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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegno

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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegno
LuisSepúlveda
PARTEPRIMA
CAPITOLOPRIMO:MaredelNord
CAPITOLOSECONDO:Ungattonero,grandeegrosso
CAPITOLOTERZO:Amburgoinvista
CAPITOLOQUARTO:Lafinediunvolo
CAPITOLOQUINTO:Incercadiconsiglio
CAPITOLOSESTO:Unpostocurioso
CAPITOLOSETTIMO:Ungattoenciclopedico
CAPITOLOOTTAVO:Zorbainiziaatenerfedeallesuepromesse
CAPITOLONONO:Unanottetriste
PARTESECONDA
CAPITOLOPRIMO:Ilgattocova
CAPITOLOSECONDO:Nonèfacileesseremamma
CAPITOLOTERZO:Ilpericoloèinagguato
CAPITOLOQUARTO:Ilpericoloèsempreinagguato
CAPITOLOQUINTO:Pulcinoopulcina?
CAPITOLOSESTO:Fortunata,davverofortunata
CAPITOLOSETTIMO:Imparandoavolare
CAPITOLOOTTAVO:Igattidecidonodirompereuntabù
CAPITOLONONO:Lasceltadell'umano
CAPITOLODECIMO:Unagatta,ungattoeunpoeta
CAPITOLOUNDICESIMO:Ilvolo
LuisSepúlveda
STORIADIUNAGABBIANELLAEDELGATTO
CHELEINSEGNÒAVOLARE
TraduzionediIlideCarmignani
Romanzo
SALANIEDITORE
Titolodell'originalespagnolo
HISTORIADEUNAGAVIOTAYDELGATO
QUELEENSENÓAVOLAR
ISBN88-7782-512-X
Primaedizione:agosto1996
Copyright©LuisSepúlveda,1996
byarrangementwithDr.Ray—GüdeMertin,
LiterarischeAgentur,BadHomburg,Germany
Copyright©1996AdrianoSalaniEditores.r.l.
Firenze,viadelGiglio15
AimieifigliSebastián,MaxeLeón,
ilmigliorequipaggiodeimieisogni;
alportodiAmburgo
perchélìsonosalitiabordo;
ealgattoZorba,naturalmente.
PARTEPRIMA
CAPITOLOPRIMO:MaredelNord
<<Banco di aringhe a sinistra!>> annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della
SabbiaRossaaccolselanotiziaconstridadisollievo.
Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo
correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di
rimettersiinforze,ecosac'eradimeglioperquestodiunabuonascorpacciatadiaringhe?
Volavano sopra la foce del fiume Elba, nel mare del Nord. Dall'alto vedevano le navi in fila
indiana, come pazienti e disciplinati animali acquatici, in attesa del loro turno per uscire in mare
apertoepoifarrottapertuttiiportidellaTerra.
A Kengah, una gabbiana dalle piume color argento, piaceva particolarmente osservare le
bandiere delle navi, perché sapeva che ognuna rappresentava un modo di parlare, di chiamare le
stessecoseconparolediverse.
<<Com'èdifficilepergliumani.Noigabbiani,invece,stridiamonellostessomodointuttoil
mondo>>commentòunavoltaKengahconuncompagnodivolo.
<<Propriocosì.Elacosapiùstraordinariaècheognitantoriesconoancheacapirsi>>stridette
l'altro.
Aldilàdellalineacostierailpaesaggiodiventavadiunverdeintenso.Eraunenormepratonel
quale spiccavano le greggi di pecore che pascolavano al riparo delle dighe, e i pigri bracci dei
muliniavento.
Seguendoleistruzionideigabbianipilota,lostormodelFarodellaSabbiaRossaimboccòuna
corrented'ariafreddaesilanciòinpicchiatasulbancodiaringhe.Centoventicorpibucaronol'acqua
comefreccee,quandorisalironoagalla,ognigabbianostringevaunpescenelbecco.
Aringhe saporite. Saporite e grasse. Proprio quello di cui avevano bisogno per recuperare
energieprimadiriprendereilvolofinoaDenHelder,dovealorosisarebbeunitolostormodelle
isoleFrisoni.
La rotta prevedeva poi di proseguire fino al passo di Calais e al canale della Manica, dove
sarebbero stati accolti dagli stormi della baia della Senna e di Saint-Malo, assieme ai quali
avrebberovolatofinoaraggiungereilcielodiBiscaglia.
Aquelpuntosarebberostatiunmigliaiodigabbiani,similiaunavelocenuvolad'argentochesi
sarebbe pian piano ingrandita con l'arrivo degli stormi di Belle Ile e di Oléron, e dei capi
Machichaco, Ajo e Penas. Quando tutti i gabbiani autorizzati dalla legge del mare e dei venti
avessero sorvolato la Biscaglia, sarebbe potuto iniziare il grande convegno dei gabbiani del mar
Baltico,delmaredelNordedell'Atlantico.
Sarebbestatounbell'incontro.AquestopensavaKengahmentresipappavalasuaterzaaringa.
Cometuttigliannisisarebberosentitestorieinteressanti,specialmentequellenarratedaigabbianidi
capoPenas,instancabiliviaggiatoricheavoltevolavanofinoalleisoleCanarieoaquellediCapo
Verde.
Le femmine come lei si sarebbero date a grandi banchetti di sardine e di calamari, mentre i
maschiavrebberocostruitoinidisulbordodiunascogliera.Poilefemmineavrebberodepostole
uova,leavrebberocovatealsicuro daqualsiasiminaccia,equandoaipiccolifosserospuntatele
primepennerobustesarebbearrivatalapartepiùbelladelviaggio:insegnareloroavolarenelcielo
diBiscaglia.
Kengah infilò la testa sott'acqua per acchiappare la quarta aringa, e così non sentì il grido
d'allarmechefecetremarel'aria:
<<Pericoloadritta!Decollod'emergenza!>>
QuandoKengahtiròdinuovofuorilatesta,siritrovòsolanell'immensitàdell'oceano.
CAPITOLOSECONDO:Ungattonero,grandeegrosso
<<Mi dispiace molto lasciarti solo>> disse il bambino accarezzando il dorso del gatto nero
grandeegrosso.
Poicontinuòaprepararelozaino.PrendevaunacassettadelgruppoPur,unodeisuoipreferiti,
lainfilavadentro,esitava,latiravafuori,enonsapevaserimetterlanellozainooselasciarlasul
comodino.Eradifficiledeciderecosaportarsiviaperlevacanzeecosalasciareacasa.
Ilgattonerograndeegrossologuardavaattentamente,sedutosuldavanzaledellafinestra,ilsuo
postopreferito.
<<Hopresolamascherasubacquea?Zorbahaivistolamiamascherasubacquea?No.Nonla
conosciperchéatenonpiacel'acqua.Nonsaicosatiperdi.Nuotareèunodeglisportpiùdivertenti.
Unpo'dicroccantini?>>glioffrìilbambinoprendendolascatola.
Glieneservìunaporzionepiùchegenerosa,eilgattonerograndeegrossoiniziòamasticare
lentamente,pergustarlibene.Chebiscottinideliziosi,croccanti,alsaporedipesce!
<<Eunragazzofantastico>>pensòilgattoconlaboccapiena.
<<Altrochefantastico.Eilmigliore!>>sicorressementreingoiava.
Zorba, il gatto nero grande e grosso, aveva degli ottimi motivi per pensarla così di quel
bambino che spendeva i soldi della sua paghetta in quei deliziosi croccantini, che teneva sempre
pulitalalettieradoveluifacevaisuoibisogni,echeloistruivaparlandoglidicoseimportanti.
Avevanol'abitudinedipassaremolteoreassiemesulbalconeosservandol'incessantetraffico
delportodiAmburgo,elì,peresempio,ilbambinoglidiceva:
<<Vedi quella nave, Zorba? Sai da dove viene? Be', viene dalla Liberia, che è un paese
africanomoltointeressanteperchéèstatofondatodapersonecheunavoltaeranoschiave.Quando
sarògrande,diventeròilcapitanodiungrossovelieroeandròinLiberia.Etuverraiconme,Zorba.
Saraiunbuongattodimare.Nesonosicuro>>.
Cometuttiiragazzidiporto,anchequelbambinosognavaviaggiinpaesilontani.Ilgattonero
grandeegrossoloascoltavafacendolefusa,esivedevaancheluiabordodiunvelierochesolcava
imari.
Sì.Ilgattonerograndeegrossonutrivamoltoaffettoperilbambino,enonavevadimenticato
cheglidovevalavita.
Zorbaavevacontrattoqueldebitoilgiornostessoincuiavevaabbandonatolacestachefaceva
dacasaaluieaisuoisettefratelli.
Il latte di sua madre era tiepido e dolce, ma Zorba voleva assaggiare una di quelle teste di
pescechelagentedelmercatodavaaigattiadulti.Nonchepensassedimangiarlatuttalui,no,lasua
ideaeraditrascinarlafinoallacestaelàmiagolareaifratelli:
<<Smettetela di succhiare la nostra povera mamma! Non vedete come è diventata magra?
Mangiateilpesce,cheèilcibodeigattidelporto>>.
Pochigiorniprimacheabbandonasselacesta,suamadregliavevamiagolatomoltoseriamente:
<<Seiagileesveglio,evabenissimo,madevistareattentoacometimuovieanonusciredalla
cesta. Domani o dopodomani verranno gli umani a decidere del tuo destino e di quello dei tuoi
fratelli.Sicuramentevidarannodeinomisimpaticieavreteilciboassicurato.Èunagranfortunache
siate nati in un porto, perché nei porti i gatti sono amati e protetti. L'unica cosa che gli umani si
aspettanodanoiècheteniamolontaniitopi.Sì,figliolo.Essereungattodiportoèunagranfortuna,
matudevistareattentoperchéc'èqualcosainteche
puòrendertiundisgraziato.Figliolo,seguardiituoifratelli,vedraichesonotuttigrigieche
hanno la pelliccia a righe come le tigri. Tu, invece, sei nato completamente nero, a parte quella
piccola macchia bianca che hai sulla gola. Certi umani credono che i gatti neri portino sfortuna
perciòfigliolo,nonusciredallacesta>>.
Ma Zorba, che all'epoca sembrava una pallina di carbone, abbandonò la cesta. Voleva
assaggiareunadiquelletestedipesce.Eanchevedereunpo'dimondo.
Nonarrivòmoltolontano.Trotterellandoversounabancarelladipesceconlacodabenaltae
vibrante, passò davanti a un grosso uccello che dormicchiava con la testa piegata di lato. Era un
uccellomoltobruttoeconungozzoenormesottoilbecco.All'improvvisoilpiccologattonerosentì
cheilsuolosiallontanavadasottolesuezampe,esenzacapirecosastavasuccedendosiritrovòa
farcaprioleinaria.Alloraricordòunodeiprimiinsegnamentidisuamadreecercòunpostodove
cadereinpiedi,masottoloaspettaval'uccelloconilbeccoaperto.Piombònelgozzo,cheeramolto
buioepuzzavainmodoorribile.
<<Fammiuscire!Fammiuscire!>>miagolòdisperato.
<<Accidenti.Matuparli>>gracchiòl'uccellosenzaaprireilbecco.<<Cherazzadibestiasei?
>>
<<Fammiuscireotigraffio!>>miagolòluiminaccioso.
<<Hoilsospettochetusiaunarana.Seiunarana?>>domandòl'uccellosempreabeccochiuso.
<<Soffoco,stupidouccello!>>gridòilgattino.
<<Sì.Seiunarana.Unarananera.Chestrano>>.
<<Sonoungattoeanchefuribondo!Fammiuscireotenepentirai!>>miagolòilpiccolo
Zorbacercandounpuntoinquelgozzobuioincuiconficcaregliartigli.
<<Credichenonsappiadistinguereungattodaunarana?Igattisonopelosi,veloci,epuzzano
di pantofola. Tu sei una rana. Una volta ho mangiato diverse rane e non mi sono dispiaciute, ma
eranoverdi.Senti,nonsaraimicaunaranavelenosa?>>gracchiòpreoccupatol'uccello.
<<Sì!Sonounaranavelenosaeperdipiùportosfortuna!>>
<<Chedilemma!Unavoltahomandatogiùunricciovelenosoenonmièsuccessonulla.Che
dilemma!Tiingoiootisputo?>>meditòl'uccello,manongracchiòaltroperchésiagitò,sbattéle
ali,efinalmenteaprìilbecco.
Il piccolo Zorba, completamente fradicio di bava, si affacciò e saltò a terra. Allora vide il
bambino,cheteneval'uccelloperilcolloeloscuoteva.
<<Deviesserecieco,scemodiunpellicano!Vieni,gattino.Perpocononfiniscinellapanciadi
questouccellaccio>>disseilbambinoelopreseinbraccio.
Cosìerainiziataquell'amiciziacheduravaormaidacinqueanni.
Ilbaciodelbambinosullatestaloallontanòdairicordi.Videchesimettevalozaino,andava
allaporta,edalàlosalutavaancoraunavolta.
<<Civediamofraquattrosettimane.Penseròatetuttiigiorni,Zorba.Teloprometto>>.
<<AddioZorba!Addiociccione!>>losalutaronoiduefratelliminoridelbambino.
Ilgattonerograndeegrossosentìchiuderelaportaadoppiamandataecorseaunafinestrache
siaffacciavasullastradapervederelasuafamigliaadottivaprimachesalisseinauto.
Ilgattonerograndeegrossosospiròcompiaciuto.Perquattrosettimanesarebbestatosignoree
padronedell'appartamento.Unamicodifamigliasarebbevenutoognigiornoadaprirgliunbarattolo
diciboeapulirglilalettiera.Quattrosettimaneperoziaresullepoltroneesuiletti,operusciresul
balcone,arrampicarsisultetto,saltare suiramidelvecchioippocastanoe scenderedaltronconel
cortileinterno,doveaveval'abitudinediritrovarsiconglialtrigattidelquartiere.Nonsisarebbe
annoiato.Assolutamente.
