi per le artroplastiche non cementate
vengono impiegati soprattutto tre materiali:
leghe di cobalto e cromo, titanio (ad es. leghe
di titanio, alluminio e niobio, in sigla TAN),
come pure rivestimenti di fosfato di calcio (ad
es. idrossilapatite, in sigla HA). Questi ultimi
presentano il vantaggio di poter ridurre il periodo di crescita da circa tre a meno di un mese
grazie alle loro proprietà osteoconduttive.
Svariate superfici
con buoni risultati clinici
Ciononostante, la discussione sul materiale
“giusto” e sulla struttura superficiale “corretta” degli impianti continua a impegnare come
non mai professori e industria. Anche gli utenti
di tutto il mondo si pongono sempre la stessa
domanda: quale impianto e quale rivestimento
garantisce una riuscita duratura? Purtroppo
non esiste una regola fissa. A titolo di esempio, per quanto riguarda le protesi di anca
non cementate della ditta Mathys è tuttavia
possibile dimostrare quali strutture superficiali
possono essere utilizzate con successo in ambito clinico.
Il cotile RM di Mathys viene prodotto dal 1984
con rivestimento in polvere di idrossilapatite o
di titanio (Fig. 1). Da alcune ricerche cliniche
è emerso un tasso di sopravvivenza del 97%
dopo 15 anni e l’assenza di rilassamenti asettici, da cui un giudizio positivo sul rivestimento
in polvere. Un confronto tra i due materiali
indica allo stesso modo buoni risultati per un
periodo di fino a 10 anni. In seguito, tuttavia,
il rivestimento in polvere di titanio presenta
leggeri vantaggi. La ragione più probabile
di questo è che le particelle di idrossilapatite
si dissolvono molto lentamente nel corpo e
potrebbero quindi eventualmente distaccarsi
dall’ancoraggio di polietilene.
Per molti impianti, l’ancoraggio viene eseguito
senza rivestimento sulla superficie di TAN sabbiata con corindone (Fig. 2). Queste superfici
hanno un follow-up clinico molto ben documentato, sono facili da realizzare ed offrono
una soluzione ottimale per gli steli femorali con
Fig. 1: rivestimento in polvere di titanio
– assenza di rilassamenti asettici
Fig. 2: superficie di TAN sabbiata con
corindone – rugosità elevata con rivestimento
superficiale profondo
Fig. 3: rivestimento in sfere di titanio
– porosità superiore al 30%
un buon fissaggio primario (ad es. steli CBC,
CBH o CBK di Mathys). Nel cotile (expanSys,
Macrofit), l’azione della superficie di TAN sabbiata (microstruttura) viene spesso rafforzata
da piccoli denti supplementari (macrostruttura)
che penetrano nell’acetabolo e incrementano
la stabilità primaria. Sebbene di facile realizzazione, occorre padroneggiare minuziosamente
la tecnologia di sabbiatura con corindone per
ottenere contemporaneamente una rugosità
elevata e un rivestimento superficiale profondo
con l’abrasivo (nella Fig. 2 visibile come particelle scure). I prodotti Mathys assicurano una
rugosità Ra di almeno 5 mm (corrispondente
ad un valore Rz pari ad almeno 30 mm, ovvero
una rugosità media) in un rivestimento superficiale inferiore al 20%.
I rivestimenti in sfere di titanio vantano una lunga storia clinica (Fig. 3): per il cotile Unicup con
rivestimento poroso viene sinterizzato uno strato
doppio di sfere di titanio di 0,4 mm di diametro
che generano una porosità superiore al 30%
con una grandezza dei pori media di 100 mm.
Per Unicup e il sistema GSS viene utilizzato
un rivestimento in plasma spray di titanio
poroso (Fig. 4). Questo rivestimento chiamato PROTHEPOR ® presenta una porosità del
30-40%, uno spessore di max. 400 mm, una
rugosità Rz di ca. 130 mm e si contraddistingue
per un coefficiente di attrito molto elevato nei
confronti dell’osso. La stabilità primaria si può
praticamente “percepire”.
I rivestimenti in plasma spray di idrossilapatite
(Fig. 5) vengono impiegati per gli steli CBC e
twinSys®. La rugosità Rz in entrambi gli steli va
da 40 a 80 mm, ma lo spessore dello strato è
differente e per la precisione di ca. 60 mm nello
stelo CBC e 150 mm in twinSys®.
Il tempo di guarigione più breve si può ottenere con il rivestimento doppio PROTHEBONE®
(Fig. 6). Consta del noto rivestimento PROTHEPOR® sul quale viene ulteriormente depositato
per via elettrochimica uno strato dello spessore
massimo di 20 mm di cristalli di fosfato di calcio aghiformi. Questi aghi sono per la maggior
parte composti da bruschite e si dissolvono
quasi completamente nel corpo nell’arco di
6 settimane. Lo strato PROTHEBONE® funge
quindi da acceleratore dell’osteointegrazione;
la stabilità a lungo termine dell’ancoraggio
viene garantita dallo strato PROTHEPOR® sottostante. Simili impianti possono pertanto
essere impiegati laddove la qualità dell’osso
non è ottimale.
Tutte le superfici degli impianti descritte hanno
dimostrato, nel corso del tempo, di assolvere
bene il proprio compito, vale a dire la trasformazione dell’ancoraggio primario puramente
meccanico in un ancoraggio a lungo termine
stabile osteointegrato.
Fig. 4: PROTHEPOR® – rivestimento in plasma
spray di titanio poroso in sezione
Fig. 5: rivestimento in plasma spray di
idrossilapatite – rugosità da 40 a 80 µm
Fig. 6: rivestimento doppio PROTHEBONE®
– tempo di guarigione ridotto
Uno sguardo alla scienza
>> Segue
Potete descriverci con precisione come si lancio i legamenti tramite tensore, e in questo
svolge un simile intervento assistito dal balanSys si rivela davvero unico. Il computer mi
computer?
permette di capire esattamente che spessore
deve avere l’intarsio in polietilene che serve per
PH: La parte centrale del sistema è rappresen- riempire perfettamente lo spazio esistente tra
tata da una telecamera a infrarossi posizionata femore e tibia. E’ davvero fantastico, perché
direttamente sopra il computer. Grazie a spe- senza il computer non si può mai essere sicuri
ciali sistemi di riferimento provvisti di marker, al 100% nel caso ci si sbagli di 1 o 2 millimetri.
il calcolatore riconosce l’esatta posizione e A mio avviso, in questi casi pochi millimetri
dimensione del ginocchio posizionato sul tavo- possono fare una grossa differenza.
lo operatorio che si trova a circa 2 metri di di- Inoltre ho notato che la navigazione assistita
stanza. Per mezzo di un puntatore a infrarossi dal computer permette di controllare in modo
è inoltre possibile scansionare la superficie del molto più preciso la direzione dell’incisione
ginocchio e i punti principali dell’articolazione sul ginocchio. Conseguentemente la gamba,
e della gamba. Tutta la strumentazione è senza cioè il femore e la tibia, risultano molto meglio
cavo ed è importante che venga perfettamente allineati rispetto al vecchio sistema, come è già
calibrata prima di ogni intervento. Dalle infor- stato documentato in numerosi studi.
