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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegno
LuisSepúlveda PARTEPRIMA CAPITOLOPRIMO:MaredelNord CAPITOLOSECONDO:Ungattonero,grandeegrosso CAPITOLOTERZO:Amburgoinvista CAPITOLOQUARTO:Lafinediunvolo CAPITOLOQUINTO:Incercadiconsiglio CAPITOLOSESTO:Unpostocurioso CAPITOLOSETTIMO:Ungattoenciclopedico CAPITOLOOTTAVO:Zorbainiziaatenerfedeallesuepromesse CAPITOLONONO:Unanottetriste PARTESECONDA CAPITOLOPRIMO:Ilgattocova CAPITOLOSECONDO:Nonèfacileesseremamma CAPITOLOTERZO:Ilpericoloèinagguato CAPITOLOQUARTO:Ilpericoloèsempreinagguato CAPITOLOQUINTO:Pulcinoopulcina? CAPITOLOSESTO:Fortunata,davverofortunata CAPITOLOSETTIMO:Imparandoavolare CAPITOLOOTTAVO:Igattidecidonodirompereuntabù CAPITOLONONO:Lasceltadell'umano CAPITOLODECIMO:Unagatta,ungattoeunpoeta CAPITOLOUNDICESIMO:Ilvolo LuisSepúlveda STORIADIUNAGABBIANELLAEDELGATTO CHELEINSEGNÒAVOLARE TraduzionediIlideCarmignani Romanzo SALANIEDITORE Titolodell'originalespagnolo HISTORIADEUNAGAVIOTAYDELGATO QUELEENSENÓAVOLAR ISBN88-7782-512-X Primaedizione:agosto1996 Copyright©LuisSepúlveda,1996 byarrangementwithDr.Ray—GüdeMertin, LiterarischeAgentur,BadHomburg,Germany Copyright©1996AdrianoSalaniEditores.r.l. Firenze,viadelGiglio15 AimieifigliSebastián,MaxeLeón, ilmigliorequipaggiodeimieisogni; alportodiAmburgo perchélìsonosalitiabordo; ealgattoZorba,naturalmente. PARTEPRIMA CAPITOLOPRIMO:MaredelNord <<Banco di aringhe a sinistra!>> annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della SabbiaRossaaccolselanotiziaconstridadisollievo. Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di rimettersiinforze,ecosac'eradimeglioperquestodiunabuonascorpacciatadiaringhe? Volavano sopra la foce del fiume Elba, nel mare del Nord. Dall'alto vedevano le navi in fila indiana, come pazienti e disciplinati animali acquatici, in attesa del loro turno per uscire in mare apertoepoifarrottapertuttiiportidellaTerra. A Kengah, una gabbiana dalle piume color argento, piaceva particolarmente osservare le bandiere delle navi, perché sapeva che ognuna rappresentava un modo di parlare, di chiamare le stessecoseconparolediverse. <<Com'èdifficilepergliumani.Noigabbiani,invece,stridiamonellostessomodointuttoil mondo>>commentòunavoltaKengahconuncompagnodivolo. <<Propriocosì.Elacosapiùstraordinariaècheognitantoriesconoancheacapirsi>>stridette l'altro. Aldilàdellalineacostierailpaesaggiodiventavadiunverdeintenso.Eraunenormepratonel quale spiccavano le greggi di pecore che pascolavano al riparo delle dighe, e i pigri bracci dei muliniavento. Seguendoleistruzionideigabbianipilota,lostormodelFarodellaSabbiaRossaimboccòuna corrented'ariafreddaesilanciòinpicchiatasulbancodiaringhe.Centoventicorpibucaronol'acqua comefreccee,quandorisalironoagalla,ognigabbianostringevaunpescenelbecco. Aringhe saporite. Saporite e grasse. Proprio quello di cui avevano bisogno per recuperare energieprimadiriprendereilvolofinoaDenHelder,dovealorosisarebbeunitolostormodelle isoleFrisoni. La rotta prevedeva poi di proseguire fino al passo di Calais e al canale della Manica, dove sarebbero stati accolti dagli stormi della baia della Senna e di Saint-Malo, assieme ai quali avrebberovolatofinoaraggiungereilcielodiBiscaglia. Aquelpuntosarebberostatiunmigliaiodigabbiani,similiaunavelocenuvolad'argentochesi sarebbe pian piano ingrandita con l'arrivo degli stormi di Belle Ile e di Oléron, e dei capi Machichaco, Ajo e Penas. Quando tutti i gabbiani autorizzati dalla legge del mare e dei venti avessero sorvolato la Biscaglia, sarebbe potuto iniziare il grande convegno dei gabbiani del mar Baltico,delmaredelNordedell'Atlantico. Sarebbestatounbell'incontro.AquestopensavaKengahmentresipappavalasuaterzaaringa. Cometuttigliannisisarebberosentitestorieinteressanti,specialmentequellenarratedaigabbianidi capoPenas,instancabiliviaggiatoricheavoltevolavanofinoalleisoleCanarieoaquellediCapo Verde. Le femmine come lei si sarebbero date a grandi banchetti di sardine e di calamari, mentre i maschiavrebberocostruitoinidisulbordodiunascogliera.Poilefemmineavrebberodepostole uova,leavrebberocovatealsicuro daqualsiasiminaccia,equandoaipiccolifosserospuntatele primepennerobustesarebbearrivatalapartepiùbelladelviaggio:insegnareloroavolarenelcielo diBiscaglia. Kengah infilò la testa sott'acqua per acchiappare la quarta aringa, e così non sentì il grido d'allarmechefecetremarel'aria: <<Pericoloadritta!Decollod'emergenza!>> QuandoKengahtiròdinuovofuorilatesta,siritrovòsolanell'immensitàdell'oceano. CAPITOLOSECONDO:Ungattonero,grandeegrosso <<Mi dispiace molto lasciarti solo>> disse il bambino accarezzando il dorso del gatto nero grandeegrosso. Poicontinuòaprepararelozaino.PrendevaunacassettadelgruppoPur,unodeisuoipreferiti, lainfilavadentro,esitava,latiravafuori,enonsapevaserimetterlanellozainooselasciarlasul comodino.Eradifficiledeciderecosaportarsiviaperlevacanzeecosalasciareacasa. Ilgattonerograndeegrossologuardavaattentamente,sedutosuldavanzaledellafinestra,ilsuo postopreferito. <<Hopresolamascherasubacquea?Zorbahaivistolamiamascherasubacquea?No.Nonla conosciperchéatenonpiacel'acqua.Nonsaicosatiperdi.Nuotareèunodeglisportpiùdivertenti. Unpo'dicroccantini?>>glioffrìilbambinoprendendolascatola. Glieneservìunaporzionepiùchegenerosa,eilgattonerograndeegrossoiniziòamasticare lentamente,pergustarlibene.Chebiscottinideliziosi,croccanti,alsaporedipesce! <<Eunragazzofantastico>>pensòilgattoconlaboccapiena. <<Altrochefantastico.Eilmigliore!>>sicorressementreingoiava. Zorba, il gatto nero grande e grosso, aveva degli ottimi motivi per pensarla così di quel bambino che spendeva i soldi della sua paghetta in quei deliziosi croccantini, che teneva sempre pulitalalettieradoveluifacevaisuoibisogni,echeloistruivaparlandoglidicoseimportanti. Avevanol'abitudinedipassaremolteoreassiemesulbalconeosservandol'incessantetraffico delportodiAmburgo,elì,peresempio,ilbambinoglidiceva: <<Vedi quella nave, Zorba? Sai da dove viene? Be', viene dalla Liberia, che è un paese africanomoltointeressanteperchéèstatofondatodapersonecheunavoltaeranoschiave.Quando sarògrande,diventeròilcapitanodiungrossovelieroeandròinLiberia.Etuverraiconme,Zorba. Saraiunbuongattodimare.Nesonosicuro>>. Cometuttiiragazzidiporto,anchequelbambinosognavaviaggiinpaesilontani.Ilgattonero grandeegrossoloascoltavafacendolefusa,esivedevaancheluiabordodiunvelierochesolcava imari. Sì.Ilgattonerograndeegrossonutrivamoltoaffettoperilbambino,enonavevadimenticato cheglidovevalavita. Zorbaavevacontrattoqueldebitoilgiornostessoincuiavevaabbandonatolacestachefaceva dacasaaluieaisuoisettefratelli. Il latte di sua madre era tiepido e dolce, ma Zorba voleva assaggiare una di quelle teste di pescechelagentedelmercatodavaaigattiadulti.Nonchepensassedimangiarlatuttalui,no,lasua ideaeraditrascinarlafinoallacestaelàmiagolareaifratelli: <<Smettetela di succhiare la nostra povera mamma! Non vedete come è diventata magra? Mangiateilpesce,cheèilcibodeigattidelporto>>. Pochigiorniprimacheabbandonasselacesta,suamadregliavevamiagolatomoltoseriamente: <<Seiagileesveglio,evabenissimo,madevistareattentoacometimuovieanonusciredalla cesta. Domani o dopodomani verranno gli umani a decidere del tuo destino e di quello dei tuoi fratelli.Sicuramentevidarannodeinomisimpaticieavreteilciboassicurato.Èunagranfortunache siate nati in un porto, perché nei porti i gatti sono amati e protetti. L'unica cosa che gli umani si aspettanodanoiècheteniamolontaniitopi.Sì,figliolo.Essereungattodiportoèunagranfortuna, matudevistareattentoperchéc'èqualcosainteche puòrendertiundisgraziato.Figliolo,seguardiituoifratelli,vedraichesonotuttigrigieche hanno la pelliccia a righe come le tigri. Tu, invece, sei nato completamente nero, a parte quella piccola macchia bianca che hai sulla gola. Certi umani credono che i gatti neri portino sfortuna perciòfigliolo,nonusciredallacesta>>. Ma Zorba, che all'epoca sembrava una pallina di carbone, abbandonò la cesta. Voleva assaggiareunadiquelletestedipesce.Eanchevedereunpo'dimondo. Nonarrivòmoltolontano.Trotterellandoversounabancarelladipesceconlacodabenaltae vibrante, passò davanti a un grosso uccello che dormicchiava con la testa piegata di lato. Era un uccellomoltobruttoeconungozzoenormesottoilbecco.All'improvvisoilpiccologattonerosentì cheilsuolosiallontanavadasottolesuezampe,esenzacapirecosastavasuccedendosiritrovòa farcaprioleinaria.Alloraricordòunodeiprimiinsegnamentidisuamadreecercòunpostodove cadereinpiedi,masottoloaspettaval'uccelloconilbeccoaperto.Piombònelgozzo,cheeramolto buioepuzzavainmodoorribile. <<Fammiuscire!Fammiuscire!>>miagolòdisperato. <<Accidenti.Matuparli>>gracchiòl'uccellosenzaaprireilbecco.<<Cherazzadibestiasei? >> <<Fammiuscireotigraffio!>>miagolòluiminaccioso. <<Hoilsospettochetusiaunarana.Seiunarana?>>domandòl'uccellosempreabeccochiuso. <<Soffoco,stupidouccello!>>gridòilgattino. <<Sì.Seiunarana.Unarananera.Chestrano>>. <<Sonoungattoeanchefuribondo!Fammiuscireotenepentirai!>>miagolòilpiccolo Zorbacercandounpuntoinquelgozzobuioincuiconficcaregliartigli. <<Credichenonsappiadistinguereungattodaunarana?Igattisonopelosi,veloci,epuzzano di pantofola. Tu sei una rana. Una volta ho mangiato diverse rane e non mi sono dispiaciute, ma eranoverdi.Senti,nonsaraimicaunaranavelenosa?>>gracchiòpreoccupatol'uccello. <<Sì!Sonounaranavelenosaeperdipiùportosfortuna!>> <<Chedilemma!Unavoltahomandatogiùunricciovelenosoenonmièsuccessonulla.Che dilemma!Tiingoiootisputo?>>meditòl'uccello,manongracchiòaltroperchésiagitò,sbattéle ali,efinalmenteaprìilbecco. Il piccolo Zorba, completamente fradicio di bava, si affacciò e saltò a terra. Allora vide il bambino,cheteneval'uccelloperilcolloeloscuoteva. <<Deviesserecieco,scemodiunpellicano!Vieni,gattino.Perpocononfiniscinellapanciadi questouccellaccio>>disseilbambinoelopreseinbraccio. Cosìerainiziataquell'amiciziacheduravaormaidacinqueanni. Ilbaciodelbambinosullatestaloallontanòdairicordi.Videchesimettevalozaino,andava allaporta,edalàlosalutavaancoraunavolta. <<Civediamofraquattrosettimane.Penseròatetuttiigiorni,Zorba.Teloprometto>>. <<AddioZorba!Addiociccione!