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Corriere Adriatico
Articolo del giorno 18/10/2008 Corriere Adriatico Il sindaco Montali: “Chiaravalle ha un legame indissolubile con la più antica fabbrica di lavorati del tabacco d’Italia” La visita per assistere al ciclo produttivo Celebrazioni per i 200 anni della fondazione del Comune Porte aperte alla Manifattura CHIARAVALLE - La manifattura apre le sue porte alla città. I capannoni industriali, i cortili alberati e i lunghi corridoi della fabbrica di tabacco più antica d’Italia torneranno sabato 25 al centro della vita di Chiaravalle. Le celebrazioni per i 200 anni dalla fondazione della città non potevano che concludersi alla manifattura. Tutto infatti è nato da lì, dall’odore di tabacco e dallo spirito imprenditoriale dei monaci dell’abbazia. Sabato a partire dalle 17 sarà possibile visitare lo stabilimento e assistere al ciclo produttivo delle sigarette. A raccontare la storia della manifattura saranno i pannelli sistemati lungo il percorso, un documentario sulla vita delle sigaraie proiettato in anteprima e alcuni dipendenti di oggi che hanno dato la loro disponibilità a collaborare a questo evento, ideato da Roberta Manzotti e Lucio Lombardi. “Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito dell’amministrazione comunale - ha sottolineato ieri in conferenza stampa Maurizio Zaccheo, amministratore delegato della Mit, la società che un anno fa ha rilevato la manifattura dalla British American Tabacco - con “Porte aperte” vogliamo rinnovare un legame antico e profondo con la città, specie oggi che la manifattura è tornata sotto il controllo di un gruppo italiano”. “La nascita del Comune - ha proseguito il sindaco Montali - è indissolubilmente legata alla produzione e alla lavorazione del tabacco. In questi anni la fabbrica ha subito alterne vicende, ma i buoni risultati recenti ci fanno sperare in un futuro positivo per l’attività della manifattura”. Attualmente in questo enorme complesso di 72 mila metri quadrati e 19 palazzine lavorano appena 75 persone. È praticamente quanto resta della presenza italiana nel settore. Eppure, a detta dei nuovi amministratori, ci sono delle prospettive di crescita nel business del “fumo legalizzato”: proprio ieri è infatti partito da Chiaravalle il primo carico di sigarette per la Spagna. “Porte aperte” avrà il suo epilogo alle 21 con uno spettacolo di David Riondino e Dario Vergassola, che proporranno la loro versione di “Madame Bovary” in un’ambientazione inusuale, tra torri di filtri e di tabacco semilavorato. L’ingresso è gratuito. “La manifattura per Chiaravalle non è stata solo un luogo di lavoro, ma anche di cultura e di circolazione delle idee”, ha sottolineato l’assessore Lorenzo Fabbri. “Un luogo dove tante donne di Chiaravalle si sono emancipate grazie al lavoro, rendendosi autonome e indipendenti”, ha aggiunto l’assessore Michela Verdenelli concludendo la conferenza stampa. GABRIELE CARLETTI Articolo del giorno 05/11/2008 Corriere Adriatico Arte contemporanea alla ribalta. L’obiettivo è promuovere ogni mese le recenti tendenze Presentata in Pinacoteca l’ultima sfida dell’assessore Valentina Conti Nove giovani artisti in mostra Si comincia nello spazio barocco della chiesa di San Bernardo JESI - Si chiama “Nuove Sviste-Nove percorsi di arte contemporanea” ed è l’ultima sfida dell’assessorato alla cultura del Comune in collaborazione con la Pinacoteca, la Provincia e lo Studio per le Arti della stampa. Nove mostre di altrettanti giovani artisti dai 23 ai 40 anni, che attraverso le loro opere interpreteranno i diversi e nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. L’evento è stato presentato ieri dall’assessore Valentina Conti, dalla direttrice della Pinacoteca Loretta Mozzoni, dalla curatrice della rassegna Simona Cardinali. Il progetto grafico, un comporsi di pagine, schede e colori da raccogliere a ogni mostra fino a completare l’intero catalogo, è curato dallo studio grafico Rosso di Grana di Roberta Manzotti. “Si comincia domenica alle 18,30 nel magnifico