CosìpensavaZorba,ilgattonerograndeegrosso,perchénonsapevacosaglisarebbecaduto
fracapoecollonelleoreseguenti.
CAPITOLOTERZO:Amburgoinvista
Kengah aprì le ali per spiccare il volo, ma l'onda densa fu più rapida e la sommerse
completamente.Quandotornòagallalalucedelgiornoerascomparsa,edopoaverscossoilcapo
conenergiacapìchelamaledizione
deimarilestavaoscurandolavista.
Kengah,lagabbianadallepiumed'argento,tuffòvarievoltelatestasott'acqua,sinchéqualche
filodilucenonraggiunselesuepupillecopertedipetrolio.Lamacchiavischiosa,lapestenera,le
incollavalealialcorpo,cosìiniziòamuoverelezampesperandodipotersiallontanarerapidamente
anuotodalcentrodell'ondascura.
Con tutti i muscoli tormentati dai crampi per lo sforzo, raggiunse finalmente il limite della
macchia di petrolio e sentì il fresco contatto dell'acqua pulita. Quando, a forza di sbattere le
palpebreedituffarelatesta,riuscìapulirsigliocchi,guardòilcielo,mavidesoloalcunenuvole
chesifrapponevanotrailmareel'immensitàdellavoltaceleste.Isuoicompagnidellostormodel
FarodellaSabbiaRossadovevanovolareormailontano,moltolontano.
Era la legge. Anche lei aveva visto altri gabbiani sorpresi dalle mortifere onde nere, e
nonostante il desiderio di scendere a offrire loro un aiuto tanto inutile quanto impossibile, si era
allontanata,rispettandolaleggecheproibiscediassistereallamortedeicompagni.
Con le ali immobilizzate,incollateaicorpi,igabbianieranofacilepredadeigrandipesci,o
morivanolentamente,asfissiatidalpetroliochepenetrandofralepiumetappavalorotuttiipori.
Era questa la morte che la aspettava, e desiderò scomparire presto tra le fauci di un grosso
pesce.
Lamacchianera.Lapestenera.Mentreaspettavalafinefatale,Kengahmaledissegliumani.
<<Manontutti.Nondevoessereingiusta>>stridettedebolmente.
Spesso, dall'alto, aveva visto come grandi petroliere approfittavano delle giornate di nebbia
costieraperandareallargoalavarelelorocisterne.Rovesciavanoinmaremigliaiadilitridiuna
sostanza densa e pestilenziale che veniva trascinata via dalle onde. Ma a volte aveva visto anche
delle piccole imbarcazioni che si avvicinavano alle petroliere e impedivano loro di svuotare le
cisterne.Disgraziatamentequellebarcheornatedaicoloridell'arcobalenononsemprearrivavanoin
tempoperimpedirel'avvelenamentodeimari.
Kengah passò le ore più lunghe della sua vita posata sull'acqua, chiedendosi atterrita se per
casononlaaspettavalapiùterribiledellemorti:peggiocheesseredivoratadaunpesce,peggioche
patirel'angosciadell'asfissia,eramoriredifame.
Disperataall'ideadiunafinelentasiagitòeconstuporesiaccorsecheilpetroliononleaveva
incollato le ali al corpo. Aveva le piume impregnate di quella sostanza densa, ma almeno poteva
spiegarle.
<<Forsehoancoraunapossibilitàdiusciredaqui,evolandoinalto,moltoinalto,forseilsole
scioglieràilpetrolio>>stridetteKengah.
Le tornò alla mente una storia, raccontatale da un vecchio gabbiano delle isole Frisoni, che
parlavadiunumanochiamatoIcaroche,perrealizzareilsognodelvolo,sieracostruitodelleali
con piume di aquila ed era volato in alto, vicinissimo al sole, tanto che il calore aveva sciolto la
ceraconcuiavevaincollatolepiumeederaprecipitato.
Kengahbattéenergicamenteleali,ritiròlezampe,siinnalzòdiunpaiodipalmi,ericaddesulle
onde.Primaditentareancorasiimmerseeagitòlealisott'acqua.Questavoltasalìdiunmetroprima
dicadere.
Queldannatopetrolioleincollavalepiumedellacoda,dimodochenonriuscivaagovernareil
decollo.Situffòancoraunavoltaeconilbeccocercòditirarvialostratodisporcochelecopriva
lacoda.Sopportòildoloredellepiumestrappate,efinalmentevidelasuaparteposterioreunpo'
menolurida.
AlquintotentativoKengahriuscìaspiccareilvolo.
Batteva le ali con disperazione perché il peso della cappa di petrolio non le permetteva di
planare.Unsoloattimodiriposoesarebbeprecipitata.Perfortunaeraunagabbianagiovaneeisuoi
muscolirispondevanoadeguatamente.
Guadagnò quota. Senza mai smettere di battere le ali guardò giù e vide la costa profilarsi
appenacomeunalineabianca.Videanchealcunebarchechesimuovevanocomeminuscolioggetti
su un panno blu. Volò ancora più alto, ma il sole non ebbe gli effetti sperati. Forse i suoi raggi
emanavanouncaloretroppodebole,olacappadipetrolioeratroppospessa.
Kengah capì che le forze non le sarebbero durate ancora a lungo e, cercando un posto per
scendere,volòversol'entroterra,seguendolaserpeggiantelineaverdedell'Elba.
Il movimento delle sue ali si fece sempre più lento e pesante. Perdeva vigore. Adesso non
volavapiùcosìinalto.
Inundisperatotentativodiriprenderequotachiusegliocchiebattélealiconleultimeenergie.
Nonsapevaperquantotempoerarimastaaocchichiusi,maquandoliriaprìstavasorvolandoun'alta
torreornatadaunabanderuolad'oro.
<<SanMichele!>>stridettericonoscendoilcampaniledellachiesadiAmburgo.
Lesuealisirifiutaronodicontinuareavolare.
CAPITOLOQUARTO:Lafinediunvolo
Ilgattonerograndeegrossoprendevailsolesulbalcone,facendolefusaemeditandosucome
sistavabenelì,apanciaall'ariasottoqueiraggitiepidi,contutteequattrolezampebenritratteela
codadistesa.
Nel preciso istante in cui si girava pigramente per farsi scaldare la schiena dal sole, sentì il
sibilo provocato da un oggetto volante che non seppe identificare e che si avvicinava a grande
velocità. Vigile, balzò in piedi sulle zampe e fece appena in tempo a scansarsi per schivare la
gabbianachecaddesulbalcone.
Era un uccello molto sporco. Aveva tutto il corpo impregnato di una sostanza scura e
puzzolente.
Zorbasiavvicinòelagabbianatentòdialzarsitrascinandoleali.
<<Nonèstatounatterraggiomoltoelegante>>miagolò.
<<Midispiace.Nonhopotutoevitarlo>>ammiselagabbiana.
<<Senti, sembri ridotta malissimo. Cos'è quella roba che hai addosso? E come puzzi!>>
miagolòZorba.
<<Sonostataraggiuntadaun'ondanera.Dallapestenera.Lamaledizionedeimari.Morirò>>
stridetteaccoratalagabbiana.
<<Morire?Nondirecosì.Seisolostancaesporca.Tuttoqua.Perchénonvolifinoallozoo?
Nonèlontanoelàhannoveterinarichepotrannoaiutarti>>miagolòZorba.
<<Noncelafaccio.Questoèstatoilmioultimovolo>>stridettelagabbianaconvocequasi
impercettibileechiusegliocchi.
<<Non morire! Riposati un po' e vedrai che ti riprendi. Hai fame? Ti porterò un po' del mio
cibo,manonmorire>>pregòZorbaavvicinandosiallagabbianaesausta.
Vincendolaripugnanza,ilgattoleleccòlatesta.Lasostanzadicuieracopertaavevaancheun
saporeorribile.Mentrelepassavalalinguasulcollonotòchelarespirazionedell'uccellosifaceva
semprepiùdebole.
<<Senti,amica,iovogIioaiutarti,manonsocome.Cercadiriposarementrevadoachiedere
cosasifaconungabbianoammalato>>miagolòZorbaprimadiarrampicarsisultetto.
Sistavaallontanandoindirezionedell'ippocastanoquandosentìchelagabbianalochiamava.
<<Vuoichetilasciunpo'delmiocibo?>>suggerì,leggermentesollevato.
<<Vogliodeporreunuovo.Conleultimeforzechemirestanovogliodeporreunuovo.Amico
gatto, si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre
promesse.Miaccontenterai?>>stridetteagitandogoffamentelezampenelvanotentativodialzarsiin
piedi.
Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in uno stato così
pietososipotevasoloesseregenerosi.
<<Tipromettotuttoquellochevuoi.Maorariposa>>miagolòimpietosito.
<<Non ho tempo di riposare. Promettimi che non ti mangerai l'uovo>> stridette aprendo gli
occhi.
<<Promettochenonmimangeròl'uovo>>ripetéZorba.
<<Promettimicheneavraicurafinchénonsarànatoilpiccolo>>stridettesollevandoilcapo.
<<Promettocheavròcuradell'uovofinchénonsarànatoilpiccolo>>.
<<Epromettimichegliinsegneraiavolare>>stridetteguardandofissonegliocchiilgatto.
Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era
completamentepazza.
<<Promettochegliinsegneròavolare.Eorariposa,iovadoincercadiaiuto>>miagolòZorba
balzandodirettamentesultetto.
Kengah guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che l'avevano accompagnata e proprio
mentreesalaval'ultimorespiro,unovettobiancocondellemacchiolineazzurrerotolòaccantoalsuo
corpoimpregnatodipetrolio.
CAPITOLOQUINTO:Incercadiconsiglio
Zorba scese rapidamente dal tronco dell'ippocastano, attraversò il cortile interno a tutta
velocità evitando di essere visto da alcuni cani randagi, uscì in strada, si assicurò che non
arrivasseroauto,attraversòecorseindirezionedelCuneo,unristoranteitalianodelporto.
Duegattichefrugavanoinunbidonedellaspazzaturalovideropassare.
<<Accidenti,amico!Vedianchetuquellochevedoio?Machebelciccione>>miagolòunodi
loro.
<<Sì,amico.Ecom'ènero.Piùcheunapalladigrassosembraunapalladicatrame.Dovevai,
palladicatrame?>>chiesel'altro.
Benché fosse molto preoccupato per la gabbiana, Zorba non era disposto a sopportare le
provocazioni di quei due poco di buono. Per cui frenò, rizzò i peli sulla schiena e saltò sopra il
bidonedellaspazzatura.
Lentamente tese una delle zampe davanti, tirò fuori un artiglio lungo come un cerino, e lo
avvicinòalmusodiunodeiprovocatori.
<<Tipiace?Nehoaltrinove.Vuoiprovarlisullaspinadorsale?>>miagolòcontuttacalma.
Ilgattoconl'artigliodavantiagliocchiingoiòlasalivaprimadirispondere.
<<No,capo.Machebellagiornata!Nonlepare?>>miagolòsenzasmetteredifissarel'artiglio.
<<Etuchedici?>>miagolòZorbaall'altrogatto.
<<Dicoanch'iocheèunabellissimagiornata,ottimaperpasseggiare,ancheseunpo'fredda>>.
Sistemata la faccenda, Zorba riprese la sua strada fino ad arrivare davanti alla porta del
ristorante.Dentro,icamerieripreparavanoitavolipericlientidimezzogiorno.Zorbamiagolòtre
volte e aspettò seduto sulla soglia. Dopo pochi minuti arrivò Segretario, un gatto romano molto
magroeconsoloduebaffi,unoadestraeunoasinistradelnaso.
<<Ci dispiace molto, ma se non ha prenotato non potremo servirla. Siamo al completo>>
miagolòcomesaluto.Stavaperaggiungerequalcos'altro,maZorbalointerruppe.
<<HobisognodimiagolareconColonnello.Èurgente>>.
<<Urgente! Sempre con urgenze all'ultimo minuto! Vedrò cosa posso fare, ma solo perché si
trattadiun'urgenza>>miagolòSegretarioerientrònelristorante.
Colonnello era un gatto dall'età indefinibile. Alcuni dicevano che aveva tanti anni quanti il
ristorantecheglidavaalloggio,mentrealtrisostenevanocheeraancorapiùvecchio.
Malasuaetànonimportava,perchéColonnellopossedevaunostranotalentoperdarconsiglia
chisitrovavaindifficoltà,eperquantononrisolvessemaialcunproblema,isuoiconsigliperlo
menodavanounpo'diconforto.Grazieallasuavecchiaiaeallasuagrandedote,Colonnelloerauna
veraautoritàfraigattidelporto.
Segretariotornòindietrodicorsa.
<<Seguimi.Colonnellotiriceverà,mainviadeltuttoeccezionale>>miagolò.
Zorba lo seguì. Passando sotto i tavoli e le sedie della sala da pranzo arrivarono alla porta
dellacantina.Sceseroabalziigradinidiunascalastretta,edisottotrovaronoColonnello,conla
codabenritta,checontrollavaitappidialcunebottigliedichampagne.
<<Mannaggia!Itopihannorosicchiatoitappidelmigliorechampagnedellacasa.Zorba!Caro
guaglione!>>losalutòColonnello,cheaveval'abitudinedimiagolareparoleinnapoletano.
<<Scusa se ti disturbo nel bel mezzo del lavoro, ma ho un problema grave e mi occorre un
consiglio>>miagolòZorba.
