FAVALLI Fondamenti della Medicina Cinese Dao, Qi, Yin e Yang
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FAVALLI Fondamenti della Medicina Cinese Dao, Qi, Yin e Yang
Università degli Studi di Brescia Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Medicina Sperimentale ed Applicata In collaborazione con U.M.A.B. (Unione Medici Agopuntori Bresciani) Agopuntura, Medicina Tradizionale Cinese e Qualità della Vita Corso annuale teorico-pratico di perfezionamento I Fondamenti della Medicina Cinese: Dào 道 Qì 气 Yīn 阴 Yáng 阳 Materiale didattico fornito da: Dr. Roberto Favalli (UMAB-Unione Medici Agopuntori Bresciani) 1 Il Dao, il Qi, lo Yin e lo Yang L’Agopuntura rappresenta, per il mondo occidentale, il simbolo della scienza medica estremo-orientale. E’ una metodica antichissima, molto complessa e strutturata, che prevede la stimolazione d’aree ben definite e codificate della superficie corporea, gli agopunti, mediante l’infissione di aghi filiformi, nell’intento di interagire con i sistemi metabolici di controllo. L’Agopuntura o, più precisamente, l’Ago-Moxibustione o ago riscaldato, è solo una delle componenti del più vasto orizzonte medico presente nella sua terra d’origine, la Cina. Altri presidi terapeutici, quali Fitofarmacologia, Dietetica Energetica, Massaggio ed Esercizi Ginnici, danno voce alle grandi intuizioni che stanno alla base delle teorie della Medicina Cinese. 1 La Medicina Cinese è una scienza medica equivalente per impostazione alla Medicina Occidentale. Comprende studi di anatomia, fisiologia, patologia, semeiotica e clinica, cui, però, va aggiunto un aggettivo fondamentale: Energetiche. La Medicina Cinese si può definire “Medicina Energetica” perché si occupa preferenzialmente dello studio dell’Energia, della Funzione, nel suo essere fisiologico e nel divenire patologico. La Medicina Occidentale, invece, è più propriamente “Organica”, poiché valuta essenzialmente la Struttura, la Forma e la patologia conclamata. La Medicina Cinese è contemporaneamente allopatica, omeopatica e psicosomatica. Cura sia con i contrari (un patologia da Freddo si tratta con il Calore), che con i simili (il Calore in eccesso, “tossico”, si combatte con il Calore moderato, fisiologico), non cerca di riunire la mente con corpo per il semplice motivo che non li ha mai separati (gli agopunti principali per trattare la lombalgia possono curare anche la depressione). E’ la vera Medicina “Olistica”. La Medicina Cinese, Medicina Energetica, non è basata su modelli sperimentali, riproducibili in laboratorio, ma sull’osservazione del modello “in vivo” e sul confronto fra le esperienze di vari osservatori. Si può affermare che ha la stessa natura dei Proverbi popolari. [Proverbio: detto breve e spesso arguto, di origine popolare e molto diffuso, che contiene massime, norme, consigli fondati sull’esperienza. (Il nuovo Zingarelli, Vocabolario della Lingua Italiana, XI edizione)]. L’elemento distintivo del pensiero medico-filosofico cinese è l’“Analogia”. [Analogia: dal Greco analogia = proporzione 1) Relazione e affinità di due o più cose fra di loro. 2) Influenza assimilatrice che una forma esercita su un’altra. 3) Argomentazione che procedendo dalla somiglianza di due o più cose per uno o più aspetti, inferisce la somiglianza di queste stesse cose per qualche altro aspetto e consente un’estensione solo probabile della conoscenza. (Il nuovo Zingarelli, Vocabolario della Lingua Italiana, XI edizione)] 2 [Lo studio del pensiero filosofico cinese e della medicina che ne deriva, non può prescindere da un approccio almeno iniziale al principale strumento di elaborazione di questo sapere, che è l’analogia. L’analogia come modalità di rapporto, di relazione di entità o cose diverse tra loro per qualità e quantità, è il metodo privilegiato che ha consentito al pensiero cinese di strutturare quel mondo di corrispondenze che è la base del sapere antico. Ai Cinesi non è mai molto interessato misurare effetti e ricercare nessi causali, ma osservare e catalogare corrispondenze fino a ipotizzare una conoscenza esaustiva della realtà. Per capire il concetto di analogia bisogna ricordare i concetti di univocità ed equivocità. Quando un termine ha lo stesso significato per tutti i soggetti cui lo si riferisce, si dice che questo concetto è «uno», in quanto esprime sempre lo stesso contenuto. Ad esempio, il termine «animale» vale per un pesce, un uccello, un mammifero: è univoco. Quando un termine sta ad indicare oggetti diversi si dice equivoco. Ad esempio, il termine «leone» può indicare sia un animale che una costellazione. Il termine analogo è detto di soggetti che hanno un contenuto