mazioni scansionate e dal confronto con una Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal
banca dati (che comprende alcune centinaia fatto che il sistema di navigazione offre aiuto
di modelli di ginocchio), il computer genera, anche nei “casi disperati”, ad esempio quando
grazie a speciali algoritmi bone morphing, ci troviamo di fronte a fratture del femore o
un’immagine tridimensionale del ginocchio della tibia e il sistema di riferimento osseo non
da operare, che mostra le esatte dimensioni e è applicabile. In questi casi il computer calcola
forme di ogni singolo osso. Il sistema indica poi semplicemente il corretto accesso all’osso.
al chirurgo dove e come effettuare le incisioni
dell’osso nella parte anteriore e posteriore del Vi sono anche degli svantaggi?
ginocchio, indicandogli sullo schermo quando
lo strumento di incisione si trova nella posizio- AW: Un grande svantaggio è rappresentato
ne ideale. Il chirurgo può comunque decidere dal fatto che l’intervento svolto con questo
liberamente, a prescindere dalle indicazioni del sistema richiede dei tempi leggermente susistema: il computer si adatterà automatica- periori, soprattutto durante la fase iniziale di
mente a ciò che è effettivamente accaduto sul posizionamento dei marker e di misurazione
tavolo operatorio.
del ginocchio. L’eccellente e affidabile sistema
di navigazione ci fa recuperare un po’ di tempo
Che vantaggi comporta ciò per la sua atti- nella fase di incisione del ginocchio, ma questo
vità di chirurgo, Dottor Wymenga?
tipo di intervento ha una durata di circa 10
minuti più lunga.
AW: Questa tecnica segue passo passo la mia Un altro svantaggio è costituito dal fatto che i
attività di chirurgo, assicurando durante l’inte- supporti di riferimento vengono fissati alle ossa
ro intervento un alto livello di controllo e una tramite due viti bicorticali, anche se finora non
precisione millimetrica. Questa precisione si si sono evidenziate complicazioni.
rivela di grande utilità nel momento in cui biAlcuni mesi fa avete iniziato a lavorare a
uno studio clinico. Potete dirci com’è strutturato, i suoi obiettivi, e magari raccontarci
dei primi risultati?
PH: Il nostro obiettivo è quello di documentare
in modo esaustivo la stabilità legamentosa, in
estensione e in flessione, di 50 pazienti operati
al ginocchio con il nuovo metodo balanSys.
Grazie a questo sistema di gestione computerizzata disponiamo di una base esatta e di dati
precisi. Inseriamo il ginocchio con una tensione
di 150 Newton in estensione e 100 newton in
flessione e, dopo l’operazione, calcoliamo la
tensione dei legamenti collaterali e la stabilità
Durante l’intervento il computer aiuta a deter- anteroposteriore della tibia. Dopo 6 mesi ripeminare la posizione ottimale dei componenti tiamo le misurazioni tramite raggi x determidel femore.
nando il carico varo-valgo.
Osteointegrazione:
contatto intimo tra osso e impianto
a cura del Dr. Daniel Delfosse
Il chirurgo può confrontare le indicazioni del
sistema di navigazione e ciò che avviene in sala
operatoria direttamente sullo schermo.
Questo campo di ricerca non è del tutto nuovo:
il primo brevetto per l’ancoraggio permanente
Per noi si tratta di dimostrare se le caratteristiche di stabilità sono soddisfacenti e come si
comportano se confrontate con pazienti operati senza l’intervento del computer. Finora non
abbiamo ancora raccolto molti dati da esporre
e valutare. I primi dati attendibili sono previsti
per il prossimo anno.
di una gabbia radicolare metallica fu rilascia-
Cosa ne pensate? Gli interventi supportati da computer diventeranno il metodo
standard del futuro nel settore dell’endoprotesica?
zione”. Da allora è noto che sia il materiale che
PH: E’ difficile prevederlo. La Computer Assisted Surgery è ancora in fase di sviluppo. I
tempi molto lunghi, i costi di acquisto di un
tale sistema, non proprio abbordabili per una
clinica, sono elementi che fanno capire come
mai la chirurgia assistita da computer non
abbia finora raggiunto un alto livello di popolarità. Questa situazione potrà cambiare quando
software e hardware saranno ottimizzati, in
modo da rendere gli interventi più semplici,
veloci e sicuri.
» Chi vuole occuparsi dello svi-
luppo dell’endoprotesica del
ginocchio non può fare a meno
del computer.
«
AW: Un altro fattore importante è costituito
dalla curva di apprendimento. Quando, nella
propria attività di chirurgo, si è abituati a operare senza l’ausilio di un computer, è necessaria
una buona dose di coraggio e flessibilità per
passare a un sistema di navigazione computerizzato. Posso capire i colleghi che continuano
ad affidarsi alle tecniche tradizionali e che si
spaventano di fronte a questo processo di
apprendimento. Eppure sono convinto: chi
si occupa dello sviluppo e del miglioramento
dell’endoprotesica del ginocchio non può fare
a meno del computer.
Vi ringraziamo entrambi per l’intervista.__//
to ben nel 1909 negli USA al Dr. Greenfield.
Come “intimo contatto fra il tessuto osseo e la
superficie di un impianto in titanio,” alla fine
degli anni ’60 si è definitivamente stabilito nel
mondo scientifico il termine di “osteointegrala sua struttura superficiale hanno un influsso
significativo sull’adesione del tessuto e quindi
sull’ancoraggio dell’impianto.
Oggi per le artroplastiche non cementate
vengono impiegati soprattutto tre materiali:
leghe di cobalto e cromo, titanio (ad es. leghe
di titanio, alluminio e niobio, in sigla TAN),
come pure rivestimenti di fosfato di calcio (ad
es. idrossilapatite, in sigla HA). Questi ultimi
presentano il vantaggio di poter ridurre il periodo di crescita da circa tre a meno di un mese
grazie alle loro proprietà osteoconduttive.
Svariate superfici
con buoni risultati clinici
Ciononostante, la discussione sul materiale
“giusto” e sulla struttura superficiale “corretta” degli impianti continua a impegnare come
non mai professori e industria. Anche gli utenti
di tutto il mondo si pongono sempre la stessa
domanda: quale impianto e quale rivestimento
garantisce una riuscita duratura? Purtroppo
non esiste una regola fissa. A titolo di esempio, per quanto riguarda le protesi di anca
non cementate della ditta Mathys è tuttavia
possibile dimostrare quali strutture superficiali
possono essere utilizzate con successo in ambito clinico.
Il cotile RM di Mathys viene prodotto dal 1984
con rivestimento in polvere di idrossilapatite o
di titanio (Fig. 1). Da alcune ricerche cliniche
è emerso un tasso di sopravvivenza del 97%
dopo 15 anni e l’assenza di rilassamenti asettici, da cui un giudizio positivo sul rivestimento
in polvere. Un confronto tra i due materiali
indica allo stesso modo buoni risultati per un
periodo di fino a 10 anni. In seguito, tuttavia,
il rivestimento in polvere di titanio presenta
leggeri vantaggi. La ragione più probabile
di questo è che le particelle di idrossilapatite
si dissolvono molto lentamente nel corpo e
potrebbero quindi eventualmente distaccarsi
dall’ancoraggio di polietilene.