<<Sono al tuo servizio, caro guaglione. Segretario! Servi al mio amico un poco di quegli
spaghetticonlapummarola'ncoppachecihannodatostamattina>>ordinòColonnello.
<<Ma se li ha mangiati tutti lei! Non mi ha lasciato nemmeno sentire l'odore!>> si lamentò
Segretario.
Zorbaringraziòspiegandochenonavevafameeriferìrapidamenteilmovimentatoarrivodella
gabbiana,lesuepenosecondizioni,elepromessechesieravistocostrettoafarle.Ilvecchiogatto
ascoltòinsilenzio,poimeditò
accarezzandosiilunghibaffi,eallafinemiagolòrisoluto:<<Mannaggia!Bisognaaiutarequella
poveragabbianaariprendereilvolo>>.
<<Sì,macome?>>miagolòZorba.
<<LacosamiglioreèconsultareDiderot>>osservòSegretario.
<<Eesattamenteciòchestavopersuggerire.Maperchéquestomitoglieimiagoliidibocca?>>
reclamòColonnello.
<<Sì.Eunabuonaidea.AndròdaDiderot>>miagolòZorba.
<<Andremoassieme.Iproblemidiungattodelportosonoproblemidituttiigattidelporto>>
dichiaròsolennementeColonnello.
Itregattiuscironodallacantinae,attraversandoillabirintodicortiliinternidellecase
lungoilporto,corseroversoiltempiodiDiderot.
CAPITOLOSESTO:Unpostocurioso
Diderot viveva in un posto abbastanza difficile da descrivere, perché a prima vista poteva
sembrare un disordinato negozio di oggetti strani, un museo di bizzarrie, un deposito di macchine
inservibili, la biblioteca più caotica del mondo, o il laboratorio di qualche dotto inventore di
aggeggiimpossibilidadefinire.
Manoneranientedituttoquesto,omeglio,eramoltodipiù.
Ilpostosichiamava`Harry.Bazardelporto',eilproprietario,Harry,eraunvecchiolupodi
marecheneisuoicinquant'annidinavigazioneperisettemarisieradedicatoaraccogliereoggettidi
ognitiponellecentinaiadiporticheavevavisitato.
Quandolavecchiaiaglieraentratanelleossa,Harryavevadecisodicambiarelasuavitadi
naviganteconquelladimarinaioaterra,eavevaapertoilbazarcontuttiglioggettiraccolti.Aveva
affittato una casa a tre piani nella strada lungo il porto, ma gli mancava lo spazio necessario per
esporrelesueinsolite
collezioni, perciò aveva preso la casa accanto, a due piani, ma anche così lo spazio non era
bastato. Alla fine, dopo aver affittato una terza casa, era riuscito a sistemare tutti i suoi oggetti
disponendoli—questovadetto—secondoilsuoparticolarissimoconcettodell'ordine.
Nelletrecase,collegateattraversocorridoiescalestrette,c'eranoquasiunmilionedioggetti,
fraiqualipossiamoricordare:
7200cappellicontesaflessibilepernonessereportativiadalvento;
160ruotedeltimonedibarchecolmaldimareaforzadigirareintornoalmondo;
245fanalidiimbarcazionicheavevanosfidatolepiùfittenebbie;
12telegrafidimacchinasbattutidairacondicapitani;
256bussolechenonavevanomaipersoilnord;
6elefantidilegnoagrandezzanaturale;
2giraffeimbalsamatenell'attodicontemplarelasavana;
1orsopolareimbalsamatonelcuiventregiacevalamanodestra,ancheessaimbalsamata,diun
esploratorenorvegese;
700ventilatoricheconleloropalericordavanolefreschebrezzedeitramontitropicali;
1200amachediiutachegarantivanoisognimigliori;
1300marionettediSumatracheavevanointerpretatosolostoried'amore;
123proiettoriperdiapositivechemostravanopaesaggineiqualisipotevaesseresemprefelici;
54.000romanziinquarantasettelingue;
2riproduzionidellatorreEiffel,unacostruitaconmezzomilionedispillidasartoel'altracon
trecentomilastuzzicadenti;
3cannonidinavicorsareinglesi;
17ancoretrovateneifondalidelmaredelNord;
2000quadriditramonti;
17macchinedascrivereappartenuteascrittorifamosi;
128mutandelunghediflanellaperuominidioltreduemetrid'altezza;
7fracpernani;
500pipeinschiumadimare;
1astrolabioostinatamentefissosullaposizionedellaCrocedelSud;
7buccinegigantidallequaliprovenivanoechilontanidimiticinaufragi;
12chilometridisetarossa;
2boccaportidisottomarini;
emoltealtrecosechesarebbetroppolungoelencare.
PervisitareilbazardiHarrybisognavapagareilbigliettoe,unavoltadentro,eranecessarioun
gransensodell'orientamentopernonperdersinellabirintodistanzesenzafinestre,distretticorridoi
ediscaleanguste.
Harry aveva due mascotte: la prima era uno scimpanzè di nome Mattia che si occupava dei
biglietti e della sorveglianza, giocava molto male a dama con il vecchio marinaio, beveva birra e
cercava sempre di dare un resto inferiore. L'altra mascotte era Diderot, un gatto grigio, piccolo e
magro,chededicavalamaggiorpartedelsuotempoallostudiodellemigliaiadilibrilàraccolti.
Colonnello,SegretarioeZorbaentrarononelbazarconlecodebenritte.Sirammaricaronodi
nonvedereHarrydietroilbancone,perchéilvecchiomarinaioavevasempredelleparoleaffettuose
equalchesalsicciaperloro.
<<Unmomento,sacchidipulci!Avetedimenticatodipagareilbiglietto>>strillòMattia.
<<Daquandoinquaigattipagano?>>protestòSegretario.
<<Ilcartellosullaportadice:`Ingresso:duemarchi'.Nonstascrittodanessunapartecheigatti
entranogratis.Ottomarchiosparite>>strillòconenergialoscimpanzè.
<<Signorascimmia,temochelamatematicanonsiailsuoforte>>miagolòSegretario.
<<È esattamente ciò che stavo per dire. Ancora una volta mi toglie i miagolii di bocca>> si
lamentòColonnello.
<<Blablabla!Pagateoandatevene>>intimòMattia.
Zorbasaltòdall'altrapartedellabiglietteriaeguardòfissonegliocchiloscimpanzè.
SostennelosguardofinchéMattianonsbattélepalpebreeiniziòapiagnucolare.
<<Be',ineffettisonoseimarchi.Chiunquepuòcommettereunerrore>>strillòtimidamente.
Zorba,senzasmetteredifissarlonegliocchi,tiròfuoriunartigliodallazampaanterioredestra.
<<Tipiace,Mattia?Nehoaltrinove.Pensaunpo'seteliconficcassiinquelculorossoche
tienisempreperaria>>miagolòtranquillamente.
<<Per questa volta chiuderò un occhio. Potete passare>> cedette lo scimpanzè fingendosi
calmo.
Itregatti,conlecodeorgogliosamenteerette,scomparveronellabirintodicorridoi.
CAPITOLOSETTIMO:Ungattoenciclopedico
<<Terribile! Terribile! È successa una cosa terribile!>> miagolò Diderot quando li vide
arrivare.
Passeggiava nervoso davanti a un enorme libro aperto sul pavimento e a tratti si portava le
zampeanterioriallatesta.Sembravadavverosconsolato.
<<Cos'èsuccesso?>>domandòSegretario.
<<Èesattamentequellochestavoperdomandare.Aquantoparetogliermiimiagoliidiboccaè
un'ossessione>>osservòColonnello.
<<Su.Nonsaràpoicosìgrave>>suggerìZorba.
<<Comenonècosìgrave?Èterribile!Terribile!Queidannatitopisisonomangiatiun'intera
paginadell'atlante.LacartinadelMadagascarèscomparsa.Èterribile!>>insistéDiderottirandosii
baffi.
<<Segretario, mi ricordi che devo organizzare una battuta contro questi divoratori di
Masacar…Masgacar…insomma,leisaacosamiriferisco>>miagolòColonnello.
<<Madagascar>>precisòSegretario.
<<Continui.Continuipureatogliermiimiagoliidibocca.Mannaggia!>>esclamòColonnello.
<<Tidaremounamano,Diderot,maorasiamoquiperchéabbiamoungrossoproblemae,visto
chetusaicosìtantecose,forsepuoiaiutarci>>miagolòZorba,esubitoglinarròlatristestoriadella
gabbiana.
Diderot ascoltò con attenzione. Assentiva con cenni del capo e quando la coda, attraverso
nervosimovimenti,esprimevacontroppaeloquenzaisentimenticherisvegliavanoinluiimiagolii
diZorba,cercavadischiacciarla
aterraconlezampeposteriori.
<<…ecosìl'holasciata,moltomalridotta,pocofa…>>concluseZorba.
<<Che storia terribile! Terribile! Vediamo, fatemi pensare: gabbiano… petrolio… petrolio…
gabbiano… gabbiano ammalato… Ci sono! Dobbiamo consultare l'enciclopedia!>> esclamò
esultante.
<<Lacosa?!>>miagolaronoitregatti.
<<La en-ci-clo-pe-dia. Il libro del sapere. Dobbiamo cercare nei volumi sette e sedici,
corrispondentiallelettereGeP>>spiegòdecisoDiderot.
<<Ealloravediamoquestaemplico…empico…hemhem!>>loesortòColonnello.
<<En-ci-clo-pe-dia>>sussurròlentamenteSegretario.
<<E ciò che stavo per dire. Vedo che ancora una volta non può resistere alla tentazione di
togliermiimiagoliidibocca>>brontolòColonnello.
Diderot si arrampicò su un enorme mobile sul quale erano allineati grossi volumi d'aspetto
importante,edopoavercercatosuidorsilelettereGeP,fececadereitomi.Poiscesegiùe,conun
artiglio molto corto e logoro a forza di esaminare libri, cominciò a sfogliare le pagine. I tre gatti
mantennerounrispettososilenziomentrelosentivanobisbigliaremiagoliiquasiimpercettibili.
<<Sì,credochesiamosullabuonastrada.Interessante.Gabbano.Gabbare.Gabbia.Accidenti!
Sentitequa, amici:sorta di cassetta,conleparetiformatedasbarre,incuisirinchiudono animali
vivi.Èterribile!Terribile!>>esclamòindignatoDiderot.
<<Nonciinteressaquellochedicedellegabbie.Siamoquiperunagabbiana>>lointerruppe
Segretario.
<<Sarebbecosìgentiledasmetterladitogliermiimiagoliidibocca?>>borbottòColonnello.
<<Miscusi.Èchepermel'enciclopediaèirresistibile.Ognivoltacheguardosullesuepagine
imparoqualcosadinuovo>>sigiustificòDiderot,econtinuòaguardareleparolefinchénontrovò
quellachecercava.
Maciòchel'enciclopediadicevadeigabbianinonfudigrandeaiuto.Scoprironosolochela
gabbianaoggettodelleloropreoccupazioniappartenevaallaspecieargentata,cosìdettaperilcolore
argenteodellesuepiume.
Eanchequellochetrovaronosulpetroliononliportòascoprirecomeaiutarelagabbiana,ma
soloasorbirsiunalungadissertazionediDiderot,chenonlafinivapiùdiparlarediunacertaguerra
delpetrolioscoppiataneglianniSettanta.
<<Pergliaculeidelriccio!Siamodinuovodaccapo>>miagolòZorba.
<<Èterribile!Terribile!Perlaprimavoltal'enciclopediamihadeluso>>esclamòsconsolato
Diderot.
<<Einquestaemplico…encimole…insomma,saicosaintendo,noncisonoconsiglipraticisu
cometoglierelemacchiedipetrolio?>>chieseColonnello.
<<Geniale! Terribilmente geniale! Avremmo dovuto iniziare da lì. Vi tiro subito giù il
diciannovesimovolume,letteraS,comesmacchiatore>>annunciòDideroteuforicoarrampicandosi
dinuovosulmobiledeilibri.
<<Sirendeconto?Seleiavesseevitatoquell'odiosaabitudineditogliermiimiagoliidibocca,
sapremmogiàcosafare>>spiegòColonnelloalsilenziosoSegretario.
Nellapaginadedicataallaparola`smacchiatore'trovarono,oltreacometoglierelemacchiedi
marmellata,inchiostrodichina,sangueesciroppodilamponi,lasoluzionepereliminarelemacchie
dipetrolio.
<<`Sipuliscelasuperficieinteressataconunpannobagnatodibenzina'.Eccoqua!>>miagolò
Diderot.
<<Eccoquaunbelnulla.Dovediavolotroviamodellabenzina?>>brontolòZorbaconevidente
malumore.
<<Be',senonricordomale,negliscantinatidelristoranteabbiamounbarattolocondeipennelli
amollonellabenzina.Segretario,sagiàcosafare>>miagolòColonnello.
<<Miperdoni,signore,manonafferrolasuaidea>>siscusòSegretario.
<<È molto semplice: lei si bagnerà adeguatamente la coda di benzina e poi andremo a
occuparcidiquellapoveragabbiana>>spiegò
Colonnelloguardandoaltrove.
<<Ahno!Questopropriono!Assolutamenteno!>>protestòSegretario.
<<Le ricordo che il menù di stasera prevede doppia razione di fegato alla panna>> sussurrò
Colonnello.
<<Infilare la coda nella benzina!… Ha detto fegato alla panna?>> miagolò costernato
Segretario.
Diderotdecisediaccompagnarli,etuttiequattroigatticorseroall'uscitadelbazardiHarry.
Quando li vide passare, lo scimpanzè, che aveva appena finito di bere una birra, dedicò loro un
sonororutto.