in parte uguale e in parte diverso. Ad esempio, la relazione padre-figlio è analoga a quella autoreopera. Ciò che vi è di comune in questa relazione è che il secondo termine non esisterebbe senza il primo. Si può definire l’analogia come un rapporto delle parti tra loro e con il tutto. Questo rapporto può essere tra cose diverse per quantità, qualità e persino per natura: sia per una città che per il corpo umano si può parlare di arterie e di circolazione. L’analogia è uno degli strumenti fondamentali per estendere la conoscenza dei fenomeni naturali sulla guida delle loro connessioni fondamentali. Una ulteriore implicazione che deriva dall’uso dell’analogia è il carattere sovrasensibile che spesso si percepisce nella descrizione della realtà naturale. L’analogia, infatti, sembra fatta apposta per fare del sensibile un continuo punto di rimando a qualcosa che, inespresso, è presente in ciò che si esperimenta, anche se è di natura diversa. Ana significa «in alto», «oltre» e dà l’idea di un passaggio da un ordine ad un altro, come ad esempio dall’animale all’umano, dall’umano al divino. Nella misura in cui le frontiere che marcano le delimitazioni di questi ambiti sono materialmente invalicabili, l’analogia li supera, mostrando ciò che vi è dì formalmente simile. Costituisce, perciò, il superamento continuo di un dato immanente che viene ricollocato all’interno di una catena di significati. A differenza dell’analisi, l’analogia è fatta per strutturare una conoscenza costituita di relazioni e di rapporti tra gli oggetti del sapere. Così la relazione tra il macrocosmo celeste ed il microcosmo umano, così tipici della cultura cinese, è costruibile solo mediante lo strumento analogico che, pur riconoscendo le differenze, grazie al metodico rilevamento dei dati, sa rintracciare le ragioni profonde delle somiglianze. Il rapporto analogico è alla base delle numerose descrizioni del corpo umano come di un paese, fatto di montagne, fiumi, mari, con palazzi e porte in cui, ad esempio i vasi costituiscono le strade, gli organi i fienili ed i granai, 3 amministrato da signori e funzionari: «II Cuore ha funzione di Signore... il Polmone è ministro e cancelliere... il Fegato è il comandante dell’esercito» (SuWen, cap. 8). L’analogia consente al saggio dell’antichità cinese la trasposizione della conoscenza delle relazioni tra i vari oggetti ed eventi del macrocosmo a quella piccola zona di esso, definita e delimitata, che è l’uomo. Non è un caso che si sia potuta diffondere l’affermazione, peraltro imprecisa, secondo cui i medici cinesi non avrebbero avuto la necessità di effettuare delle dissezioni anatomiche, essendo sufficiente per loro studiare le correlazioni energetiche tra i vari organi all’interno delle leggi di corrispondenza esistenti tra gli organi stessi e le strutture celesti. Nell’uomo, con le debite proporzioni, avvengono fenomeni «come nell’universo» e le relazioni che regolano la generazione e il reciproco controllo dei Soffi interni sono strutturate su leggi di similitudine analoghe a quelle che reggono i grandi movimenti dei Soffi a livello cosmico. Vicina e spesso confusa coi pensiero analogico è la nozione di corrispondenza, che non esprime che un caso particolare di similitudine. Infatti, mentre una analogia interviene tra soggetti diversi che hanno alcuni punti in comune, il rapporto di corrispondenza si instaura tra soggetti che intrattengono tra loro un rapporto di complementarietà. Esempio eclatante della teoria delle corrispondenze è la catalogazione della realtà secondo la legge dei Cinque elementi. Tutto viene classificato a partire dalle Cinque direzioni: i quattro punti cardinali ed il Centro. «L’Est genera il Vento. Il Vento genera il Legno. Il Legno genera l’acido. L’acido genera il Fegato. Il Fegato genera i muscoli. I muscoli generano il Cuore. Il Fegato comanda l’occhio» (Su-Wen, cap. 5). Il sole nasce all’est; anche il Soffio dell’universo si trasmette primariamente all’est, tramite il Vento. Il Vento è la potenza dell’universo che crea il movimento stesso; è ciò che agita le piante dall’interno all’esterno (Legno). Il Vento fa parte delle Cinque influenze celesti (Vento, Calore, Umidità, Secchezza, Freddo); il Legno fa parte dei Cinque elementi dell’universo (Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua). Nelle piante il Soffio dell’universo si conserva nel sapore acido. L’acido alimenta la struttura del Fegato. Dal Fegato dipendono i muscoli, principio dell’animazione corporale. Il Fegato comanda l’occhio, poiché ogni organo ha un rapporto specifico con uno degli orifizi superiori del corpo. Ciò che è detto per l’est viene ripetuto, secondo altre corrispondenze, per ciascuno dei punti cardinali e per il Centro. E così la filosofia, appoggiandosi sulla numerologia e sull’analogia, dà alla medicina un fondamento solido e pratico, che ogni volta ristabilisce le corrispondenze fondamentali dell’uomo e della vita. Inserito nel flusso della vita universale, l’uomo si mantiene in salute o la ritrova grazie alla medicina, riscoprendo o consolidando i legami che lo uniscono agli altri esseri, restando collegato alla potenza del Cielo/Terra.] 