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Un`opera destinata a durare nel tempo

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Un`opera destinata a durare nel tempo
Editore e copyright
©SVGW/SSIGA 2015
Pubblicazione trimestrale, 300 esemplari
Realizzazione: medialink, Zürich
Impressione: Zofinger Tagblatt AG
Redazione
Christoph Meier, Paul Sicher, SSIGA
Collaborazione in questa edizione
Raffaele Domeniconi, SSIGA
Markus BIner, SSIGA
01 2015
Editoriale
Una soluzione senza tempo
La velocità è una caratteristica dei
nostri tempi. Prodotti e processi
sempre nuovi vedono la luce a ritmi
incalzanti. È una tendenza da cui i
sistemi di approvvigionamento
idrico non mancano di trarre beneficio, sotto forma, ad esempio, di sistemi di misura e di controllo via via
più efficienti. In un tale contesto, il
serbatoio potrebbe sembrare un relitto del passato.
Tuttavia, è proprio grazie alla sua
semplicità tecnica che esso riesce ad
adempiere al proprio compito: compensare le variazioni di portata
dovute al diverso fabbisogno idrico
nell’arco del tempo mediante l’accumulo di una riserva d’acqua. Si
presta, inoltre, a soluzioni costruttive ottimali, non da ultimo dal punto
di vista economico, e ad una gestione efficiente degli impianti di trattamento, pompaggio e trasporto.
Per sfruttare appieno il potenziale
economico di un serbatoio, occorre
ricercarne la lunga durata di vita. Il
raggiungimento di tale obiettivo
passa immancabilmente per una realizzazione di qualità, una gestione
sostenibile e una manutenzione
adeguata. Tutte operazioni che richiedono un’accurata pianificazione, come illustra chiaramente
questo numero di «Riflessi».
Markus Biner
La Cisterna Basilica, ad Istanbul, non possiede i requisiti prescritti per i moderni serbatoi. È, tuttavia, chiaramente indicativa dell’importanza attribuita in passato all’approvvigionamento idrico. (Immagine: Wikimedia)
Attualità
Un’opera destinata a durare
nel tempo
Componente essenziale del sistema di approvvigionamento idrico, il ser­
batoio si caratterizza per una vita utile piuttosto lunga. Il risanamento o la
ricostruzione di un serbatoio esigono una pianificazione e una realizzazio­
ne eccezionalmente accurate, che tengano conto non solo delle caratteri­
stiche del manufatto in sé, ma anche della sua funzione nel quadro dell’in­
tero sistema di approvvigionamento. A tale riguardo, la regolamentazione
della SSIGA, costantemente aggiornata, offre un valido punto di riferimen­
to alle aziende dell'acqua potabile.
Un serbatoio non è destinato ad esistere per sempre. Ciononostante,
queste «cattedrali» dell’acqua potabile, come gli omonimi edifici religiosi, sopravvivono ad intere generazioni. Con una vita utile di 50-100 anni,
rimangono in funzione nel sistema di
approvvigionamento idrico ben più
a lungo dei gestori stessi. Tale longevità esige una particolare attenzione.
Come nel caso della costruzione di
una galleria, un errore di pianificazione di un serbatoio può avere gravi
conseguenze, anche dal punto di
vista finanziario, perché nell’economia dell’approvvigionamento idrico i
serbatoi rappresentano la seconda
voce più importante, alle spalle solo
della rete di distribuzione. Il valore
dei serbatoi dell’acqua potabile attualmente esistenti in Svizzera si
aggira infatti intorno ai cinque miliardi di franchi.