CAPITOLOOTTAVO:Zorbainiziaatenerfedeallesue
promesse
I quattro gatti balzarono dal tetto sul balcone e capirono immediatamente di essere arrivati
troppo tardi. Colonnello, Diderot e Zorba osservarono con rispetto il corpo senza vita della
gabbiana,mentreSegretarioagitavalacodaalventoperfarleperderel'odoredibenzina.
<<Credochedovremmochiuderleleali.Sifacosìinquesticasi>>spiegòColonnello.
Vincendolaripugnanzacheprovocavainloroquell'essereimpregnatodipetrolio,leunironole
alialcorpoe,mentrelamuovevano,scoprironol'uovobiancoamacchiolineazzurre.
<<L'uovo!Èriuscitaadeporrel'uovo!>>esclamòZorba.
<<Tiseicacciatoinunbelpasticcio,caroguaglione.Inunbelpasticciodavvero!>>loavvertì
Colonnello.
<<Chefaròconl'uovo?!>>sichieseZorbasemprepiùangosciato.
<<Conunuovosipossonofaremoltecose.Unafrittata,peresempio>>proposeSegretario.
<<Ohsì!Unosguardoall'enciclopediacidiràcomeprepararelamiglioredellefrittate.
L'argomentoètrattatonelsestovolume,letteraF>>assicuròDiderot.
<<Non se ne miagola neanche! Zorba ha promesso a quella povera gabbiana che si sarebbe
presocuradell'uovoedelpiccolo.Laparolad'onorediungattodelportoimpegnatuttiigattidel
porto,quindil'uovononsitocca>>dichiaròsolennementeColonnello.
<<Ma io non so prendermi cura di un uovo! Non mi era mai stato affidato un uovo prima
d'ora!>>miagolòdisperatoZorba.
AlloratuttiigattiguardaronoDiderot.Forsenellasuafamosaen-ci-clo-pe-diac'eraqualcosa
alriguardo.
<<Devoconsultareilventunesimovolume,letteraU.Sicuramentec'ètuttoquellochedobbiamo
saperesull'uovo,mafindaoraconsigliocalore,calorecorporeo,moltocalorecorporeo>>spiegò
Diderotintonopedanteedidattico.
<<Ossiabisognasdraiarsisull'uovo,masenzaromperlo>>consigliòSegretario.
<<Èesattamenteciòchestavopersuggerire.Zorba,turimaniconl'uovoenoiaccompagneremo
Diderotavederecosadicelasuaenpilo…encimope…insomma,saiacosamiriferisco.Torneremo
stasera con le novità e daremo sepoltura a questa povera gabbiana>> stabilì Colonnello prima di
saltaresultetto.
DideroteSegretarioloseguirono.Zorbarimasesulbalcone,accantoall'uovoeallagabbiana
morta.Congrandeattenzionesisdraiòesiavvicinòl'uovoallapancia.Sisentivaridicolo.Pensava
aquantoloavrebberopresoingiroiduegattirissosicheavevaaffrontatoalmattino,sepercaso
l'avesserovisto.
Maunapromessaèunapromessa,ecosì,alteporedeiraggidelsole,siaddormentòconl'uovo
biancoamacchiolineazzurrebenstrettocontroilsuoventrenero.
CAPITOLONONO:Unanottetriste
Alla luce della luna Segretario, Diderot, Colonnello e Zorba scavarono una buca ai piedi
dell'ippocastano. Poco prima, badando che nessun umano li vedesse, avevano gettato la gabbiana
mortadalbalconenelcortileinterno.Ladepositaronoinfrettanellafossaelacoprironoditerra.Poi
Colonnellomiagolòintonograve.
<<Compagni gatti, in questa notte di luna ci congediamo dai resti di una sfortunata gabbiana
dellaqualenonabbiamomaisaputonemmenoilnome.L'unicacosachesiamoriuscitiascopriredi
lei, grazie alle conoscenze del compagno Diderot, è che apparteneva alla specie dei gabbiani
argentati e che forse veniva da molto lontano, dalla regione in cui il fiume si getta nel mare.
Sappiamopochissimodilei,mal'importanteèchesiaarrivatamoribondafinoacasadiZorba,uno
dei nostri, e che abbia riposto in lui tutta la sua fiducia. Zorba ha promesso di prendersi cura
dell'uovocheleihadepostoprimadimorire,delpiccolochenascerà,elacosapiùdifficileditutte,
compagni,hapromessodiinsegnargliavolare…>>
<<Volare.Ventiduesimovolume,letteraV>>sisentìchesussurravaDiderot.
<<ÈesattamenteciòcheilsignorColonnellostavaperdire.Nonglitolgaimiagoliidibocca>>
consigliòSegretario.
<<…promessedifficilidamantenere>>proseguìimpassibileColonnello,<<masappiamoche
ungattodelportomantienesempreisuoimiagolii.Peraiutarloariuscirci,ordinocheilcompagno
Zorbanonabbandonil'uovofinchéilpiccolononsianato,echeilcompagnoDiderotconsultilasua
emplicope…encimope…queilibriinsomma,sututtoquantohaachevedereconl'artedelvolo.E
oradiciamoaddioaquestagabbiana,vittimadelladisgraziaprovocatadagliumani.Allunghiamoil
colloallalunaemiagoliamolacanzoned'addiodeigattidelporto>>.
Ai piedi del vecchio ippocastano i quattro gatti iniziarono a miagolare una triste litania, e ai
loromiagolii si aggiunsero benpresto quellideglialtrigattidellevicinanze,epoiquellidei gatti
dell'altrarivadelfiume,eaimiagoliideigattifecerocorogliululatideicani,lostraziantecinguettio
deicanariniingabbia,ilgarritodellerondinineiloronidi,iltristegracidiodellerane,eperfinole
gridastonatedelloscimpanzèMattia.
Le luci di tutte le case di Amburgo si accesero, e quella notte tutti gli abitanti si chiesero le
ragionidellastranatristezzacheimprovvisamentesieraimpadronitadeglianimali.
PARTESECONDA
CAPITOLOPRIMO:Ilgattocova
Permoltigiorniilgattonerograndeegrossorimasesdraiatoaccantoall'uovo,proteggendoloe
riavvicinandolo con tutta la delicatezza delle sue zampe pelose ogni volta che con un movimento
involontariodelcorpoloallontanavadiunpaiodicentimetri.Furonogiornilunghiepienididisagi,
cheognitantogliparevanocompletamenteinutiliperchéglisembravadiprendersicuradiunoggetto
senzavita,unaspeciedifragilesasso,anchesebiancoamacchiolineazzurre.
Unavolta,tormentatodaicrampiperlamancanzadimovimento,vistocheseguendogliordini
diColonnelloabbandonaval'uovosolopermangiareeperfarvisitaallacassettadeibisogni,provò
la tentazione di controllare se dentro quella capsula di calcio cresceva effettivamente un piccolo
gabbiano.Alloraavvicinòunorecchioalguscio,poil'altro,manonriuscìasentireniente.Nonebbe
fortuna nemmeno quando tentò di guardare all'interno dell'uovo mettendolo controluce. Il guscio
biancoamacchiolineazzurreeraspessoenonlasciavatrasparireassolutamentenulla.
OgniseraglifacevanovisitaColonnello,SegretarioeDiderot,cheesaminavanol'uovo
perscopriresesirealizzavanoquellicheColonnellochiamavagli`attesiprogressi',ma
dopoavervistocheeraancoraugualealprimogiorno,cambiavanoargomento.
Diderot non mancava di deplorare il fatto che sulla sua enciclopedia non venisse riportata la
durataesattadell'incubazione:ildatopiùprecisocheerariuscitoatrovaresuisuoilibronidiceva
chequestapotevaduraredaidiciassetteaitrentagiorni,asecondadellecaratteristichedellaspecie
acuiappartenevalagabbianamadre.
Covarenonerastatofacileperilgattonerograndeegrosso.Nonpotevadimenticarelamattina
incuil'amicodifamigliaincaricatodiprendersicuradiluiavevaconsideratochenell'appartamento
sistavaaccumulandotropposporcoeavevadecisodipassarel'aspirapolvere.
Ognimattina,durantelesuevisite,Zorbaavevanascostol'uovotraivasidelbalconeperpoter
cosìdedicarequalcheminutoalbrav'uomocheglicambiavalalettieraegliaprivalelattinedicibo.
Glimiagolavacongratitudine,sistrusciavacontrolesuegambe,
e l'amico se ne andava ripetendo che era un gatto molto simpatico. Ma quella mattina, dopo
averglivistopassarel'aspirapolvereinsalottoeincamera,glisentìdire:
<<Eorailbalcone.Ètraivasichesiaccumulapiùsporco>>.
Quandoudìilfracassodiunafruttieracheandavainmillepezzi,l'amicocorsesullasogliadella
cucinaegridò:
<<Sei diventato matto, Zorba?! Guarda cosa hai combinato! Ora vattene via da qui, stupido
gatto.Cimancherebbesolochetiinfilassiunascheggiadivetroinunazampa>>.
Che insulto immeritato. Zorba uscì immediatamente dalla cucina fingendo una gran vergogna
conlacodatralezampe,etrotterellòsulbalcone.
Nonfufacilefarrotolarel'uovofinsottounletto,maciriuscì,elàattesechel'amicofinissele
pulizieeseneandasse.
LaseradelventesimogiornoZorbastavadormicchiando,eperciònonsiaccorsechel'uovosi
muoveva,lentamente,masimuoveva,comesevolessemettersiarotolareperl'appartamento.
Lo svegliò un solletichio alla pancia. Aprì gli occhi e non poté evitare un sussulto quando si
accorseche,daunacrepanelguscio,apparivaescomparivaunapuntinagialla.
Zorbapresel'uovofralezampeanterioriecosìvidecheilpulcinobeccavafinoadaprirsiun
varcoattraversoilqualefececapolinolasuaminuscolatestaumidaebianca.
<<Mamma!>>stridetteilpiccologabbiano.
Zorba non seppe cosa rispondere. Sapeva che la sua pelliccia era nera, ma pensò che
l'emozioneeilrossoredovevanoaverlotrasformatoinungattoviola.
CAPITOLOSECONDO:Nonèfacileesseremamma
<<Mamma! Mamma!>> tornò a stridere il piccolo ormai fuori dall'uovo. Era bianco come il
latte, e delle piume sottili, rade e corte gli coprivano alla meglio il corpo. Cercò di fare qualche
passo,macrollòaccantoallapanciadiZorba.
<<Mamma!Hofame!>>stridettebeccandoglilapelliccia.
Cosa poteva dargli da mangiare? Diderot non aveva miagolato nulla su questo argomento.
Sapevacheigabbianisinutronodipesce,madovelotrovavaluiadessounpezzodipesce?Zorba
corseincucinaetornòindietrofacendorotolareunamela.
Ilpulcinosirialzòsullezampetraballantiesiprecipitòsullafrutta.Ilpiccolobeccogiallo
toccò la buccia, si piegò come fosse stato di gomma e, quando poi si raddrizzò di nuovo,
catapultòilpulcinoall'indietrofacendolocadere.
<<Hofame!>>stridettearrabbiato.<<Mamma!Hofame!>>
Zorbatentòdifarglibeccareunapatataqualchecroccantino—conlafamigliainvacanzanon
c'eramoltodascegliere!—,rimpiangendodiavervuotatolasuaciotoladiciboprimadellanascita
del piccolo. Fu tutto inutile. Il piccolo becco era molto morbido e si piegava al contatto con la
patata. Allora, in preda alla disperazione, ricordò che il pulcino era un uccello e che gli uccelli
mangianogliinsetti.
Uscìsulbalconeeaspettòpazientementecheunamoscaarrivasseatirodellesuegrinfie.Non
tardòacatturarneunaelaconsegnòall'affamato.
Ilpiccolopreselamoscanelbecco,strinse,echiudendogliocchilaingoiò.
<<Buonapappa!Ancora,mamma,ancora!>>stridetteconentusiasmo.
Zorbasaltavadaunaparteall'altradelbalcone.Avevapresocinquemoscheeunragno,
quandodaltettodellacasadifrontegliarrivaronolevocinotedeiduegattirissosicheaveva
affrontatoormaivarigiorniprima.
<<Guarda, amico. Il ciccione sta facendo ginnastica ritmica. Con quel corpo chiunque è un
ballerino>>miagolòuno.
<<Iocredochesianoesercizidiaerobica.Machebelciccione.Com'èflessuoso.Guardache
stile. Senti, palla di grasso, hai intenzione di presentarti a un concorso di bellezza?>> miagolò
I'altro.
Iduepocodibuonoridevano,alsicurodall'altrapartedelcortile.
Zorbaavrebbefattoassaggiareloromoltovolentieriilfilodeisuoiartigli,maeranolontani,e
cosìtornòdall'affamatoconilsuobottinodiinsetti.
Ilpulcinodivoròtutteecinquelemosche,masirifiutòdiassaggiareilragno.Soddisfatto,fece
unruttino,esirannicchiòstrettostrettoalventrediZorba.
<<Hosonno,mamma>>stridette.
<<Senti,midispiace,maiononsonolatuamamma>>miagolòZorba.
<<Certocheseilamiamamma.Eseiunamammamoltobuona>>risposechiudendogli
occhi.
QuandoarrivaronoColonnello,SegretarioeDiderot,trovaronoilpiccoloaddormentato
accantoaZorba.
<<Congratulazioni!Èunbellissimopulcino.Quantopesavaquandoènato?>>chieseDiderot.
<<Cherazzadidomandaè?Nonsonomicasuamadre!>>risposeZorba.
<<È quello che si chiede in questi casi. Non la prendere male. Si tratta davvero di un
bellissimopulcino>>miagolòColonnello.
<<Terribile!Terribile!>>esclamòDiderotportandosilezampeanterioriallabocca.
<<Potrestidircicosaècosìterribile?>>domandòColonnello.