>>losalutaronoiduefratelliminoridelbambino. Ilgattonerograndeegrossosentìchiuderelaportaadoppiamandataecorseaunafinestrache siaffacciavasullastradapervederelasuafamigliaadottivaprimachesalisseinauto. Ilgattonerograndeegrossosospiròcompiaciuto.Perquattrosettimanesarebbestatosignoree padronedell'appartamento.Unamicodifamigliasarebbevenutoognigiornoadaprirgliunbarattolo diciboeapulirglilalettiera.Quattrosettimaneperoziaresullepoltroneesuiletti,operusciresul balcone,arrampicarsisultetto,saltare suiramidelvecchioippocastanoe scenderedaltronconel cortileinterno,doveaveval'abitudinediritrovarsiconglialtrigattidelquartiere.Nonsisarebbe annoiato.Assolutamente. CosìpensavaZorba,ilgattonerograndeegrosso,perchénonsapevacosaglisarebbecaduto fracapoecollonelleoreseguenti. CAPITOLOTERZO:Amburgoinvista Kengah aprì le ali per spiccare il volo, ma l'onda densa fu più rapida e la sommerse completamente.Quandotornòagallalalucedelgiornoerascomparsa,edopoaverscossoilcapo conenergiacapìchelamaledizione deimarilestavaoscurandolavista. Kengah,lagabbianadallepiumed'argento,tuffòvarievoltelatestasott'acqua,sinchéqualche filodilucenonraggiunselesuepupillecopertedipetrolio.Lamacchiavischiosa,lapestenera,le incollavalealialcorpo,cosìiniziòamuoverelezampesperandodipotersiallontanarerapidamente anuotodalcentrodell'ondascura. Con tutti i muscoli tormentati dai crampi per lo sforzo, raggiunse finalmente il limite della macchia di petrolio e sentì il fresco contatto dell'acqua pulita. Quando, a forza di sbattere le palpebreedituffarelatesta,riuscìapulirsigliocchi,guardòilcielo,mavidesoloalcunenuvole chesifrapponevanotrailmareel'immensitàdellavoltaceleste.Isuoicompagnidellostormodel FarodellaSabbiaRossadovevanovolareormailontano,moltolontano. Era la legge. Anche lei aveva visto altri gabbiani sorpresi dalle mortifere onde nere, e nonostante il desiderio di scendere a offrire loro un aiuto tanto inutile quanto impossibile, si era allontanata,rispettandolaleggecheproibiscediassistereallamortedeicompagni. Con le ali immobilizzate,incollateaicorpi,igabbianieranofacilepredadeigrandipesci,o morivanolentamente,asfissiatidalpetroliochepenetrandofralepiumetappavalorotuttiipori. Era questa la morte che la aspettava, e desiderò scomparire presto tra le fauci di un grosso pesce. Lamacchianera.Lapestenera.Mentreaspettavalafinefatale,Kengahmaledissegliumani. <<Manontutti.Nondevoessereingiusta>>stridettedebolmente. Spesso, dall'alto, aveva visto come grandi petroliere approfittavano delle giornate di nebbia costieraperandareallargoalavarelelorocisterne.Rovesciavanoinmaremigliaiadilitridiuna sostanza densa e pestilenziale che veniva trascinata via dalle onde. Ma a volte aveva visto anche delle piccole imbarcazioni che si avvicinavano alle petroliere e impedivano loro di svuotare le cisterne.Disgraziatamentequellebarcheornatedaicoloridell'arcobalenononsemprearrivavanoin tempoperimpedirel'avvelenamentodeimari. Kengah passò le ore più lunghe della sua vita posata sull'acqua, chiedendosi atterrita se per casononlaaspettavalapiùterribiledellemorti:peggiocheesseredivoratadaunpesce,peggioche patirel'angosciadell'asfissia,eramoriredifame. Disperataall'ideadiunafinelentasiagitòeconstuporesiaccorsecheilpetroliononleaveva incollato le ali al corpo. Aveva le piume impregnate di quella sostanza densa, ma almeno poteva spiegarle. <<Forsehoancoraunapossibilitàdiusciredaqui,evolandoinalto,moltoinalto,forseilsole scioglieràilpetrolio>>stridetteKengah. Le tornò alla mente una storia, raccontatale da un vecchio gabbiano delle isole Frisoni, che parlavadiunumanochiamatoIcaroche,perrealizzareilsognodelvolo,sieracostruitodelleali con piume di aquila ed era volato in alto, vicinissimo al sole, tanto che il calore aveva sciolto la ceraconcuiavevaincollatolepiumeederaprecipitato. Kengahbattéenergicamenteleali,ritiròlezampe,siinnalzòdiunpaiodipalmi,ericaddesulle onde.Primaditentareancorasiimmerseeagitòlealisott'acqua.Questavoltasalìdiunmetroprima dicadere. Queldannatopetrolioleincollavalepiumedellacoda,dimodochenonriuscivaagovernareil decollo.Situffòancoraunavoltaeconilbeccocercòditirarvialostratodisporcochelecopriva lacoda.Sopportòildoloredellepiumestrappate,efinalmentevidelasuaparteposterioreunpo' menolurida. AlquintotentativoKengahriuscìaspiccareilvolo. Batteva le ali con disperazione perché il peso della cappa di petrolio non le permetteva di planare.Unsoloattimodiriposoesarebbeprecipitata.Perfortunaeraunagabbianagiovaneeisuoi muscolirispondevanoadeguatamente. Guadagnò quota. Senza mai smettere di battere le ali guardò giù e vide la costa profilarsi appenacomeunalineabianca.Videanchealcunebarchechesimuovevanocomeminuscolioggetti su un panno blu. Volò ancora più alto, ma il sole non ebbe gli effetti sperati. Forse i suoi raggi emanavanouncaloretroppodebole,olacappadipetrolioeratroppospessa. Kengah capì che le forze non le sarebbero durate ancora a lungo e, cercando un posto per scendere,volòversol'entroterra,seguendolaserpeggiantelineaverdedell'Elba. Il movimento delle sue ali si fece sempre più lento e pesante. Perdeva vigore. Adesso non volavapiùcosìinalto. Inundisperatotentativodiriprenderequotachiusegliocchiebattélealiconleultimeenergie. Nonsapevaperquantotempoerarimastaaocchichiusi,maquandoliriaprìstavasorvolandoun'alta torreornatadaunabanderuolad'oro. <<SanMichele!>>stridettericonoscendoilcampaniledellachiesadiAmburgo. Lesuealisirifiutaronodicontinuareavolare. CAPITOLOQUARTO:Lafinediunvolo Ilgattonerograndeegrossoprendevailsolesulbalcone,facendolefusaemeditandosucome sistavabenelì,apanciaall'ariasottoqueiraggitiepidi,contutteequattrolezampebenritratteela codadistesa. Nel preciso istante in cui si girava pigramente per farsi scaldare la schiena dal sole, sentì il sibilo provocato da un oggetto volante che non seppe identificare e che si avvicinava a grande velocità. Vigile, balzò in piedi sulle zampe e fece appena in tempo a scansarsi per schivare la gabbianachecaddesulbalcone. Era un uccello molto sporco. Aveva tutto il corpo impregnato di una sostanza scura e puzzolente. Zorbasiavvicinòelagabbianatentòdialzarsitrascinandoleali. <<Nonèstatounatterraggiomoltoelegante>>miagolò. <<Midispiace.Nonhopotutoevitarlo>>ammiselagabbiana. <<Senti, sembri ridotta malissimo. Cos'è quella roba che hai addosso? E come puzzi!>> miagolòZorba. <<Sonostataraggiuntadaun'ondanera.Dallapestenera.Lamaledizionedeimari.Morirò>> stridetteaccoratalagabbiana. <<Morire?Nondirecosì.Seisolostancaesporca.Tuttoqua.Perchénonvolifinoallozoo? Nonèlontanoelàhannoveterinarichepotrannoaiutarti>>miagolòZorba. <<Noncelafaccio.Questoèstatoilmioultimovolo>>stridettelagabbianaconvocequasi impercettibileechiusegliocchi. <<Non morire! Riposati un po' e vedrai che ti riprendi. Hai fame? Ti porterò un po' del mio cibo,manonmorire>>pregòZorbaavvicinandosiallagabbianaesausta. Vincendolaripugnanza,ilgattoleleccòlatesta.Lasostanzadicuieracopertaavevaancheun saporeorribile.Mentrelepassavalalinguasulcollonotòchelarespirazionedell'uccellosifaceva semprepiùdebole. <<Senti,amica,iovogIioaiutarti,manonsocome.Cercadiriposarementrevadoachiedere cosasifaconungabbianoammalato>>miagolòZorbaprimadiarrampicarsisultetto. Sistavaallontanandoindirezionedell'ippocastanoquandosentìchelagabbianalochiamava. <<Vuoichetilasciunpo'delmiocibo?>>suggerì,leggermentesollevato. <<Vogliodeporreunuovo.Conleultimeforzechemirestanovogliodeporreunuovo.Amico gatto, si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre promesse.Miaccontenterai?>>stridetteagitandogoffamentelezampenelvanotentativodialzarsiin piedi. Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in uno stato così pietososipotevasoloesseregenerosi. <<Tipromettotuttoquellochevuoi.Maorariposa>>miagolòimpietosito. <<Non ho tempo di riposare. Promettimi che non ti mangerai l'uovo>> stridette aprendo gli occhi. <<Promettochenonmimangeròl'uovo>>ripetéZorba. <<Promettimicheneavraicurafinchénonsarànatoilpiccolo>>stridettesollevandoilcapo. <<Promettocheavròcuradell'uovofinchénonsarànatoilpiccolo>>. <<Epromettimichegliinsegneraiavolare>>stridetteguardandofissonegliocchiilgatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamentepazza. <<Promettochegliinsegneròavolare.Eorariposa,iovadoincercadiaiuto>>miagolòZorba balzandodirettamentesultetto. Kengah guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che l'avevano accompagnata e proprio mentreesalaval'ultimorespiro,unovettobiancocondellemacchiolineazzurrerotolòaccantoalsuo corpoimpregnatodipetrolio. CAPITOLOQUINTO:Incercadiconsiglio Zorba scese rapidamente dal tronco dell'ippocastano, attraversò il cortile interno a tutta velocità evitando di essere visto da alcuni cani randagi, uscì in strada, si assicurò che non arrivasseroauto,attraversòecorseindirezionedelCuneo,unristoranteitalianodelporto. Duegattichefrugavanoinunbidonedellaspazzaturalovideropassare. <<Accidenti,amico!Vedianchetuquellochevedoio?Machebelciccione>>miagolòunodi loro. <<Sì,amico.Ecom'ènero.Piùcheunapalladigrassosembraunapalladicatrame.Dovevai, palladicatrame?>>chiesel'altro. Benché fosse molto preoccupato per la gabbiana, Zorba non era disposto a sopportare le provocazioni di quei due poco di buono. Per cui frenò, rizzò i peli sulla schiena e saltò sopra il bidonedellaspazzatura. Lentamente tese una delle zampe davanti, tirò fuori un artiglio lungo come un cerino, e lo avvicinòalmusodiunodeiprovocatori. <<Tipiace?Nehoaltrinove.Vuoiprovarlisullaspinadorsale?>>miagolòcontuttacalma. Ilgattoconl'artigliodavantiagliocchiingoiòlasalivaprimadirispondere. <<No,capo.Machebellagiornata!Nonlepare?>>miagolòsenzasmetteredifissarel'artiglio. <<Etuchedici?>>miagolòZorbaall'altrogatto. <<Dicoanch'iocheèunabellissimagiornata,ottimaperpasseggiare,ancheseunpo'fredda>>. Sistemata la faccenda, Zorba riprese la sua strada fino ad arrivare davanti alla porta del ristorante.Dentro,icamerieripreparavanoitavolipericlientidimezzogiorno.Zorbamiagolòtre volte e aspettò seduto sulla soglia. Dopo pochi minuti arrivò Segretario, un gatto romano molto magroeconsoloduebaffi,unoadestraeunoasinistradelnaso. <<Ci dispiace molto, ma se non ha prenotato non potremo servirla. Siamo al completo>> miagolòcomesaluto.Stavaperaggiungerequalcos'altro,maZorbalointerruppe. <<HobisognodimiagolareconColonnello.Èurgente>>. <<Urgente! Sempre con urgenze all'ultimo minuto! Vedrò cosa posso fare, ma solo perché si trattadiun'urgenza>>miagolòSegretarioerientrònelristorante. Colonnello era un gatto dall'età indefinibile. Alcuni dicevano che aveva tanti anni quanti il ristorantecheglidavaalloggio,mentrealtrisostenevanocheeraancorapiùvecchio. Malasuaetànonimportava,perchéColonnellopossedevaunostranotalentoperdarconsiglia chisitrovavaindifficoltà,eperquantononrisolvessemaialcunproblema,isuoiconsigliperlo menodavanounpo'diconforto.Grazieallasuavecchiaiaeallasuagrandedote,Colonnelloerauna veraautoritàfraigattidelporto. Segretariotornòindietrodicorsa. <<Seguimi.Colonnellotiriceverà,mainviadeltuttoeccezionale>>miagolò. Zorba lo seguì. Passando sotto i tavoli e le sedie della sala da pranzo arrivarono alla porta dellacantina.Sceseroabalziigradinidiunascalastretta,edisottotrovaronoColonnello,conla codabenritta,checontrollavaitappidialcunebottigliedichampagne. <<Mannaggia!Itopihannorosicchiatoitappidelmigliorechampagnedellacasa.Zorba!Caro guaglione!