Per molti impianti, l’ancoraggio viene eseguito
senza rivestimento sulla superficie di TAN sabbiata con corindone (Fig. 2). Queste superfici
hanno un follow-up clinico molto ben documentato, sono facili da realizzare ed offrono
una soluzione ottimale per gli steli femorali con
Fig. 1: rivestimento in polvere di titanio
– assenza di rilassamenti asettici
Fig. 2: superficie di TAN sabbiata con
corindone – rugosità elevata con rivestimento
superficiale profondo
Fig. 3: rivestimento in sfere di titanio
– porosità superiore al 30%
un buon fissaggio primario (ad es. steli CBC,
CBH o CBK di Mathys). Nel cotile (expanSys,
Macrofit), l’azione della superficie di TAN sabbiata (microstruttura) viene spesso rafforzata
da piccoli denti supplementari (macrostruttura)
che penetrano nell’acetabolo e incrementano
la stabilità primaria. Sebbene di facile realizzazione, occorre padroneggiare minuziosamente
la tecnologia di sabbiatura con corindone per
ottenere contemporaneamente una rugosità
elevata e un rivestimento superficiale profondo
con l’abrasivo (nella Fig. 2 visibile come particelle scure). I prodotti Mathys assicurano una
rugosità Ra di almeno 5 mm (corrispondente
ad un valore Rz pari ad almeno 30 mm, ovvero
una rugosità media) in un rivestimento superficiale inferiore al 20%.
I rivestimenti in sfere di titanio vantano una lunga storia clinica (Fig. 3): per il cotile Unicup con
rivestimento poroso viene sinterizzato uno strato
doppio di sfere di titanio di 0,4 mm di diametro
che generano una porosità superiore al 30%
con una grandezza dei pori media di 100 mm.
Per Unicup e il sistema GSS viene utilizzato
un rivestimento in plasma spray di titanio
poroso (Fig. 4). Questo rivestimento chiamato PROTHEPOR ® presenta una porosità del
30-40%, uno spessore di max. 400 mm, una
rugosità Rz di ca. 130 mm e si contraddistingue
per un coefficiente di attrito molto elevato nei
confronti dell’osso. La stabilità primaria si può
praticamente “percepire”.
I rivestimenti in plasma spray di idrossilapatite
(Fig. 5) vengono impiegati per gli steli CBC e
twinSys®. La rugosità Rz in entrambi gli steli va
da 40 a 80 mm, ma lo spessore dello strato è
differente e per la precisione di ca. 60 mm nello
stelo CBC e 150 mm in twinSys®.
Il tempo di guarigione più breve si può ottenere con il rivestimento doppio PROTHEBONE®
(Fig. 6). Consta del noto rivestimento PROTHEPOR® sul quale viene ulteriormente depositato
per via elettrochimica uno strato dello spessore
massimo di 20 mm di cristalli di fosfato di calcio aghiformi. Questi aghi sono per la maggior
parte composti da bruschite e si dissolvono
quasi completamente nel corpo nell’arco di
6 settimane. Lo strato PROTHEBONE® funge
quindi da acceleratore dell’osteointegrazione;
la stabilità a lungo termine dell’ancoraggio
viene garantita dallo strato PROTHEPOR® sottostante. Simili impianti possono pertanto
essere impiegati laddove la qualità dell’osso
non è ottimale.
Tutte le superfici degli impianti descritte hanno
dimostrato, nel corso del tempo, di assolvere
bene il proprio compito, vale a dire la trasformazione dell’ancoraggio primario puramente
meccanico in un ancoraggio a lungo termine
stabile osteointegrato.
Fig. 4: PROTHEPOR® – rivestimento in plasma
spray di titanio poroso in sezione
Fig. 5: rivestimento in plasma spray di
idrossilapatite – rugosità da 40 a 80 µm
Fig. 6: rivestimento doppio PROTHEBONE®
– tempo di guarigione ridotto
Uno sguardo alla scienza
>> Segue
Potete descriverci con precisione come si lancio i legamenti tramite tensore, e in questo
svolge un simile intervento assistito dal balanSys si rivela davvero unico. Il computer mi
computer?
permette di capire esattamente che spessore
deve avere l’intarsio in polietilene che serve per
PH: La parte centrale del sistema è rappresen- riempire perfettamente lo spazio esistente tra
tata da una telecamera a infrarossi posizionata femore e tibia. E’ davvero fantastico, perché
direttamente sopra il computer. Grazie a spe- senza il computer non si può mai essere sicuri
ciali sistemi di riferimento provvisti di marker, al 100% nel caso ci si sbagli di 1 o 2 millimetri.
il calcolatore riconosce l’esatta posizione e A mio avviso, in questi casi pochi millimetri
dimensione del ginocchio posizionato sul tavo- possono fare una grossa differenza.
lo operatorio che si trova a circa 2 metri di di- Inoltre ho notato che la navigazione assistita
stanza. Per mezzo di un puntatore a infrarossi dal computer permette di controllare in modo
è inoltre possibile scansionare la superficie del molto più preciso la direzione dell’incisione
ginocchio e i punti principali dell’articolazione sul ginocchio. Conseguentemente la gamba,
e della gamba. Tutta la strumentazione è senza cioè il femore e la tibia, risultano molto meglio
cavo ed è importante che venga perfettamente allineati rispetto al vecchio sistema, come è già
calibrata prima di ogni intervento. Dalle infor- stato documentato in numerosi studi.
mazioni scansionate e dal confronto con una Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal
banca dati (che comprende alcune centinaia fatto che il sistema di navigazione offre aiuto
di modelli di ginocchio), il computer genera, anche nei “casi disperati”, ad esempio quando
grazie a speciali algoritmi bone morphing, ci troviamo di fronte a fratture del femore o
un’immagine tridimensionale del ginocchio della tibia e il sistema di riferimento osseo non
da operare, che mostra le esatte dimensioni e è applicabile. In questi casi il computer calcola
forme di ogni singolo osso. Il sistema indica poi semplicemente il corretto accesso all’osso.
al chirurgo dove e come effettuare le incisioni
dell’osso nella parte anteriore e posteriore del Vi sono anche degli svantaggi?
ginocchio, indicandogli sullo schermo quando
lo strumento di incisione si trova nella posizio- AW: Un grande svantaggio è rappresentato
ne ideale. Il chirurgo può comunque decidere dal fatto che l’intervento svolto con questo
liberamente, a prescindere dalle indicazioni del sistema richiede dei tempi leggermente susistema: il computer si adatterà automatica- periori, soprattutto durante la fase iniziale di
mente a ciò che è effettivamente accaduto sul posizionamento dei marker e di misurazione
tavolo operatorio.
del ginocchio. L’eccellente e affidabile sistema
di navigazione ci fa recuperare un po’ di tempo
Che vantaggi comporta ciò per la sua atti- nella fase di incisione del ginocchio, ma questo
vità di chirurgo, Dottor Wymenga?
tipo di intervento ha una durata di circa 10
minuti più lunga.
AW: Questa tecnica segue passo passo la mia Un altro svantaggio è costituito dal fatto che i
attività di chirurgo, assicurando durante l’inte- supporti di riferimento vengono fissati alle ossa
ro intervento un alto livello di controllo e una tramite due viti bicorticali, anche se finora non
precisione millimetrica. Questa precisione si si sono evidenziate complicazioni.
rivela di grande utilità nel momento in cui biAlcuni mesi fa avete iniziato a lavorare a
uno studio clinico. Potete dirci com’è strutturato, i suoi obiettivi, e magari raccontarci
dei primi risultati?