2 4 Il Dao, la Via, ,道 “Il Dao produce l’Uno; l’Uno comprende il Due; il Due si manifesta come Tre; il Tre produce i diecimila esseri.” (Lao-zi, Dao De Jing o il Libro della Via e della Virtù, cap. XLII) Il cosmo è una realtà indivisibile, animata, in eterno movimento, manifestazione di una realtà ultima, che i Daoisti chiamano Dao, i buddisti Dharmakaya, di cui tutti gli esseri e tutte le cose sono parte. [Il Dao, invisibile, impercettibile, origine di tutti gli esseri, è il principio immanente e trascendente l’universo. Il Dao è indefinibile, e tuttavia efficacemente operante: «Senza nome fece apparire il Cielo e la Terra» (Dao De Jing, cap. 1). Il suo significato è Via, Via che scandisce i ritmi dell’universo e che soggiace al mutamento e alla trasformazione degli esseri. «Il Dao cominciò a generare le immensità vuote, che generarono l’universo, che generò i Soffi» (Huainan Zi, cap. 7). In origine, quindi, viene generato il vuoto, informe e impercettibile, che viene chiamato anche Caos primordiale, opportunità perché «qualcosa» sia chiamato ad essere: «In questa vasta distesa tutto era calmo e sereno; in questo profondo silenzio tutto era limpido e trasparente. Nessuna forma era visibile» (Huainan Zi, cap. 2). Sotto l’influenza del Dao, l’universo, ancora allo stato indifferenziato e potenziale, si anima: si ha il Qi, i Soffi. Il Soffio primordiale nella sua manifestazione si presenta con due modalità: i Soffi leggeri e i Soffi pesanti. I primi, sottili, limpidi, salgono, si disperdono e formano il Cielo, designando lo Yang. I Soffi pesanti, grossolani, opachi, si addensano in basso e formano la Terra, lo Yin. La loro unione feconda, il Cielo/Terra, è la madre dei Diecimila esseri, cioè di tutti gli esseri viventi: il mondo sensibile è, infatti, la manifestazione dell’incrociarsi dei loro Soffi. Il capitolo 42 del Dao De Jing è una sintesi ammirevole della cosmologia cinese, in cui l’aspetto simbolico è affidato ai numeri: «La Via produce l’Uno, l’Uno produce il Due, il Due produce il Tre, il Tre produce i Diecimila Esseri». Il Dao genera il Qi il Soffio (Uno), che si manifesta come Yin e Yang (Due), che produce il Tre: Cielo, Uomo, Terra. L’uomo vive ed è costituito dagli stessi Soffi armonizzati che costituiscono il Cielo e la Terra: il Cielo costituisce la parte spirituale, energetica, razionale, psichica dell’uomo, mentre i Soffi della Terra costituiscono la sua struttura corporea. La vita spirituale, sotto l’influenza del Cielo – che probabilmente non è Dio, ma senza dubbio è Altro da sé – è per l’antropologia cinese una necessità costitutiva. La vita biologica, sotto l’influenza della Terra, introduce la sacralità con cui viene considerato il corpo dell’uomo. L’essere vive dell’effimera congiunzione delle componenti Cielo/Terra e la morte non è altro che il ritorno di ciascuna delle due parti alla loro origine. Come la peculiarità dell’universo, in cui l’uomo è inserito, è di essere in continuo divenire, così la vera natura della vita umana è un adeguamento costante e ritmico ai mutamenti e all’evoluzìone del Cielo/Terra. La medicina cinese, almeno nelle sue espressioni più precise e coscienti, si definisce come tecnica terapeutica che nel tempo si è data gli strumenti per aiutare l’uomo a rimanere inserito nel movimento vitale dei Soffi che lo costituiscono e lo animano in relazione a quelli che costituiscono e animano l’universo.] 3 5 [Cos’è il Dao? … Potremmo chiamarlo Dio, a patto di cancellare da questa parola le connotazioni cristiane. Il Dao è un dio impersonale: freddo, lontanissimo, assente, come la più gelida stella del cielo. Possiede la qualità fondamentale che il pensiero occidentale attribuisce all’Essere: ma è così vuoto, puro, infinito, privo di qualsiasi limitazione e determinazione, che potremmo anche chiamarlo Nulla. “Resta sempre senza azione, e non c’è nulla che non faccia”: è immobile, e il quieto, liquido, armonioso movimento dell’universo procede dalla sua assenza e dalla sua quiete.] 