<<Ilpiccolononhanulladamangiare.Èterribile!Terribile!>>insistéDiderot.
<<Hairagione.Hodovutodarglidellemoscheecredochebenprestovorràmangiaredi
nuovo>>riconobbeZorba.
<<Segretario,cosaaspetta?>>chieseColonnello.
<<Miperdoni,signore,manonlaseguo>>siscusòSegretario.
<<Corraalristoranteetorniconunasardina>>ordinòColonnello.
<<Eperchéproprioio,eh?Perchédevoesseresempreioilgattodellecommissioni,eh?
Va'abagnartilacodanellabenzina,va'acercareunasardina.Perchésempreio,eh?>>protestò
Segretario.
<<Perchéstasera,carosignore,avremopercenadeicalamariallaromana.Nonlesembrauna
buonaragione?>>spiegòColonnello.
<<E la coda mi puzza ancora di benzina… ha detto calamari alla romana…?>> chiese
Segretarioprimadiarrampicarsisultetto.
<<Mamma,chisonoquesti?>>stridetteilpiccoloindicandoigatti.
<<Mamma! Ti ha chiamato mamma! Ma è terribilmente tenero!>> riuscì a esclamare Diderot
primachelosguardodiZorbagliconsigliassedichiuderelabocca.
<<Bene,caroguaglione,haitenutofedeallaprimapromessaestaimantenendolaseconda,ti
restasololaterza>>dichiaròColonnello.
<<Lapiùfacile:insegnargliavolare>>miagolòZorbaironico.
<<Ciriusciremo.Stoconsultandol'enciclopedia,mailsapererichiedeilsuotempo>>assicurò
Diderot.
<<Mamma!Hofame!>>liinterruppeilpiccolo.
CAPITOLOTERZO:Ilpericoloèinagguato
Lecomplicazionicominciaronoilsecondogiornodivitadelpulcino.Zorbadovetteintervenire
drasticamente per evitare che l'amico di famiglia lo scoprisse. Appena lo sentì aprire la porta,
rovesciò un vaso da fiori vuoto sul piccolo e ci si sedette sopra. Per fortuna l'umano non uscì sul
balcone,edallacucinanonpotevasentirelestridadiprotesta.
L'amico,comesempre,pulìlacassettacambiòlalettiera,aprìunascatolettadiciboe,primadi
andarsene,siaffacciòallaportadelbalcone.
<<Sperochetunonsiamalato,Zorba.Èlaprimavoltachenonarrividicorsaappenatiaproil
barattolo.Checifaisedutosuquelvaso?Chiunquedirebbechestainascondendo
qualcosa.Be',adomani,pazzodiungatto>>.
Eseglifossevenutoinmentediguardaresottoilvaso?Soloalpensierosentìchesela
facevasottoedovettecorrereallacassetta.
Lì,conlacodabenritta,provòungransollievoepensòalleparoledell'umano.
`Pazzodiungatto'.Loavevachiamatocosì.`Pazzodiungatto'.Forseavevaragioneperchéla
cosapiùpraticasarebbestatalasciarglivedereilpiccolo.L'amicoalloraavrebbepensatocheaveva
intenzionedimangiarlo,eselosarebbeportatoviaperprendersenecurafinchénonfossecresciuto.
Maluiloavevanascostosottounvaso.Erapazzo?
No. Niente affatto. Zorba seguiva rigorosamente il codice d'onore dei gatti del porto. Aveva
promessoall'agonizzantegabbianacheavrebbeinsegnatoavolarealpulcino,elo
avrebbefatto.Nonsapevacome,maloavrebbefatto.
Zorba stava ricoprendo con cura i suoi escrementi quando le strida allarmate del piccolo lo
richiamaronosulbalcone.
Quellochevideglifecegelareilsanguenellevene.
Iduegattipocodibuonoeranosdraiatidavantialpulcino,muovevanoeccitatilecode,e
unodilorolotenevafermoconlegrinfiesopralacoda.Perfortunaglivoltavanolespalle
enonlovideroarrivare.Zorbatesetuttiimuscolidelcorpo.
<<Chil'avrebbemaidetto,amico,cheavremmotrovatounacolazionecosìbuona.Èpiccolo,
mahaun'ariasaporita>>miagolòuno.
<<Mamma!Aiuto!>>stridevailpulcino.
<<Lacosachepiùmipiacenegliuccellisonoleali.Questolehapiccole,malecosce
sembranopolposette>>notòl'altro.
Zorbasaltò.Mentreerainariasfoderòtuttiediecigliartiglidellezampeanteriorie,
quandoatterròinmezzoaiduefurfanti,sbattéloroletesteperterra.
Cercaronodirialzarsi,manonciriuscironoperchéentrambiavevanounorecchiotrapassatoda
unartiglio.
<<Mamma!Mivolevanomangiare!>>stridetteilpiccolo.
<<Mangiarcisuofiglio?Nossignora.Nienteaffatto>>miagolòunoconlatestaschiacciataper
terra.
<<Siamovegetariani,signora.Vegetarianistretti>>assicuròl'altro.
<<Nonsonouna'signora',idioti>>miagolòZorba,tirandoliperleorecchieinmodoche
potesserovederlo.
Quandoloriconobbero,aiduepocodibuonosirizzaronoipeli.
<<Haiunfigliomoltobello,amico.Diventeràungrangatto>>assicuròilprimo.
<<Questoèpocomasicuro.Èungattinosplendido>>affermòl'altro.
<<Nonèungatto.Èunpiccolodigabbianostupidi>>spiegòZorba.
<<È quello che dico sempre al mio amico: bisogna avere dei figli gabbiani. Vero, amico?>>
dichiaròilprimo.
Zorba decise di farla finita con quella farsa, ma quei due cretini si sarebbero portati via un
ricordo delle sue grinfie. Con un movimento energico ritrasse le zampe anteriori e i suoi artigli
laceraronoleorecchiedeiduevigliacchi.Scapparonodicorsamiagolandodaldolore.
<<Hounamammamoltocoraggiosa!>>stridetteilpiccolo.
Zorbacapìcheilbalconenoneraunpostosicuro,enonpotevafarloentrarenell'appartamento
perché il pulcino avrebbe sporcato tutto e sarebbe stato scoperto dall'amico di famiglia. Doveva
trovargliunpostosicuro.
<<Vieni,andiamoafareunapasseggiata>>miagolòZorbaprimadiprenderlodelicatamentefra
identi.
CAPITOLOQUARTO:Ilpericoloèsempreinagguato
RiunitinelbazardiHarry,igattideciserocheilpiccolononpotevarestarenell'appartamentodi
Zorba.Làcorrevatroppirischi,ilmaggioredeiqualinoneratantolaminacciosapresenzadeidue
gattipocodibuono,quantoquelladell'amicodifamiglia.
<<Disgraziatamentegliumanisonoimprevedibili.Spessoconlemiglioriintenzioni
causanoidannipeggiori>>sentenziòColonnello.
<<Proprio così. Pensiamo per esempio a Harry, che è un brav'uomo dal cuore d'oro, ma che
siccomeprovaungrandeaffettoperloscimpanzèesacheglipiacelabirra,ognivoltachehasete
glienedàbottigliesubottiglie.IlpoveroMattiaèormaialcolizzato,hapersoogniritegno,etuttele
voltechesiubriacasimetteastrillarecanzoniterribili.Terribili!>>miagolòDiderot.
<<Echediredeidannichefannoconsapevolmente?Pensiamoallapoveragabbianache
è morta per quella dannata mania di avvelenare il mare con la loro spazzatura>> aggiunse
Segretario.
Dopo una breve consultazione decisero che Zorba e il pulcino avrebbero vissuto nel bazar
finchéquest'ultimononavesseimparatoavolare.Zorbasarebbeandatonelsuoappartamentotuttele
mattineinmodochel'umanononsiallarmasse,epoisarebbetornatoindietroaprendersicuradel
piccolo.
<<Nonsarebbemalechel'uccellinoavesseunnome>>suggerìSegretario.
<<Èesattamenteciòchestavoperproporre.Temochequestovizioditogliermiimiagoliidi
boccasiapiùfortedilei>>silamentòColonnello.
<<Sono d'accordo. Deve avere un nome, ma prima dobbiamo scoprire se è maschio o
femmina>>miagolòZorba.
NonfeceintempoachiuderelaboccacheDiderotavevagiàtiratogiùdalloscaffaleuntomo
dell'enciclopedia. Il diciannovesimo volume, corrispondente alla lettera S, e sfogliava le pagine
cercandolaparola`sesso'.
Disgraziatamente l'enciclopedia non diceva nulla su come distinguere il sesso di un piccolo
gabbiano.
<<Bisognariconoscerechelatuaenciclopedianoncièservitaamolto>>silamentòZorba.
<<Nonammettodubbisull'efficaciadellamiaenciclopedia!Inquestilibric'ètuttoilsapere>>
ribattéoffesoDiderot.
<<Gabbiano.Uccellomarino.Sopravento!L'unicochepuòaiutarciascoprireseèunpulcinoo
unapulcinaèSopravento>>dichiaròSegretario.
<<È esattamente quello che stavo per miagolare. Le proibisco di continuare a togliermi i
miagoliidibocca!>>brontolòColonnello.
Mentreigattimiagolavano,ilpulcinofacevaunapasseggiatatradozzinediuccelliimbalsamati.
C'eranomerli,pappagalli,tucani,pavoni,aquile,falchi,cheluiguardavaimpaurito.All'improvviso
unanimalecongliocchirossi,chenoneraaffattoimbalsamato,
glisbarròlastrada.
<<Mamma!Aiuto!>>stridettedisperato.
IlprimoadarrivarefuZorba,eappenaintempo,perchéinquelprecisoistanteuntopodifogna
stavaallungandolezampeanterioriversoilcollodelpulcino.
QuandovideZorba,ilrattofuggìdentrounafessuradelmuro.
<<Mivolevamangiare!>>stridetteilpiccoloattaccandosiaZorba.
<<Non avevamo pensato a questo pericolo. Credo che bisognerà miagolare seriamente coi
topi>>spiegòZorba.
<<D'accordo.Manonfartroppeconcessioniaqueglisvergognati>>consigliòColonnello.
Zorbasiavvicinòallafessura.Dentroeramoltobuio,mariuscìascorgeregliocchirossidel
ratto.
<<Vogliovedereiltuocapo>>miagolòZorbadeciso.
<<Sonoioilcapodeitopi>>sisentìrisponderedall'oscurità.
<<Setuseiilcapo,alloravaletemenodegliscarafaggi.Avvisailtuocapo>>insistéZorba.
Sentìcheiltoposiallontanava.Isuoiartigligraffiavanoitubisucuicorreva.Dopoqualche
minutovidericomparireisuoiocchirossinellapenombra.
<<Il capo ti riceverà. Nello scantinato delle conchiglie, dietro il baule dei pirati, c'è
un'entrata>>squittìilratto.
Zorbascesenelloscantinato.Cercòdietroilbauleevidechenelmuroc'eraunforodalquale
potevapassare.Scostòleragnateleedentrònelmondodeitopi.Puzzavadiumiditàedisudiciume.
<<Seguiitubidiscarico>>squittìunrattochenonriuscìavedere.
Obbedì.Manmanochesispingevaavantistrisciandosentivachelapellicciaglisiriempivadi
polvereedisporco.
Avanzònell'oscuritàfinchénonarrivòinunpozzettoilluminatoastentodaunfiocofasciodi
lucedelgiorno.Zorbasupposediesseresottolastradaecheiraggifiltrasserodaltombinodella
fognatura.Ilpostopuzzava,maeraabbastanzaaltodapoterstareinpiedisututteequattrolezampe.
Inmezzoscorrevaunrigagnolodiacqueimmonde.Poiscorseilcapodeitopi,ungrossorattodalla
pellicciascura,conilcorpopienodicicatrici,cheammazzavailtempopassandoeripassandoun
artigliosuglianellidellacoda.
<<Questaèbella.Guardateunpo'chicifavisita.Ilgattociccione>>squittìilcapodeitopi.
<<Ciccione!Ciccione!>>fecerocorodozzinedirattidicuiZorbascorgevasologliocchi
rossi.
<<Vogliochelasciateinpaceilpulcino>>miagolòrisolutamente.
<<Ecosìigattihannounpulcino.Losapevo.Siraccontanomoltecosenellefogne.Sidiceche
siaunpulcinosaporito.Moltosaporito.Hihihi!>>squittìilcapodeitopi.
<<Moltosaporito!Hihihi!>>fecerocoroglialtriratti.
<<Quelpulcinoèsottolaprotezionedeigatti>>miagolòZorba.
<<Lomangeretequandosaràcresciuto?Senzainvitarci?Egoisti!>>accusòilratto.
<<Egoisti!Egoisti!>>ripeteronoglialtritopi.
<<Comebensai,holiquidatopiùrattiiodeipelichehoaddosso.Sesuccedequalcosaa
quelpulcino,aveteleorecontate>>loavvertìtranquillamenteZorba.
<<Senti,palladisego,haipensatoacomeusciredaqui?Potremmoridurtiaunbelpurè
digatto>>minacciòiltopo.
<<Purèdigatto!Purèdigatto!>>ripeteronoglialtriratti.
Allora Zorba saltò sul capo dei topi. Gli atterrò sul dorso, imprigionandogli la testa con gli
artigli.
<<Staiperperderegliocchi.Puòdarsicheituoiseguacimiriducanoaunpurèdigatto,matu
nonlovedrai.Lascereteinpaceilpulcino?>>minacciòZorba.
<<Chebruttimodihai.Vabene.Nientepurèdigattoenientepurèdipulcino.Sipuònegoziare
sututtonellefogne>>accettòiltopo.