PH: Il nostro obiettivo è quello di documentare
in modo esaustivo la stabilità legamentosa, in
estensione e in flessione, di 50 pazienti operati
al ginocchio con il nuovo metodo balanSys.
Grazie a questo sistema di gestione computerizzata disponiamo di una base esatta e di dati
precisi. Inseriamo il ginocchio con una tensione
di 150 Newton in estensione e 100 newton in
flessione e, dopo l’operazione, calcoliamo la
tensione dei legamenti collaterali e la stabilità
Durante l’intervento il computer aiuta a deter- anteroposteriore della tibia. Dopo 6 mesi ripeminare la posizione ottimale dei componenti tiamo le misurazioni tramite raggi x determidel femore.
nando il carico varo-valgo.
Osteointegrazione:
contatto intimo tra osso e impianto
a cura del Dr. Daniel Delfosse
Il chirurgo può confrontare le indicazioni del
sistema di navigazione e ciò che avviene in sala
operatoria direttamente sullo schermo.
Questo campo di ricerca non è del tutto nuovo:
il primo brevetto per l’ancoraggio permanente
Per noi si tratta di dimostrare se le caratteristiche di stabilità sono soddisfacenti e come si
comportano se confrontate con pazienti operati senza l’intervento del computer. Finora non
abbiamo ancora raccolto molti dati da esporre
e valutare. I primi dati attendibili sono previsti
per il prossimo anno.
di una gabbia radicolare metallica fu rilascia-
Cosa ne pensate? Gli interventi supportati da computer diventeranno il metodo
standard del futuro nel settore dell’endoprotesica?
zione”. Da allora è noto che sia il materiale che
PH: E’ difficile prevederlo. La Computer Assisted Surgery è ancora in fase di sviluppo. I
tempi molto lunghi, i costi di acquisto di un
tale sistema, non proprio abbordabili per una
clinica, sono elementi che fanno capire come
mai la chirurgia assistita da computer non
abbia finora raggiunto un alto livello di popolarità. Questa situazione potrà cambiare quando
software e hardware saranno ottimizzati, in
modo da rendere gli interventi più semplici,
veloci e sicuri.
» Chi vuole occuparsi dello svi-
luppo dell’endoprotesica del
ginocchio non può fare a meno
del computer.
«
AW: Un altro fattore importante è costituito
dalla curva di apprendimento. Quando, nella
propria attività di chirurgo, si è abituati a operare senza l’ausilio di un computer, è necessaria
una buona dose di coraggio e flessibilità per
passare a un sistema di navigazione computerizzato. Posso capire i colleghi che continuano
ad affidarsi alle tecniche tradizionali e che si
spaventano di fronte a questo processo di
apprendimento. Eppure sono convinto: chi
si occupa dello sviluppo e del miglioramento
dell’endoprotesica del ginocchio non può fare
a meno del computer.
Vi ringraziamo entrambi per l’intervista.__//
to ben nel 1909 negli USA al Dr. Greenfield.
Come “intimo contatto fra il tessuto osseo e la
superficie di un impianto in titanio,” alla fine
degli anni ’60 si è definitivamente stabilito nel
mondo scientifico il termine di “osteointegrala sua struttura superficiale hanno un influsso
significativo sull’adesione del tessuto e quindi
sull’ancoraggio dell’impianto.
Oggi per le artroplastiche non cementate
vengono impiegati soprattutto tre materiali:
leghe di cobalto e cromo, titanio (ad es. leghe
di titanio, alluminio e niobio, in sigla TAN),
come pure rivestimenti di fosfato di calcio (ad
es. idrossilapatite, in sigla HA). Questi ultimi
presentano il vantaggio di poter ridurre il periodo di crescita da circa tre a meno di un mese
grazie alle loro proprietà osteoconduttive.
Svariate superfici
con buoni risultati clinici
Ciononostante, la discussione sul materiale
“giusto” e sulla struttura superficiale “corretta” degli impianti continua a impegnare come
non mai professori e industria. Anche gli utenti
di tutto il mondo si pongono sempre la stessa
domanda: quale impianto e quale rivestimento
garantisce una riuscita duratura? Purtroppo
non esiste una regola fissa. A titolo di esempio, per quanto riguarda le protesi di anca
non cementate della ditta Mathys è tuttavia
possibile dimostrare quali strutture superficiali
possono essere utilizzate con successo in ambito clinico.
Il cotile RM di Mathys viene prodotto dal 1984
con rivestimento in polvere di idrossilapatite o
di titanio (Fig. 1). Da alcune ricerche cliniche
è emerso un tasso di sopravvivenza del 97%
dopo 15 anni e l’assenza di rilassamenti asettici, da cui un giudizio positivo sul rivestimento
in polvere. Un confronto tra i due materiali
indica allo stesso modo buoni risultati per un
periodo di fino a 10 anni. In seguito, tuttavia,
il rivestimento in polvere di titanio presenta
leggeri vantaggi. La ragione più probabile
di questo è che le particelle di idrossilapatite
si dissolvono molto lentamente nel corpo e
potrebbero quindi eventualmente distaccarsi
dall’ancoraggio di polietilene.
Per molti impianti, l’ancoraggio viene eseguito
senza rivestimento sulla superficie di TAN sabbiata con corindone (Fig. 2). Queste superfici
hanno un follow-up clinico molto ben documentato, sono facili da realizzare ed offrono
una soluzione ottimale per gli steli femorali con
Fig. 1: rivestimento in polvere di titanio
– assenza di rilassamenti asettici
Fig. 2: superficie di TAN sabbiata con
corindone – rugosità elevata con rivestimento
superficiale profondo
Fig. 3: rivestimento in sfere di titanio
– porosità superiore al 30%
un buon fissaggio primario (ad es. steli CBC,
CBH o CBK di Mathys). Nel cotile (expanSys,
Macrofit), l’azione della superficie di TAN sabbiata (microstruttura) viene spesso rafforzata
da piccoli denti supplementari (macrostruttura)
che penetrano nell’acetabolo e incrementano
la stabilità primaria. Sebbene di facile realizzazione, occorre padroneggiare minuziosamente
la tecnologia di sabbiatura con corindone per
ottenere contemporaneamente una rugosità
elevata e un rivestimento superficiale profondo
con l’abrasivo (nella Fig. 2 visibile come particelle scure). I prodotti Mathys assicurano una
rugosità Ra di almeno 5 mm (corrispondente
ad un valore Rz pari ad almeno 30 mm, ovvero
una rugosità media) in un rivestimento superficiale inferiore al 20%.
I rivestimenti in sfere di titanio vantano una lunga storia clinica (Fig. 3): per il cotile Unicup con
rivestimento poroso viene sinterizzato uno strato
doppio di sfere di titanio di 0,4 mm di diametro
che generano una porosità superiore al 30%
con una grandezza dei pori media di 100 mm.