4 “Il giorno e la notte si succedono davanti a noi, ma nessuno conosce la loro origine. Quando potremo capire da dove tutto nasce? Nessuno conosce l’autore di ciò che è. Supponiamo che vi sia un vero signore. Non si vede alcun indizio della sua esistenza. Si constata la sua azione, senza vedere la sua forma visibile. Così, per esempio, un corpo si compone delle cento ossa, dei nove orifizi e dei sei visceri. Di questi, quale mi è più caro? Li amate tutti in egual modo o avete delle preferenze? Sono tutti dei servitori? E questi servitori sono in grado di governarsi da sé? Devono forse diventare a turno signore e servitore? Se un vero principe c’è, il nostro sapere come la nostra ignoranza al suo riguardo non diminuiscono in nulla la sua verità” (Zhuang Zi, cap II) [Che cosa c’era, quando ancora non c’era qualcosa, quando non c’era proprio nulla? A questa domanda, i Greci hanno risposto con miti e racconti. In principio, fu Voragine. I Greci la chiamarono Chaos. Che cos’è Voragine? E’ un vuoto, un vuoto oscuro, dove niente può essere distinto. E’ un punto di caduta, di vertigine e di confusione, un precipizio senza fine, senza fondo. Si viene ghermiti da Voragine come dall’apertura di fauci immense in cui tutto può essere ingoiato e confuso in un’unica notte indistinta. In origine dunque, non esiste che Voragine, abisso cieco, notturno, sconfinato. Poi apparve la Terra. I Greci la chiamarono Gaia. E’ dal seno stesso di Voragine che sorse la Terra. Eccola dunque, nata subito dopo Caos, di cui rappresenta per certi aspetti il contrario. La Terra non è più uno spazio di caduta oscuro, senza limiti, indefinito. La Terra possiede una forma distinta, separata, precisa. Alla confusione, all’indistinto carico di tenebre di Caos, Gaia oppone nettezza, compattezza, stabilità. Sulla Terra ogni cosa è ben delineata, visibile, solida. Gaia può essere definita come il suolo su cui dèi, uomini e animali camminano con sicurezza. Gaia è il pavimento del mondo.] 5 E’ singolare l’affinità con le teorie Daoiste: “Il Dao ha per origine il Vuoto. Dal vuoto è nato il Cosmo da cui emana il Qi vitale” (Zhuang Zi, cap III) Il Qi, l’Energia o i Soffi 气 Definire il Dao, la Via, il principio ispiratore, il Divino è al di fuori delle possibilità della mente umana. Molto più utile è concentrarsi sulle manifestazioni del Dao, in modo da comprenderne le Leggi, i Ritmi, le Fasi e adeguarsi ad essi per vivere in armonia con il creato. 6 “Di tutto ciò che è al di là dell’Universo, il Saggio ammette l’esistenza, ma non ne tratta. Di tutto ciò che è all’interno dell’Universo, il Saggio ne tratta, ma non lo commenta.” (Zhuang Zi, cap. II) “Il Dao produce l’Uno”: il Qi, nelle sue innumerevoli forme, è l’Uno, l’espressione diretta dello spirito del Dao. Per questo lo studio del Qi è alla base del pensiero medico-filosofico della Medicina Cinese. L’Energia, Qi, rappresenta la sorgente di tutte le teorie della filosofia estremoorientale: il concetto di Qi, soffio vitale universale, è rintracciabile già nei tempi più remoti. L’intero universo è una manifestazione del Qi sotto varie forme di condensazione, a seconda dell’elemento considerato. Vi è un unico, grande Qi universale, che abbraccia l’intero cosmo e che si materializza con modalità diverse per differenziare tutti i componenti del creato. Il Qi più etereo, più rarefatto, Yang, dà origine al Cielo, il Qi più materializzato,Yin, dà origine ai pianeti e alla Terra, passando per tutti i diversi gradi di condensazione. L’uomo, naturalmente, non si discosta da questa regola. Nel corpo umano, il Qi più etereo dà origine allo spirito, al mentale, al mondo emozionale, agli Shen; il Qi più strutturato dà origine ai liquidi organici ed ai tessuti, dai più elastici come i muscoli, ai più solidi come le ossa. Dal tre nascono i diecimila esseri, dal cielo, uomo e terra originano tutte le cose. Si possono perciò definire almeno tre tipi di Energia: del Cielo, della Terra, dell’Uomo. L’uomo deve rispondere al cielo e alla terra; egli si trova infatti in posizione intermedia fra i due, vivendo sulla terra ed elevandosi verso il cielo. L’uomo è una sintesi tra le energie celesti e terrestri, che vengono metabolizzate nella grande centrale energetica che egli è. L’uomo usufruisce delle energie del cielo e della terra, coniugandole con meccanismi misteriosi, conosciuti in gran parte solo dalla natura. Ciò che l’uomo può fare è osservare e cercare di comprendere le regole naturali per vivere in armonia con l’ambiente e con se stesso, evitando di sottomettere la natura ai propri voleri o capricci. 