Primo passo: verificare il piano di
approvvigionamento idrico
Come devono trattare, dunque, le
aziende idriche le loro cattedrali? La
questione è particolarmente attuale,
giacché numerosi serbatoi sono in
esercizio da talmente tanti anni da
richiedere un pronto intervento di risanamento o di ricostruzione ex
novo. In occasione del congresso
«Reservoir» organizzato dalla SSIGA
in gennaio, l’ingegnere Fritz Jäckli ha
illustrato una serie di criteri per il rilevamento dello stato dei serbatoi che
ben si prestano a servire da guida
alle aziende del settore. Prima di
concentrare lo sguardo sul serbatoio
in sé, si dovrebbe prendere in esame
il sistema nel suo insieme, osservandolo alla luce del piano di approvvigionamento idrico a lungo termine.
Ad esempio, la previsione di difficoltà di approvvigionamento causate
dall’insufficienza di zone di protezione o dal rischio di periodi di siccità
potrebbe rendere obsoleta l’idea di
un risanamento del serbatoio e preferibile la soluzione dell’allacciamento a un sistema di distribuzione
vicino. In un caso come questo, il
ruolo del serbatoio in oggetto andrebbe rivisto da zero.
Il consumo futuro come parametro
per il dimensionamento
L’azienda è tenuta ad elaborare
questa visione d’insieme. Non si
tratta, infatti, di un compito svolto
necessariamente dallo studio di ingegneri, il cui intervento, invece, è
richiesto per la valutazione del manufatto in sé. Tale valutazione va
svolta a monte dell’intero processo,
al fine di stabilire se sia sufficiente un
risanamento o s’imponga invece una
nuova costruzione. In questo secondo caso occorre verificare nuovamente la posizione geografica del
serbatoio. In Svizzera, la scelta
dell’ubicazione segue un principio
semplice, ma molto efficace: il serbatoio va installato in un luogo
vicino alle captazioni e ad un’altitudine tale da garantire una pressione
sufficiente nell’area di distribuzione.
Per intenderci sui termini: una pressione superiore ai 4 bar è sufficiente,
una pressione inferiore ai 2 bar è critica. Un altro aspetto che richiede
uno studio approfondito è il dimensionamento del serbatoio, da determinare in funzione del consumo previsto. Bisogna, dunque, compiere
un’analisi dei consumi e valutare correttamente i possibili sviluppi demografici e l’eventuale calo del consumo individuale. Indicativamente, il
volume di accumulo deve corrispondere al consumo giornaliero. In tal
modo, si garantisce da una parte una
riserva sufficiente a soddisfare il
fabbisogno d’acqua degli utenti,
Per il risanamento del serbatoio Waisenhaus, a Coira, i responsabili dell’intervento
hanno scelto un rivestimento in malta cementizia. (Immagine: IB Chur)
d’emergenza e antincendio, dall’altra
un tempo di permanenza limitato
dell’acqua nel serbatoio.
Il materiale quale fattore determi­
nante per l’igiene
Il serbatoio dovrebbe disporre di due
vasche, ubicate oltre un metro al di
sotto della superficie del terreno e
costruite secondo criteri antisismici.
Le vasche devono essere impermeabili all’aria e a tenuta stagna, dotate
di sistema di aerazione e di scarico di
troppo-pieno con sifone e devono
avere una geometria che garantisca
la circolazione dell’acqua. È necessario, poi, integrare il serbatoio nel sistema di controllo e monitorare l’adduzione.
Nell’ottica dell’igiene dell’acqua potabile, la scelta del materiale è di capitale importanza. Per i serbatoi di
nuova costruzione, il cemento
grezzo si è imposto quale materiale
standard. Negli interventi di risanamento, invece, - come messo in luce
durante il congresso – si può ricorrere anche a soluzioni diverse: rivestimenti in malta a base di silicato, fogli
in materia plastica, lastre in polietilene o acciaio inossidabile. Sarebbe
sbagliato eleggere il costo del materiale a unico criterio di scelta. Quella
che in un primo momento risulta
essere l’opzione più costosa – il ricorso, ad esempio, all’acciaio inossidabile – potrebbe rivelarsi a lungo termine la soluzione più conveniente,
non solo dal punto di vista tecnico,
ma anche sul piano economico, per
via delle ridotte spese di manutenzione e della lunga durata di vita.