Per Unicup e il sistema GSS viene utilizzato
un rivestimento in plasma spray di titanio
poroso (Fig. 4). Questo rivestimento chiamato PROTHEPOR ® presenta una porosità del
30-40%, uno spessore di max. 400 mm, una
rugosità Rz di ca. 130 mm e si contraddistingue
per un coefficiente di attrito molto elevato nei
confronti dell’osso. La stabilità primaria si può
praticamente “percepire”.
I rivestimenti in plasma spray di idrossilapatite
(Fig. 5) vengono impiegati per gli steli CBC e
twinSys®. La rugosità Rz in entrambi gli steli va
da 40 a 80 mm, ma lo spessore dello strato è
differente e per la precisione di ca. 60 mm nello
stelo CBC e 150 mm in twinSys®.
Il tempo di guarigione più breve si può ottenere con il rivestimento doppio PROTHEBONE®
(Fig. 6). Consta del noto rivestimento PROTHEPOR® sul quale viene ulteriormente depositato
per via elettrochimica uno strato dello spessore
massimo di 20 mm di cristalli di fosfato di calcio aghiformi. Questi aghi sono per la maggior
parte composti da bruschite e si dissolvono
quasi completamente nel corpo nell’arco di
6 settimane. Lo strato PROTHEBONE® funge
quindi da acceleratore dell’osteointegrazione;
la stabilità a lungo termine dell’ancoraggio
viene garantita dallo strato PROTHEPOR® sottostante. Simili impianti possono pertanto
essere impiegati laddove la qualità dell’osso
non è ottimale.
Tutte le superfici degli impianti descritte hanno
dimostrato, nel corso del tempo, di assolvere
bene il proprio compito, vale a dire la trasformazione dell’ancoraggio primario puramente
meccanico in un ancoraggio a lungo termine
stabile osteointegrato.
Fig. 4: PROTHEPOR® – rivestimento in plasma
spray di titanio poroso in sezione
Fig. 5: rivestimento in plasma spray di
idrossilapatite – rugosità da 40 a 80 µm
Fig. 6: rivestimento doppio PROTHEBONE®
– tempo di guarigione ridotto
dal settore
Utile
Via libera ai dati!
Il paziente trasparente
sta divenendo realtà
Cresce la richiesta di progetti IT su larga scala in materia di salute. I politici si aspettano da
voi che portiate avanti una decisiva rivoluzione in materia di efficienza all’interno dei sistemi
sanitari nazionali, al momento zoppicanti. È necessario abbattere le barriere tra i vari settori,
migliorare la qualità delle terapie, agevolare la comunicazione, ridurre i costi ed eliminare
le incompatibilità. Carta sanitaria elettronica, carta per operatore sanitario e “New National
Network”, questi appellativi identificano prodigiosi strumenti digitali già in uso in diversi
paesi europei. In breve, si sta facendo strada il concetto di “paziente trasparente”.
Il ministero della salute inglese investirà 2,7
miliardi di sterline (circa 4 miliardi di euro) entro
il 2010 per la realizzazione di un’infrastruttura
IT statale. Entro quell’anno, tutti i medici generici, gli ospedali e le cliniche specialistiche sotto
l’egida del National Health Service saranno
connessi a una rete su scala nazionale grazie
alla tecnologia a banda larga. I medici e il personale medico specialistico dovranno predisporre,
presso la propria postazione di lavoro, un’area
dalla quale possano avere accesso a cartelle
cliniche elettroniche dettagliate, un ricettario
elettronico e un’agenda per la pianificazione
dettagliata degli appuntamenti con i pazienti.
Il baco nascosto nella mela
Gli stati che dispongono di un sistema sanitario
meno centralizzato rispetto a quello britannico
si affidano per ora ad altri modelli. In futuro
forse, grazie a una carta elettronica (carta sanitaria elettronica), i pazienti tedeschi potranno
far accedere il medico curante ai propri dati
clinici, in particolare anche alle informazioni
relative agli interventi da parte di colleghi o
presso altre cliniche. Il medico, a sua volta, avrà
bisogno di una carta elettronica personale, una
cosiddetta Health Professional Card, che gli
permetterà di registrare sulla carta del paziente
nuovi dati relativi alle terapie svolte, lettere professionali e ricette elettroniche e consentirà di
effettuare un trasferimento in codice dei dati.
Si tratta di un procedimento piuttosto complesso, che mette a fuoco il problema princi-
pale insito nella disponibilità in rete dei dati dei
pazienti: la protezione e la sicurezza dei dati.
Se da un lato il concetto di “paziente trasparente” è altamente auspicabile per consentire
un adeguato trattamento clinico e fare a meno
di indagini incrociate, dall’altro è altrettanto
difficile garantire una protezione totale dei dati
dei pazienti da accessi non autorizzati. Tanto
nelle cliniche quanto negli ambulatori, i medici
possono quindi sperare in un futuro che consenta loro di avere accesso a informazioni più
dettagliate e complete relativamente all’anamnesi e alla storia clinica dei propri pazienti, ma
devono anche essere coscienti del fatto che
finora non sono stati chiariti a fondo tutti i
dettagli relativi a questi nuovi processi basati
sulla tecnologia IT:
(In)completezza della base decisionale medica. Il paziente è e deve restare padrone dei
propri dati. Lui soltanto può decidere a quali
dati (presenti sulla sua carta elettronica) il medico è autorizzato ad accedere. Ciò significa,
per contro, che il medico non può fare affidamento sul fatto di avere a disposizione tutte le
informazioni cliniche necessarie. Una diagnosi
personale e il dialogo con il paziente restano
insostituibili; le ricerche incrociate non saranno
completamente eliminate nemmeno in futuro.
Applicabilità al lavoro quotidiano. La praticabilità di una rete elettronica nazionale integrata deve essere ancora dimostrata. I medici
temono, infatti, che l’emissione di una ricetta
elettronica possa richiedere molto più tempo
rispetto alla tradizionale versione manuale
attualmente utilizzata. E come saranno gestite
le visite domiciliari? Una cosa è certa: il legame
esistente fra trattamento elettronico dei dati e
tecnologia si sta rafforzando e caratterizzerà
sempre più l’attività in clinica e in ambulatorio.
L’“assicurato trasparente”. Le casse sanitarie e i garanti dei costi disporranno di un
quadro decisamente ampio dello stile di vita
e della storia clinica dei pazienti. I confini da
rispettare durante il controllo degli “assicurati
trasparenti” sono quindi flessibili. C’è pericolo
che, nell’ambito di un accordo strutturale sui rischi, pazienti potenzialmente costosi debbano
pagare maggiori contributi. Sarebbe la fine del
principio di solidarietà.
» Il trattamento elettronico
dei dati caratterizzerà sempre
più l’attività in clinica e in
ambulatorio.
«
Rischi legati alla sicurezza. Un colossale
sistema informatico aumenta il rischio di abusi
e manipolazioni. I tentativi di accedere illegalmente ai dati dei pazienti, considerato il loro
valore in denaro, sono premeditati, e quando
un hacker riesce a spiare e persino falsificare
tali dati, il medico ne subisce le dirette conseguenze, soprattutto se, in seguito alla falsificazione dei dati, si trova a formulare falsi responsi
clinici. Tuttavia, una maggiore protezione dei
dati comporta una minore facilità di utilizzo e
un aumento dei costi (ad esempio relativi alle
tecnologie di sicurezza e al personale). Come è
possibile, dunque, raggiungere una via di mezzo che sia abbastanza sicura ma al contempo
applicabile al lavoro quotidiano e dai costi accessibili? E chi si assume la responsabilità di garantire la sicurezza dei dati sul posto, all’interno
della struttura ospedaliera e in ambulatorio?