6 “L’Uno comprende il Due”, il Qi comprende lo Yin e lo Yang. Questo concetto è magistralmente espresso nella bellissima rappresentazione grafica cinese. Il Dao, il Qi, lo Yin e lo Yang Lo YIN e lo YANG 7 “Una alternanza di Yin e Yang si chiama la Via”. Yi Jing o Il Libro dei Mutamenti (VIII secolo a. C. circa) [La Medicina Tradizionale Cinese fonda i suoi concetti di base sulla presenza in natura di un dualismo, una contemporanea esistenza di due elementi di polarità 7 opposta ma non contrapposta rappresentabili con i simboli matematici positivo + e negativo −. Polarità opposta significa che i due elementi sono di natura diametralmente diversa come il buio e la luce, il calore ed il freddo, l’alto e il basso; non contrapposta indica che l’uno non tende ad eliminare l’altro, ma i due elementi cooperano autoregolandosi, stimolandosi e limitandosi a vicenda, in un continuo interscambio, in un perenne movimento, un ininterrotto divenire. Si può affermare che l’uno esiste in quanto è presente anche il suo contrario. Il giorno e la notte, l’estate e l’inverno, il calore e il freddo, per esempio, pur essendo di natura opposta non si annullano a vicenda, perché il risultato sarebbe la distruzione e la morte. La vita si afferma e sussiste perché questi elementi s’integrano armoniosamente: la notte, il freddo, l’inverno sono necessari affinché il giorno, il calore e l’estate non diventino unici protagonisti del ciclo vitale, inaridendo ogni cosa. Dalla notte nasce il giorno, e dal giorno la notte, dall’inverno origina l’estate e viceversa, e questa continua rotazione è garanzia della vita. I termini positivo e negativo creano una idea immediata di opposizione, in quanto richiamano concetti per noi familiari e ripetuti all’infinito nel nostro percorso di acquisizione culturale. Accostandoci ad una realtà diversa dalla nostra, spesso dobbiamo rispettare non solo l’essenza, ma anche, dove è possibile e ragionevole, la forma delle intuizioni originali, acquisendo una terminologia opportuna (chi di noi non usa oggi espressioni quali software, server, web!). In Cina, le definizioni di negativo e positivo vengono indicate con i termini, equivalenti per significato, di YIN e YANG. Ogni manifestazione della natura può essere classificata come Yin o Yang. Per definizione, lo Yang è sinonimo di dinamismo, attività, movimento, luminosità, incorporeità ed è assimilabile alla luce, al sole, all’estate, al calore, all’Energia, mentre lo Yin è staticità, passività, oscurità, fisicità, riconducibile alla notte, all’inverno, al freddo, alla Materia. Yin e Yang sono sempre presenti contemporaneamente e perennemente nell’universo, al nostro esterno come al nostro interno. “L’equilibrio di Yin e Yang è la vita e la salute, la sua rottura è la malattia e la morte” recita Huang Di Nei Jing, il Classico di Medicina dell’Imperatore Giallo. Compito della Agopuntura è cercare di mantenere lo Yin e lo Yang in continuo equilibrio, moderando o stimolando ora l’uno ora l’altro a seconda delle necessità. Lo YIN 陰 (阴 阴) L’analisi del carattere grafico che definisce lo Yin mostra un elemento a sinistra che richiama l’idea di una collina o un cumulo di pietre, a significare il mondo reale, concreto, l’ambiente in cui l’uomo si trova a vivere. Il carattere a destra ricorda un tetto posto sopra alle nuvole, ad esprimere il senso di ombra, di cielo coperto, di oscurità, di freddo. La scrittura cinese, essendo ideografica e pittografica, si basa sul “disegno” di un concetto o di un oggetto, più che sul suono di una parola come accade per gli alfabeti fonetici. I caratteri grafici cinesi compongono più un quadro che una frase, suggeriscono un’idea, un insieme di 8 sensazioni, una traccia per costruire un concetto, lasciano molto più spazio alla similitudine e alla analogia rispetto ad un periodo formato da un insieme di lettere e di frasi a significato definito. E’ lo stesso modello di lettura “emozionale” del testo poetico. L’ideogramma corrispondente allo Yin può essere interpretato come “il versante ombreggiato della collina, non esposto alla luce del sole”. In questo senso indica il lato settentrionale, il Nord, dove il clima è freddo, il cielo frequentemente coperto e nuvoloso, la luce del sole scarsa e fugace, dove prevalgono il buio, l’oscurità, la luna. Un primo elemento definibile di natura Yin può essere il Freddo. Sappiamo, dalle leggi della fisica e della termodinamica, che il freddo contrae gli elementi (il metallo si accorcia leggermente in inverno), aumentandone la densità per riavvicinamento delle particelle elementari. Un elemento più denso ha un peso specifico maggiore e, analogicamente, un corpo più è pesante più tende a cadere verso il basso secondo la legge della gravità: con il calore l’acqua evapora, raffeddandosi si condensa in vapore acqueo che ricade al suolo. Così lo Yin è sinonimo di freddo, ma anche