L’integrazione della regolamen­
tazione
Alla luce del ruolo decisivo svolto dai
serbatoi nei sistemi di approvvigio-
namento idrico, la SSIGA ha voluto
elaborare una specifica regolamentazione. Le Direttive per lo studio, la
realizzazione e l’esercizio di serbatoi
d’acqua (Richtlinie für Projektierung,
Bau und Betrieb von Wasserbehältern, W6) del 2004 rimangono in vigore, ma dal 2013 sono affiancate
dalla nota tecnica «Cemento e calcestruzzo: Requisiti dei materiali per
i bandi di concorso relativi al calcestruzzo utilizzato per elementi costruttivi a contatto con l’acqua potabile» (Zement und Beton: Anforderungen an die Materialien zur
Ausschreibung von Beton für Bau­
teile in Kontakt mit Trinkwasser,
W10021). A motivare la redazione di
un testo integrativo è stata l’evoluzione dell’industria del cemento verso una crescente produzione di cemento con grandi quantità di additivi di macinazione e il progressivo
abbandono della produzione di cemento Portland, finora utilizzato negli impianti di approvvigionamento
di acqua potabile. I suddetti cambiamenti porteranno la SSIGA anche a
modificare in futuro la propria normativa. È possibile, ad esempio, che
vengano presto elaborate raccomandazioni sui materiali plastici, in
rapporto alle caratteristiche di questi
ultimi a livello di contrazione e rilascio di sostanze nell’acqua. Fondamentalmente, la stesura di un regolamento segue la stessa logica della
realizzazione di un serbatoio: va
pensata sul lungo termine, ma evitando la stagnazione del contenuto.
Christoph Meier
È possibile acquistare la Direttiva W6 e
scaricare gratuitamente la nota tecnica
W10021 accedendo al sito web della
SSIGA ed entrando nella sezione riservata
allo shop online.
2
­
La pagina blu
Il serbatoio: il parere di ingegneri e gestori 142 litri per abitante
3
Come gestore d’acquedotti, che im­
portanza attribuisce al serbatoio?
I serbatoi sono dei punti centrali nel sistema di distribuzione. In essi si concentrano diverse funzioni, non da ultimo lì
vengono spesso installate anche le apparecchiature di controllo. È un punto
dove l’acqua entra in contatto con materiali spesso differenti da quelli delle
condotte e che con il passare del tempo
si degradano. Nel corso della «carriera»
di un gestore si assiste al progressivo
invecchiamento dell’infrastruttura e
capita di doversi confrontare con un risanamento o la costruzione di un nuovo
impianto. Un’attività non di routine per
la quale è necessario un supporto anche
tramite direttive e norme.
Dove vede la necessità di un sostegno
attraverso la SSIGA per la costruzione
o ristrutturazione di serbatoi?
Se le direttive attuali della SSIGA indicano in modo completo come costruire e
mantenere un nuovo serbatoio, non
sono altrettanto esaustive per le attività
di risanamento che, come detto, assumono sempre più importanza. Completando le direttive in questo senso la
SSIGA metterebbe a disposizione un ulteriore strumento per eseguire dei progetti di risanamento allo stato dell’arte.
Devono essere riviste le Regole per la
costruzione o la ristrutturazione di ser­
batoi?
Sì, completando e approfondendo la
parte risanamento e entrando nel dettaglio dei metodi
di applicazione
dei diversi rivestimenti
delle
vasche.
Antonello Gatti,
AIL SA Lugano
***
Quali sono per lei come ingegnere gli
aspetti centrali nella costruzione o nel
risanamento di un serbatoio?