Concludendo, ogni soluzione basata sulle
tecnologie IT è positiva nella misura in cui lo
sono gli uomini che l’hanno ideata e quelli che
la utilizzano. Il concetto di “paziente trasparente” richiama alla mente scenari horror alla
Orwell, ma la fornitura integrata coadiuvata
da sistemi telematici orientati al paziente offre
un’autentica opportunità per migliorare la qualità delle terapie mediche e l’efficienza dei costi
all’interno dei nostri sistemi sanitari.
1 Per maggiori informazioni sul “National Programme
for IT” (NPfIT) inglese visitate il sito
www.connectingforhealth.nhs.uk
2 Le ultime novità sulla carta sanitaria elettronica e sulla
Health Professional Card in Germania sono messe a disposizione dall’“Istituto Tedesco per la documentazione
e l’informazione medica” all’interno del sito internet
www.dimdi.de (Rubrica “eHealth”)
Un braccialetto per i pazienti
Annuario
di Ortopedia
2005
Per conoscere i progressi della medicina ortopedica negli ultimi 12 mesi è ora disponibile il
nuovissimo “Year Book of Orthopedics 2005”.
Il volume propone una raccolta di abstract
delle principali pubblicazioni relative agli ultimi
sviluppi medici e alle scoperte scientifiche nel
settore dell’ortopedia; attentamente selezionati tra più di 500 riviste scientifiche internazionali.
Esperti di fama riconosciuta commentano
inoltre il rilievo clinico dei singoli studi e il loro
contributo per lo sviluppo delle conoscenze, discutendo le singole applicazioni pratiche delle
stesse.
Tra le tematiche affrontate nella precedente edizione (2004) ricordiamo: sostituzione
dell’articolazione dell’anca e del ginocchio,
chirurgia traumatica e amputazione chirurgica,
medicina dello sport e oncologia ortopedica.
Stando alle indicazioni della casa editrice, la
pubblicazione è prevista per ottobre 2005.
Bernard Morrey (A cura di):
Year Book of Orthopedics, 2005
Copertina rigida, C.V. Mosby 2005
ISBN: 032302114X
Per maggiori informazioni visitare
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I medici e il personale di assistenza hanno la
responsabilità di verificare l’identità del paziente, soprattutto prima della somministrazione di
medicinali e derivati del sangue. E’ ora disponibile un sistema, denominato Armilla, che mediante l’utilizzo di un braccialetto contribuisce
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controllando tutto con precisione millimetrica“
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Editoriale
Editore:
Mathys Ltd Bettlach • Güterstrasse 5 • 2544 Bettlach • Svizzera
Telefono: +41 (0)32 644 1 497 • E-Mail: [email protected]
Redattore responsabile:
Regula Haag • Comunicazione aziendale e di mercato • Mathys Ltd Bettlach
Ideazione e realizzazione:
IFAM Institut für angewandte Marketing-Wissenschaften GmbH • D-40545 Düsseldorf
move! è una pubblicazione della Mathys
Ltd Bettlach, il vostro partner competente
per il trattamento endoprotesico totale in
campo ortopedico. move! si rivolge agli specialisti in ortopedia e traumatologia che praticano la loro professione in ospedale o in
ambulatorio, come pure a personale specializzato e dirigente in campo medico, sanitario e gestionale dell’ospedale con nuove e
utili informazioni. Ringraziamo tutti coloro
che ci hanno aiutato nella realizzazione di
move! con i propri contributi, informazioni e
fotografie! Desiderate comunicarci novità o
fornirci consigli nel settore ortopedico ed
ospedaliero? Desiderate partecipare a move!
con un vostro articolo? Utilizzate il facsimile
allegato. Oppure scegliete il contatto diretto
per telefono o per e-mail.
20 ° Edizione Ottobre 2005
impegnata nella ricerca e nell’utilizzo di nuove
applicazioni in chirurgia ortopedica. Il Dottor
Ate Wymenga, specialista del ginocchio, e
Petra Heesterbeek, scienziata esperta in scienze motorie, sondano assieme al loro team
gazione, avrei avuto la possibilità di posizionare
in modo ancora più preciso i singoli componenti dell’impianto nel corso di interventi di
endoprotesica totale del ginocchio, ottenendo
risultati molto vicini in forma e funzione al ginocchio naturale. Questi sistemi di navigazione
sono al contempo nettamente più stabili, avanzati e soprattutto semplici da utilizzare rispetto
ad alcuni anni fa: il loro funzionamento può
essere appreso senza problemi da tutti i chirurghi ortopedici. Stiamo lavorando da più di un
anno con il software della PRAXIM balanSys,
soprattutto perché, secondo la mia esperienza,
è la prima e unica soluzione che permette di
svolgere interventi di impianto nei quali si agisce principalmente sui tessuti molli. Fin dall’inizio eravamo molto soddisfatti del software, e
in seguito lo abbiamo ulteriormente migliorato
sulla base delle nostre conoscenze, rendendo
ancor più veloce e semplice lo svolgimento
dell’operazione.
Petra J. C. Heesterbeek
Dr. Ate B. Wymenga
Segue alla pagina successiva > > >
le applicazioni pratiche e i possibili vantaggi
apportati alla medicina dall’impianto di protesi
di ginocchio assistito da computer. Hanno
raccontato a move! le esperienze da loro
raccolte finora.
Endoprotesica del ginocchio supportata
dal computer. Per quale ragione vi occupate in modo così approfondito di questa Petra J. C. Heesterbeek _ l’attiva ricercatrice ha studiato scienze mediche applicate alla biotematica?
medicina, specializzandosi in scienze motorie. Si interessa soprattutto di cinetica delle articolazioni umane, con particolare riferimento a quella del ginocchio. Dal 2003 è divenuta uno dei
AW: La chirurgia assistita dal computer è un 30 membri che costituiscono il Gruppo di Ricerca e Sviluppo della Sint Maartenskliniek, metargomento che già da molto tempo seguo da tendo a disposizione del reparto di ortopedia la sua esperienza scientifica. Il Dr. Ate B.
vicino. Questa tecnologia è nata nel settore Wymenga _ ha scoperto la sua passione per la chirurgia del ginocchio già durante i suoi
della chirurgia cerebrale, per consentire un‘in- studi presso la clinica universitaria di Nimega. Ha svolto tirocinio in Svizzera presso illustri
tervento controllato e ridurre al minimo i danni specialisti del ginocchio conoscendo poi a Basilea il suo più grande modello di riferimento, il
neurologici. Per la stessa ragione, è stata poi Prof. Werner Müller. Oggi è uno dei 12 chirurghi di ruolo della Sint Maartenskliniek, dirigendo
introdotta nei trattamenti ortopedici della spi- quasi 500 interventi all’anno e insegnando alle nuove leve della chirurgia. La sua filosofia:
na dorsale e, più tardi, applicata agli interventi “Osserva come la natura ha strutturato le nostre articolazioni, e cerca ricostruirle in modo
all’anca e al ginocchio. Sono stato spinto dal identico.” Per maggiori informazioni visitare il sito www.maartenskliniek.nl
fatto che, con l’aiuto di questi sistemi di navi-
dal settore
Utile
Via libera ai dati!