di pesantezza, densità, contrazione, tendenza verso il basso. Il freddo, inoltre, induce un rallentamento della velocità molecolare: alla temperatura di −273 °C, zero assoluto teorico, non è possibile alcuno scambio molecolare e la materia diventa inerte. La decelerazione, il rallentamento, la staticità sono elementi Yin, in contrapposizione alla velocità, al dinamismo, al movimento. Le considerazioni generali riguardanti gli aspetti Yin sono applicabili ad ogni fenomeno naturale: ciclo nictemerale, mensile e stagionale, la classificazione del clima, dei punti cardinali. Tutto ciò acquista una grande importanza anche in medicina ed è una conferma che il pensiero scientifico cinese non si è mai scisso da considerazioni più ampie, filosofiche. In maniera estremamente semplificata, si potrà affermare che sintomi e segni che richiamano la presenza di freddo, di pesantezza, di accumulo, specie all’estremità inferiore del corpo, rallentamento psicomotorio o del metabolismo basale potranno essere classificati come quadri a rilevante presenza di Yin. Lo YANG 陽 (阳 阳) Il carattere che definisce lo Yang risulta composto sempre da due elementi grafici, dei quali quello a sinistra ha identico significato di versante della collina o muro di pietre. Il carattere a destra induce l’immagine di un sole o di una fonte luminosa che emana i suoi raggi al di sopra della linea dell’orizzonte. Il carattere Yang indica il lato soleggiato della collina, quindi il Sud, il calore, la luce, il sole, il giorno, l’estate. Secondo i principi della fisica e della termodinamica la funzione del calore, ovviamente opposta a quella del freddo, è di indurre una accelerazione dei processi naturali, una spinta al movimento e ai cambiamenti di stato: l’acqua posta sul fuoco va in ebollizione e si tramuta in vapore, i solidi si dilatano, si trasformano in liquidi. I liquidi, a loro volta, sotto l’effetto del calore, cambiano 9 il loro stato in gas, e, riducendo progressivamente densità e peso specifico, divenengono sempre più leggeri, rarefatti e volatili, tendono a salire verso l’alto. Lo Yang definisce tutto ciò che in natura ha caratteristiche o funzioni similari al Calore: dinamismo, accelerazione, movimento, leggerezza, rarefazione, la risalita: le fiamme del fuoco, infatti, si alzano verso l’alto. In medicina, segni e sintomi con elementi di incremento di funzione come la temperatura corporea, il metabolismo basale, i movimenti peristaltici, la frequenza cardiaca, l’ideazione, sono classificati come quadri a rilevante presenza di Yang. Alcuni esempi estremamente generici possono risultare utili. Un paziente che presenta sintomi quali insonnia, ansia, palpitazioni, vampate, ipertensione arteriosa, diarrea da aumentata peristalsi come nell’ipertiroidismo manifesta sintomi essenzialmente Yang, da iperfunzione: verrà interpretato come un eccesso di Yang e trattato con metodica volta a moderare lo Yang in eccesso e a tonificare il suo contrario/complementare, lo Yin. Un paziente che lamenti rallentamento psico-motorio, freddolosità, depressione, astenia, ipotensione arteriosa, mixedema, sintomi da ipofunzione come nell’ipotiroidismo, verrà classificato come un eccesso di Yin e trattato con la moderazione dello Yin e la tonificazione dello Yang carente. Si nota come la Medicina Cinese proponga un ragionamento diagnostico di tipo analogico, per similitudine, e una terapia volta spesso a trattare non soltanto l’elemento manifesto della malattia, ma sempre, se non quasi esclusivamente, il suo contrario/complementare. YIN Freddo Inverno Oscurità Nord Interno Basso Terra Denso Pesante Lento Acqua Materia Ipofunzione Inibizione Femminile YANG Calore Estate Luce Sud Esterno Alto Cielo Rarefatto Leggero Veloce Fuoco Energia Iperfunzione Stimolazione Maschile Alcune corrispondenze Yin e Yang 10 Le Leggi che regolano lo Yin e lo Yang Avendo dimostrato come ogni elemento o fenomeno esistente possa venire inquadrato secondo la logica Yin/Yang siamo in grado di approfondire questo concetto e valutare i rapporti che intercorrono tra i due elementi anche attraverso le leggi che li regolano. Nel mondo occidentale le formule scientifiche sono espresse in lettere o numeri con un significato convenzionale (E = m·c2), nel linguaggio estremo-orientale gli stessi concetti vengono rappresentati con formule grafiche o disegni. Il Dao, il Qi, lo Yin e lo Yang Il cerchio rappresenta l’equilibrio, l’unità, il principio ispiratore e viene chiamato il Dao (Dao), o la Via, entità primigena che dà e sostiene la vita. Il Dao rappresenta, nella filosofia cinese, ciò che sottende ad ogni fenomeno naturale, dalle leggi cosmiche che