>>losalutòColonnello,cheaveval'abitudinedimiagolareparoleinnapoletano. <<Scusa se ti disturbo nel bel mezzo del lavoro, ma ho un problema grave e mi occorre un consiglio>>miagolòZorba. <<Sono al tuo servizio, caro guaglione. Segretario! Servi al mio amico un poco di quegli spaghetticonlapummarola'ncoppachecihannodatostamattina>>ordinòColonnello. <<Ma se li ha mangiati tutti lei! Non mi ha lasciato nemmeno sentire l'odore!>> si lamentò Segretario. Zorbaringraziòspiegandochenonavevafameeriferìrapidamenteilmovimentatoarrivodella gabbiana,lesuepenosecondizioni,elepromessechesieravistocostrettoafarle.Ilvecchiogatto ascoltòinsilenzio,poimeditò accarezzandosiilunghibaffi,eallafinemiagolòrisoluto:<<Mannaggia!Bisognaaiutarequella poveragabbianaariprendereilvolo>>. <<Sì,macome?>>miagolòZorba. <<LacosamiglioreèconsultareDiderot>>osservòSegretario. <<Eesattamenteciòchestavopersuggerire.Maperchéquestomitoglieimiagoliidibocca?>> reclamòColonnello. <<Sì.Eunabuonaidea.AndròdaDiderot>>miagolòZorba. <<Andremoassieme.Iproblemidiungattodelportosonoproblemidituttiigattidelporto>> dichiaròsolennementeColonnello. Itregattiuscironodallacantinae,attraversandoillabirintodicortiliinternidellecase lungoilporto,corseroversoiltempiodiDiderot. CAPITOLOSESTO:Unpostocurioso Diderot viveva in un posto abbastanza difficile da descrivere, perché a prima vista poteva sembrare un disordinato negozio di oggetti strani, un museo di bizzarrie, un deposito di macchine inservibili, la biblioteca più caotica del mondo, o il laboratorio di qualche dotto inventore di aggeggiimpossibilidadefinire. Manoneranientedituttoquesto,omeglio,eramoltodipiù. Ilpostosichiamava`Harry.Bazardelporto',eilproprietario,Harry,eraunvecchiolupodi marecheneisuoicinquant'annidinavigazioneperisettemarisieradedicatoaraccogliereoggettidi ognitiponellecentinaiadiporticheavevavisitato. Quandolavecchiaiaglieraentratanelleossa,Harryavevadecisodicambiarelasuavitadi naviganteconquelladimarinaioaterra,eavevaapertoilbazarcontuttiglioggettiraccolti.Aveva affittato una casa a tre piani nella strada lungo il porto, ma gli mancava lo spazio necessario per esporrelesueinsolite collezioni, perciò aveva preso la casa accanto, a due piani, ma anche così lo spazio non era bastato. Alla fine, dopo aver affittato una terza casa, era riuscito a sistemare tutti i suoi oggetti disponendoli—questovadetto—secondoilsuoparticolarissimoconcettodell'ordine. Nelletrecase,collegateattraversocorridoiescalestrette,c'eranoquasiunmilionedioggetti, fraiqualipossiamoricordare: 7200cappellicontesaflessibilepernonessereportativiadalvento; 160ruotedeltimonedibarchecolmaldimareaforzadigirareintornoalmondo; 245fanalidiimbarcazionicheavevanosfidatolepiùfittenebbie; 12telegrafidimacchinasbattutidairacondicapitani; 256bussolechenonavevanomaipersoilnord; 6elefantidilegnoagrandezzanaturale; 2giraffeimbalsamatenell'attodicontemplarelasavana; 1orsopolareimbalsamatonelcuiventregiacevalamanodestra,ancheessaimbalsamata,diun esploratorenorvegese; 700ventilatoricheconleloropalericordavanolefreschebrezzedeitramontitropicali; 1200amachediiutachegarantivanoisognimigliori; 1300marionettediSumatracheavevanointerpretatosolostoried'amore; 123proiettoriperdiapositivechemostravanopaesaggineiqualisipotevaesseresemprefelici; 54.000romanziinquarantasettelingue; 2riproduzionidellatorreEiffel,unacostruitaconmezzomilionedispillidasartoel'altracon trecentomilastuzzicadenti; 3cannonidinavicorsareinglesi; 17ancoretrovateneifondalidelmaredelNord; 2000quadriditramonti; 17macchinedascrivereappartenuteascrittorifamosi; 128mutandelunghediflanellaperuominidioltreduemetrid'altezza; 7fracpernani; 500pipeinschiumadimare; 1astrolabioostinatamentefissosullaposizionedellaCrocedelSud; 7buccinegigantidallequaliprovenivanoechilontanidimiticinaufragi; 12chilometridisetarossa; 2boccaportidisottomarini; emoltealtrecosechesarebbetroppolungoelencare. PervisitareilbazardiHarrybisognavapagareilbigliettoe,unavoltadentro,eranecessarioun gransensodell'orientamentopernonperdersinellabirintodistanzesenzafinestre,distretticorridoi ediscaleanguste. Harry aveva due mascotte: la prima era uno scimpanzè di nome Mattia che si occupava dei biglietti e della sorveglianza, giocava molto male a dama con il vecchio marinaio, beveva birra e cercava sempre di dare un resto inferiore. L'altra mascotte era Diderot, un gatto grigio, piccolo e magro,chededicavalamaggiorpartedelsuotempoallostudiodellemigliaiadilibrilàraccolti. Colonnello,SegretarioeZorbaentrarononelbazarconlecodebenritte.Sirammaricaronodi nonvedereHarrydietroilbancone,perchéilvecchiomarinaioavevasempredelleparoleaffettuose equalchesalsicciaperloro. <<Unmomento,sacchidipulci!Avetedimenticatodipagareilbiglietto>>strillòMattia. <<Daquandoinquaigattipagano?>>protestòSegretario. <<Ilcartellosullaportadice:`Ingresso:duemarchi'.Nonstascrittodanessunapartecheigatti entranogratis.Ottomarchiosparite>>strillòconenergialoscimpanzè. <<Signorascimmia,temochelamatematicanonsiailsuoforte>>miagolòSegretario. <<È esattamente ciò che stavo per dire. Ancora una volta mi toglie i miagolii di bocca>> si lamentòColonnello. <<Blablabla!Pagateoandatevene>>intimòMattia. Zorbasaltòdall'altrapartedellabiglietteriaeguardòfissonegliocchiloscimpanzè. SostennelosguardofinchéMattianonsbattélepalpebreeiniziòapiagnucolare. <<Be',ineffettisonoseimarchi.Chiunquepuòcommettereunerrore>>strillòtimidamente. Zorba,senzasmetteredifissarlonegliocchi,tiròfuoriunartigliodallazampaanterioredestra. <<Tipiace,Mattia?Nehoaltrinove.Pensaunpo'seteliconficcassiinquelculorossoche tienisempreperaria>>miagolòtranquillamente. <<Per questa volta chiuderò un occhio. Potete passare>> cedette lo scimpanzè fingendosi calmo. Itregatti,conlecodeorgogliosamenteerette,scomparveronellabirintodicorridoi. CAPITOLOSETTIMO:Ungattoenciclopedico <<Terribile! Terribile! È successa una cosa terribile!>> miagolò Diderot quando li vide arrivare. Passeggiava nervoso davanti a un enorme libro aperto sul pavimento e a tratti si portava le zampeanterioriallatesta.Sembravadavverosconsolato. <<Cos'èsuccesso?>>domandòSegretario. <<Èesattamentequellochestavoperdomandare.Aquantoparetogliermiimiagoliidiboccaè un'ossessione>>osservòColonnello. <<Su.Nonsaràpoicosìgrave>>suggerìZorba. <<Comenonècosìgrave?Èterribile!Terribile!Queidannatitopisisonomangiatiun'intera paginadell'atlante.LacartinadelMadagascarèscomparsa.Èterribile!>>insistéDiderottirandosii baffi. <<Segretario, mi ricordi che devo organizzare una battuta contro questi divoratori di Masacar…Masgacar…insomma,leisaacosamiriferisco>>miagolòColonnello. <<Madagascar>>precisòSegretario. <<Continui.Continuipureatogliermiimiagoliidibocca.Mannaggia!>>esclamòColonnello. <<Tidaremounamano,Diderot,maorasiamoquiperchéabbiamoungrossoproblemae,visto chetusaicosìtantecose,forsepuoiaiutarci>>miagolòZorba,esubitoglinarròlatristestoriadella gabbiana. Diderot ascoltò con attenzione. Assentiva con cenni del capo e quando la coda, attraverso nervosimovimenti,esprimevacontroppaeloquenzaisentimenticherisvegliavanoinluiimiagolii diZorba,cercavadischiacciarla aterraconlezampeposteriori. <<…ecosìl'holasciata,moltomalridotta,pocofa…>>concluseZorba. <<Che storia terribile! Terribile! Vediamo, fatemi pensare: gabbiano… petrolio… petrolio… gabbiano… gabbiano ammalato… Ci sono! Dobbiamo consultare l'enciclopedia!>> esclamò esultante. <<Lacosa?!>>miagolaronoitregatti. <<La en-ci-clo-pe-dia. Il libro del sapere. Dobbiamo cercare nei volumi sette e sedici, corrispondentiallelettereGeP>>spiegòdecisoDiderot. <<Ealloravediamoquestaemplico…empico…hemhem!>>loesortòColonnello. <<En-ci-clo-pe-dia>>sussurròlentamenteSegretario. <<E ciò che stavo per dire. Vedo che ancora una volta non può resistere alla tentazione di togliermiimiagoliidibocca>>brontolòColonnello. Diderot si arrampicò su un enorme mobile sul quale erano allineati grossi volumi d'aspetto importante,edopoavercercatosuidorsilelettereGeP,fececadereitomi.Poiscesegiùe,conun artiglio molto corto e logoro a forza di esaminare libri, cominciò a sfogliare le pagine. I tre gatti mantennerounrispettososilenziomentrelosentivanobisbigliaremiagoliiquasiimpercettibili. <<Sì,credochesiamosullabuonastrada.Interessante.Gabbano.Gabbare.Gabbia.Accidenti! Sentitequa, amici:sorta di cassetta,conleparetiformatedasbarre,incuisirinchiudono animali vivi.Èterribile!Terribile!>>esclamòindignatoDiderot. <<Nonciinteressaquellochedicedellegabbie.Siamoquiperunagabbiana>>lointerruppe Segretario. <<Sarebbecosìgentiledasmetterladitogliermiimiagoliidibocca?>>borbottòColonnello. <<Miscusi.Èchepermel'enciclopediaèirresistibile.Ognivoltacheguardosullesuepagine imparoqualcosadinuovo>>sigiustificòDiderot,econtinuòaguardareleparolefinchénontrovò quellachecercava. Maciòchel'enciclopediadicevadeigabbianinonfudigrandeaiuto.Scoprironosolochela gabbianaoggettodelleloropreoccupazioniappartenevaallaspecieargentata,cosìdettaperilcolore argenteodellesuepiume. Eanchequellochetrovaronosulpetroliononliportòascoprirecomeaiutarelagabbiana,ma soloasorbirsiunalungadissertazionediDiderot,chenonlafinivapiùdiparlarediunacertaguerra delpetrolioscoppiataneglianniSettanta. <<Pergliaculeidelriccio!Siamodinuovodaccapo>>miagolòZorba. <<Èterribile!Terribile!Perlaprimavoltal'enciclopediamihadeluso>>esclamòsconsolato Diderot. <<Einquestaemplico…encimole…insomma,saicosaintendo,noncisonoconsiglipraticisu cometoglierelemacchiedipetrolio?>>chieseColonnello. <<Geniale! Terribilmente geniale! Avremmo dovuto iniziare da lì. Vi tiro subito giù il diciannovesimovolume,letteraS,comesmacchiatore>>annunciòDideroteuforicoarrampicandosi dinuovosulmobiledeilibri. <<Sirendeconto?Seleiavesseevitatoquell'odiosaabitudineditogliermiimiagoliidibocca, sapremmogiàcosafare>>spiegòColonnelloalsilenziosoSegretario. Nellapaginadedicataallaparola`smacchiatore'trovarono,oltreacometoglierelemacchiedi marmellata,inchiostrodichina,sangueesciroppodilamponi,lasoluzionepereliminarelemacchie dipetrolio. <<`Sipuliscelasuperficieinteressataconunpannobagnatodibenzina'.Eccoqua!>>miagolò Diderot. <<Eccoquaunbelnulla.Dovediavolotroviamodellabenzina?>>brontolòZorbaconevidente malumore. <<Be',senonricordomale,negliscantinatidelristoranteabbiamounbarattolocondeipennelli amollonellabenzina.Segretario,sagiàcosafare>>miagolòColonnello. <<Miperdoni,signore,manonafferrolasuaidea>>siscusòSegretario. <<È molto semplice: lei si bagnerà adeguatamente la coda di benzina e poi andremo a occuparcidiquellapoveragabbiana>>spiegò Colonnelloguardandoaltrove. <<Ahno!Questopropriono!Assolutamenteno!>>protestòSegretario. <<Le ricordo che il menù di stasera prevede doppia razione di fegato alla panna>> sussurrò Colonnello. <<Infilare la coda nella benzina!