Innanzitutto è importante verificare
con il committente (di regola un’azienda comunale acqua potabile) la funzione del serbatoio nell’acquedotto comu-
nale, per valutarne la necessità,
l’ubicazione, il dimensionamento, la
struttura (una sola vasca, più vasche,
ecc.), l‘inserimento (o la predisposizione
per il futuro) di impianti di trattamento,
analizzando eventualmente possibili
varianti, tenuto anche conto dell’aspetto economico. Ideale è valutare questi
aspetti (o almeno parte di essi) nell’ambito di studi preliminari, quali i PGA
(Piano generale dell’acquedotto) o i
PCAI (Piano cantonale di approvvigionamento idrico). Una volta definite
queste basi di progetto, gli aspetti centrali includono la qualità dei materiali
scelti (per garantire la qualità dell’acqua
e la durata nel tempo), la disposizione
delle armature idrauliche e di servizio
(per una funzionalità efficace e flessibile, per favorire facili interventi di manovra e di manutenzione, per garantire la
sicurezza degli operatori, ecc.), il rispetto delle direttive, l’inserimento dell’edificio nel paesaggio (aspetti architettonici), il rispetto di costi sostenibili.
Che importanza assume per lei la
scelta dell’ubicazione e l’analisi della
situazione complessiva dell’azienda
dell’acqua potabile? Se è il caso prende
in considerazione di consigliare
all’AAP l’interconnessione della pro­
pria rete con un’AAP limitrofa, invece
di costruire un nuovo serbatoio?
L’analisi della situazione e la pianificazione delle opere d‘acquedotto a livello
intercomunale o regionale è indubbiamente molto importante, per una razionalizzazione degli investimenti (evitando doppioni, ecc.), per favorire la
ridistribuzione e l’interscambio delle
fonti (recuperando le eccedenze disponibili, favorendo la diversificazione delle
fonti e la sicurezza di approvvigionamento), per un risparmio energetico
(favorendo
le
fonti in caduta,
limitando invece
gli impianti di
pompaggio).
Michela Conti
Studio Ingegneria
Sciarini SA
Interviste: Raffaele Domeniconi
al giorno
Secondo un recente studio della SSIGA,
dal 1997 ad oggi il consumo idrico delle
famiglie svizzere è calato di 20 litri, raggiungendo il livello di 142 litri per abitante al giorno.
Il valore precedente di 162 l/abitante al
giorno era stato calcolato nel 1997 sulla
base di misurazioni effettuate direttamente in corrispondenza dei punti di
prelievo di varie utenze domestiche. Il
nuovo studio, invece, ha analizzato i
dati relativi alle serie storiche del consumo domestico dal 1998 al 2013 di 110
aziende dell’acqua potabile.
Il fattore principale alla base del calo del
consumo è la crescente diffusione in
ambito domestico di tecniche e tecnologie per il risparmio idrico, in primo
luogo a livello di sciacquoni e lavatrici
automatiche. Sul piano dei consumi,
potrebbe aver contribuito l’aumento di
prodotti finiti, semilavorati e monouso.
In un’ottica sociale, hanno certamente
avuto peso la diminuzione della percentuale di donne professionalmente non
attive e, parallelamente, la proliferazione di offerte esterne di assistenza ai
bambini, entrambi fattori che hanno ridotto il tempo medio trascorso in casa.
Matthias Freiburghaus
NUOVO CORSO!
Posatore di condotte
La rete delle condotte costituisce la
spina dorsale di ogni azienda del gas
o dell’acqua e la sua costruzione richiede grossi investimenti finanziari
e molta manodopera. Grande è
quindi l’importanza delle operazioni
professionali di posa e di manutenzione delle condotte. Disporre di collaboratori ben istruiti è la premessa
per poter gestire la rete in modo sicuro, economico e durevole. Per
questi motivi la succursale SSIGA
della Svizzera italiana organizza il
primo corso per posatori di condotte
in italiano.
Date:
• 7-8 maggio 2015
• 1-2-3 giugno 2015
Ulteriori informazioni su www.ssiga.ch
La
SBV-Nachrichten
pagina dell'Associazione Acquedotti Ticinesi AAT
Le case dell’acqua: promozione o
danni d’immagine per la nostra acqua?