sovrintendono la coesistenza dei pianeti e dei corpi stellari fino ai più infinitesimali scambi molecolari e atomici. Il Dao è la Via, ogni cosa si manifesta grazie all’influsso del Dao. Il cerchio è, tra le figure geometriche, quella che meglio esprime il senso di rotazione, di movimento, di alternanza, di mutazione perenne, basi irrinunciabili della vita. All’interno del cerchio, una linea di demarcazione ad andamento sinusoidale determina la comparsa di due figure esattamente equivalenti con orientamento speculare. La sinusoide esprime la chiara diversità dei due campi, che sembrano interagire in virtù del loro sconfinare l’uno nell’altro, quasi fosse più un abbraccio che una separazione. La sinusoide definisce sì una divisione, ma in modo meno drastico, meno netto e definitivo rispetto alla linea retta che separa i due elementi come una frontiera rigida, impermeabile, invalicabile. Il movimento sinusoidale richiama armonia, fluidità, rotondità. Le due figure contenute nel cerchio sono ovviamente lo Yin e lo Yang, equivalenti e speculari come le molecole levo e destrogire, che insieme concorrono a mantenere l’unità, l’armonia, l’alternanza. Yin e Yang devono sempre essere in percentuali relative ottimali per garantire l’equilibrio: se uno dovesse sbilanciarsi in rapporto all’altro, verrebbe a crearsi inevitabilmente un disturbo nel fluire perenne del moto circolare uniforme. All’interno delle due figure Yin e Yang, in corrispondenza della loro massima espansione, si può notare la presenza di un piccolo nucleo dell’elemento opposto, a dire che nulla è totalmente ed irreversibilmente Yin o Yang, ma che entrambi hanno la potenzialità di modificarsi e trasformarsi uno nell’altro. Il passaggio di stato dallo Yin allo Yang e viceversa avviene proprio quando l’elemento giunge alla sua massima intensità, probabilmente per non superare quel “point of no return” che impedirebbe la sua reintegrazione nel “cerchio” della vita. Per esempio, più i metalli sono pesanti e ricchi di materia, più sono radioattivi; quanto più la febbre è alta e la temperatura corporea vicina al picco termico massimo, tanto più 11 avvertiamo freddo; le mani gelide a seguito del contatto con la neve danno la sensazione di bruciore; la troppa euforia ed il riso isterico del bambino ne esprimono la stanchezza e spesso preludono al pianto. Le leggi che regolano il ciclo dello Yin e dello Yang sono: - la legge di opposizione e relatività - la legge di interdipendenza - la legge dell’equilibrio - la legge delle trasformazioni 1. L’opposizione e la relatività di Yin e Yang: Lo Yin e lo Yang rappresentano i due aspetti opposti, speculari di un medesimo fenomeno. Parlando di temperatura, lo Yin è il freddo, mentre lo Yang è il calore; per l’orientamento nello spazio, lo Yin è il basso e lo Yang è l’alto, ma è scorretto attribuire un significato assoluto a queste considerazioni. Il caldo infatti, è Yang rispetto al freddo, cioè in relazione ad un elemento più freddo, o meno caldo. La temperatura che noi abbiamo definito Yang rispetto ad un’altra più bassa, Yin, diverrà a sua volta Yin, se riferita ad un valore termico più alto, quindi più Yang. La Lombardia ha un clima Yin rispetto alla Sicilia, ma Yang rispetto alla Germania; l’inquilino del primo piano è in posizione Yang rispetto al passante, ma Yin rispetto all’inquilino dell’ultimo piano, più Yang. Quest’ultimo, a sua volta, sarà in posizione Yin rispetto al passeggero dell’aereo, e così via, fino alla volta celeste. 2. L’interdipendenza di Yin e Yang: L’opposizione dei due elementi è la forza motrice della loro stessa esistenza: non potrebbe esistere il giorno senza la notte, l’estate senza l’inverno, la sistole senza la diastole. 3. L’equilibrio e il consumo reciproco di Yin e Yang: Yin e Yang devono costantemente bilanciarsi ed equilibrarsi, pena la perdita dell’omeostasi. Questa, però, non va intesa come una situazione statica, bensì la risultante di una variazione proporzionale dinamica ed incessante. Sono possibili, in via teorica, cinque quadri. (vedi figura): a) b) c) d) e) Equilibrio Yin-Yang Preponderanza dello Yin con relativo consumo dello Yang Preponderanza dello Yang con relativo consumo dello Yin Debolezza dello Yin con apparente eccesso di Yang Debolezza dello Yang con apparente eccesso di Yin 12 YIN YANG A) Equilibrio Yin-Yang YIN YANG C) Preponderanza dello Yang con consumo dello Yin YIN YIN YANG B) Preponderanza dello Yin con consumo dello Yang YIN YANG D) Deficit dello Yin con apparente eccesso dello Yang YANG E) Deficit dello Yang con apparente eccesso dello Yin Figura: L’equilibrio e il mutuo consumo dello Yin e dello Yang Molto importante in clinica è distinguere le situazioni da vero eccesso rispetto a quelle da apparente eccesso, per ben impostare la terapia. Si comprende come, in medicina cinese, ogni trattamento verta sull’intervento a carico del sintomo manifesto, Yin o Yang, e, contemporaneamente, sul suo opposto/complementare. 