<<Alloranegoziamo.Cosachiediincambioperrispettarelavitadelpulcino?>>chiese
Zorba.
<<Passoliberonelcortile.Colonnellohadatoordinedisbarrarcilastradadelmercato.Passo
liberonelcortile>>squittìiltopo.
<<D'accordo.Potretepassarenelcortile,madinotte,quandogliumaninonvivedranno.
Noigattidobbiamobadarealnostroprestigio>>spiegòZorbalasciandoglilatesta.
Uscìdallafognacamminandoall'indietrosenzaperderedivistanéilcapodeitopinéledozzine
diocchirossichelofissavanoconodio.
CAPITOLOQUINTO:Pulcinoopulcina?
Passarono tre giorni prima che potessero vedere Sopravento, che era un gatto di mare, un
autenticogattodimare.
SopraventoeralamascottedelloHannesII,unapotentedragaincaricatadimanteneresempre
pulito e libero da ostacoli il fondo dell'Elba. I marinai dello Hannes II erano affezionati a
Sopravento,ungattocolormielecongliocchiazzurri,checonsideravanouncompagnocometuttigli
altriduranteildurolavorodidragaggiodelfiume.
Neigiorniditempestalocoprivanoconunmantelloditelaceratagiallafattosumisura,simile
agli impermeabili che usavano loro, e Sopravento passeggiava in coperta con l'espressione
accigliatadeimarinaichesfidanoilmaltempo.
Lo Hannes II aveva pulito anche i porti di Rotterdam, di Anversa e di Copenaghen, e
Sopraventomiagolavasemprestoriedivertentisuqueiviaggi.Sì.Eraunautenticogattodimare.
<<Ehi,dibordo!>>miagolòSopraventoentrandonelbazar.
Lo scimpanzè sbatté le palpebre perplesso vedendo che il gatto avanzava ondeggiando da
sinistraadestraaognipasso,echeignoraval'importanzadellasuacaricadibigliettaiodelbazar.
<<Senonsaidirebuongiorno,perlomenopagal'ingresso,saccodipulci>>strillòMattia.
<<Scemoadritta!Peridentidelbarracuda!Mihaichiamatosaccodipulci?Tantoperchétulo
sappia, questa pellaccia è stata pizzicata da tutti gli insetti di tutti i porti. Un giorno o l'altro ti
miagoleròdiunacertazeccachemisipiazzòsullaschienaederacosìpesante,macosìpesante,che
non ce la facevo a trasportarla. Per le barbe della balena! E ti miagolerò dei pidocchi dell'isola
Cacatua,chedevonosucchiareilsanguedisetteuominipersentirsisoddisfattiall'oradell'aperitivo.
Per le pinne del pescecane! Leva le ancore, macaco, e non mi togliere la brezza!>> ordinò
Sopraventoecontinuòacamminaresenzaattenderelarispostadelloscimpanzè.
Quandoarrivònellastanzadeilibri,salutòdallaportaigattilìriuniti.
<<Buongiorno>>miagolòSopravento.
<<Finalmente sei arrivato, capitano, non sai quanto bisogno avevamo di te!>> lo salutò
Colonnello.
RapidamenteglimiagolaronolastoriadellagabbianaedellepromessediZorba,promesseche,
ripeterono,impegnavanoanchetuttiloro.
Sopraventoascoltòscuotendolatestaconariaafflitta.
<<Perl'inchiostrodelcalamaro!Accadonocoseterribilinelmare.Avoltemichiedosecerti
umanisonoimpazziti,perchétentanoditrasformarel'oceanoinunenormeimmondezzaio.Tornoda
dragarelafocedell'Elbaenonpoteteimmaginarelaquantitàdispazzaturacheportalamarea.Peril
gusciodellatestuggine!Abbiamotiratofuoribidonidiinsetticida,pneumaticietonnellatediquelle
maledette bottiglie di plastica che gli umani abbandonano sulle spiagge>> spiegò stizzito
Sopravento.
<<Terribile! Terribile! Se le cose vanno avanti così, tra pochissimo tempo la parola
inquinamento occuperà tutto il nono volume lettera I, dell'enciclopedia>> aggiunse indignato
Diderot.
<<Ecosapossofareioperquelpoverouccello?>>chieseSopravento.
<<Solo tu, che conosci i segreti del mare, puoi dirci se il piccolo è maschio o femmina>>
risposeColonnello.
Lo accompagnarono dal pulcino che dormiva soddisfatto dopo essersi pappato un calamaro
portatoglidaSegretario,acuiColonnelloavevadatoordinedioccuparsidellasuaalimentazione.
Sopravento allungò una delle zampe davanti, gli esaminò la testa, e poi sollevò le piume che
iniziavanoacrescerglisullacoda.IlpulcinocercòZorbaconocchispaventati.
<<Perlezampedelgranchio!>>esclamòdivertitoilgattodimare.<<Èunabellapulcinache
ungiornodeporràtanteuovaquantipelihosullacoda!>>
Zorbaleccòlatestadellapiccolagabbiana.Rimpiansedinonaverchiestoallamadrecomesi
chiamava,perchéselafigliaeradestinataaproseguireilsuovolointerrottodalladisgrazia,sarebbe
statobellocheportasselostessonome.
<<Visto che la pulcina ha avuto la fortuna di cadere sotto la nostra protezione>> miagolò
Colonnello,<<propongodichiamarlaFortunata>>.
<<Per il fegato del merluzzo! È un bel nome!>> approvò contento Sopravento. <<Mi ricorda
unasplendidagolettachehovistounavoltanelmarBaltico.Sichiamavacosì,Fortunata,ederatutta
bianca>>.
<<Sonosicurocheungiornofaràqualcosadiimportante,distraordinario,eallorailsuonome
verràinseritonelsestovolume,letteraF,dell'enciclopedia>>affermòDiderot.
Tutti furono d'accordo sul nome proposto da Colonnello. Così i cinque gatti formarono un
cerchio intorno alla piccola gabbiana, si alzarono in piedi sulle zampe posteriori e, allungando
quelledavantifinoacoprirlaconuntettod'artigli,miagolaronolaritualeformuladibattesimodei
gattidelporto.
<<Tisalutiamo,Fortunata,amicadeigatti!>>
<<Urrà!Urrà!Urrà!>>esclamòfeliceSopravento.
CAPITOLOSESTO:Fortunata,davverofortunata
Fortunatacrebbeinfretta,circondatadall'affettodeigatti.Dopounmesechesieratrasferitanel
bazardiHarry,eraunagiovaneesnellagabbianadallesetosepiumecolorargento.
Quando qualche raro turista visitava il bazar, lei seguiva le istruzioni di Colonnello e se ne
stavabuonabuonafragliuccelliimbalsamatifingendodiessereunadiloro.Malasera,quandoil
bazarchiudevaeilvecchiolupodimaresiritirava,vagavapertuttelestanzeconlasuaondeggiante
andatura di uccello marino, stupita dalle migliaia di oggetti che vedeva, mentre Diderot sfogliava
librisulibricercandounmetodoconcuiZorbapotesseinsegnarleavolare.
<<Ilvoloconsistenellospingerel'ariaindietroeinbasso.Ottimo!Sappiamogiàqualcosadi
importante>>sussurravaDiderotconilnasoinfilatofralepagine.
<<Eperchédevovolare?>>stridevaFortunataconlealibenstrettealcorpo.
<<Perchéseiunagabbianaeigabbianivolano>>rispondevaDiderot.<<Misembraterribile,
terribile!chetunonlosappia>>.
<<Ma io non voglio volare. Non voglio nemmeno essere un gabbiano>> replicava Fortunata.
<<Voglioessereungattoeigattinonvolano>>.
Unaserasiavvicinòalbanconeall'ingressodelbazaredebbeunosgradevoleincontroconlo
scimpanzè.
<<Nonfarelacaccaingiro,uccellaccio!>>strillòMattia.
<<Perchémidicequesto,signorascimmia?>>domandòtimidamenteFortunata.
<<Perché è l'unica cosa che sanno fare gli uccelli. La cacca. E tu sei un uccello>> ripeté
sicurissimoloscimpanzè.
<<Si sbaglia. Sono un gatto, e molto pulito>> ribatté Fortunata cercando la simpatia della
scimmia.<<UsolastessacassettadiDiderot>>.
<<Hahaha!Ilfattoèchequelmucchiodisacchidipulcitihannoconvintocheseiunadiloro.
Ma guardati il corpo: hai due zampe, mentre i gatti ne hanno quattro. Hai le piume, mentre i gatti
hannoilpelo.Elacoda?Eh?Dovehailacoda?Tuseimattacomequelgattochepassalavitaa
leggereeamiagolare`terribile!terribile!'Stupidouccellaccio!Evuoisapereperchétivizianoituoi
amici? Perché aspettano che tu ingrassi per fare un bel banchetto. Ti divoreranno con le piume e
tutto!>>strillòloscimpanzè.
Quellaseraigattisistupironochelagabbianellanonvenisseamangiareilsuopiattopreferito:
icalamaricheSegretariotrafugavanellacucinadelristorante.
Molto preoccupati la cercarono, e fu Zorba a trovarla, triste e avvilita, fra gli animali
imbalsamati.
<<Nonhaifame,Fortunata?Cisonoicalamari>>spiegòZorba.
Lagabbianellanonaprìbecco.
<<Tisentimale?>>insistépreoccupatoZorba.<<Seimalata?>>
<<Vuoichemangiperfarmiingrassare?>>domandòleisenzaguardarlo.
<<Perchétucrescasanaeforte>>risposeZorba.
<<Equandosarògrassa,inviteraiitopiamangiarmi?>>stridetteconilucciconiagliocchi.
<<Dadovetirifuoriquestesciocchezze?>>miagolòdecisoZorba.
Lì lì per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia le aveva strillato.
Zorbaleleccòlelacrimeeall'improvvisosisentìmiagolarecomenonavevamaifattoprima.
<<Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzè ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti
bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo
contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia
esserecomenoi,maseidiversaecipiacechetusiadiversa.Nonabbiamopotutoaiutaretuamadre,
matesì.Tiabbiamoprotettafindaquandoseiuscitadall'uovo.Tiabbiamodatotuttoilnostroaffetto
senzaalcunaintenzionedifarediteungatto.Tivogliamogabbiana.Sentiamocheanchetucivuoi
bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato
qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un
esserediverso.Èmoltofacileaccettareeamarechièugualeanoi,maconqualcunocheèdiversoè
moltodifficile,etucihaiaiutatoafarlo.Seiunagabbianaedeviseguireiltuodestinodigabbiana.
Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti
verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l'affetto tra esseri
completamentediversi>>.
<<Volaremifapaura>>stridetteFortunataalzandosi.
<<Quando succederà, io sarò accanto a te>> miagolò Zorba leccandole la testa. <<L'ho
promessoatuamadre>>.
La gabbianella e il gatto nero grande e grosso iniziarono a camminare. Lui le leccava
teneramentelatesta,eleiglicoprivaildorsoconunadellesuealitese.
CAPITOLOSETTIMO:Imparandoavolare
<<Primadiiniziarerivediamoperl'ultimavoltagliaspettitecnici>>miagolòDiderot.
Dalla cima di una libreria Colonnello, Segretario, Zorba e Sopravento osservavano
attentamentequellocheaccadevainbasso.Giùc'eranoFortunata,inpiediinfondoauncorridoio
che avevano denominato pista di decollo, e Diderot, chino all'altro capo del corridoio sul
dodicesimovolume,corrispondenteallaletteraL,dell'enciclopedia.Illibroeraapertosuunadelle
paginededicateaLeonardodaVinci,dovesivedevauncuriosoaggeggiobattezzato`macchinaper
volare'dalgrandemaestroitaliano.
<<Per favore, prima di tutto controlliamo la stabilità dei punti d'appoggio a e b>> ordinò
Diderot.
<<Prova punti d'appoggio a e b>> ripeté Fortunata saltando prima sulla zampa sinistra e poi
sulladestra.
<<Perfetto. Ora controlleremo l'estensione dei punti c e d>> miagolò Diderot, che si sentiva
importantecomeuningegneredellaNASA.
<<Provaestensionepunticed>>obbedìFortunataspiegandoentrambeleali.
<<Perfetto!Ripetiamotuttodaccapo>>ordinòDiderot.
<<Peribaffidelrombo!Fallavolareunabuonavolta!>>esclamòSopravento.
<<Lericordochesonoilresponsabiletecnicodivolo!>>ribattéDiderot.<<Tuttodeveessere
adeguatamente controllato, altrimenti le conseguenze potrebbero essere terribili per Fortunata.
Terribili!>>
<<Haragione.Luisaquellochefa>>commentòSegretario.
<<È esattamente ciò che stavo per miagolare>> brontolò Colonnello. <<La finirà mai di
togliermiimiagoliidibocca?>>
Fortunata era lì, in procinto di tentare il suo primo volo, perché durante l'ultima settimana si
erano verificati due episodi grazie ai quali i gatti avevano capito che la gabbiana voleva volare,
anchesenascondevamoltobeneilsuodesiderio.Ilprimofattoeraavvenutounpomeriggioincui
FortunataavevaaccompagnatoigattiaprendereilsolesultettodelbazardiHarry.Dopoun'orache
eranolì,acrogiolarsiairaggidelsole,avevanovistovolareinalto,moltoinalto,sopradiloro,tre
gabbiani.
Spiccavano, belli e maestosi, nel cielo blu. A tratti sembravano paralizzarsi, limitandosi a
fluttuarenell'ariaconlealitese,mabastavaunlievemovimentoperchésispostasseroconunagrazia
eun'eleganzachefacevanoinvidia,eanchevogliadistarsenelassùconloro.All'improvvisoigatti
smiserodifissareilcieloesivoltaronoaguardareFortunata.Lagabbianellaosservavailvolodei
suoisimili,esenzarendersenecontospiegavaleali.