… Ha detto fegato alla panna?>> miagolò costernato Segretario. Diderotdecisediaccompagnarli,etuttiequattroigatticorseroall'uscitadelbazardiHarry. Quando li vide passare, lo scimpanzè, che aveva appena finito di bere una birra, dedicò loro un sonororutto. CAPITOLOOTTAVO:Zorbainiziaatenerfedeallesue promesse I quattro gatti balzarono dal tetto sul balcone e capirono immediatamente di essere arrivati troppo tardi. Colonnello, Diderot e Zorba osservarono con rispetto il corpo senza vita della gabbiana,mentreSegretarioagitavalacodaalventoperfarleperderel'odoredibenzina. <<Credochedovremmochiuderleleali.Sifacosìinquesticasi>>spiegòColonnello. Vincendolaripugnanzacheprovocavainloroquell'essereimpregnatodipetrolio,leunironole alialcorpoe,mentrelamuovevano,scoprironol'uovobiancoamacchiolineazzurre. <<L'uovo!Èriuscitaadeporrel'uovo!>>esclamòZorba. <<Tiseicacciatoinunbelpasticcio,caroguaglione.Inunbelpasticciodavvero!>>loavvertì Colonnello. <<Chefaròconl'uovo?!>>sichieseZorbasemprepiùangosciato. <<Conunuovosipossonofaremoltecose.Unafrittata,peresempio>>proposeSegretario. <<Ohsì!Unosguardoall'enciclopediacidiràcomeprepararelamiglioredellefrittate. L'argomentoètrattatonelsestovolume,letteraF>>assicuròDiderot. <<Non se ne miagola neanche! Zorba ha promesso a quella povera gabbiana che si sarebbe presocuradell'uovoedelpiccolo.Laparolad'onorediungattodelportoimpegnatuttiigattidel porto,quindil'uovononsitocca>>dichiaròsolennementeColonnello. <<Ma io non so prendermi cura di un uovo! Non mi era mai stato affidato un uovo prima d'ora!>>miagolòdisperatoZorba. AlloratuttiigattiguardaronoDiderot.Forsenellasuafamosaen-ci-clo-pe-diac'eraqualcosa alriguardo. <<Devoconsultareilventunesimovolume,letteraU.Sicuramentec'ètuttoquellochedobbiamo saperesull'uovo,mafindaoraconsigliocalore,calorecorporeo,moltocalorecorporeo>>spiegò Diderotintonopedanteedidattico. <<Ossiabisognasdraiarsisull'uovo,masenzaromperlo>>consigliòSegretario. <<Èesattamenteciòchestavopersuggerire.Zorba,turimaniconl'uovoenoiaccompagneremo Diderotavederecosadicelasuaenpilo…encimope…insomma,saiacosamiriferisco.Torneremo stasera con le novità e daremo sepoltura a questa povera gabbiana>> stabilì Colonnello prima di saltaresultetto. DideroteSegretarioloseguirono.Zorbarimasesulbalcone,accantoall'uovoeallagabbiana morta.Congrandeattenzionesisdraiòesiavvicinòl'uovoallapancia.Sisentivaridicolo.Pensava aquantoloavrebberopresoingiroiduegattirissosicheavevaaffrontatoalmattino,sepercaso l'avesserovisto. Maunapromessaèunapromessa,ecosì,alteporedeiraggidelsole,siaddormentòconl'uovo biancoamacchiolineazzurrebenstrettocontroilsuoventrenero. CAPITOLONONO:Unanottetriste Alla luce della luna Segretario, Diderot, Colonnello e Zorba scavarono una buca ai piedi dell'ippocastano. Poco prima, badando che nessun umano li vedesse, avevano gettato la gabbiana mortadalbalconenelcortileinterno.Ladepositaronoinfrettanellafossaelacoprironoditerra.Poi Colonnellomiagolòintonograve. <<Compagni gatti, in questa notte di luna ci congediamo dai resti di una sfortunata gabbiana dellaqualenonabbiamomaisaputonemmenoilnome.L'unicacosachesiamoriuscitiascopriredi lei, grazie alle conoscenze del compagno Diderot, è che apparteneva alla specie dei gabbiani argentati e che forse veniva da molto lontano, dalla regione in cui il fiume si getta nel mare. Sappiamopochissimodilei,mal'importanteèchesiaarrivatamoribondafinoacasadiZorba,uno dei nostri, e che abbia riposto in lui tutta la sua fiducia. Zorba ha promesso di prendersi cura dell'uovocheleihadepostoprimadimorire,delpiccolochenascerà,elacosapiùdifficileditutte, compagni,hapromessodiinsegnargliavolare…>> <<Volare.Ventiduesimovolume,letteraV>>sisentìchesussurravaDiderot. <<ÈesattamenteciòcheilsignorColonnellostavaperdire.Nonglitolgaimiagoliidibocca>> consigliòSegretario. <<…promessedifficilidamantenere>>proseguìimpassibileColonnello,<<masappiamoche ungattodelportomantienesempreisuoimiagolii.Peraiutarloariuscirci,ordinocheilcompagno Zorbanonabbandonil'uovofinchéilpiccolononsianato,echeilcompagnoDiderotconsultilasua emplicope…encimope…queilibriinsomma,sututtoquantohaachevedereconl'artedelvolo.E oradiciamoaddioaquestagabbiana,vittimadelladisgraziaprovocatadagliumani.Allunghiamoil colloallalunaemiagoliamolacanzoned'addiodeigattidelporto>>. Ai piedi del vecchio ippocastano i quattro gatti iniziarono a miagolare una triste litania, e ai loromiagolii si aggiunsero benpresto quellideglialtrigattidellevicinanze,epoiquellidei gatti dell'altrarivadelfiume,eaimiagoliideigattifecerocorogliululatideicani,lostraziantecinguettio deicanariniingabbia,ilgarritodellerondinineiloronidi,iltristegracidiodellerane,eperfinole gridastonatedelloscimpanzèMattia. Le luci di tutte le case di Amburgo si accesero, e quella notte tutti gli abitanti si chiesero le ragionidellastranatristezzacheimprovvisamentesieraimpadronitadeglianimali. PARTESECONDA CAPITOLOPRIMO:Ilgattocova Permoltigiorniilgattonerograndeegrossorimasesdraiatoaccantoall'uovo,proteggendoloe riavvicinandolo con tutta la delicatezza delle sue zampe pelose ogni volta che con un movimento involontariodelcorpoloallontanavadiunpaiodicentimetri.Furonogiornilunghiepienididisagi, cheognitantogliparevanocompletamenteinutiliperchéglisembravadiprendersicuradiunoggetto senzavita,unaspeciedifragilesasso,anchesebiancoamacchiolineazzurre. Unavolta,tormentatodaicrampiperlamancanzadimovimento,vistocheseguendogliordini diColonnelloabbandonaval'uovosolopermangiareeperfarvisitaallacassettadeibisogni,provò la tentazione di controllare se dentro quella capsula di calcio cresceva effettivamente un piccolo gabbiano.Alloraavvicinòunorecchioalguscio,poil'altro,manonriuscìasentireniente.Nonebbe fortuna nemmeno quando tentò di guardare all'interno dell'uovo mettendolo controluce. Il guscio biancoamacchiolineazzurreeraspessoenonlasciavatrasparireassolutamentenulla. OgniseraglifacevanovisitaColonnello,SegretarioeDiderot,cheesaminavanol'uovo perscopriresesirealizzavanoquellicheColonnellochiamavagli`attesiprogressi',ma dopoavervistocheeraancoraugualealprimogiorno,cambiavanoargomento. Diderot non mancava di deplorare il fatto che sulla sua enciclopedia non venisse riportata la durataesattadell'incubazione:ildatopiùprecisocheerariuscitoatrovaresuisuoilibronidiceva chequestapotevaduraredaidiciassetteaitrentagiorni,asecondadellecaratteristichedellaspecie acuiappartenevalagabbianamadre. Covarenonerastatofacileperilgattonerograndeegrosso.Nonpotevadimenticarelamattina incuil'amicodifamigliaincaricatodiprendersicuradiluiavevaconsideratochenell'appartamento sistavaaccumulandotropposporcoeavevadecisodipassarel'aspirapolvere. Ognimattina,durantelesuevisite,Zorbaavevanascostol'uovotraivasidelbalconeperpoter cosìdedicarequalcheminutoalbrav'uomocheglicambiavalalettieraegliaprivalelattinedicibo. Glimiagolavacongratitudine,sistrusciavacontrolesuegambe, e l'amico se ne andava ripetendo che era un gatto molto simpatico. Ma quella mattina, dopo averglivistopassarel'aspirapolvereinsalottoeincamera,glisentìdire: <<Eorailbalcone.Ètraivasichesiaccumulapiùsporco>>. Quandoudìilfracassodiunafruttieracheandavainmillepezzi,l'amicocorsesullasogliadella cucinaegridò: <<Sei diventato matto, Zorba?! Guarda cosa hai combinato! Ora vattene via da qui, stupido gatto.Cimancherebbesolochetiinfilassiunascheggiadivetroinunazampa>>. Che insulto immeritato. Zorba uscì immediatamente dalla cucina fingendo una gran vergogna conlacodatralezampe,etrotterellòsulbalcone. Nonfufacilefarrotolarel'uovofinsottounletto,maciriuscì,elàattesechel'amicofinissele pulizieeseneandasse. LaseradelventesimogiornoZorbastavadormicchiando,eperciònonsiaccorsechel'uovosi muoveva,lentamente,masimuoveva,comesevolessemettersiarotolareperl'appartamento. Lo svegliò un solletichio alla pancia. Aprì gli occhi e non poté evitare un sussulto quando si accorseche,daunacrepanelguscio,apparivaescomparivaunapuntinagialla. Zorbapresel'uovofralezampeanterioriecosìvidecheilpulcinobeccavafinoadaprirsiun varcoattraversoilqualefececapolinolasuaminuscolatestaumidaebianca. <<Mamma!>>stridetteilpiccologabbiano. Zorba non seppe cosa rispondere. Sapeva che la sua pelliccia era nera, ma pensò che l'emozioneeilrossoredovevanoaverlotrasformatoinungattoviola. CAPITOLOSECONDO:Nonèfacileesseremamma <<Mamma! Mamma!>> tornò a stridere il piccolo ormai fuori dall'uovo. Era bianco come il latte, e delle piume sottili, rade e corte gli coprivano alla meglio il corpo. Cercò di fare qualche passo,macrollòaccantoallapanciadiZorba. <<Mamma!Hofame!>>stridettebeccandoglilapelliccia. Cosa poteva dargli da mangiare? Diderot non aveva miagolato nulla su questo argomento. Sapevacheigabbianisinutronodipesce,madovelotrovavaluiadessounpezzodipesce?Zorba corseincucinaetornòindietrofacendorotolareunamela. Ilpulcinosirialzòsullezampetraballantiesiprecipitòsullafrutta.Ilpiccolobeccogiallo toccò la buccia, si piegò come fosse stato di gomma e, quando poi si raddrizzò di nuovo, catapultòilpulcinoall'indietrofacendolocadere. <<Hofame!>>stridettearrabbiato.<<Mamma!Hofame!>> Zorbatentòdifarglibeccareunapatataqualchecroccantino—conlafamigliainvacanzanon c'eramoltodascegliere!—,rimpiangendodiavervuotatolasuaciotoladiciboprimadellanascita del piccolo. Fu tutto inutile. Il piccolo becco era molto morbido e si piegava al contatto con la patata. Allora, in preda alla disperazione, ricordò che il pulcino era un uccello e che gli uccelli mangianogliinsetti. Uscìsulbalconeeaspettòpazientementecheunamoscaarrivasseatirodellesuegrinfie.Non tardòacatturarneunaelaconsegnòall'affamato. Ilpiccolopreselamoscanelbecco,strinse,echiudendogliocchilaingoiò. <<Buonapappa!Ancora,mamma,ancora!>>stridetteconentusiasmo. Zorbasaltavadaunaparteall'altradelbalcone.Avevapresocinquemoscheeunragno, quandodaltettodellacasadifrontegliarrivaronolevocinotedeiduegattirissosicheaveva affrontatoormaivarigiorniprima. <<Guarda, amico. Il ciccione sta facendo ginnastica ritmica. Con quel corpo chiunque è un ballerino>>miagolòuno. <<Iocredochesianoesercizidiaerobica.Machebelciccione.Com'èflessuoso.Guardache stile. Senti, palla di grasso, hai intenzione di presentarti a un concorso di bellezza?>> miagolò I'altro. Iduepocodibuonoridevano,alsicurodall'altrapartedelcortile. Zorbaavrebbefattoassaggiareloromoltovolentieriilfilodeisuoiartigli,maeranolontani,e cosìtornòdall'affamatoconilsuobottinodiinsetti. Ilpulcinodivoròtutteecinquelemosche,masirifiutòdiassaggiareilragno.Soddisfatto,fece unruttino,esirannicchiòstrettostrettoalventrediZorba. <<Hosonno,mamma>>stridette. <<Senti,midispiace,maiononsonolatuamamma>>miagolòZorba. <<Certocheseilamiamamma.Eseiunamammamoltobuona>>risposechiudendogli occhi. QuandoarrivaronoColonnello,SegretarioeDiderot,trovaronoilpiccoloaddormentato accantoaZorba. <<Congratulazioni!