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Ringrazio per l`invito a questo incontro che considero davvero utile e
"Area metropolitana di Bari e sviluppo territoriale"
martedì 9 febbraio 2016
Sala Conferenze Università Aldo Moro, Bari
Intervento del segretario generale aggiunto Cisl Area metropolitana bolognese Danilo Francesconi
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Ringrazio per l’invito a questo incontro che considero davvero utile e proficuo,
per raccogliere idee progetti e proposte per la futura città metropolitana di
Bari.
Cercherò di portarvi un contributo derivante da quello che è oggi l’esperienza
dell’area metropolitana bolognese, intesa come hub regionale, che guida i 55
comuni del territorio di cui alcuni già sotto forma di unioni comunali, e 1
milione di abitanti.
Noi tutti, a partire dalle istituzioni dobbiamo aiutare i cittadini ad entrare in
un'ottica metropolitana, che è nuova e va metabolizzata; il rischio è che la
distanza fra politica e cittadini renda il concetto di area metropolitana come
qualcosa di astratto, che ha ben poca aderenza con la vita delle persone,
mentre sappiamo che così non è, perché questa è la direzione e non si torna
indietro.
L’Area metropolitana svolge il ruolo di centro di snodo produttivo, di ricerca,
di innovazione e di sapere in intesa con la regione e in prospettiva,
superando l’essere ente di secondo grado, dovrà prevedere l’elezione
diretta del sindaco metropolitano.
Per quanto riguarda l’Area metropolitana bolognese, dobbiamo riconoscere
che siamo partiti un po' avvantaggiati perché la “nostra storia” parte già tra
il 1994 e il 1996. In quel periodo avevamo cominciato a ragionare della città
metropolitana e di una possibile riforma innovativa dei quartieri.
Tra l’altro era stato da poco sottoscritto da 51 comuni su 60 l’accordo per la
città metropolitana e nel 1996 veniva realizzata una “Convenzione quadro”
per i servizi comunali.
Fu nel giugno 2004, dopo le elezioni amministrative, che si decise di
procedere a politiche territoriali su area vasta. Per questa ragione Cgil, Cisl e
Uil lanciarono il loro progetto di “Città metropolitana” che toccava già temi
quali il Patto per il lavoro e la competitività ed il coordinamento delle
politiche sociali con l’istituzione di una conferenza sociale e sanitaria.
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Nel 2013 Bologna è stata la prima città in Italia a realizzare un Piano
Strategico Metropolitano PSM (con il coinvolgimento delle organizzazioni
sindacali)
Dall'inizio 2016, in concomitanza con l’elezione del sindaco della città
capoluogo, è iniziato, attraverso una serie di incontri nelle sei grandi aree
della città metropolitana, un percorso di verifica delle linee di azione previste
dal piano 2013 per eventualmente rimodularle, inserirne delle nuove,
integrarle con il coinvolgimento delle associazioni datoriali e di
rappresentanza.
La Legge regionale n.13 del luglio di quest’anno “Riforma del sistema di
Governo regionale e locale….” (parliamo della Legge di riordino istituzionale
del nostro territorio) doveva nascere all’interno della Legge 56/2014 che
aveva il compito di delineare le competenze della vecchia Provincia
implementandole con quelle previste dalla norma istitutiva delle Città
Metropolitane.
Possiamo dire che le aspettative sono state in parte tradite anche se la
Regione Emilia-Romagna ha provveduto perlomeno a fare specifici accordi
con i sindacati di categoria per la gestione degli organici della ex Provincia e
la loro ricollocazione.
Rimanendo in tema di aspettative tradite, sottolineiamo che la Legge di
Stabilità del 2015 ha portato una riduzione della spesa corrente per le città
metropolitane, creando come è facilmente intuibile, non poche difficoltà. La
cosa è davvero anacronistica e possiamo dire che non si può “far nascere un
bambino e poi rischiare di non nutrirlo”.
Questo paese ha bisogno di una chiarezza definitiva sul tema del
federalismo, perché spesso ci troviamo in una confusione totale sia a livello
nazionale che a livello locale
Il compito di noi tutti è quello di far diventare la Città metropolitana un
sistema di Governo condiviso che punti alla realizzazione di progetti in tempi
rapidi, intendiamo: la creazione di infrastrutture, l’attuazione di politiche
attive di welfare attraverso la compartecipazione della spesa e sussidiarietà,
parola chiave per la nuova azione sociale.
Per fare questo occorre garantire alle città metropolitane poteri e strumenti
chiari sui temi legati allo sviluppo economico, con competenze esclusive
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valide secondo un principio di sussidiarietà. E si deve incentivare il
coordinamento tra le città metropolitane, mettendo a fattor comune le
esperienze di co-sviluppo che già oggi sono in essere (patti per lo sviluppo,
tavoli intermetropolitani.
La strategia competitiva dell’Italia si lega strettamente alle città
metropolitane, riconoscendole come “progetti per lo sviluppo nazionale” e
organizzando in coerenza le grandi scelte e gli investimenti del Paese.