Il paziente trasparente
sta divenendo realtà
Cresce la richiesta di progetti IT su larga scala in materia di salute. I politici si aspettano da
voi che portiate avanti una decisiva rivoluzione in materia di efficienza all’interno dei sistemi
sanitari nazionali, al momento zoppicanti. È necessario abbattere le barriere tra i vari settori,
migliorare la qualità delle terapie, agevolare la comunicazione, ridurre i costi ed eliminare
le incompatibilità. Carta sanitaria elettronica, carta per operatore sanitario e “New National
Network”, questi appellativi identificano prodigiosi strumenti digitali già in uso in diversi
paesi europei. In breve, si sta facendo strada il concetto di “paziente trasparente”.
Il ministero della salute inglese investirà 2,7
miliardi di sterline (circa 4 miliardi di euro) entro
il 2010 per la realizzazione di un’infrastruttura
IT statale. Entro quell’anno, tutti i medici generici, gli ospedali e le cliniche specialistiche sotto
l’egida del National Health Service saranno
connessi a una rete su scala nazionale grazie
alla tecnologia a banda larga. I medici e il personale medico specialistico dovranno predisporre,
presso la propria postazione di lavoro, un’area
dalla quale possano avere accesso a cartelle
cliniche elettroniche dettagliate, un ricettario
elettronico e un’agenda per la pianificazione
dettagliata degli appuntamenti con i pazienti.
Il baco nascosto nella mela
Gli stati che dispongono di un sistema sanitario
meno centralizzato rispetto a quello britannico
si affidano per ora ad altri modelli. In futuro
forse, grazie a una carta elettronica (carta sanitaria elettronica), i pazienti tedeschi potranno
far accedere il medico curante ai propri dati
clinici, in particolare anche alle informazioni
relative agli interventi da parte di colleghi o
presso altre cliniche. Il medico, a sua volta, avrà
bisogno di una carta elettronica personale, una
cosiddetta Health Professional Card, che gli
permetterà di registrare sulla carta del paziente
nuovi dati relativi alle terapie svolte, lettere professionali e ricette elettroniche e consentirà di
effettuare un trasferimento in codice dei dati.
Si tratta di un procedimento piuttosto complesso, che mette a fuoco il problema princi-
pale insito nella disponibilità in rete dei dati dei
pazienti: la protezione e la sicurezza dei dati.
Se da un lato il concetto di “paziente trasparente” è altamente auspicabile per consentire
un adeguato trattamento clinico e fare a meno
di indagini incrociate, dall’altro è altrettanto
difficile garantire una protezione totale dei dati
dei pazienti da accessi non autorizzati. Tanto
nelle cliniche quanto negli ambulatori, i medici
possono quindi sperare in un futuro che consenta loro di avere accesso a informazioni più
dettagliate e complete relativamente all’anamnesi e alla storia clinica dei propri pazienti, ma
devono anche essere coscienti del fatto che
finora non sono stati chiariti a fondo tutti i
dettagli relativi a questi nuovi processi basati
sulla tecnologia IT:
(In)completezza della base decisionale medica. Il paziente è e deve restare padrone dei
propri dati. Lui soltanto può decidere a quali
dati (presenti sulla sua carta elettronica) il medico è autorizzato ad accedere. Ciò significa,
per contro, che il medico non può fare affidamento sul fatto di avere a disposizione tutte le
informazioni cliniche necessarie. Una diagnosi
personale e il dialogo con il paziente restano
insostituibili; le ricerche incrociate non saranno
completamente eliminate nemmeno in futuro.
Applicabilità al lavoro quotidiano. La praticabilità di una rete elettronica nazionale integrata deve essere ancora dimostrata. I medici
temono, infatti, che l’emissione di una ricetta
elettronica possa richiedere molto più tempo
rispetto alla tradizionale versione manuale
attualmente utilizzata. E come saranno gestite
le visite domiciliari? Una cosa è certa: il legame
esistente fra trattamento elettronico dei dati e
tecnologia si sta rafforzando e caratterizzerà
sempre più l’attività in clinica e in ambulatorio.
L’“assicurato trasparente”. Le casse sanitarie e i garanti dei costi disporranno di un
quadro decisamente ampio dello stile di vita
e della storia clinica dei pazienti. I confini da
rispettare durante il controllo degli “assicurati
trasparenti” sono quindi flessibili. C’è pericolo
che, nell’ambito di un accordo strutturale sui rischi, pazienti potenzialmente costosi debbano
pagare maggiori contributi. Sarebbe la fine del
principio di solidarietà.
» Il trattamento elettronico
dei dati caratterizzerà sempre
più l’attività in clinica e in
ambulatorio.
«
Rischi legati alla sicurezza. Un colossale
sistema informatico aumenta il rischio di abusi
e manipolazioni. I tentativi di accedere illegalmente ai dati dei pazienti, considerato il loro
valore in denaro, sono premeditati, e quando
un hacker riesce a spiare e persino falsificare
tali dati, il medico ne subisce le dirette conseguenze, soprattutto se, in seguito alla falsificazione dei dati, si trova a formulare falsi responsi
clinici. Tuttavia, una maggiore protezione dei
dati comporta una minore facilità di utilizzo e
un aumento dei costi (ad esempio relativi alle
tecnologie di sicurezza e al personale). Come è
possibile, dunque, raggiungere una via di mezzo che sia abbastanza sicura ma al contempo
applicabile al lavoro quotidiano e dai costi accessibili? E chi si assume la responsabilità di garantire la sicurezza dei dati sul posto, all’interno
della struttura ospedaliera e in ambulatorio?
Concludendo, ogni soluzione basata sulle
tecnologie IT è positiva nella misura in cui lo
sono gli uomini che l’hanno ideata e quelli che
la utilizzano. Il concetto di “paziente trasparente” richiama alla mente scenari horror alla
Orwell, ma la fornitura integrata coadiuvata
da sistemi telematici orientati al paziente offre
un’autentica opportunità per migliorare la qualità delle terapie mediche e l’efficienza dei costi
all’interno dei nostri sistemi sanitari.
1 Per maggiori informazioni sul “National Programme
for IT” (NPfIT) inglese visitate il sito
www.connectingforhealth.nhs.uk
2 Le ultime novità sulla carta sanitaria elettronica e sulla
Health Professional Card in Germania sono messe a disposizione dall’“Istituto Tedesco per la documentazione
e l’informazione medica” all’interno del sito internet
www.dimdi.de (Rubrica “eHealth”)
Un braccialetto per i pazienti
Annuario
di Ortopedia
2005
Per conoscere i progressi della medicina ortopedica negli ultimi 12 mesi è ora disponibile il
nuovissimo “Year Book of Orthopedics 2005”.
Il volume propone una raccolta di abstract
delle principali pubblicazioni relative agli ultimi
sviluppi medici e alle scoperte scientifiche nel
settore dell’ortopedia; attentamente selezionati tra più di 500 riviste scientifiche internazionali.
Esperti di fama riconosciuta commentano
inoltre il rilievo clinico dei singoli studi e il loro
contributo per lo sviluppo delle conoscenze, discutendo le singole applicazioni pratiche delle
stesse.