Èunbellissimopulcino.Quantopesavaquandoènato?>>chieseDiderot. <<Cherazzadidomandaè?Nonsonomicasuamadre!>>risposeZorba. <<È quello che si chiede in questi casi. Non la prendere male. Si tratta davvero di un bellissimopulcino>>miagolòColonnello. <<Terribile!Terribile!>>esclamòDiderotportandosilezampeanterioriallabocca. <<Potrestidircicosaècosìterribile?>>domandòColonnello. <<Ilpiccolononhanulladamangiare.Èterribile!Terribile!>>insistéDiderot. <<Hairagione.Hodovutodarglidellemoscheecredochebenprestovorràmangiaredi nuovo>>riconobbeZorba. <<Segretario,cosaaspetta?>>chieseColonnello. <<Miperdoni,signore,manonlaseguo>>siscusòSegretario. <<Corraalristoranteetorniconunasardina>>ordinòColonnello. <<Eperchéproprioio,eh?Perchédevoesseresempreioilgattodellecommissioni,eh? Va'abagnartilacodanellabenzina,va'acercareunasardina.Perchésempreio,eh?>>protestò Segretario. <<Perchéstasera,carosignore,avremopercenadeicalamariallaromana.Nonlesembrauna buonaragione?>>spiegòColonnello. <<E la coda mi puzza ancora di benzina… ha detto calamari alla romana…?>> chiese Segretarioprimadiarrampicarsisultetto. <<Mamma,chisonoquesti?>>stridetteilpiccoloindicandoigatti. <<Mamma! Ti ha chiamato mamma! Ma è terribilmente tenero!>> riuscì a esclamare Diderot primachelosguardodiZorbagliconsigliassedichiuderelabocca. <<Bene,caroguaglione,haitenutofedeallaprimapromessaestaimantenendolaseconda,ti restasololaterza>>dichiaròColonnello. <<Lapiùfacile:insegnargliavolare>>miagolòZorbaironico. <<Ciriusciremo.Stoconsultandol'enciclopedia,mailsapererichiedeilsuotempo>>assicurò Diderot. <<Mamma!Hofame!>>liinterruppeilpiccolo. CAPITOLOTERZO:Ilpericoloèinagguato Lecomplicazionicominciaronoilsecondogiornodivitadelpulcino.Zorbadovetteintervenire drasticamente per evitare che l'amico di famiglia lo scoprisse. Appena lo sentì aprire la porta, rovesciò un vaso da fiori vuoto sul piccolo e ci si sedette sopra. Per fortuna l'umano non uscì sul balcone,edallacucinanonpotevasentirelestridadiprotesta. L'amico,comesempre,pulìlacassettacambiòlalettiera,aprìunascatolettadiciboe,primadi andarsene,siaffacciòallaportadelbalcone. <<Sperochetunonsiamalato,Zorba.Èlaprimavoltachenonarrividicorsaappenatiaproil barattolo.Checifaisedutosuquelvaso?Chiunquedirebbechestainascondendo qualcosa.Be',adomani,pazzodiungatto>>. Eseglifossevenutoinmentediguardaresottoilvaso?Soloalpensierosentìchesela facevasottoedovettecorrereallacassetta. Lì,conlacodabenritta,provòungransollievoepensòalleparoledell'umano. `Pazzodiungatto'.Loavevachiamatocosì.`Pazzodiungatto'.Forseavevaragioneperchéla cosapiùpraticasarebbestatalasciarglivedereilpiccolo.L'amicoalloraavrebbepensatocheaveva intenzionedimangiarlo,eselosarebbeportatoviaperprendersenecurafinchénonfossecresciuto. Maluiloavevanascostosottounvaso.Erapazzo? No. Niente affatto. Zorba seguiva rigorosamente il codice d'onore dei gatti del porto. Aveva promessoall'agonizzantegabbianacheavrebbeinsegnatoavolarealpulcino,elo avrebbefatto.Nonsapevacome,maloavrebbefatto. Zorba stava ricoprendo con cura i suoi escrementi quando le strida allarmate del piccolo lo richiamaronosulbalcone. Quellochevideglifecegelareilsanguenellevene. Iduegattipocodibuonoeranosdraiatidavantialpulcino,muovevanoeccitatilecode,e unodilorolotenevafermoconlegrinfiesopralacoda.Perfortunaglivoltavanolespalle enonlovideroarrivare.Zorbatesetuttiimuscolidelcorpo. <<Chil'avrebbemaidetto,amico,cheavremmotrovatounacolazionecosìbuona.Èpiccolo, mahaun'ariasaporita>>miagolòuno. <<Mamma!Aiuto!>>stridevailpulcino. <<Lacosachepiùmipiacenegliuccellisonoleali.Questolehapiccole,malecosce sembranopolposette>>notòl'altro. Zorbasaltò.Mentreerainariasfoderòtuttiediecigliartiglidellezampeanteriorie, quandoatterròinmezzoaiduefurfanti,sbattéloroletesteperterra. Cercaronodirialzarsi,manonciriuscironoperchéentrambiavevanounorecchiotrapassatoda unartiglio. <<Mamma!Mivolevanomangiare!>>stridetteilpiccolo. <<Mangiarcisuofiglio?Nossignora.Nienteaffatto>>miagolòunoconlatestaschiacciataper terra. <<Siamovegetariani,signora.Vegetarianistretti>>assicuròl'altro. <<Nonsonouna'signora',idioti>>miagolòZorba,tirandoliperleorecchieinmodoche potesserovederlo. Quandoloriconobbero,aiduepocodibuonosirizzaronoipeli. <<Haiunfigliomoltobello,amico.Diventeràungrangatto>>assicuròilprimo. <<Questoèpocomasicuro.Èungattinosplendido>>affermòl'altro. <<Nonèungatto.Èunpiccolodigabbianostupidi>>spiegòZorba. <<È quello che dico sempre al mio amico: bisogna avere dei figli gabbiani. Vero, amico?>> dichiaròilprimo. Zorba decise di farla finita con quella farsa, ma quei due cretini si sarebbero portati via un ricordo delle sue grinfie. Con un movimento energico ritrasse le zampe anteriori e i suoi artigli laceraronoleorecchiedeiduevigliacchi.Scapparonodicorsamiagolandodaldolore. <<Hounamammamoltocoraggiosa!>>stridetteilpiccolo. Zorbacapìcheilbalconenoneraunpostosicuro,enonpotevafarloentrarenell'appartamento perché il pulcino avrebbe sporcato tutto e sarebbe stato scoperto dall'amico di famiglia. Doveva trovargliunpostosicuro. <<Vieni,andiamoafareunapasseggiata>>miagolòZorbaprimadiprenderlodelicatamentefra identi. CAPITOLOQUARTO:Ilpericoloèsempreinagguato RiunitinelbazardiHarry,igattideciserocheilpiccolononpotevarestarenell'appartamentodi Zorba.Làcorrevatroppirischi,ilmaggioredeiqualinoneratantolaminacciosapresenzadeidue gattipocodibuono,quantoquelladell'amicodifamiglia. <<Disgraziatamentegliumanisonoimprevedibili.Spessoconlemiglioriintenzioni causanoidannipeggiori>>sentenziòColonnello. <<Proprio così. Pensiamo per esempio a Harry, che è un brav'uomo dal cuore d'oro, ma che siccomeprovaungrandeaffettoperloscimpanzèesacheglipiacelabirra,ognivoltachehasete glienedàbottigliesubottiglie.IlpoveroMattiaèormaialcolizzato,hapersoogniritegno,etuttele voltechesiubriacasimetteastrillarecanzoniterribili.Terribili!>>miagolòDiderot. <<Echediredeidannichefannoconsapevolmente?Pensiamoallapoveragabbianache è morta per quella dannata mania di avvelenare il mare con la loro spazzatura>> aggiunse Segretario. Dopo una breve consultazione decisero che Zorba e il pulcino avrebbero vissuto nel bazar finchéquest'ultimononavesseimparatoavolare.Zorbasarebbeandatonelsuoappartamentotuttele mattineinmodochel'umanononsiallarmasse,epoisarebbetornatoindietroaprendersicuradel piccolo. <<Nonsarebbemalechel'uccellinoavesseunnome>>suggerìSegretario. <<Èesattamenteciòchestavoperproporre.Temochequestovizioditogliermiimiagoliidi boccasiapiùfortedilei>>silamentòColonnello. <<Sono d'accordo. Deve avere un nome, ma prima dobbiamo scoprire se è maschio o femmina>>miagolòZorba. NonfeceintempoachiuderelaboccacheDiderotavevagiàtiratogiùdalloscaffaleuntomo dell'enciclopedia. Il diciannovesimo volume, corrispondente alla lettera S, e sfogliava le pagine cercandolaparola`sesso'. Disgraziatamente l'enciclopedia non diceva nulla su come distinguere il sesso di un piccolo gabbiano. <<Bisognariconoscerechelatuaenciclopedianoncièservitaamolto>>silamentòZorba. <<Nonammettodubbisull'efficaciadellamiaenciclopedia!Inquestilibric'ètuttoilsapere>> ribattéoffesoDiderot. <<Gabbiano.Uccellomarino.Sopravento!L'unicochepuòaiutarciascoprireseèunpulcinoo unapulcinaèSopravento>>dichiaròSegretario. <<È esattamente quello che stavo per miagolare. Le proibisco di continuare a togliermi i miagoliidibocca!>>brontolòColonnello. Mentreigattimiagolavano,ilpulcinofacevaunapasseggiatatradozzinediuccelliimbalsamati. C'eranomerli,pappagalli,tucani,pavoni,aquile,falchi,cheluiguardavaimpaurito.All'improvviso unanimalecongliocchirossi,chenoneraaffattoimbalsamato, glisbarròlastrada. <<Mamma!Aiuto!>>stridettedisperato. IlprimoadarrivarefuZorba,eappenaintempo,perchéinquelprecisoistanteuntopodifogna stavaallungandolezampeanterioriversoilcollodelpulcino. QuandovideZorba,ilrattofuggìdentrounafessuradelmuro. <<Mivolevamangiare!>>stridetteilpiccoloattaccandosiaZorba. <<Non avevamo pensato a questo pericolo. Credo che bisognerà miagolare seriamente coi topi>>spiegòZorba. <<D'accordo.Manonfartroppeconcessioniaqueglisvergognati>>consigliòColonnello. Zorbasiavvicinòallafessura.Dentroeramoltobuio,mariuscìascorgeregliocchirossidel ratto. <<Vogliovedereiltuocapo>>miagolòZorbadeciso. <<Sonoioilcapodeitopi>>sisentìrisponderedall'oscurità. <<Setuseiilcapo,alloravaletemenodegliscarafaggi.Avvisailtuocapo>>insistéZorba. Sentìcheiltoposiallontanava.Isuoiartigligraffiavanoitubisucuicorreva.Dopoqualche minutovidericomparireisuoiocchirossinellapenombra. <<Il capo ti riceverà. Nello scantinato delle conchiglie, dietro il baule dei pirati, c'è un'entrata>>squittìilratto. Zorbascesenelloscantinato.Cercòdietroilbauleevidechenelmuroc'eraunforodalquale potevapassare.Scostòleragnateleedentrònelmondodeitopi.Puzzavadiumiditàedisudiciume. <<Seguiitubidiscarico>>squittìunrattochenonriuscìavedere. Obbedì.Manmanochesispingevaavantistrisciandosentivachelapellicciaglisiriempivadi polvereedisporco. Avanzònell'oscuritàfinchénonarrivòinunpozzettoilluminatoastentodaunfiocofasciodi lucedelgiorno.Zorbasupposediesseresottolastradaecheiraggifiltrasserodaltombinodella fognatura.Ilpostopuzzava,maeraabbastanzaaltodapoterstareinpiedisututteequattrolezampe. Inmezzoscorrevaunrigagnolodiacqueimmonde.Poiscorseilcapodeitopi,ungrossorattodalla pellicciascura,conilcorpopienodicicatrici,cheammazzavailtempopassandoeripassandoun artigliosuglianellidellacoda. <<Questaèbella.Guardateunpo'chicifavisita.Ilgattociccione>>squittìilcapodeitopi. <<Ciccione!Ciccione!>>fecerocorodozzinedirattidicuiZorbascorgevasologliocchi rossi. <<Vogliochelasciateinpaceilpulcino>>miagolòrisolutamente. <<Ecosìigattihannounpulcino.Losapevo.Siraccontanomoltecosenellefogne.Sidiceche siaunpulcinosaporito.Moltosaporito.Hihihi!>>squittìilcapodeitopi. <<Moltosaporito!Hihihi!>>fecerocoroglialtriratti. <<Quelpulcinoèsottolaprotezionedeigatti>>miagolòZorba. <<Lomangeretequandosaràcresciuto?Senzainvitarci?Egoisti!>>accusòilratto. <<Egoisti!Egoisti!>>ripeteronoglialtritopi. <<Comebensai,holiquidatopiùrattiiodeipelichehoaddosso.Sesuccedequalcosaa quelpulcino,aveteleorecontate>>loavvertìtranquillamenteZorba. <<Senti,palladisego,haipensatoacomeusciredaqui?Potremmoridurtiaunbelpurè digatto>>minacciòiltopo. <<Purèdigatto!Purèdigatto!>>ripeteronoglialtriratti. Allora Zorba saltò sul capo dei topi. Gli atterrò sul dorso, imprigionandogli la testa con gli artigli. <<Staiperperderegliocchi.Puòdarsicheituoiseguacimiriducanoaunpurèdigatto,matu nonlovedrai.Lascereteinpaceilpulcino?