<<Guardate.Vuolvolare>>commentòColonnello.
<<Sì.Èorachevoli>>riconobbeZorba.<<Ormaièunagabbianagrandeeforte>>.
<<Fortunata.Vola!Prova!>>suggerìSegretario.
Quandosentìimiagoliideisuoiamici,Fortunataripiegòlealiesiavvicinòaloro.Sisdraiò
accantoaZorbaeiniziòafarrisuonareilbeccoimitandolefusa.
Ilsecondoepisodioeraaccadutoilgiornosuccessivo,mentreigattiascoltavanounastoriadi
Sopravento.
<<…ecomevimiagolavo,leondeeranocosìaltechenonpotevamovederelacosta,e…peril
grassodelcapodoglio!colmodelledisgrazie,lanostrabussolaeraimpazzita.Cinquegiorniecinque
nottipassammoinmezzoallaburrascaenonsapevamosestavamonavigandoversolacostaoseci
allontanavamo in mare aperto. Ma proprio allora, quando ci sentivamo ormai perduti, il timoniere
avvistòunostormodigabbiani.Chegioia,compagni!Puntammolapruanellastessadirezioneincui
volavano e riuscimmo a raggiungere la terraferma. Per i denti del barracuda! Quei gabbiani ci
salvaronolavita.Senonliavessimovisti,oranonsareiquiamiagolarvilastoria>>.
Fortunata, che seguiva sempre con molta attenzione i racconti del gatto di mare, lo ascoltava
congliocchispalancati.
<<Igabbianivolanoancheneigiornidiburrasca?>>chiese.
<<Per le scariche della torpedine! I gabbiani sono i volatili più robusti dell'universo>>
assicuròSopravento.<<Nonc'èuccellochesappiavolaremegliodiungabbiano>>.
ImiagoliidelgattoscendevanonelprofondodelcuoreaFortunata.Battevalezampeperterrae
muovevanervosamenteilbecco.
<<Vuoivolare,signorina?>>indagòZorba.
Fortunataliguardòaunoaunoprimadirispondere.
<<Sì.Perfavore,insegnatemiavolare>>.
Igattimiagolaronolalorogioiaesubitomiserozampaallavoro.Attendevanoquelmomentoda
moltotempo.Contuttalapazienzachecontraddistingueigatti,avevanoaspettatochelagabbianella
comunicasseloro
il suo desiderio di volare, perché grazie a un'ancestrale saggezza capivano che volare è una
decisionemoltopersonale.EilpiùfelicedituttieraDiderot,cheormaiavevatrovatoifondamenti
delvoloneldodicesimovolume,letteraL,dell'enciclopedia,echeperciòsieraassuntol'incaricodi
dirigereleoperazioni.
<<Prontaaldecollo!>>miagolòDiderot.
<<Prontaaldecollo!>>annunciòFortunata.
<<Iniziarollaresullapistaspingendoindietroilsuoloconipuntidiappoggioaeb>>ordinò
Diderot.
Fortunatavenneavanti,malentamente,comeseavanzassesupattinimaleoliati.
<<Maggiorevelocità!>>reclamòDiderot.
Lagiovanegabbianaacceleròunpo'.
<<Oraallunghiipunticed!>>istruìDiderot.
Fortunataspiegòlealimentreavanzava.
<<Orasolleviilpuntoe!>>comandòDiderot.
Fortunataalzòlepiumedellacoda.
<<E ora muova dall'alto in basso i punti c e d spingendo l'aria verso terra, e
contemporaneamenteritiriipuntiaeb!>>spiegòDiderot.
Fortunata batté le ali, ritrasse le zampe, si innalzò di un paio di centimetri, e subito ricadde
comeunsaccodipatate.
Conunbalzoigattisceserodallalibreriaecorserodalei.Latrovaronocongliocchipienidi
lacrime.
<<Sonounabuonaanulla!Sonounabuonaanulla!>>ripetevasconsolata.
<<Non si vola mai al primo tentativo, ma ci riuscirai. Te lo prometto>> miagolò Zorba
leccandolelatesta.
Diderotcercavaditrovarel'erroreguardandoeriguardandolamacchinadelvolodiLeonardo.
CAPITOLOOTTAVO:Igattidecidonodirompereun
tabù
Fortunatatentòdispiccareilvolodiciassettevolte,eperdiciassettevoltefinìaterradopo
essereriuscitaainnalzarsisolodipochicentimetri.
Diderot,piùmagrodelsolito,sierastrappatoibaffiaunoaunodopoiprimidodicifallimenti,
econtremantimiagoliicercavadiscusarsi.
<<Non capisco. Ho esaminato la teoria del volo con grande cura, ho messo a confronto le
istruzionidiLeonardocontuttoquellocheèriportatonellapartededicataall'aerodinamica,volume
primo,letteraA,dell'enciclopedia,eppurenoncisiamoriusciti.Eterribile!Terribile!>>
Igattiaccettavanolesuespiegazioni,etuttalaloroattenzionesiconcentravasuFortunata,chea
ognitentativofallitodiventavasemprepiùtristeemalinconica.
Dopo l'ultimo insuccesso, Colonnello decise di sospendere gli esperimenti, perché la sua
esperienzaglidicevachelagabbianellainiziavaaperderefiduciainsestessa,equestoeramolto
pericolososedavverovolevavolare.
<<Forsenonpuòfarcela>>dichiaròSegretario.<<Forsehavissutotroppotempoconnoieha
persolacapacitàdivolare>>.
<<Sesiseguonoleistruzionitecnicheesirispettanoleleggidell'aerodinamica,volareè
possibile.Nondimenticatecheètuttoscrittonell'enciclopedia>>ribattéDiderot.
<<Perlacodadellarazza!>>esclamòSopravento.<<Èunagabbianaeigabbianivolano!>>
<<Devevolare.L'hopromessoasuamadreealei.Devevolare>>ripetéZorba.
<<Elatuapromessaimpegnaanchetuttinoi>>ricordòColonnello.
<<Riconosciamo che non siamo capaci di insegnarle a volare e che dobbiamo chiedere aiuto
fuoridalmondodeigatti>>suggerìZorba.
<<Miagolachiaro,caroguaglione.Dovevuoiarrivare?>>domandòserioColonnello.
<<Chiedo di essere autorizzato a infrangere il tabù per la prima e ultima volta in vita mia>>
dichiaròZorbaguardandonegliocchiisuoicompagni.
<<Infrangereiltabù!>>miagolaronoigattitirandofuorigliartiglierizzandoipelisul
dorso.
`Miagolarel'idiomadegliumaniètabù'.Cosìrecitavalaleggedeigatti,enonperché
loro non avessero interesse a comunicare. Il grosso rischio era nella risposta che avrebbero
datogliumani. Cosaavrebberofattocon ungattoparlante?Sicuramenteloavrebbero rinchiusoin
unagabbiapersottoporloaognigeneredistupidiesami,perchéingeneregliumanisonoincapacidi
accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti sapevano, per
esempio,dellatristesortedeidelfini,chesieranocomportatiinmodointelligentecongliumanie
così erano stati condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano anche delle
umiliazioniacuigliumanisottopongonoqualsiasianimalechesimostriintelligenteericettivocon
loro.Peresempioileoni,igrandifelini,obbligatiaviveredietrolesbarreeavedersiinfilaretrale
faucilatestadiuncretino;oipappagalli,chiusiingabbiaaripeteresciocchezze.Perciòmiagolare
nellinguaggiodegliumanieraungrandissimorischioperigatti.
<<TurimaniconFortunata.Noiciritiriamoadiscuterelatuarichiesta>>ordinòColonnello.
Duròoreeorelariunionedeigatti.OreeoredurantelequaliZorbarimasesdraiatoaccanto
allagabbianella,chenonnascondevalasuatristezzapernonsapervolare.
Eraormainottequandoterminarono.Zorbasiavvicinòperconoscereladecisione.
<<Noigattidelportotiautorizziamoainfrangereiltabùun'unicavolta.Miagoleraiconunsolo
umano,maprimadecideremotuttiassiemeconquale>>dichiaròsolennementeColonnello.
CAPITOLONONO:Lasceltadell'umano
Non fu facile decidere con quale umano avrebbe miagolato Zorba. I gatti fecero una lista di
quellicheconoscevano,maliscartaronotuttiunodopol'altro.
<<René,lochefdellacucina,èsenzadubbiounumanogiustoebuono.Cimettesempredaparte
unaporzionedellesuespecialità,cheSegretarioeiodivoriamocongusto.Mail
buon René si intende solo di spezie e di pentole, e quindi non ci sarebbe di grande aiuto in
questocaso>>dichiaròColonnello.
<<Anche Harry è una brava persona. Comprensivo e gentile con tutti, anche con Mattia a cui
perdonaabusiterribili,terribili!comefarsiilbagnonelpatchouli,quelprofumochepuzzainmodo
terribile, terribile! E poi sa molte cose del mare e della navigazione, ma del volo credo che non
abbialaminimaidea>>commentòDiderot.
<<Carlo,ilcapocamerieredelristorante,assicurachegliappartengo,eioglielolasciocredere
perchéèunbrav'uomo.Purtropposiintendedicalcio,dipallacanestro,dipallavolo,dicorsedei
cavalli, di pugilato e di molti altri sport, ma non l' ho mai sentito parlare del volo>> spiegò
Segretario.
<<Periricciolidell'anemone!Ilmiocapitanoèunumanodolcissimo,alpuntochedurantela
suaultimarissa,inunbardiAnversa,haaffrontatododicitizicheloavevanooffesoenehamesso
fuori combattimento solo la metà. Però gli basta salire su una sedia per avere le vertigini. Per i
tentacolidelpolpo!Noncredochepossaaiutarci>>concluseSopravento.
<<Ilbambinodicasamiamicapirebbe.Maèinvacanza,epoicosapuòsaperneunbambino
delvolo?>>miagolòZorba.
<<Mannaggia!Èfinitalalista>>brontolòColonnello.
<<No.C'èunumanochenonèsullalista>>spiegòZorba.<<QuellocheviveconBubulina>>.
Bubulina era una bella gatta bianca e nera che passava lunghe ore tra i vasi di fiori di una
terrazza. Tutti i gatti del porto passavano lentamente davanti a lei sfoggiando l'elasticità dei loro
corpi, la lucentezza delle loro pellicce accuratamente pulite, la lunghezza dei loro baffi,l'eleganza
dellelorocodeeretteneltentativodiimpressionarla,maBubulinarimanevaimpassibile,eaccettava
solol'affettodiunuomochesipiazzavasullaterrazzadavantiaunamacchinadascrivere.
Eraunumanostrano,cheavolteridevadopoaverlettoquellocheavevaappenascritto,
eavolteappallottolavaifoglisenzanemmenoguardarli.Lasuaterrazzaerasempreinondatada
unamusicadolceemalinconicachefacevaassopireBubulinaesuscitavaprofondisospirineigatti
chepassavanodalì.
<<L'umanodiBubulina?Perchépropriolui?>>chieseColonnello.
<<Nonloso.Quell'umanomiispirafiducia>>ammiseZorba.<<L'hosentitoleggerequelloche
scrive.Sonobelleparolecherallegranoorattristano,manonmancanomaidiprovocarepiaceree
desideriodicontinuareadascoltare>>.
<<È un poeta! Si chiama poesia quello che fa. Sedicesimo volume, lettera P,
dell'enciclopedia>>dichiaròDiderot.
<<Ecosatifapensarechequell'umanoconoscailvolo?>>vollesapereSegretario.
<<Forse non savolareconali d'uccello,maadascoltarlohosemprepensatochevoli conle
parole>>risposeZorba.
<<Chièd'accordocheZorbamiagoliconl'umanodiBubulinaalzilazampadestra>>ordinò
Colonnello.
Efucosìcheloautorizzaronoamiagolareconilpoeta.
CAPITOLODECIMO:Unagatta,ungattoeunpoeta
Zorbapreselaviadeitettifinoallaterrazzadell'umanoprescelto.QuandovideBubulina
sdraiatafraivasi,sospiròprimadimiagolare.
<<Bubulina,nonaverpaura.Sonoquassù>>.
<<Cosavuoi?Chisei?>>domandòallarmatalagatta.
<<Nonteneandare,perfavore.MichiamoZorbaevivoquavicino.Hobisognodeltuo
aiuto.Possoscendere?>>
Lagattaglifececennodisìconlatesta.
Zorba saltò sulla terrazza e si sedette sulle zampe posteriori. Bubulina si avvicinò per
annusarlo.
<<Saidilibri,diumidità,divestitivecchi,diuccelloedipolvere,malapellicciaèpulita>>
approvòlagatta.
<<SonogliodoridelbazardiHarry.Nontistupiresesoanchediscimpanzè>>laavvertì
Zorba.
Unadolcemelodiaarrivavafinosullaterrazza.
<<Chebellamusica>>commentòZorba.
<<ÈVivaldi.Lequattrostagioni.Cosavuoidame?>>chieseBubulina.
<<Chetumiinvitidentroemipresentialtuoumano>>risposeZorba.
<<Impossibile.Stalavorandoenessunopuòdisturbarlo,neppureio>>risposelagatta.
<<Perfavore,èunacosamoltourgente.Telochiedoinnomedituttiigattidelporto>>implorò
Zorba.
<<Perchévuoivederlo?>>chieseBubulinacondiffidenza.
<<Devomiagolareconlui>>risposeZorbadeciso.