Tra le tematiche affrontate nella precedente edizione (2004) ricordiamo: sostituzione
dell’articolazione dell’anca e del ginocchio,
chirurgia traumatica e amputazione chirurgica,
medicina dello sport e oncologia ortopedica.
Stando alle indicazioni della casa editrice, la
pubblicazione è prevista per ottobre 2005.
Bernard Morrey (A cura di):
Year Book of Orthopedics, 2005
Copertina rigida, C.V. Mosby 2005
ISBN: 032302114X
Per maggiori informazioni visitare
www.elsevierhealth.com
I medici e il personale di assistenza hanno la
responsabilità di verificare l’identità del paziente, soprattutto prima della somministrazione di
medicinali e derivati del sangue. E’ ora disponibile un sistema, denominato Armilla, che mediante l’utilizzo di un braccialetto contribuisce
a migliorare notevolmente il livello di sicurezza
e di qualità nel trattamento del paziente.
E’ possibile stampare testi e codici a barre
sul braccialetto tramite stampante laser o
termica; la forma ergonomica ne assicura la
tenuta permettendone il libero movimento.
Adatta per neonati, bambini e adulti; comoda da indossare, provvista di un sistema
di chiusura semplice e sicuro con regolazione
della lunghezza.
Antistrappo, resistente all’acqua e all’alcool;
la superficie resistente allo sporco garantisce
un’eccellente leggibilità dei dati, anche in caso
di lunghi periodi di ricovero.
Materiale privo di azione citotossica, nel
rispetto delle normative ISO 10993-1:1997 e
ISO 10993-5:1999
move!
Il sistema di chiusura è disponibile anche
con adesivo per tubicini o documenti.
Mediaform GmbH
Borsigstrasse 21, 21465 Reinbek, Germania
Telefono + 49 (0) 40 72 73 60-37
Fax + 49 (0) 40 72 73 60-27
E-mail [email protected]
Per maggiori informazioni visitare
www.mediaform.de
Nuovo pensiero per la medicina e la pratica clinica
Impulsi dall’ortopedia e dal settore professionale – per medici, tecnici e dirigenti
“Il computer mi assiste durante l’operazione,
controllando tutto con precisione millimetrica“
La clinica Sint Maartenskliniek, situata nella
città olandese di Nimega, ricopre un ruolo
di prim’ordine nella cura delle patologie
La consulenza gratuita
dell’apparato motorio ed è costantemente
Chiave USB
Un piccolo prodigio per l’archiviazione dei dati
Non tutto è sempre visibile! Ecco perché Mathys
mette ora a vostra disposizione un archivio dati da
64 MB,una piccola chiave USB, da tenere in tasca. Si
tratta di un dispositivo estremamente maneggevole
e veloce per lo scambio e l’archiviazione dei dati,
riscrivibile e cancellabile infinite volte, compatibile
con tutte le interfacce provviste di entrata USB.
Questo piccolo prodigio dell’archiviazione funziona
senza driver su tutti i nuovi sistemi operativi PC e
MAC. Richiedete subito gratuitamente la vostra
chiave USB da 64 MB, fino a esaurimento scorte.
Utilizzando il modulo fax allegato, da inviare a: +41 (0)32 644 1 460
Oppure inviando una e-mail al seguente indirizzo: [email protected]
Editoriale
Editore:
Mathys Ltd Bettlach • Güterstrasse 5 • 2544 Bettlach • Svizzera
Telefono: +41 (0)32 644 1 497 • E-Mail: [email protected]
Redattore responsabile:
Regula Haag • Comunicazione aziendale e di mercato • Mathys Ltd Bettlach
Ideazione e realizzazione:
IFAM Institut für angewandte Marketing-Wissenschaften GmbH • D-40545 Düsseldorf
move! è una pubblicazione della Mathys
Ltd Bettlach, il vostro partner competente
per il trattamento endoprotesico totale in
campo ortopedico. move! si rivolge agli specialisti in ortopedia e traumatologia che praticano la loro professione in ospedale o in
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utili informazioni. Ringraziamo tutti coloro
che ci hanno aiutato nella realizzazione di
move! con i propri contributi, informazioni e
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20 ° Edizione Ottobre 2005
impegnata nella ricerca e nell’utilizzo di nuove
applicazioni in chirurgia ortopedica. Il Dottor
Ate Wymenga, specialista del ginocchio, e
Petra Heesterbeek, scienziata esperta in scienze motorie, sondano assieme al loro team
gazione, avrei avuto la possibilità di posizionare
in modo ancora più preciso i singoli componenti dell’impianto nel corso di interventi di
endoprotesica totale del ginocchio, ottenendo
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essere appreso senza problemi da tutti i chirurghi ortopedici. Stiamo lavorando da più di un
anno con il software della PRAXIM balanSys,
soprattutto perché, secondo la mia esperienza,
è la prima e unica soluzione che permette di
svolgere interventi di impianto nei quali si agisce principalmente sui tessuti molli. Fin dall’inizio eravamo molto soddisfatti del software, e
in seguito lo abbiamo ulteriormente migliorato
sulla base delle nostre conoscenze, rendendo
ancor più veloce e semplice lo svolgimento
dell’operazione.
Petra J. C. Heesterbeek
Dr. Ate B. Wymenga
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le applicazioni pratiche e i possibili vantaggi
apportati alla medicina dall’impianto di protesi
di ginocchio assistito da computer. Hanno
raccontato a move! le esperienze da loro
raccolte finora.
Endoprotesica del ginocchio supportata
dal computer. Per quale ragione vi occupate in modo così approfondito di questa Petra J. C. Heesterbeek _ l’attiva ricercatrice ha studiato scienze mediche applicate alla biotematica?
medicina, specializzandosi in scienze motorie. Si interessa soprattutto di cinetica delle articolazioni umane, con particolare riferimento a quella del ginocchio. Dal 2003 è divenuta uno dei
AW: La chirurgia assistita dal computer è un 30 membri che costituiscono il Gruppo di Ricerca e Sviluppo della Sint Maartenskliniek, metargomento che già da molto tempo seguo da tendo a disposizione del reparto di ortopedia la sua esperienza scientifica. Il Dr. Ate B.
vicino. Questa tecnologia è nata nel settore Wymenga _ ha scoperto la sua passione per la chirurgia del ginocchio già durante i suoi
della chirurgia cerebrale, per consentire un‘in- studi presso la clinica universitaria di Nimega. Ha svolto tirocinio in Svizzera presso illustri
tervento controllato e ridurre al minimo i danni specialisti del ginocchio conoscendo poi a Basilea il suo più grande modello di riferimento, il
neurologici. Per la stessa ragione, è stata poi Prof. Werner Müller. Oggi è uno dei 12 chirurghi di ruolo della Sint Maartenskliniek, dirigendo
introdotta nei trattamenti ortopedici della spi- quasi 500 interventi all’anno e insegnando alle nuove leve della chirurgia. La sua filosofia:
na dorsale e, più tardi, applicata agli interventi “Osserva come la natura ha strutturato le nostre articolazioni, e cerca ricostruirle in modo
all’anca e al ginocchio. Sono stato spinto dal identico.” Per maggiori informazioni visitare il sito www.maartenskliniek.nl
fatto che, con l’aiuto di questi sistemi di navi-
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