>>minacciòZorba. <<Chebruttimodihai.Vabene.Nientepurèdigattoenientepurèdipulcino.Sipuònegoziare sututtonellefogne>>accettòiltopo. <<Alloranegoziamo.Cosachiediincambioperrispettarelavitadelpulcino?>>chiese Zorba. <<Passoliberonelcortile.Colonnellohadatoordinedisbarrarcilastradadelmercato.Passo liberonelcortile>>squittìiltopo. <<D'accordo.Potretepassarenelcortile,madinotte,quandogliumaninonvivedranno. Noigattidobbiamobadarealnostroprestigio>>spiegòZorbalasciandoglilatesta. Uscìdallafognacamminandoall'indietrosenzaperderedivistanéilcapodeitopinéledozzine diocchirossichelofissavanoconodio. CAPITOLOQUINTO:Pulcinoopulcina? Passarono tre giorni prima che potessero vedere Sopravento, che era un gatto di mare, un autenticogattodimare. SopraventoeralamascottedelloHannesII,unapotentedragaincaricatadimanteneresempre pulito e libero da ostacoli il fondo dell'Elba. I marinai dello Hannes II erano affezionati a Sopravento,ungattocolormielecongliocchiazzurri,checonsideravanouncompagnocometuttigli altriduranteildurolavorodidragaggiodelfiume. Neigiorniditempestalocoprivanoconunmantelloditelaceratagiallafattosumisura,simile agli impermeabili che usavano loro, e Sopravento passeggiava in coperta con l'espressione accigliatadeimarinaichesfidanoilmaltempo. Lo Hannes II aveva pulito anche i porti di Rotterdam, di Anversa e di Copenaghen, e Sopraventomiagolavasemprestoriedivertentisuqueiviaggi.Sì.Eraunautenticogattodimare. <<Ehi,dibordo!>>miagolòSopraventoentrandonelbazar. Lo scimpanzè sbatté le palpebre perplesso vedendo che il gatto avanzava ondeggiando da sinistraadestraaognipasso,echeignoraval'importanzadellasuacaricadibigliettaiodelbazar. <<Senonsaidirebuongiorno,perlomenopagal'ingresso,saccodipulci>>strillòMattia. <<Scemoadritta!Peridentidelbarracuda!Mihaichiamatosaccodipulci?Tantoperchétulo sappia, questa pellaccia è stata pizzicata da tutti gli insetti di tutti i porti. Un giorno o l'altro ti miagoleròdiunacertazeccachemisipiazzòsullaschienaederacosìpesante,macosìpesante,che non ce la facevo a trasportarla. Per le barbe della balena! E ti miagolerò dei pidocchi dell'isola Cacatua,chedevonosucchiareilsanguedisetteuominipersentirsisoddisfattiall'oradell'aperitivo. Per le pinne del pescecane! Leva le ancore, macaco, e non mi togliere la brezza!>> ordinò Sopraventoecontinuòacamminaresenzaattenderelarispostadelloscimpanzè. Quandoarrivònellastanzadeilibri,salutòdallaportaigattilìriuniti. <<Buongiorno>>miagolòSopravento. <<Finalmente sei arrivato, capitano, non sai quanto bisogno avevamo di te!>> lo salutò Colonnello. RapidamenteglimiagolaronolastoriadellagabbianaedellepromessediZorba,promesseche, ripeterono,impegnavanoanchetuttiloro. Sopraventoascoltòscuotendolatestaconariaafflitta. <<Perl'inchiostrodelcalamaro!Accadonocoseterribilinelmare.Avoltemichiedosecerti umanisonoimpazziti,perchétentanoditrasformarel'oceanoinunenormeimmondezzaio.Tornoda dragarelafocedell'Elbaenonpoteteimmaginarelaquantitàdispazzaturacheportalamarea.Peril gusciodellatestuggine!Abbiamotiratofuoribidonidiinsetticida,pneumaticietonnellatediquelle maledette bottiglie di plastica che gli umani abbandonano sulle spiagge>> spiegò stizzito Sopravento. <<Terribile! Terribile! Se le cose vanno avanti così, tra pochissimo tempo la parola inquinamento occuperà tutto il nono volume lettera I, dell'enciclopedia>> aggiunse indignato Diderot. <<Ecosapossofareioperquelpoverouccello?>>chieseSopravento. <<Solo tu, che conosci i segreti del mare, puoi dirci se il piccolo è maschio o femmina>> risposeColonnello. Lo accompagnarono dal pulcino che dormiva soddisfatto dopo essersi pappato un calamaro portatoglidaSegretario,acuiColonnelloavevadatoordinedioccuparsidellasuaalimentazione. Sopravento allungò una delle zampe davanti, gli esaminò la testa, e poi sollevò le piume che iniziavanoacrescerglisullacoda.IlpulcinocercòZorbaconocchispaventati. <<Perlezampedelgranchio!>>esclamòdivertitoilgattodimare.<<Èunabellapulcinache ungiornodeporràtanteuovaquantipelihosullacoda!>> Zorbaleccòlatestadellapiccolagabbiana.Rimpiansedinonaverchiestoallamadrecomesi chiamava,perchéselafigliaeradestinataaproseguireilsuovolointerrottodalladisgrazia,sarebbe statobellocheportasselostessonome. <<Visto che la pulcina ha avuto la fortuna di cadere sotto la nostra protezione>> miagolò Colonnello,<<propongodichiamarlaFortunata>>. <<Per il fegato del merluzzo! È un bel nome!>> approvò contento Sopravento. <<Mi ricorda unasplendidagolettachehovistounavoltanelmarBaltico.Sichiamavacosì,Fortunata,ederatutta bianca>>. <<Sonosicurocheungiornofaràqualcosadiimportante,distraordinario,eallorailsuonome verràinseritonelsestovolume,letteraF,dell'enciclopedia>>affermòDiderot. Tutti furono d'accordo sul nome proposto da Colonnello. Così i cinque gatti formarono un cerchio intorno alla piccola gabbiana, si alzarono in piedi sulle zampe posteriori e, allungando quelledavantifinoacoprirlaconuntettod'artigli,miagolaronolaritualeformuladibattesimodei gattidelporto. <<Tisalutiamo,Fortunata,amicadeigatti!>> <<Urrà!Urrà!Urrà!>>esclamòfeliceSopravento. CAPITOLOSESTO:Fortunata,davverofortunata Fortunatacrebbeinfretta,circondatadall'affettodeigatti.Dopounmesechesieratrasferitanel bazardiHarry,eraunagiovaneesnellagabbianadallesetosepiumecolorargento. Quando qualche raro turista visitava il bazar, lei seguiva le istruzioni di Colonnello e se ne stavabuonabuonafragliuccelliimbalsamatifingendodiessereunadiloro.Malasera,quandoil bazarchiudevaeilvecchiolupodimaresiritirava,vagavapertuttelestanzeconlasuaondeggiante andatura di uccello marino, stupita dalle migliaia di oggetti che vedeva, mentre Diderot sfogliava librisulibricercandounmetodoconcuiZorbapotesseinsegnarleavolare. <<Ilvoloconsistenellospingerel'ariaindietroeinbasso.Ottimo!Sappiamogiàqualcosadi importante>>sussurravaDiderotconilnasoinfilatofralepagine. <<Eperchédevovolare?>>stridevaFortunataconlealibenstrettealcorpo. <<Perchéseiunagabbianaeigabbianivolano>>rispondevaDiderot.<<Misembraterribile, terribile!chetunonlosappia>>. <<Ma io non voglio volare. Non voglio nemmeno essere un gabbiano>> replicava Fortunata. <<Voglioessereungattoeigattinonvolano>>. Unaserasiavvicinòalbanconeall'ingressodelbazaredebbeunosgradevoleincontroconlo scimpanzè. <<Nonfarelacaccaingiro,uccellaccio!>>strillòMattia. <<Perchémidicequesto,signorascimmia?>>domandòtimidamenteFortunata. <<Perché è l'unica cosa che sanno fare gli uccelli. La cacca. E tu sei un uccello>> ripeté sicurissimoloscimpanzè. <<Si sbaglia. Sono un gatto, e molto pulito>> ribatté Fortunata cercando la simpatia della scimmia.<<UsolastessacassettadiDiderot>>. <<Hahaha!Ilfattoèchequelmucchiodisacchidipulcitihannoconvintocheseiunadiloro. Ma guardati il corpo: hai due zampe, mentre i gatti ne hanno quattro. Hai le piume, mentre i gatti hannoilpelo.Elacoda?Eh?Dovehailacoda?Tuseimattacomequelgattochepassalavitaa leggereeamiagolare`terribile!terribile!'Stupidouccellaccio!Evuoisapereperchétivizianoituoi amici? Perché aspettano che tu ingrassi per fare un bel banchetto. Ti divoreranno con le piume e tutto!>>strillòloscimpanzè. Quellaseraigattisistupironochelagabbianellanonvenisseamangiareilsuopiattopreferito: icalamaricheSegretariotrafugavanellacucinadelristorante. Molto preoccupati la cercarono, e fu Zorba a trovarla, triste e avvilita, fra gli animali imbalsamati. <<Nonhaifame,Fortunata?Cisonoicalamari>>spiegòZorba. Lagabbianellanonaprìbecco. <<Tisentimale?>>insistépreoccupatoZorba.<<Seimalata?>> <<Vuoichemangiperfarmiingrassare?>>domandòleisenzaguardarlo. <<Perchétucrescasanaeforte>>risposeZorba. <<Equandosarògrassa,inviteraiitopiamangiarmi?>>stridetteconilucciconiagliocchi. <<Dadovetirifuoriquestesciocchezze?>>miagolòdecisoZorba. Lì lì per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia le aveva strillato. Zorbaleleccòlelacrimeeall'improvvisosisentìmiagolarecomenonavevamaifattoprima. <<Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzè ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia esserecomenoi,maseidiversaecipiacechetusiadiversa.Nonabbiamopotutoaiutaretuamadre, matesì.Tiabbiamoprotettafindaquandoseiuscitadall'uovo.Tiabbiamodatotuttoilnostroaffetto senzaalcunaintenzionedifarediteungatto.Tivogliamogabbiana.Sentiamocheanchetucivuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un esserediverso.Èmoltofacileaccettareeamarechièugualeanoi,maconqualcunocheèdiversoè moltodifficile,etucihaiaiutatoafarlo.Seiunagabbianaedeviseguireiltuodestinodigabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l'affetto tra esseri completamentediversi>>. <<Volaremifapaura>>stridetteFortunataalzandosi. <<Quando succederà, io sarò accanto a te>> miagolò Zorba leccandole la testa. <<L'ho promessoatuamadre>>. La gabbianella e il gatto nero grande e grosso iniziarono a camminare. Lui le leccava teneramentelatesta,eleiglicoprivaildorsoconunadellesuealitese. CAPITOLOSETTIMO:Imparandoavolare <<Primadiiniziarerivediamoperl'ultimavoltagliaspettitecnici>>miagolòDiderot. Dalla cima di una libreria Colonnello, Segretario, Zorba e Sopravento osservavano attentamentequellocheaccadevainbasso.Giùc'eranoFortunata,inpiediinfondoauncorridoio che avevano denominato pista di decollo, e Diderot, chino all'altro capo del corridoio sul dodicesimovolume,corrispondenteallaletteraL,dell'enciclopedia.Illibroeraapertosuunadelle paginededicateaLeonardodaVinci,dovesivedevauncuriosoaggeggiobattezzato`macchinaper volare'dalgrandemaestroitaliano. <<Per favore, prima di tutto controlliamo la stabilità dei punti d'appoggio a e b>> ordinò Diderot. <<Prova punti d'appoggio a e b>> ripeté Fortunata saltando prima sulla zampa sinistra e poi sulladestra. <<Perfetto. Ora controlleremo l'estensione dei punti c e d>> miagolò Diderot, che si sentiva importantecomeuningegneredellaNASA. <<Provaestensionepunticed>>obbedìFortunataspiegandoentrambeleali. <<Perfetto!Ripetiamotuttodaccapo>>ordinòDiderot. <<Peribaffidelrombo!Fallavolareunabuonavolta!>>esclamòSopravento. <<Lericordochesonoilresponsabiletecnicodivolo!>>ribattéDiderot.<<Tuttodeveessere adeguatamente controllato, altrimenti le conseguenze potrebbero essere terribili per Fortunata. Terribili!>> <<Haragione.Luisaquellochefa>>commentòSegretario. <<È esattamente ciò che stavo per miagolare>> brontolò Colonnello. <<La finirà mai di togliermiimiagoliidibocca?