Da alcuni mesi i nostri Comuni ricevono proposte da parte di fornitori (per
lo più d’oltre confine) per la posa di case d’acqua. Il Comitato AAT ha ana­
lizzato vantaggi e svantaggi di questo nuovo prodotto.
Le cosiddette case dell’acqua sono
installazioni composte da una piccola costruzione coperta ma accessibile al pubblico al cui interno sono
montati erogatori di acqua «purificata» ed eventualmente gassificata,
che può essere distribuita a pagamento o messa a disposizione gratui­
tamente ai cittadini da parte di Comuni e aziende. Nella vicina penisola questo nuovo tipo di servizio sta
avendo parecchio successo, perché
offre un’alternativa economica e sicura all’acqua minerale in bottiglia,
che in Italia viene preferita all’acqua
dal rubinetto perché quest’ultima è
raramente di buona qualità.
Il vantaggio economico e ambientale rispetto all’acquisto di acqua minerale in bottiglia è indubbio. Ma
alle nostre latitudini, dove abbiamo
la fortuna di disporre di acqua greggia generalmente già molto buona e
dove la tecnica dell’approvvigionamento idrico permette di portare
nelle case acqua di qualità ineccepibile, l’installazione di case dell’acqua, oltre a non aver un vero scopo,
potrebbe dare un’immagine fuorviante della nostra acqua potabile.
Le case d'acqua sono molto diffuse all'estero
Infatti se un Comune mette a disposizione acqua da bere «purificata» in
appositi apparecchi, si potrebbe essere tentati a credere che l’acqua
della rete, e quindi quella dal rubinetto, non è di buona qualità.
Inoltre l’installazione di una casa
dell’acqua, oltre a rappresentare un
costo di per sé, corrisponde alla messa in circolazione di una derrata alimentare e quindi comporta un sistema specifico di autocontrollo e un
responsabile designato.
Per chi non può fare a meno dell’acqua gassata esistono delle soluzioni
domestiche convenienti e comode
che permettono di ottenere lo stesso
prodotto fornito dalle case d’acqua.
Il Comitato AAT ritiene dunque che
sia meglio investire nel proprio acquedotto e nella promozione della
nostra buona acqua fornita al rubinetto di casa, ad esempio tramite la
pubblicazione dell’etichetta sulla
qualità dell’acqua (cfr. www.acquedotti.ch) o tramite il sito www.qualitadellacqua.ch
Raffaele Domeniconi
Assemblea 2015
L’Assemblea generale ordinaria 2015
dell’Associazione Acquedotti ticinesi, organizzata in collaborazione con
i Comuni di Vico Morcote e Melide,
si svolgerà mercoledì 3 giugno alle
ore 18.00 presso la sala multiuso in
via al Doyro a Melide.
Melide (Immagine: Wikimedia)
L’Assemblea, nel corso della quale si
procederà tra l’altro alla consegna
degli attestati professionali federali
di Fontaniere, sarà preceduta dalla
visita del nucleo storico di Vico Morcote, del nuovo serbatoio «Pizzora»
e del vigneto del Castello.
Vico-Morcote (Immagine: Francesco Piraneo, Wikimedia)
A metà della visita il Comune di Vico
Morcote offrirà un rinfresco.
La sala nella quale si svolgeranno i
lavori assembleari sarà poi raggiunta
con una breve passeggiata lungo il
magnifico lungolago pedonale di
Melide, recentemente rinnovato.
Al termine dell’Assemblea l’Azienda
acqua potabile di Melide offrirà l’aperitivo, dopo di che i partecipanti si
recheranno al vicino ristorante Riviera per la tradizionale cena conviviale.
La Ditta Von Roll, con la consueta signorilità, ha confermato il proprio
piacere nell’offrire le bibite ai partecipanti alla cena.
Il programma di dettaglio e la convocazione saranno inviati a tutti gli
Associati, a norma dello Statuto, un
mese prima dell’Assemblea.
Franco Gobbi, AAT
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