13 4) La trasformazione di Yin eYang: Yin e Yang sono le due facce della stessa medaglia. Si manifesteranno uno o l’altro a seconda delle condizioni più opportune: l’acqua in estate si riscalda e tende a trasformarsi in vapore acqueo, in inverno si raffredda, si condensa e solidifica in ghiaccio. Lo Yin e lo Yang: ovvero la Materia e l’Energia In Medicina Cinese è fondamentale il rapporto Materia/Energia, sempre riferibile alla teoria Yin/Yang, dove per materia si intende tutto ciò che è strutturato fisicamente, corporeo, denso, misurabile e quindi Yin, mentre per energia si definisce l’elemento vitale dinamico, impalpabile, non tangibile, non corporeo, Yang. Per semplificare, lo Yin-Materia è l’organo anatomico come lo si può valutare alla dissezione anatomica, lo Yang-Energia è la funzione che lo stesso organo, altrimenti inanimato, compie, o ha compiuto, “in vivo”. La materia (struttura anatomica) e la energia (funzione biologica) devono essere, al pari di Yin e Yang, sempre in equilibrio per garantire un corretto svolgimento delle funzioni vitali. Un danno strutturale (malattia organica) o una alterazione energetica (malattia funzionale), daranno come risultato la perdita della omeostasi, quindi la malattia. La medicina occidentale si è preoccupata di definire sempre più minuziosamente e magistralmente la Materia-Yin nella sua struttura macro-microscopica, biochimica, molecolare, atomica; la medicina cinese, da sempre, ha posto l’accento sulla Energia-Yang, cercando di studiare altrettanto minuziosamente la Energia, la sua distribuzione, le sue leggi, le sue alterazioni. La medicina cinese ha impostato un’arte medica equivalente alla occidentale, con una anatomia, fisiologia, patologia, semeiotica e clinica, a cui, però, va aggiunto un aggettivo fondamentale: energetiche. L’Energia, Qi, o forza propulsiva vitale è un’altra delle grandi intuizioni degli antichi orientali, concetto peculiare e non adeguatamente considerato nella medicina occidentale. Al pari del Sangue-Yin che circola ovunque nel nostro corpo per portare nutrimento a tutte le cellule, l’Energia-Yang si distribuisce in ogni settore del nostro organismo apportando il suo impulso vitale. Sempre in analogia al Sangue-Yin, che scorre nelle arterie e nelle vene, anche l’Energia-Yang ha dei propri percorsi, dei canali, che in Agopuntura vengono definiti “Meridiani”. I meridiani di agopuntura percorrono il nostro corpo in superficie ed in profondità, in senso centripeto e centrifugo. Al loro interno scorre l’Energia come fanno il sangue e la linfa nei loro distretti. Sul percorso dei meridiani energetici sono distribuiti dei punti a struttura peculiare in grado di permettere il collegamento con i meridiani stessi e, quindi, con l’energia che vi circola: sono gli Agopunti, entro i quali vengono posti gli aghi per agopuntura. Abbinando più punti tra di loro si è in grado di interagire con il fluire dell’Energia, per regolarizzarne gli eventuali squilibri.] 7 14 BIBLIOGRAFIA: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Belotti L, Favalli R, Ferrari P, Losio A, Marino A, Nasta P, Perini S. Agopuntura e tecniche complementari in medicina dello sport. Milano: CEACasa Editrice Ambrosiana, 2001, pag.1 Larre C., Berera F., Filosofia della Medicina Tradizionale Cinese. Milano: Jaca Book, 1997, pag. 25-29 Larre C., Berera F., Filosofia della Medicina Tradizionale Cinese. Milano: Jaca Book, 1997, pag. 39-40 Citati P., La luce della notte- I grandi miti nella storia del mondo. Milano, Arnoldo Mondatori Editore-Oscar Mondatori, 1996, pag.160-161 Vernant J-P., L’Universo, gli Dèi, gli Uomini – Il racconto del Mito. Torino, Giulio Einaudi Editore, 1999, pag. 9 Belotti L, Favalli R, Ferrari P, Losio A, Marino A, Nasta P, Perini S. Agopuntura e tecniche complementari in medicina dello sport. Milano: CEACasa Editrice Ambrosiana, 2001, pag. 16 Belotti L, Favalli R, Ferrari P, Losio A, Marino A, Nasta P, Perini S. Agopuntura e tecniche complementari in medicina dello sport. Milano: CEACasa Editrice Ambrosiana, 2001, pag. 3-7 • “Huangdi Nei Jing Suwen-Le domande semplici dell’Imperatore Giallo” a cura di E. Rochat de la Vallée e C. Larre. Edizioni So-Wen Jaca Book • “Zhuang-zi [Chuang-tzu]”- a cura di Liou Kia-hway- Adelphi Edizioni • “Laozi-Genesi del “Daodejing”- a cura di Attilio Andreini- Biblioteca Einaudi 15