>> Fortunata era lì, in procinto di tentare il suo primo volo, perché durante l'ultima settimana si erano verificati due episodi grazie ai quali i gatti avevano capito che la gabbiana voleva volare, anchesenascondevamoltobeneilsuodesiderio.Ilprimofattoeraavvenutounpomeriggioincui FortunataavevaaccompagnatoigattiaprendereilsolesultettodelbazardiHarry.Dopoun'orache eranolì,acrogiolarsiairaggidelsole,avevanovistovolareinalto,moltoinalto,sopradiloro,tre gabbiani. Spiccavano, belli e maestosi, nel cielo blu. A tratti sembravano paralizzarsi, limitandosi a fluttuarenell'ariaconlealitese,mabastavaunlievemovimentoperchésispostasseroconunagrazia eun'eleganzachefacevanoinvidia,eanchevogliadistarsenelassùconloro.All'improvvisoigatti smiserodifissareilcieloesivoltaronoaguardareFortunata.Lagabbianellaosservavailvolodei suoisimili,esenzarendersenecontospiegavaleali. <<Guardate.Vuolvolare>>commentòColonnello. <<Sì.Èorachevoli>>riconobbeZorba.<<Ormaièunagabbianagrandeeforte>>. <<Fortunata.Vola!Prova!>>suggerìSegretario. Quandosentìimiagoliideisuoiamici,Fortunataripiegòlealiesiavvicinòaloro.Sisdraiò accantoaZorbaeiniziòafarrisuonareilbeccoimitandolefusa. Ilsecondoepisodioeraaccadutoilgiornosuccessivo,mentreigattiascoltavanounastoriadi Sopravento. <<…ecomevimiagolavo,leondeeranocosìaltechenonpotevamovederelacosta,e…peril grassodelcapodoglio!colmodelledisgrazie,lanostrabussolaeraimpazzita.Cinquegiorniecinque nottipassammoinmezzoallaburrascaenonsapevamosestavamonavigandoversolacostaoseci allontanavamo in mare aperto. Ma proprio allora, quando ci sentivamo ormai perduti, il timoniere avvistòunostormodigabbiani.Chegioia,compagni!Puntammolapruanellastessadirezioneincui volavano e riuscimmo a raggiungere la terraferma. Per i denti del barracuda! Quei gabbiani ci salvaronolavita.Senonliavessimovisti,oranonsareiquiamiagolarvilastoria>>. Fortunata, che seguiva sempre con molta attenzione i racconti del gatto di mare, lo ascoltava congliocchispalancati. <<Igabbianivolanoancheneigiornidiburrasca?>>chiese. <<Per le scariche della torpedine! I gabbiani sono i volatili più robusti dell'universo>> assicuròSopravento.<<Nonc'èuccellochesappiavolaremegliodiungabbiano>>. ImiagoliidelgattoscendevanonelprofondodelcuoreaFortunata.Battevalezampeperterrae muovevanervosamenteilbecco. <<Vuoivolare,signorina?>>indagòZorba. Fortunataliguardòaunoaunoprimadirispondere. <<Sì.Perfavore,insegnatemiavolare>>. Igattimiagolaronolalorogioiaesubitomiserozampaallavoro.Attendevanoquelmomentoda moltotempo.Contuttalapazienzachecontraddistingueigatti,avevanoaspettatochelagabbianella comunicasseloro il suo desiderio di volare, perché grazie a un'ancestrale saggezza capivano che volare è una decisionemoltopersonale.EilpiùfelicedituttieraDiderot,cheormaiavevatrovatoifondamenti delvoloneldodicesimovolume,letteraL,dell'enciclopedia,echeperciòsieraassuntol'incaricodi dirigereleoperazioni. <<Prontaaldecollo!>>miagolòDiderot. <<Prontaaldecollo!>>annunciòFortunata. <<Iniziarollaresullapistaspingendoindietroilsuoloconipuntidiappoggioaeb>>ordinò Diderot. Fortunatavenneavanti,malentamente,comeseavanzassesupattinimaleoliati. <<Maggiorevelocità!>>reclamòDiderot. Lagiovanegabbianaacceleròunpo'. <<Oraallunghiipunticed!>>istruìDiderot. Fortunataspiegòlealimentreavanzava. <<Orasolleviilpuntoe!>>comandòDiderot. Fortunataalzòlepiumedellacoda. <<E ora muova dall'alto in basso i punti c e d spingendo l'aria verso terra, e contemporaneamenteritiriipuntiaeb!>>spiegòDiderot. Fortunata batté le ali, ritrasse le zampe, si innalzò di un paio di centimetri, e subito ricadde comeunsaccodipatate. Conunbalzoigattisceserodallalibreriaecorserodalei.Latrovaronocongliocchipienidi lacrime. <<Sonounabuonaanulla!Sonounabuonaanulla!>>ripetevasconsolata. <<Non si vola mai al primo tentativo, ma ci riuscirai. Te lo prometto>> miagolò Zorba leccandolelatesta. Diderotcercavaditrovarel'erroreguardandoeriguardandolamacchinadelvolodiLeonardo. CAPITOLOOTTAVO:Igattidecidonodirompereun tabù Fortunatatentòdispiccareilvolodiciassettevolte,eperdiciassettevoltefinìaterradopo essereriuscitaainnalzarsisolodipochicentimetri. Diderot,piùmagrodelsolito,sierastrappatoibaffiaunoaunodopoiprimidodicifallimenti, econtremantimiagoliicercavadiscusarsi. <<Non capisco. Ho esaminato la teoria del volo con grande cura, ho messo a confronto le istruzionidiLeonardocontuttoquellocheèriportatonellapartededicataall'aerodinamica,volume primo,letteraA,dell'enciclopedia,eppurenoncisiamoriusciti.Eterribile!Terribile!>> Igattiaccettavanolesuespiegazioni,etuttalaloroattenzionesiconcentravasuFortunata,chea ognitentativofallitodiventavasemprepiùtristeemalinconica. Dopo l'ultimo insuccesso, Colonnello decise di sospendere gli esperimenti, perché la sua esperienzaglidicevachelagabbianellainiziavaaperderefiduciainsestessa,equestoeramolto pericolososedavverovolevavolare. <<Forsenonpuòfarcela>>dichiaròSegretario.<<Forsehavissutotroppotempoconnoieha persolacapacitàdivolare>>. <<Sesiseguonoleistruzionitecnicheesirispettanoleleggidell'aerodinamica,volareè possibile.Nondimenticatecheètuttoscrittonell'enciclopedia>>ribattéDiderot. <<Perlacodadellarazza!>>esclamòSopravento.<<Èunagabbianaeigabbianivolano!>> <<Devevolare.L'hopromessoasuamadreealei.Devevolare>>ripetéZorba. <<Elatuapromessaimpegnaanchetuttinoi>>ricordòColonnello. <<Riconosciamo che non siamo capaci di insegnarle a volare e che dobbiamo chiedere aiuto fuoridalmondodeigatti>>suggerìZorba. <<Miagolachiaro,caroguaglione.Dovevuoiarrivare?>>domandòserioColonnello. <<Chiedo di essere autorizzato a infrangere il tabù per la prima e ultima volta in vita mia>> dichiaròZorbaguardandonegliocchiisuoicompagni. <<Infrangereiltabù!>>miagolaronoigattitirandofuorigliartiglierizzandoipelisul dorso. `Miagolarel'idiomadegliumaniètabù'.Cosìrecitavalaleggedeigatti,enonperché loro non avessero interesse a comunicare. Il grosso rischio era nella risposta che avrebbero datogliumani. Cosaavrebberofattocon ungattoparlante?Sicuramenteloavrebbero rinchiusoin unagabbiapersottoporloaognigeneredistupidiesami,perchéingeneregliumanisonoincapacidi accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti sapevano, per esempio,dellatristesortedeidelfini,chesieranocomportatiinmodointelligentecongliumanie così erano stati condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano anche delle umiliazioniacuigliumanisottopongonoqualsiasianimalechesimostriintelligenteericettivocon loro.Peresempioileoni,igrandifelini,obbligatiaviveredietrolesbarreeavedersiinfilaretrale faucilatestadiuncretino;oipappagalli,chiusiingabbiaaripeteresciocchezze.Perciòmiagolare nellinguaggiodegliumanieraungrandissimorischioperigatti. <<TurimaniconFortunata.Noiciritiriamoadiscuterelatuarichiesta>>ordinòColonnello. Duròoreeorelariunionedeigatti.OreeoredurantelequaliZorbarimasesdraiatoaccanto allagabbianella,chenonnascondevalasuatristezzapernonsapervolare. Eraormainottequandoterminarono.Zorbasiavvicinòperconoscereladecisione. <<Noigattidelportotiautorizziamoainfrangereiltabùun'unicavolta.Miagoleraiconunsolo umano,maprimadecideremotuttiassiemeconquale>>dichiaròsolennementeColonnello. CAPITOLONONO:Lasceltadell'umano Non fu facile decidere con quale umano avrebbe miagolato Zorba. I gatti fecero una lista di quellicheconoscevano,maliscartaronotuttiunodopol'altro. <<René,lochefdellacucina,èsenzadubbiounumanogiustoebuono.Cimettesempredaparte unaporzionedellesuespecialità,cheSegretarioeiodivoriamocongusto.Mail buon René si intende solo di spezie e di pentole, e quindi non ci sarebbe di grande aiuto in questocaso>>dichiaròColonnello. <<Anche Harry è una brava persona. Comprensivo e gentile con tutti, anche con Mattia a cui perdonaabusiterribili,terribili!comefarsiilbagnonelpatchouli,quelprofumochepuzzainmodo terribile, terribile! E poi sa molte cose del mare e della navigazione, ma del volo credo che non abbialaminimaidea>>commentòDiderot. <<Carlo,ilcapocamerieredelristorante,assicurachegliappartengo,eioglielolasciocredere perchéèunbrav'uomo.Purtropposiintendedicalcio,dipallacanestro,dipallavolo,dicorsedei cavalli, di pugilato e di molti altri sport, ma non l' ho mai sentito parlare del volo>> spiegò Segretario. <<Periricciolidell'anemone!Ilmiocapitanoèunumanodolcissimo,alpuntochedurantela suaultimarissa,inunbardiAnversa,haaffrontatododicitizicheloavevanooffesoenehamesso fuori combattimento solo la metà. Però gli basta salire su una sedia per avere le vertigini. Per i tentacolidelpolpo!Noncredochepossaaiutarci>>concluseSopravento. <<Ilbambinodicasamiamicapirebbe.Maèinvacanza,epoicosapuòsaperneunbambino delvolo?>>miagolòZorba. <<Mannaggia!Èfinitalalista>>brontolòColonnello. <<No.C'èunumanochenonèsullalista>>spiegòZorba.<<QuellocheviveconBubulina>>. Bubulina era una bella gatta bianca e nera che passava lunghe ore tra i vasi di fiori di una terrazza. Tutti i gatti del porto passavano lentamente davanti a lei sfoggiando l'elasticità dei loro corpi, la lucentezza delle loro pellicce accuratamente pulite, la lunghezza dei loro baffi,l'eleganza dellelorocodeeretteneltentativodiimpressionarla,maBubulinarimanevaimpassibile,eaccettava solol'affettodiunuomochesipiazzavasullaterrazzadavantiaunamacchinadascrivere. Eraunumanostrano,cheavolteridevadopoaverlettoquellocheavevaappenascritto, eavolteappallottolavaifoglisenzanemmenoguardarli.Lasuaterrazzaerasempreinondatada unamusicadolceemalinconicachefacevaassopireBubulinaesuscitavaprofondisospirineigatti chepassavanodalì. <<L'umanodiBubulina?Perchépropriolui?>>chieseColonnello. <<Nonloso.Quell'umanomiispirafiducia>>ammiseZorba.<<L'hosentitoleggerequelloche scrive.Sonobelleparolecherallegranoorattristano,manonmancanomaidiprovocarepiaceree desideriodicontinuareadascoltare>>. <<È un poeta! Si chiama poesia quello che fa. Sedicesimo volume, lettera P, dell'enciclopedia>>dichiaròDiderot. <<Ecosatifapensarechequell'umanoconoscailvolo?>>vollesapereSegretario. <<Forse non savolareconali d'uccello,maadascoltarlohosemprepensatochevoli conle parole>>risposeZorba. <<Chièd'accordocheZorbamiagoliconl'umanodiBubulinaalzilazampadestra>>ordinò Colonnello. Efucosìcheloautorizzaronoamiagolareconilpoeta. CAPITOLODECIMO:Unagatta,ungattoeunpoeta Zorbapreselaviadeitettifinoallaterrazzadell'umanoprescelto.QuandovideBubulina sdraiatafraivasi,sospiròprimadimiagolare. <<Bubulina,nonaverpaura.Sonoquassù>>. <<Cosavuoi?Chisei?>>domandòallarmatalagatta. <<Nonteneandare,perfavore.MichiamoZorbaevivoquavicino.Hobisognodeltuo aiuto.Possoscendere?>> Lagattaglifececennodisìconlatesta. Zorba saltò sulla terrazza e si sedette sulle zampe posteriori. Bubulina si avvicinò per annusarlo. <<Saidilibri,diumidità,divestitivecchi,diuccelloedipolvere,malapellicciaèpulita>> approvòlagatta. <<SonogliodoridelbazardiHarry.Nontistupiresesoanchediscimpanzè>>laavvertì Zorba. Unadolcemelodiaarrivavafinosullaterrazza. <<Chebellamusica>>commentòZorba. <<ÈVivaldi.Lequattrostagioni.Cosavuoidame?>>chieseBubulina. <<Chetumiinvitidentroemipresentialtuoumano>>risposeZorba. <<Impossibile.Stalavorandoenessunopuòdisturbarlo,neppureio>>risposelagatta. <<Perfavore,èunacosamoltourgente.Telochiedoinnomedituttiigattidelporto>>implorò Zorba. <<Perchévuoivederlo?