<<Maètabù!>>miagolòBubulinaconilpeloritto.<<Vattenesubitovia!>>
<<No.Esenonvuoiinvitarmiaentrare,allorasaràluiavenire!Tipiaceilrock,gattina?>>
Dentrocasal'umanobattevasuitastidellamacchinadascrivere.Sisentivafeliceperchéstava
perfinireunapoesiaeiversinascevanoconstupefacentefacilità.All'improvvisodallaterrazzagli
arrivaronoimiagoliidiungattochenoneralasuaBubulina.Eranodeimiagoliistonati,cheperò
sembravano avere un certo ritmo. Un po' seccato un po' incuriosito, uscì sulla terrazza, e dovette
strofinarsigliocchipercredereaquellochestavavedendo.
Bubulinasi tappavaleorecchiecon lezampeanterioriedavantialeiungattonerogrande e
grosso,sedutosulfondoschienaecoldorsoappoggiatoaunvaso,sitenevalacodaconunadelle
zampe davanti come se fosse un contrabbasso, mentre con l'altra fingeva di suonare le corde,
lanciandocontemporaneamentedeimiagoliisnervanti.
Una volta riavutosi dalla sorpresa, non riuscì a soffocare l'ilarità, e appena si piegò in due
premendosilapanciaperletropperisate,
Zorbaneapprofittòperintrufolarsidentrocasa.
Quandol'umano,continuandoaridere,sivoltò,videilgattonerograndeegrossosedutosuuna
poltrona.
<<Accidenti! Sei un seduttore molto originale, ma temo che a Bubulina non piaccia la tua
musica.Cherazzadiconcerto!>>dissel'umano.
<<Sochecantomoltomale.Manessunoèperfetto>>ribattéZorbanellinguaggiodegli
umani.
L'umanoaprìlabocca,sitiròunceffoneeappoggiòlaschienaallaparete.
<<Pa…pa…parli>>esclamòl'umano.
<<Lofaianchetueiononmistupisco.Perfavore,calmati>>loesortòZorba.
<<U…unga…gatto…cheparla…>>dissel'umanolasciandosicaderesuldivano.
<<Nonparlo,miagolo,manellatualingua.Somiagolareinmoltelingue>>spiegòZorba.
L'umano si portò le mani alla testa e si tappò gli occhi ripetendo 'è la stanchezza, è la
stanchezza'.Maquandotolselemani,ilgattonerograndeegrossoeraancorasullapoltrona.
<<Sonoallucinazioni.Verocheseiun'allucinazione?>>chiesel'umano.
<<No.Sonoungattoverochemiagolaconte>>assicuròZorba.<<Framoltiumani,noigatti
del porto abbiamo scelto te per confidarti un grande problema, perché tu possa aiutarci. Non sei
impazzito.Iosonoreale>>.
<<Edicichemiagoliinmoltelingue?>>chieseincredulol'umano.
<<Suppongochetunevoglialaprova.Avanti>>proposeZorba.
<<Bonjour>>dissel'umano.
<<Etardi.Emegliodirebonsoir>>locorresseZorba.
<<Kalimèra>>insistél'umano.
<<Kalispèra,tel'hodetto,ètardi>>tornòacorreggerloZorba.
<<Dobardan!>>gridòl'umano.
<<Dobarvecer,micrediadesso?>>chieseZorba.
<<Sì. E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare>> rispose
l'umano.
<<Allorapossoandarealsodo>>proposeZorba.
L'umanoannuì,maglichiesedirispettareilritualediconversazionedegliumani.Servìalgatto
unascodellaailatte,epoisiaccomodòsuldivanoconunbicchieredicognacfralemani.
<<Miagola,gatto>>dissel'umano,eZorbagliriferìlastoriadellagabbiana,dell'uovo,di
Fortunata,edegliinfruttuosisforzideigattiperinsegnarleavolare.
<<Puoiaiutarci?>>domandòZorbadopoaverconclusoilsuoracconto.
<<Credodisì.Equestanottestessa>>risposel'umano.
<<Questanottestessa?Neseisicuro?>>chieseconfermaZorba.
<<Guardafuoridallafinestra,gatto.Guardailcielo.Cosavedi?>>loesortòl'umano.
<<Nuvole.Nuvolenere.Siavvicinauntemporaleemoltoprestopioverà>>osservòZorba.
<<Eccoperché>>dissel'umano.
<<Noncapisco.Midispiace,manoncapisco>>siscusòZorba.
Alloral'umanoandòallasuascrivaniapreseunlibroecercòtralepagine.
<<Ascolta,gatto.TileggeròunacosadiunpoetachesichiamaBernardoAtxaga.Deiversidi
unapoesiaintitolataIgabbiani:
Mailloropiccolocuore
—lostessodegliequilibristipernullasospiratanto
comeperquellapioggiasciocca
chequasisempreportailvento,
chequasisempreportailsole>>.
<<Capisco.Erosicurochepoteviaiutarci>>miagolòZorbasaltandogiùdallapoltrona.
Si dettero appuntamento a mezzanotte davanti alla porta del bazar, e il gatto nero grande e
grossocorseviaainformareisuoicompagni.
CAPITOLOUNDICESIMO:Ilvolo
Una pioggia fitta cadeva su Amburgo e dai giardini si alzava un profumo di terra umida.
L'asfaltodellestradesplendevaeleinsegnealneonsiriflettevanodeformisullasuperficiebagnata.
Un uomo avvolto in un impermeabile camminava in una solitaria strada del porto dirigendo i suoi
passiversoilbazardiHarry.
<<Assolutamenteno!>>strillòloscimpanzè.
<<Anchesemiconficcateivostricinquantaartiglinelculo,iolaportanonlaapro!>>
<<Manessunohaintenzionedifartidelmale.Tiabbiamosolochiestounfavore,tuttoqui>>
miagolòZorba.
<<L'orariodiaperturavadallenovedelmattinoalleseidelpomeriggio.Èilregolamento
edeveessererispettato>>strillòMattia.
<<Peribaffideltricheco!Nonpotrestiesseregentilealmenounavoltainvitatua,macaco?>>
miagolòSopravento.
<<Perfavore,signorascimmia>>stridettesupplichevoleFortunata.
<<Impossibile!Ilregolamentomiimpediscediallungarelamanoediaprireilchiavistelloche
voi,sacchidipulci,nonavendoditanonpoteteaprire>>strillòintonocanzonatorioMattia.
<<Seiunascimmiaterribile,terribile!>>miagolòDiderot.
<<C'è un umano per strada e sta guardando l'orologio>> annunciò Segretario che sbirciava
fuori.
<<Èilpoeta!Nonc'ètempodaperdere!>>miagolòZorbacorrendoatuttavelocitàverso
lafinestra.
Le campane della chiesa di San Michele iniziarono a suonare i dodici rintocchi della
mezzanotteel'umanosussultòalrumoredivetrirotti.Ilgattonerograndeegrossocadde
perstradainmezzoaunapioggiadischegge,masirialzòsenzapreoccuparsiperleferitealla
testa,esaltòdinuovodentrolafinestradallaqualeerauscito.
L'umanosiavvicinònelprecisoistanteincuiunagabbianavenivasollevatadavarigattifinoal
davanzale.Dietroigatti,unoscimpanzèsipalpeggiavalafacciacercandoditapparsiocchi,orecchi
eboccaallostessotempo.
<<Prendila!Chenonsiferiscacoivetri>>miagolòZorba.
<<Venitequatuttiedue>>dissel'umanoprendendolainbraccio.
L'umanosiallontanòinfrettadallafinestradelbazar.Sottol'impermeabileavevaungattonero
grandeegrossoeunagabbianadallepiumed'argento.
<<Canaglie!Banditi!Melapagherete!>>strillòloscimpanzè.
<<Te la sei voluta. E sai cosa penserà Harry domani? Che sei stato tu a rompere il vetro>>
ribattéSegretario.
<<Accidenti,anchestavoltaèriuscitoatogliermiimiagoliidibocca>>protestòColonnello.
<<Per i denti della murena! Sul tetto! Vedremo volare la nostra Fortunata!>> miagolò
Sopravento.
Il gatto nero grande e grosso e la gabbianella stavano ben comodi sotto l'impermeabile, al
calducciocontroilcorpodell'umanochecamminavaconpassirapidiesicuri.Sentivanoilorotre
cuoribattereconritmidiversi,maconlastessaintensità.
<<Gatto, sei ferito?>> chiese l'umano vedendo delle macchie di sangue sui risvolti
dell'impermeabile.
<<Nonimporta.Doveandiamo?>>chieseZorba.
<<Capiscil'umano?>>stridetteFortunata.
<<Sì.Edèunabravapersonachetiaiuteràavolare>>leassicuròZorba.
<<Capiscilagabbiana?>>chiesel'umano.
<<Dimmidovestiamoandando>>insistéZorba.
<<Danessunaparte,siamoarrivati>>risposel'umano.
Zorba fece capolino. Erano davanti a un edificio alto. Sollevò gli occhi e riconobbe il
campanile di San Michele illuminato da vari riflettori. I fasci di luce colpivano in pieno la sua
strutturaslanciatarivestitadilastrediramecheiltempo,lapioggiaeiventiavevano
copertodiunapatinaverde.
<<Leportesonochiuse>>miagolòZorba.
<<Nontutte>>dissel'umano.<<Nellenottidiburrascahol'abitudinedivenirequiafumareea
riflettereinsolitudine.Conoscoun'entratapernoi>>.
Feceroungiroesiintrufolaronodaunapiccolaportalateralechel'umanoaprìconl'aiutodiun
coltello a serramanico. Poi tirò fuori di tasca una torcia e, guidati dal suo sottile fascio di luce,
iniziaronoasalireunascalaachiocciolachesembravainterminabile.
<<Hopaura>>stridetteFortunata.
<<Mavuoivolare,vero?>>miagolòZorba.
DalcampanilediSanMichelesivedevatuttalacittà.Lapioggiaavvolgevalatorre
dellatelevisione,ealportolegrusembravanoanimaliinriposo.
<<Guarda,sivedeilbazardiHarry.Inostriamicisonolaggiù>>miagolòZorba.
<<Hopaura!Mamma!>>stridetteFortunata.
Zorbasaltòsullabalaustrachegiravaattornoalcampanile.Inbassoleautosembravanoinsetti
dagliocchibrillanti.L'umanopreselagabbianatralemani.
<<No!Hopaura!Zorba!Zorba!>>stridetteFortunatabeccandolemanidell'umano.
<<Aspetta.Posalasullabalaustra>>miagolòZorba.
<<Nonavevointenzionedibuttarlagiù>>dissel'umano.
<<Oravolerai,Fortunata.Respira.Sentilapioggia.Èacqua.Nellatuavitaavraimoltimotivi
peresserefelice,unodiquestisichiamaacqua,unaltrosichiamavento,unaltro
ancorasichiamasoleearrivasemprecomeunaricompensadopolapioggia.Sentilapioggia.
Aprileali>>miagolòZorba.
Lagabbianellaspiegòleali.Iriflettorilainondavanodiluceelapioggialecoprivadi
perlelepiume.L'umanoeilgattolaviderosollevarelatestacongliocchichiusi.
<<Lapioggia.L'acqua.Mipiace!>>stridette.
<<Oravolerai>>miagolòZorba.
<<Tivogliobene.Seiungattomoltobuono>>stridetteFortunataavvicinandosialbordodella
balaustra.
<<Oravolerai.Ilcielosaràtuttotuo>>miagolòZorba.
<<Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri gatti>> stridette lei già con metà delle zampe
fuori dalla balaustra, perché come dicevano i versi di Atxaga, il suo piccolo cuore era lo stesso
degliequilibristi.
<<Vola!>>miagolòZorbaallungandounazampaetoccandolaappena.
Fortunatascomparveallavista,el'umanoeilgattotemetteroilpeggio.Eracadutagiùcomeun
sasso. Col fiato sospeso si affacciarono alla balaustra, e allora la videro che batteva le ali
sorvolando il parcheggio, e poi seguirono il suo volo in alto, molto più in alto della banderuola
doratachecoronalasingolarebellezzadiSanMichele.
Fortunata volava solitaria nella notte amburghese. Si allontanava battendo le ali con energia
finoasorvolarelegrudelporto,glialberidellebarche,esubitodopotornavaindietroplanando,
girandopiùvolteattornoalcampaniledellachiesa.
<<Volo!Zorba!Sovolare!>>stridevaeuforicadalvastocielogrigio.
L'umanoaccarezzòildorsodelgatto.
<<Bene,gatto.Cisiamoriusciti>>dissesospirando.
<<Sì,sull'orlodelbaratrohacapitolacosapiùimportante>>miagolòZorba.
<<Ahsì?Ecosahacapito?>>chiesel'umano.
<<Chevolasolochiosafarlo>>miagolòZorba.
<<Immaginocheadessotupreferiscarimaneresolo.Tiaspettogiù>>losalutòl'umano.
Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad
annebbiareisuoiocchigiallidigattonerograndeegrosso,digattobuono,digattonobile,digatto
delporto.
Laufenburg,ForestaNera,1996
LuisSepúlvedaènatoinCilenel1949,eviveattualmentetraAmburgoeParigi.
Èautorediromanzi,raccontiecommedie.Membroattivodell'Unitàpopolarecilena,neglianni
Settanta,dopoilcolpodistatomilitare,hadovutoabbandonareilsuopaese.
Ha viaggiato e lavorato in Brasile, Uruguay, Paraguay e Perù; ha vissuto in Ecuador tra gli
indiosShuar,comemembrodiunamissionedistudidell'Unesco;hagiratotuttoilmondo,ancheal
seguitodell'equipaggiodiGreenpeace.
Haottenutoungrandesuccessointernazionalecon'Ilvecchiocheleggevaromanzid'amore','Il
mondoallafinedelmondo','Unnomedatorero'e'Lafrontierascomparsa',tuttipubblicatiinItalia
daGuanda.
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