spazio barocco della chiesa di San Bernardo - spiega l’assessore Conti - con la mostra del duo Atelier B, ovvero il figlio d’arte Giorgio Bartocci e Leonardo Fernandez. Ogni mese alterneremo un nuovo artista che per due settimane esporrà le sue opere”. A dire la verità, il “la” era quello della splendida mostra di Simona Bramati, nella diversa location di Palazzo della Signoria. Poi, Atelier B che cederanno il passo a Marta Mancini, Matteo Giacchella, Corrado Caimmi, Alessio Paci, Lorenzo Mariani, Gianluca Mainiero e Roberta Conti. “L’obiettivo è valorizzare e promuovere le ultime tendenze dell’arte contemporanea aggiungono la Mozzoni e la Cardinali - oltre che offrire alla creatività giovanile delle occasioni di visibilità, favorendo lo sviluppo di un circuito culturale e artistico indirizzato in particolare ai giovani talenti. TALITA FREZZI Articolo del giorno 14/12/2007 Corriere Adriatico Il presidente Mazzufferi ha presentato il libro di Annalisa Filonzi per i 131 anni di storia e attività Il Circolo cittadino si racconta JESI – Oltre 140 pagine per raccontare una storia che attraversa tre secoli. Il Circolo cittadino compie 131 anni e per l’occasione esce un libro che ne traccia l’evoluzione “riscoprendo le radici di una realtà che è cresciuta con Jesi e racconta le abitudini di questa città”, commenta Mario Mazzufferi, presidente del Circolo alla presentazione alla stampa del volume. Con lui anche l’autrice del testo, Annalisa Filonzi e la curatrice della grafica Roberta Manzotti. E domenica il volume “Circolo cittadino di Jesi, 130 anni di storia nella città” sarà illustrato con un convegno aperto a tutti, a partire dalle 18 presso la sala del Lampadario della struttura. Foto e testi dunque per raccontare una storia iniziata il 24 dicembre del 1876, attraverso i presidenti che si sono succeduti, gli eventi, lo sport, la cultura, le sedi e i diversi nomi, passando da Società di lettura e conversazione a Circolo del littorio fino all’attuale denominazione. E siamo negli anni ’50. “L’idea del libro – dice Mazzufferi – è nata l’anno scorso dopo il restyling del piano nobile del circolo. E per l’occasione cercavo del materiale sulla storia da poter inserire nella brochure di presentazione. Ma niente. Mi sono accorto che in 130 anni non c’era niente di scritto a parte i verbali. E allora ho sentito l’esigenza di fare qualcosa per raccontare queste radici”. Sei mesi di lavoro, 142 pagine a colori, 8 capitoli che “restituiscono alla città una memoria”, spiega l’autrice. E aggiunge: “lavorando sui verbali ho riscoperto la storia della città con note di colore anche sulla vita quotidiana del circolo nei diversi anni con documenti inediti messi a disposizione dall’archivio Carotti o da Corrado Olmi. E proprio da quest'ultimo ho scoperto che anche Valeria Moriconi ha esordito qui con la filodrammatica del circolo”. Nato alla fine dell’ottocento grazie ad un industriale bolognese che venne a Jesi per motivi di lavoro, il Circolo ha avuto la sua prima sede nelle stanze di un palazzo lungo corso Matteotti. Primo presidente fu Luigi Tommasi. Poi il trasferimento. Dal 1880 al 1957 il circolo va nel palazzo dell’ex Appannaggio. Il 10 maggio del 1950 invece c’è la posa della prima pietra della nuova e ultima sede, quella attuale in via mura Occidentali su progetto dell’architetto jesino Dagoperto Ortensi. Dunque, anche la sede storica di questa realtà compie 50 anni di vita. “Quella che abbiamo voluto realizzare è un’operazione culturale forte – prosegue Mazzufferi – Siamo andati alla ricerca delle radici, le abbiamo scoperte e in questo modo consegnate ai giovani, alle future generazioni che contribuiranno alla vita del circolo e ai futuri soci”. E dopo il libro, obiettivo per il prossimo anno è allestire una mostra con il materiale fotografico recuperato. Intanto domenica a partire dalle 18 nella sala del Lampadario si terrà un convegno per presentare il volume a cui parteciperanno tra gli altri anche Patrizia Casagrande, presidente della Provincia di Ancona, Fabiano Belcecchi, sindaco