>>chieseBubulinacondiffidenza. <<Devomiagolareconlui>>risposeZorbadeciso. <<Maètabù!>>miagolòBubulinaconilpeloritto.<<Vattenesubitovia!>> <<No.Esenonvuoiinvitarmiaentrare,allorasaràluiavenire!Tipiaceilrock,gattina?>> Dentrocasal'umanobattevasuitastidellamacchinadascrivere.Sisentivafeliceperchéstava perfinireunapoesiaeiversinascevanoconstupefacentefacilità.All'improvvisodallaterrazzagli arrivaronoimiagoliidiungattochenoneralasuaBubulina.Eranodeimiagoliistonati,cheperò sembravano avere un certo ritmo. Un po' seccato un po' incuriosito, uscì sulla terrazza, e dovette strofinarsigliocchipercredereaquellochestavavedendo. Bubulinasi tappavaleorecchiecon lezampeanterioriedavantialeiungattonerogrande e grosso,sedutosulfondoschienaecoldorsoappoggiatoaunvaso,sitenevalacodaconunadelle zampe davanti come se fosse un contrabbasso, mentre con l'altra fingeva di suonare le corde, lanciandocontemporaneamentedeimiagoliisnervanti. Una volta riavutosi dalla sorpresa, non riuscì a soffocare l'ilarità, e appena si piegò in due premendosilapanciaperletropperisate, Zorbaneapprofittòperintrufolarsidentrocasa. Quandol'umano,continuandoaridere,sivoltò,videilgattonerograndeegrossosedutosuuna poltrona. <<Accidenti! Sei un seduttore molto originale, ma temo che a Bubulina non piaccia la tua musica.Cherazzadiconcerto!>>dissel'umano. <<Sochecantomoltomale.Manessunoèperfetto>>ribattéZorbanellinguaggiodegli umani. L'umanoaprìlabocca,sitiròunceffoneeappoggiòlaschienaallaparete. <<Pa…pa…parli>>esclamòl'umano. <<Lofaianchetueiononmistupisco.Perfavore,calmati>>loesortòZorba. <<U…unga…gatto…cheparla…>>dissel'umanolasciandosicaderesuldivano. <<Nonparlo,miagolo,manellatualingua.Somiagolareinmoltelingue>>spiegòZorba. L'umano si portò le mani alla testa e si tappò gli occhi ripetendo 'è la stanchezza, è la stanchezza'.Maquandotolselemani,ilgattonerograndeegrossoeraancorasullapoltrona. <<Sonoallucinazioni.Verocheseiun'allucinazione?>>chiesel'umano. <<No.Sonoungattoverochemiagolaconte>>assicuròZorba.<<Framoltiumani,noigatti del porto abbiamo scelto te per confidarti un grande problema, perché tu possa aiutarci. Non sei impazzito.Iosonoreale>>. <<Edicichemiagoliinmoltelingue?>>chieseincredulol'umano. <<Suppongochetunevoglialaprova.Avanti>>proposeZorba. <<Bonjour>>dissel'umano. <<Etardi.Emegliodirebonsoir>>locorresseZorba. <<Kalimèra>>insistél'umano. <<Kalispèra,tel'hodetto,ètardi>>tornòacorreggerloZorba. <<Dobardan!>>gridòl'umano. <<Dobarvecer,micrediadesso?>>chieseZorba. <<Sì. E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare>> rispose l'umano. <<Allorapossoandarealsodo>>proposeZorba. L'umanoannuì,maglichiesedirispettareilritualediconversazionedegliumani.Servìalgatto unascodellaailatte,epoisiaccomodòsuldivanoconunbicchieredicognacfralemani. <<Miagola,gatto>>dissel'umano,eZorbagliriferìlastoriadellagabbiana,dell'uovo,di Fortunata,edegliinfruttuosisforzideigattiperinsegnarleavolare. <<Puoiaiutarci?>>domandòZorbadopoaverconclusoilsuoracconto. <<Credodisì.Equestanottestessa>>risposel'umano. <<Questanottestessa?Neseisicuro?>>chieseconfermaZorba. <<Guardafuoridallafinestra,gatto.Guardailcielo.Cosavedi?>>loesortòl'umano. <<Nuvole.Nuvolenere.Siavvicinauntemporaleemoltoprestopioverà>>osservòZorba. <<Eccoperché>>dissel'umano. <<Noncapisco.Midispiace,manoncapisco>>siscusòZorba. Alloral'umanoandòallasuascrivaniapreseunlibroecercòtralepagine. <<Ascolta,gatto.TileggeròunacosadiunpoetachesichiamaBernardoAtxaga.Deiversidi unapoesiaintitolataIgabbiani: Mailloropiccolocuore —lostessodegliequilibristipernullasospiratanto comeperquellapioggiasciocca chequasisempreportailvento, chequasisempreportailsole>>. <<Capisco.Erosicurochepoteviaiutarci>>miagolòZorbasaltandogiùdallapoltrona. Si dettero appuntamento a mezzanotte davanti alla porta del bazar, e il gatto nero grande e grossocorseviaainformareisuoicompagni. CAPITOLOUNDICESIMO:Ilvolo Una pioggia fitta cadeva su Amburgo e dai giardini si alzava un profumo di terra umida. L'asfaltodellestradesplendevaeleinsegnealneonsiriflettevanodeformisullasuperficiebagnata. Un uomo avvolto in un impermeabile camminava in una solitaria strada del porto dirigendo i suoi passiversoilbazardiHarry. <<Assolutamenteno!>>strillòloscimpanzè. <<Anchesemiconficcateivostricinquantaartiglinelculo,iolaportanonlaapro!>> <<Manessunohaintenzionedifartidelmale.Tiabbiamosolochiestounfavore,tuttoqui>> miagolòZorba. <<L'orariodiaperturavadallenovedelmattinoalleseidelpomeriggio.Èilregolamento edeveessererispettato>>strillòMattia. <<Peribaffideltricheco!Nonpotrestiesseregentilealmenounavoltainvitatua,macaco?>> miagolòSopravento. <<Perfavore,signorascimmia>>stridettesupplichevoleFortunata. <<Impossibile!Ilregolamentomiimpediscediallungarelamanoediaprireilchiavistelloche voi,sacchidipulci,nonavendoditanonpoteteaprire>>strillòintonocanzonatorioMattia. <<Seiunascimmiaterribile,terribile!>>miagolòDiderot. <<C'è un umano per strada e sta guardando l'orologio>> annunciò Segretario che sbirciava fuori. <<Èilpoeta!Nonc'ètempodaperdere!>>miagolòZorbacorrendoatuttavelocitàverso lafinestra. Le campane della chiesa di San Michele iniziarono a suonare i dodici rintocchi della mezzanotteel'umanosussultòalrumoredivetrirotti.Ilgattonerograndeegrossocadde perstradainmezzoaunapioggiadischegge,masirialzòsenzapreoccuparsiperleferitealla testa,esaltòdinuovodentrolafinestradallaqualeerauscito. L'umanosiavvicinònelprecisoistanteincuiunagabbianavenivasollevatadavarigattifinoal davanzale.Dietroigatti,unoscimpanzèsipalpeggiavalafacciacercandoditapparsiocchi,orecchi eboccaallostessotempo. <<Prendila!Chenonsiferiscacoivetri>>miagolòZorba. <<Venitequatuttiedue>>dissel'umanoprendendolainbraccio. L'umanosiallontanòinfrettadallafinestradelbazar.Sottol'impermeabileavevaungattonero grandeegrossoeunagabbianadallepiumed'argento. <<Canaglie!Banditi!Melapagherete!>>strillòloscimpanzè. <<Te la sei voluta. E sai cosa penserà Harry domani? Che sei stato tu a rompere il vetro>> ribattéSegretario. <<Accidenti,anchestavoltaèriuscitoatogliermiimiagoliidibocca>>protestòColonnello. <<Per i denti della murena! Sul tetto! Vedremo volare la nostra Fortunata!>> miagolò Sopravento. Il gatto nero grande e grosso e la gabbianella stavano ben comodi sotto l'impermeabile, al calducciocontroilcorpodell'umanochecamminavaconpassirapidiesicuri.Sentivanoilorotre cuoribattereconritmidiversi,maconlastessaintensità. <<Gatto, sei ferito?>> chiese l'umano vedendo delle macchie di sangue sui risvolti dell'impermeabile. <<Nonimporta.Doveandiamo?>>chieseZorba. <<Capiscil'umano?>>stridetteFortunata. <<Sì.Edèunabravapersonachetiaiuteràavolare>>leassicuròZorba. <<Capiscilagabbiana?>>chiesel'umano. <<Dimmidovestiamoandando>>insistéZorba. <<Danessunaparte,siamoarrivati>>risposel'umano. Zorba fece capolino. Erano davanti a un edificio alto. Sollevò gli occhi e riconobbe il campanile di San Michele illuminato da vari riflettori. I fasci di luce colpivano in pieno la sua strutturaslanciatarivestitadilastrediramecheiltempo,lapioggiaeiventiavevano copertodiunapatinaverde. <<Leportesonochiuse>>miagolòZorba. <<Nontutte>>dissel'umano.<<Nellenottidiburrascahol'abitudinedivenirequiafumareea riflettereinsolitudine.Conoscoun'entratapernoi>>. Feceroungiroesiintrufolaronodaunapiccolaportalateralechel'umanoaprìconl'aiutodiun coltello a serramanico. Poi tirò fuori di tasca una torcia e, guidati dal suo sottile fascio di luce, iniziaronoasalireunascalaachiocciolachesembravainterminabile. <<Hopaura>>stridetteFortunata. <<Mavuoivolare,vero?>>miagolòZorba. DalcampanilediSanMichelesivedevatuttalacittà.Lapioggiaavvolgevalatorre dellatelevisione,ealportolegrusembravanoanimaliinriposo. <<Guarda,sivedeilbazardiHarry.Inostriamicisonolaggiù>>miagolòZorba. <<Hopaura!Mamma!>>stridetteFortunata. Zorbasaltòsullabalaustrachegiravaattornoalcampanile.Inbassoleautosembravanoinsetti dagliocchibrillanti.L'umanopreselagabbianatralemani. <<No!Hopaura!Zorba!Zorba!>>stridetteFortunatabeccandolemanidell'umano. <<Aspetta.Posalasullabalaustra>>miagolòZorba. <<Nonavevointenzionedibuttarlagiù>>dissel'umano. <<Oravolerai,Fortunata.Respira.Sentilapioggia.Èacqua.Nellatuavitaavraimoltimotivi peresserefelice,unodiquestisichiamaacqua,unaltrosichiamavento,unaltro ancorasichiamasoleearrivasemprecomeunaricompensadopolapioggia.Sentilapioggia. Aprileali>>miagolòZorba. Lagabbianellaspiegòleali.Iriflettorilainondavanodiluceelapioggialecoprivadi perlelepiume.L'umanoeilgattolaviderosollevarelatestacongliocchichiusi. <<Lapioggia.L'acqua.Mipiace!>>stridette. <<Oravolerai>>miagolòZorba. <<Tivogliobene.Seiungattomoltobuono>>stridetteFortunataavvicinandosialbordodella balaustra. <<Oravolerai.Ilcielosaràtuttotuo>>miagolòZorba. <<Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri gatti>> stridette lei già con metà delle zampe fuori dalla balaustra, perché come dicevano i versi di Atxaga, il suo piccolo cuore era lo stesso degliequilibristi. <<Vola!>>miagolòZorbaallungandounazampaetoccandolaappena. Fortunatascomparveallavista,el'umanoeilgattotemetteroilpeggio.Eracadutagiùcomeun sasso. Col fiato sospeso si affacciarono alla balaustra, e allora la videro che batteva le ali sorvolando il parcheggio, e poi seguirono il suo volo in alto, molto più in alto della banderuola doratachecoronalasingolarebellezzadiSanMichele. Fortunata volava solitaria nella notte amburghese. Si allontanava battendo le ali con energia finoasorvolarelegrudelporto,glialberidellebarche,esubitodopotornavaindietroplanando, girandopiùvolteattornoalcampaniledellachiesa. <<Volo!Zorba!Sovolare!>>stridevaeuforicadalvastocielogrigio. L'umanoaccarezzòildorsodelgatto. <<Bene,gatto.Cisiamoriusciti>>dissesospirando. <<Sì,sull'orlodelbaratrohacapitolacosapiùimportante>>miagolòZorba. <<Ahsì?Ecosahacapito?>>chiesel'umano. <<Chevolasolochiosafarlo>>miagolòZorba. <<Immaginocheadessotupreferiscarimaneresolo.Tiaspettogiù>>losalutòl'umano. Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiareisuoiocchigiallidigattonerograndeegrosso,digattobuono,digattonobile,digatto delporto. Laufenburg,ForestaNera,1996 LuisSepúlvedaènatoinCilenel1949,eviveattualmentetraAmburgoeParigi. Èautorediromanzi,raccontiecommedie.Membroattivodell'Unitàpopolarecilena,neglianni Settanta,dopoilcolpodistatomilitare,hadovutoabbandonareilsuopaese. Ha viaggiato e lavorato in Brasile, Uruguay, Paraguay e Perù; ha vissuto in Ecuador tra gli indiosShuar,comemembrodiunamissionedistudidell'Unesco;hagiratotuttoilmondo,ancheal seguitodell'equipaggiodiGreenpeace. Haottenutoungrandesuccessointernazionalecon'Ilvecchiocheleggevaromanzid'amore','Il mondoallafinedelmondo','Unnomedatorero'e'Lafrontierascomparsa',tuttipubblicatiinItalia daGuanda.