Il 13/01/2016 abbiamo siglato un intesa generale quadro che prevede la
definizione della Sede Istituzionale e di indirizzo (prevista dalla Legge 13).
La Regione si impegna ad adeguare la legislazione di settore al ruolo
istituzionale della Città Meropolitana di Bologna definito ente con "finalità
istituzionali generali". Il percorso prevede successive intese applicative per
definire le ulteriori funzioni stabilite nel Piano Strategico Metropolitano.
Per quanto concerne la pianificazione strategica e urbanistica, la città
metropolitana è un hub regionale e come tale guida le unioni di comuni e i
Comuni ricadenti nel suo territorio e svolge la pianificazione strategica
d'intesa con la Regione (un unico Piano Territoriale Metropolitano coerente
con il Piano Territoriale Regionale).
- Mobilità, trasporti e infrastrutture: programmazione esercitata dalla
Regione, previa intesa con la Città Metropolitana attraverso specifiche intese
attuative sulle infrastrutture strategiche metropolitane di rilievo nazionale e
internazionale (interporto, aeroporto): decide la Regione, d'intesa con lo
Stato, acquisita la proposta della Città Metropolitana
- Definizione di obiettivi comuni per lo sviluppo economico e sociale
(attrattività , ricerca, fiera, low carbony economy, promozione turistica)
funzioni esercitate dalla Città Metropolitana sulla base degli obiettivi definiti
nel PSM e nel Patto per il lavoro regionale
-Welfare: unica CTSS (Conferenza territoriale socio sanitaria) e integrazione
degli insediamenti ospedalieri attraverso un'unica rete clinica
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I dati occupazionali sono sotto gli occhi di tutti e ci preoccupano molto: la
sofferenza del lavoro che manca e la crisi profondissima di alcuni settori
dell’economia in primis la filiera dell’edilizia che ha impoverito in maniera
forte e duratura la risorsa lavoro/occupazione per vaste aree del paese. Il
perdurare di atteggiamenti istituzionali a volte schizofrenici e surreali
rispetto a grandi opere discusse, programmate, definite e poi purtroppo
spesso rinviate o peggio abbandonate, non aiutano certo nella ricerca di
risposte, anche se parziali, al vuoto occupazionale lasciato dalla crisi dell’intera
filiera dell’edilizia e non solo. Per non parlare del disorientamento che si crea
nelle comunità. Sto pensando al passante nord dell’Area metropolitana
bolognese, ma di sicuro non si tratta dell’unico caso in Italia.
I segnali confortanti rispetto ad una inversione del trend di crisi con un ritorno
al segno più per una serie di importanti settori della manifattura e della grande
distribuzione anche se sappiamo che non sono ancora sufficienti per parlare di
una ripresa strutturale.
Negli incontri tenutesi per il Piano strategico metropolitano bolognese,
abbiamo chiesto al futuro governo metropolitano e ai comuni che lo
compongono di farsi promotori di manufacturing zone proprio per quelle
aree dove la crisi della manifattura è più forte, provando a tracciare un
percorso volto ad un nuovo sviluppo industriale aperto a tutti i modelli
imprenditoriali attraverso un patto fra istituzioni, associazioni di impresa,
sindacati e mondo della scuola e della formazione. Il primo passo è quello di
attivare da subito laboratori di sperimentazione di misure per il rilancio della
competitività industriale dei territori, per attrarre investimenti e favorire
l’occupazione, e se penso al vostro territorio con una particolare
all’agroalimentare, alla meccatronica, al chimico farmaceutico e al turismo.
Parallelamente occorre avviare una stagione di relazioni industriali fortemente
orientate alla competitività, all’occupazione, alla partecipazione dei lavoratori
e alla coesione sociale. Importante nella promozione di un territorio è
l’ impegno forte delle istituzioni sul versante della sburocratizzazione
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Parliamo di zone all’interno delle quali le aziende possano trovare rinnovate
condizioni di reale vantaggio competitivo in termini di costo, flessibilità,
competenza delle risorse umane , formazione professionale, strutture di
ricerca, dotazione infrastrutturale, fiscalità e incentivi alla crescita e
all’innovazione. Si devono dotare queste aree di servizi pubblici,
infrastrutture, reti elettriche a basso costo,
scuole , servizi per l’infanzia,
centri congressi, teatri, ecc ecc . Inoltre dove i lavoratori trovino maggiori
garanzie di stabilità occupazionale e di partecipazione ai processi decisionali
e anche, perche no, al capitale di impresa. I giovani possano trovare il luogo
ideale per formarsi e realizzarsi professionalmente anche attraverso una reale
e concreta alternanza scuola-lavoro. Ma anche dal punto di vista umano
creando all’interno della Città Metropolitana le dimensioni di comunità
attraverso una rete di welfare universale ed inclusiva, che non si regga solo
sulle esperienze progettuali del mondo cooperativo e del terzo settore ma su
un investimento strutturale del pubblico in questo settore
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