di Jesi, Valentina Conti, assessore alla Cultura dell’ente, Rosalia Bigliardi, direttrice della biblioteca Planettiana. Occasione per festeggiare i 131 anni di vita della struttura e i 50 anni della sede guardando al futuro. “E lasciando un segno per la città, restituendo una voce che altrimenti avrebbe rischiato di andare perduta in un racconto sincero di un momento particolare della giornata di tanti cittadini, quello del tempo libero”, scrive l’autrice. CARLA TROIANI Articolo del giorno 02/12/2004 Corriere adriatico Festa e convegno a San Paolo di Jesi Da zitella a single La “cavata” si adegua ai tempi SAN PAOLO DI JESI – Uomini, tremate... le zitelle sono tornate! Battagliere, fiere del loro essere nubili, o meglio single. Per le donne del XXI secolo si è ribaltata la prospettiva. Niente più ‘rmaste o zitelle come si chiamavano nel Settecento quelle neglette non maritate per scelta degli altri o perché troppo povere per possedere una dote. Oggi le donne sono single, volitive, determinate, in carriera e anche “sfacciate”. Non sposate ma per loro scelta, per calcolo puro e semplice. Meglio soloe che male accompagnate. Sono moderne, uno status symbol. Donne che si truccano e indossano pantaloni, portano scarpe da Bratz, alte, pesanti e originariamente concepite per le prostitute. E proprio questa è l’immagine della “conquista della dote” scelta da Roberta Manzotti dello studio di progettazione grafica “Rosso di Grana” per rappresentare l’edizione n. 302 della Cavata delle Zitelle. Una tradizione popolare che cambia prospettiva al pari della figura della zitella: diventa un appuntamento di attualità e divertimento grazie alla sinergia tra “Noi Cultura” e il Comune di San Paolo che pensa in chiave moderna. “La zitella di oggi – spiega la Manzotti – nella sua rappresentazione visiva è la “pupa” tratta dall’iconografia tipica dei birocci marchigiani, in abito tradizionale. Ma con trucco pesante, gonna accorciata e scarpe Bratz. La zitella è protagonista del convegno “La conquista della dote: come si diventa da zitella a single”, un excursus sulla figura della donna nella società dal settecento a oggi”. Contrasto e provocazione dei nuovi costumi: ne parleranno dopodomani alle 16 a Palazzo Bassi la designer Patrizia Gucci, lo storico Riccardo Ceccarelli, il teologo Serena Tajè e la giornalista Simona Marini. La cabarettista Lucia Fraboni metterà in evidenza difetti e “strafalcioni” della single. Poi toccherà al presidente della Provincia Enzo Giancarli, l’assessore alla cultura Sandro Barcaglioni e il sindaco Sandro Cesaroni. “Accanto alla tradizionale Cavata aggiunge Barcaglioni - c’è un progetto didattico che ha visto i bambini delle materne ed elementari del paese intervistare le nonne per sapere come era il matrimonio ai loro tempi. Un lavoro proiettato a Palazzo Bassi, sede anche della mostra “I luoghi della donna” curata da Tania Bini di NoiCultura. Oggetti tipici antichi e moderni per rileggere la donna, in esposizione fino al 6 gennaio”. Ma la Cavata 2004 è anche la tradizione dell’Imbussolamento, la sfilata in costume d’epoca, il premio nazionale di poesia “Verdicchio in Versi”, la festa che dura fino a mercoledì. Eppoi, la famosa dote di don Anton Agabiti: 500 euro da intascare nove mesi dopo il matrimonio. Così vuole la tradizione sin dal 1702 e quella, modernità o no, non si cambia. TALITA FREZZI Articolo del giorno 01/05/2005 Corriere Adriatico In tanti alla presentazione del volume. Il contriìbuto della Carisj Chiaravalle, l’abbazia in un libro “Santa Maria in Castagnola, una storia per immagini” CHIARAVALLE - Un libro profondo, elegante, illuminante e luminoso. Come la luce che entra dal rosone della bella abbazia di Santa Maria in Castagnola, quella luce bianca, simbolo di purezza e semplicità, che caratterizza l'architettura cistercense e che spinge il cristiano all'ascesi, al raggiungimento di Dio. La chiesa, voluta da San Bernardo nel XII secolo nel bel mezzo di un luogo allora inospitale con un fitto bosco di querce "castagnole", è al centro del bel libro "Una storia per immagini - L'abbazia di Santa Maria in Castagnola", presentato venerdì proprio all'interno dell'abbazia cistercense di Chiaravalle dal sindaco Daniela Montali, dall'assessore alla cultura Marco Boschi, dalla storica Maria Rosa Albino, dal parroco don Giancarlo Giuliani e da don Luigi Ambrogio Rottini, abate presidente generale dell'ordine dei Cistercensi. “Cari amici chiaravallesi - é stato l'augurio di don Ambrogio, che a Chiaravalle ricoprì il ruolo di vice parroco dal 1978 al 1985 - camminate nella luce, perché questo è l'insegnamento e l'invito di San Bernardo”. Maria Rosa Albino ha illustrato le caratteristiche architettoniche e storiche dell'abbazia intorno al quale si è sviluppata la città, evidenziando il profondo significato sociale della presenza dei cistercensi a Chiaravalle, del loro costante impegno nel lavoro, nella costituzione della manifattura tabacchi che tanti benefici ha regalato all'economia cittadina ed all'emancipazione femminile che a Chiaravalle ha precorso i tempi, "tanto che - ha detto la Albino - si può parlare di una cittadina a vocazione femminile, visto che la chiesa è intitolata alla San Madre e la città ha dato i natali ad una grande donna come Maria Montessori oltre che tanto lavoro alle "sigaraie" della manifattura tabacchi". Dio è lunghezza, larghezza, altezza e profondità - ha aggiunto la Albino - e questo assunto di San Bernardo è ben esplicitato dalla struttura dell'abbazia di Chiaravalle". La pubblicazione del prestigioso volume è stata resa possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi che ha anche stanziato rilevanti fondi per la ristrutturazione dell'abbazia. Il progetto grafico è stato ideato da Roberta Manzotti mentre i testi, chiari ed esaurienti, sono stati scritti da Luca Fiancarli e Romina Quarchioni. Le splendide foto che mostrano l'esterno, gli interni e molti certosini particolari di quadri ed ambienti abbaziali e tra le quali spiccano anche due intense immagini del precedente parroco don Gerardo Rocconi e del decano dei sacerdoti di S. Maria in Castagnola, don Stefano (Franco Mattoni) sono state realizzate da quindici soci dell'Associazione Gruppo Fotografico della Manifattura Tabacchi. Il libro può essere acquistato al centro culturale polivalente in piazza Mazzini e nelle librerie chiaravallesi al prezzo di 30 euro. GIANLUCA FENUCCI Articolo del giorno 24/10/2007 Corriere Adriatico Convegno internazionale venerdì e sabato a Chiaravalle La Montessori, una designer? CHIARAVALLE - Chiunque si avvicini al materiale didattico ideato da Maria Montessori non può che rimanere stupito della modernità di forme e colori. Oltre alla grande e dimostrata validità pedagogica di materiali, che da oltre cent’anni, riprendono vita in mano ai bambini, si può parlare di design? E’ dietro a questa domanda che si è sviluppato il filo conduttore dell’ideazione del convegno “Maria Montessori. Un design per la pedagogia”, che si terrà al Teatro Comunale di Chiaravalle venerdì e sabato prossimi e che vede il patrocinio del presidente della Repubblica Napolitano. A confronto, durante le due giornate del convegno, le analisi di molti studiosi italiani del settore, impegnati ad approfondire le origini, le strutture e le finalità degli oggetti educativi disegnati e progettati da Maria Montessori, confrontate alla luce delle moderne teorie del design, disciplina che segue il lavoro della pedagogista a decine di anni di distanza dalla sua elaborazione. Con loro gli esperti montessoriani provenienti da tutto il mondo che evidenzieranno come la mente dei bambini elabori gli stimoli indotti dal materiale didattico, traducendoli in apprendimento. Un processo di interazione che collega direttamente pedagogisti e designer, in un rapporto tra educazione ed estetica tutto da scoprire e da studiare a fondo. Grazie al lavoro di Pino Grimaldi, Roberta Manzotti, Lucio Lombardi e la Fondazione si ha ragione di credere che questo appuntamento internazionale darà la possibilità di arricchire ancora di più l’importante lavoro di Maria Montessori.